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    Berrettini risponde a un commento sul gravissimo infortunio di Rune: “Pensare che un infortunio di questa portata possa essere la cosa migliore che possa accadere vuol dire: o essere in mala fede o capire veramente poco di questo sport e dello sport in generale”

    Rune in campo infortunato a Stoccolma

    Matteo Berrettini ha risposto con un lungo, accorato e sincero messaggio ad un post Instagram che riportava un commento a dir poco “particolare” in merito al gravissimo infortunio subito da Holger Rune sabato scorso a Stoccolma. Nel corso di un podcast con protagonisti alcuni commentatori di Eurosport, uno di essi ha affermato che “Se Rune reagisce nel modo giusto, la rottura del tendine d’Achille è la cosa migliore che potesse accadergli”. Un parere singolare che ha suscitato moltissime reazioni, anche quella di Berrettini, nostro campione che conosce la materia “infortuni” come pochi altri. Forse proprio per questo, Matteo ha scritto di pugno un commento in risposta a questa frase provocatoria, che riportiamo integralmente.
    “Ragazzi io capisco tutto eh, però sta roba è veramente agghiacciante…” scrive Berrettini nella risposta al post in questione. “pensare che un infortunio di questa portata possa essere la cosa migliore che possa accadere ad un giocatore di 22 anni 11 del mondo vuol dire: o essere in mala fede o capire veramente poco di questo sport e dello sport in generale. La maturazione agonistica e non, arriva con il tempo, con le sconfitte, con le vittorie, con le partite perse con match point o magari vinte giocando male. Questo è un infortunio che può cambiare radicalmente la vita di una persona, figuriamoci una carriera a questo livello. Io ascolto sempre e commento quasi mai, ma qui si rasenta la follia, capisco il voler parlare, dire la propria, sempre, in ogni caso, ma sentir dire “il tendine ha fatto pop” senza un minimo di compassione o sensibilità, come se stessimo raccontando di un palloncino da scoppiare alle giostre mi fa venire i brividi.Dietro quell’infortunio ci sta sofferenza, mentale e fisica, dubbi e momenti così bui da poter compromettere la salute mentale di un ragazzo giovanissimo. Forse mi ci sono immedesimato, forse so che cosa significa vedere scivolare via determinate cose senza avere nemmeno la chance di provare a fermarle, forse so quanto è dura tornare da un infortunio, ma sono sicuro che pensandoci bene, anche voi vi sarete accorti che sta roba vi è uscita male.Mi sbaglierò ma credo che il cambio di marcia necessario nella cultura sportiva italiana passi anche da qui, da come vengono raccontate le cose e come vengono analizzati certi argomenti. Mettere davanti i potenziali risultati di un giocatore rispetto alla sua salute credo non sia il giusto modo di guardare e commentare lo sport.Detto questo, Holger tornerà e sarà più forte di prima, ma fidatevi, nessun atleta del mondo vorrebbe affrontare un infortunio del genere, anche se gli dicessero che grazie a quello ci sarebbe una minima chance di migliorare il suo best ranking o primato personale…”
    Rune proprio oggi si è sottoposto alla delicata operazione al tendine d’Achille, come documentato da un altro post social che riportiamo.

    Aneke Rune via his IG
    Holger after his successful Achilles tendon surgery ❤️
    You have all my support and all my strength Holger @holgerrune2003 pic.twitter.com/0xsm4Dri6X
    — PrinceHolger (@PrinceHolger_) October 21, 2025
    Queste le prime parole di Holger, come riporta il media danese Ekstra Bladet: “L’operazione è andata bene, sono contento e supererò questo momento. Ci vorrà pazienza ma lavorerò sodo in riabilitazione ogni giorno, darò il mio massimo per ho per tornare ancor più forte”.
    In bocca al lupo e forza, Holger!

    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Grave infortunio per Holger Rune: rottura completa del tendine d’Achille, lunga assenza in vista (probabili almeno 8 mesi di assenza dal circuito)

    Holger Rune nella foto – Foto Getty Images

    Brutte notizie dal circuito ATP: Holger Rune ha riportato una rottura completa del tendine d’Achille durante la semifinale dell’ATP 250 di Stoccolma contro Ugo Humbert. Il danese, costretto al ritiro dopo un cambio di ritmo improvviso, ha subito un infortunio grave che lo terrà lontano dai campi per un lungo periodo.
    Dopo ore di preoccupazione e silenzio, è stato lo stesso Rune a chiarire la situazione attraverso i propri canali social. «Il mio tendine d’Achille è completamente rotto», ha scritto il 22enne con evidente amarezza, lasciando intendere che servirà molto tempo prima di rivederlo in azione.Il giovane talento danese dovrà sottoporsi a un intervento chirurgico la prossima settimana, seguito da un lungo percorso di riabilitazione. In casi di questo tipo, i tempi di recupero possono superare i dodici mesi, anche se l’obiettivo principale sarà quello di garantire una guarigione completa e duratura, senza rischi di ricadute.

    Heartbreaking news.Holger has confirmed that his Achilles tendon is completely ruptured. He will need surgery next week, followed by a long rehabilitation.
    All your fans are thinking of you @holgerrune2003 and sending all our strength and love . We’ll be waiting for you ❤️‍ pic.twitter.com/c0ceWsZv7f
    — holgerrune.elodie (@holgerrunelodie) October 19, 2025

    Rune, che a soli 22 anni è già uno dei giocatori più talentuosi e imprevedibili del circuito, vede così interrotta bruscamente la sua stagione e probabilmente gran parte di quella futura.Il mondo del tennis si è stretto attorno al danese con numerosi messaggi di solidarietà e incoraggiamento da parte di colleghi, tifosi e addetti ai lavori. Tutti sperano di rivederlo presto in campo, recuperato e competitivo come sempre.Un tennista in genere impiega in media tra 9 e 12 mesi per tornare in campo in modo competitivo dopo una rottura completa del tendine d’Achille. Alcuni possono rientrare in 8 mesi, ma la priorità resta evitare recidive o rigidità croniche, che possono compromettere la carriera.
    Un colpo durissimo per Rune, ma anche un momento in cui potrà dimostrare la forza mentale che lo ha sempre contraddistinto. LEGGI TUTTO

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    Ruud sull’infortunio di Rune e la durezza del calendario: “Holger è stato sfortunato, ma stiamo spingendo i nostri corpi al limite”

    Casper Ruud

    La giornata di sabato è stata segnata dal terribile infortunio di Holger Rune, la rottura del tendine d’Achille, avvenuta nel corso della semifinale contro Humbert al torneo di Stoccolma. Il francese affronta in finale Casper Ruud, e proprio il norvegese dopo la sua vittoria in semifinale si è soffermato con alcune dichiarazioni sullo sfortunato collega, che sarà costretto ad uno stop lungo e incerto nel recupero. Per Casper c’è tanta sfortuna in quel che è accaduto, ma non solo: il tennis richiede forse troppo ai giocatori, e questo stress alla fine ha un prezzo. In linea con quello affermato anche da Draper, altro “lungo degente”.
    “L’infortunio di Holger è stato davvero pesante” afferma Ruud. “È sembrato subito una cosa seria, ho sentito dire che lui stesso ha percepito un suono preciso, il che è un segnale molto preoccupante. Si tratta di un tipo di infortunio che non puoi controllare, quindi è una situazione estremamente sfortunata. Il tennis è uno sport durissimo, e per un tennista l’ultima cosa che vuoi è dover stare fermo per mesi. È ancora molto giovane, ha davanti a sé una carriera lunghissima, quindi spero davvero che possa tornare presto”
    Questo il pensiero di Casper sulla durezza del tennis attuale per il fisico dei giocatori: “Credo che il tennis sia diventato uno sport in cui tutto accade molto rapidamente: viaggiamo a un ritmo altissimo e dobbiamo essere sempre al massimo della forma per ogni singolo match. Non dico che in passato non fosse fisico, ma a volte mi sorprende quanto oggi il tennis richieda sul piano atletico per poter competere”.
    “Quando passi da un torneo all’altro, tutto diventa estremamente impegnativo. Holger era a Shanghai la settimana scorsa e quando sei sottoposto a un livello di stress così elevato certe cose possono succedere. Siamo tutti, in un certo senso, in una zona di rischio ogni volta che entriamo in campo, ma se il suo infortunio è direttamente collegato al calendario così serrato, non lo so. In un certo senso, però, credo che molti infortuni derivino proprio da questo calendario massacrante. È durissimo: stiamo spingendo i nostri corpi al limite. Holger era ancora in corsa per qualificarsi alle ATP Finals, quindi ha dato tutto, ha spinto fino all’estremo, ed è un vero peccato che le cose si siano concluse così per lui. Gli auguro una pronta guarigione” conclude Ruud.
    Mario Cecchi LEGGI TUTTO

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    Holger Rune tra ambizione, autocritica e sincerità: “Non sono un bad boy, solo un ragazzo che vuole vincere. La Porsche 911? L’ho vista guidare da Djokovic e ho pensato, perché no?”

    Holger Rune nella foto – Foto Getty Images

    In una continua lotta con se stesso e con le grandi aspettative che lo accompagnano sin dai suoi primi successi, Holger Rune cerca a Stoccolma di ritrovare la sua versione migliore. Il danese, oggi numero 11 del mondo e prima testa di serie dell’ATP 250 di Stoccolma 2025, punta a un risultato importante che possa rilanciarlo nella corsa verso le ATP Finals di Torino, ma soprattutto a ritrovare la fiducia e la serenità che sembrano sfuggirgli da mesi.
    In conferenza stampa, Rune ha affrontato diversi temi caldi del tennis moderno, dimostrando ancora una volta di non avere paura di dire ciò che pensa.Sulla durezza del calendario ATP, il danese ha espresso una posizione chiara:“Il calendario è molto fitto, ma sento che abbiamo ancora la possibilità di scegliere quali tornei giocare. Quello che non mi piace è che siano aumentati i tornei ATP 500 obbligatori per poter ottenere tutti i punti e il bonus economico: lo trovo inutile. La stagione è già molto lunga, ma per me essere un tennista professionista resta un sogno che sto vivendo con grande passione.”
    Rune ha poi offerto una riflessione interessante sulle condizioni di gioco, ritenendo che il problema non sia tanto nella lentezza dei campi quanto nella qualità delle palline utilizzate:“Credo che la differenza non stia nelle superfici, ma nelle palline. Dopo il COVID c’è stato un cambiamento di materiale e da allora le sensazioni sono completamente diverse. Le palline si consumano molto rapidamente e diventano difficili da colpire con potenza. Ne ho parlato con altri giocatori e la pensano come me.”
    Un passaggio inevitabile è stato quello sulla sua immagine pubblica, spesso associata a quella di un “bad boy” del circuito:“Se voler vincere a tutti i costi e mostrare passione per questo sport significa essere un bad boy, allora accetto volentieri questa etichetta. Io non la vedo così: sono solo un ragazzo che vuole dare il massimo e che non nasconde la frustrazione quando le cose non vanno bene. A Shanghai, per esempio, non sono stato l’unico ad avere comportamenti criticabili.”
    Rune, che esordirà contro Marton Fucsovics, è anche il volto più atteso di questa edizione del torneo svedese. Con la consueta spontaneità, ha svelato un curioso aneddoto personale:“Di recente mi sono comprato la mia prima macchina. Avevo già vinto delle auto nei tornei, come a Monaco, ma questa è la prima che ho deciso di acquistare. Ho visto Novak Djokovic guidarla a Miami e ho pensato: ‘Wow, è fantastica!’. È una Porsche 911. Non so ancora guidare, ma ho appena iniziato a prendere lezioni.” LEGGI TUTTO

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    Rune critica l’ATP: “Serve una regola contro il caldo estremo”

    Holger Rune nella foto – Foto Getty Images

    Holger Rune è stato uno dei grandi protagonisti della giornata al Masters 1000 di Shanghai 2025, conquistando l’accesso al suo undicesimo quarto di finale in un torneo di questa categoria. Il danese ha superato Giovanni Mpetshi Perricard al termine di una partita molto solida, giocata in condizioni climatiche proibitive, con caldo e umidità che continuano a essere un tema centrale del torneo.
    Dopo il successo, Rune non ha esitato a criticare l’ATP, accusando il circuito di non avere regole adeguate per tutelare la salute dei giocatori in caso di temperature estreme, a differenza dei tornei del Grande Slam.
    “Credo che dovremmo avere una regola contro il caldo estremo, come accade negli Slam. Oggi era un po’ meglio, ma si superavano comunque i 30 gradi con un’umidità altissima. Dovremmo preoccuparci della nostra salute. Non dico che bisogna fermare le partite di colpo, ma che ci sia un limite chiaro, come negli Slam, dove si può aspettare un po’ se la temperatura percepita diventa troppo elevata”, ha dichiarato il danese in conferenza stampa.
    Sul piano tecnico, Rune ha giocato un match di altissimo livello: nessun break subito, 36 vincenti e appena 9 errori non forzati, numeri che testimoniano la sua disciplina tattica e la concentrazione nei momenti chiave. “Ho preso le decisioni giuste per tutto l’incontro. Non ho cercato di fare colpi spettacolari, ma di rimanere focalizzato. Contro un giocatore come Perricard devi essere aggressivo, ma anche molto ordinato. La chiave è stata lottare punto dopo punto e accettare ciò che accade”.
    Dopo aver perso il secondo set al tie-break, Rune ha reagito con grande determinazione: “Ho ritrovato subito la concentrazione all’inizio del terzo set, sono partito forte e ho lottato per ogni punto. Il mio spirito combattivo è stato alto per tutta la partita”.Il danese ha poi spiegato come ha gestito il servizio travolgente del suo avversario: “Il suo è un servizio mostruoso, ma ho cercato di sfruttare ogni piccolo errore. Ho fatto qualche piccolo aggiustamento in risposta, restando sempre pronto a colpire basso sulla sua prima palla successiva al servizio”.
    Con questa vittoria, Rune si qualifica per i quarti di finale a Shanghai, dove affronterà Valentin Vacherot, sorpresa del torneo. Per il danese, oltre al risultato, arriva anche una grande iniezione di fiducia in vista del 2026, stagione che potrebbe segnare un nuovo punto di svolta nella sua carriera?
    Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO

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    Shanghai, solo tre campioni “mille” ancora in gara (e una grande chance per tutti gli altri)

    Daniil Medvedev nella foto

    Il Masters 1000 di Shanghai si è allineato agli ottavi di finale e che sia stato un torneo ricco di sorprese lo si rileva da un dato statistico interessante: dei 16 giocatori ancora in corsa all’edizione 2025 del massimo evento asiatico, solo tre hanno vinto in carriera titoli di categoria “mille”, Daniil Medvedev, Holger Rune e, ovviamente, Novak Djokovic. Questo dato potrebbe issare proprio loro come favoriti per il titolo, ma viste le continue sorprese che sta regalando il torneo turno dopo turno non è affatto detto che alla fine non esca la sorpresa sulla ruota di Shanghai, a premiare un nuovo campione di categoria, certamente molto resistente per portare a termine con il successo una corsa in condizioni ambientali così difficili.
    Le previsioni meteo dei prossimi giorni, sempre che siano attendibili, danno un certo miglioramento a livello di afa e calore, e questo potrebbe essere un fattore molto importante. In particolare per Novak Djokovic, bravo a rimontare un Hanfmann quasi impeccabile nella loro sfida di terzo turno ma assai in difficoltà a portare a termine l’incontro, con due attacchi vomito e un volto assai tirato e paonazzo alla stretta di mano per il grande sforzo profuso. Il serbo è nella parte bassa del tabellone e trova Munar, tennista con precisi limiti tecnici ma grande lottatore, certamente venderà cara la pelle e cercherà di cogliere una vittoria di prestigio. Chi esce vincitore da questa partita affronterà nei quarti Diallo o Bergs, e forse visti i campi non così veloci il talento e gioco a tutto campo del belga potrebbe prevalere (nella live ranking è al proprio best, ma anche il canadese sta vivendo la miglior stagione in carriera). Nell’ultimo settore del tabellone il favorito sulla carta potrebbe essere Rune, ma il danese è tra i giocatori che più hanno sofferto le condizioni di umidità e quindi la sua tenuta è tutta da verificare. Affronta negli ottavi il servizio super di Mpetshi Perricaed, altro outsider pericoloso nella partita secca. Il favoloso Griekspoor ammirato contro Sinner, bravo a tenere testa all’italiano nei primi due set, è ampiamente favorito contro il sorprendente Vacherot e un’eventuale “passeggiata” lo porterebbe nei quarti piuttosto fresco, altro fattore da considerare in ottica torneo. L’olandese ha tennis e potenza per fare benissimo anche a questo livello, chissà che non possa essere proprio lui l’outsider che non ti aspetti.
    Nella parte alta del tabellone tutti gli occhi degli appassionati italiani saranno per la sfida di ottavi tra Musetti e Auger-Aliassime. Infatti i due sono anche in lotta per un posto alle Finali di Torino e quindi la partita di Shanghai riveste un duplice significato. Il Musetti che ha superato un buonissimo Darderi al terzo turno ha convinto per condizione atletica e piglio offensivo, bravo a smistare i colpi senza finire quasi mai in totale difesa, anche contro la potenza e spinta notevole di Darderi, quindi sarà forse favorito contro il canadese. Non è comunque un match dal facile pronostico, come confermano i precedenti di 4 vittorie a 3 per l’italiano, ultima quest’anno a Miami. Chi vincerà questa partita trova o Lehecka (sempre pericoloso su questi campi e apparso in grande spolvero col diritto e servizio) o Rinderknech, autore dell’eliminazione di Zverev, e non sarà affatto una passeggiata soprattutto se la spunterà il ceco, che su questi campi esprime il suo massimo potenziale.
    Nel settore più alto del tabellone c’è Daniil Medvedev, in ripresa dopo le secche di un 2025 per lui da dimenticare, e chissà che il russo non riesca a sfruttare quest’occasione per rilanciarsi a grande livello e tornare a vincere un torneo, che manca da Roma 2023. Il moscovita ha l’occasione di prendersi una bella rivincita contro Tien che lo eliminò a sorpresa agli Australian Open di gennaio e contro il quale ha perso, ma per ritiro, la scorsa settimana a Pechino, al termine di un partita estremamente dura. Tennis tattico e molto accorto, sarà molto probabilmente un’altra partita avvincente. Un altro che a Shanghai potrebbe cogliere la chance per vincere un Masters 1000 è Alex De Minaur, che sta veleggiando piuttosto sicuro e affronta negli ottavi il portoghese Borges, partendo discretamente favorito. Chissà che la sua leggerezza e grande mobilità il campo non possa essere un elemento a suo favore in un torneo così duro.
    Non è facile fare un pronostico per un torneo così aperto, e non è affatto detto che Djokovic, Medvedev o Rune siano i veri favoriti. Di sicuro, un Masters 1000 che si allinea agli ottavi senza Alcaraz e Sinner, i due dominatori dell’anno, è un evento “raro”. Da cogliere al volo per tutti gli altri, Lorenzo Musetti, incluso.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Shanghai, “Ne resterà soltanto uno…”

    Rune assistito dal medico a Shanghai

    “Ne resterà soltanto uno…”. La leggendaria citazione del film Highlander, capolavoro degli anni ’80 per chi ama il genere fantasy-azione, è la prima che mi è venuta in mente assistendo con sincero stupore e anche un pizzico di inquietudine all’avanzare del Masters 1000 di Shanghai. E non c’entra niente il doloroso e allo stesso tempo grave ritiro sofferto da Jannik Sinner domenica nel match serale contro Griekspoor, in preda a crampi così violenti da faticare persino nell’uscire dal campo… È dal primo giorno del torneo che stiamo assistendo a un teatro dall’assurdo, una gara ad eliminazione diretta nel senso letterale del termine, così che alla fine questo maledetto M1000 lo porterà a casa probabilmente non il tennista migliore ma il più resistente. Condizioni di caldo e umido insopportabili nella metropoli cinese stanno sottoponendo tutti i tennisti a uno stress fisico, termico e mentale che va oltre ogni concetto di sport. Shanghai 2025 è diventato un torneo ad eliminazione diretta non perché un tennista, più bravo, batte l’altro, ma perché il corpo di un tennista riesce a reggere meglio le severe condizioni ambientali rispetto all’altro.
    Qualcuno potrà obiettare che la preparazione atletica e la componente di resistenza è parte di uno sport come il tennis. Vero, ma aprendo gli orizzonti ad una valutazione più complessiva, che valore ha un torneo nel quale conta più sopravvivere sottoponendo il proprio corpo a stress disumani rispetto al giocar bene a tennis? Poco o niente. Il ruvido Rune si è scagliato contro tutti affermando “L’ATP vuole che qualcuno muoia in campo?”. Rinderknech ha sparato contro l’organizzazione senza pietà, Djokovic dopo aver addirittura vomitato in campo per lo stress termico allucinante ha terminato la sua partita contro Hanfmann paonazzo, al limite del disidratato. Nei primi turni del torneo cinese si sono ritirati Sinner, Machac, Ruud, Goffin, Medjedovic, Atmane, Wu; Fritz e Zverev e Rune hanno mostrato segnali evidenti di rottura, con il danese che è ricorso più volte all’intervento dello staff medico misurando in campo i propri parametri perché si sentiva quasi svenire. La domanda è banale: tutto questo ha un senso?
    È vero che il tennis lo si gioca da sempre in luoghi dove le condizioni sono molto difficili. Ci ricordiamo alcune edizioni degli Australian Open micidiali, come certe annate in agosto sul “duro” negli States, dove tra Cincinnati e dintorni si è arrivati anche a 45°, per non parlare dei tanti Challenger poco noti al grande pubblico che si disputano nel sud est asiatico con condizioni di caldo e umidità impossibili. Il fatto che si sia sempre accettato questo non è una scusa sufficiente, anche perché negli ultimi anni il tennis è cambiato profondamente. Solo chi ha due fette di prosciutto belle spesse sugli occhi non ha notato quanto il gioco si sia drammaticamente spostato sull’atletismo, sulla fisicità e quindi sulla resistenza, con scambi durissimi e una richiesta di energia e stress sul corpo dei giocatori aumentata a dismisura. Le due ore e mezzo di match del 2025 non sono minimamente paragonabili a quelle di 10 anni fa, per non parlare di tempi ancor più lontani.
    A peggiorare il tutto il solito, annoso problema del calendario, con due tornei molto importanti uno dopo l’altro, che non consentono ai giocatori che fanno strada nell’evento precedente un adeguato riposo. Vedi quel che è successo al nostro Sinner: pochissimo dopo aver alzato la coppa di Pechino, dove tutto sommato si è giocato in condizioni accettabili di caldo e umidità, si è spostato a Shanghai, con la fatica nel corpo e immergendosi in una metropoli da 24 milioni di abitanti che in qualche modo sopravvive a inizio ottobre con temperature sui 30 gradi e umidità media del 70%, con picchi sopra all’80%. Gli shanghaiesi tuttavia assistono al tennis comodi in tribuna, non rincorrendo pallate micidiali e intensità massime come è successo ieri a Sinner e Griekspoor. Bravo è stato l’olandese a salvare due momenti delicatissimi nel terzo set, e bravo a reggere maggiormente col proprio fisico massiccio e potente allo stress della partita. Ma come da lui stesso affermato, non è così che si dovrebbe vincere un match. Con la grande qualità espressa in campo forse Tallon avrebbe vinto lo stesso riuscendo a fare meglio di Jannik, ma doveva accadere grazie a servizi e risposte, bordate di rovescio cross e volée, non per un attacco violento di crampi. Non c’è gloria quando si vince così, ed è un grande peccato anche per lo stesso Griekspoor, perché sul campo stava producendo meraviglie. E grande peccato per Jannik, che così ha quasi sicuramente compromesso la sua corsa per riacciuffare il n.1 di fine anno, che sarà di Alcaraz, …forse più scaltro nel saltare questo torneo rispetto agli altri. Sinner meritava un giorno di riposo come tutti gli altri, ma così non è stato e ne ha pagato le conseguenze. Conoscendo il suo aplomb, difficilmente ne parlerà, pensando solo ad andare avanti e rafforzarsi ulteriormente. Urge invece una regola più dettagliata che imponga uno stop ai incontri quando si gioca in una combinazione di caldo e umidità eccessiva e pericolosa. Vedere un tennista che letteralmente svuota la scarpa dal sudore ha una logica?
    Il calendario resta un grandissimo problema. Non c’è una logica tecnica e nemmeno ambientale in moltissimi eventi dell’anno. I giocatori che vivono nei piani altri del ranking sono ricchi, strapagati, e se vogliono possono decidere – come Alcaraz – di non giocare un torneo. Si perdono bonus, ecc, ma proprio i bonus spingono i più a provarci sempre e comunque. Ma dove sta la logica di un tour e di una disciplina mossa da tonnellate di denaro che alla fine portano a tornei come quello di Shanghai, impoverito da ritiri, giocato in condizioni assurde e oltre i limiti di resistenza di giovani uomini super allenati? Che valore ha questo Masters 1000, dove “Ne resterà soltanto uno”? Servirebbero ampie riflessioni e scelte coraggiose per cambiare uno status quo che non piace a nessuno, o quasi.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Rune: “La Laver Cup è l’evento preferito per molti giocatori, anche più degli Slam”

    Rune con la casacca del team Europe (foto Laver Cup)

    Holger Rune cavalca l’onda mediatica da qualche giorno e le sue ultime affermazioni lo portano ancor più sulla cresta. Il danese dopo la rocambolesca – e per lui sfortunata – presenza in Davis Cup a Marbella, è volato negli USA per prendere parte alla Laver Cup, ricca esibizione quest’anno in scena a San Francisco. Sarà curioso vedere all’opera ex campioni assai carismatici come Noah per il team europeo e Agassi per quello del resto del mondo. Una tre giorni a squadre che fa molto discutere per mille motivi, tuttavia è organizzata in modo impeccabile, ha portato alcune interessanti novità riprese poi da altri tornei e funziona molto in tv, con ascolti altissimi di spettatori che assistono a match ben giocati ma con più leggerezza, e con l’effetto squadra e panchina che piace molto. A detta di Rune, piace tantissimo ai giocatori, addirittura più di ogni altro torneo.
    “Ho parlato con molti giocatori e dicono che è uno degli eventi più divertenti in cui giocare, un evento grandioso”, afferma Rune, citando Alexander Zverev e Stefanos Tsitsipas tra coloro che hanno parlato con entusiasmo della settimana. “Per molti è l’evento preferito, anche più degli Slam”. Un’affermazione questa a dir poco forte, che sicuramente non lascerà indifferenti gli appassionati e commentatori in un periodo nel quale il fiorire di molte esibizioni ha portato non poche polemiche, visto che coloro che giocano a destra e a manca eventi extra calendario ATP poi spesso si lamentano della lunghezza della stagione.
    “Ho grandi aspettative, ma soprattutto mi divertirò davvero molto” continua Rune parlando da San Francisco. “Non capita spesso di giocare come una squadra, quindi penso che sia fantastico. Darò il meglio in questo ambiente. Non vedo l’ora di giocare. Voglio portare molta energia e intensità alla mia squadra”.
    Mario Cecchi LEGGI TUTTO