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    Buon compleanno Jannik! 24 candeline per il n.1. Il suo regalo? “Devo migliorare…”

    Jannik Sinner con la coppa dei Championships e il suo nome nell’albo d’oro dei vincitori

    Tanti auguri a Jannik Sinner! Nato a San Candido il 16 agosto 2001, il più grande tennista italiano festeggia il suo 24esimo compleanno a Mason, Ohio, in campo (ore 21 italiane) nella semifinale del Masters 1000 di Cincinnati, opposto alla sorpresa del torneo, il qualificato francese Terence Atmane. Livetennis segue la scalata del pusterese verso l’Olimpo del tennis mondiale fin da quando si affacciava al tour Pro con i primissimi ITF; quindi l’esplosione di fronte al grande pubblico con lo strepitoso Challenger di Bergamo 2019, dove mostrò a tutti che razza di colpi e classe possedesse. Da allora sono passati molti anni, con una crescita a tratti impetuosa alternata a qualche momento di stasi e riflessione, come è giusto che sia, con la rivoluzione del febbraio 2022 quando decise di lasciare il mentore Riccardo Piatti e crearsi un suo team su misura. Dall’ottobre del 2023 Jannik ha cambiato passo ed è diventato il più forte, dominante, a tratti irresistibile. Sta segnando un’epoca e incantando milioni di appassionati col suo gioco potente, intenso, ricco di colpi spettacolari e adrenalina. Ha vinto il premio ATP di tennista più amato dagli appassionati nelle stagioni 2023 e 2024, a sottolineare quanto la sua classe ed educazione siano apprezzate a livello globale.
    Per salutare il compleanno del n.1 azzurro, riportiamo l’inizio di un capitolo del libro che il nostro Marco Mazzoni ha scritto e pubblicato la scorsa estate, “Una Straordinaria Normalità” (Ultra Sport), nel quale è raccontata (con moltissimi aneddoti ed esperienze dal vivo) la mentalità, cultura del lavoro, attitudine e talento di Sinner, l’unico vero “segreto” che l’ha portato a diventare il miglior giocatore al mondo da oltre un anno. Un estratto che racconta la vera forza di Jannik: la ricerca continua, quasi ossessiva, del miglioramento.

    Secondo l’enciclopedia Treccani il lessico comune di una persona con un’istruzione medio alta è costituito da circa 47.000 parole, poco meno del 20% rispetto alle 260mila che compongono un dizionario d’italiano. Tuttavia nella vita di tutti i giorni una persona media ne usa davvero molte di meno: infatti il vocabolario “di base” della nostra lingua è formato da circa 6.500 parole, con le quali copriamo il 98% dei nostri discorsi. Ognuno di noi ha ben scolpiti in testa alcuni vocaboli fondamentali, pronunciati o scritti con frequenza perché importanti per esprimere i concetti base del proprio pensiero e modo di essere. La parola più ricorrente nel lessico di Jannik Sinner è migliorare. Anzi, “devo migliorare”, concetto rafforzato dal verbo dovere che esprime l’obbligo di fare, un tono di comando, oppure di volontà e/o desiderio. Obbligo e volontà di migliorare muovono non solo i discorsi di Jannik intorno al tennis ma la sua stessa vita, sono lo spartito sul quale scrive le sue note, a produrre complesse sinfonie fatte di colpi e tattica, sudore e adrenalina.
    “Ogni giorno quando vai in campo puoi migliorare, anzi devi migliorare” afferma Sinner in un’intervista a Sky Sport dell’ottobre 2023. “L’attenzione che metti in allenamento deve essere alta perché è così in ogni lavoro, è necessario essere concentrato per dare il proprio meglio. Alla fine si dipende da se stessi, da quanto vuoi migliorare, dall’energia che ci metti per arrivare ai tuoi obiettivi e alla fine della giornata sentendo di aver fatto il tuo dovere. La prima cosa che chiedo al mio team, anche quando vinco, è cosa avrei potuto fare meglio in campo. Ci sono poche partite nelle quali ho giocato proprio come volevo e tutto è andato alla grande. Magari hai dolore da qualche parte, hai dormito male la notte, fa più caldo rispetto al giorno prima, non senti la palla… Ci sono tante cose che il tennista deve affrontare ogni giorno, mille variabili. La vittoria, la goduria del successo, è il frutto del duro lavoro che metti quotidianamente. Vincere è una sensazione molto bella, quando vinci il torneo è ancor più straordinario. La vittoria in generale è quello per cui lavori quando ti alzi alla mattina, vincere le partite, sentirsi soddisfatto del proprio impegno e lavoro, raggiungere l’obiettivo”.
    Migliorare, avanzare, crescere, maturare, progredire. Sinonimi con sfumature diverse dello stesso concetto: impegnarsi costantemente con dedizione assoluta per diventare una persona e sportivo più abile, capace e vincente.
    Il miglioramento è il mantra di Sinner, è il concetto base della sua filosofia, che possiamo definire in tutto e per tutto un’etica aristotelica. Infatti per il filosofo greco ciò che si giudica in etica non è l’azione singolarmente considerata quanto la disposizione ad agire in un certo senso. La saggezza è imperativa, perché il suo fine è quello di determinare ciò che si deve e che non si deve fare. L’etica di Jannik è chiara: l’agire è mosso dal fine supremo del miglioramento, questo indirizza quel che è giusto e lo allontana da quel che ritiene sbagliato. Il suo tempo ruota intorno a questo concetto, al rigore che lo spinge “any given day” a impegnarsi al massimo per terminare la giornata sentendosi migliore rispetto alla versione di se stesso che si è alzata dal letto, consapevole di aver speso ogni energia fisica e mentale investendo sulla crescita, sullo sviluppo di abilità e acquisizione di nuova conoscenza. Etica, rigore, dedizione per migliorare come persona e tennista. Sinner è forgiato da questi principi, tutto ruota intorno a loro.

    Sinner shined in the biggest moments 😮‍💨
    Today’s Play of the Day, presented by @BarclaysUK #Wimbledon pic.twitter.com/KF8rG5fTNa
    — Wimbledon (@Wimbledon) July 13, 2025

    Può sembrare normale trovare quest’attitudine in uno sportivo di altissimo livello, impegnato in uno sport nel quale il concetto di professionismo è spinto all’estremo vista la difficoltà insita nella disciplina. In realtà, Jannik aveva ben chiara quest’attitudine anche da giovanissimo. Così rispondeva un 17enne Sinner a Daniele Magagnin nell’agosto del 2018 nel corso di una breve intervista al media della sua terra Alto Adige: “Sto imparando molto, ma molto devo ancora imparare. La finale persa a Santa Cristina mi ha insegnato che devo avere la capacità di entrare subito in partita, di gestire le emozioni, quindi il servizio e la risposta e commettere meno errori”. È passato più di un lustro da allora. Quel ragazzo magro e con tanti capelli rossi in testa ha coltivato con metodo e attenzione maniacale al dettaglio abilità atletiche innate, traghettando la coordinazione sviluppata dalla pratica dello sci al tennis, dove la fluidità del gesto è la chiave per generare colpi potenti e precisi. Un insieme di qualità fantastiche che partono dalla sua testa, dove la visione del contesto in cui si trova è processata nel minimo dettaglio e con istantanea nitidezza; questo gli permette di scatenare l’intuizione che porta alla creazione. Vedere la palla prima è una sorta di magia che hai dentro, la puoi tirar fuori ed allenare con metodo e qualità, in modo che il corpo reagisca in anticipo e riesca ad eseguire colpi naturali senza tensioni eccessive, con la racchetta sicura a piegare la palla in traiettorie che mettono l’avversario in difficoltà. Per colpire come Sinner devi essere un grande atleta, dotato di qualità notevoli affinate ed esaltate con pazienza e lavoro. Il metodo, l’applicazione e la ripetizione sono gli indispensabili compagni di viaggio di quel che molti chiamano “talento”.
    Il talento, in fondo, cos’è? È uno dei temi più discussi nel mondo del tennis e sempre lo sarà. Il talento è codificato nei dizionari come l’ingegno, capacità e doti intellettuali rilevanti e naturali applicate a particolari attività. Molti ritengono che il talento tennistico sia la facilità nel colpire la palla e mandarla dove vuoi, in condizioni mutevoli e contro ogni tipo di avversario, in pratica far apparire facili cose assai difficili attraverso gesti fluidi e armoniosi. È sicuramente una valida descrizione di quel che molti reputano sia il talento, ma non è tutto. Sentite cosa ne pensa Rafael Nadal, non proprio l’ultimo arrivato nel mondo della racchetta… “Credo che sul talento la gente sia un po’ confusa. Per me non è giocare in maniera bella o colpire la palla molto bene o molto forte. Io credo che nel tennis, come in tutti gli sport, l’obiettivo finale sia la vittoria. Per questo, secondo me, la questione è chiara: l’atleta che vince è l’atleta con più talento”. Una definizione secca, pratica e del tutto opposta a quello che molti ritengono sia questa merce rara, che regala successi e magia. Ma allora, la verità dove sta? Cosa è il talento, e Sinner “ha talento”? La verità, in fondo, non esiste. La risposta al quesito iniziale non è un assioma, necessita di essere spiegata, interpretata con varie sfumature e applicata al contesto. “Non troverai mai la verità, se non sei disposto ad accettare anche ciò che non ti aspettavi di trovare”, affermava Eraclito. Come dargli torto. Sinner forse (sottolineo il forse!) non ha la magia nel braccio del suo idolo Roger Federer, non pennella giocate in totale leggerezza e stile senza tempo dando l’impressione di non far alcuna fatica, ma ha un talento altrettanto eccezionale quanto diverso da quello del leggendario campione svizzero. Il talento è l’abilità nel fare cose straordinarie, indipendentemente da come le si raggiungono. Nel tennis lo si esprime con bellezza e armonia, ma anche attraverso l’applicazione e l’efficienza, facendo fruttare le proprie doti con lavoro e mentalità. Talento è riuscire ad esprimere in campo la miglior versione di se stessi, e in partita con colpi straordinari per intensità e precisione, forti del giusto atteggiamento. Per tutto questo Jannik è animato da un talento smisurato, coltivato con un percorso sano da lui vissuto in una straordinaria normalità e con i tempi giusti in relazione alle proprie qualità, perseguendo senza isterie obiettivi di lungo periodo assai chiari basati sul miglioramento.
    “La mia priorità è ed è sempre stata giocare a tennis” raconta Sinner. “Nella mia testa l’ultima cosa che penso prima di dormire e la prima appena mi alzo è sempre cosa posso fare per giocare meglio in campo. Faccio tanto lavoro in palestra, sul campo, sulla testa, mangio meglio, dormo tanto e vado a dormire presto. Uso poco il cellulare, cosa che sembra piccola ma invece è importantissima, sto attento a tanti particolari. L’insieme di tutto ciò mi porta ad avere più energia in campo, e credo che questo andando avanti qualcosa mi frutterà. Anche se fosse solo uno 0,1%, è pur sempre qualcosa e alla fine conta. Sono andato via da casa quando avevo più o meno 13 anni e mezzo, ho investito davvero tanto…. tutto nel tennis. Ma cosa bella è che più vado avanti e più mi piace. Magari è stato il destino, ma sono sicuro di aver fatto la scelta giusta. C’è pressione, tanta, ma non c’è la pressione che ha un dottore, che in mano la vita di una persona. La cosa peggiore che mi può accadere è perdere una partita, ma ok, la settimana seguente ce n’è un’altra e si può fare meglio. C’è sempre tempo per fare meglio, per migliorare”.

    4 titoli dello Slam vinti finora in carriera e unico italiano a trionfare nel singolare a Wimbledon e Australian Open. 20 tornei in totale nel suo palmares oltre a 2 edizioni della Davis Cup, giocate da protagonista nelle Final 8 di Malaga. Campione alle ATP Finals 2024 e n.1 del mondo da 62 settimane consecutive (10 giugno 2024). Sta riscrivendo la storia del tennis italiano, e non solo. 24 anni, 24 candeline da spegnere oggi. Infinite le emozioni che sta regalando a tutti gli appassionati italiani. Buon compleanno, Jannik! LEGGI TUTTO

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    US Open 2025: annunciate le wild card. C’è Venus Williams

    Venus Williams nel suo ritorno a Washington

    L’edizione 2025 di US Open si avvicina e il torneo americano ha comunicato le wild card che consentiranno a 16 giocatori (8 uomini e altrettante donne) di accedere direttamente nel main draw di singolare. Non ci sono grandi sorprese: 6 delle 8 wild card (sia per il maschile che per femminile) andranno a tennisti statunitensi, quindi una ad un tennista francese e un’altra ad un giocatore australiano, per il “classico” scambio di inviti tra le federazioni che gestiscono tre dei quattro major. Nel maschile, hanno ricevuto la wild card Brandon Holt, Nishesh Basavareddy, Tristan Boyer, Emilio Nava, Stefan Dostanic e Darwin Blanch, oltre al francese Valentin Royer e l’australiano Tristan Schoolkate. Da segnalare la WC ottenuta dal teenager Blanch, vincitore del USTA Boys’ 18s National Championships, e quella del 27enne Holt, per la prima volta nei top100 quest’anno. Invito anche per Nava, oggi 23enne e considerato un po’ di tempo fa una delle migliori promesse del tennis a stelle strisce.
    Nel tabellone femminile invece spiccano due grandi nomi tra le Wild Card: Venus Williams e Caroline Garcia. Venus, oggi 45enne, vanta in carriera ben 7 Slam (2 a New York, 5 a Wimbledon) e nonostante un’attività assai diradata non sembra aver intenzione di appendere la racchetta al chiodo. A Washington è tornata in campo dopo 16 mesi, affermando di non pensare al ritiro, tanto che a New York sarà ancora tra le protagoniste. Altro discorso per la francese Garcia, oggi 31enne, pronta al ritiro al termine della stagione in corso. Proprio a US Open nel 2022 ha segnato la propria miglior performance in uno Slam, la semifinale. Oltre a queste due “stelle”, hanno ottenuto una wild card per il tabellone femminile le statunitensi Clervie Ngounoue, Julieta Pareja, Caty McNally, Valerie Glozman, Alyssa Ahn e l’australiana Talia Gibson. Da segnalare che Pareja ha soli 16 anni ed è attualmente la n.1 del mondo junior: ha giocato lo scorso luglio le finali (in singolo e doppio) a Wimbledon in versione giovanile. Glozman e Ahn sono due interessanti prospetti a livello universitario (entrambe 18enni).
    Mario Cecchi LEGGI TUTTO

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    Draper: “Sto recuperando bene, è stato un periodo utile per rigenerarmi, riflettere e capire dove migliorare”

    Jack Draper (foto Getty Images)

    Uno dei grandi assenti nei due Masters 1000 estivi in Nord America è stato certamente Jack Draper. Il potente mancino britannico, arrivato al n.4 del ranking ATP lo scorso giugno dopo Roland Garros, ha deluso sull’erba di Wimbledon, battuto al secondo turno dal redivivo Marin Cilic, finalista ai Championships nel 2017 (battuto da Federer). Molta delusione per lui e gli appassionati di Re Carlo, ma in realtà parte della sua modesta e perdente prestazione sui prati di casa è dipesa da un problema al braccio, dolore che si trascinava da un po’ e che proprio nel massimo appuntamento stagionale gli ha “presentato il conto”. Da qua la decisione di fermarsi: non aveva senso insistere con questa infiammazione, meglio riposo, cure e rimettere a posto fisico e testa per presentarsi nelle migliori condizioni possibili a US Open, dove dovrà difendere la semifinale dell’anno scorso, in quella che fu all’epoca la sua miglior prestazione in carriera. Con un servizio potente e quel gancio mancino che passa da palle arrotatissime a bordate imprendibili, Jack si fece largo e Flushing Meadows, tanto che solo la maggior intensità di Sinner riuscì a stopparlo. Arriverà a New York a corto di match ma guarito, con voglia di far bene e anche la testa più leggera, come ha confermato parlato alla LTA (federazione britannica).
    “Ho avuto la conferma di soffrire di un infortunio al braccio, un problema con cui convivevo da un po’. I medici e il mio team mi hanno consigliato di prendermi una pausa. Ho avuto qualche giorno di riposo assoluto, mi sono rilassato e ho distolto la mente dal tennis” racconta Draper. “Poi mi sono sentito davvero motivato a tornare, svolgere degli ottimi allenamenti e lavorare sodo fisicamente per ottenere buoni risultati. Sono tornato a giocare a tennis lentamente per proteggere il braccio, ma sono state settimane davvero produttive. È stato un peccato saltare Toronto e Cincinnati, ma penso che sia stato un buon periodo per riflettere e migliorare, capire dove focalizzare il lavoro“.
    “Non vedo l’ora di giocare agli US Open e mi trovo in un ottimo momento sia a livello personale che tennistico. Mi sento rigenerato, motivato e non vedo l’ora di tornare in campo.” Così Jack, a pochi giorni dal rientro a New York, dove dovrebbe competere anche nel doppio misto “delle stelle”, format nuovissimo lanciato nel quarto Slam stagionale, anche se resta da confermare la presenza della partner annunciata dal torneo, Paula Badosa, a sua volta travolta dall’ennesimo infortunio della sua sfortunatissima carriera.
    Nelle parole di Draper colpisce soprattutto come abbia sottolineato l’importanza del riposo e dello staccare la spina a livello mentale. Sentirsi riposato, voglioso di match e competizione, trovarsi rigenerato è parte fondamentale per arrivare ad giocare il proprio miglior tennis. Alcuni dei tennisti che stanno attraversando un evidente calo di prestazione nell’ultimo periodo (Medvedev, Tsitsipas, solo per citarne due tra i migliori) giocano tanto, forse troppo. Uscite di scena premature che spingono a continuare a giocare per riprendersi. Ma siamo sicuri che sia corretto? Forse la strada maestra è quella raccomandata da Draper, ossia l’importanza di un riposo attivo per curare fisico e rigenerare la testa, invece di continuare ad inanellare memorie negative e frustrazioni. Aspetti di non facile gestione…
    Marco Mazzoni   LEGGI TUTTO

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    Djokovic, tra vacanze e allenamenti in Montenegro in vista di US Open

    Novak insieme al violinista Mido Todorovic

    Dopo la decisione di saltare il Masters 1000 di Cincinnati, in Serbia da qualche giorno sui principali media sportivi (e non) è scattato una sorta di tam tam intorno a Novak Djokovic, non tanto per “paparazzarlo” nel corso delle sue vacanze in famiglia quanto per vedere se nelle sue giornate siano presenti anche le racchette da tennis e gli allenamenti, con US Open ormai prossimo. Dopo la sconfitta sofferta da Jannik Sinner in semifinale a Wimbledon lo scorso 11 luglio, il 24 volte campione Slam non è più tornato in competizione. È stato fotografato in Grecia insieme al primo ministro del paese ellenico, ma di allenamenti neanche l’ombra. Finalmente Novak è stato rintracciato a Durmitor, località turistica del Montenegro dove si sta rilassando con la moglie Jelena e due figli, rinforzando il proprio legame con la terra dei nonni (ne aveva parlato in una recente intervista, affermando di sentirsi totalmente a casa da quelle parti).
    Tra un bagno rinfrescante e altre attività, finalmente i media serbi hanno trovato una foto di Djokovic con in mano le racchette da tennis. Non in campo, ma insieme al famoso violinista Mido Todorovic, una vera star locale, che si è scattato il classico selfie con il campione di Belgrado e ha pubblicato sui social lo scatto, che riportiamo.

    Nei giorni scorsi Novak era stato avvistato a cavallo, in acqua, impegnato in mille attività ludiche ma mai con la racchetta. Forse è il segnale che nonostante abbia deciso di non giocare alcun match prima di US Open, si sta preparando per l’ultimo Slam della stagione. Una novità per lui saltare in toto i tornei estivi tra Wimbledon e New York, ma del resto più di una volta ha affermato che dall’alto dei suoi 38 anni e con la sua bacheca sterminata di trofei, l’unica importante motivazione a continuare sia andare a caccia del 25esimo titolo major.
    Gli US Open scatteranno esattamente tra due settimane. Novak lo scorso anno perse prematuramente al terzo turno. Quest’anno nei tre Slam disputati si è sempre fermato in semifinale, a Melbourne per ritiro contro Zverev (dopo aver battuto Alcaraz nei quarti con una super partita, ma soffrendo un problema fisico), e contro Sinner a Roland Garros e Wimbledon. Dopo il successo di Shelton a Toronto, Djokovic è scivolato al settimo posto in classifica. A meno che De Minaur (o Khachanov) vincano a Cincinnati, si presenterà a New York da n.6 o 7 ATP, con la possibilità di un nuovo scontro già ai quarti con Alcaraz o Sinner, i due grandi favoriti per il titolo.
    Mario Cecchi LEGGI TUTTO

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    Italiani e Italiane nei tornei ITF: I risultati di Domenica 10 Agosto 2025

    Juan Cruz Martin Marzano

    M15 Slovenska Bistrica 15000 – Final[8] Jan Kumstat vs [5] Juan Cruz Martin manzano ore 10:00ITF M15 Slovenska Bistrica – 2025-08-04T00:00:00Z Jan Kumstat• 403 Juan Cruz Martin Manzano153ServizioSvolgimentoSet 1Jan Kumstat 15-0 30-0 15-0 30-15 40-15Juan Cruz Martin Manzano 0-15 0-40 15-40 30-402-3 → 3-3Jan Kumstat 15-0 30-0 30-15 30-30 30-40 40-40 30-40 40-40 40-A2-2 → 2-3Juan Cruz Martin Manzano 0-15 15-30 0-30 15-30 30-30 40-302-1 → 2-2Jan Kumstat 0-15 15-15 30-15 40-151-1 → 2-1Juan Cruz Martin Manzano 0-15 15-15 15-30 30-30 30-40 40-40 A-401-0 → 1-1Jan Kumstat15-15 30-150-0 → 1-0 LEGGI TUTTO

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    Six Kings Slam 2025: uscito il poster ufficiale. Confermato Sinner

    La infografica dell’evento 2025

    Il prossimo autunno tornerà in Arabia Saudita la ricchissima esibizione Six Kings Slam, prevista presso la ANB Arena di Riad dal 15 al 18 ottobre. Le informazioni sono ancora incomplete, ma oggi è uscito il poster che lancia la manifestazione, con la conferma dei volti dei sei campioni al via: Jannik Sinner, Carlos Alcaraz, Novak Djokovic, Alexander Zverev, Taylor Fritz e Jack Draper. L’evento dovrebbe svolgersi con il formato dell’anno scorso, e con lo stratosferico premio di 6 milioni di dollari per chi vincerà la tre giorni di gare. Lo scorso anno fu Sinner trionfare, battendo uno dopo l’altro Daniil Medvedev (a cui lasciò la miseria di tre game!), quindi Novak Djokovic in semifinale e Carlos Alcaraz in finale. Djokovic si aggiudicò la finale per il terzo posto, superando Nadal, in uno degli ultimi match giocati dallo spagnolo prima del ritiro consumato a Malaga in Davis Cup.
    Curioso rilevare come solo tre dei partecipanti in realtà siano campioni Slam (quando il titolo dell’evento recita Sei Re degli Slam): Sinner (a quota 4 titoli), Alcaraz (5) e ovviamente Djokovic (ben 24, record assoluto). Draper, Fritz e Zvever ambiscono a diventarlo e giocheranno in Arabia Saudita per il Prize money più ricco dell’anno, ancora da confermare ma che non dovrebbe discostarsi da sei milioni ottenuti nel 2024 dal nostro campione di Sexten.
    Un evento che l’anno scorso suscitò non poche polemiche, per la sua collocazione (la trasferta in Asia per i tornei di Pechino e Shanghai), per valanga di dollari assegnata a tutti i giocatori, anche i soli partecipanti, e per la continua battaglia portata avanti da molti tennisti sulla lunghezza e durezza del calendario ufficiale, ma pronti a giocare con assegni così pesanti in palio.
    Mario Cecchi LEGGI TUTTO

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    La singolare proposta di Toni Nadal ad Auger-Aliassime: “Sono sempre disposto ad aiutare, gratuitamente”

    Toni Nadal nella foto

    Non è più coach “full time” da diverso tempo, ma Toni Nadal grazie allo straordinario lavoro effettuato con il nipote Rafa resta un allenatore, o almeno consulente, molto molto abito. Lo testimonia anche il recente passaggio di Sasha Zverev presso l’Academy di Rafael a Manacor dopo Wimbledon, o come tantissimi tennisti (tra cui Casper Ruud, Alexandra Eala solo dirne due) si siano formati e migliorati presso i campi delle Baleari, con un contributo diretto o indiretto dello “zio” più famoso del tennis moderno. Tra i tennisti che sono passati per le mani sapienti di Toni c’è anche Felix Auger-Aliassime, l’ultimo tennista davvero allenato dallo storico mentore di Rafa nel periodo 2021 – 2024. Esattamente il miglior momento in carriera del canadese che, grazie agli insegnamenti e pazienza di Toni, arrivò al n.6 ATP vincendo 4 tornei (Rotterdam, Anversa, Firenze e Basilea), la Davis con il Canada e segnò un record personale di 16 vittorie consecutive nell’autunno del 2022, il suo miglior momento in carriera. Un rapporto bello quello tra Toni e Felix, sincero e di profondo rispetto, tanto che Toni Nadal è recentemente arrivato ad affermare che il suo ex pupillo canadese è sempre benvenuto nella Academy, dove sarebbe lieto di assisterlo di nuovo anche gratuitamente. Attenzione: non più come coach o parte del team, ma per sessioni di allenamento insieme, ricche di spunti e consigli da fornire agli allenatori che lo seguono per tutta l’annata. Un po’ come è accaduto allo stesso Zverev, passato dalla accademia ma senza riuscire a strappare a Toni un pieno ruolo da super coach (e della Germania si dice che quello sarebbe stato il vero obiettivo del viaggio di Sasha a Manacor…).
    Così ha parlato Toni Nadal in un’intervista rilasciata a Sebastian Fest per RG Media, della quale riportiamo alcuni passaggi. “Non posso escludere al 100% di tornare un giorno ad essere un coach full time” racconta Toni Nadal. “Mi piace allenare. Ma soprattutto, mi piace aiutare i ragazzi dell’accademia, anche se non sono più il direttore. Per essere un buon allenatore, devi impegnarti molto; questa è la cosa principale. Eccelli quando sei immerso in quello che fai, quando hai un’ossessione. Ero particolarmente perso da Rafael Nadal, cercavo di renderlo molto bravo. Questo mi ha portato a cercare sempre soluzioni, a trovare la strategia migliore. Alla mia età, quello che penso di poter dare sono soprattutto consigli sul tennis.”
    Il rapporto con Auger-Aliassime, nel ruolo di supervisore del lavoro (in pratica il super-coach) ha portato ad ottimi risultati. “Oltre al fatto che mi è piaciuto tornare in circuito per qualche settimana, penso che abbiamo fatto un buon lavoro” continua Toni. “È partito al 22° posto nella classifica mondiale ed è salito al sesto posto l’anno successivo. Per me è stato stimolante: è stata una grande tappa, ma io stesso ho detto a Felix: Hai bisogno di qualcuno che sia molto più coinvolto di quanto possa fare io. Ma questo non significa che il rapporto non possa essere rinnovato. Gli ho anche detto: ‘Se vuoi venire all’accademia, sono sempre disposto ad aiutarti. Gratuitamente’“.
    “Sarei davvero felice se tornasse qua all’Accademia per una settimana, sarei entusiasta di lavorare con lui” continua Toni. “Ricordo quando Felix venne a trovarmi per collaborare, gli chiesi: ‘Qual è la tua aspirazione?’ E lui rispose: ‘Diventare il numero uno al mondo’. Allora gli chiesi: ‘Cosa vuoi che ti dica ora? Cosa vuoi sentire, o cosa penso di doverti dire?’ E lui rispose: ‘No, no, sono venuto per ascoltarti’”. Allora ho risposto: ‘Beh, non ti vedo come il numero uno in questo momento. Non so come puoi battere Djokovic, Zverev, Medvedev o Rafael. Rafael starebbe meglio se non lo battessi, ma non so come fare. Da qui in poi, vediamo se tra uno o due anni riusciremo a raggiungere l’obiettivo che ci siamo prefissati’“.
    “Sono abituato a dire alla gente quello che penso. Capisco, ovviamente, che bisogna stare attenti. Non si tratta di essere crudeli con nessuno, bisogna stare attenti, ma bisogna dire le cose” conclude Toni Nadal.
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    Svitolina risponde con amarezza alle offese e minacce ricevute via social a Montreal

    Elina Svitolina

    Il triste e preoccupante fenomeno degli abusi e minacce ricevute dai tennisti via social, perlopiù da scommettitori frustrati, continua tenere banco nel mondo del tennis. Stavolta è Elina Svitolina a denunciare una serie lunghissima di messaggi che hanno invaso il suo account dopo la sconfitta patita a Montreal da Naomi Osaka. La giocatrice ucraina ha composto con il proprio smartphone un collage di alcune delle offese e minacce inaccettabili che le sono arrivate sul social Instagram in Canada, dopo il suo impegno di quarti di finale perso con un secco 6-2 6-2 da Osaka.
    “Spero che tu muoia stanotte, tutto il denaro che ha fatto vendendo le tue partite…”
    “Spero che la Russia ucciderà tutti gli ucraini di merda, hai perso da quella giapponese, vai a…”
    Queste parti di due messaggi ricevuti da Elina, nelle parti “pubblicabili”. Il resto è una sequela di parolacce.

    Elina Svitolina showed the abusive & horrific messages she received from bettors after her loss to Naomi Osaka in Montreal.
    Her response to them:
    “To all the bettors: I’m a mom before I’m an athlete. The way you talk to women – to mothers – is SHAMEFUL. If your moms saw your… pic.twitter.com/nG7jA87Bw3
    — The Tennis Letter (@TheTennisLetter) August 6, 2025

    Secca la risposta di Svitolina nel post con gli screenshot allegati: “A tutti gli scommettitori: sono una mamma prima di un’atleta. Il modo in cui vi rivolgete a una donna – mamma – è vergognoso. Se le vostre madri vedessero i vostri messaggi, sarebbero disgustate”.
    Ricordiamo che la ITF insieme alla WTA (e non l’ATP) ha avviato un programma di monitoraggio dell’attività social dei tennisti professionisti, a loro tutela contro questi abusi, un’azione che ha provocato l’intervento delle autorità in diversi casi con il blocco degli account di questi soggetti e anche denunce penali nei casi più gravi. Tuttavia al momento sembra solo una goccia nel mare della cattiveria, dell’ignoranza e della malattia che diventa lo scommettere in modo compulsivo.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO