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    Sinner, intervista esclusiva domani su Sky Sport

    Jannik Sinner a Malaga (foto Brigitte Grassotti)

    Save the date. Sabato 5 aprile, alle 12.45 su Sky Sport, sarà trasmessa una intervista esclusiva a Jannik Sinner. Il n.1 del mondo tornerà a parlare sulla Pay tv per la prima volta dalla sospensione di tre mesi, conseguente all’accettazione della proposta di WADA per chiudere il “caso Clostebol”.

    ‘ . #SkySport #SkyTennis #Sinner pic.twitter.com/C7oXnDrT2R
    — skysport (@SkySport) April 4, 2025

    Sarà un’occasione molto interessante per ascoltare il punto di vista di Sinner su molte questioni: la sua sospensione, accettata malgrado sia stato ritenuto non colpevole di doping o dolo ma responsabile per la norma che vincola un atleta professionista alle azioni dei membri del suo staff (responsabilità oggettiva), le ultime settimane di tour con i suoi maggiori avversari incapaci di produrre ottime prestazione ed avvicinarlo nel ranking, e magari anche le parole di Umberto Ferrara sulla propria versione dei fatti (ma è possibile che la intervista sia stata registrata prima, questo ancora non è dato a sapersi).
    Mancano pochi giorni alla fine del divieto per Jannik di allenarsi liberamente, dove vuole e con chi vuole, mentre il rientro in competizione è fissato per gli Internazionali d’Italia ad inizio maggio. Sarà molto interessante conoscere sia il pensiero di Sinner, come ha trascorso queste settimane “out”. Un appuntamento da non perdere e che seguiremo con pronti aggiornamenti.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Rivelati i firmatari della lettera ai quattro Slam per richiedere una “fetta” maggiore di guadagni (c’è anche Sinner)

    Alcuni dei top player attuali (foto Sportico)

    Tutti i top 10 maschili e femminili, escluso Elena Rybakina, rimpiazzata dalla n.11 WTA Emma Navarro: questi sarebbero i firmatari della lettera inviata ai quattro Slam lo scorso 21 marzo con una serie di richieste (economiche e non solo) da parte dei migliori tennisti al mondo ai tornei più importanti. Lo rivela l’agenzia di stampa AP, con la missiva inviata a Craig Tiley, direttore degli Australian Open, Stephane Morel di Roland Garros, Sally Bolton di Wimbledon e Lew Sherr per gli US Open. Questa la lista dei giocatori che avrebbero firmato la missiva: Aryna Sabalenka, Coco Gauff, Iga Swiatek, Jessica Pegula, Madison Keys, Jasmine Paolini, Emma Navarro, Zheng Qinwen, Paula Badosa e Mirra Andreeva; il n.1 Jannik Sinner insieme a Novak Djokovic, Alexander Zverev, Carlos Alcaraz, Taylor Fritz, Casper Ruud, Daniil Medvedev, Andrey Rublev, Stefanos Tsitsipas and Alex de Minaur. Una posizione quindi “compatta” dei migliori tennisti al mondo, unita nel richiedere ai capisaldi della stagione tennistica una “fetta” maggiore degli enormi introiti dei 4 Major, ma non solo.
    Infatti nella lettera inviata ai direttori dei quattro Slam, tre sarebbero le richieste dei giocatori:
    – I tornei del Grande Slam dovrebbero apportare contributi finanziari ai programmi di Welfare per i giocatori finanziati dai due tour professionistici
    – Il montepremi di ogni Slam dovrebbe aumentare “a una percentuale più appropriata delle entrate del torneo, che rifletta il contributo dei giocatori al valore dell’evento”
    – Gli atleti dovrebbero avere più voce in capitolo nelle decisioni “che hanno un impatto diretto sulla competizione, nonché sulla salute e il benessere dei giocatori”

    Questo dato in effetti fa quantomeno riflettere: la dichiarazione dell’antitrust di US Open del mese scorso includeva un riferimento a un rapporto “secondo cui l’US Open ha generato più entrate dalla vendita di un cocktail speciale (12,8 milioni di dollari) rispetto a quanto abbia pagato ai campioni maschili e femminili messi insieme”, un metro di quanto uno Slam riesca ad incassare tra biglietti, sponsor e attività commerciali rispetto a quanto invece venga restituito ai giocatori, coloro che rendono l’evento affascinante e seguito in tutto il mondo.
    I tennisti avrebbero richiesto un incontro urgente con i quattro direttori degli Slam, indicando Madrid come sede nel corso del Masters 1000 che scatterà questo mese. Al momento non c’è conferma che il meeting venga effettivamente organizzato.
    La prima a rispondere pubblicamente ai giocatori è la Federtennis statunitense, attraverso il suo portavoce Brendan McIntyre. “USTA è sempre disponibile e accoglie con favore conversazioni aperte e dirette con i giocatori, sia in loco allo US Open che in qualsiasi altro momento dell’anno, poiché siamo costantemente alla ricerca di modi per migliorare il nostro evento a beneficio di giocatori e fan”, si legge in una nota. “USTA è incredibilmente orgogliosa della leadership dello US Open nella retribuzione dei giocatori nel corso della sua storia e del nostro supporto per far crescere il tennis professionistico non solo negli Stati Uniti ma in tutto il mondo. Questo include prize money uguali a uomini e donne da oltre 50 anni e l’assegnazione del montepremi più grande nella storia del tennis allo US Open del 2024”.
    Questa iniziativa dei giocatori si aggiunge alla tanto chiacchierata azione legale inoltrata dalla PTPA di Djokovic a tutti gli organi che governano la stagione tennistica, ma le due faccende sono tra loro separate e anzi, quest’ultima azione sembra essere assai più fondata. Infatti qua si sono mossi all’unisono tutti i migliori, i tennisti più influenti, e le richieste sono indirizzate agli Slam, ossia i tornei più importanti, ricchi e potenti della stagione, mentre nell’azione di PTPA nessuno o quasi dei migliori ci ha “messo la faccia” (nemmeno Djokovic, il leader del sindacato…) e gli Slam non sono stati inclusi nell’azione legale. C’è quindi una differenza sostanziale tra le due iniziative: mentre le cause della PTPA sembrano la ricerca di uno scontro totale, quasi a voler provocare una rottura anche di trattative, in quest’iniziativa i migliori tennisti del mondo chiedono di parlare per trovare un tavolo di confronto e ottenere più guadagni e condizioni migliori, andando a battere cassa ai tornei più ricchi e potenti.
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    Ferrara parla del caso Clostebol: “Non consegnai nulla al fisioterapista e lo avvisai dei rischi, per nessuna ragione doveva entrare in contatto con Jannik”

    Umberto Ferrara

    Umberto Ferrara, ex preparatore atletico di Jannik Sinner e direttamente coinvolto nel “Caso Clostebol” che ha portato alla positività del n.1 nei controlli anti doping e quindi ad accettare una sospensione di tre mesi proposta da WADA per responsabilità oggettiva del suo team, per la prima volta ha rilasciato un’intervista nella quale racconta nel dettaglio la sua versione dei fatti. È un contributo molto interessante che rivela particolari finora inediti della faccenda, visto che Sinner non è mai entrato nel dettaglio. Ferrara ha parlato alla Gazzetta dello Sport riportando la sua versione dei fatti. Questi i passaggi più significativi del suo pensiero sulla faccenda.
    “Era giusto attendere la pronuncia degli organi competenti, che non mette in dubbio il mio operato” racconta Ferrara, oggi nel team di Matteo Berrettini. “Ho subito un grave danno alla mia reputazione personale e professionale. Tutti hanno letto articoli o commenti che riportavano i fatti in maniera non conforme a quanto accertato dal Tribunale Indipendente con la sentenza del 19 agosto”.
    Ferrara conferma di essere pienamente consapevole dei rischi del Trofodermin a livello anti doping. Come mai ce l’aveva con se a Indian Wells? “Lo utilizzo da anni in quanto prescritto dal medico specialista quale farmaco di supporto per una patologia cronica. Ero perfettamente consapevole del divieto e l’ho sempre custodito con massima cautela, nel mio beauty personale. Lo avevo negli USA perché mi sarebbe potuto servire per la patologia e per averlo a disposizione, essendo all’estero”.
    Questo il passaggio più significativo, come il prodotto è entrato in possesso di Naldi, che a sua volta l’ha trasmesso in modo indiretto a Sinner. “Non ho consegnato nulla a Naldi, gliene ho suggerito l’utilizzo poiché aveva un taglio a un dito che non cicatrizzava e rendeva complicato il suo lavoro. Fui molto chiaro nel comunicare a Naldi la natura del prodotto e la necessità che per nessuna ragione dovesse entrare in contatto con Jannik. Infatti ne ho consentito l’uso solo all’interno del mio bagno personale. Naldi non ha negato di essere stato informato, ma ha detto di non ricordare“.
    Chiedono a Ferrara se avesse mai avuto il dubbio che Naldi poteva aver trattato Jannik senza guanti o senza essersi lavato le mani in modo accurato, visti i rischi: “Assolutamente no, proprio per gli avvertimenti che gli avevo fornito e per le sue competenze”.
    La sua reazione una volta arrivata la comunicazione della positività: “Incredulità e stupore. Sentendo parlare di clostebol, il collegamento con il Trofodermin è stato immediato. In poche ore abbiamo ricostruito i passaggi che hanno portato alla contaminazione di Jannik e ho fornito le prove dell’acquisto dello spray presso una farmacia di Bologna”.
    “Ho trovato molto equilibrate le dichiarazioni e ho apprezzato il fatto che ITIA abbia chiarito di aver fondato le valutazioni sulla base di una consulenza resa da un team legale. Con il senno di poi è facile dire che non rifarei le stesse cose. Sicuramente, non farei più affidamento sul comportamento altrui. Mi ha fatto soffrire la superficialità, a volte aggravata dalla malafede, con cui molte persone hanno trattato la mia posizione all’interno della vicenda”
    Ferrara così risponde a chi criticato la scelta di Berrettini di affidarsi a lui dopo la vicenda di Sinner: “Non sono sorpreso dalle critiche, dal momento che sono pervenute da quelle stesse persone (giornalisti e non solo) che hanno trattato con superficialità la vicenda. Matteo si è documentato e ha preso le decisioni che ha ritenuto migliori. Se mi sono sentito demonizzato? Sì, molto. Ho dovuto constatare che qualcuno ha scelto di attaccare la mia persona, riportando fatti e circostanze in modo superficiale, ignorando deliberatamente il contenuto della sentenza del Tribunale Indipendente, che ha ben determinato dinamiche e responsabilità individuali”.

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    Monfils: “Se non avessi Svitolina al mio fianco avrei già smesso”

    Gael Monfils e Elina Svitolina

    Se Gael Monfils continua a giocare e divertire il pubblico a 38 anni suonati con il suo tennis estroso e personale il merito è della moglie, Elina Svitolina. Il parigino l’ha confessato nell’ultima puntata del podcast diffuso sul proprio canale YouTube, format interessante nel quale Gael dialoga con un altro personaggio dello sport, con domande incrociate che aprono un dibattito e riflessioni. Nella nuova puntata l’ex collega Gilles Simon ha chiesto a Monfils “Saresti ancora un tennista professionista se non avessi incontrato Elina Svitolina?”, secca la risposta di Gael: “Non credo, penso che avrei già smesso”.
    “Lei mi ha aiutato molto nell’uscita dal periodo difficile del Covid. In quell’epoca ero ancora nella top 10, ma la cosa non mi interessava più.. stadi vuoti, sentivo che le cose non andavano bene” racconta Monfils. “Cominciavo già a dirgli che pensavo di fermarmi. Non riuscivo nemmeno a rimettermi in forma, convivevo con questa frustrazione. È stata mia moglie a salvarmi e farmi continuare. È stata lei a riaccendere quel fuoco dentro di me che invece si stava per spegnere. A volte senti quella fiamma che brucia forte, altre invece è solo un fiammella pronta a spengersi, lei è riuscita a tenerla viva”.
    Monfils si sofferma sul periodo molto difficile che ha vissuto, con la testa gli di intimava di smettere. “Vivevo con la frustrazione di non riuscire a ritrovare il miglior livello di gioco, sentivo che le cose non andavano. Abbiamo parlato ed Elina mi ha aiutato a superare questa situazione. Da lì sono ripartito, ho ricominciato a sentire dentro di me quel fuoco e quindi ho ritrovato la gioia di scendere in campo. Le cose sono andate molto meglio, sono riuscito a risalire fino alla 14esima posizione, ho vinto Adelaide e ho raggiunto i quarti di finale dell’Australian Open (nel 2022, ndr)”.
    Quando le cose iniziavano a tornare per il verso giusto, un nuovo doloroso stop e l’idea di appenare la racchetta al chiodo è tornata prepotente: “È arrivato un altro infortunio, stavolta al piede, sono stato fuori per sette mesi e ho avuto anche un problema serio in famiglia. In tutto questo, Elina era rimasta incinta e qua ho davvero pensato: è finita. Davvero un peccato smettere così, per colpa di tanti problemi e fermato da un infortunio… Invece Elina mi parlato dicendomi: ho intenzione di tornare alle gare dopo aver partorito, perché non puoi farcela anche tu? Questo mi ha motivato moltissimo a riprovarci e tornare. Così ho fatto”.
    “Mi hanno salvato le parole di Elina, ho avuto la forza di pormi un nuovo traguardo quando tutti ridevano di me, quello della qualificazione alle Olimpiadi, ero sprofondato nel ranking e ormai vecchio. Mia moglie mi ha aiutato a ritrovare la motivazione e quindi la condizione, è stata una parte così importante dentro di me mentre giocavo, quindi posso solo dire grazie Elina!” conclude Monfils.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Laver Cup: Tommy Paul giocherà a San Francisco con i “rossi”

    La infografica della Laver Cup

    Tommy Paul si unisce a Ben Shelton e Taylor Fritz a formare un tris d’assi statunitense per il team World in Laver Cup 2025. L’ottava edizione della fascinosa esibizione a squadre, di scena al Chase Center di San Francisco dal 19 al 21 settembre, sarà quindi trainata dai campioni locali, visto che anche il capitano della squadra “rossa” sarà Andre Agassi (affiancato da Par Rafter). Paul ha iniziato bene l’anno con i quarti di finale agli Australian Open e il suo best ranking di n.9, per la prima volta in carriera tra i migliori dieci tennisti al mondo.
    “È un onore tornare nel Team World”, ha detto Paul, come riporta il sito ufficiale della manifestazione. “Far parte della Laver Cup è semplicemente un’esperienza incredibile. Giocare nell’ambiente di una squadra, insieme a ragazzi che sono i tuoi migliori amici, non vuoi esibirti solo per te stesso, ma anche per loro. Vuoi vincere, più che mai, e questo crea un’energia incredibile”.

    Tommy Paul returns to Team World for Laver Cup San Francisco.
    He will team up with fellow Americans Taylor Fritz and Ben Shelton this September.#LaverCup pic.twitter.com/IDGJFJ0V1Y
    — Laver Cup (@LaverCup) April 1, 2025

    “Sono emozionato di giocare a San Francisco di fronte al pubblico di casa e con Agassi, una delle più grandi leggende del nostro sport come nostro nuovo capitano, sarà fantastico. Ogni volta che ho partecipato alla Laver Cup il Team World ha vinto, quindi spero di mantenere questa tradizione!”.
    Così Agassi saluta la presenza di Paul nella sua squadra: “Tommy è uno dei giocatori più talentuosi e dinamici al mondo e so che sarà un membro chiave del nostro team. Insieme a Taylor e Ben, sono molto soddisfatto delle fondamenta della nostra formazione. Sappiamo che sarà una grande sfida, ma siamo entusiasti di abbracciarla”.
    La squadra europea, quest’anno capitanata da Noah e Henman, al momento vede la presenza di Zverev e Alcaraz, in attesa che vengano rivelati anche i prossimi partecipanti.
    Mario Cecchi LEGGI TUTTO

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    Paolini e Furlan si separano. Jasmine lo ringrazia sui social: “Grazie per questi 10 anni insieme”

    Renzo Furlan e Jasmine Paolini

    Arriva una notizia inattesa e clamorosa: Jasmine Paolini e Renzo Furlan hanno interrotto la loro splendida collaborazione che ha portato la toscana a scalare il tennis femminile giocando due finali Slam nel 2024 (unica azzurra arrivata a giocarsi il titolo di Wimbledon in singolare) e diventare n.4 WTA. Paolini ha scritto un messaggio social di ringraziamento al suo coach, che riportiamo integralmente.
    “Dopo 10 anni straordinari insieme, voglio dire un enorme grazie a Renzo Furlan per tutto quello che ha fatto per me.
    Abbiamo fatto un viaggio straordinario, abbiamo condiviso momenti indimenticabili, tra cui un incredibile 2024, la finale a Wimbledon e al Roland Garros, l’oro olimpico a Parigi. E anche nel 2025 siamo partiti alla grande.
    Renzo è stato una parte fondamentale della mia crescita, sia come giocatrice che come persona.Tutto quello che ho imparato da lui mi accompagnerà sempre e continuerà a guidarmi nel futuro, e resterà comunque una persona importante in questo nuovo capitolo.
    Sono profondamente grata per il tempo che mi ha dedicato, per le sue energie e per tutti i sacrifici fatti, spesso lontano da casa e dalla sua famiglia. Provo per lui una grande riconoscenza e un immenso rispetto, per la professionalità, la passione e i valori che mi ha trasmesso in tutti questi anni.
    Renzo, ti sono davvero grata per tutto. Ti auguro il meglio per ciò che verrà!
    GrazieTi voglio beneJas”

    Dalle parole che ricaviamo nel bel messaggio di ringraziamento a Furlan, non è chiaro se la decisione sia venuta di comune accordo, per volontà di Jasmine o di Renzo, ma la sensazione è che sia arrivata un po’ “improvvisamente”, dopo il miglior risultato della giocatrice nel 2025.
    Seguiremo gli sviluppi della vicenda, per capire chi seguirà d’ora in avanti la toscana.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Davis Cup: ITF e Kosmos trovano un accordo per risolvere le cause legali

    La drastica rottura degli accordi tra ITF e Kosmos (la società sportiva dell’ex stella del Barcellona Gerard Piquè) sull’organizzazione della Davis Cup, avvenuta nel gennaio del 2023, aveva dato il via ad una serie di cause legali per dirimere le tante questioni aperte. Contratti non rispettati, accuse reciproche, …come si dice in gergo erano “volati gli stracci” visto il deludente riscontro della rivoluzione del 2019 della più antica competizione sportiva nazionale a squadre di tutti gli sport (1900). È arrivato un comunicato dalla ITF che annuncia la conclusione della vicenda attraverso un accordo tra le parti.
    “Kosmos e la Federazione Internazionale Tennis (ITF) hanno raggiunto una risoluzione amichevole in merito ai loro precedenti disaccordi contrattuali relativi all’organizzazione della Coppa Davis. Entrambe le organizzazioni si augurano reciprocamente successo nei loro progetti futuri”, questo lo stringato comunicato rilasciato alla stampa dalla ITF.
    Dopo anni di polemiche e ipotesi di cambiamento andati a vuoto, ITF si era affidata a Kosmos per innovare la Coppa Davis. Dal 2019 si cambiò tutto, con una fase a gironi nel cuore della stagione, l’eliminazione degli scontri casa-trasferta e una final 8 in sede unica per decidere la nazione vincitrice. Un cambiamento drastico che scatenò moltissime polemiche, tra chi festeggiava per la rottura di uno status quo non soddisfacente da anni e chi invece sottolineava le carenze e forti problematiche della nuova formula. In particolare non convinceva un programma giornaliero troppo lungo con match che finivano a notte inoltrata, molte sfide tra due nazioni in un paese terzo con spalti miseramente vuoti e la perdita di identità per la mancanza del tifo casalingo, che era un po’ il sale dell’evento. Questi i problemi principali del format targato Kosmos.
    Dopo il clamoroso passo indietro di Kosmos e un paio di stagioni con la competizione di nuovo in mano all’ITF (ma ancora col format di Kosmos in parte corretto), si è arrivati al nuovo formato di quest’anno, con il ritorno delle sfide casa-trasferta che eliminano la fase a gironi di settembre e il mantenimento della finale in sede unica, quest’anno prevista a Bologna a novembre, con l’Italia campione nelle ultime due edizioni a caccia del tris.
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    Fonseca star anche sui social: 1 milione di follower. È il tennista più giovane a riuscirci

    Joao Fonseca (foto ATPtour.com)

    Nel mondo attuale il peso dei Social Network è innegabile, in particolare Instagram, quello più usato e importante anche a livello commerciale. Joao Fonseca ha appena tagliato un traguardo simbolico molto importante: 1 milione di follower. Secondo il collega francese Bastian Fachan, è il giocatore (uomo o donna) più giovane ad esser arrivato a questo numero di seguaci, per l’esattezza a 18 anni e 7 mesi, superando Emma Raducanu. La stella del tennis britannico “bucò” letteralmente lo schermo degli smartphone nel corso della sua incredibile campagna vittoriosa a US Open 2021, superando in pochi giorni la cifra enorme di un milione di seguaci con un’età di 18 anni e 10 mesi. Fonseca c’è riuscito durante il Miami Open, e tre mesi più giovane di Raducanu. Attualmente Emma ha 2,6 milioni di follower, il suo account è tornato attivo dopo qualche giorno “off”.

    Joao Fonseca becomes the youngest tennis player to hit 1 MILLION Instagram followers!
    18 years 7 months – Joao Fonseca (Miami 2025)18 years 10 months – Emma Raducanu (US Open 2021)19 years – Carlos Alcaraz (Madrid 2022)19 years 6 months – Coco Gauff (US Open 2023)
    Starboy 🇧🇷 pic.twitter.com/3DWw6F1HoP
    — Bastien Fachan (@BastienFachan) March 24, 2025

    Alcaraz toccò il milione di follower Instagram nel corso del torneo di Madrid 2002, a soli 19 anni, mentre Coco Gauff c’è riuscita a US Open 2023, con 19 anni e 6 mesi di età. Alcaraz attualmente ha 6,3 milioni di follower, Sinner la metà (3,2 milioni), mentre Zverev ne ha un milione meno dell’italiano. Djokovic, forte della sua lunghissima carriera e un’immagine altrettanto importante, ha 15,6 milioni di seguaci IG, ma resta Rafael Nadal, da poco ritiratosi, il più seguito con l’enorme cifra di 21,6 milioni di follower. Anche Serena Williams con 18 milioni tondi ha più seguaci del serbo. Particolare il rilievo di Santa Mirza: l’ex giocatrice indiana infatti ha ben 13,1 milioni di follower, del resto il suo paese è il più popoloso al mondo. Federer è sceso a poco meno di 13 milioni: a detta degli “specialisti” del settore ha pagato la poca attività sul social network, a oltre due anni dal ritiro. Curioso che i migliori tennisti cinesi abbiano ben pochi follower Instagram: pagano un minor uso di questo social nel proprio paese e anche una relativa popolarità del tennis rispetto ad altre discipline.
    Tra gli italiani, Matteo Berrettini è molto apprezzato con ben 1,8 milioni di follower su Instagram, segue Fognini con 655mila e Musetti 504mila, appena sotto a Jasmine Paolini con 505mila. Gli altri italiani seguono con numeri inferiori.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO