More stories

  • in

    MotoGp, l'ira di Bradl: “Honda inguidabile con il caldo, mi sono bruciato”

    ROMA – Stefan Bradl, pilota di riserva Honda – che aspetta con ansia Marc Marquez in MotoGp -, ha concluso a fatica il Gran Premio di Germania e manda un messaggio forte a tutto il box giapponese: “Non riuscivo a frenare perché la leva si scaldava molto e non riuscivo a controllare la moto. Così mi sono bruciato le dita. Con tante curve a sinistra, la mano destra praticamente non aveva aria. Dopo dieci giri anche il piede si è ustionato”. “Di gare calde – ricorda il tedesco – ne ho vissute tante, ma non so come e perché sia riuscito a finire questa tappa”.
    Il messaggio di Bradl
    Per il tedesco la gara al Sachsenring rappresentava il Gp di casa, aspetto che rende ancor più bruciante la delusione di domenica “Il gap dal penultimo – dice Bradl – era più di 21 secondi. Mi sono sentito stupido. La Honda non è stata in grado di sviluppare una carena che permetta ai piloti di sopravvivere con il caldo. Il messaggio mando è che è inaccettabile: non può essere così. La Honda è inguidabile con queste temperature e ci serve una soluzione al più presto”. Ennesima tegola per la Honda, che dal 1982 ha concluso per la prima volta un Gran Premio senza segnare alcun punto. LEGGI TUTTO

  • in

    F1, Mazepin fa causa alla Haas: “Mancato rispetto degli obblighi contrattuali”

    ROMA – Nikita Mazepin ha annunciato di voler intentare una causa contro la Haas per il mancato rispetto del suo contratto in Formula 1. Il pilota russo è stato messo alla porta dal suo team a marzo scorso. Una decisione che il classe ’99 non sembra aver ancora digerito. “Al momento della risoluzione del contratto, la Haas era in arretrato di uno stipendio, e ancora non l’hanno pagato – ha detto ai microfoni dell’agenzia Interfax -. Mi sembra che il datore di lavoro, come minimo, dovrebbe pagare lo stipendio fino al momento della licenziamento e pagare anche una sorta di indennità di fine rapporto”.
    Il commento di Mazepin
    “Gli obblighi contrattuali non sono stati rispettati – ha aggiunto Mazepin -. Questa è la prima volta. Avevamo due contratti indipendenti e rompere l’accordo con lo sponsor principale, non aveva un diretto impatto sul mio futuro in squadra. Cioè hanno preso due decisioni separate. Non ho visto i miei soldi, quindi andremo in tribunale”. LEGGI TUTTO

  • in

    F1, Mazepin contro la Haas: “Gli obblighi contrattuali non sono stati rispettati”

    ROMA – “Al momento della risoluzione del contratto, la Haas era in arretrato di uno stipendio, e ancora non l’hanno pagato. Mi sembra che il datore di lavoro, come minimo, dovrebbe pagare lo stipendio fino al momento della licenziamento e pagare anche una sorta di indennità di fine rapporto”. Con queste parole rilasciate all’agenzia Interfax, Nikita Mazepin ha annunciato di voler intentare una causa contro la Haas per il mancato rispetto del suo contratto in Formula 1. Il pilota russo è stato messo alla porta dal suo team a marzo scorso. Una decisione che il classe ’99 non sembra aver ancora digerito.
    Le parole di Mazepin
    “Gli obblighi contrattuali non sono stati rispettati – ha aggiunto Mazepin -. Questa è la prima volta. Avevamo due contratti indipendenti e rompere l’accordo con lo sponsor principale, non aveva un diretto impatto sul mio futuro in squadra. Cioè hanno preso due decisioni separate. Non ho visto i miei soldi, quindi andremo in tribunale”. LEGGI TUTTO

  • in

    Porsche, prima “bara” e poi risarcisce: ecco perché ha dato 75 milioni ai suoi clienti

    Sono circa 500mila i modelli, a benzina, immatricolati tra il 2005 e il 2020 coinvolti nell’indagine che riguarda Porsche. La Casa negli Usa potrebbe dover risarcire i suoi clienti con l’accusa di aver distorto i dati su consumi ed emissioni. I querelanti hanno affermato: “Il risarcimento del risparmio del carburante pagherà a tutti i membri una percentuale molto alta dei loro potenziali danni (e alla stragrande maggioranza di loro il 100% dei danni)”. A quanto ammonta il risarcimento? Potrebbe variare da 250 a 1.109 dollari (da circa 236 a 1.048 euro). 
    Il risarcimento
    Porsche, dicevamo, sarebbe accusata di aver distorto i dati su consumi ed emissioni, ciò sarebbe avvenuto effettuando dei test e delle verifiche su modelli che risultavano meno inquinanti rispetto a quello che poi succedeva nelle auto messe in vendita. I proprietari hanno quindi organizzato una class-action che costretto il Gruppo VW a trovare un accordo economico, per un totale di 80 milioni di dollari (all’incirca 75,6 milioni di euro). Tuttavia, manca ancora l’ok definitivo da parte del giudice federale della corte di San Francisco.
    Non è la prima volta che il Gruppo Volkswagen si trova coinvolto in problemi del genere, come lo scandalo del Dieselgate per cui ha dovuto versare ben 15,3 miliardi di dollari (circa 14,5 miliardi di euro).
    Chi paga le tasse fa un giro in Porsche: la trovata di una città giapponese LEGGI TUTTO

  • in

    MotoGp, Bradl furioso con Honda: “Mi sono ustionato, è inaccettabile”

    ROMA – “Non riuscivo a frenare perché la leva si scaldava molto e non riuscivo a controllare la moto. Così mi sono bruciato le dita. Con tante curve a sinistra, la mano destra praticamente non aveva aria. Dopo dieci giri anche il piede si è ustionato”. Queste le parole con cui Stefan Bradl, collaudatore Honda che sostituisce momentaneamente Marc Marquez in MotoGp, inizia il proprio sfogo dopo il Gran Premio di Germania. “Di gare calde ne ho vissute tante, ma non so come e perché sia riuscito a finire questa tappa”.
    Le parole di Bradl
    Per il tedesco la gara al Sachsenring rappresentava il Gp di casa, aspetto che rende ancor più bruciante la delusione di domenica “Il gap dal penultimo – dice Bradl – era più di 21 secondi. Mi sono sentito stupido. La Honda non è stata in grado di sviluppare una carena che permetta ai piloti di sopravvivere con il caldo. Il messaggio mando è che è inaccettabile: non può essere così. La Honda è inguidabile con queste temperature e ci serve una soluzione al più presto”. Una spina in più per l’Ala Dorata, che domenica ha fatto segnare un record negativo, chiudendo il Gp con zero punti tra i quattro piloti. LEGGI TUTTO

  • in

    Honda, ora è buio pesto: in MotoGp mai così male da 40 anni

    ROMA – La Honda è in alto mare. Mai, da 40 anni a questa parte, l’Ala Dorata aveva mancato l’obiettivo di andare a punti almeno con una moto in un Gran Premio. I ritiri di Nakagami, Espargaro e Alex Marquez al Gran Premio di Germania e l’assenza prolungata di Marc Marquez, otto volte iridato in MotoGp stanno facendo affondare il team giapponese, segnando un nuovo record negativo. L’ultima volta che la Honda era rimasta a bocca asciutta è stato nel 1982 al Gran Premio di Francia.
    Parabola Honda
    Messi da parte gli entusiasmi iniziali per il podio di Pol Espargaro in Qatar, la Honda dovuto presto fare i conti con la realtà. Una realtà che racconta di una moto che poco si adatta ai propri piloti e che sembra condizionare sempre più le performance sia dei piloti factory, che dei piloti satellite, con Nakagami e Alex Marquez praticamente mai nel vivo dell’azione. Gli alfieri dell’Ala Dorata hanno dato varie versioni del perché la loro scuderia stia andando così male, ma la verità sembra essere solo una: senza Marc Marquez la casa giapponese sembra essere in seria difficoltà. LEGGI TUTTO

  • in

    F1, Horner: “Non è colpa delle regole se la Mercedes ha porpoising”

    ROMA – La Red Bull sta dominando in questo tratto di Formula 1. Max Verstappen fa volare la scuderia anglo-austriaca, ma nei pensieri di Christian Horner, intervenuto a “Motorsport”, c’è la Mercedes e il suo porpoising. “So che altri piloti si sono lamentati. I nostri non hanno mai accusato i saltellamenti, mai avuto questi problemi. La Mercedes è molto rigida e credo che il problema sia il loro concetto di vettura, più che di regolamento tecnico. Se la vettura costituisce un pericolo il team può non schierarla. Oppure prende bandiera nera”, ha rimarcato il britannico.
    Le parole di Horner
    Il capitolo porpoising ha spinto la FIA a deliberare una linea guida per arginare questo fenomeno. La direttiva è ancora poco chiara e i team sono chiamati a partecipare al processo di individuazione di una formula scientifica. In secondo tirante (nella foto sopra), installato dalla Stella a tre punti solo per venerdì per ancorare la W13, ha infastidito le scuderie: “L’introduzione del secondo tirante è stata irritante. La questione deve essere discussa in un forum tecnico, che è apertamente orientato a risolvere i problemi di una squadra che è stata l’unica a presentarsi in Canada con il problema. Dubito che l’anno prossimo saremo qui a parlare di rimbalzi, anche se i regolamenti dovessero rimanere gli stessi”, ha pronosticato lo stratega della Red Bull. LEGGI TUTTO

  • in

    Ferrari, Sainz: “Dovevamo usare le soft nel finale”

    ROMA – Un soffio. Tanto è mancato alla Ferrariper regalare a Carlos Sainz la sua prima vittoria in Formula 1 nella storica cornice delGran Premio del Canada. La F1-75 dello spagnolo è infatti arrivata sul traguardo a meno di un secondo rispetto alla RB18 di Max Verstappen, vincitore a Montreal. Forse una strategia più aggressiva nell’ultima safety car avrebbe aiutato la Rossa, come afferma lo stesso pilota nella conferenza stampa successiva al Gp: “È rimasta fuori un po’ più a lungo di quanto pensassimo. Quando è tornata la bandiera verde, mancavano solo 16 giri, era il numero giusto per provare a mettere le soft e cercare di superare Max che riscaldava le sue gomme dure”.
    Il rammarico di Sainz
    Nel team radio alla fine della gara, Sainz aveva detto di aver provato di tutto per superare Verstappen, ma gli sforzi nel finale non sono serviti: “Ora è facile dirlo. In quel momento – ammette il madrileno – avevamo ancora una ventina di tornate da compiere e la gomma hard era sicuramente l’opzione più veloce per arrivare al traguardo, soprattutto sapendo che si trattava di una gomma più fresca rispetto a quella di Max. È un peccato. Anche senza la Safety Car, come ha detto Max, non sarebbe arrivato primo facilmente, penso che sarebbe stata battaglia fino alla fine”. LEGGI TUTTO