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    Da Milano: Presentazione del torneo. Milano ha sempre più fame di tennis e accoglie Vasamì

    Jacopo Vasami classe 2007 – Foto Patrick Boren

    Presentata la diciannovesima edizione dell’ASPRIA Tennis Cup – Trofeo BCS, nata nel 2006 e che sta beneficiando del momento d’oro del tennis, mai come oggi inserito nella cultura pop del Paese. Alla presenza di diverse autorità si è parlato dei valori espressi da un torneo di questo tipo e degli aspetti tecnici. Tra le wild card c’è il promettente Jacopo Vasamì, recente vincitore al Bonfiglio.
    In quasi 20 anni di storia, non era mai accaduto che l’ASPRIA Tennis Cup – Trofeo BCS fosse così attesa. Eppure stiamo parlando di uno dei Challenger italiani più longevi, che dal 22 al 28 giugno vivrà la sua diciannovesima edizione nel paradiso terrestre dell’ASPRIA Harbour Club di Milano, uno dei circoli più prestigiosi d’Italia, a due passi dallo Stadio Giuseppe Meazza. Mai, prima di oggi, erano stati venduti così tanti biglietti per le fasi finali, e con così tanto anticipo. È quanto emerso dalla conferenza stampa di presentazione, svoltasi nella tarda mattinata di mercoledì presso l’elegante palazzina del club milanese. Due i concetti su cui si sono soffermate le autorità presenti: il momento d’oro che sta vivendo il tennis e il ruolo di questo torneo, fondamentale tappa di crescita per giovani promesse. Il trait d’union dei due concetti è Jannik Sinner: se oggi il tennis è lo sport più cool, il merito è della Sinner Mania che è arrivata nella cultura pop. “Tutto quello che riguarda il tennis oggi funziona alla grande, dalle scuole tennis fino ai tornei internazionali – hanno detto in coro i relatori – dunque ne trarrà beneficio anche questo torneo”. Su Sinner, gli archivi ricordano che la primissima partecipazione dell’altoatesino a un torneo di questo livello risale proprio all’ASPRIA Tennis Cup – Trofeo BCS. Era il 2018 e un Jannik ancora sedicenne perse nelle qualificazioni contro lo spagnolo Jordi Samper Montana. Da allora è cambiato tutto, se non il fatto che negli anni successivi altri futuri top-10 hanno giocato l’ASPRIA Tennis Cup.
    L’ENTUSIASMO DELLE AUTORITÀLo ha ricordato il presentatore Carlo Annovazzi, apprezzato giornalista di “Repubblica”; il quale ha menzionato – tra gli altri – Lorenzo Musetti e Holger Rune. A fare gli onori di casa c’era Roberta Minardi, general manager del club meneghino. “L’ASPRIA Tennis Cup – Trofeo BCS, è il fiore all’occhiello e dà stimoli a tutto il club – ha detto – siamo orgogliosi di ospitare uno degli eventi più prestigiosi della città di Milano. E ringrazio il title sponsor BCS, da molti anni al nostro fianco”. Nutrita la rappresentanza istituzionale: c’era Federica Picchi, Sottosegretario ai Giovani e allo Sport della Regione Lombardia: “Si tratta di un evento importante, riconosciuto a livello internazionale e con un montepremi importante, che offre alle giovani promesse l’opportunità di farsi conoscere. In questo momento il tennis gode di una fama straordinaria”. Della stessa opinione Marco Riva, presidente del CONI Lombardia: “In Regione c’è un bellissimo ecosistema, con un bel dialogo tra le istituzioni e il mondo dello sport. L’ASPRIA Tennis Cup è un appuntamento importante per diffondere i valori dello sport. La Regione ha una responsabilità importante per lanciare nuovi progetti e messaggi. Poiché in questo torneo crescono giovani promesse, è importante continuare a sostenerlo”. In rappresentanza della FITP c’era il Consigliere Regionale Roberto Recalcati: “Questo torneo ha una storicità importante, e da sempre ha un rilievo nel calendario tennistico – ha detto – qui sono passati giocatori che hanno fatto la storia, giovani capaci di distinguersi in campo internazionale. La federazione si impegna a promuovere tornei di questo tipo, i quali offrono ai giovani la possibilità di crescere senza effettuare trasferte costose e impegnative. A Milano c’è il Torneo dell’Avvenire, poi il Trofeo Bonfiglio che è stato vinto da Jacopo Vasamì, il quale sarà proprio al Challenger in virtù di una wild card”. La realizzazione di un torneo così complesso sul piano organizzativo, e con un budget importante, non sarebbe possibile senza il sostegno degli sponsor.
    GRANDI SPONSOR E WILD CARD A VASAMÌDa ormai diversi anni, il title sponsor è la BCS del presidente Giuseppe Fumagalli, il quale si è detto onorato di questa continuità in un mondo in cui tutto cambia con eccessiva rapidità. Presente anche Patrizia Aste di Norqain, brand legato al mondo dello sport (non solo tennistico), che peraltro avrà tra i partecipanti al torneo un suo brand ambassador, il forte svizzero Dominic Stricker. In rappresentanza di Allianz Partner c’era Caterina D’Apolito, la quale ha ricordato che il marchio non si limiterà ad essere main sponsor del torneo, ma lo sarà anche dei Giochi Olimpici e Paralimpici di Milano-Cortina 2026. La direzione tecnica del torneo, ancora una volta, è affidata a Massimo Lacarbonara. Quella organizzativa, sin dal 2006, è di pertinenza della Makers di Carlo Alagna: prima di entrare nei dettagli tecnici dell’evento, ha ringraziato gli altri sponsor di un torneo che l’anno prossimo festeggerà il ventennale: Sheraton, Mindwork, Mood, XMetaReal, Koro Handels, Imoon, Eglue, Melià, Studio Legale Longo Barelli ed EA7. È poi giunto il momento di parlare dei giocatori iscritti, con un’entry list di ottimo livello e con tanti nomi di rilievo. Per l’ultima volta, l’ASPRIA Harbour Club accoglierà Albert Ramos Vinolas, unico giocatore a vincere per due volte questo torneo (2011 e 2014), che ha già annunciato il ritiro e sta effettuando una sorta di tour d’addio. Si tratta di un giocatore che ha giocato una finale Masters 1000 a Monte-Carlo. Attesa per il talentuoso Dominic Stricker, ex fenomeno junior che tira molto forte e in passato ha spaventato elementi di rilievo. Se starà bene sarà bello vederlo in azione, nella speranza che il suo fisico regga. Tra i giovani, vanno seguiti Dino Prizmic (classe 2005) e il tedesco Diego Dedura, addirittura 2008. Ma non sono gli unici nomi da seguire in un parco giocatori davvero intrigante. C’era poi grande attesa per conoscere le wild card del tabellone principale: due sono di pertinenza del Settore Tecnico FITP e una degli organizzatori. La federazione ha ufficializzato la prima e si tratta di un gran bel nome: Jacopo Vasamì, classe 2007, uno dei fiori all’occhiello del nostro tennis, già vincitore al Trofeo Bonfiglio e quartofinalista al recente Roland Garros junior. In virtù di questi risultati è numero 2 al mondo tra gli Under 18, ma ha già ottenuto risultati importanti a livello professionistico, come il quarto di finale al Challenger di Monza. Su di lui si è acceso un grande interesse. Nei prossimi giorni sarà ufficializzato il secondo invito FITP, così come quello del torneo, che ha già attivato alcuni contatti con nomi importanti e dal gran passato. L’attesa è ormai terminata: il kick-off è previsto per domenica mattina con i primi match delle qualificazioni.
    (Clicca per vedere l’entry list) Challenger Milano (MD) Inizio torneo: 23/06/2025 | Ultimo agg.: 19/06/2025 08:02Main Draw (cut off: 282 – Data entry list: 02/06/25 – Special Exempts: 0/0)

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    ASPRIA Tennis Cup – Trofeo BCS / Gomez, la carriera può iniziare a 27 anni

    Federico Agustin Gomez con il Trofeo BCS – Foto Francesco Peluso

    L’argentino Federico Agustin Gomez si aggiudica l’ASPRIA Tennis Cup – Trofeo BCS. Partito dalle qualificazioni, ha mostrato un tennis dirompente che ha messo KO anche il rumeno Jianu. Dopo la laurea negli Stati Uniti aveva iniziato a fare il maestro, poi ha deciso di provarci a 25 anni. “Alcuni amici mi hanno prestato il denaro per giocare: non lo vogliono nemmeno indietro”.
    Si vedeva. Già domenica scorsa, durante il primo turno di qualificazione, sotto il cielo plumbeo di Milano, Federico Agustin Gomez colpiva la palla in modo fantastico. Lo conoscevano in pochi, non era certo tra i più accreditati dell’ASPRIA Tennis Cup – Trofeo BCS (74.825€, terra battuta), invece ha raccolto sette vittorie e ha sigillato la settimana delle prime volte. Prima semifinale, prima finale e prima vittoria nel circuito Challenger. Ciliegina sulla torta, una classifica al numero 224 ATP che gli garantirà le qualificazioni dello Us Open. Fantascienza, fino a qualche tempo fa. Scintillante realtà vedendo giocare un ragazzone dal fisico imponente (191 centimetri per 95 chili) e dotato di un servizio potentissimo, che nella finale contro Filip Cristian Jianu ha toccato punte di 229 km/h. “Dicono che assomiglia a quello di Agustin Calleri, pare che lo ricordi anche nel modo di camminare” dice Gomez, felicissimo per un successo che può cambiare una carriera dal percorso molto particolare. Ha studiato, si è laureato, aveva smesso e si era dedicato all’insegnamento a Miami. Poi ha scelto di darsi una seconda chance e oggi ride, perché a 27 anni e mezzo può diventare un giocatore molto interessante. Gli anni trascorsi negli Stati Uniti hanno formato un tennista ben diverso dagli standard del tipico sudamericano. Gomez picchia duro, durissimo. E lo fa con discernimento, anche grazie ai consigli di coach Cesar Chiappari, con il quale ha iniziato a lavorare proprio questa settimana. “Direi che non abbiamo fatto un brutto lavoro” ha detto durante la premiazione. Aveva impiegato un’ora e ventisei minuti per battere Jianu, mostrando una qualità superiore. La sua palla viaggia troppo più rapida, e l’esito della finale non è mai stato in discussione. Pronti, via, 2-0. Jianu ha avuto la sua unica palla break sul 2-1, cancellata da un gran servizio di Gomez. L’argentino ha poi brekkato di nuovo sul 5-3, mentre nel secondo c’è stato più equilibrio. Soltanto un netto calo di Gomez, tuttavia, avrebbe potuto rovesciare l’esito. Si è trovato 0-40 sul 4-3 e Jianu si è salvato. Scenario analogo sul 5-4, e il secondo matchpoint è stato quello buono. Dopo l’ultima volèe vincente ha lasciato cadere la racchetta per terra.
    LONTANE ORIGINI ITALIANE“Non mi aspettavo certo di vincere il torneo – racconta – ovviamente vuoi fare le cose per bene, ma era anche la prima settimana di lavoro col mio nuovo coach. Abbiamo deciso di pensare a un match alla volta, migliorando i dettagli partita dopo partita”. Sulla finale, Gomez è convinto che la chiave sia stata la parte mentale. “Lui sta giocando un ottimo tennis, e comunque ogni partita ha avuto le sue problematiche. Sono rimasto tranquillo, sapevo che se avessi fatto il mio gioco c’erano buone chance. Per questa tranquillità devo molto a Cesar, è stato capace di trasmettermela per tutta la settimana”. Gomez ha frequentato l’università negli Stati Uniti, rappresentando la franchigia dei Louisville Cardinals. Carriera completa, con tanto di laurea, e utile per imparare a gestire la pressione: il Campionato NCAA obbliga a giocare in contesti difficili. “In realtà sono due sport diversi: qui giochi per te stesso, mentre nel Campionato Universitario sei in squadra. A volte vinci ma la squadra perde, e sei comunque triste. Però mi è servita a gestire le pressioni, facendomi capire cosa si può controllare e cosa no. È stata la scuola ideale per definire le mie priorità”. Il modo di esprimersi, il suo atteggiamento verso il prossimo e tanti piccoli dettagli delineano una persona colta, che a diciotto anni ha lasciato il tennis dopo aver ottenuto il primo punto ATP. “I miei genitori mi hanno sempre spinto a studiare – racconta – all’inizio non volevo, credevo che avere classifica ATP risolvesse la mia vita. Ben presto ho capito che non era cosi, e col senno di poi sono contento di essere andato negli Stati Uniti. Ho fatto tutto il ciclo, terminando a 22 anni”. Ok, ma i tempi non tornano. Ha ripreso a giocare solo nel settembre 2021: cosa è successo nel frattempo? “Per questioni di vita ho smesso di giocare a tennis dopo la laurea. Ho fatto il maestro a Miami per due anni e mezzo, poi ho deciso di darmi una chance. Non avevo nessun obiettivo, anche perché non avevo molte risorse economiche. Ho potuto giocare perché alcuni amici mi hanno prestato dei soldi. Sono amici, non investitori: sto provando a restituire gradualmente il denaro, ma mi hanno già detto che non vogliono nulla indietro. Sono fortunato, perché in Sudamerica è molto difficile iniziare a giocare. Io sono grato di questa possibilità: mi guardo indietro e mi rendo conto che è valsa la pena sforzarmi così tanto negli ultimi due anni e mezzo” racconta Gomez, che come circa la metà degli argentini ha origini italiane: i suoi nonni sono partiti da Varese nel secolo scorso, in cerca di fortuna in Argentina. Si chiamavano Clerici, cognome che nel tennis non è così banale.
    GRAZIE UNIVERSITÀ“Questo successo cambia un po’ le prospettive – dice Federico Agustin, il cui fratello maggiore fa lo chef in Brasile – mi hanno detto che le qualificazioni allo Us Open sono quasi garantite, ma adesso continuerò a giocare e competere per migliorare ogni giorno. Mi vedrete a Modena e poi a Trieste. A quel punto dovrò tornare alla base, a Miami o in Argentina, per preparare la stagione sul cemento. Nessun obiettivo di classifica, vorrei soltanto giocare più partite possibili senza farmi male”. Per lui sarà emozionante giocare il primo Slam proprio a New York, laddove c’è il campo dei suoi sogni: quando gli abbiamo chiesto – in virtù della sua particolare provenienza – su quale superficie giocherebbe la partita della vita, gli si illuminano gli occhi. “La mia partita ideale, o quella che vorrei almeno giocare, sarebbe sull’Arthur Ashe Stadium di New York. Sarebbe magico”. Intanto metterà piede nell’impianto dedicato a Billie Jean King, laddove nel 2000 vinse il suo primo idolo, Marat Safin. “Sono cresciuto negli anni della Legiòn, ma non avevo un vero e proprio giocatore preferito. Mi piacevano Nalbandian, Coria, Gaudio… ma il mio preferito era Safin”. Se continua a giocare così, magari confermando l’alchimia con Chiappari, può davvero arrivare nel circuito maggiore, confermando la bontà della scuola NCAA. “L’università mi ha formato come persona – racconta – ho vissuto a lungo da solo. I miei mi sostenevano, ma erano lontano. Credo sia una buona strada perché ti insegna a essere ordinato. Prima giocavo bene, ma ero molto disordinato fuori dal campo. A Louisville ho imparato a rispettare gli orari, studiare ed essere disciplinato. Non hai alternativa: sono i coach a stabilire le regole. Mi è servita per imparare a gestire il tempo, alternando nel modo giusto lavoro e riposo”. Con il successo di Gomez, l’Argentina diventa la nazione più vincente nella storia dell’ASPRIA Tennis Cup. Con cinque titoli supera Italia e Spagna, ferme a quattro. Va in archivio un’edizione che ha superato a pieni voti le difficoltà meteo: si è passati dalla pioggia insistente dei primi giorni fino al caldo torrido di venerdì e all’afa della giornata finale. Nonostante le difficoltà, lo staff dell’ASPRIA Harbour Club si è impegnato al massimo e ha permesso che il torneo terminasse regolarmente sabato, per la soddisfazione degli sponsor e del pubblico che che ha affollato in buon numero il Campo Centrale, nonostante l’assenza di giocatori italiani in finale. Perché l’ASPRIA Tennis Cup – Trofeo BCS è ormai uno dei simboli dell’estate milanese, nonché uno degli eventi clou di uno dei circoli più belli d’Italia.
    STREET TENNIS ALL’IPPODROMO SNAI SAN SIROAncora prima del match “ufficiale”, la finale dell’ASPRIA Tennis Cup – Trofeo BCS, il Challenger organizzato presso l’ASPRIA Harbour Club, ha vissuto un gustoso antipasto. Nella mattinata di sabato 29 giugno, infatti, Federico Agustin Gomez e Filip Cristian Jianu si sono fronteggiati in una sfida di street tennis: nel suggestivo scenario dell’Ippodromo Snai San Siro è andato in scena così il “Guerriglia ATP Challenger”. In un insolito avvicinamento al match, i due atleti hanno varcato i cancelli in ferro battuto dell’ippodromo e hanno dato vita ad uno scambio inedito di colpi all’ombra del maestoso Cavallo di Leonardo, offrendo un inatteso spettacolo ad appassionati e curiosi. L’evento è stato particolarmente sentito, poiché non è così frequente che due finalisti di un torneo professionistico diano vita a un incontro di questo tipo prima di sfidarsi sul campo. Tuttavia, la tradizione dell’evento di Milano e – soprattutto – la bellezza dello scenario sono state irresistibili. A un certo punto, Jianu si è reso conto che mancava poco alla finale e, indicando l’orologio al suo avversario, ha messo fine all’esibizione. I due hanno recuperato la loro attrezzatura e sono tornati al club, lasciandosi alle spalle un luogo straordinario dove sport, musica, storia, architettura, arte e design si incontrano all’interno di un parco botanico di immenso valore. L’evento si è svolto con il patrocinio del Municipio 7 e la collaborazione di Snaitech, proprietaria dell’Ippodromo Snai San Siro. LEGGI TUTTO

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    ASPRIA Tennis Cup – Trofeo BCS / Gli azzurri lottano, ma non basta: sarà Gomez-Jianu

    Samuel Vincent Ruggeri ITA, 22-05-2002 – Foto Francesco Peluso

    Il gigante argentino stoppa Samuel Vincent Ruggeri, mentre il rumeno vince una dura battaglia contro Enrico Dalla Valle. Dopo essere stato dominato nel secondo set, nel terzo si è ripreso… bevendo Coca Cola. “È dura se vieni dalla Romania: da noi è un disastro, ma io mi ispiro a Simona Halep. Ha dimostrato che si può diventare forti anche senza un sistema alle spalle”
    Erano le 21.07 quando è svanita la speranza di avere almeno un italiano in finale all’ASPRIA Tennis Cup – Trofeo BCS (74.825€, terra battuta). Dopo l’ultimo smash, quasi liberatorio, l’argentino Federico Agustin Gomez si è inginocchiato sulla terra battuta del Campo Centrale per festeggiare la sua prima finale in un torneo Challenger. Gomez ha scippato l’obiettivo a Samuel Vincent Ruggeri, pure lui a caccia di un traguardo analogo. In un match iniziato molto tardi a causa della lunghezza del precedente, Gomez è partito contratto, teso, quasi sdrucito. Un attento Vincent Ruggeri lo ha stimolato dal lato del rovescio, raccogliendo tantissimi punti. In effetti, l’argentino è un giocatore piuttosto asimmetrico: possiede un dritto potentissimo, mentre il rovescio bimane può andare in difficoltà. Vincent Ruggeri è rapidamente salito sul 4-0, ma a quel punto il gigante di Merlo (è alto 191 cm per ben 95 kg) ha preso le misure alla partita. Non è stato sufficiente per recuperare il primo set, ma il match ha cambiato direzione sin dai primi punti del secondo. Gomez ha confermato di essere in forma strepitosa, affidandosi a un servizio molto potente (che nelle movenze ricorda quello del connazionale Agustin Calleri, ex top-20 ATP) e una mobilità sorprendente per un giocatore della sua stazza. Vincent Ruggeri si è fatto un po’ travolgere dall’ondata, che però avrebbe potuto interrompersi sul 3-1 nel secondo, quando Gomez si è procurato una classica storta alla caviglia destra nel rincorrere una smorzata. Lo spavento è durato qualche decina di secondi, perché poi ha ripreso a giocare alla grande. Nessun calo, anzi, un netto predominio fino al 5-1 al terzo, quando forse è subentrata un po’ di paura di vincere. Il bergamasco ha lottato come ha potuto, si è avvicinato fino al 5-3, ma la distanza era ormai troppa. È finita 3-6 6-3 6-3 e in finale ci sarà il ragazzone argentino, laureato in Sports Administration in Louisiana. Per questa ragione è diventato professionista soltanto nel 2021, a 25 anni. Oggi è numero 284 ATP, ma salirà ancora e può essere ancora più pericoloso sui campi in cemento, frequentati per anni ai tempi del Campionato NCAA. Intanto si gode un risultato inedito (dopo essere partito dalle qualificazioni) e non partirà certo sfavorito contro il Filip Cristian Jianu, che nella prima semifinale aveva bloccato il sogno di Enrico Dalla Valle.
    JIANU, LA COCA COLA PER RINASCEREOvviamente non è il motivo per cui Filip Cristian Jianu ha vinto la semifinale contro Enrico Dalla Valle, però la curiosità – se non suggestione – rimane grande. L’ultima volta che si era visto un giocatore bere Coca Cola durante una partita risaliva agli anni ’80, quando John McEnroe ne ingurgitava parecchia tra una sfuriata e l’altra. Dopo aver perso a zero il secondo set, il rumeno si è fatto portare un paio lattine di Coca Cola e le ha bevute avidamente ai cambi di campo. “Non è la prima volta che lo faccio – racconta – oggi faceva molto caldo, a un certo punto non avevo più forza, avevo quasi le vertigini. La Coca Cola mi fa sentire meglio quando sono a corto di energie. So che non è la bevanda più salutare in assoluto, ma quando giochi in queste condizioni può dare una mano. E in effetti mi ha rinvigorito”. Dopo quasi tre ore di battaglia, il rumeno ha impedito a Dalla Valle di raggiungere la sua prima finale Challenger in carriera, imponendosi col punteggio di 6-3 0-6 7-5. Si è giocato sotto il sole cocente, ed entrambi hanno avuto bisogno dell’assistenza dei fisioterapisti: l’azzurro per un problema muscolare alla coscia sinistra, il rumeno per un generale senso di malessere. In un terzo set pieno di strappi, Dalla Valle può forse recriminare per due palle break sciupate sull’1-1, quando si è trovato sul 15-40 e ha commesso un paio di errori “Dovevo tirarla di qua, l’ho tirata di là” ha recriminato al cambio campo. Nel game successivo è stato Jianu a scappargli via e lui ha orgogliosamente resistito, con tanto di matchpoint annullato sul 4-5. Ma alla fine l’ha spuntata il rumeno. “Credo che alla fine abbia vinto chi è stato più coraggioso – dice Jianu – eravamo entrambi molto nervosi, io lo sono diventato quando mi ha annullato il matchpoint con un gran dritto. Ha vinto chi è stato più stabile mentalmente, senza pensare troppo al punteggio, al fatto che fosse una semifinale, un match così importante. Io l’ho fatto, mentre nell’ultimo game, in effetti, lui ha sbagliato qualche palla facile”. Per Jianu è la seconda finale Challenger in carriera (ha giocato la prima a Oeiras nel 2023). Più in generale, è un po’ in ritardo dopo essere stato numero 5 del mondo tra i junior.
    “IN ROMANIA È UN DISASTRO, PER FORTUNA C’È LA HALEP”Quando gli chiediamo il perché di tante difficoltà nel passaggio tra i professionisti, la sua risposta è quasi uno sfogo. “In Romania è dura. Non è come in Italia, Spagna, Francia… non abbiamo tornei, soldi, sponsor ed è difficile iniziare l’attività perché non arrivano wild card. Quando un giocatore come me esce dalla carriera junior, solitamente riceve tanti inviti nei Challenger e talvolta negli ATP. Basta vincere qualche partita e la classifica sale rapidamente. Per me non è stato così, sono dovuto partire dai tornei ITF da 15.000 dollari, settimana dopo settimana. Ho vinto molto, ma non è facile uscirne perché offrono pochissimi punti. E poi è difficile viaggiare con il coach perché non ho molti soldi. Quando sono arrivato nei Challenger per la prima volta, mi sono spaventato: tutti avevano il coach e una condotta molto professionale, mentre io ero da solo. E il mio livello non era sufficiente perché nei tornei ITF trovavo giocatori meno forti e mi allenavo in cattive condizioni. I giocatori dei Challenger, inoltre, hanno la palla molto più pesante. Insomma, sono stato respinto e mi sono ritrovato di nuovo negli ITF. Ma stavolta sapevo cosa fare, infatti ho ancora vinto molto. Adesso sono tornato nei Challenger e sono un giocatore migliore, ho più fiducia e finalmente sento di potermela giocare con chiunque”. Il modello, naturalmente, si chiama Simona Halep, capace di diventare numero 1 del mondo. “La conosco bene, in Romania siamo pochi tennisti e ci conosciamo tutti. Lei è un modello perché ha fatto tutto da sola, in assenza di un sistema. Non abbiamo coach, fisioterapisti, strutture… è un disastro. Lei ha un talento incredibile ed è molto intelligente perché ha saputo sfruttarlo nel migliore dei modi. Ha aperto il cammino, ha fatto capire ai rumeni che puoi farcela anche da solo, a patto che combatti, sei serio, professionale e paziente. Farcela non è impossibile”. Con la finale a Milano è già certo di ottenere il suo best ranking, poiché entrerà per la prima volta tra i top-250 ATP. Ma ovviamente vuole provare a vincere. “Non sarà facile recuperare in poco tempo dopo un match così duro, ma ho già iniziato la routine. Dopo la partita ho fatto tanta cyclette, poi doccia e massaggi, infine conto di dormire moltissimo, almeno 9-10 ore. Senza dimenticare la corretta idratazione. Niente di speciale, si tratta semplicemente di fare le cose giuste”. Per chi viene dalla Romania, probabilmente, è ancora più facile essere disciplinati. Anche perché – come ha detto il biondissimo Jianu – Simona Halep ha aperto la strada. Il programma dell’ultima giornata scatterà alle 12 con la finale del doppio, dopodiché alle 14 ci sarà il match per il titolo, con la diretta TV su SuperTennis (canale 64 del digitale terrestre). Oltre ai 75 punti ATP in palio e un prize money di 10.200 euro, Gomez giocherà anche per dare all’Argentina il record di Paese più vincente del torneo. Nella storia, infatti, Italia, Spagna e albiceleste sono appaiate con quattro successi. In caso di vittoria, questo piccolo primato andrà all’Argentina. Da parte sua, Jianu proverà a essere il primo rumeno a mettere il proprio nome nell’albo d’oro. LEGGI TUTTO

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    ASPRIA Tennis Cup – Trofeo BCS / Enrico Dalla Valle, chi la dura la vince (con il programma delle Semifinali)

    Enrico Dalla Valle nella foto – Foto Francesco Peluso

    Due azzurri in semifinale: Enrico Dalla Valle domina Tseng e raccoglie i primi frutti di una feroce dedizione, tra il legame con coach Galimberti e il graduale avvicinamento al circuito maggiore. “Oggi ho giocato tutti i punti con la stessa intensità”. Prima semifinale Challenger per Vincent Ruggeri. Entrambi hanno chance. Modificati gli orari dell’ultima giornata.
    Sin da quando era un ragazzino, chiunque conoscesse Enrico Dalla Valle diceva di lui che “ci tiene moltissimo, forse troppo. Una passione che rischiava di condizionarlo in negativo”. Non sappiamo se sia vero, ma non c’è dubbio che il ravennate abbia una professionalità impeccabile, l’approccio alla professione sognato da ogni coach. “Ci tengo molto” ribadisce dopo aver raggiunto la seconda semifinale Challenger in carriera. La prima risaliva allo scorso agosto a Cordenons, adesso sogna di fare un passo in più all’ASPRIA Tennis Cup – Trofeo BCS (74.825€, terra battuta), laddove ha vinto due partite nella prima vera giornata di caldo estivo. Al mattino ha battuto l’amico Giovanni Fonio (costretto al ritiro sul punteggio di 7-6 6-5 per violenti crampi a entrambe le gambe), al pomeriggio ha colto un bell’exploit contro Chun-Hsin Tseng, un 6-0 6-4 che riempie di certezze sulla sua condizione fisica, visto che è parso molto brillante rispetto a un avversario molto più leggero e dunque – in teoria – più adatto a uno Stop&Go. Invece ha giocato una splendida partita. Ordinata, giusta, perfetta. Dopo aver dominato il primo set, ha preso un break in avvio di secondo e lo ha portato fino alla fine, peraltro dopo aver avuto quattro matchpoint sul 5-3. Nessun problema: ha giocato con grande attenzione l’ultimo game e si è appoggiato alla recinzione del Campo 13, stanco ma felice. “Giocare due match in un giorno, con questo caldo, è stato molto pesante. Contro Fonio è stato un match fisico ed emotivo, ho speso molto – racconta Dalla Valle – subito dopo ho mangiato: credo che l’alimentazione e l’integrazione siano la cosa più importante per giocare subito dopo. Non pensavo di sentirmi così bene: a mezz’ora dal match, quando mi sono attivato, ho sentito la fatica del primo match, ma appena sono sceso in campo mi sono subito sentito bene”. Non si può dire altrettanto per “Jason” (soprannome occidentale di Tseng), che in mattinata aveva vinto un match altrettanto duro contro Gianluca Mager. Dopo un brutto primo set, nel secondo le ha provate tutte, giocando diverse moon ball di changhiana memoria per irretire l’azzurro. Dalla Valle è stato bravissimo, giocando ogni punto con la stessa intensità, ricucendo anche un game di servizio in cui era stato sullo 0-40. “L’obiettivo di giocare tutti i punti con la stessa intensità è qualcosa che mi ero prefissato da tempo: a volte ci riesco, a volte è più complicato, ma quando sono stato bravo penso sia giusto dirlo. Oggi ho lottato duramente su ogni palla e credo che abbia pagato. Devo continuare così, perché i big lo fanno tutte le settimane. Devo provare a imitarli”.
    IL RAPPORTO CON GALIMBERTIIl concetto di “tenerci molto” spesso si incrocia con un carattere forte, che talvolta lo porta a essere nervoso sul campo. È spontaneo chiedersi se questa caratteristica sia un difetto da limare o qualcosa che certifichi impegno e dedizione. “Nel bene e nel male è una mia particolarità. Fa parte del mio carattere: senza ricordare il passato, so di aver vissuto brutti momenti e quindi tengo molto a ogni partita. Col mio mental coach stiamo lavorando per scaricare rabbia e nervosismo soltanto sulla palla, e comunque fare in modo che non precluda la prestazione. A parte i più forti, ognuno ha il suo carattere. Posso fare meglio, ma i passi in avanti ci sono stati”. Il bello di Dalla Valle, e che porta istintivamente ad avere simpatia per lui, è la piena dedizione per l’obiettivo. Anche durante l’intervista è rimasto fedele a se stesso, versando l’integratore nella bottiglia d’acqua per riprendersi in fretta. D’altra parte aveva giocato l’ultimo punto meno di mezz’ora prima. Il romagnolo si allena da un anno e mezzo nell’accademia di Giorgio Galimberti a Cattolica. È chiaro che l’uscita di Luca Nardi dal team non sia stata accolta benissimo, ma l’altro lato della medaglia potrebbe essere una maggiore disponibilità di Galimberti a seguire proprio Dalla Valle. “Sarò sincero: quando Luca ha lasciato il team ci sono rimasto molto male. Prima non eravamo così legati, ma nei primi mesi del 2024 siamo diventati molto amici. Ero contento di condividere con lui gli allenamenti e qualche torneo, poi ha fatto un salto clamoroso e le programmazioni si sono diversificate. Gli voglio molto bene e sono un suo gran tifoso: uno come lui, per un coach come Galimberti, richiedeva un certo impegno e aveva esigenze diverse dalle mie. Tuttavia la cosa non mi ha mai infastidito, anzi, la vedevo come uno stimolo a fare meglio. Io ho imparato molto da lui, forse lui in piccolo ha preso qualcosa da me. Adesso manca un giocatore come lui, ma Giorgio ha la sua accademia, sono soddisfatto del lavoro e quando può viaggiare con me ne sono felice. Spero possiate vederci insieme più spesso, vorrebbe dire che le cose stanno andando bene”. Visto che Galimberti e Dalla Valle hanno entrambi caratteri forti, era interessante sapere come è stato l’incastro tra i due. Sul punto, Dalla Valle rivela un curioso aneddoto. “Vi farò sorridere: prima di spostarmi a Cattolica c’è stato un periodo di 2-3 anni in cui non ci siamo parlati e nemmeno salutati. Il motivo era stato uno screzio inutile, futile. D’altra parte era nell’ordine delle cose che due caratteri forti si scontrassero, ma al di là di questo ho sempre avuto grande rispetto per lui. La scelta di spostarsi a Cattolica è nata un po’ per caso, ma oggi sono molto soddisfatto della collaborazione. È una persona molto appassionata e i nostri caratteri si incastrano bene: sa alternare bastone e carota nel modo giusto, è stato un ottimo giocatore e sa come gestire la mia personalità e il mio gioco. Sono grato a lui e a tutto lo staff dell’accademia”.
    NUMERI DA CAPOVOLGEREDalla Valle ha compiuto 26 anni lo scorso marzo, ma non ha ancora giocato nel circuito ATP (salvo una presenza alle qualificazioni di Acapulco). Può pesare? “Premetto che ho perso due anni pieni tra Covid e problemi fisici: questo va considerato nella crescita di un giocatore – dice Enrico – tuttavia non mi pesa, perché per mettere il naso nei tornei ATP ci vuole la classifica. Quella me la devo costruire con i Challenger, se sarò bravo mi meriterò di arrivarci. Non ho fretta: se e quando ci arriverò sarà un motivo di orgoglio, però adesso mi sto godendo quello che sto facendo”. Giusta riflessione, ma a che punto è Enrico Dalla Valle? Attualmente è numero 242 ATP, peraltro con le cambiali in scadenza di due vittorie consecutive in tornei ITF nel giugno 2023. I numeri dicono che ha un bilancio di 8 vittorie (compresa quella con Tseng) e 12 sconfitte contro i giocatori compresi tra la 100esima e la 200esima posizione. Cosa significa? “Ognuno ha la classifica che si merita, e mi trovo dove dovrei – spiega – quest’anno avrei potuto essere un po’ più in alto perché ho perso un paio di partite rocambolesche. Se i numeri dicono questo, tuttavia, significa che devo fare meglio. Io sono convinto di potermela giocare con tutti, ho battuto anche un top-100 (Alexandre Muller, ndr). Chi non segue a dovere il tennis fatica a capire quanto sia vicino il livello: magari batti un top-100 e poi il giorno dopo perdi con un ragazzo fuori dai 400. Se il numero 80 non gioca bene, può perdere tranquillamente con uno più in basso. Non si può essere sempre in forma, ma non c’è dubbio che proverò a capovolgere la statistica”. Per raggiungere la sua prima finale Challenger in carriera dovrà battere il rumeno Filip Cristian Jianu, 23enne giunto in semifinale grazie alla vittoria contro Marco Cecchinato negli ottavi (6-1 7-5) e quella maturata grazie al ritiro di Elmer Moller nei quarti. Esito a sorpresa, poiché il danese aveva destato una grande impressione battendo nettamente Juan Pablo Varillas, numero 2 del tabellone. Jianu è in forma, quest’anno ha vinto tre tornei ITF e si sta affacciando nel circuito Challenger, ma è una partita che l’azzurro può giocarsi. In caso di vittoria, l’obiettivo di giocare le qualificazioni dello Us Open sarebbe molto, molto vicino.
    L’EXPLOIT DI VINCENT RUGGERINon c’è soltanto Dalla Valle: l’Italia ha piazzato un altro giocatore in semifinale, e per Samuel Vincent Ruggeri sarà comunque una settimana storica. Non si era mai spinto così avanti in un Challenger, e al quinto tentativo – finalmente – ha superato lo scoglio dei quarti. Lo ha fatto in grande stile. Seguito con passione da un gruppetto di tifosi, il 22enne bergamasco ha raccolto la più bella vittoria in carriera contro Albert Ramos, un 6-2 6-4 davvero convincente. Quando il servizio funziona, il gioco di Vincent Ruggeri entra in un’altra dimensione e vale molto di più della sua attuale classifica (n.263). Ok, Ramos è in fase calante ma non è un giocatore che si batte da solo. Anzi. Invece Vincent Ruggeri ha fatto tutto nel modo giusto, senza nemmeno spendere troppe energie. Gli è tornato utile nel match pomeridiano contro Ivan Gakhov, domato col punteggio di 7-6 6-4. Dotato di un fisico straripante, Vincent Ruggeri sembra avere ancora parecchio margine nei colpi da fondocampo. Non ha particolari punti deboli, ma nemmeno un colpo in grado di lasciare fermo l’avversario. Per sua fortuna, il paradigma viene stravolto dal servizio, che gli permette di raccogliere tanti punti gratis e – probabilmente – gli farebbe giocare la partita della vita su una superficie diversa dalla terra battuta. Contro Gakhov è stato fondamentale vincere il primo set, nel quale è stato per due volte in svantaggio di un break prima di riprendersi e vincerlo al tie-break. Nel secondo ha messo il pilota automatico al servizio, dunque gli è bastato un break al quinto game per planare verso un risultato inedito. I punti della semifinale non gli permetteranno di effettuare chissà quale salto in classifica (che ci sarebbe soltanto in caso di vittoria nel torneo), ma poco importa: la carriera di un giocatore è fatta di step, e quest’anno Vincent Ruggeri sta effettuando un evidente salto di qualità.
    NUOVO ORARIO PER LA FINALEE chissà che dopo la prima semifinale non possa arrivare la prima finale: l’ostacolo si chiama Federico Agustin Gomez, 27enne argentino che soltanto tre anni fa si è dato al professionismo dopo aver studiato negli Stati Uniti e che sta destando una grande impressione. Nel torrido giovedì milanese è stato aiutato dalla fatica con cui il suo avversario nei quarti, il lituano Vilius Gaubas, aveva battuto Alvarez Varona. Quasi tre ore di battaglia terminate alle 16 si sono fatte sentire nelle gambe di Gaubas, costretto a scendere di nuovo in campo alle 17.45. Gomez ha un po’ raccolto i cocci dell’avversario e ottenuto – proprio come Vincent Ruggeri – la prima semifinale in carriera in un torneo Challenger. Per il vincitore, dunque, sarà la prima finale Challenger in carriera. E – a meno che non Jianu non batta Dalla Valle – c’è la possibilità che Milano ospiti una finale tra debuttanti assoluti. È il bello dei tornei Challenger. A proposito delle fasi finali, sono stati modificati gli orari della giornata finale. A differenza di quanto inizialmente stabilito, sabato 29 giugno la finale del doppio si giocherà alle 12 e quella del singolare alle 14. Il motivo è duplice: il principale riguarda il meteo, poiché nel tardo pomeriggio di sabato è previsto il ritorno della pioggia. Inoltre, si eviterà la concomitanza con l’attesa Italia-Svizzera agli Europei di Calcio. I biglietti per le ultime due giornate sono ancora disponibili e sono acquistabili sia sul circuito Ticketone che direttamente all’ingresso dell’ASPRIA Harbour Club.
    Center Court – ore 1:30Theo Arribage / Denys Molchanov vs Petr Nouza / Patrik Rikl Enrico Dalla Valle vs Filip Cristian Jianu Samuel Vincent Ruggeri vs Federico Agustin Gomez
    Court 10 – ore 1:30Andre Begemann / Jonathan Eysseric vs Ivan Sabanov / Matej Sabanov
    ASPRIA TENNIS CUP – TROFEO BCS (74.825€, terra battuta)Secondo Turno SingolareSamuel Vincent Ruggeri (ITA) b. Albert Ramos (SPA) 6-2 6-4Chun-Hsin Tseng (TPE) b. Gianluca Mager (ITA) 7-5 7-5Ivan Gakhov (RUS) b. Federico Gaio (ITA) 7-6(3) 6-3Enrico Dalla Valle b. Giovanni Fonio (ITA) 7-6 6-5 ritiroFilip Cristian Jianu (ROM) b. Marco Cecchinato (ITA) 6-1 7-5Elmer Moller (DAN) b. Juan Pablo Varillas (PER) 6-3 6-1Federico Agustin Gomez (ARG) b. Nicolas Sanchez Izquierdo (SPA) 4-6 6-4 6-1Vilius Gaubas (LTU) b. Nicolas Alvarez Varona (SPA) 4-6 6-3 6-4
    Quarti di Finale SingolareSamuel Vincent Ruggeri (ITA) b. Ivan Gakhov (RUS) 7-6(5) 6-4Enrico Dalla Valle (ITA) b. Chun-Hsin Tseng (TPE) 6-0 6-4Filip Cristian Jianu (ROM) b. Elmer Moller (DAN) 2-6 6-2 ritiroFederico Agustin Gomez (ARG) b. Vilius Gaubas (LTU) 6-1 6-4Primo Turno DoppioTheo Arribage-Denys Molchanov (FRA-UCR) b. George Goldhoff-Alexandru Jecan (USA-ROM) 7-6(3) 6-4Federico Gaio-Federico Cinà (ITA-ITA) b. Boris Arias-Federico Zeballos (BOL-BOL) 4-6 6-3 10-8Quarti di Finale DoppioTheo Arribage-Denys Molchanov (FRA-UCR) b. Toshihide Matsui-Kaito Uesugi (GIA-GIA) 6-2 6-3Petr Nouza-Patrik Rikl (CZE-CZE) b. Thomas Fancutt-Rubin Statham (AUS-NZL) 7-6(1) 7-6(4)Ivan Sabanov-Matej Sabanov (SRB-SRB) b. Federico Gaio-Federico Cinà (ITA-ITA) 6-7(4) 6-3 10-6Andre Begemann-Jonathan Eysseric (GER-FRA) b. Orlando Luz-Marcelo Zormann (BRA-BRA) 7-6(5) 6-3 LEGGI TUTTO

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    ASPRIA Tennis Cup – Trofeo BCS, il torneo dei numeri 1

    Samuel Vincent Ruggeri ITA, 22-05-2002

    Grande entusiasmo per la diciottesima edizione del Challenger di Milano. Albert Ramos guida un’entry list in cui trovano spazio quattro ex numeri 1 junior ed elementi di spessore e notorietà. L’obiettivo è continuare a lanciare i fenomeni del futuro. Pieno sostegno di sponsor e istituzioni, con grande attenzione alla sostenibilità.
    Arriva l’estate ed è tempo di ASPRIA Tennis Cup – Trofeo BCS. Il calendario del circuito mondiale è composto da alcuni pilastri, tra i quali rientra il Challenger organizzato presso l’ASPRIA Harbour Club, uno dei più longevi d’Italia. Dal 23 al 29 giugno si festeggerà la diciottesima edizione, presentata in un’affollata conferenza stampa presso la Sala Diamond dell’iconico club milanese. A fare gli onori di casa la general manager Roberta Minardi, che ha confermato alla direzione dello staff tecnico all’ormai storico direttore Massimo Lacarbonara, prima di lasciare spazio ai rappresentanti delle istituzioni. Per la Regione Lombardia c’era il consigliere Massimo Bestetti, per il CONI il presidente regionale Marco Riva e per la FITP il vice-presidente del comitato regionale Ezio Terreni. Tutti hanno sottolineato la bontà dell’attuale momento del tennis in Italia, sia sul piano tecnico che su quello organizzativo, ricordando che la Lombardia è il cuore pulsante del movimento ed eventi come questo svolgono un lavoro prezioso sia per il territorio che per la comunità. Ancora una volta il title sponsor sarà BCS (rappresentata dal suo presidente, l’appassionato Giuseppe Fumagalli), sempre attenta al progresso. Fumagalli ha sottolineato come l’intelligenza artificiale sia utilizzata con efficacia anche nel mondo dello sport: per questo, BCS ne usufruirà durante il torneo per produrre una serie di dati che poi verranno messi a disposizione dei vari team. Tra i nuovi sponsor ci sarà Allianz Partners, rappresentata da Marco Gioieni, che ha scelto di inserire il torneo in una serie di collaborazioni che comprenderà i Giochi di Milano-Cortina 2026. A organizzare l’evento, in collaborazione con ASPRIA Harbour Club, sarà la società Makers di Carlo Alagna, il quale si è soffermato sui vari dettagli organizzativi e sottolineato la presenza di altri sponsor di assoluto prestigio come Fonti di Gaverina, Green SRL, Zerogen, Pasta Rummo, Metro 5 e Norqain. Ancora una volta, l’ASPRIA Tennis Cup si conferma attenta alla sostenibilità, con Zerogen che riciclerà palline da tennis per la realizzazione di maglie tecniche, Green che si occupa di energia solare e Norqain che produce orologi con cinturino con buccia di mela, dunque animal cruelty free.
    QUATTRO EX NUMERI 1 JUNIORSul piano tecnico sarà un’edizione piena di interesse, con un entusiasmante mix tra Giovani all’Arrembaggio e Vecchi Leoni, tipico scenario per i tornei di categoria. L’ASPRIA Tennis Cup vedrà ai nastri di partenza ben quattro giocatori che in tempi piuttosto recenti sono stati numero 1 nella classifica mondiale Under 18. Il più atteso è anche il più giovane, quel Martin Landaluce (classe 2006) che ha vinto lo Us Open junior nel 2022 prima di lasciare l’attività giovanile con un anno d’anticipo. Oggi è già a ridosso dei top-300 ATP e – salvo forfait dell’ultim’ora – giocherà le qualificazioni. Sono invece ammessi al main draw (in virtù dei regolamenti ATP che offrono due slot ai reduci dal circuito giovanile) due ragazzi che lo scorso anno sono stati al comando della classifica ITF e sono anche molto amici tra loro: il messicano Rodrigo Pacheco Mendez e il russo Yaroslav Demin. Insieme hanno vinto la prova junior del Roland Garros (battendo in finale gli italiani Sciahbasi-Vulpitta), e il russo è giunto in finale a Wimbledon. Quanto a Pacheco Mendez, è già molto famoso nel suo Paese, considerato la speranza capace di rilanciare una nazione dotata di entusiasmo e tradizione, ma priva di atleti di livello da troppo tempo. Lo scorso anno, proprio a Milano, ha vinto l’iconico Trofeo Bonfiglio. Il più “anziano” dei quattro è Chun-Hsin Tseng, taiwanese classe 2001 che qualche anno fa azzeccò la doppietta Roland Garros-Wimbledon. Il suo approccio tra i professionisti era stato buonissimo, proiettandolo tra i top-100 fino a qualificarsi per l’ultima edizione milanese delle Next Gen Finals. Lo scorso anno ha avuto una crisi di risultati che lo aveva fatto uscire dai top-300, ma quest’anno si è ripreso e ha ritrovato un buon ranking grazie alla recente vittoria a Vicenza. Ai tanti giovani si accompagnano elementi d’esperienza e qualità, tra i quali spicca il numero 1 del draw Albert Ramos Vinolas, vecchia conoscenza dell’ASPRIA Harbour Club. Lo spagnolo è l’unico giocatore ad aver vinto due edizioni (2011 e 2014), e dopo l’ultimo successo milanese diede il via al momento migliore della sua carriera, culminata con la finale al Masters 1000 di Monte-Carlo, i quarti al Roland Garros e una clamorosa vittoria su Roger Federer sul cemento di Shanghai. Oggi è numero 108 ATP e ha scelto i Challenger sul rosso per ritrovare un posto tra i top-100. A impreziosire il seeding ci saranno il peruviano Juan Pablo Varillas (n.60 ATP lo scorso anno), il kazako Dmitry Popko, il francese Jules Marie (noto al pubblico mainstream per la sua curiosa attività di tennista youtuber, che lo ha reso una sorta di influencer del circuito Challenger) e l’azzurro Enrico Dalla Valle, che ha appena centrato il best ranking ATP al numero 247.
    SPERANZE AZZURREA proposito di italiani, oltre a Dalla Valle c’è un solo altro ammesso di diritto, il bergamasco Samuel Vincent Ruggeri. Classe 2002 e numero 278 ATP. Dopo aver chiuso il 2023 vincendo due titoli ITF, quest’anno si è lanciato con continuità nel circuito Challenger, nel quale ha raggiunto i quarti di finale a Tenerife e Oeiras. Dotato di un gran fisico e un tennis molto potente, sembra ormai pronto a effettuare lo step successivo. Tuttavia, la pattuglia azzurra si arricchirà con le wild card. Gli inviti per il main draw saranno comunicati nell’imminenza del torneo e andranno a giocatori italiani, poiché sono tutti di pertinenza del Settore Tecnico FITP. La storia insegna che c’è sempre un occhio di riguardo per i giovani, il che andrà a esaltare lo spirito di un torneo che ha storicamente lanciato tanti fenomeni del domani. Senza scomodare Jannik Sinner (che nel 2018 giocò a Milano il suo primo match Challenger a Milano, nelle qualificazioni), basti pensare alla scorsa edizione: tre dei quattro semifinalisti sono rapidamente entrati tra i top-50 ATP (Luciano Darderi, Flavio Cobolli e Facundo Diaz Acosta). La FITP ha a disposizione cinque inviti: i tre del main draw più due nelle qualificazioni. Gli inviti riservati agli organizzatori sono stati assegnati al georgiano Nikoloz Basilashvili, ex top-20 ATP (e vincitore di ben cinque tornei, tra cui tre ATP 500), che quest’anno si sta coraggiosamente rilanciando dopo essere uscito addirittura dai primi 1000, e a un altro ragazzo in grande ascesa, il brasiliano classe 2004 Joao Eduardo Schiessl, numero 477 ATP. Ma il bello dei tornei di questo tipo risiede soprattutto nella qualità media, altissima, e sulla capacità di fornire spunti e personaggi anche – e soprattutto – tra giocatori meno gettonati alla vigilia. Diciassette edizioni di ASPRIA Tennis Cup – Trofeo BCS ce l’hanno insegnato.
    DIRETTA TV E BIGLIETTERIATra le novità più interessanti dell’edizione 2024 c’è la copertura televisiva di SuperTennis TV. Il Canale di proprietà della FITP (ricevibile al n.64 del digitale terrestre) produce e trasmette tutti i tornei Challenger sul suolo italiano e garantirà la trasmissione LIVE di tutti i match sul Campo Centrale, garantendo al torneo una visibilità senza precedenti. Per il pubblico in loco, è garantito l’ingresso gratuito fino a mercoledì 26 giugno compreso, mentre per le ultime tre giornate (l’evento terminerà sabato 29) i tagliandi si possono acquistare – tramite varie formule – sul circuito Ticket One.
    GUERRIGLIA TENNIS ALL’IPPODROMO SNAI SAN SIROL’ASPRIA Tennis Cup – Trofeo BCS è da sempre nota per le iniziative extra tennis. Tra queste spicca un’attività che coinvolge i finalisti del tabellone di singolare, i quali vengono portati (qualche ora prima dell’incontro) in un luogo iconico della città di Milano laddove si possono contaminare tennis, storia, cultura e divertimento. Quest’anno si faranno le cose in grande, in una personalissima riedizione del mitico spot Nike del 1995 con protagonisti Pete Sampras e Andre Agassi, “Guerrilla Tennis”, in cui i due americani si misero a giocare per le strade di New York, interrompendo il flusso del traffico. L’evento milanese (che si svolgerà con il patrocinio del Municipio 7 e la collaborazione di Snaitech, proprietaria dell’Ippodromo SNAI San Siro) si chiamerà “Guerriglia ATP Challenger” e si svolgerà all’interno dell’Ippodromo SNAI San Siro, che tra l’altro non è distante dall’ASPRIA Harbour Club. I due tennisti improvviseranno una sessione di street tennis presso l’area del Cavallo di Leonardo, una delle statue equestri più grandi del mondo con alle spalle una storia affascinante. Commissionata a Leonardo Da Vinci nel 1482, la maestosa opera non fu però mai portata a compimento da quest’ultimo. Secoli dopo, la Leonardo da Vinci’s Horse Foundation affidò la sua realizzazione alla scultrice americana Nina Akamu e la donò poi alla città di Milano: la scultura, alta 7 metri per un peso di 10 tonnellate, trovò casa proprio negli iconici spazi dell’Ippodromo SNAI San Siro. Guerriglia ATP Challenger sarà l’occasione per scoprire un luogo straordinario dove sport, musica, storia, architettura, arte e design si incontrano all’interno di un parco botanico di immenso valore. Per un giorno, sabato 29 giugno, sarà anche teatro di un inedito evento tennistico destinato a restare nella memoria.
    (Clicca per vedere l’entry list) Challenger Milano (MD) Inizio torneo: 24/06/2024 | Ultimo agg.: 20/06/2024 09:13Main Draw (cut off: 276 – Data entry list: 04/06/24 – Special Exempts: 0/0)

    Alternates LEGGI TUTTO

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    Challenger Milano e Ibague: La situazione aggiornata Md e Qualificazioni

    Samuel Vincent Ruggeri ITA, 22-05-2002

    – Milan 🇮🇹 ITA EUR 75 CL Saturday final– Ibagué 🇨🇴 COL USD 50 CL Saturday final High altitude

    (Clicca per vedere l’entry list) Challenger Milano (MD) Inizio torneo: 24/06/2024 | Ultimo agg.: 18/06/2024 11:43Main Draw (cut off: 276 – Data entry list: 04/06/24 – Special Exempts: 0/0)

    #entrylist_box .reset5028 {
    margin-top: -168px;
    }

    111. A. Ramos-Vinolas117. J. Pablo Varillas219. F. Krajinovic*pr228. L. Neumayer242. J. Marie244. D. Popko245. S. Rodriguez Taverna249. D. Kuzmanov250. J. Barranco Cosano253. C. Tseng254. E. Dalla Valle257. A. Kachmazov258. N. Sanchez Izquierdo261. G. Onclin264. M. Kasnikowski267. I. Gakhov268. E. Gerasimov270. E. Moller276. G. Bueno  Alternates

    #entrylist_box .resetAlternates5028 {
    margin-top: -168px;
    }

    1. V. Gaubas (278)2. S. Vincent Ru (281)3. T. Lamasine (282)4. F. Cristian J (286)5. Z. Kolar (289)6. M. Bourgue (293)7. G. Mager (294)8. N. Alvarez Va (295)*pr9. M. Vrbensky (296)10. G. Fonio (297)11. A. Holmgren (305)12. R. Berankis (307)13. C. Taberner (309)14. R. Bertola (310)15. S. Fanselow (313)16. M. Landaluce (314)17. A. Weis (317)18. T. Kodat (320)19. R. Brancaccio (321)20. D. Jorda Sanc (324)  LEGGI TUTTO

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    Milano conferma il suo posto nel grande tennis

    Facundo Diaz Acosta, vincitore nel 2023 – Foto Francesco Panunzio

    Si giocherà dal 23 al 29 giugno la 18esima edizione dell’ASPRIA Tennis Cup – Trofeo BCS. Lo storico ATP Challenger di Milano, fruttuosa officina di talenti, anticipa la finale al sabato e godrà di copertura integrale su SuperTennis TV.
    Basta una parola, in fondo, a decretare il successo dell’ASPRIA Tennis Cup – Trofeo BCS, prestigioso ATP Challenger in campo all’ASPRIA Harbour Club di Milano: continuità. In un mondo volatile come quello del tennis, in cui gli eventi vanno e vengono, il torneo milanese è diventato un punto fermo. Quella in programma dal 23 al 29 giugno sarà la diciottesima edizione, ennesimo capitolo di una storia che prosegue ininterrotta dal 2006 (salvo la pausa obbligata per la pandemia da Covid-19, che nel 2020 bloccò l’intero circuito per sei mesi) e ha permesso al torneo di costruirsi una reputazione straordinaria, sia tra i giocatori che tra le istituzioni. Intanto c’è Milano sullo sfondo, capitale economica del Paese; poi c’è la bellezza dell’ASPRIA Tennis Club, uno dei circoli più prestigiosi dello stivale e in grado di fornire strutture e servizi degni di un torneo del circuito maggiore; e poi c’è l’organizzazione Makers, ormai consolidata e capace di garantire standard di primo piano agli esigenti protagonisti del tennis. Senza dimenticare l’importante sostegno istituzionale: il torneo si avvarrà del Patrocinio della Regione Lombardia e del Municipio 7 del Comune di Milano, a cui si aggiunge il supporto della Federazione Italiana Tennis e Padel e del CONI Lombardia. Si riparte dal successo di Facundo Diaz Acosta, argentino che lo scorso anno giocò un torneo impeccabile e diede il via a una rincorsa che lo ha portato a ridosso dei primi 50 e a vincere un torneo ATP (Buenos Aires, giusto poche settimane fa). Ma quella del 2023 è stata anche l’edizione dei giovani italiani: il finalista Matteo Gigante, il semifinalista Flavio Cobolli e il quartofinalista Luca Nardi. Ragazzi nati tra il 2002 e il 2003 che stanno crescendo alla grande e (nel caso di Cobolli e Nardi) sono in lizza per un posto alle Olimpiadi di Parigi.
    DIRETTA TV E FINALE AL SABATOD’altra parte, Milano ha spesso lanciato futuri grandi nomi del tennis mondiale, nel rispetto dello spirito dei tornei Challenger. Sono passati dai campi di Via Cascina Bellaria Jannik Sinner (che nel 2018, da numero 1.169 del mondo, giocò a Milano il suo primo Challenger), Holger Rune e diversi giocatori che hanno scritto la storia recente del tennis, tra vincitori Slam (Gaston Gaudio e Dominic Thiem), ori olimpici (Nicolas Massu) ed ex top-10 come Tommy Robredo, Nicolas Almagro ed Ernests Gulbis. Abituati al variegato mondo dei tornei Challenger, i giocatori hanno rapidamente compreso come Milano offra servizi e standard inediti per un torneo di questo livello, senza contare i tanti eventi collaterali e le iniziative che colorano il club nei giorni di gara. L’edizione 2024 avrà tre di novità di rilievo: la prima riguarda la collocazione in calendario. Dopo che lo scorso anno si era giocato nella prima settimana di luglio, l’ASPRIA Tennis Cup – Trofeo BCS torna nell’ultima settimana di giugno, in contemporanea alle qualificazioni di Wimbledon. Sarà l’unico ATP Challenger della settimana in Europa, e questo aiuterà a rinnovare la tradizione portando a Milano alcuni top-100, magari qualche specialista della terra battuta a caccia di punti. La missione sarà facilitata dalla novità numero 2, lo spostamento della finale: non si giocherà più di domenica, ma di sabato. In questo modo, chi sarà in tabellone a Wimbledon avrà un giorno di più per recarsi a Londra e dunque sarà invogliato a giocare a Milano con il massimo impegno. Il formato “compresso”, tra l’altro, offrirà giornate piene di tennis a inizio torneo, garantendo al pubblico uno spettacolo ancora più denso rispetto al passato. Uno spettacolo che sarà a disposizione di tutti in virtù della terza novità: la diretta integrale su SuperTennis TV (e sulla piattaforma streaming SuperTenniX). Per la prima volta, l’emittente di proprietà FITP trasmetterà tutti gli incontri sul campo centrale. La tradizione è dunque confermata: l’appuntamento è dal 23 al 29 giugno, naturalmente all’ASPRIA Harbour Club di Milano. LEGGI TUTTO

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    Trofeo BCS / La migliore edizione di sempre

    La platea durante la conferenza stampa (Foto Matteo De Padova)

    La 18esima edizione dell’ASPRIA Tennis Cup – Trofeo BCS accoglierà un campo di partecipazione senza precedenti. In una settimana con grande attenzione alla sostenibilità ambientale, la terra battuta dell’ASPRIA Harbour Club Milano ospiterà quasi tutti i migliori giovani azzurri e alcuni nomi di lusso, tra cui gli ex top-20 ATP Garin e Cuevas.
    Per avere il quadro definitivo bisognerà attendere l’esito delle qualificazioni di Wimbledon, ma si può già affermare – con certezza – che la diciottesima edizione dell’ASPRIA Tennis Cup – Trofeo BCS (73.000€, terra battuta) sarà la migliore di sempre. C’era un clima allegro e frizzante nella sala conferenze dell’ASPRIA Harbour Club Milano, paradiso terrestre a due passi da San Siro, che peraltro nel 2023 celebra i primi trent’anni di attività: la scelta di spostare il torneo in avanti di una settimana è stata particolarmente felice, garantendo un campo di partecipazione molto migliore rispetto agli anni passati. Ne erano consapevoli i relatori dell’evento: a fare gli onori di casa c’era Roberta Minardi, General Manager di ASPRIA Harbour Club, che ha accolto una forte presenza istituzionale. La Regione Lombardia era rappresentata da Lara Magoni, ex grande campionessa di sci alpino, attuale Sottosegretario con delega Sport e Giovani, mentre il CONI Lombardia aveva il suo presidente Marco Riva. Si parlato molto di sostenibilità, argomento molto caro alle istituzioni e al title sponsor BCS: l’ASPRIA Tennis Cup non si limiterà a fornire borracce ed erogatori d’acqua che ridurranno il consumo di plastica, ma c’è stato un gesto dal forte valore simbolico: a un certo punto, tutti i presenti hanno lasciato la sala conferenze e si sono recati nel giardino del club, laddove è stato piantato un albero, che sarà una delle immagini simbolo del torneo. La piantumazione è stata effettuata dalla stessa Lara Magoni, da Marco Riva e da Giuseppe Fumagalli, presidente BCS. Durante il torneo saranno poi i raccattapalle a prendersene cura, innaffiandolo e curandone la manutenzione.
    GIOVANE ITALIA ALL’ASSALTOI dettagli organizzativi e le tante iniziative extra-campo sono state illustrate dal Direttore Organizzativo Luca Battocchio, mentre a raccontare il campo di partecipazione è stato il presidente del Comitato Organizzatore Carlo Alagna. Detto che potrebbero esserci aggiustamenti dell’ultim’ora, Milano accoglierà il top dei giovani italiani. Curiosamente, l’entry list colloca uno dopo l’altro cinque azzurri nati tra il 2001 e il 2003 che rappresentano grandi speranze (e in alcuni casi già certezze) per il nostro tennis. In rigoroso ordine di classifica, Francesco Passaro (classe 2001 e finalista in carica), Francesco Maestrelli (2002), Flavio Cobolli (2002), Luca Nardi (2003) e Mattia Bellucci (2001). Tutti hanno già ottenuto risultati di rilievo nel circuito Challenger, e in alcuni casi si sono fatti notare nel circuito maggiore. C’è un po’ di tutto: la solidità di Passaro e Cobolli, la potenza di Maestrelli e l’estro di Nardi e Bellucci. La pattuglia italiana è rafforzata dagli esperti Raul Brancaccio, Riccardo Bonadio e Luciano Darderi (altro giovane, classe 2002), in attesa dell’esito delle qualificazioni (in programma il 2 e il 3 luglio) e delle wild card, tutte di pertinenza della Federazione Italiana Tennis e Padel, che saranno annunciate nei prossimi giorni.
    FENOMENI SUDAMERICANIMa non finisce qui: saranno a Milano due ex top-20: il cileno Cristian Garin e l’uruguaiano Pablo Cuevas. Il primo torna in campo dopo un infortunio a una costola che gli ha impedito di giocare al Roland Garros, e sarà super-motivato perché lo scorso anno arrivò nei quarti a Wimbledon, da cui è rimasto fuori per un soffio. Si parla di un giocatore che ha vinto cinque titoli ATP, tra cui l’evento “500” di Rio de Janeiro nel 2020, oltre a essere interprete di un gioco molto spettacolare. È un grande specialista anche Pablo Cuevas: l’esperto uruguaiano ha 37 anni ed è rientrato dopo un lungo stop per infortunio, ma si tratta di un giocatore che nei momenti d’oro era tra i più forti sulla superficie: ha vinto sei titoli ATP (tutti sulla terra battuta) e possiede un estro fuori dal comune: lungo la sua carriera ha tirato alcuni colpi incredibilmente spettacolari, tra volèe sotto le gambe e tweener ai limiti del paranormale, puntualmente diventati virali sui social media. La testa di serie numero 1 dovrebbe essere l’ungherese Fabian Marozsan, attuale n.95 ATP: lo scorso anno giunse in semifinale all’ASPRIA Harbour Club (perse contro Passaro), ma un mese fa ha avuto un clamoroso picco di popolarità battendo Carlos Alcaraz a Roma, in una delle sorprese più clamorose degli ultimi anni. Classe 1999, possiede un tennis brillante che sa conquistare il pubblico e sarebbe un gran nome per il torneo. La sua presenza, tuttavia, dipenderà dalla qualificazione o meno a Wimbledon: giovedì giocherà il turno decisivo contro il tedesco Marterer. Ma il bello dei tornei Challenger è che spesso le storie più interessanti emergono dai giocatori di cui si parla meno alla vigilia. La certezza è che l’edizione 2023 sarà più avvincente che mai, offrendo al pubblico il mix che rende entusiasmante questa categoria di tornei: esperienza, gioventù e qualità. L’ingresso al club di Via Cascina Bellaria sarà gratuito fino a giovedì 6 luglio (compreso), mentre i biglietti e il nuovo VIP Pack per il weekend sono già disponibili sul circuito TicketOne.
    (Clicca per vedere l’entry list) Challenger Milano (MD) Inizio torneo: 03/07/2023 | Ultimo agg.: 29/06/2023 07:22Main Draw (cut off: 202 – Data entry list: 12/06/23 – Special Exempts: 0/0)

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