in

Vacherot, guai a chiamarlo “meteora”

Il sole può splendere anche al coperto e regalare forti emozioni pure nel pieno dell’autunno parigino se ti chiami Valentin Vacherot e stai vivendo qualcosa di straordinariamente bello e… reale, tanto da trasmettere energia e positività a tutti quelli che ti circondano. Il sorriso, energia, tennis offensivo ed esplosività di Vacherot sono la sorpresa più bella ed entusiasmante di questa parte finale del 2025. E guai a chiamarlo “meteora”, il ragazzone di Monaco è tutt’altro che un carneade pronto a farsi sbranare in un mare infestato da squali… Ha troppo servizio, uno spirito per l’attacco e una facilità nel cacciare gli angoli del campo da primo della classe, come un’altra qualità incredibilmente importante quando sei un tennista offensivo: cancella immediatamente la negatività di una discesa a rete perdente o di un affondo out, e in un attimo ci riprova, sicuro che il suo modo di intendere il suo sport, alla ricerca del vincente e dell’offesa, sia quello giusto. Faccio mie le parole del “Vate” Rino Tommasi quando commentò nel 1991, nei primi turni di Wimbledon, un Michael Stich ancora poco conosciuto: “Meteora questo qua? Non scherziamo, ha troppo servizio e colpi per esserlo”. Il mitico Rino ovviamente aveva ragione, e proprio la ragione, una razionale analisi del tennis di Vacherot mi spinge a pensare lo stesso di lui.

È decisamente presto per  affermare che questo ragazzone arrivato “tardi” nel tennis che conta ripeterà i fasti di “Herr Tiebreak”, quello no… Ma che Vacherot abbia tutto quel che serve per cavalcare questo momento eccezionale di forma e fiducia, consolidando un suo nuovo ruolo nel tennis che conta, questo assolutamente sì. Una settimana di grazia la puoi trovare, l’hanno trovata tante vere meteore della disciplina. Agassi ripeteva “ci dei giorni nei quali vedi la palla grande così e tutto ti riesce facile…”. Ma restano sprazzi di lucida e bellissima follia se non hai le spalle larghe e un consolidato apprendistato a metterti al riparo da facili entusiasmi e impreviste fortune. Valentin è arrivato solo ora, ma ha conosciuto assai bene le secche dei bassifondi, le difficoltà per migliorare e centrare la sua vita sportiva a puntino in modo far esplodere il suo potenziale. Ha conosciuto il dolore degli infortuni, proprio quando era sul passo di entrare nella top 100. Ha masticato amaro, ed è stato considerato anche un bel “raccomandato” visto da dove veniva e le discrete wild card ricevute, e nemmeno così bene sfruttate. Era presto, almeno per lui.

Dietro alla potenza del servizio di Vacherot, alla capacità di aggredire in risposta e rischiare tanto e bene, come nella rapida lettura degli spazi per verticalizzare e venire a rete dietro un attacco quasi sempre ben calibrato c’è un vissuto importante, che l’ha formato e reso forte. Dalla settimana magica di Shanghai, passando per l’eccellente match perso vs. Fritz a Basilea e le tre vittorie a Parigi c’è di tutto e di più, match sofferti inclusi che hanno mostrato un carattere fermo e risoluto, anche la capacità di farsi scivolare addosso una nuova notorietà che può essere un compagno di viaggio insidioso; pure una discreta ironia e piglio quando ieri, nella vittoria sul cugino Rinderknech, è arrivato a chiedere al pubblico parigino – non esattamente uno dei più generosi e malleabili della stagione… – qualche applauso anche per lui, anche se era lo straniero in campo, seppur cugino in tutti i sensi… Valentin sembra trovarsi più che a suo agio in questo nuovo ruolo di tennista che non ha niente da perdere, lucido nell’affondo, pronto a giocare le sue carte senza paure.

Di tennisti come lui ne abbiamo visti e vissuti diversi. Atleti alti, potenti, forti di un servizio “bomba” e di una netta propensione a correre avanti, ma non poi così scarsi nel correre e difendersi. Kevin Anderson, Sam Querrey, per dirne due, ma ce ne sarebbero molti, giocatori non così regolari ma forti fisicamente, pronti ad imporre il proprio gioco e vincere partite importanti. Sfruttando alla grande la wild card, Vacherot è nei quarti al secondo Masters 1000 consecutivo. Era n.204 ATP poche settimane fa, nel Live ranking è già n.30. Incredibile, ma assolutamente meritato. E il suo tennis diverte visto che è molto servizio ma non solo. Il suo modo di attaccare la rete, di provarci con costanza ma senza esagerare, e come riesca a ribaltare le difese con palle non tirate a casaccio, …intriga e fa pensare che se la salute lo preserverà da infortuni, la sua non è affatto una favola ma una partenza verso una carriera di tutto rispetto. All’università negli USA era fortissimo, conosce la vittoria e la sconfitta. A 26 anni è arrivato dove può far valere il suo talento e differenza. Ben arrivato Valentin.

Marco Mazzoni


Fonte: http://feed.livetennis.it/livetennis/


Tagcloud:

Masters 1000 Parigi: I risultati completi con il dettaglio degli Ottavi di Finale. Vacherot vola nei quarti a Parigi e entra per la prima volta nella top 30 ATP. In campo anche Jannik Sinner e Lorenzo Sonego (LIVE)

Sitting Volley: sabato la Supercoppa Femminile tra Parma e Pisa