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    Corretja crede in Rune: “Holger ha tutte le qualità per vincere uno Slam già dal prossimo anno”

    Holger Rune

    Nel “caliente” weekend di Davis Cup in quel di Marbella, Holger Rune è stato certamente uno dei protagonisti, nel bene e nel male. Il classe 2003 danese non è riuscito a portare il terzo punto alla sua squadra perdendo un match a dir poco complesso contro Pedro Martinez, arrivando a beccarsi più volte col pubblico e mostrando tutto quel lato ruvido del proprio carattere che sembra diventato un ostacolo importante alla sua definitiva affermazione. Tuttavia è indubbio che sia un tennista di grandissimo talento, non si arriva al n.4 del ranking per caso e quando affronta uno dei migliori è quasi scontato che ci sia una partita di gran livello. In lui continua a credere Alex Corretja che nel corso delle giornate di Davis in Spagna ha parlato del potenziale del danese, affermando che già nel 2026 potrebbe arrivare a vincere uno Slam.
    “Spero davvero che Rune abbia successo, mi piace sinceramente” commenta Corretja, ex n.2 al mondo e vincitore delle Finals, a SpilXperten. “Porta qualità fantastiche al tennis ed è davvero importante per questo sport, ma deve ancora trovare la sua strada per ottenere risultati migliori”.
    Rune ha vissuto una stagione con alti e bassi. Ha brillato a Indian Wells, dove solo uno scatenato Draper l’ha fermato in finale, e si è tolto la grandissima soddisfazione di battere Alcaraz nel match per il titolo a Barcellona. Nel suo 2025 pesano risultati non all’altezza negli Slam: ottavi in Australia, battuto da Sinner (in un match molto complicato), ancora stop negli ottavi a Roland Garros per mano di un ottimo Musetti, quindi out all’esordio a Wimbledon battuto da Jarry e sconfitta al secondo turno a US Open, al quinto set contro Struff. Secondo Corretja, il talento scandinavo ha già dimostrato con il trionfo al Paris Bercy 2022 di poter battere i migliori, ma gli manca ancora continuità.
    “Penso che per Holger si tratti solo di capire quando riuscirà a mettere insieme gli ultimi pezzi del puzzle. Deve trovare il modo di comportarsi sia dentro che fuori dal campo. Ha bisogno di una migliore comprensione del suo gioco, ma anche di quello dei suoi avversari” commenta Alex. “Non credo ci sia motivo di confrontarlo con giocatori come Alcaraz e Sinner oggi. Tuttavia non vedo assolutamente nessuna ragione per cui Holger non possa vincere uno Slam l’anno prossimo, e competere per questo tipo di titoli per molti anni a venire. Ha una personalità forte, è un grande combattente, lavora duramente. Mi auguro davvero che trovi la sua strada nel miglior modo possibile. In realtà l’ha già trovata, è stato top 10 e ha vinto un Masters 1000, ma sento che può fare molto di più”.
    Vedremo se nell’ultima parte di stagione si inizierà a vedere la mano di Andre Agassi, nuovo consulente di Rune, e magari anche quella di Marco Panichi, da qualche settimana entrato nel team del danese come preparatore atletico. Il potenziale di Holger è indubbio. Come dice Corretja, la difficoltà è nella gestione: delle emozioni e del gioco, nel saper leggere il momento per attaccare e rischiare e quale invece attendere. Soprattutto nella lucidità in campo e nel concentrare la sua enorme energia solo nel gioco, e nient’altro.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Rune: “Tanto di cappello a Struff, ho avuto sfortuna”. Ma è davvero solo malasorte?

    Holger Rune (foto Getty Images)

    “La prestazione del mio avversario è stata incredibile. Mi tolgo il cappello davanti a lui. Ha corso rischi enormi, è stato migliore nei momenti chiave, e io sono stato sfortunato.” Così un Holger Rune a dir poco frustrato ha commentato alla stampa danese la bruciante sconfitta sofferta da Jan Struff nel secondo turno degli US Open 2025. Una battaglia di rara intensità terminata per 7-6 2-6 6-3 4-6 7-5 a favore del potente tedesco, che ha giocato un gran match scatenando la potenza del suo braccio senza mai tremare, andando a prendersi di forza punti importanti ed estromettendo così Rune dal torneo. Il metro di una partita di alto livello si misura anche dal rapporto vincenti – errori: Struff ha chiuso con un notevole 66-44, e pure Rune ha un saldo assai positivo (53-36) ma non è bastato a superare il rivale. L’appuntamento al grande risultato in uno Slam per danese è ancora rimandato. In carriera vanta i quarti di finale come miglior risultato, raggiunto tre volte (Roland Garros 2022 e 2023, Wimbledon 2023), mentre quest’anno si fermato agli ottavi in Australia (battuto da Sinner) e a Parigi (stoppato da Musetti) e a Wimbledon si è arreso all’esordio a Jarry. Tutte partite molto lottate, anche quella durissima contro Jannik a Melbourne, ma alla fine manca sempre qualcosa.
    Rune a caldo mastica amaro e parla di “sfortuna”. In realtà ancora una volta il danese esce sconfitto da una maratona punto su punto, e questo deve far riflettere non poco sul suo gioco e ancor più sulla sua gestione del gioco e della partita. Dopo una primavera più che discreta, impreziosita dal titolo al 500 di Barcellona (battendo Alcaraz in finale) e la finale a Indian Wells (stoppato da Draper), si intravedeva un Holger più lucido e razionale. Nel suo incedere un po’ altezzoso, a tratti al limite dello strafottente, sembrava esser riuscito a mettere da parte quelle fasi rissose e autodistruttive che troppe volte l’hanno portato ad uscire dal match per quei 10 minuti che mandavano l’avversario avanti, o che gli costavano una rimonta quando era in vantaggio. Il tennis di vertice si basa su equilibri instabili, “le cose possono cambiare molto velocemente…” ammonisce spesso Jannik Sinner quando parla delle difficoltà del nostro sport. Rune in questo è ancora chilometri dietro a Jannik e non solo. La straordinaria potenza fisica, veemenza in campo e aggressività di Holger diventano inutili ed effimere se continua a disperderle con fiammate troppo intense, spesso non nei momenti appropriati, finendo per consumare tutto e subito e così arrivare con le pile scariche e la testa in tilt nei momenti decisivi. Un film già visto più e più volte, e non si può invocare la malasorte quando ripetutamente perdi così, perché l’altro è più bravo a tirare la mazzata al momento giusto.
    Un tennista con le gambe, qualità tecniche e colpi “pesanti” di Rune deve esser in grado di gestire in altro modo la partita e le energie fisiche e mentali. È un tennista intenso, gioca di forza e ama imporre il suo tennis. Ha un potenziale sterminato e tecnicamente non gli manca quasi niente per eccellere; lo dimostra quanto gioca bene contro Jannik, Carlos, li ha pure battuti. Li ha battuti praticamene tutti fin dai primi anni del tour, ma… non c’è ordine, non c’è visione lucida. Soprattutto non c’è gestione del momento. Il tennis è uno sport di situazione: i punti non contano mai tutti uno come l’altro, e ci sono dei passaggi chiave che devi cogliere e farti trovare pronto per mettere in quel preciso istante la tua differenza, e così staccare l’avversario e vincere.
    Non ha senso spendersi in mezz’ora di gioco a mille all’ora e consumare tutto in quel momento per poi esser prosciugato in altri più importanti. Se l’avversario nella stretta finale tira una manciata di vincenti e si prende la vittoria, bravo lui; ma un giocatore forte come Rune deve: 1) esser altrettanto capace di tirare la zampata in quel momento, e gli capita di rado; 2) non deve arrivare così spesso alle strette finali, dove tutto può accadere, deve allungare prima e far valere la sua qualità. La sua evidente furia agonistica tende a prosciugarlo di energie mentali e non lo rende quasi mai abbastanza lucido per fare la scelta corretta. Rune è un classe 2003, molto giovane, ma a livello di gestione della partita è ancora assai indietro e di esperienza sul tour non ne ha poca. Gioca troppo d’istinto, sull’impeto del momento, e questo non è sufficiente in tante occasioni. Ormai anche gli avversari lo conoscono e sanno che se riescono a tenerlo lì a lungo, a portalo nella lotta gomito a gomito, qualcosa ti concede.
    Un peccato perché Rune è un fior di giocatore, è quello che potrebbe sedersi appena dietro il duo Jannik – Carlos e fare davvero da terzo incomodo, un ruolo che gli calza a pennello anche per carattere. Ne avrebbe tutto il potenziale. Invece continua a perdersi e perdere occasioni, restando in un limbo assai scomodo, situazione che lo blocca con memorie negative tutt’altro che facili da cancellare, accumulandone in quantità…
    Sempre alla stampa danese, dopo la sconfitta bruciante vs. Struff, Holger ha detto “È molto difficile inserirsi per vincere uno Slam in questo momento, si va verso un’altra finale Sinner – Alcaraz”. Possibile, ma per scardinare questo sublime duopolio al vertice servirebbe proprio… il sig. Rune, una sua versione assai più razionale, lucida e positiva. Sta solo a lui provarci, cambiando rotta una volta per tutte.
    Marco Mazzoni  LEGGI TUTTO

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    Rune amareggiato, Popyrin ritrova fiducia: le reazioni dopo il match di Toronto

    Holger Rune nella foto – Foto Getty Images

    Vittoria importante per Alexei Popyrin, che supera Holger Rune in rimonta (4-6, 6-2, 6-3) e raggiunge i quarti di finale al Masters 1000 di Toronto. Le dichiarazioni dei due protagonisti a fine partita restituiscono bene la fotografia di un match che ha rappresentato una svolta per l’australiano e una delusione per il danese.
    Rune: “Deluso, non ho mai trovato il mio livello”Holger Rune è apparso scoraggiato e senza alibi in conferenza stampa: “Una partita deludente, non c’è molto altro da dire. Non sono mai riuscito a esprimere il mio livello, ho faticato molto al servizio e questo ha complicato tutto. Dopo il primo set non è cambiato molto, ho provato a resistere, ma non puoi giocare un match intero solo a difenderti: prima o poi perdi il servizio, ed è quello che è successo”.Sul perché abbia faticato così tanto contro Popyrin, Rune ha spiegato: “Ha un ottimo servizio e mette molta pressione. Lui oggi è andato a prendersi i punti, io no. Devo migliorare tante cose in vista di Cincinnati e dello US Open, soprattutto prendere decisioni migliori in campo. Serve un altro livello per competere”.
    Popyrin: “Qui in Canada mi sento a casa, gioco libero e senza pressioni”Tutt’altra atmosfera nel team di Alexei Popyrin, che con questa vittoria ha inanellato la nona vittoria consecutiva in Canada: “Mi sento come a casa qui. Quando sono arrivato ero molto nervoso per la pressione dei punti da difendere, ma dopo la prima partita i nervi si sono sciolti e sto ritrovando il mio livello. Ora sto giocando in modo più libero, e questo fa la differenza”.Sulla chiave della vittoria, Popyrin è stato sincero: “Dopo il primo set ero davvero arrabbiato, avevo sprecato 11 palle break e mi sembrava assurdo essere sotto di un set. Ho lasciato sfogare la rabbia al cambio campo, poi ho deciso che alla prossima occasione avrei attaccato senza pensarci troppo, ed è andata bene. Da quel momento mi sono sentito più a mio agio”.
    Il segreto? “Un rovescio più solido e più varietà”L’australiano ha spiegato di aver lavorato molto sulla solidità del rovescio, specialmente dopo aver cambiato presa in questa stagione: “Sulla terra potevo cavarmela con i colpi in sicurezza, qui sul cemento serve più solidità e continuità, e credo che il mio rovescio sia diventato molto più affidabile. Se lo alterno al slice, riesco ad avere più opzioni e più varietà”.
    Condizioni complicate, ma Popyrin si adattoPopyrin ha parlato anche delle difficoltà incontrate da tutti i giocatori a Toronto: “All’inizio del torneo faceva molto caldo e le condizioni erano rapidissime, con le palline che volavano letteralmente. Ho avuto la fortuna di giocare le ultime due partite in sessione serale, e questo ha reso tutto più controllabile”.
    L’impronta della Spagna nel tennis di PopyrinNon è mancato un passaggio sulla sua formazione in Spagna: “È stata una scelta fondamentale della mia famiglia, mi ha insegnato a muovermi sulla terra e ad avere più varietà. Ancora oggi sento che allenarmi lì mi ha dato un’impronta importante per la mia carriera”.
    Marco Rossi LEGGI TUTTO

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    Rune parte bene a Toronto e parla di Agassi, Anisimova e futuro: “Mi sento pronto a sfidare i migliori. Agassi non sarà il mio coach fisso e non verrà ai tornei”

    Holger Rune nella foto – Foto Getty Images

    Esordio positivo per Holger Rune al Masters 1000 di Toronto, dove il giovane danese ha superato in due set (7-6, 6-3) il francese Giovanni Mpetshi Perricard, avversario ostico dotato di un servizio potente e di poche concessioni nei turni di risposta. Al termine della partita, Rune si è presentato in conferenza stampa, regalando molti spunti interessanti tra analisi tecnica, riflessioni sulla nuova collaborazione con Andre Agassi e la scelta di giocare il doppio misto con Amanda Anisimova agli US Open.
    “Sfida difficile, ma ho servito al meglio”“Sapevo che sarebbe stato un match complicato: lui serve molto forte e concede pochissimo ritmo. Ho dovuto concentrarmi moltissimo sui miei turni di battuta e aspettare le poche occasioni che potevano arrivare in risposta,” ha raccontato Rune. “Nel primo set quasi impossibile strappargli la battuta, tirava la prima al 75%. Alla fine l’ho portato al tie-break e lì ho fatto la differenza. Nel secondo ho avuto più chance e credo di essere stato molto solido quando contava. Sono soddisfatto, soprattutto per come ho servito oggi, forse come non mi riusciva da tanto tempo”.
    Alcaraz, Sinner e… Rune: “Posso raggiungere il loro livello”Impossibile non affrontare il tema caldo del circuito: il dominio di Alcaraz e Sinner. Rune, però, non ci sta a sentirsi escluso dal discorso: “La differenza più grande sta nella loro capacità di mantenere sempre un livello altissimo e costante. È qualcosa di davvero difficile, ma credo che pochissimi giocatori – e io mi considero tra questi – abbiano le armi per batterli quando giocano al meglio. L’ho già dimostrato in passato. Sono loro i rivali che voglio affrontare nelle grandi finali, e più spesso ci arriverò, più crescerà anche il mio livello”.
    Lavorare con Andre Agassi: “Una visione unica”Grande curiosità per la recente collaborazione con Andre Agassi, leggenda assoluta del tennis mondiale: “Ci siamo sentiti dopo il Roland Garros, abbiamo parlato a lungo e deciso di passare insieme qualche giorno di allenamento. Ovviamente in tre giorni non cambi la vita di un tennista, ma mi ha dato spunti preziosi sul mio gioco, sul servizio in particolare. Non sarà il mio coach fisso, non verrà ai tornei, ma restiamo in contatto e ascoltare la sua opinione per me è stato molto importante. Ha una visione del tennis incredibile, e chiaramente la sua carriera parla da sola”.
    Mixed doubles con Anisimova agli US OpenSpazio anche a una novità interessante: la partecipazione al doppio misto agli US Open con Amanda Anisimova. “Penso sia una bellissima idea da parte degli organizzatori. Di solito i top player non giocano il doppio misto perché si svolge durante la seconda settimana, ma spostarlo alla settimana di qualificazione lo rende molto più accessibile. Amanda è una grande giocatrice, ha fatto la finale a Wimbledon, e sono felice di condividere il campo con lei. In realtà non so neanche chi abbia chiamato chi (ride), sarà stato il lavoro degli agenti, ma sono contento della scelta”.
    Tennis, auto e personalitàNon poteva mancare una domanda su un curioso episodio fuori dal campo, la famosa Porsche 911 acquistata prima ancora di prendere la patente dopo aver visto Djokovic guidarne una: “Sì, è vero, ma oggi in campo sono stato più Porsche controllata che sportiva al massimo! Ho giocato in maniera aggressiva, ma senza eccessi, prendendo le decisioni giuste”.
    Sull’importanza di Lars Christensen e il richiamo al passatoRune non dimentica chi l’ha portato a questi livelli: “Lars è il mio coach da sempre, ha un ruolo fondamentale nella mia crescita e nulla cambierà in questo senso. Ogni tanto, però, è utile avere occhi diversi che ti diano qualche consiglio, per questo ho cercato Agassi. Adoro la sua visione e le sue qualità a rete e in risposta, mi ci rivedo in alcune cose”.E sulla musica, dopo una domanda curiosa su Lars Ulrich e la storia del tennis danese: “Sono di un’altra generazione, conosco poco la storia, ma prometto che mi informerò! Mi piace comunque ascoltare la musica di ieri, molte cose di oggi sono remix del passato”.
    Rune tornerà in campo per cercare conferme e nuovi stimoli, forte di una convinzione sempre più solida: per arrivare tra i grandi, bisogna affrontarli e batterli. Il Masters 1000 di Toronto potrebbe essere il primo passo di un’estate da protagonista.
    Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO

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    Kudermetova rivela: “Rune mi ha scritto, ma gli ho detto che sono troppo grande per lui”

    Holger Rune nella foto – Foto Getty Images

    Veronika Kudermetova ha raccontato un aneddoto curioso e, a tratti, divertente durante un podcast condotto dall’ex tennista Elena Vesnina. La giocatrice russa, oggi 28enne, ha infatti svelato di aver ricevuto diversi messaggi da Holger Rune, giovane talento danese del circuito ATP, che sembravano andare oltre la semplice amicizia.
    “Gli ho detto chiaramente che sono troppo grande per lui”, ha spiegato Kudermetova, “e che se avesse guardato il mio Instagram avrebbe capito subito che sono sposata.” La russa, il cui marito ha attualmente 41 anni, ha raccontato di aver liquidato con fermezza le avances di Rune. “Lui si è subito scusato – ha aggiunto ridendo – e da quel momento, quando ci incrociamo nei tornei, non mi saluta nemmeno più!”
    L’episodio, stando alle parole di Kudermetova, sarebbe avvenuto di recente, nonostante Rune sia noto per avere una relazione con la modella Carolina Donzella. La storia ha subito fatto il giro del web, suscitando ilarità e qualche sorpresa nel circuito.
    Marco Rossi LEGGI TUTTO

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    Zverev punta su Toni Nadal: “Sto cercando di convincerlo a restare più tempo con me. Ho parlato ore con Rafa”. Rune si affida ad Agassi e Panichi: “Il suo entusiasmo per il tennis è contagioso”. Tsitsipas richiama papà Apostolos: “Accetto i miei errori, ora voglio più saggezza”

    Alexander Zverev nella foto – Foto Getty Images

    La vigilia del Masters 1000 di Toronto si accende con grandi nomi e novità tra i protagonisti del circuito. Alexander Zverev, Holger Rune e Stefanos Tsitsipas arrivano in Canada dopo settimane intense, tra cambiamenti nei team tecnici, ricerca di fiducia e nuovi progetti, pronti a rilanciarsi in una stagione che fin qui li ha visti spesso in secondo piano rispetto ai “nuovi dominatori” Sinner e Alcaraz.
    Zverev punta su Toni Nadal: “Sto cercando di convincerlo a restare più tempo con me”Alexander Zverev è stato al centro delle attenzioni dopo Wimbledon, dove ha vissuto un’eliminazione precoce e ha confessato di attraversare un periodo difficile anche dal punto di vista mentale. Proprio in quei giorni, il tedesco è volato a Maiorca per allenarsi con Toni Nadal presso l’accademia di Rafa, dove ha avuto anche lunghe chiacchierate con lo stesso Rafa Nadal. Zverev ha chiarito come tutto sia iniziato con una telefonata del coach maiorchino: “Dopo Wimbledon è stato lui a contattarmi. Abbiamo parlato a lungo e poi ho deciso di andare a Maiorca per lavorare con lui. Toni non è solo un grande allenatore, ma trasmette molta fiducia. Parla e tutti ascoltano, come Rafa. Stiamo pensando a una possibile collaborazione più lunga, anche se lui ha già molti impegni. Spero di riuscire a convincerlo a seguirmi per più settimane.”
    A colpire il tedesco è stata anche la prospettiva offerta da Rafa Nadal: “Mi ha dato un punto di vista unico su come affrontare me stesso come avversario, essendo stato sia giocatore che spettatore dei miei match. Abbiamo parlato per ore, anche a cena, spesso fino a tarda notte.”Zverev sarà anche protagonista nel nuovo evento del doppio misto agli US Open, in coppia con Belinda Bencic: “Sarà divertente, vedremo come andrà. Se giocano nomi come Alcaraz, Sabalenka, Sinner o Gauff, ci sarà sempre interesse da parte dei fan.”
    Rune si affida ad Agassi e Panichi: “Il suo entusiasmo per il tennis è contagioso”Il giovane Holger Rune non vuole restare indietro rispetto ai coetanei e rilancia il suo progetto tennistico con due rinforzi d’eccezione: Andre Agassi come consulente tecnico e Marco Panichi, ex preparatore atletico di Djokovic e Sinner, come nuovo fisioterapista. “Allenarmi con Agassi a Washington è stato speciale, ho imparato tanto da come vede il tennis e il mio gioco. Il suo entusiasmo è spettacolare e sa ascoltare e dare consigli preziosi, soprattutto su come gestire meglio i miei colpi e i tie-break”, ha raccontato il danese. Panichi, invece, “si concentra molto sulla coordinazione e sulla biomeccanica. Mi ha già sfidato con esercizi nuovi e credo che possa davvero aiutarmi a connettere meglio preparazione atletica e tennis.”Rune, alle prese con qualche problema fisico (mal di schiena a Washington), punta tutto su questa trasferta americana per dimostrare di essere pronto a inserirsi stabilmente tra i big.
    Tsitsipas richiama papà Apostolos: “Accetto i miei errori, ora voglio più saggezza”Se Zverev e Rune cercano nuove figure di riferimento, Stefanos Tsitsipas torna alle origini: dopo il breve e turbolento sodalizio con Ivanisevic, il greco ha deciso di affidarsi di nuovo a suo padre Apostolos. “L’ultimo anno è stato una montagna russa. Dopo la separazione è stato difficile, ma abbiamo parlato tanto e lavorato sul nostro rapporto. Ora voglio che ci sia più saggezza e onestà tra noi. Sono contento di poter tornare a giocare con il suo supporto”, ha spiegato il greco, reduce da un periodo complicato fisicamente e mentalmente. “Non mi sarei mai immaginato, tre settimane fa, di stare così bene adesso. Ho lavorato tanto sul mio corpo e mi sento pronto a ripartire.”
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    Rune cambia tutto: Agassi e Panichi nel nuovo super-team del danese

    Holger Rune nella foto – Foto Getty Images

    Il 2025 di Holger Rune sta diventando la stagione della grande trasformazione. Il giovane danese, da tempo alla ricerca di una svolta nella sua carriera e di quella continuità che ancora gli manca nei grandi appuntamenti, continua a rimescolare le carte nel proprio team per provare a compiere il definitivo salto di qualità. Dopo aver sorpreso tutti presentandosi a Washington al fianco di André Agassi, icona assoluta del tennis mondiale e nuovo consulente tecnico, ora Rune aggiunge un altro pezzo da novanta al suo staff: Marco Panichi.
    Il preparatore atletico italiano è una delle figure più rispettate nel mondo del tennis, avendo lavorato negli ultimi anni sia con Novak Djokovic sia, più recentemente, con Jannik Sinner. Proprio dalla squadra dell’azzurro Panichi è uscito a pochi giorni dall’inizio di Wimbledon, lasciando il posto vacante e aprendo così la porta all’ingaggio da parte di Rune. A rivelarlo è il quotidiano danese B.T., che sottolinea come il classe 2003 stia puntando sempre più in alto per provare a ridurre il gap con Sinner e Alcaraz, i due grandi dominatori della Next Gen.
    Con Agassi come mentore tecnico e Panichi responsabile della preparazione fisica, Rune spera di trovare la stabilità e il metodo necessari per competere ad armi pari con i migliori. “Sono figure incredibili, con tantissima esperienza ad altissimo livello. Volevo nuove idee e nuovi stimoli”, ha detto Holger a margine degli ultimi allenamenti. Dopo aver cambiato più volte allenatore negli ultimi mesi e aver dichiarato apertamente di puntare al numero 1 del mondo, la strategia del danese è chiara: rimettersi totalmente in discussione per ripartire con ambizioni ancora maggiori.
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    Rune si affida ad Agassi per tornare grande: “Voglio essere il numero 1, non sono lontano da Sinner e Alcaraz”

    Holger Rune nella foto – Foto Getty Images

    Da tempo attorno alla figura di Holger Rune aleggia una sensazione di stallo e un velo di delusione. Eppure, essere numero 8 del mondo a soli 22 anni non può che essere un grande risultato per chiunque. Il danese, però, sembrava destinato a qualcosa di ancora più grande, una presenza fissa tra i dominatori del circuito. Proprio per rilanciarsi, Rune ha deciso di affidarsi ad André Agassi come consulente tecnico, sperando che la leggenda americana possa aiutarlo a ritrovare la strada verso la gloria.
    “Ho contattato André qualche mese fa. Ho subito capito che è una persona molto intelligente, ha una visione unica e genuina del tennis. Credo sia il momento giusto per lavorare insieme, perché sto tornando a sentirmi bene con il mio gioco, sono tornato alle basi. In passato ho cambiato spesso allenatore e questo non mi ha aiutato, ho perso una struttura fissa. Agassi è un’icona e sono convinto che possa essere il mentore ideale per me”, ha dichiarato Rune a Tennis.com.
    Non mancano le ambizioni per il giovane scandinavo: “Sono n.8 del mondo e voglio fare tutto il possibile per salire ancora in classifica. Ci sono giocatori che si accontentano di stare nei primi 20 o 10, ma io ho sempre sognato di diventare numero 1. Penso di potercela fare, ma devo cambiare alcune cose e Agassi potrà aiutarmi in questo”. Rune negli ultimi anni ha lavorato, anche se saltuariamente, con Boris Becker e Severin Luthi, oltre alla lunga collaborazione con Patrick Mouratoglou e al ritorno col suo storico coach Lars Christensen.
    Il danese è convinto di poter ancora colmare il gap con Sinner e Alcaraz: “La differenza tra loro e altri giocatori è grande, ma non così tanto se penso al mio livello. Credo di non essere così lontano, il mio tennis è di alto livello. Devo solo correggere qualche dettaglio e trovare più continuità. Ho già dimostrato di poter battere i migliori e sono fiducioso che potrò farlo ancora. La vera sfida è essere presenti in finale ogni settimana, non solo vincere una partita. Questo è il mio nuovo obiettivo”, ha concluso Rune, pronto a sfruttare la tournée americana per dare una svolta alla sua carriera.
    Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO