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    F1, Horner: “Quinto motore? Mai dire mai”

    ROMA – Christian Horner ha parlato in un’intervista ai microfoni di “SportBild”. Il team principal della Red Bull ha parlato del duello tra Max Verstappen e Lewis Hamilton per il Mondiale di Formula 1, con l’olandese attualmente al comando, ma con pochissimi punti di vantaggio. Horner, però, è ottimista sul finale di stagione del suo pilota: “Max è sicuramente più vecchio rispetto a quanto dica la carta d’identità! Dimostra più dei suoi 24 anni, certamente. È estremamente maturo per la sua giovane età. Ma questo è normale quando si proviene da una famiglia di piloti. Ha un ottimo equilibrio e guida in modo costante. Inoltre, ha acquisito esperienza nel corso degli anni, e questo lo aiuta, certamente. Ora è pronto per il titolo. Il modo in cui si sta correndo questo campionato me lo dimostra”. 
    Possibile quinta power unit
    Horner ha poi parlato della possibilità di introdurre una quinta power unit: “In circostanze normali, dovremmo essere in grado di finire il Mondiale con questi motori. Ne abbiamo tre ancora in vita, teoricamente dovremmo arrivare a fine stagione.Tuttavia, mai dire mai. Sicuramente l’affidabilità sarà un fattore chiave, e una seconda penalità del motore ci costerebbe solo cinque posti sulla griglia ora. Dovremo fare le scelte giuste al momento giusto, usando la testa e mantenendo i nervi saldi”. LEGGI TUTTO

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    Dieci anni senza Sic: su Rai Play arriva “Simoncelli, il sogno spezzato”

    Il 23 ottobre 2011 muore Marco Simoncelli. Quella montagna di riccioli che era il suo casco naturale non è bastato a proteggerlo dalla terribile scivolata sul circuito di Sepang. La scena del pilota romagnolo esanime in mezzo alla pista, mentre il suo casco, quello vero, rotola via verso l’erba, ammutolisce e toglie ogni speranza. È dedicata al sogno spezzato di Sic, come tutti lo chiamavano, la terza puntata di Ossi di Seppia, quello che ricordiamo dal 19 ottobre su RaiPlay.
    Dieci anni fa, lo schianto fatale in Malesia. Il pilota a soli 24 anni è già una promessa del motociclismo. È in lotta per la quarta posizione quando perde il controllo della sua Honda che scarta verso il centro della pista. Simoncelli gli resta aggrappato, scivola e viene tamponato dalle due ruote che lo seguono e che non hanno potuto fare nulla per evitarlo e travolgerlo. Sul collo evidenti i segni delle gomme di una moto che procedeva a trecento chilometri orari. Arriva in ospedale già in arresto cardiocircolatorio e alle 11 ore italiane circa, un’ora dopo l’incidente, viene data notizia del decesso.
    La vita di Simoncelli diventa una favola: arriva in libreria “58”
    Un vuoto enorme oltre i confini del motociclismo
    “Non avrei mai pensato di dover raccontare la morte del mio amico Sic”, dice Paolo Beltramo, storico inviato ai box del motomondiale, voce narrante di questa terza puntata. Quello che ricordiamo lascia un vuoto enorme che va oltre i confini del motociclismo. E quella morte in diretta, sotto l’occhio delle telecamere, tragicamente regala a Marco la gloria e l’amore della gente che lui aveva sognato.
    Ossi di Seppia, quello che ricordiamo è la prima serie Tv non fiction dell’era post pandemia, prodotta da 42° Parallelo, è una esplorazione emozionale del passato che, in ventisei puntate e altrettanti eventi (che si avvalgono del repertorio tratto dalle Teche Rai e dagli archivi fotografici) ripercorre quei fatti che hanno caratterizzato la storia del nostro Paese, che hanno segnato le nostre vite e che rimarranno appunto… quello che ricordiamo. LEGGI TUTTO

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    Simoncelli, il sogno spezzato: in esclusiva su Rai Play il ricordo del Sic

    Il 23 ottobre 2011 muore Marco Simoncelli. Quella montagna di riccioli che era il suo casco naturale non è bastato a proteggerlo dalla terribile scivolata sul circuito di Sepang. La scena del pilota romagnolo esanime in mezzo alla pista, mentre il suo casco, quello vero, rotola via verso l’erba, ammutolisce e toglie ogni speranza. È dedicata al sogno spezzato di Sic, come tutti lo chiamavano, la terza puntata di Ossi di Seppia, quello che ricordiamo dal 19 ottobre su RaiPlay.
    Dieci anni fa, lo schianto fatale in Malesia. Il pilota a soli 24 anni è già una promessa del motociclismo. È in lotta per la quarta posizione quando perde il controllo della sua Honda che scarta verso il centro della pista. Simoncelli gli resta aggrappato, scivola e viene tamponato dalle due ruote che lo seguono e che non hanno potuto fare nulla per evitarlo e travolgerlo. Sul collo evidenti i segni delle gomme di una moto che procedeva a trecento chilometri orari. Arriva in ospedale già in arresto cardiocircolatorio e alle 11 ore italiane circa, un’ora dopo l’incidente, viene data notizia del decesso.
    La vita di Simoncelli diventa una favola: arriva in libreria “58”
    Un vuoto enorme oltre i confini del motociclismo
    “Non avrei mai pensato di dover raccontare la morte del mio amico Sic”, dice Paolo Beltramo, storico inviato ai box del motomondiale, voce narrante di questa terza puntata. Quello che ricordiamo lascia un vuoto enorme che va oltre i confini del motociclismo. E quella morte in diretta, sotto l’occhio delle telecamere, tragicamente regala a Marco la gloria e l’amore della gente che lui aveva sognato.
    Ossi di Seppia, quello che ricordiamo è la prima serie Tv non fiction dell’era post pandemia, prodotta da 42° Parallelo, è una esplorazione emozionale del passato che, in ventisei puntate e altrettanti eventi (che si avvalgono del repertorio tratto dalle Teche Rai e dagli archivi fotografici) ripercorre quei fatti che hanno caratterizzato la storia del nostro Paese, che hanno segnato le nostre vite e che rimarranno appunto… quello che ricordiamo. LEGGI TUTTO

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    MotoGp, Beirer: “Terzo team? Dorna non ci ha informato correttamente”

    ROMA – Pit Beirer ha parlato in un’intervista ai microfoni di “Speedweek”. Il direttore del motorsport per KTM ha parlato degli obiettivi della casa motoristica austriaca in MotoGp, mostrando l’ambizione di avere un terzo team in classe regina in futuro: “Nelle ultime stagioni, non abbiamo cercato attivamente alcun partner perché ci è stato detto dalla Dorna che sarebbe stato meglio avere due squadre per ogni produttore. Quindi ci siamo tirati indietro, quando abbiamo notato che stava succedendo qualcosa con Avintia e Gresini. Eppure ora vediamo la Ducati con quattro squadre e noi con due fino al 2024. Ci sembra di non essere stati informati correttamente. Inoltre avere quattro squadre sotto contratto vuol dire avere un grande potere”. 
    Contatti con Cecchinello in passato
    “Abbiamo negoziato con Lucio (Cecchinello, ndr) due anni fa, ma sembra essere un partner Honda molto fedele – ha raccontato Beirer -. Ecco perché non abbiamo mai avuto una conversazione approfondita. Non avrò bisogno di un terzo team finché le nostre squadre occuperanno le ultime due file, come a Misano. Sicuramente, non appena vedremo le formazioni più stabili e prestazioni di alto livello, punteremo ad avere davvero un altro team in MotoGP” – ha concluso. LEGGI TUTTO

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    MotoGp, Beirer: “Dorna ci ha imposto un limite, ma Ducati ha quattro squadre”

    ROMA – “Nelle ultime stagioni, non abbiamo cercato attivamente alcun partner perché ci è stato detto dalla Dorna che sarebbe stato meglio avere due squadre per ogni produttore. Quindi ci siamo tirati indietro, quando abbiamo notato che stava succedendo qualcosa con Avintia e Gresini”. Queste le parole di Pit Beirer in un’intervista ai microfoni di “Speedweek”. Il direttore del motorsport per KTM ha parlato degli obiettivi della casa motoristica austriaca in MotoGp, mostrando l’ambizione di avere un terzo team in classe regina in futuro. “Eppure ora vediamo la Ducati con quattro squadre e noi con due fino al 2024 – ha detto -. Ci sembra di non essere stati informati correttamente. Inoltre avere quattro squadre sotto contratto vuol dire avere un grande potere”. 
    Le parole di Beirer
    “Abbiamo negoziato con Lucio (Cecchinello, ndr) due anni fa, ma sembra essere un partner Honda molto fedele – ha raccontato Beirer -. Ecco perché non abbiamo mai avuto una conversazione approfondita. Non avrò bisogno di un terzo team finché le nostre squadre occuperanno le ultime due file, come a Misano. Sicuramente, non appena vedremo le formazioni più stabili e prestazioni di alto livello, punteremo ad avere davvero un altro team in MotoGP” – ha concluso. LEGGI TUTTO

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    F1, Allison: “Mercedes superiore grazie alla temperatura delle gomme”

    ROMA – “Penso che sia difficile prendere la Turchia come una sorta di metro di paragone di ciò che ci aspetterà per il resto della stagione. Sicuramente si è tratto di un fine settimana molto consistente, siamo stati forti nelle diverse condizioni, dall’asciutto al bagnato, dalle prove libere alle qualifiche sino alla gara. In questo weekend siamo stati forti. Ma si è trattato di un posto inusuale, con un asfalto insolito”. Queste le parole di James Allison sulla prestazione delle due Mercedes nel Gran Premio di Turchia, sedicesimo appuntamento stagionale della Formula 1. Il direttore tecnico della scuderia di Brackley ha spiegato quali sarebbero le ragioni della superiorità delle due frecce d’argento sulla Red Bull: “Uno dei nostri ingegneri ha spiegato che le nostre gomme avevano sempre una temperatura ‘magica’, non troppo calde, non troppo fredde, su un asfalto particolarmente esigente. Sapevamo di essere particolarmente forti, ma eravamo consapevoli che il margine tra essere così forti e normali era molto sottile. Qualche grado in più o in meno ci avrebbe mandato fuori da questa zona magica”.
    Le parole di Allison
    “E’ stata una ottima prestazione e la vettura è sembrata ben bilanciata e non abbiamo sofferto di sottosterzo – ha aggiunto Allison -. Non penso però che queste sensazioni si potranno riflettere automaticamente nelle prossime gare. Per dare una lettura al mondiale è meglio considerare le ultime sei gare. A Silverstone abbiamo portato un buon pacchetto di sviluppo sulla macchina, che ha reso migliore la nostra stagione. Da allora solo in una gara ci siamo trovati battuti, ed è stato a Zandvoort. Negli altri gran premi ce la siamo giocata per essere i più veloci e in alcune gare siamo andati meglio, come Istanbul, ma anche Sochi o Monza. Ma è un lancio della monetina più che una garanzia di essere sempre i migliori da ora in poi. Sicuramente saremo in lotta. Ci saranno parametri diversi dalla velocità da considerare in queste corse, come l’affidabilità, i pit stop, il meteo: una gamma completa degli imprevisti che può fornire la F1” – ha concluso. LEGGI TUTTO

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    F1, Sainz: “Giusto scontare la penalità in Turchia”

    ROMA – Carlos Sainz è stato uno dei grandi protagonisti del Gp di Turchia; lo spagnolo, infatti, partito dal fondo dello schieramento per la penalità rimediata per aver montato sulla sua Ferrari il nuovo propulsore aggiornato, è riuscito a risalire la classifica a suon di sorpassi chiudendo all’ottavo posto la gara di Istanbul. Un risultato che, senza penalità, avrebbe essere potuto migliore ma è lo stesso Sainz a chiarire come scontare la penalità nel Gp di Turchia fosse la scelta giusta: “Non cambierei la decisione, penso che sia stata la gara perfetta per prendere la penalità e poi rimontare. Certo, senza la penalità con il vecchio motore avrei potuto partire più davanti, ma in una stagione lunga bisogna mettere tutto in conto e questo è uno sviluppo che ci sta dando un po’ di prestazione. Penso che la decisione presa sia stata corretta”, le sue parole riportate da Autosport.
    Sainz approva la scelta Ferrari
    Secondo Sainz, dunque, quello turco rappresentava il miglior tracciato possibile per scontare la penalità. Un’opportunità, quella data allo spagnolo, della quale prima ancora aveva usufruito Charles Leclerc che poteva contare sulla power unit già dalla gara di Sochi. Miglioramenti importanti quelli messi in mostra dalla Ferrari, pronta, nel 2022, a giocarsi le proprie chance di vittoria iridata anche grazie alla nuova power unit.  LEGGI TUTTO

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    MotoGp, Aleix Espargaro: “Sofoglu non ha cervello”

    ROMA – Aleix Espargaro non si risparmia su Twitter contro Kenan Sofoglu, ex pilota turco e attuale manager di Deniz Oncu. Sofoglu aveva infatti difeso negli scorsi giorni il suo connazionale, il quale aveva provocato un brutto incidente nel Gran Premio delle Americhe di Moto3, dove avevano rischiato grosso Migno, Alcoba e Acosta. “Sofoglu? Per fortuna questo tizio è lontano dal paddock della MotoGP – ha detto -. Io sono completamente sicuro, e non ho alcun dubbio, che Deniz Oncu non l’abbia fatto di proposito. Ma sono molto giovani e per questa ragione hanno bisogno di imparare”. 
    La rabbia di Espargaro
    “La Dorna ha fatto la cosa giusta con la penalità per dar loro una lezione, ma il suo managernon ha cervelloe quindi ha detto l’opposto – ha aggiunto Espargaro -. Oncu ha cambiato la linea a metà del rettifilo, dal lato destro (dove deve trovarsi perché era la linea buona per la curva successiva) si è spostato al lato sinistro dove si trovava l’altro pilota, che non poteva scomparire”. LEGGI TUTTO