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Il saluto di Djokovic a Nikola Pilic: “Un senso di vuoto e di tristezza mi ha sopraffatto. Spero che tu abbia sentito quanto sei stato importante per me nella carriera e nella vita”

“Caro Sig. Niko…”

Così, con un saluto classico per una lettera scritta di pugno, Novak Djokovic ha salutato Nikola Pilic, scomparso a 86 anni. “Niko” è stato una persona fondamentale nella vita e carriera del serbo, è colui che l’ha accolto nella sua struttura quando Novak a soli 12 anni lasciò il proprio paese per continuare a coltivare il suo sogno di diventare un professionista. Poi i due si sono ritrovati tante volte nella lunga carriera del serbo, e Pilic è sempre stato pronto a dispensare consigli che Djokovic accoglieva a braccia aperte. Questa la lettera che Novak, sui social, ha dedicato a Pilic.

“Ho ricevuto una notizia triste oggi mentre ero in campo, terminando il mio allenamento. Un senso di vuoto e di tristezza mi ha sopraffatto. Spero che tu abbia sentito quanto sei stato importante per me nella carriera e nella vita. La tua influenza sul mio sviluppo come uomo e come tennista rimane indelebile. Provo una gratitudine eterna verso di te e la tua meravigliosa moglie Mija per avermi accolto come un figlio quando avevo 12 anni”.

“I miei genitori e i miei fratelli ti hanno sempre sentito come un membro della famiglia. Quando quasi tutti ci hanno voltato le spalle e mentre il nostro Paese veniva devastato dai bombardamenti, tu e Mija ci avete teso la mano, sostenendoci e facendo tutto ciò che era in vostro potere affinché i miei fratelli ed io potessimo continuare a vivere il nostro sogno e a praticare lo sport che amiamo”.

“Grazie per tutti i momenti che oggi ho rivissuto nella mia mente e che resteranno impressi nella mia memoria finché vivrò. Oltre alla tristezza e alle emozioni contrastanti che provo, la tua immagine e i ricordi dei momenti condivisi mi portano gioia e gratitudine nel cuore”.

“Il tuo lascito durerà a lungo e le generazioni guarderanno con grande ammirazione alla tua figura e alle tue opere. Tutti i tuoi traguardi come giocatore, allenatore e selezionatore sono scritti a lettere d’oro nei libri della storia sportiva dei Balcani e del tennis mondiale. Per me, però, la cosa più importante è poter dire con orgoglio che ti chiamavo “Šjor Niko, mio padre tennistico.
Riposa in pace”.

Mario Cecchi


Fonte: http://feed.livetennis.it/livetennis/


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