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    Sinner dopo Wimbledon: “Il miglior consiglio che ho ricevuto? Sorridere e godermi il viaggio”

    Jannik Sinner a Wimbledon 2025 (foto Getty Images)

    Jannik Sinner si sta godendo alcuni giorni di meritata vacanza dopo la straordinaria cavalcata a Wimbledon dove ha trionfato nel singolare maschile, unico italiano capace di compiere quest’impresa, la più importante nella storia del tennis nazionale. Una vittoria da n.1, che rafforza la sua posizione anche nel ranking e “respinge” l’assalto di Carlos Alcaraz, protagonista di una primavera eccezionale e quasi impeccabile su terra battuta, seguita dal successo al Queen’s in preparazione ai Championships. Jannik prima di lasciare Londra ha rilasciato qualche battuta al media statunitense CNBC, sottolineando ancora una volta l’importanza del lavoro, del miglioramento continuo, ma anche del vivere con allegria e felicità la sua professione, altrimenti è impossibile affrontarla con lo spirito giusto a superare tensioni e difficoltà. Un concetto ripetuto più e più volte dal suo coach Darren Cahill e che sottolinea (se mai ce ne fosse bisogno) l’apporto straordinario che l’australiano sta fornendo negli anni all’altoatesino.
    “Ogni partita ha una sua storia”, dichiara Sinner a Tania Bryer di CNBC. “Ero molto vicino a vincere a Parigi… e lui [Alcaraz] è un giocatore che mi rende un tennista migliore. Quando perdi contro qualcuno, cerchi di continuare a lavorare e di fare del tuo meglio per cambiare il risultato la volta successiva. Sono molto contento di esserci riuscito”.
    “La nostra rivalità è bellissima. Ognuno di noi ha bisogno di qualcuno che ci spinga al limite. Ogni volta che scendiamo in campo cerchiamo di vincere, ma allo stesso tempo nutriamo un grande rispetto”, afferma Jannik a proposito di Alcaraz, da cui aveva perso recentemente sia la finale di Roma che quella di Parigi.
    “Ora ho sensazioni incredibili. Subito dopo la partita hai bisogno di un po’ di tempo per capire davvero cosa stia succedendo, e questo rende tutto ancora più speciale. Ho vinto circondato dalla mia famiglia, e poi tutta la squadra. Avere questo trofeo qua con me nella “scatola”, vincere con loro, è davvero incredibile.”
    “Una delle peculiarità del tennis è che puoi vedere la parte mentale. Vedi quando qualcuno è in difficoltà, vedi quando qualcuno si diverte. Si affronta un avversario alla volta, e non devi sempre giocare al massimo per vincere quel giorno, ma devi riuscire a fare meglio dell’avversario di giornata”, racconta Sinner. “Quindi, ci sono molte cose che un tennista deve affrontare, ma è proprio questo che amo”.
    “Avere pressione è un privilegio. Mi piace molto la pressione, perché se non la senti significa che non ti importa quello che stai facendo, e mi sento privilegiato di essere nella posizione in cui sono… questa è esattamente la motivazione per cui continuo a lavorare sodo. Vado sempre in campo ad allenarmi con uno scopo, e credo che il lavoro duro supera il talento. La mentalità si costruisce esattamente durante le sessioni di allenamento, quando si fatica, quando si ha dolore, quando a volte non si ha voglia di allenarsi ma si va comunque in campo o in palestra e si fa tutto il possibile per rendere la giornata positiva” afferma Jannik. “Se non riesci a farlo durante le sessioni di allenamento, allora non puoi farlo nelle partite vere. Quindi, penso che questo sia uno degli aspetti più importanti”.
    “Non credo che nel nostro sport esistano fallimenti, a meno che tu non dia il 100%. Se hai provato tutto il possibile, allora sai che avrai giornate buone e giornate cattive”.
    “Il miglior consiglio che abbia mai ricevuto? I miei allenatori mi dicono sempre di continuare a sorridere. Partecipiamo a tanti tornei all’anno; fa parte del percorso e del processo, ma bisogna goderselo, altrimenti può diventare molto faticoso. È importante circondarsi delle persone giuste fuori dal campo e non pensare sempre al tennis”.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Binaghi esalta Sinner: “Ha cambiato la storia del tennis in Italia”

    Angelo Binaghi, Presidente FITP

    C’era anche il Presidente della FITP Angelo Binaghi ad esultare sul Centre Court di Wimbledon domenica scorsa, quando Jannik Sinner ha scritto una delle pagine più belle del tennis italiano nel torneo più prestigioso al mondo. Parlando a SuperTennis, così Bianghi ha esaltato il successo e la carriera straordinaria del pusterese, alla quarta vittoria in uno Slam e prima in assoluto in singolare per un azzurro ai Championships.
    “È una delle più grandi vittorie del tennis italiano, anche per l’importanza del torneo e per il fatto che un italiano non l’avesse mai vinto in singolare” commenta Binaghi, come riportiamo dal sito ufficiale FITP. “Però è anche importante ricordare che non è un caso isolato. Abbiamo una corazzata, abbiamo la Paolini che ha vinto a Roma, abbiamo Musetti che è numero 7 e speriamo che riesca con Jannik a qualificarsi alle Nitto ATP Finals di Torino. Avere due italiani in campo in singolare sarebbe una cosa inimmaginabile. Inoltre abbiamo Cobolli che entra nei primi 20, abbiamo Matteo Berrettini che dobbiamo recuperare e abbiamo Sonego che continua a fare grandi risultati negli Slam. Abbiamo 8-10 giocatori che il mondo ci invidia, dobbiamo essere orgogliosi di loro”.
    “Sinner è un ragazzo straordinario, uno dei più intelligenti che io abbia mai conosciuto” continua il Presidente della federazione, “è un grande uomo. Se io, che ho attraversato qualche decennio del tennis italiano, avessi potuto disegnare il campione italiano del futuro, l’avrei disegnato come lui, sia in campo, per la solidità, la continuità, la fermezza, la concentrazione che ha nei punti importanti, sia fuori. Se le nuove generazioni italiane guardano a Jannik Sinner il futuro non può che essere roseo”.
    Binaghi vede un futuro roseo per il nostro campione: “Credo abbia tutto il tempo e la possibilità per provare a fare il Grande Slam nei prossimi anni. Avere il più forte giocatore al mondo ha cambiato la storia del nostro tennis, credo anche dello sport, nel nostro Paese. Quindi armatevi di racchetta e di biglietti aerei e continuate a girare il mondo perché le emozioni che avete visto oggi le vedrete nei prossimi dieci anni”.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Ljubicic confessa: “Ho un ottimo lavoro, ma se un giocatore come Sinner chiamasse…”

