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    MotoGp, Dall'Igna: “Bagnaia pronto per vincere il mondiale”

    ROMA – Non è arrivato il tanto agognato titolo piloti, ma la stagione della Ducati è stata di assoluto livello tanto da trionfare nel mondiale costruttori. Per Gigi Dall’Igna, però, Francesco Bagnaia già dal 2022 ha tutte le carte in regola per diventare campione iridato. “Pecco ormai è un grandissimo campione – spiega il direttore generale di Ducati Corse ai microfoni Sky -lo dicono i risultati ottenuti. Mi stupisce il suo continuo migliorare, anche quando sembra sia impossibile. Ha vinto quattro delle ultime sei gare, un risultato strepitoso. Direi che è sicuramente tra i potenziali vincitori del Mondiale 2022: vincerà solo uno, ma lui sarà tra quelli che potranno vincere”.
    “Le aspettative sono alte”
    Per Dall’Igna l’intero team è pronto a fare il definitivo salto di qualità dopo la crescita del 2021. “Il finale di stagione a Valencia, con i tre piloti in parata alla bandiera a scacchi è stata un’emozione, sicuramente una delle più belle giornate della carriera. I nostri piloti hanno terminato in crescendo: le quattro vittorie nelle ultime sei sono state meravigliose, contando anche la caduta di Bagnaia a Misano. Noi ora ci sentiamo preparati bene per fare l’ultimo passo e le aspettative solo alte. Vincere il Mondiale è difficile, ma tutti ci metteremo l’anima per riportare il titolo piloti in Ducati, visto che manca da troppo tempo”. LEGGI TUTTO

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    MotoGp, la rivelazione di Brivio: “In Yamaha c'era chi osteggiava l'arrivo di Rossi”

    ROMA – Forse è stata la manovra sportiva più determinante nella storia della MotoGp. Nel 2004 Valentino Rossi passò dalla Honda alla Yamaha, lasciando una moto forte, con la quale aveva già vinto tre mondiali in classe regina, e abbracciando – letteralmente al buio – il progetto di Masao Furusawa e Davide Brivio. L’arrivo del Dottore però, come racconta Brivio, fu all’inizio osteggiato. “In un primo momento – ha svelato l’attuale team manager di Alpine in Formula 1 – c’era una corrente che la pensava in questo modo: se Rossi avesse vinto, sarebbe stato solo merito suo, mentre se avessimo fallito, allora la colpa sarebbe ricaduta solo sulla moto”. Poi la svolta: “Fu Masao Furusawa a convincere la dirigenza Yamaha, spiegando loro che era indispensabile avere un pilota top per puntare al mondiale”. 
    Rossi: progetto top secret
    Le trame per ingaggiare Valentino Rossi erano però già avviate da tempo. E a rivelarle è proprio l’ex team manager di Yamaha e Suzuki: “Già durante il mondiale del 2003 io e Rossi ci vedevamo. Il problema era dove, perché nel paddock eravamo sotto gli occhi di tutti. A Brno, ad esempio, ci incontrammo nella tenda della clinica mobile. Alla fine, però, ci fu l’accordo a Donington Park e Rossi fu costretto a entrare nel box col cappuccio per non farsi riconoscere e vedere la moto”. L’albo d’oro racconta cosa ha significato per la Yamaha l’arrivo di Rossi, che ha vinto quattro mondiali sotto la scuderia di Iwata, arrivando a ribaltare le gerarchie nella classe regina e a lasciare un ricordo indelebile. LEGGI TUTTO

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    MotoGp, il retroscena di Brivio: “Rossi nel 2004 non era gradito in Yamaha”

    ROMA – È stata probabilmente la svolta nella carriera di Valentino Rossi in MotoGp. Nel 2004 il 46 passò dalla Honda alla Yamaha, lasciando una moto forte, con la quale aveva già vinto tre mondiali in classe regina, e abbracciando – letteralmente al buio – il progetto di Masao Furusawa e Davide Brivio. L’arrivo del Dottore però, come racconta Brivio, fu all’inizio osteggiato. “In un primo momento – ha svelato l’attuale team manager di Alpine in Formula 1 – c’era una corrente che la pensava in questo modo: se Rossi avesse vinto, sarebbe stato solo merito suo, mentre se avessimo fallito, allora la colpa sarebbe ricaduta solo sulla moto”. Poi la svolta: “Fu Masao Furusawa a convincere la dirigenza Yamaha, spiegando loro che era indispensabile avere un pilota top per puntare al mondiale”. 
    Rossi incappucciato
    Le trame per portare Valentino Rossi nel team di Iwata erano però già avviate da tempo. E a rivelarle è proprio l’ex team manager di Yamaha e Suzuki: “Già durante il mondiale del 2003 io e Rossi ci vedevamo. Il problema era dove, perché nel paddock eravamo sotto gli occhi di tutti. A Brno, ad esempio, ci incontrammo nella tenda della clinica mobile. Alla fine, però, ci fu l’accordo a Donington Park e Rossi fu costretto a entrare nel box col cappuccio per non farsi riconoscere e vedere la moto”. Il resto è storia, con il Dottore che poi vinse quattro titoli in Yamaha e che portò la casa di Iwata a risultati impensabili prima del suo avvento. LEGGI TUTTO

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    F1, Sainz: “Pneumatici da 18″ diversi, si dovrà cambiare stile di guida”

    ROMA – Per la Ferrari la stagione 2021 è definitivamente archiviata. L’ultimo giorno sul circuito di Yas Marina, teatro dell’ultimo atto di Formula 1 con la vittoria di Max Verstappen, ha visto in pista Carlos Sainz. I riflettori sono puntati sulle nuove gomme da 18 pollici che però non impensieriscono più di tanto lo spagnolo, che ha detto: “Poter provare così a lungo queste gomme da 18 pollici è stato molto interessante. Ci sono delle differenze chiare con le attuali ma direi che nel complesso sono un prodotto che va nella giusta direzione”. Salvo poi aggiungere: “Dalle sensazioni che ho provato oggi, credo che per tutti sarà necessario cambiare certi aspetti dello stile di guida. Ma, dopotutto, sapevamo già che avremmo dovuto fare questo esercizio per le macchine che ci verranno messe a disposizione l’anno prossimo”.
    Cantiere aperto a Maranello
    I 151 giri completati da Sainz rappresenteranno un buon punto di partenza per l’elaborarazione finale della monoposto targata 2022 e il pilota spagnolo è particolarmente soddisfatto del lavoro svolto ad Abu Dhabi: “Sono contento della quantità di giri che siamo riusciti a fare. Sono più stanco mentalmente che fisicamente, perché a fine stagione il corpo è super allenato, mentre a livello di testa devi essere concentrato fino all’ultimo, perché stai pur sempre guidando una macchina di Formula 1”, queste le sue parole. Adesso però è tempo di prendere questi dati e portarli a Maranello. Le elaborazioni portate dai piloti della Rossa saranno infatti decisive per la messa a punto della monoposto che verrà, per la quale c’è molta attesa. LEGGI TUTTO

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    F1, Sainz: “Pneumatici nuovi sono diversi: la direzione è quella giusta”

    ROMA – La Ferrari ha chiuso la stagione su pista 2021. L’ultimo giorno sul circuito di Yas Marina, teatro dell’ultimo atto di Formula 1 con la vittoria di Max Verstappen, ha visto in pista Carlos Sainz. I riflettori sono puntati sulle nuove gomme da 18 pollici che però non impensieriscono più di tanto lo spagnolo, che ha detto: “Poter provare così a lungo queste gomme da 18 pollici è stato molto interessante. Ci sono delle differenze chiare con le attuali ma direi che nel complesso sono un prodotto che va nella giusta direzione”. Salvo poi aggiungere: “Dalle sensazioni che ho provato oggi, credo che per tutti sarà necessario cambiare certi aspetti dello stile di guida. Ma, dopotutto, sapevamo già che avremmo dovuto fare questo esercizio per le macchine che ci verranno messe a disposizione l’anno prossimo”.
    Ritorno a Maranello
    I 151 giri completati da Sainz rappresenteranno un buon punto di partenza per l’elaborarazione finale della monoposto targata 2022 e il pilota spagnolo è particolarmente soddisfatto del lavoro svolto ad Abu Dhabi: “Sono contento della quantità di giri che siamo riusciti a fare. Sono più stanco mentalmente che fisicamente, perché a fine stagione il corpo è super allenato, mentre a livello di testa devi essere concentrato fino all’ultimo, perché stai pur sempre guidando una macchina di Formula 1”, queste le sue parole. Ora è tempo di portare i dati raccolti a Maranello dove si lavorerà per portare a compimento la monoposto del 2022, attorno alla quale si sono create non poche aspettative. LEGGI TUTTO

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    Giù da un parcheggio di otto piani con l'auto: conducente miracolato

    Gli agenti che sono intervenuti lo hanno definito “Miracolo di Natale”, ed effettivamente ne ha tutta l’aria. Stiamo parlando del grave incidente avvenuto in Florida, dove un uomo a bordo di una Ford Mustang del 2006 è precipitato da un parcheggio di otto piani. E il miracolo è che, non si sa come, ne sia uscito vivo. Secondo il conducente del carro attrezzi intervenuto per ripulire la zona “Dio è dalla sua parte”. Credenze a parte, la scena è da brividi: l’auto ha violentemente impattato a terra, capovolta.
    Un miracolo
    Da quanto ricostruito finora, sembra che l’uomo a bordo della Ford stesse fuggendo: non è chiaro ancora il perché, ma dopo il violento impatto a terra, sarebbe riuscito a uscire dall’auto e fuggire per due isolati, prima di essere bloccato dagli agenti. “Non sappiamo quali fossero le sue intenzioni”, ha detto il tenente Sarah Coursey del dipartimento di polizia di Tavares. “È ancora sotto inchiesta”. Nel frattempo il conducente è stato portato all’ospedale, ma le sue lesioni non sono gravi, come invece ci si aspetterebbe dopo un incidente del genere.
    Nella caduta, la Ford Mustang ha coinvolto anche altre vetture, parcheggiate lì vicino. “Ci sono pezzi di metallo ovunque”, ha dichiarato un autista del carro attrezzi, raccogliendo le varie parti delle auto sparse sull’asfalto.
    Auto finisce sulle rotaie del tram: clamoroso incidente a Trieste LEGGI TUTTO

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    MotoGp, Puig su Marquez: “Non pensiamo di iniziare il 2022 senza di lui”

    ROMA – La Honda, nel 2021, ha faticato più del previsto in MotoGp. Le ricadute fisiche di Marc Marquez hanno costretto Alberto Puig e la sua squadra a una stagione in chiaroscuro. Ed è proprio il team manager spagnolo – ai microfoni di Motosan- a fare un bilancio del 2021 che sta per chiudersi: “È stato complicato non avere Marc dall’inizio. Poi si è ripreso, ma non è tornato al 100%. Non pensiamo di dover iniziare la stagione senza di lui. Considerare la sua assenza già da ora è solo autocommiserazione”. E anche Pol Espargaro, al suo primo anno in Honda, ha fatto fatica a mettersi in mostra: “Non sono sorpreso. La Honda è una moto che va capita. A partire dal Gp in Inghilterra e da Misano Pol è migliorato, ma spero possa ripartire meglio l’anno prossimo”, ha commentato Puig.
    Honda: prospettive per il 2022
    Lo sguardo adesso è rivolto all’anno prossimo, con particolare interesse per le condizioni di Marquez: “Sta seguendo le disposizioni dei medici – ha detto il team manager – e deve riposarsi, sperando che le cose poco a poco rientrino nella normalità. Il 2022? Sono realista. Abbiamo fatto alcune migliorie e credo che la direzione sia quella giusta. Poi bisogna vedere come verrà la moto nell’insieme. Sul motore dobbiamo recuperare due anni di lavoro andati persi per il Covid, ma stiamo cercando di cambiare tutto, anche il telaio”, ha concluso Puig che spera di avere il suo fenomeno in sella per tornare a dettare legge in MotoGp. LEGGI TUTTO

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    F1, Alonso: per l'inverno in programma un intervento al viso

    ROMA – Messo da parte il mondiale 2021, il focus di Fernando Alonso è rivolto già al campionato del 2022. Il pilota dell’Alpine ha rivelato in diverse circostanze di essere molto fiducioso riguardo la prossima stagione e durante l’off-season oltre che per un meritato riposo, si prenderà del tempo anche per la rimozione delle placche, dopo l’infortunio in bicicletta patito lo scorso febbraio. “A gennaio rimuoverò le placche dal viso e poi avrò qualche settimana di riposo post operazione”, spiega Alonso.
    “Sarò al 100%”
    Dopo lo splendido duello tra Verstappen e Hamilton che ha deciso il mondiale nell’ultimo Gp di Abu Dhabi c’è molta curiosità per un 2022 all’insegna dei grossi cambiamenti. “Alcuni piloti stanno affrontando queste cose per la prima volta in carriera mentre per me è già la seconda o la terza. La mia età? Un vantaggio. Per esempio quando vengo in un circuito,  lo conosco già. Io mi sento bene, mi farò trovare al 100% e se la macchina è competitiva, io sono pronto”, ha concluso il due volte campione del mondo. LEGGI TUTTO