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    Bugatti firma il suo monopattino elettrico che proietta il logo sull'asfalto

    Può esistere una Bugatti alla portata (economica) di tutti? Se parliamo di auto, no di certo. Le hypercar del marchio francese hanno acquirenti specifici e facoltosi. Diverso il discorso se parliamo del primo veicolo elettrico mai realizzato dalla Casa di Molsheim: un monopattino, presentato durante l’edizione 2022 del CES di Las Vegas.

    Monopattino elettrico Bugatti: le prestazioni

    Realizzato in collaborazione con l’azienda Bytech – la stessa che ha contribuito a costruire il primo monopattino Fiat -, il monopattino Bugatti, fabbricato in lega di magnesio (pesa 15,8 kg), si presenta con i classici colori della Casa: blu, argento e nero. D’impatto, sicuramente, anche se trattandosi di un prodotto Bugatti l’interesse dei potenziali acquirenti è tutto sulle prestazioni. Il motore elettrico è da 700 watt alimentato da una batteria da 10 Ah – removibile, si ricarica in 4 ore -, per una potenza di 1 cavallo; la velocità massima è di 30 km/h e l’autonomia è di 35 km. Economy, City e Sport sono le tre modalità di guida. Le ruote misurano 9″.

    Guarda la galleryBugatti presenta il suo primo monopattino elettrico

    La “chicca” del faro posteriore…

    Il display anteriore mostra informazioni relative al livello di carica e la velocità di crociera, ma la vera “chicca” da Bugatti la si ritrova nel parafango posteriore. Quest’ultimo, oltre ad avere frecce e luci di segnalazione, è in grado anche di proiettare il logo Bugatti sull’asfalto grazie all’ausilio di un faro apposito. Una delle particolarità di un monopattino si cui ancora però non si conosce il prezzo, anche se, essendo firmato Bugatti, costerà qualcosa in più rispetto agli altri.

    Bugatti, venduta La Bouteille Noire: la costossima bottiglia di Champagne LEGGI TUTTO

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    Montoya ancora in pista, il colombiano correrà la 500 Miglia di Indianapolis

    ROMA – Juan Pablo Montoya correrà la 500 Miglia di Indianapolis. La notizia arriva da Twitter, dove McLaren e il pilota colombiano hanno comunicato la loro partecipazione alla gara endurance più famosa del mondo, giunta alla sua 106esima edizione. Per il team di Woking e il colombiano sarà la seconda volta insieme, dopo il nono posto della scorsa edizione. “Sono emozionato nel poter tornare a fare squadra con la Arrow McLaren per correre ancora il Gran Premio di Indianapolis e la 106esima 500 Miglia di Indianapolis. Continuiamo a fare la storia, team!”, cinguetta Montoya, che in Formula 1 ha corso con la McLaren nel biennio 2005-2006.
    Doppia vittoria
    Montoya vuole il tris. Il classe 1975 ha già trionfato nella storica competizione nel 2000 e nel 2015, rispettivamente con i team Ganassi e Penske. Con i quindici anni di distanza a separare le due vittorie che già di per sé costituiscono un record, il colombiano non ha mai mancato la top 10, tranne nel 2016, quando un incidente lo costrinse al ritiro. L’appuntamento per la Indy 500 è fissato per il 29 maggio prossimo, mentre il Gran Premio, che si correrà sul road course interno al catino, avrà luogo due settimane prima. LEGGI TUTTO

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    MotoGp, Quartararo: “Mi diverto e vinco. Tra i piloti nessun amico”

    ROMA – Fabio Quartararo si è preso di forza il campionato 2021. Il pilota francese della Yamaha ha infatti conquistato il suo primo titolo mondiale e lo ha fatto riportando la casa di Iwata alla vittoria dopo l’ultimo trionfo targato Lorenzo nel 2015. “Non puoi iniziare la gara ripetendo a te stesso quanto sei bravo. Vinco perché mi diverto. Quando salgo sulla moto divento un assassino, altrimenti non avrei conquistato il mondiale. Ho rispetto per tutti, ma non conto amici fra i piloti”, le sue parole riportate da Paris Match.
    Social troppo severi
    Tanta fame e voglia di rivalsa nelle parole di Quartararo, capace di piazzarsi al quinto posto nel suo anno di esordio in MotoGp. Era il 2019, poi l’ottavo posto nella stagione breve segnata dal Covid. Ora però il nizzardo si gode il trionfo: “Quando ho vinto il titolo, ho pensato a quegli anni in cui nessuno credeva in me. A quei commenti su Instagram, dove mi si diceva di andare ad allenarmi mentre io in pista avevo dato tutto”. Per questo il sapore della vittoria è ancora più dolce: “La felicità è ancora più intensa se sai quanto hai faticato per arrivare fino in cima”. Ma ‘El Diablo’ non è solo: “Al mio fianco ho Eric (Mahè, il suo manager, ndr), Tom (Thomas Baumant, il migliore amico, ndr) e la mia famiglia”. Il 6 marzo in Qatar si spegneranno i semafori sulla stagione 2022 e Quartararo deve difendere il suo primo mondiale dai pretendenti, già pronti a togliergli lo scettro di mano. LEGGI TUTTO

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    F1, Brown su Sainz: “Se la Ferrari torna competitiva vincerà”

    ROMA – Un esordio che non ha certo deluso le aspettative, anzi. Carlos Sainz si è dimostrato all’altezza della Ferrari. Tuttavia, prima di approdare alla Rossa, lo spagnolo ha corso per due anni in McLaren, sotto gli occhi vigili di Zak Brown, CEO del team di Woking. Il californiano, ex pilota, ha solo parole di stima per Sainz in un’intervista rilasciata a GpFans.com: “È un grande pilota ed è solo questione di tempo prima che inizi a vincere gare. Se ha una macchina per lottare al vertice, allora salirà sul gradino più alto del podio”. Dal 2019 al 2020, durante cioè il biennio alla McLaren, il ferrarista è salito sul podio solo una volta in Formula 1 a Monza, dove quest’anno ha invece chiuso sesto.
    Riscatto Ferrari
    La chiave di tutto è proprio in quella frase: “Se ha una macchina competitiva”. A Maranello stanno infatti perfezionando gli ultimi dettagli della monoposto che correrà nel 2022, anno in cui il nuovo regolamento vedrà la luce dopo il rinvio dovuto alla pandemia. La Ferrari è una delle candidate principali per assaltare Red Bull e Mercedes e lo farà ancora con la coppia Sainz-Leclerc, nel 2021 rispettivamente quinto e settimo. “In Ferrari – ha concluso Brown – hanno a disposizione due buoni piloti. Sainz ha fatto un lavoro sensazionale, ma questo non mi sorprende”. In virtù dei quattro podi dello spagnolo contro l’unico firmato dal compagno di scuderia, in molti hanno addirittura fatto notare come lo spagnolo si sia messo in risalto nonostante la presenza di Leclerc. La competizione fra i due, dopo una stagione di affiatamento, potrebbe essere un fattore nel 2022 della Rossa. LEGGI TUTTO

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    MotoGp, Quartararo: “Ho vinto il titolo perché in moto mi diverto”

    ROMA – Un 2021 da incorniciare quello vissuto da Fabio Quartararo. Il pilota francese della Yamaha ha infatti conquistato il suo primo titolo mondiale e lo ha fatto riportando la casa di Iwata alla vittoria dopo l’ultimo trionfo di Lorenzo nel 2015. “Non puoi iniziare la gara ripetendo a te stesso quanto sei bravo. Vinco perché mi diverto. Quando salgo sulla moto divento un assassino, altrimenti non avrei conquistato il mondiale. Ho rispetto per tutti, ma non conto amici fra i piloti”, le sue parole riportate da Paris Match.
    I commenti sui social
    Tanta fame e voglia di rivalsa nelle parole di Quartararo, capace di piazzarsi al quinto posto nel suo anno di esordio in MotoGp. Era il 2019, poi l’ottavo posto nella stagione breve segnata dal Covid. Ora però il nizzardo si gode il trionfo: “Quando ho vinto il titolo, ho pensato a quegli anni in cui nessuno credeva in me. A quei commenti su Instagram, dove mi si diceva di andare ad allenarmi mentre io in pista avevo dato tutto”. Per questo il sapore della vittoria è ancora più dolce: “La felicità è ancora più intensa se sai quanto hai faticato per arrivare fino in cima”. Ma ‘El Diablo’ non è solo: “Al mio fianco ho Eric (Mahè, il suo manager, ndr), Tom (Thomas Baumant, il migliore amico, ndr) e la mia famiglia”. Il 2022 ora vedrà Quartararo difendere il suo primo titolo iridato dai pretendenti, che inizieranno l’assalto il 6 marzo in Qatar. LEGGI TUTTO

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    Patente e carta d’identità false, tenta la doppia truffa alla polizia

    Nei pressi del casello della A1 ad Arezzo, gli agenti della Polizia Stradale della zona hanno fermato un 45enne cinese, ma residente a Ferrara, che ha dato loro un bel po’ da fare. L’uomo era al volante di un’auto, nello specifico una Volkswagen Golf, ma alla richiesta di mostrare la documentazione per la guida, ha mostrato una patente falsa: si tratta di una licenza emessa dalla Romania che la polizia ha ben presto identificato come contraffatta, passando immediatamente al sequestro del veicolo. Questa, però, è solo la prima parte di una vicenda che nelle 24 ore seguenti ha avuto rocamboleschi risvolti. Ecco che cosa è accaduto e che fine ha fatto l’uomo. 
    Prima la patente, poi la carta d’identità
    “Il conducente – ha spiegato la Stradale – ha esibito una patente di guida rumena che, ha insospettito gli agenti apparendo quantomeno insolito che fosse stata conseguita in Romania considerato che, dagli accertamenti effettuati, l’uomo risultava residente in Italia dal 2017 e in Romania pareva non averci mai messo piede”. Appurata la patente falsa, l’uomo è stato quindi denunciato e multato per 5.100 euro e gli è stata sequestrata la vettura e affidata a un custode giudiziale. Il giorno seguente, il 45enne cinese si è recato dalla Polizia di Arezzo per chiedere una modifica al luogo di custodia della Golf, mostrando una carta d’identità, anche questa emessa da un’autorità romena, e di nuovo falsa. All’ennesima truffa, gli agenti lo hanno quindi arrestato.
    Multa prima della patente: arriva all’esame di teoria… guidando LEGGI TUTTO

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    F1, Brown sicuro: “Sainz inizierà presto a vincere”

    ROMA – Carlos Sainz, al suo primo anno in Ferrari, ha dimostrato di essere all’altezza della scuderia di Maranello. Prima di approdare alla Rossa, però, lo spagnolo ha corso per due anni in McLaren, sotto gli occhi vigili di Zak Brown, CEO del team di Woking. Il californiano, ex pilota, ha solo parole di stima per Sainz in un’intervista rilasciata a GpFans.com: “È un grande pilota ed è solo questione di tempo prima che inizi a vincere gare. Se ha una macchina per lottare al vertice, allora salirà sul gradino più alto del podio”. Dal 2019 al 2020, durante cioè il biennio alla McLaren, il ferrarista è salito sul podio solo una volta in Formula 1, a Monza, dove quest’anno ha invece chiuso sesto.
    Incognita 2022
    La chiave di tutto è proprio in quella frase: “Se ha una macchina competitiva”. A Maranello stanno infatti perfezionando gli ultimi dettagli della monoposto che correrà nel 2022, anno in cui il nuovo regolamento vedrà la luce dopo il rinvio dovuto alla pandemia. La Ferrari è una delle candidate principali per assaltare Red Bull e Mercedes e lo farà ancora con la coppia Sainz-Leclerc, nel 2021 rispettivamente quinto e settimo. “In Ferrari – ha concluso Brown – hanno a disposizione due buoni piloti. Sainz ha fatto un lavoro sensazionale, ma questo non mi sorprende”. In molti hanno infatti sottolineato come lo spagnolo si sia messo in risalto nonostante la presenza di Leclerc, salito sul podio una sola volta nell’ultima stagione contro le quattro di Sainz. LEGGI TUTTO

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    SBK, Bautista torna in Ducati: “Prima impressione più che eccellente”

    ROMA – Con Alvaro Bautista di nuovo in Ducati la Superbike si arricchisce di una variante in più per il titolo finale. Il castigliano, archiviato il biennio in Honda, torna così a correre con la Panigale V4R. “Oggi – ha detto il 37enne a SpeedWeek – è il mio primo giorno di lavoro dopo le vacanze. Prima dei testi avevo un po’ paura, perché ho guidato per due anni una moto diversa e non sapevo cosa aspettarmi”. I timori iniziali però si sono trasformati in sicurezza e ora Bautista si sente fiducioso: “La sensazione è la stessa di allora. La prima impressione è stata più che eccellente: era come tornare a casa”, ha detto.
    Titolo sfiorato nel 2019
    In sella alla Honda nel 2020 e nel 2021, Bautista non ha raccolto quanto sperato: solo nono e decimo nella classifica finale. Ecco perché c’è curiosità nel vederlo di nuovo all’opera con la scuderia di Borgo Panigale, con la quale ha quasi messo le mani sul titolo mondiale nel 2019, arrendendosi solo a Jonathan Rea. “Non ho notato grandi differenze – ha detto lo spagnolo, che nel 2006 ha trionfato nella classe 125. Ma la moto sembra più equilibrata. È più facile da guidare e non ha più punti deboli. Hanno lavorato bene sulla base di due anni fa”. Così Bautista, che nel 2022 cercherà di inserirsi nel duello fra Razgatlioglu e Rea, con Alex Lowes che lo annovera fra i candidati al prossimo titolo iridato. LEGGI TUTTO