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    F1, Marko: “La multa di Verstappen è piuttosto grossa, ma la accettiamo”

    SAN PAOLO – Il Gran Premio del Brasile è entrato nel vivo sabato con la multa nei confronti di Max Verstappen e la penalità a Lewis Hamilton. Il primo ha toccato la monoposto del rivale dopo la qualifica, cavandosela con una sanzione di 50 mila euro. Nel complesso Helmut Marko accetta la decisione, pur non mandandole a dire alla scuderia di Brackley: “È un’ammenda piuttosto grossa, ma va bene così. È stato un errore, e lo accettiamo. La cosa incredibile è che la Mercedes accusi Max di aver presumibilmente danneggiato l’ala posteriore con le sue dita”, le parole del consigliere Red Bull a f1-insider.com. 
    La replica di Wolff
    Puntuale la risposta di Toto Wolff dopo la gara sprint: “Quello che è chiaro è che non abbiamo un’ala illegale – afferma il team principal austriaco -. Era un difetto sul lato destro di entità minima. Questo significa che in realtà abbiamo avuto uno svantaggio in termini di prestazioni. A fine della giornata c’è stata una direttiva tecnica che spiega i regolamenti in modo chiaro, e l’accettiamo. Ora però guarderemo ogni singolo pezzo di nastro che cade, e posso promettere che faremo molte domande nelle prossime gare. Una volta c’era qualcosa comeun accordo tra gentiluomini, che ovviamente non si verificherà più”.  LEGGI TUTTO

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    Uno spettacolo dedicato a Valentino Rossi

    Al passo d’addio siamo tutti buonisti, anche nei confronti di chi s’è (sportivamente, professionalmente) odiato. Ma stavolta è diverso. Perché Valentino Rossi è diverso. Unico. Insostituibile. Icona vivente. Patrimonio dell’umanità al punto da essere riuscito a mettere d’accordo pure tutti i rivali. Impensabile, fino ad oggi, quando verso le tre di pomeriggio taglierà per l’ultima volta il traguardo di una gara del Motomondiale. E verrà celebrato con una sorpresa da parte dei colleghi.

    Già il fatto che ci abbiano pensato, che abbiano trovato un punto comune è qualcosa che definisce la portata del personaggio Valentino. Cannibale in pista di record e avversari, con rivalità finanche acerrime al limite del venire alle mani (vedi Max Biaggi, che ora dice: «Con Valentino Rossi si ritira anche una parte di me»), il Dottore s’è preso cura delle due ruote, dandole linfa vitale e futuro (non ultimo con i ragazzi della sua Academy) e per questo oggi verrà celebrato come nessuno mai. Forse con una messa in scena spettacolare, la giusta apoteosi per chi ha trasformato una gara di moto in uno spettacolo planetario per grandi e piccini, per appassionati e per chi i centauri, fino a lui, li considerava solo pazzi pericolosi. L’eterno Peter Pan che ha portato in pista bambole gonfiabili, cessi da cantiere, nani e tante altre gag indimentibabili diventerà come John Keating, il professore interpretato da Robin Williams nel capolavoro L’Attimo Fuggente, che dovendo lasciare la sua cattedra venne salutato da un gesto eclatante dei suoi studenti. Tutti in piedi sui banchi a pronunciare “O capitano, mio capitano”, i versi scritti da Walt Whitmann per salutare Abraham Lincoln. Perché di questo stiamo parlando: di poesia pura, di uno leader che è andato oltre a tutto. E che oltre ci ha portato tutti. Anche in piedi sul divano.

    Guarda la galleryValentino Rossi, le immagini più belle della sua carriera LEGGI TUTTO

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    F1, Marko: “Incredibili le accuse della Mercedes a Verstappen”

    SAN PAOLO – Il Gran Premio del Brasile si è infuocato tra venerdì e sabato con la multa nei confronti di Max Verstappen e la penalità a Lewis Hamilton. Il primo ha toccato la monoposto del rivale dopo la qualifica, cavandosela con una sanzione di 50 mila euro. Nel complesso Helmut Marko accetta la decisione, pur non mandandole a dire alla scuderia di Brackley: “È un’ammenda piuttosto grossa, ma va bene così. È stato un errore, e lo accettiamo. La cosa incredibile è che la Mercedes accusi Max di aver presumibilmente danneggiato l’ala posteriore con le sue dita”, le parole del consigliere Red Bull a f1-insider.com. 
    La risposta di Wolff
    Puntuale la risposta di Toto Wolff dopo la gara sprint: “Quello che è chiaro è che non abbiamo un’ala illegale – afferma il team principal austriaco -. Era un difetto sul lato destro di entità minima. Questo significa che in realtà abbiamo avuto uno svantaggio in termini di prestazioni. A fine della giornata c’è stata una direttiva tecnica che spiega i regolamenti in modo chiaro, e l’accettiamo. Ora però guarderemo ogni singolo pezzo di nastro che cade, e posso promettere che faremo molte domande nelle prossime gare. Una volta c’era qualcosa comeun accordo tra gentiluomini, che ovviamente non si verificherà più”.  LEGGI TUTTO

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    Moto3, Gp Valencia: Artigas firma l'ultima gara, Acosta cade nel contatto con Foggia

    VALENCIA – Xavier Artigas si aggiudica il Gran Premio di Valencia di Moto3. Sul circuito Ricardo Tormo, il pilota spagnolo in sella alla Honda si aggiudica l’ultimo appuntamento della stagione davanti a Sergio Garcia (GasGas) e Jaume Masia (Ktm). Da segnalare la caduta a un paio di giri dal termine di Pedro Acosta (Ktm), fresco campione del mondo, andato a contatto con Dennis Foggia. Il pilota italiano in sella alla Honda deve scontare una sanzione di 3 secondi, chiudendo così la sua stagione con un tredicesimo posto (aveva chiuso sesto al traguardo). Tra gli altri italiani spiccano il sesto e il nono posto di Stefano Nepa e Niccolò Antonelli, entrambi sulla Ktm. 
    La classifica della gara
    1. Xavier Artigas (Esp) Honda in 38’30”302 2. Sergio Garcia (Esp) GasGas +0”0433. Jaume Masia (Esp) Ktm +0”2324. Filip Salac (Cze) Ktm +0”4435. Denis Oncu (Tur) Ktm +0”5406. Stefano Nepa (Ita) Ktm +1”1567. Izan Guevara (Esp) GasGas +1”2098. Carlos Tatay (Esp) Ktm +2”1099. Niccolò Antonelli (Ita) Ktm +2”18510. Ayumu Sasaki (Jpn) Ktm +2”322 LEGGI TUTTO

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    MotoGp, Gp Valencia: Mir comanda il warm-up

    VALENCIA – Joan Mir è il più veloce nel warm-up del Gran Premio di Valencia, ultimo appuntamento della stagione. Lo spagnolo della Suzuki conferma di trovarsi alquanto bene sulla pista di casa, mettendosi davanti a tutti nella sessione che anticipa la gara delle ore 14:00 con il tempo di 1:31.082. Podio virtuale chiuso da Takaaki Nakagami (Honda) e da Alex Rins, sempre in Suzuki. Francesco Bagnaia è quarto a quasi tre decimi, mentre il fresco campione del mondo Fabio Quartararo risulta settimo. Sedicesimo invece Valentino Rossi.
    La classifica del warm-up
    1. Joan Mir (Team Suzuki Ecstar) – 1:31.0822. Takaaki Nakagami (LCR Honda Idemitsu) + 0.1483. Alex Rins (Team Suzuki Ecstar) + 0.2384. Francesco Bagnaia (Ducati Lenovo Team) + 0.2715. Johann Zarco (Pramac Racing) + 0.3516. Enea Bastianini (Avintia Esponsorama) + 0.3907. Fabio Quartararo (Monster Energy Yamaha MotoGP) + 0.4418. Brad Binder (Red Bull KTM Factory Racing) + 0.5519. Jorge Martin (Pramac Racing) + 0.61410. Maverick Viñales (Aprilia Racing Team Gresini) + 0.619 LEGGI TUTTO

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    MotoGp, Mir davanti a tutti nel warm-up di Valencia

    VALENCIA – Joan Mir fa segnare il miglior tempo nel warm-up del Gran Premio di Valencia, ultimo appuntamento della stagione. Lo spagnolo della Suzuki conferma di trovarsi alquanto bene sulla pista di casa, mettendosi davanti a tutti nella sessione che anticipa la gara delle ore 14:00 con il tempo di 1:31.082. Podio virtuale chiuso da Takaaki Nakagami (Honda) e da Alex Rins, sempre in Suzuki. Francesco Bagnaia è quarto a quasi tre decimi, mentre il fresco campione del mondo Fabio Quartararo risulta settimo. Sedicesimo invece Valentino Rossi.
    La top-10 del warm-up:
    1. Joan Mir (Team Suzuki Ecstar) – 1:31.0822. Takaaki Nakagami (LCR Honda Idemitsu) + 0.1483. Alex Rins (Team Suzuki Ecstar) + 0.2384. Francesco Bagnaia (Ducati Lenovo Team) + 0.2715. Johann Zarco (Pramac Racing) + 0.3516. Enea Bastianini (Avintia Esponsorama) + 0.3907. Fabio Quartararo (Monster Energy Yamaha MotoGP) + 0.4418. Brad Binder (Red Bull KTM Factory Racing) + 0.5519. Jorge Martin (Pramac Racing) + 0.61410. Maverick Viñales (Aprilia Racing Team Gresini) + 0.619 LEGGI TUTTO

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    Montezemolo: “Schumacher un vero uomo squadra. La Superlega? Si va in quella direzione”

    «Mi piace sempre guardare avanti…». L’uomo che s’è inventato un treno dal nulla e ne ha visti di pazzi sfrecciare, ama i grandi spazi e l’idea che la vita non si debba fermare più di tanto nelle stazioni polverose e anche un po’ spettrali dei ricordi, anche se lui ne ha una marea di cose da ricordare. Magnifiche e tristi, nella stessa enorme pentola. Nel suo ufficio romano, una strada esclusiva nel cuore dei Parioli, tiene alle spalle il poster a tutta parete del deserto dell’Arizona, da Paris Texas, il film di Wim Wenders. Una fonte d’ispirazione oltre che un toccasana per claustrofobici iperattivi della sua fatta. Manca solo la chitarra evocativa di Ry Cooder, ma il tema è quello. La fuga in avanti come conquista ma anche dissolvenza, esplorazione e perdizione. Viene al mondo, Luca di Montezemolo, quando gli italiani gemono per Fausto Coppi e le italiane sospirano sulle pagine di “Bolero”. Aristocratico d’estrazione e passionale di natura, l’enfant non sarà più così prodigioso, ma resta, a 74 anni, più che mai acceso dentro, più enfant che mai, grazie anche alla compagnia del suo migliore amico, Lupo, 11 anni, il più giovane dei cinque figli. Sfrenato almeno quanto il padre, anche se il piccolo, per ora, preferisce le quattro zampe dei cavalli alle quattro ruote dei bolidi. S i è svegliato di ottimo umore l’uomo che, giusto trent’anni fa, diventava il capo assoluto di una Ferrari ai minimi e rachitici storici della sua gloria. Ha voglia di svago, di parlare della Rossa, ma anche di pallone, di ciclismo, di donne, di tutto. Dei tanti fantasmi che sgomitano nella testa e nelle foto alle pareti del suo ufficio. L’Avvocato su tutti, di cui era il prediletto, Enzo Ferrari, Lauda, Schumacher. Struggente e celebre la foto di lui, Michael e Todt in parrucca rossa e sigari che festeggiano da fuori di testa la vittoria del 2000, e poi Cassius Clay, Ratzinger, Ciampi, Napolitano, John Kennedy, Gino Paoli, Lucio Dalla. R acconta Montezemolo. Gli occhi che si bagnano quando rievoca l’addio a Maranello davanti a tutta la sua gente. Scaramantico vero, ogni tanto gli scattano le corna, come il braccio meccanico del dottor Stranamore. Ci vediamo con il sole e ci salutiamo, due ore dopo, sotto un acquazzone tropicale. Nel frattempo, ha recitato a memoria la formazione del Bologna tricolore di Bernardini e cantato le canzoni di Gino Paoli. Piovono memorie sparse. L’unica volta che salì sul podio, quella volta a Shanghai, la prima in Cina, e si ritrovò sotto la doccia con Barrichello. Del presidente Ciampi al volante della Ferrari, tre all’ora, sotto gli occhi della moglie Franca, che quasi sviene dallo spavento. E quella volta che Schroeder, allora cancelliere, gli disse: « Strana questa Ferrari, vince con tecnologia italiana e umanità tedesca » .

    « Come dormo? Benissimo. Le dico di più, se dormo meno di sette ore sto male…Mi è capitato due o tre volte in cui sono stato le ore di notte a guardare il soffitto » .

    Parliamone.

    «Quando arrivai da presidente alla Ferrari, il 15 novembre del ‘91. Uno dei momenti più difficili della mia vita » .

    Ansia da prestazione?

    « Da liquidazione, più che altro. Non dico che arrivai al punto di pensare di dover fare il liquidatore della Ferrari, ma certo non immaginavo di trovare un’azienda in quelle condizioni. Il New York Times pubblicò un articolo sulla Ferrari entrata in cassa integrazione. L’ultimo mondiale vinto era del ’79 e non si vendevano le macchine. Le vetture di serie erano rimaste indietro a livello di innovazione » .

    Le altre notti insonni?

    « Quando mi fu chiesto di fare il presidente della Fiat. Il giorno prima ero stato eletto presidente della Confindustria. Altra situazione drammatica. Me la ricordo come fosse oggi. La Fiat era nelle mani delle banche. Prima la morte di Gianni poi, 16 mesi dopo, quella di Umberto. La famiglia Agnelli mi chiese in modo pressante di accettare: “Non puoi dirci di no” » .

    […]

    118 GP vinti, 14 titoli mondiali tra piloti e costruttori, cui aggiungere i 5 da direttore sportivo. 11 titoli consecutivi dal ’99 al 2004. I momenti difficili?

    « Tanti. Trovai un’azienda in cui, ogni due minuti, mi si diceva: “Se fai questo, Enzo Ferrari si rivolterà nella tomba”. Non era vero, lui guardava sempre avanti. Le difficoltà con gli amministratori delegati della Fiat. Ci tenevo a dare alla Ferrari un’autonomia. L’Avvocato mi sosteneva in questo » .

    Come si costruisce una squadra vincente di Formula Uno?

    « Un’ alchimia complicata. Molto più che costruire una squadra di calcio. Prendi la Roma in difficoltà di oggi, aggiungi un centrocampista forte, un centrale affidabile e risolvi. Prendi la Lazio. Inconcepibile tenere fuori un talento come Luis Alberto. Sarri trova il modo di farlo giocare e ritrova la squadra » .

    Sempre simpatizzante laziale?

    « L a prima partita della mia vita allo stadio fu un Lazio-Bologna all’Olimpico. Mi ci portò Steno con i due figli, Carlo ed Enrico Vanzina, miei amici. Aggiunga che alla scuola dove andavo, la Boccioni, erano tutti romanisti. Bastian contrario? Un po’ sì. Conobbi poi Ziaco, il medico della Lazio, quando mi feci male giocando a calcio. Tornai da lui quando Ronnie Peterson, a Zandvoort, uscendo dai box m’investì rompendomi spalla, gomito, tibia e perone. Conobbi Maestrelli, i figli, i giocatori di quella Lazio. Mi piaceva l’ambiente. Ma, tenga conto che oggi ho tutta la famiglia di romanisti, nipoti e figli, dal più grande che vive a Londra al più piccolo, Lupo di 11 anni »

    […]

    La scelta di Schumacher?

    « Lo feci contattare da Niki Lauda per il primo affondo. Arrivò da noi al momento giusto. Tre anni prima non avrebbe fatto la differenza, non avevamo la macchina né l’organizzazione ».

    Il rapporto con Michael?

    « Forte, ma meno stretto di quello con Niki. Veniva a casa mia d’estate con il figlioletto Miki, quello che ora fa il pilota, e lo copriva amorevolmente con la zanzariera. Era sempre avanti Michael. Fu lui a farmi scoprire Dubai venti anni fa. Faceva lì la preparazione d’inverno. Fuori dalle gare, Schumi non un uomo così forte, aveva bisogno di sostegno psicologico. L’incidente con Villeneuve lo fece soffrire molto. Lo rendeva unico la grandissima attenzione ai dettagli, come Niki Lauda. Era un vero uomo squadra. Vincesse o perdesse era sempre un “noi”, mai un “io”. Ricordo quando Massa ebbe quel bruttissimo incidente che per un millimetro non perse l’occhio. Noi ci trovammo in agosto senza piloti. Lo convocai d’urgenza » .

    […]

    La Juventus di Andrea Agnelli. Undici anni controversi.

    « Contano i risultati, c’è poco da dire o da contestare. Nove scudetti parlano chiaro. La Superlega? Un tema che prima o poi dovrà essere affrontato nelle forme giuste. Il trend va in quella direzione. Allora, furono decisamente sbagliati i modi e il timing » .

    I suoi calciatori mitici.

    « Maradona su tutti. Mi chiamava spesso per le Ferrari. Quella volta che a Torino gli facevano i cori: “Ciuccia la banana”. Disse all’Avvocato prima della partita: “Se non smettono, gli faccio due gol”. Ne fece uno. Quello su punizione. Un gol impossibile, contrario alla legge della fisica… Quand’ero bambino Omar Sivori. Come tifoso, Bulgarelli. Poi c’era questo ungherese, Detari, genio e sregolatezza, un Cassano ante litteram. E Platini. Intelligentissimo. Agnelli lo beccò nello spogliatoio che fumava di nascosto in un angolo. “Avvocato, l’importante è che non fumi Furino”. Era una primadonna, ma i compagni l’amavano tutti »

    Tutta l’intervista esclusiva sull’edizione del Corriere dello Sport – Stadio LEGGI TUTTO

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    F1 Gp Brasile, diretta gara: dove vederla in tv

    SAN PAOLO – Al via la diciannovesima gara della stagione di Formula 1. Dopo la pole position di Valtteri Bottas davanti a Max Verstappen, è tempo di assegnare la vittoria nel Gran Premio del Brasile. La gara sul circuito di Interlagos, valevole per la diciannovesima tappa del Mondiale 2021, sarà trasmessa in diretta su Sky Sport F1 (canale 207 del decoder) alle ore 18, mentre in chiaro sarà visibile in differita su TV8. La visione in streaming è disponibile su Sky Go. LEGGI TUTTO