    Ivan Ljubicic

    Ivan Ljubicic non scarta l’ipotesi di tornare ad allenare un giocatore se ricevesse la chiamata da un top come… Sinner. Il croato, attualmente direttore dell’alto livello per la Federazione Francese e con alle spalle un lunghissimo e fruttuoso rapporto con Riccardo Piatti, il mentore di Jannik, è stato intervistato dal collega tedesco Simon Graf per il media svizzero Tages Anzeiger. Nell’intervista, Ljubicic spazia su molti temi di attualità, affermando anche che il giocatore che più gli ricorda Federer è Carlos Alcaraz. Respinge come mera provocazione l’affermazione di McEnroe secondo cui il miglior Nadal non avrebbe battuto Sinner e Alcaraz della finale di Roland Garros 2025. Questi alcuni passaggi del pensiero di Ivan, commentatore a Wimbledon (anche in finale) per Sky Sport.
    “Le due finali di Roger Federer a Wimbledon, 2017 e 2019, sono sicuramente memorabili” racconta Ljubicic. “La mia esperienza da giocatore a Wimbledon è stata disastrosa. Come allenatore, le cose sono andate meglio, un titolo e una finale con Roger, non è un brutto record. (sorride) Wimbledon è un luogo magico, è bellissimo, tutto ordinato e verde. La tradizione è viva ovunque. Ma non ridurrei il nostro sport solo a Wimbledon“.
    Chiedono al croato se sia rimasto sorpreso che poco dopo la fine dell’era Federer-Nadal-Djokovic, il mondo del tennis abbia già trovato in Sinner-Alcaraz una super rivalità di altissimo livello. “No, onestamente non lo pensavo. Ho sentito parlare di Alcaraz per la prima volta quando ha giocato contro Sinner in un torneo Challenger. Lui aveva 16 anni e Sinner 18. Riccardo Piatti è stato il mio allenatore, allenava Sinner, quindi sapevo tutto di lui. È così che ho sentito parlare di Alcaraz. Sapevo che sarebbe diventato uno bravo. Ma così bravo? Alcaraz e Sinner hanno una fame insaziabile di vincere titoli del Grande Slam. Sarà emozionante vedere fin dove arriveranno. La loro finale di Parigi una delle migliori nella storia del tennis? È stata una bella finale. Una finale molto, molto, molto bella. E la tensione è stata perfetta, con i match point salvati da Alcaraz. Ma la gente esagera sempre. John McEnroe ha detto che Nadal non avrebbe avuto alcuna possibilità contro Jannik e Carlos, è una sciocchezza. Non abbiamo ancora visto il meglio di Alcaraz e Sinner. Hanno ancora molto margine di miglioramento. La generazione successiva è sempre migliore della precedente perché il tennis va avanti, ma non credo che siano ancora più avanti. A volte guardo le partite del 2005, 2008, 2012 e 2015 tra Roger e Rafa. È stato un tennis incredibile”.
    “Ljubo” torna ai suoi anni giovanili, la fuga dalla guerra, l’approdo a Moncalieri dove grazie a Le Pleiadi della famiglia Bucciero ha trovato una seconda famiglia e il supporto necessario per diventare un tennista Pro. “Quel periodo della mia vita è stato estremamente complicato. Siamo fuggiti dalla guerra e siamo rimasti in un campo profughi senza mio padre. Poi l’esperienza in Italia: non parlare la lingua, non sapere nulla. È stata dura. Ma mi ha plasmato. Ho dovuto superare molte sfide. Avevo già un carattere forte, ma le circostanze mi hanno costretto a crescere molto in fretta. Non ho vissuto quel periodo come un trauma. È stato semplicemente molto impegnativo. Quando si attraversa un’esperienza del genere da bambini, la vita normale sembra facile in seguito. Il tennis è diventata la mia vita, ero in campo tutto il giorno. Vivevo al circolo, quando non ci allenavamo, giocavamo a carte o chiacchieravamo. All’epoca non c’era internet. Quella era la mia vita di tutti i giorni. Ecco perché sono diventato così bravo. Fino a 12 anni, non ero abbastanza bravo per giocare le qualificazioni per i campionati nazionali juniores in Croazia. A 17 anni, ero uno dei migliori juniores del mondo. È quello che succede quando sei in campo tutto il giorno, tutti i giorni. (…) In quegli anni sognavo di diventare un tennista professionista. Certo, ero sotto pressione: la mia famiglia stava attraversando un periodo difficile e volevo davvero restituire loro qualcosa. Sapevo che il tennis era la mia unica possibilità di aiutarli. Ho dato tutto me stesso per diventare il migliore possibile. Era l’unica cosa che avevo in mente. Come posso migliorare e diventare un professionista? E a un certo punto, tutto è successo molto velocemente. Improvvisamente, mi sono ritrovato a giocare qui a Wimbledon. È stato intenso”.
    “Il tennis è una parte fondamentale della mia vita” continua Ljubicic. “Ho imparato tantissimo, non solo su diritti e rovesci. Sono stato presidente del consiglio dei giocatori, allenatore, commentatore televisivo, ho avuto una società di gestione, ho gestito un’accademia: ho fatto quasi tutto. E ho imparato tantissimo. Eppure, mi sento come se fossi solo all’inizio, il che è positivo. Hai bisogno di quell’energia, di quell’entusiasmo, per svegliarti la mattina con vigore. Se parli solo del passato, sei vecchio. Devi sempre guardare avanti”.
    E proprio sul futuro verte la domanda più stuzzicante dell’intervista: Jannik Sinner potrebbe inserire un nuovo allenatore a fianco di Vagnozzi per la prossima stagione se Darren Cahill confermerà il ritiro alla fine del 2025. Ljubicic prenderebbe il suo posto? “Ho un lavoro per la Federazione Francese che mi tiene molto impegnato” commenta Ivan, “Ma se un giocatore come Sinner bussa alla porta, bisogna almeno pensarci… Come con Roger Federer. Sinner, Alcaraz: ci sono alcuni giocatori che mi entusiasmano. Prima o poi allenerò di nuovo un giocatore. Ma non so quando“.
    Dopo il successo a Wimbledon, Sinner ha scherzato con la stampa parlando della scommessa fatta con Cahill prima della finale: se vinco, decido io se continueremo insieme o no. La vittoria è arrivata… vedremo gli sviluppi all’interno del team Sinner, ma nel caso in cui Darren confermasse la sua volontà di ritirarsi, certamente Ivan Ljubicic potrebbe essere un candidato molto interessante, per la sua storia (anche con Piatti), la sua competenza, l’incredibile lavoro fatto con un Federer già “maturo”, con un rovescio tutto nuovo che portò lo svizzero a vincere due Slam e dominare persino Nadal nell’annata 2017 in vari scontri diretti… Intanto ricordiamo che il team Sinner è senza preparatore fisico e fisioterapista, dopo l’addio a sorpresa a Panichi e Badio appena prima di Wimbledon. È quasi sicuro che due professionisti saranno i prossimi ingressi, vista la necessità di lavorare bene sul fisico in vista dei tornei estivi negli USA, dove tantissimi saranno i punti da difendere. Certo che Jannik… vinse US Open 2024 senza Ferrara e Naldi, e ora ha trionfato a Wimbledon senza Panichi e Badio. Anche il team “ristretto”, Jan – Vagno – Darren, funziona…
    Marco Mazzoni  LEGGI TUTTO

