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    Da Milano: Moroni prepara l’assalto del “Bufalo” (con il programma di domani)

    Gian Marco Moroni ITA, 1998.02.13 – Foto Francesco Peluso

    Gian Marco Moroni supera l’esame Ajdukovic (con mini-polemica finale, subito rientrata) ed esulta con il segno delle corna, suo tratto distintivo. È il suo miglior risultato da quando ha inaugurato il progetto tecnico a Foligno. “Ci saranno ancora alti e bassi, ma questa strada mi può dare molto”. Adesso sfida il baby-fenomeno Rune, “miracolato” da Cachin. Inarrestabile Coria.
    Due anni fa fu Lorenzo Musetti, stavolta a portare l’Italia nel weekend finale dell’ASPRIA Tennis Cup – Trofeo BCS (44.820€, terra battuta) è un… Bufalo. È uno dei soprannomi di Gian Marco Moroni, maturato qualche anno fa quando si allenava in Spagna. Gli dissero che gli attacchi del Real Madrid ai tempi Ronaldo il Fenomeno sembravano l’assalto di una mandria di bufali, e che la sua intensità negli allenamenti li poteva ricordare. Si è affezionato al nomignolo, al punto da mimare le corna del bufalo dopo ogni vittoria. Lo ha fatto anche nella calura milanese dopo il successo contro Duje Ajdukovic, un 6-3 7-5 dal notevole peso specifico, perché il croato vale (molto) più del suo ranking attuale. È stato un match aspro, combattuto, con tanti scambi faticosi. “Per un paio di game abbiamo giocato solo scambi duri – racconta Moroni – ma era necessario, e un colpo alla volta si va avanti. E poi sto molto bene fisicamente, grazie all’ottimo lavoro con preparatori e fisioterapisti”. Moroni ha mostrato un freschezza atletica che gli è tornata utile in un duro secondo set, in cui non riusciva a togliersi di dosso Ajdukovic: 3-2 e servizio, 5-4 e servizio, ma veniva sempre riagganciato. Un break all’undicesimo game apriva la strada all’urlo liberatorio, accompagnato da una mini-polemica alla stretta di mano: Ajdukovic non aveva preso benissimo un’esultanza del romano sul secondo punto del game dopo un cattivo rimbalzo. “Negli spogliatoi ci siamo chiariti – precisa Moroni, che in passato si era allenato col croato a Bordighera – non avevo notato il rimbalzo, ero concentrato su me stesso e volevo chiudere la partita. Mi sono lasciato andare a una piccola esultanza, ma non avevo niente contro di lui e non c’erano ragioni tattiche. E poi siamo sulla terra, dove i rimbalzi strani sono all’ordine del giorno”. Sul piano tattico, Moroni si è affidato a due capisaldi: giocare il più alto possibile (“Perché lui ama colpire all’altezza del fianco”) e allungare gli scambi. Missione compiuta. Per il romano è la settima semifinale Challenger in carriera, la prima dopo Todi 2020. Fino a oggi, si è spinto in finale soltanto due volte (Mestre 2018 e Roma-Garden 2019).
    UN TENNIS PIÙ OFFENSIVO E IL TEAM DI FOLIGNORispetto ad allora è un Moroni diverso, forgiato dal lavoro della Tennis Training School di Foligno, con Federico Torresi e Fabo Gorietti (“Vorrei sottolineare anche l’aiuto di Giampaolo Coppo, mi farebbe piacere che si sapesse” aggiunge a microfoni spenti). L’occhio più attento nota un giocatore propositivo, il cui disegno tattico prevede anche la volèe. “Verissimo. Cerco di giocare il più possibile vicino alla riga, tagliare il campo e presentarmi più spesso a rete. Lo scorso anno abbiamo interrotto in anticipo la stagione proprio per lavorare in questo senso: sono andato in prova a Foligno quattro giorni prima del torneo di Santa Margherita di Pula, poi lì ho avvertito un buon feeling e che c’erano delle idee in comune. Mi stanno dando molto da quel punto di vista: ammetto di non avere grandi competenze tecniche in senso stretto, preferisco la competizione. Con un tennis difensivo avrei potuto ottenere un buon ranking, ma sentivo di dover fare di più. E allora ho intrapreso questa strada”. L’inizio non è stato facile, tra infortuni e qualche sorteggio non troppo fortunato. “Adesso va meglio, ma sono convinto di poter fare molto, molto di più. Se mantengo continuità, sono sicuro che questo percorso mi darà belle soddisfazioni”. La sensazione è che Moroni sia un cavallo di razza che necessitasse di un team di cui fidarsi al 100%: sembra che a Foligno i pianeti si siano allineati nel modo giusto. “Per fortuna ho soltanto 23 anni e ancora tanto da imparare – continua – fisicamente sto molto meglio, abbiamo aggiunto una nuova fisioterapista, Nicole Gelli, con cui sto ottenendo buoni risultati. Visto il mio passato, faccio anche tanta prevenzione degli infortuni e ho ripreso a fare forza dopo averla accantonata per un po’. Nonostante la mia stazza, non ho mai fatto molti pesi”. Adesso le cose funzionano, e chissà che l’Italia non abbia ritrovato un giocatore dal gran potenziale, con ben poco da invidiare ad altri ottimi professionisti che nei prossimi giorni giocheranno a Wimbledon. La strada è ancora lunga, le difficoltà non mancheranno, ma sembra davvero quella giusta. E potrebbe vivere una tappa importante all’ASPRIA Harbour Club.
    RUNE SI SALVA MIRACOLOSAMENTE, CORIA IMPRESSIONAPer un posto in finale, Moroni sfiderà il baby-fenomeno Holger Vitus Nodskov Rune, reduce da un periodo straordinario: il danese ha vinto 14 delle ultime 16 partite e a Milano è accreditato della seconda testa di serie. Se Moroni dovrà recuperare alla svelta dopo le fatiche di venerdì, il discorso vale ancora di più per Rune, uscito miracolosamente dal match contro Pedro Cachin. È finita 0-6 7-6 7-6, peraltro con quattro matchpoint annullati, tutti nel tie-break del terzo. Ad alimentare i rimpianti dell’argentino, l’aver sciupato un vantaggio di 5-1 nel tie-break. Cachin recrimina per un paio di errori di dritto su altrettanti matchpoint, ma nel quarto è stato fantastico Rune, uscito da un duro scambio con un coraggioso rovescio lungolinea. Il danese ha meritato di vincere perché ci ha creduto più del suo avversario, il cui linguaggio del corpo è stato fin troppo passivo nonostante il punteggio spesso favorevole. Al contrario, Rune ha mostrato la “fame” necessaria per vincere partite di questo tipo. Il suo tennis è ancora acerbo, ma ci sono stimmate importanti. La sensazione è che contro Moroni sarà un’altra dura battaglia: entrambi sentiranno in modo particolare la partita. Pronostico ben più indirizzato nell’altra semifinale, con Federico Coria nettamente favorito contro Hugo Grenier. Il francese è stato bravo ad approfittare di un buon tabellone (e si alimenta il rimpianto per Zeppieri, che è arrivato a due punti dal batterlo), ma l’argentino sta vivendo un gran momento di forma. Dopo aver fatto gli straordinari contro Mirza Basic, ha dominato contro Gastao Elias. Il tennis del portoghese (ex top-60 ATP) non lo mette in grande difficoltà, ma il modo in cui lo ha cancellato dal campo (un duro 6-2 6-0) rafforza il suo status – già piuttosto evidente – di favorito del torneo.
    Centre Court – Ora italiana: 13:30 (ora locale: 1:30 pm)1. [8/WC] Gian Marco Moroni vs [2] Holger Vitus Nodskov Rune 2. Dustin Brown / Tristan-Samuel Weissborn vs Vit Kopriva / Jiri Lehecka 3. [1] Federico Coria vs Hugo Grenier (non prima ore: 17:00) LEGGI TUTTO

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    A Bergamo è solo (giovane) Italia

    Federico Arnaboldi nella foto – Foto Antonio Milesi

    Neanche l’ATP Challenger era arrivato a portare quattro italiani in semifinale. Il Trofeo AZIMUT sancisce il trionfo italiano grazie ai successi di Federico Arnaboldi sul tedesco Netuschil e Riccardo Balzerani sull’argentino Galarza.
    Lo scenario è diverso, non certo paragonabile a quello del torneo invernale, ma il Tennis Club Città dei Mille ha fatto addirittura un passo in più. Nel 2018, tre italiani giunsero in semifinale al Challenger di Bergamo (Berrettini, Napolitano e Sonego), mentre stavolta abbiamo centrato un fantastico en-plein. Nelle semifinali del Trofeo AZIMUT (15.000$, terra battuta) ci saranno soltanto italiani, peraltro tutti molto giovani. Nella parte alta del tabellone ci sarà un curioso derby degli… “Arna” tra Federico Arnaboldi e Matteo Arnaldi. Ancora una volta, il protagonista della giornata è stato il comasco, cuginetto di Andrea. C’era timore per il match contro Marvin Netuschil, ben più esperto di lui a questi livelli. Eppure Arnaboldi non ha tradito, imponendosi al termine di una battaglia di quasi tre ore, chiusa col punteggio di 7-6 6-4. Proveniente dalle qualificazioni, Arnaboldi ha mostrato un tennis davvero notevole sin dal primo giorno. Classe 2000, sembra finalmente pronto per il salto di qualità. Quest’anno ha già giocato una finale a Heraklion, oltre a due semifinali (Antalya e ancora Heraklion). Gli manca ancora il primo titolo ITF, ma il modo in cui si sta esprimendo fa pensare che il traguardo non sia troppo lontano. Per raggiungere la sua seconda finale dovrà battere Matteo Arnaldi, bravo a tenere a bada il bergamasco Samuel Vincent Ruggeri (6-2 6-2 lo score).
    IL CIRCOLO CHE SCOPRE TALENTILa sconfitta di Ruggeri ha un po’ deluso il pubblico, ma il suo torneo rimane positivo: la vittoria al primo turno contro un avversario che lo precede di 800 posizioni ha legittimato la wild card concessa dagli organizzatori. Arnaldi ha finalmente abbattuto un tabù: nonostante sia già piuttosto temuto a livello ITF, quella contro Arnaboldi sarà la prima semifinale ITF dopo ben sette piazzamenti nei quarti. Nella parte bassa si rivede un’ex promessa: Riccardo Balzerani ha avuto una buonissima carriera junior, in cui è arrivato a giocare nei tabelloni principali degli Slam, ma tra i professionisti non si è ancora avvicinato al mondo Challenger. Quest’anno ha giocato una finale in Kazakhstan ed è abbastanza vicino al suo best ranking (n.469, risalente a inizio 2020). A Bergamo ha mostrato notevole solidità (notevole il 6-3 6-3 a Juan Ignacio Galarza) e tutto fa pensare che possa migliorarlo a breve. Il Trofeo AZIMUT potrebbe dargli una mano in questo senso. In semifinale se la vedrà con il vincente di Nardi-Weis, sessione serale di venerdì. Più in generale, il Tennis Club Città dei Mille si è ripreso lo storico ruolo di trampolino di lancio di giovani promesse: sono indimenticabili i tempi in cui il club ospitava sconosciuti che si chiamavano Novak Djokovic, Gael Monfils e Fabio Fognini. La speranza è che – al di là di come finirà questo torneo – i ragazzi che si sono fatti valere in questa edizione possano ottenere risultati altrettanto importanti. Nella giornata di sabato, il programma scatterà alle 14.30 con la finale del doppio, mentre le due semifinali si giocheranno alle 16.30 e alle 18.30. LEGGI TUTTO

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    Da Milano: Duje Ajdukovic e la bellezza della solitudine. Moroni ai quarti di finale (con il programma di domani)

    Duje Ajdukovic si sta facendo largo all’ASPRIA Tennis Cup – Trofeo BCS. Personalità e autostima sono alle stelle, confermate da una decisione molto curiosa per un 20enne: “Per questa estate ho deciso di viaggiare da solo. Il torneo? Non penso a niente di diverso dalla vittoria”. Nei quarti troverà un ottimo “Jimbo” Moroni, ultimo italiano […] LEGGI TUTTO

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    L’Italia dei giovani appassiona Bergamo

    Grandi risposte dei nostri baby tennisti al Trofeo Azimut: ne abbiamo ben sei nei quarti di finale, tutti molto giovani. Impressiona Federico Arnaboldi, mentre i bergamaschi provano a spingere Samuel Vincent Ruggeri. La pioggia non ferma uno scatenato Nardi: settima vittoria di fila. Sei italiani su otto, in un gioioso festival dei giovani. Si presenta […] LEGGI TUTTO

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    L’ATP sulla PTPA di Djokovic: “Stanno dividendo i giocatori”

    L’ATP, il principale organismo del tennis maschile del mondo, ha rilasciato una dichiarazione mercoledì per affrontare la recente nomini nella PTPA, fondata nell’agosto dello scorso anno da Novak Djokovic e Vasek Pospisil. “Proteggere e promuovere gli interessi dei giocatori è stato un principio fondamentale dell’ATP fin dalla sua fondazione come associazione di giocatori nel 1972. […] LEGGI TUTTO

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    Il curioso caso del torneo di Eastbourne

    I quarti di finale dell’ATP 250 di Eastbourne ancora non si sono disputati ma sono già entrati nei “libri di storia”, indipendentemente da ciò che accadrà. Per la prima volta nella storia del circuito dal 1990, tre degli otto giocatori che sono approdati ai quarti di finale sono lucky loser. Soonwoo Kwon (che ha perso […] LEGGI TUTTO