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    Sinner vince anche in tv: 5,7 milioni di spettatori col 40,4% di share

    Jannik Sinner (foto Getty Images)

    Jannik Sinner trionfa anche sul piccolo schermo. La bellissima, straordinaria, indimenticabile finale di Wimbledon 2025 vinta dal n.1 del mondo contro Alcaraz ha registrato dati d’ascolti tv eccezionali, con un italiano su quattro che ha seguito l’incontro. Secondo i dati rilevati da Auditel, ben 4,14 milioni telespettatori si sono sintonizzati sul canale in chiaro  TV8 per seguire la partita, a cui vanno aggiunti i 1,53 milioni di Sky Sport, considerando la total audience della pay-tv (sommando al satellite i dati di streaming come dispositivi mobile Sky Go). Sinner quindi è stato seguito da circa 5,7 milioni di spettatori per un incredibile share del 40,4%.
    Curiosamente non è la partita di tennis più vista nella storia della tv in Italia: il record resta ancora quello del 2023, quando la finale delle ATP Finals di Torino tra Jannik e Djokovic registrò ben 6.7 milioni di spettatori sommando gli ascolti di Rai e Sky Sport. Al secondo posto con 6 milioni di spettatori troviamo la recente finale a Roma (sempre tra Sinner e Alcaraz) e quindi l’incontro tra Sinner e Paul al Foro Italico, che registrò una audience totale di 5,9 milioni di spettatori. Tuttavia i primi tre incontri furono trasmessi dalla Rai, oltre alla Pay-tv, quindi quello di ieri è un dato eccezionale vista la diffusione su TV8.
    La finale di Wimbledon ha superato per ascolti quella di Roland Garros, quando la rimonta di Carlos su Jannik di oltre 5 ore registrò 5 milioni di spettatori.
    Mario Cecchi LEGGI TUTTO

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    Berrettini, il ritorno a Wimbledon: “Essere qui è già una vittoria, ma voglio ancora competere”

    Matteo Berrettini ITA, 1996.04.12 – Foto Getty Images

    Matteo Berrettini è pronto a riabbracciare il campo che più di ogni altro rappresenta il cuore della sua carriera: Wimbledon. Per l’azzurro, il debutto contro il polacco Kamil Majchrzak segna non solo l’inizio di un nuovo torneo, ma soprattutto una nuova sfida personale, da affrontare con il mantra che ormai lo accompagna: una partita alla volta.
    In un’intervista a Repubblica dichiara l’azzurro: “Adesso sto molto meglio. Mi sono stancato di fermarmi e ripartire. Questa volta è stata davvero dura”, ha ammesso Berrettini, lasciando trasparire tutta la fatica di un fisico che, troppo spesso, gli ha imposto lunghi stop. Eppure, nonostante le tante battaglie contro gli infortuni, il romano si dice orgoglioso del suo percorso: “Sarei orgoglioso della mia carriera anche se finisse oggi”.
    Dopo il doloroso ritiro a Roma contro Ruud e la decisione di saltare Stoccarda e Queen’s, Matteo ha scelto di prendersi una pausa vera, ascoltando se stesso e lasciandosi sostenere dal team e dalla famiglia: “Mi hanno lasciato spazio quando serviva e hanno trovato le parole giuste nei momenti difficili”.
    Nel racconto della sua rinascita, Berrettini mostra una maturità rara, anche nel modo in cui vive le relazioni con lo staff. La separazione dal preparatore Umberto Ferrara, per esempio, è stata affrontata senza rancore: “Non c’è stato nulla di personale, ma semplicemente non ci siamo incastrati. È giusto separarsi quando non si cresce più insieme”.
    Wimbledon, per Berrettini, resta un luogo speciale, un punto fermo nella sua carriera fatta di ostacoli e di rinascite: “Questo posto mi fa sentire bene. Mi dispiace perché so quanto posso dare su questa superficie”, ha confessato con un sorriso carico di amarezza, ma anche di determinazione. La sua fame di competizione, infatti, è intatta: “Sono nato competitivo e morirò competitivo. Non mi accontenterò mai”.
    L’anno scorso, proprio dopo un periodo difficile, riuscì comunque a superare avversari di spessore come Sonego, De Minaur e Zverev, fermandosi agli ottavi contro Alcaraz. Anche allora rientrava da una situazione complicata, ma con coraggio e grinta aveva ritrovato il suo tennis migliore. Stavolta arriva a Wimbledon con più allenamento nelle gambe, consapevole che il vero traguardo non è solo un risultato, ma il piacere di tornare a vivere il campo: “Essere qui e stare bene è già una vittoria. Ma il ritmo partita mi manca e non vedo l’ora di viverlo”.
    Berrettini non ha mai nascosto le proprie fragilità, nemmeno davanti alle critiche più dure: “Leggere certe cose fa male, soprattutto se penso che le leggono mia madre o mia nonna”. Col tempo, però, ha imparato a filtrare, a riconoscere chi conta davvero e a fare pace con sé stesso. Il rapporto col proprio corpo, invece, resta una sfida continua: “Mi ha tradito tante volte, ma senza di lui non sarei quello che sono”, afferma con orgoglio. La paura del dolore e del non farcela è stata spesso più pesante degli infortuni stessi, ma ora Matteo sembra aver trovato la forza per reagire, con il sorriso e una nuova serenità.
    E proprio in questa intervista rilasciata a La Repubblica, Berrettini ha avuto una riflessione sincera sulla vita da tennista professionista e sui suoi limiti fisici: “Io a Wimbledon dopo tanta sofferenza. Il mio corpo dice che il calendario del tennis è insostenibile”. Un messaggio forte, condiviso ormai da molti colleghi che – come lui – vivono la fatica di un tour senza soste, in cui trovare equilibrio tra prestazione, recupero e vita privata è sempre più difficile.“Ho capito che se le cose sono ben oleate, posso rinascere dai momenti difficili”, conclude. Non è solo una dichiarazione, ma una filosofia che porterà con sé su ogni ciuffo d’erba di Wimbledon: vivere ogni partita come un’occasione, ogni ritorno come una vittoria, ogni passo sul prato inglese come un gesto d’amore verso il tennis e verso sé stesso.
    Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO

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    Wilander lancia Alcaraz verso il terzo titolo a Wimbledon: “L’erba è la superficie perfetta per lui”

    Mats Wilander

    Carlos Alcaraz, campione a Wimbledon nelle ultime due stagioni, è il grande favorito per l’edizione 2025 dei Championships. Forte del clamoroso successo a Parigi su Sinner e anche della vittoria al Queen’s nel classico appuntamento in preparazione allo Slam “verde”, lo spagnolo è visto da tutti i principali osservatori come l’uomo da battere. Anche Mats Wilander spinge “Carlitos” verso il terzo titolo consecutivo a Wimbledon, che lo isserebbe tra i grandissimi della disciplina. Così lo svedese, oggi apprezzato analista per Eurosport, ha parlato a poche ore dall’avvio del torneo più antico e affascinante delle disciplina, l’unico Slam che Mats nella sua brillante carriera non è riuscito a vincere.
    “L’erba è la superficie perfetta per Alcaraz“, afferma Wilander. “Innanzitutto, per come si muove: sa come scivolare, come fermarsi, come usare piccoli passi. Credo che sia l’unico per cui muoversi su erba, terra battuta e persino cemento non faccia una grande differenza, e questo è punto a favore importantissimo per lui”.
    “In secondo luogo, su un campo in erba, gli scambi sono meno tattici, si pensa di meno si di agisce di più con l’istinto perché a volte devi colpire un rovescio tagliato per forza di cose, cerchi di sopravvivere alle mosse dell’avversario, e appena l’altro tira un colpo più corto non devi mai esitare e aggredire la palla tirando il tuo miglior colpo. Tutto questo è perfetto per Alcaraz perché sull’erba ci sono meno schemi prestabiliti che sulla terra battuta. Questo gli si addice perfettamente. Penso che si diverta più che mai quando gioca sull’erba: si giocano punti folli, ci sono palle corte, ci sono colpi tagliati… la felicità che si vede nei suoi occhi, lo spirito competitivo che possiede… Per me, vederlo giocare sull’erba è un lusso.”
    Alcaraz, ma anche Jannik Sinner. Per Wilander i due ormai hanno le chiavi della disciplina, si spingono l’un l’altro verso territori sconosciuti portando il livello di gioco ad estremi mai visti. Per lo svedese anche Sinner dirà la sua a Londra. “Alcaraz e Sinner stanno portando il tennis in una direzione mai vista prima, e non torneranno indietro. Chiunque giochi a tennis nei prossimi dieci anni dovrà prepararsi a essere un atleta migliore di questi ragazzi, che hanno anche una tecnica più raffinata, perché questa è la direzione che Sinner e Alcaraz stanno portando nel tennis, e su tutte le superfici. È incredibile. Penso che dobbiamo iniziare a capire che stiamo vedendo giocatori che potrebbero essere tra i più grandi nella storia del tennis, sia Carlos Alcaraz che Jannik Sinner. E, inoltre, un’altra cosa che adoro è il modo in cui giocano questo sport”, conclude Mats.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Clamoroso: Panichi e Badio out dal team Sinner

    Il team Sinner a Melbourne 2025, con Badio e Panichi

    Arriva una clamorosa indiscrezione in merito al team Sinner. Secondo quanto riporta Sky Sport, Marco Panichi e Ulises Badio non sarebbero più nello staff del n.1 del mondo. La cosa è assai singolare visto che siamo alle porte di Wimbledon, massimo appuntamento stagionale che l’azzurro starebbe preparando senza i due professionisti, due figure chiave per un atleta di questo livello.
    In attesa di conferme dallo staff di Jannik, abbiamo intanto notato che nell’allenamento di ieri con Medvedev non erano presenti né il preparatore atletico Panichi né il fisioterapista Badio, un’assenza anche dalla foto di gruppo dei due staff al termine dell’allenamento.
    Panichi e Badio, ex collaboratori di Novak Djokovic, erano entrati nel team Sinner lo scorso ottobre, dopo US Open, sostituendo il duo Ferrara-Naldi.
    Vi terremo aggiornati sulla notizia appena avremo ulteriori conferme o novità. Sempre Sky riporta che in serata dovrebbe uscire un comunicato stampa sulla vicenda.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Vagnozzi parla da Londra: “Buone sensazioni, Sinner sta lavorando duramente. Cahill? Facciamo spesso delle battute per farlo restare…”

    Simone Vagnozzi

    Jannik Sinner sta lavorando intensamente in preparazione di Wimbledon, c’è serenità e voglia di far bene nel più antico e affascinante torneo al mondo. Non è stato facile digerire la doppia sconfitta sofferta da Alcaraz tra Roma e Parigi ma tutto il team l’ha supportato al meglio e si guarda avanti con fiducia. Così Simone Vagnozzi in un’intervista esclusiva rilasciata oggi a RaiRadio 2 direttamente da Londra, nella quale il coach marchigiano ha raccontato qualche curiosità sul lavoro in vista del debutto a Wimbledon (previsto per martedì prossimo), confermando quanto tutti stiano spingendo per la permanenza di Cahill oltre il termine di questa stagione. Per Sinner oggi allenamento sul Centre Court insieme a Medvedev, privilegio consentito a pochissimi. Riportiamo l’intervista di Vagnozzi,
    “Jannik sta bene, siamo arrivati qua a Londra da un paio di giorni e ci stiamo allenando” racconta il coach del n.1 del mondo. “Le prime sensazioni sono buone e si sta allenando duramente, quindi speriamo di mettere la giusta benzina per arrivare pronti per il primo turno“. L’intervista si sposta sul peso mentale delle due sconfitte sofferte da Alcaraz nelle finali di Roma e Roland Garros. Due ottime partite, ma altrettante sconfitte. Questa la risposta di Vagnozzi: “A Roma siamo arrivati con tanti dubbi visto che era il primo torneo che disputava dopo mesi, quindi è stata una sconfitta se vogliamo un po’ più dolce. Quella di Parigi sicuramente è pesata di più ma, onestamente, dopo la finale di Parigi nutriamo ancora più stima per Jannik per quello che ha fatto, per come è stato in campo, per tutto quello che ha dato e per come ha lottato. Il giorno della finale è stata dura da accettare, ma il giorno dopo capisci che pur essendo una partita importantissima resta sempre una partita di tennis, ancor più in un momento in cui nel mondo succedono tante cose e noi siamo dei privilegiati, quindi dobbiamo godercela”.
    Si parla dell’affiatamento tra i membri del team Sinner, una sintonia che traspare evidente nel suo box nel corso di ogni partita. Simone conferma l’unità del gruppo: “Viviamo h24 insieme, se non ci fosse affiatamento sarebbe difficile arrivare a questi risultati. È necessario trovare questo spirito di gruppo. Sappiamo che l’attore principale è Jannik, è lui che fa la differenza, noi dobbiamo essere lì a supportarlo nel momenti difficili e farlo sentire tranquillo quando tutto va bene, non montarsi la testa anche se con lui è molto facile visto che è un ragazzo umile. Dobbiamo capire come gestire le giornate al meglio, dove migliorare, dove dargli qualche giorno di riposo. Siamo ancora fortunati a fare quello che ci piace, è la nostra passione e affrontiamo tutto con lo spirito giusto”.
    Nella finale di Roland Garros, il pubblico si è schierato dalla parte di Alcaraz. Ha avuto un peso su Sinner, ha sofferto la situazione? “Tra Francia e Italia c’è sempre una bella rivalità… Ma è stato Alcaraz, un po’ furbo se vogliamo, a portare il pubblico dalla sua parte visto che era sotto di due set e necessitava di energia, bravo a gestire la cosa. Ma non ci dimentichiamo che due settimane prima (a Roma, ndr) aveva tutto il tifo contro quindi non dobbiamo attaccarci al tifo. A volte è anche bello giocare col tifo contro, ti dà molta motivazione. È stato più positivo per Alcaraz che penalizzante per Sinner”.
    La giornata tipo approcciando Wimbledon: “È tutto molto tranquillo. Abbiamo la fortuna di affittare delle case molto vicino al circolo, andiamo camminando in 10 minuti ogni mattina. Ci sono dei giorni dove facciamo solo una sessione di tennis e una atletica; altri, come ieri, dove invece abbiamo avuto una doppia seduta di tennis. Oggi abbiamo la fortuna di provare il campo centrale con Medvedev, giocheremo per quarantacinque minuti, è da pochi anni che danno questa possibilità”.
    Si prenota il Centre Court di Wimbledon? “No, lo danno solo ad alcuni e lo scelgono loro. Quest’anno penso che sia toccato solo a Sinner, Medvedev, Alcaraz e Djokovic. Una settimana prima mandiamo al torneo il nostro programma ideale di lavoro e loro ci prenotano tutti i campi per poterci allenare. Essendo Sinner n.1 del mondo diciamo che abbiamo una corsia preferenziale… gli altri giocatori ogni giorno devono chiedere una finestra per allenarsi all’orario che preferiscono”.
    Ultima domanda dell’intervista è su Darren Cahill, membro fondamentale nel team. È uscita lo scorso gennaio – per errore! – la notizia che questo dovrebbe essere l’ultimo anno da coach per l’australiano. Stanno ancora provando a convincerlo a restare? “Sicuramente sì, sarebbe stupendo perché si è creata un’ottima alchimia tra Jannik e Darren ma anche tra me Darren, saremmo felicissimi se lui restasse. Qualche battuta in merito ogni tanto gliela facciamo… quindi vediamo che succederà” conclude Simone.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO