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    Il “dardo al veleno” di Bautista ad Alcaraz: “Non vincerà i tornei dello Slam andando a letto alle 7 della mattina”

    Carlos Alcaraz (foto Getty Images)

    Un “dardo al veleno”. Così la stampa spagnola apostrofa le parole insolitamente dure che Roberto Bautista Agut ha riservato al giovane connazionale Carlos Alcaraz. Dopo la sconfitta (netta) patita contro Zverev nel suo esordio al Masters 1000 di Madrid, l’esperto tennista spagnolo si è intrattenuto con i media del suo paese parlando di vari temi. Ovviamente le domande sono andate in direzione Alcaraz, per la rinuncia al massimo torneo in Spagna per colpa di un problema muscolare, ma anche per l’anteprima della serie Netflix “A mi manera”, nella quale Alcaraz ha aperto la porta al suo privato, con una serie di discorsi tra lui e il suo coach Ferrero che non lasciano presagire niente di buono a lungo termine per la loro relaziona professionale In estrema sintesi, Alcaraz si sente quasi “schiavo” del mondo del tennis per l’enorme impegno richiesto per stare al vertice, dovendo così rinunciare a cose della vita che lo attraggono e che reputa importante per uno della sua età.
    Sembra proprio che Carlitos qualche strappo alla regola se lo prenda, tanto che il suo coach Ferrero l’ha ammonito con sguardo torvo, affermando che lascerà sempre al suo assistito la libertà di scegliere come parte del processo di vita e lavoro, ma che se le cose non andranno come sperato e andrà troppo spesso fuori dal seminato, non sarà lì a guidarlo all’infinito. Proprio su questo tema Bautista ha parlato alla stampa con parole altrettanto chiare: “Penso che il tennis di alto livello richieda molto, giusto? Non credo che Carlos vincerà i tornei del Grande Slam andando a letto alle sette del mattino“, ha dichiarato Roberto. “Alla fine, penso che il tennis sia molto impegnativo, che ora sia tutto molto bello e lui sia molto giovane, ma deve sapere che se vuole eguagliare i numeri dei tre grandi [Noval Djokovic, Rafael Nadal e Roger Federer] deve giocare ad alto livello per 15 anni. Lo considero [Carlos] un giocatore e una persona intelligente. Sono sicuro che gradualmente capirà cosa gli serve per raggiungere quel livello e lo metterà in pratica.”

    ️ La reflexión de Roberto Bautista sobre los hábitos de Carlos Alcaraz que ha desvelado en su documental “El tenis de máximo nivel demanda mucho. No creo que vaya a ganar Grand Slams acostándose a las 7:00” ️@hectorglez29 | @angelgarciacg_ pic.twitter.com/JY9ywvs59R
    — Carrusel Deportivo (@carrusel) April 25, 2025

    Ascoltando le parole del docufilm, sembra esserci una discreta differenza di venute all’interno del suo team. Lui si sente un ragazzo come tutti, ma in realtà è già un super campione e super star, e questo comporta una presa di responsabilità diversa. “Carlos deve capire che non è un normale ventunenne”, afferma Albert Molina, in manager del murciano, durante il documentario. “Ho 21 anni e in questo momento voglio decidere da solo”, invece avverte Alcaraz, riferendosi alla direzione della sua carriera. “E se sbaglio, voglio sbagliare da solo. Non voglio che siano gli altri a decidere per me.”
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Le radio spagnole sicure: Alcaraz si ritirerà da Madrid. Carlos: “A inizio settimana pensavo che sarei migliorato”

    Carlos Alcaraz (foto Getty Images)

    La serata in Spagna è stata a dir poco movimentata sul fronte Carlos Alcaraz. Dopo la partecipazione ad un evento nel pomeriggio, nel quale il n.3 del mondo non ha rilasciato dichiarazioni di alcun tipo, Carlos ha rilasciato una breve intervista a “El Hormiguero” nella quale ha affermato che la situazione non è affatto buona, tanto da sentirsi peggio rispetto ad inizio settimana o almeno non esser migliorato quanto sperava. “Lunedì ho fatto degli esami e sto aspettando” afferma Alcaraz. “All’inizio della settimana pensavo che sarei migliorato, invece non è andata come mi aspettavo. La mia partecipazione a Madrid è in dubbio, ho dei fastidi. Ma… bisogna ascoltare il proprio corpo e vedere come vanno i test. Madrid è uno dei posti in cui mi piace giocare di più al mondo”. Quindi porta ancora aperta, ma il torneo non aspetta e il suo esordio è in programma sabato, solo tra due giorni. Per questo, nonostante le sue parole possibiliste e l’ulteriore consulto coi medici che si svolgerà stamattina, le maggiori radio di Madrid nei programmi di tarda serata hanno affermato che Alcaraz nella press conference di oggi 12.30 annuncerà, a malincuore, il forfait dal massimo torneo nazionale. Le emittenti COPE e SER sono sicure che, nonostante le dichiarazioni caute, Alcaraz e la suo staff hanno già deciso di non giocare e l’annuncio ufficiale arriverà nella press conference ufficiale pre-torneo.  

    En las radios principales de España, COPE y SER, ya lo dan por hecho. Carlos Alcaraz NO jugaría el Mutua Madrid Open 2025 por su problema en el muslo. Lo anunciaría este jueves, de forma oficial, a las 12:30h. Estaremos atentos. pic.twitter.com/6WGwAm1yRO
    — José Morón (@jmgmoron) April 23, 2025
    Lo scorso anno Alcaraz si fermò nei quarti di finale a Madrid, battuto da Andrey Rublev, quindi c’era spazio ipoteticamente per fare ancora meglio e accorciare la distanza in classifica da Jannik Sinner e, magari riprendersi la seconda posizione ai danni di Zverev che, con la vittoria a Monaco della scorsa settimana, è tornato n.2 in classifica. Oltretutto il tedesco scarterà solo 90 punti dal torneo spagnolo dello scorso anno. I problemi muscolari per Alcaraz sembrano una costante. Un gran fisico il suo, davvero potente ed esplosivo, ma forse gli strappi incredibili con i quali è capace di accelerare la palla in modo formidabile lo sottopongono a stress importanti, forse ancora accentuati da una discreta tensione emotiva nel corso dei match che lo porta a vivere importanti alti e bassi. Un creativo, un vero giocoliere, uno che con la palla può fare di tutto e di più ed esaltare il pubblico, oltre che sorprendere e battere tutti gli avversari, ma forse anche tennista assai dipendente dalla condizione fisica per performare al massimo e, a quanto sembra, anche abbastanza fragile per tenuta muscolare. Ricordiamo che nel 2023 saltò gli Australian Open per un problema muscolare rimediato pochi giorni prima di volare al primo Slam della stagione, mentre nel 2024 fu costretto a rinunciare a Monte Carlo e Barcellona sempre per fastidi muscolari. Non resta che attendere le parole di Carlos nella press conference, e se come sembra sarà ritiro, vedremo se recupererà per il torneo di Roma, oppure si andrà dritti a Parigi, dove c’è da difendere il titolo dell’anno scorso, e tre settimane dopo anche quello di Wimbledon. Alcaraz non può permettersi di arrivare a fine maggio in condizioni fisiche precarie, il prezzo da pagare sarebbe altissimo.
    Marco Mazzoni   LEGGI TUTTO

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    Draper dalla parte di Sinner: “Jannik non merita alcun odio. Più ci allenavamo, più il suo livello cresceva”

    Jannik Sinner e Jack Draper in allenamento

    Gli amici, nella vita e anche nel tennis, sono fondamentali. Jannik Sinner e Jack Draper lo sanno alla perfezione e coltivano da anni una sincera e profonda amicizia, sostenendosi in momenti difficili e rafforzando il loro legame. I due sono molto diversi, ma l’azzurro sentì già alcuni anni fa una certa affinità e vicinanza con il britannico, tanto che dopo una partita tra i due si instaurò naturalmente un’amicizia che hanno coltivato col tempo. Sinner è esploso prima di Draper al massimo livello ma non si è affatto dimenticato delle peripezie e difficoltà dell’amico, continuando a seguirlo e sostenerlo nei tanti stop per infortunio, anche quando nella testa del “Brit” frullavano idee malsane sull’opportunità di continuare… Jannik l’ha spronato a credere nel suo potenziale con ottimi consigli, quelli di chi c’era già passato ricevendo tante critiche e attraversando momenti non facili. Draper ha ricambiato con grande vigore sostenendo Jannik nel duro periodo della positività al doping, difendendolo a spada tratta e diventando anche il primo sparring a Monte Carlo una volta scaduti i termini della cupa sospensione, accettata con tanta difficoltà vista la sua innocenza. Non è quindi strano che Draper abbia parlato molto bene dell’amico italiano in un’intervista alla BBC, a pochi giorni dal rientro in attività. Per Jack il n.1 del mondo è una persona eccellente, si sta allenando alla grande e rientrerà ancor più forte. Soprattutto, per Draper il nostro campione non merita alcun odio per quel che è successo.
    “Quando mi chiedono di Jannik, dico la verità: penso che sia una persona davvero genuina e gentile, e soprattutto un giocatore incredibile“, ha dichiarato Draper a BBC Sport e al Guardian in un’intervista congiunta all’Open di Madrid. “Riguardo alla situazione in cui si è ritrovato sono sicuro che non ha avuto la minima idea di quel che stava accadendo, è totalmente estraneo alla vicenda. Ma la vita va così: a volte si commettono errori e ti ci ritrovi dentro“.
    Nonostante sia stato chiarito in ogni sede che Sinner non si è dopato, non ha barato e non ha fatto niente di male, le regole sulla responsabilità oggettiva per i membri del proprio staff sono in vigore e, con non poche titubanze vista la sua innocenza, l’azzurro ha deciso di accettare una sospensione proposta da WADA per chiudere la faccenda. L’accordo tra il team legale del tennista italiano e la WADA ha scatenato accuse di favoritismo e ha portato alcuni giocatori a mettere in discussione la propria fede nello sport pulito. Qua Draper non ci sta, e ha dichiarato: “Per quanto riguarda i miei sentimenti nei suoi confronti, penso sia importante che le persone sappiano e riconoscano che è un ragazzo di buon cuore e una brava persona. Non merita l’odio che riceve.”
    Dopo la sconfitta all’esordio al Masters 1000 di Monte Carlo, Draper ha cercato compagni di allenamento sulla terra battuta e Sinner, con cui aveva già giocato in doppio in passato, è stata una scelta ovvia. “Sapevo che Jannik era disponibile e a Monte Carlo sulla terra battuta, quindi ci siamo organizzati con la sua squadra per andare lì per tre o quattro giorni ad allenarci con lui”, racconta Draper. “Se devi allenarti con qualcuno, perché non puntare al migliore al mondo, giusto? (sorride). Ovviamente si è preso un po’ di tempo libero, ma sta ancora giocando a un livello incredibile. È stato fantastico stare con lui per qualche giorno e fargli da sparring. Non c’è modo fare un allenamento migliore. Non abbiamo parlato molto a dire il vero, in campo Jannik è sempre molto professionale. Se è il n.1 del mondo, lo è per un motivo  È sempre costante, gioca alla grande e in questo non è cambiato di una virgola. Potrà essersi un filo arrugginito in qualche cosa per la mancanza dei tornei, ma non fa che migliorare giorno dopo giorno. Più punti giocavamo e più lo sentivo salire di livello“.
    “Non vedo l’ora di rivederlo nel tour perché penso che la sua assenza si è fatta sentire eccome” conclude Draper.
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    Cilic: “È necessario essere umili per tornare al top, ma ancora mi diverto in campo. Nei miei migliori anni c’erano così tanti campioni che vincere un M1000 era quasi impossibile”

    Marin Cilic

    Marin Cilic sta lentamente cercando di risalire la china dopo gravi problemi al ginocchio che l’hanno costretto a due operazioni e 20 mesi di stop. A 36 anni, con uno Slam in tasca (US Open 2014) e un best ranking di n.3 (gennaio 2018), molti si chiedono dove il croato riesca a trovare la motivazione per battagliare nel duro tour Challenger invece di pensare ad una pensione dorata. La risposta l’ha fornita Marin in una bella intervista rilasciata al collega Fernando Murciego di puntodebreak: si diverte ancora tantissimo a giocare a tennis. Quella sensazione che si prova stando in campo a competere è un’iniezione di energia e spinta vitale che non trova altrove e lo porta a spingere al massimo per tornare stabilmente nei grandi tornei e provare ancora a togliersi qualche soddisfazione. Cilic considera la vittoria su Federer a US Open il suo capolavoro e tra Alcaraz e Sinner sceglie lo spagnolo, per la sua grande creatività in partita. Afferma anche che il livello di gioco toccato nei suoi anni migliori era superiore a quello attuale per la quantità formidabile di campioni, tutti al loro picco. Ecco i passaggi più significativi dell’intervista di Cilic.

    “Perché gioco i Challenger? Mi diverto e ho un obiettivo a lungo termine. Al momento la mia classifica è quella che è: sono sotto i primi 100 dopo essere stato fuori per quasi 20 mesi a causa di un doppio intervento chirurgico al ginocchio” racconta Cilic. “Non è facile ma questo è il tennis, uno sport estremamente complicato in cui puoi perdere l’intera classifica in un solo anno. È qui che arriva il momento di cominciare a ricostruire partendo da zero, giocando nel circuito Challenger. Bisogna essere umili per tornare al top, accettare questa transizione all’interno del tour, anche se oggi più che mai si percepisce il rispetto che tutti i giocatori hanno per ogni livello. Sono entusiasta di migliorare ogni giorno. Sono felice in campo, quindi vedremo cosa mi riserva il futuro”.
    L’esempio di Wawrinka, ancora a battagliare ogni settimana a 40 anni compiuti, ispira il croato? Pensa di seguire le orme di Stan? “Perché no? Non si sa mai cosa la vita ha in serbo per noi, soprattutto dopo aver visto come sono finite le carriere di Rafa, Roger e Andy. Puoi stare bene, ma un piccolo dettaglio può far finire tutto. È impossibile sapere quando arriverà la fine, quindi cercherò di continuare a divertirmi e di sfruttare ogni opportunità. Fortunatamente, sono circondato da una squadra fantastica e anche dalla mia famiglia, che viaggia con me ogni volta che può. Mi diverto anche in questi tornei più piccoli, ma ogni settimana c’è una nuova battaglia, tutti inseguono lo stesso successo, soprattutto i più giovani che sembrano più affamati di prima”.
    Oltre alla gestione del fisico, per un campione come lui non deve essere facile accettare questa nuova realtà e motivarsi mentalmente… “Mentalmente vedo le cose in modo molto positivo. Continuo ad amare il tennis, così come la mia famiglia e la mia vita privata. Quindi direi che la parte più difficile è mantenersi in salute, anche se un pizzico di fortuna è sempre necessario per riuscire a portare a termine ogni allenamento. Dopodiché bisogna mangiare bene, riposare quanto basta, ecc”.
    Tornare in top10? Marin pensa e poi afferma: “Posso immaginarlo e non come impossibile. Prima di tutto mi piace pensare a quanta strada ho fatto nella mia carriera e a tutto ciò che ho realizzato. Ho sempre avuto una grande stima di me stesso come tennista. Sono un giocatore che, se raggiungesse il massimo livello, credo possa ancora competere con i migliori. Anche questa stagione, dopo le esperienze vissute a Doha e Dubai, dove ho giocato grandi partite e battuto grandi avversari, sono tornato con molta fiducia nelle mie capacità. Cerco di fissare buoni obiettivi, di mantenere la motivazione per continuare a lavorare, per continuare a progredire. Il tempo dirà fin dove potrò arrivare, ma prima devo recuperare un po’ di posizioni in classifica”.
    Uno Slam vinto, n.3 del mondo, finale a Wimbledon e Australian Open, semifinale a Parigi… eppure quando si parla dei migliori della sua era pochi inseriscono Cilic nel club dei top. Una mancanza di considerazione che il croato avverte e considera ingiusta? Onesta e interessante la sua risposta: “Sì e no… Nel corso della mia carriera ho sempre accettato i miei alti e bassi, ho accettato che non sarei sempre stato al top, questo è stato uno dei grandi ostacoli che mi ha impedito di rimanere a lungo vicino alla top 5 mondiale. Certo, ho avuto momenti incredibili in certi tornei, ma se si guarda alle prestazioni di una stagione intera, ho sempre sofferto di troppi alti e bassi, momenti favolosi ma anche brutti periodi. Penso di aver mostrato il mio massimo livello con buona costanza tra il 2016 e il 2018 ed è questo che mi ha spinto a essere nella top 10. Per quanto riguarda il riconoscimento da parte della gente… lo sento, anche se non è qualcosa di enorme. Non mi lamento, mi piace, so di aver giocato con alcuni dei migliori tennisti di tutti i tempi e di aver detto la mia“.
    Per Cilic i migliori dei suoi tempi avevano più varietà di gioco rispetto ai quelli attuali: “Oggi i migliori sono diversi, sia mentalmente che tennisticamente, rispetto a quelli che comandavano nei miei anni migliori. I giocatori di oggi hanno uno stile più simile, forse trovavi più varietà nei tennisti di 15 anni fa. Gasquet, Monfils, Tsonga, Roddick, Roger, Rafa, Andy, Novak, Del Potro, Nalbandian, Berdych, Ferrer… solo questa lista è una combinazione molto varia, così come un gruppo di giocatori che hanno raggiunto un livello di costanza incredibile. Come livello complessivo? Non è un tema facile da affrontare, ma penso che nei miei migliori anni giocavo contro gente come Roger, Rafa, Novak, Andy, Stan, Del Potro… tutti questi hanno giocato il loro miglior tennis nello stesso momento, è qualcosa di unico. Era praticamente impossibile vincere un Masters 1000 per giocatori del calibro di Davydenko, Berdych o Ferrer, atleti formidabili che avrebbero vinto una moltitudine di tornei in questa categoria. Adesso abbiamo Alcaraz e Sinner, che sono ancora molto giovani, ma stanno progredendo bene. Sono loro a guidare il cammino, è una nuova generazione, quindi vedremo. Solo il futuro ci dirà se saranno una generazione migliore oppure no”.
    Altra considerazione generazionale di Cilic: “Arrivare oggi in top10 è più facile. Al momento non vediamo molta costanza tra i giocatori migliori; vincono e perdono quasi contemporaneamente, anche se è vero che la maggior parte di loro è ancora molto giovane e cerca di portare il proprio gioco al livello più alto. Continuo a pensare che sia incredibilmente difficile vincere uno Slam”.
    “Il mio miglior match in carriera? Contro Federer a US Open e ovviamente quello resta il mio torneo del cuore. Il più grande rivale? Djokovic. ATP o PTPA? Credo siano necessarie entrambe. Cosa cambierei nel tennis? Nei grandi match sarebbe bello che nel campo ci fossero solo le righe del singolare. Sinner o Alcaraz? Alcaraz perché mi piace molto il suo stile, creativo, atletico, con una creatività impressionante”.
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    WTA 500 Stoccarda: che grinta Paolini, ma contro la potenza di Sabalenka non basta

    Jasmine Paolini a Stoccarda

    Non riesce l’impresa a Jasmine Paolini nella seconda semifinale del WTA 500 di Stoccarda, ma la sua prestazione è stata di grande livello. La toscana è sconfitta dalla n.1 del mondo Aryna Sabalenka al termine di una dura battaglia terminata per 7-5 6-4 a favore della bielorussa, a tratti irresistibile con le sue bordate irreali per potenza e precisione ma vittima di troppi alti e bassi, tra errori gratuiti e la pressione imposta dalla grinta e colpi dell’azzurra, mai doma fino all’ultimo punto. Paolini è stata brava a reggere una partenza difficile sotto le accelerazioni devastanti della rivale, avanzando in campo il più possibile e giocando tanti rovesci di grande qualità, soprattutto in lungo linea. Ogni volta che Aryna scappava avanti, Paolini riusciva a rientrare sfruttando dei momenti di calo della rivale e giocando sempre “giusto”, come tattica e scelte di gioco. Alla fine la differenza è venuta dalla risposta di Sabalenka, che le ha portato i punti e gli strappi decisivi, insieme ad una manciata di scambi non girati bene all’italiana (in particolare sotto rete o in avanzamento). Ma Jasmine non può davvero rimproverarsi molto, ha tenuto il campo con la grinta di una leonessa portando la n.1 al limite, con una prestazione assai più consistente e migliore di quella del recente scontro a Miami.
    Come prevedibile, la partita l’ha fatta e “disfatta” Sabalenka. Terrificante la sua partenza, una serie di bordate che nessuna al mondo può contenere. Se Aryna colpire quasi da ferma e sente bene la palla, beh, non puoi fare altro che dirle brava. Devi restare lì, perché non è sempre accesa la tre volte campionessa Slam, a volte esagera e si distrae, ed esattamente in quell’istante che devi avere la forza, fisica e mentale, di attaccare, reggere e metterle pressione. Così, e bene, ha fatto Paolini, encomiabile per come ha incassato alcuni “uppercut” micidiali e si è ripresentata in risposta super aggressiva, prontissima ad entrare in campo e sfidare la rivale sul net. Aryna devi farla correre con colpi carichi, con contro piedi di rovescio, e farle sentire che non regalerai niente e non ti scoraggi nemmeno dopo 4-5 vincenti subiti. Paolini ha fatto la “faccia cattiva” e a testa alta ha risposto con aggressività ad ogni attacco, su ogni palla possibile, così che la partita c’è stata eccome.
    Chiaro, se Sabalenka trova i 10 minuti dove le bordate stanno in campo, non ce n’è per nessuna, ma Paolini ha retto, contrattaccato e messo tanti dubbi alla rivale, riprendendosi più volte. Peccato perché le sono girati mali alcuni punti negli allunghi decisivi su scelte di gioco corrette ma non ben eseguite. Come nel break finale subito: l’attacco era ottimo, il rovescio ficcante e la prima volée corretta, ma la seconda volata (sul passante eccellente di Aryna) è mancata di filo di sensibilità. Purtroppo il tennis lo sappiamo gira su pochi punti quando c’è battaglia vera. Sabalenka comunque ha meritato, se non avesse subito troppi cali nell’attenzione avrebbe potuto chiudere con più agio, ma qua sta la bravura di Paolini, non averglielo permesso a cuor leggero. “Non so dove ho vinto la partita, lei mi ha messo così tanta pressione” ha ammesso Sabalenka a caldo in campo. Analisi corretta, se c’è stata una buona partita e lotta, è merito della nostra giocatrice, mai doma.
    La 26enne di Minsk porta così a 5-2 il bilancio contro l’azzurra e si gioca il titolo a Stoccarda contro Ostapenko. Paolini esce dal campo sconfitta ma con grandi applausi del pubblico, e la certezza di aver ritrovato quella intensità, potenza, vigore fisico e determinazione che lo scorso anno l’hanno issata due finali Slam e risultati eccezionali. Paolini ha ritrovato il suo miglior tennis, solo una Sabalenka a tratti imprendibile è riuscita a stopparla.
    Marco Mazzoni

    La cronaca
    Paolini alza la prima palla del match, ma è la risposta di Sabalenka a salire in cattedra, con la sua solita enorme potenza. Sotto 0-30 Jasmine inizia ad aprire a tutta l’angolo, fin dal servizio, per non consentire alla bielorussa di picchiare da ferma, dove diventa letale. Aryna è inarrestabile sul 30-40, risposta di rovescio lungo linea quasi nell’angolo e diritto vincente, ma il vero colpo “top” è stato sul 30 pari, un recupero di una smorzata, tutt’altro che malvagia, che mette in mostra la mano di Sabalenka. Appena Paolini tira un colpo non così profondo o carico di spin, Sabalenka “spacca la palla” con una veemenza da n.1. Qualche errore (esagera…), ma 2-0 Sabalenka con il primo Ace del match. Il terzo game va ai vantaggi, ci prova a tutta Paolini, alzando tanto la parabola dei colpi e cercando l’angolo aperto col polso, ma Aryna è centratissima, spettacolare un vincente di rovescio colpito in totale anticipo e sfiorando il nastro tanto è retto. La bielorussa domina, altre due risposte super e doppio break, 3-0. Nel quarto game Aryna si distrae, tenta una palla corta pessima, poi tira due pallate out e scivola sotto 0-40. Il BREAK per Paolini arriva sul 30-40, un diritto malamente sparato in rete da Sabalenka che, con soli errori, cede un game all’azzurra. 3-1. Si carica a tutta la toscana dopo una schermaglia di potenza vinta sulla rivale, la sfida è enorme ma il carattere della nostra non è da meno… Con una bella bordata dal centro del campo Jasmine vince il primo turno di battuta, 3-2. L’italiana è entrata in partita, ma la partita riprende a farla soprattutto Sabalenka, che non perdona nel suo turno di battuta (4-2) e poi è terrificante per efficacia in risposta. Vola 0-40, con tre chance per scappare via. Paolini è bravissima a non crollare, taglia anche bene la palla col rovescio e rimonta due punti, 30-40. Sulla terza però Jasmine sceglie male la palla corta dopo il servizio, ma la rivale legge l’intenzione, avanza e chiude comodamente. 5-2 Sabalenka. Come già accaduto nel quarto game, con due break di vantaggio Sabalenka si spegne e Paolini è un fulmine nel reagire e prendersi di forza un game in risposta, addirittura a zero, per il 5-3. Dopo sei punti vinti di fila, Paolini si fa un po’ prendere dalla frenesia, ma riesce a vincere un altro game, portandosi sotto sul 5-4. Aryna urla un “let’s go” a squarciagola dopo un servizio vincente, ma sente la tensione e ora sbaglia tanto. Sul 15-30 corre a rete ma non tocca bene e Paolini è un fulmine nel correre avanti e toccare un lob ottimo. 15-40! Doppio fallo! 5 pari, incredibile, quando tutto pareva scritto sul 5-2, la n.1 si imballa e riporta in vita l’azzurra. All’improvviso Aryna si accende di nuovo: con tre bordate, incredibile la risposta sul 30-40, si prende un nuovo break che la rimanda avanti per 6-5 (male Paolini di volo sul 30 pari, si poteva far meglio). Strappi continui, alti e bassi, con scambi rarefatti. Stavolta Sabalenka resta focalizzata al servizio, ne tira un paio sulle righe e vola 40-15, due set point. Basta il primo, Paolini non riesce a difendere correndo a sinistra. 7-5, 50 minuti contraddistinti da tante “pallate” e una Sabalenka con picchi altissimi e molti lapsus, con Paolini brava ad entrare appena possibile.
    Jasmine riparte con un buon turno di servizio nel secondo set, 1-0, e trova grandi appoggi per scaricare grande forza in scambio nel secondo game. Arriva a palla break sul 30-40, ma non si gioca, poderosa la battuta di Sabalenka. Meravigliosa la qualità di Paolini nell’anticipare col diritto e chiudere, che grinta! Altra palla break. Incertezza di Aryna, su di una palla più corta per la difesa dell’azzurra, non chiude col rovescio e Jasmine la passa sotto rete (forse anche un rimbalzo non pulito a suo favore). BREAK Paolini, 2-0 e quindi 3-0 con un game lampo. Può fare corsa di testa. La partita di nuovo cambia rotta, Sabalenka torna a comandare dalla risposta, il rovescio non è più falloso e ruba spazio sul campo, con un contro break per riporta sotta la n.1 sul 3-2. Torna incontenibile la bielorussa, con un Ace impatta 3 pari, incredibili i suoi alti e bassi, da fallosa a ingestibile nel giro di una manciata di minuti. Sul 4-3 Paolini è brava a restare calma e aspettare la chance, che arriva ai vantaggi con una seconda palla lenta, che Jan aggredisce con un gran diritto. Palla break! Purtroppo stavolta Aryna è un killer, gran diritto vincente. Ne segue un altro in contro piede, perfetto, e quindi rincorsa sotto rete con tocco sicuro. 4 pari. Si entra nel rush finale del set. Jasmine è lucida ad attaccare appena possibile per non essere travolta dalla partenza della rivale. C’è gran lotta e tanta fisicità in campo. Aryna indovina una bordata col diritto, con una splendida chiusura col polso, le vale il 30 pari. Purtroppo Paolini non mette la prima palla e sulla seconda Sabalenka non si fa pregare, entra e “spacca tutto”. 30-40, palla break delicatissima. NO! Jasmine sceglie la via della rete e tocca di volo anche bene con un taglio laterale, ma sul successivo passante lo strettino della n.1 è ottimo, mentre la volée di Jasmine non passa la rete. BREAK Sabalenka, serve per il match sul 5-4. Paolini mette tutta la pressione che può entrando duro in risposta e via a rete, 0-15, ma segue un rovescio impressionante di Aryna, colpo da biliardo. Ci prova con tutto quel che ha la lucchese, encomiabile la sua grinta e determinazione, ma sul 30 pari una botta al T vale alla bielorussa il match point e lo sfrutta con un’altra accelerazione di diritto vincente. Una partita che Paolini ha giocato con testa e gambe, ma alla fine la maggior potenza della n.1 ha prevalso, nonostante i suoi tantissimi alti e bassi. Esce dal campo con gli applausi Jasmine, forte di un tennis di alto di livello ritrovato.

    (1) Aryna Sabalenka vs (5) Jasmine Paolini WTA Stuttgart Aryna Sabalenka [1]0760 Jasmine Paolini [5]0540 Vincitore: Sabalenka ServizioSvolgimentoSet 3ServizioSvolgimentoSet 2Aryna Sabalenka 0-15 15-15 30-15 30-30 40-305-4 → 6-4Jasmine Paolini 15-0 30-0 30-15 30-30 30-404-4 → 5-4Aryna Sabalenka 15-0 30-0 30-15 40-15 40-30 40-40 40-A 40-40 A-403-4 → 4-4Jasmine Paolini 15-0 15-15 30-15 40-153-3 → 3-4Aryna Sabalenka 0-15 15-15 15-30 30-30 40-302-3 → 3-3Jasmine Paolini 15-0 15-15 15-301-3 → 2-3Aryna Sabalenka 15-0 15-15 30-15 30-30 40-300-3 → 1-3Jasmine Paolini 0-15 15-15 30-15 40-150-2 → 0-3Aryna Sabalenka 0-15 15-15 30-15 30-30 30-40 40-40 40-A0-1 → 0-2Jasmine Paolini 15-0 30-0 30-15 40-150-0 → 0-1ServizioSvolgimentoSet 1Aryna Sabalenka 0-15 15-15 30-15 40-156-5 → 7-5Jasmine Paolini 15-0 30-0 30-15 30-30 30-405-5 → 6-5Aryna Sabalenka 0-15 15-15 15-30 15-405-4 → 5-5Jasmine Paolini 15-0 30-0 30-15 30-30 40-305-3 → 5-4Aryna Sabalenka 0-15 0-30 0-405-2 → 5-3Jasmine Paolini 0-15 0-30 0-40 15-40 30-404-2 → 5-2Aryna Sabalenka 15-0 30-0 30-15 40-153-2 → 4-2Jasmine Paolini 15-0 30-0 30-15 30-30 40-303-1 → 3-2Aryna Sabalenka 0-15 0-30 0-40 15-40 30-403-0 → 3-1Jasmine Paolini 15-0 15-15 15-30 30-30 40-30 40-40 A-40 40-40 40-A2-0 → 3-0Aryna Sabalenka 15-0 15-15 30-15 40-15 40-301-0 → 2-0Jasmine Paolini 0-15 0-30 15-30 30-30 30-400-0 → 1-0 LEGGI TUTTO

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    Shelton, l’americano “che non t’aspetti”, è in finale in Monaco di Baviera

    Ben Shelton (foto Getty Images)

    Non era facile ipotizzare un Ben Shelton davvero competitivo sul “rosso” all’avvio della stagione europea, eppure… l’americano che non t’aspetti dopo Darderi batte anche Cerundolo all’ATP 500 di Monaco di Baviera (2-6 7-6 6-4 lo score) e sbarca in finale, dove molto probabilmente si giocherà il titolo contro l’idolo di casa Sasha Zverev. È la quarta finale in carriera per il nativo di Atlanta e la terza in questa categoria dopo Basilea e Tokyo. Ma c’è un dato statistico ancor più significativo: Shelton riporta uno statunitense in una finale di un torneo su terra battuta di categoria superiore al 250 dal 2002, quando il leggendario Andre Agassi vinse a Roma (distruggendo Haas in tre secchi set). Ben c’è riuscito rimontando l’argentino dopo una partenza così così, impattando il conto dei set al tiebreak (dove è stato a soli due punti dalla sconfitta…) e quindi giocando con discreta calma e intensità nel terzo set, bravo a recuperare un break immediato di svantaggio e quindi strappare il turno di servizio decisivo al rivale all’ultimo tuffo. Cerundolo è calato nel corso della partita, commettendo progressivamente più errori e aprendo il fianco agli affondi di Shelton, ma alla fine la vittoria del figlio d’arte americano è meritata e apre prospettive interessanti per il resto della stagione su terra battuta, e non solo. Infatti i messaggi già dalla vittoria nei quarti contro Darderi erano forti e chiari: Shelton può giocare, e pure piuttosto bene, anche sul rosso. E se resta così sereno anche nelle difficoltà…
    Alla fine cosa serve per eccellere su terra battuta? Potenza, perché accelerare la palla con rimbalzi non sempre ottimali e non potendo andare sempre di solo timing come sul cemento non è possibile; è necessario saper governare le rotazioni, in particolare un diritto bello carico in costruzione dello scambio per aprirsi il campo e allontanare l’avversario; è utilissimo saper tagliare la palla col back per spezzare il ritmo, giocare smorzate e spostare il rivale dalla sua miglior posizione di controllo del palleggio; è indispensabile coprire molto bene il campo per velocità e reggere dure battaglie perché su terra molto spesso si va per le lunghe; meglio se si possiede un gran servizio, qualche punto gratis è indispensabile come non essere subito attaccato dalla risposta. Se mettiamo tutti in fila questi fattori, beh, “Ben” non è mica messo male, anzi…
    C’è un ultimo ingrediente necessario a completare la torta, e così sfornare un dolce perfetto: la pazienza. Su terra tirare tutto e subito non funziona, è necessario attaccare ma anche saper aspettare il momento per l’affondo. Qua viene, e non poco, la sorpresa di Shelton. In questa settimana bavarese sta dimostrando una nuova ed interessantissima capacità di lettura del momento, contiene piuttosto bene la sua straordinaria esuberanza e quindi la pallata a chiudere non è affatto l’unica soluzione alternativa al servizio vincente. Era difficile ipotizzarlo così risoluto e paziente, anche piuttosto cauto prima provare a tirare la botta col rovescio, soluzione che controlla con minor qualità e precisione. Dalla scorsa off-season ha migliorato tanto l’apertura col rovescio, entra meno “diretto” nella palla e una leggera ovalizzazione dello swing gli permette di coprire quel tanto che basta la palla in modo da aver più controllo e margine sulla traiettoria. Aggiustamenti, non rivoluzione, ma sembrano funzionare. E poi in questo torneo di Monaco piace, tantissimo, come sta usando il back di rovescio. È una rasoiata che non leggi, con la quale può approcciare la rete con una palla che galleggia e atterra profonda, oppure fare la smorzata che sorprende il rivale. Più volte ieri contro Darderi o oggi vs. Cerundolo è anche andato con una via di mezzo, una palla lenta ma non smorzata a chiudere, che alla fine ha portato il rivale a giocare in una posizione scomoda. Non sempre gli ha portato il punto, ma alla lunga è qualcosa che rende meno sicuro l’avversario e gli fa perdere riferimenti, dovendo correre in avanti, un po’ storto e senza sapere come rigiocare… E poi Shelton ha sempre il plus di quel servizio che gli dà tanti punti (contro Cerundolo in semifinale nemmeno troppi, con percentuali non eccelse, al di sotto del suo massimo potenziale). Tuttavia, vincere senza brillare col servizio, in rimonta, su terra battuta contro un tipo tosto come Francisco è qualcosa da sottolineare. 

    Ben Shelton hits a beautiful drop shot against Cerundolo in Munich.
    Some massive forehand rockets followed up by a soft touch.
    Great stuff. 🇺🇸
    pic.twitter.com/UMieG96f5f
    — The Tennis Letter (@TheTennisLetter) April 19, 2025

    Dopo la vittoria sull’argentino Shelton ha detto a caldo: “Mi diverto su terra battuta, sto cercando di imparare. Ho giocato contro grandi giocatori sulla terra battuta, sto imparando qualcosa da loro. Non sono troppo stressato in questo momento. Sto solo gareggiando e mi sto divertendo. Sento che questa era una cosa che mancava quando ho giocato a Monte Carlo la scorsa settimana. Non tutto è semplice e perfetto sulla terra battuta. Ti risponderanno più spesso… ma puoi anche fare più break. Riceverai dei brutti rimbalzi, ma lo stesso accadrà ai tuoi avversari. Credo che il saper affrontare le avversità e adattarsi renda un giocatore forte sulla terra battuta. Sto cercando di imparare giorno dopo giorno”. E bel un sorriso. Questa serenità, il godersi il momento, lo vede chiaramente in campo, spinto anche dalla clamorosa e meravigliosa tranquillità di papà Bryan.
    Vediamo cosa combinerà in finale, ma sarà molto, molto intrigante vederlo sul rosso di Madrid, dove la palla viaggia piuttosto forte per l’altura, e poi anche a Parigi dove notoriamente i campi, seppur in terra, non sono affatto lenti. Questo Shelton più paziente, che regge nello scambio, carica il “drittone” e quindi attacca, pure piuttosto consistente sul lato destro, è una novità interessante. Crea spettacolo, diversità e diverte. Vedremo se quella tedesca è solo una settimana di grazia, oppure Ben ha davvero fatto un piccolo salto di qualità nella gestione dello scambio e nella lucidità della selezione dei colpi. Non è un fatto da poco…
    Marco Mazzoni

    Francisco Cerundolo vs Ben Shelton ATP Munich Francisco Cerundolo [5]664 Ben Shelton [2]276 Vincitore: Shelton ServizioSvolgimentoSet 3F. Cerundolo 15-0 15-15 15-30 30-30 30-40 40-40 40-A4-5 → 4-6B. Shelton 15-0 30-0 30-15 30-30 40-30 40-40 A-404-4 → 4-5F. Cerundolo 15-0 15-15 15-30 df 30-30 40-303-4 → 4-4B. Shelton 0-15 15-15 30-15 40-153-3 → 3-4F. Cerundolo 15-0 30-0 40-0 40-15 40-302-3 → 3-3B. Shelton2-2 → 2-3F. Cerundolo 15-0 30-0 30-15 30-30 40-301-2 → 2-2B. Shelton 15-0 30-0 30-15 40-15 40-30 ace1-1 → 1-2F. Cerundolo 0-15 15-15 30-15 30-30 30-401-0 → 1-1B. Shelton 0-15 0-30 0-40 df0-0 → 1-0ServizioSvolgimentoSet 2Tiebreak0*-0 1-0* 1-1* 1*-2 1*-3 2-3* 3-3* 3*-4 3*-5 4-5* 4-6* 5*-6 6*-6 6-7* 7-7* 7*-86-6 → 6-7B. Shelton 15-0 30-0 40-0 40-15 40-306-5 → 6-6F. Cerundolo 15-0 15-15 30-15 40-15 40-305-5 → 6-5B. Shelton 15-0 30-0 40-05-4 → 5-5F. Cerundolo 15-0 30-0 40-04-4 → 5-4B. Shelton 15-0 ace 40-04-3 → 4-4F. Cerundolo 15-0 15-15 15-30 30-30 40-303-3 → 4-3B. Shelton 15-0 30-0 30-15 30-30 40-30 40-40 A-40 ace 40-40 df 40-A df2-3 → 3-3F. Cerundolo 15-0 30-0 30-151-3 → 2-3B. Shelton1-2 → 1-3F. Cerundolo 15-0 30-15 40-150-2 → 1-2B. Shelton 0-15 0-30 15-30 30-30 40-300-1 → 0-2F. Cerundolo 0-15 0-30 df 0-40 15-400-0 → 0-1ServizioSvolgimentoSet 1B. Shelton 0-15 df 0-30 15-30 15-405-2 → 6-2F. Cerundolo 15-0 30-0 40-0 ace4-2 → 5-2B. Shelton 0-15 15-15 15-30 30-30 30-403-2 → 4-2F. Cerundolo 15-0 30-0 40-02-2 → 3-2B. Shelton 15-0 30-0 40-02-1 → 2-2F. Cerundolo 15-0 30-0 40-0 40-15 df1-1 → 2-1B. Shelton 15-0 30-0 30-15 30-30 40-30 40-40 40-A df 40-40 A-401-0 → 1-1F. Cerundolo 0-15 15-15 15-30 df 30-30 40-300-0 → 1-0 LEGGI TUTTO

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    ATP 500 Monaco di Baviera: la potenza e variazioni di Shelton fermano la corsa di Darderi

    Luciano Darderi

    La striscia vincente di Luciano Darderi si ferma a sette, nei quarti di finale all’ATP 500 di Monaco di Baviera sotto la potenza e variazioni di Ben Shelton, bravo condurre il gioco e staccare il pass per la semifinale, dove trova l’argentino Cerundolo. Darderi gioca sostanzialmente alla pari con l’americano nel primo set ma incappa in un paio di errori gravi (anche un doppio fallo) sul 5-4 che gli costano il parziale, quindi spreca un break di vantaggio nelle prime fasi del secondo, subendo la reazione veemente dell’americano che con parziale di 5 giochi a 1 si aggiudica l’incontro per il 6-4 6-3. Qualche rimpianto per Luciano per una gestione forse non lucidissima di alcuni scambi quando sulle variazioni del rivale non è riuscito a trovare la contromossa adeguata, ma l’incontro è stato condotto da Ben, complessivamente più offensivo ed efficace, come dimostrano i 29 vincenti a 12 e pure un errore in meno (17 a 18). È la nona semifinale in carriera per Shelton.
    È stata una partita divertente, nonostante il freddo su Monaco (si è giocato con 9 gradi!) e un campo non velocissimo, condizioni che hanno esaltato la potenza in spinta di Shelton ma anche, udite udite, il suo tocco con il back di rovescio. Infatti oltre al servizio super del nativo di Atlanta, forse il colpo più decisivo dell’incontro è stata proprio l’abilità di Ben nel cambiare all’improvviso le carte in tavola col taglio sotto da destra. Darderi aveva impostato bene la partita: non c’è da inventare niente, giocare solido, sbagliare poco, spingere per non andare troppo sotto e se l’altro fa una magia, bravo lui. Così è andata per buona parte dei punti, con la strapotenza di Shelton con la battuta e diverse pallate col diritto, e con Darderi bravo a controbattere martellando duro sul rovescio dell’americano. Per una volta Ben ha usato in modo sapiente – in modo direi sorprendente – il taglio col rovescio: invece di cercare di reggere lo scambio entrando nella palla con velocità e così mettendo a nudo la relativa sicurezza in spinta, si è affidato molto spesso a un back che ha sorpreso Luciano, visto che non ne quasi mai giocati due uguali. Con ottimo tocco Shelton ha alternato dei back lunghi, lenti e quindi complessi da spingere, a tagli più vigorosi con smorzate spesso ben calibrate e pure qualche palla quasi in side-spin, un po’ storta che ha finito per mandare fuori posizione Darderi, non sempre pronto a scegliere cosa fare. Infatti in quelle situazioni alcuni suoi approcci sono stati non corretti, o la smorzata troppo lunga e non efficace. In generale, con quel taglio Shelton ha spezzato il ritmo e mandato fuori posizione Luciano.
    Darderi ha sbagliato qualche diritto di troppo in spinta, e col rovescio è stato meno efficace rispetto alle partite precedenti, ma è corretto attribuire merito a Shelton perchè per una volta è stato anche piuttosto paziente, scambiando e attaccando senza esagerare. Tante variazioni, alcuni tocchi clamorosi, del resto il suo talento e diversità sono note. È una prestazione molto interessante quella di Shelton, la conferma che se riesce a giocare su terra battuta senza esagerare può essere un avversario temibile. Ben infatti gestisce molto bene le rotazioni, è imprevedibile e col taglio sotto ha un gesto talmente corto e rapido che l’avversario non capisce se attacca o smorza. Fisicamente poi è una “bestia”, corre e rimette, copre il campo e attacca in contro tempo. Ha pure imbroccato alcune risposte eccellenti – vedi il set point del primo parziale. Shelton su terra rossa ha un margine clamoroso, e sarà molto interessante rivederlo contro Cerundolo, che alla fine ha un tennis non tanto lontano da quello di Darderi ma più continuo e con armi ancora più affilate.
    Darderi interrompe la striscia vincente iniziata a Marrakech, ma sembra un tennista ritrovato ad alto livello. Fisicamente è tornato in gran spolvero, spinge tanto e si prende bei punti. Dovrà certamente alzare la qualità del servizio, non tanto come percentuali ma come efficacia. Stiamo per entrare nella fase calda della stagione sul “rosso”, Luciano ci arriva bello carico e in forma.
    Marco Mazzoni

    La cronaca
    Shelton inizia la partita da… Shelton! Spara tutto fortissimo e sbaglia due diritti. Il servizio però è micidiale, anche la seconda palla talmente è veloce e carica di spin, si apre il campo e affonda. 1-0. Ottimo il primo turno di battuta di Darderi: prima palla in gioco e diritto pesante, con buon margine. 1 pari. La partita la fa l’americano, che avanza sulla rete e chiude, oppure cerca la smorzata. È imprevedibile, nel bene e nel male. Più complesso il secondo turno di servizio di Luciano, anche per una prodezza in risposta del rivale, che ci prova con il solito spirito offensivo. Un doppio fallo porta il game ai vantaggi, ma con servizio e diritto potente si porta 2 pari. La prima chance in risposta arriva sul 3-2. Darderi regala sul net con un tocco pessimo (15-30) e dopo un gran diritto vincente (30 pari) un’altra accelerazione col diritto dell’italiano non passa la rete. 30-40, prima palla break dell’incontro. Shelton se la gioca male cercando un diritto totalmente da destra che stecca malamente. Luciano impatta 3 pari, ma in risposta fa fatica a incidere, con Ben che veleggia sicuro sul 4-3. Il nativo di Atlanta mette in mostra tutta la dinamite del suo braccio con una risposta da sinistra incedibile, che provoca un sorriso anche nel suo team, ma non basta a cambiare le sorti del game, Darderi impatta 4 pari con un gran lob addirittura colpito sotto le gambe! Spettacolo a Monaco, nonostante il termometro sia 9 gradi… Il nativo di Villa Gesell di fa contagiare dall’esuberanza dello statunitense, e arrivano altri punti divertenti, con tocchi niente male. Buon livello, con Shelton che sotto rete chiude la porta con ottima sicurezza. 5-4. La tensione sale, e Luciano la sente tutta… prima sbaglia uno smash comodo, poi doppio fallo. 0-30, suona l’allarme rosso con Ben a due punti dal set. Rischia l’attacco con la “smorza” l’americano ma il tocco non è preciso, 15-30, poi un errore di rovescio, vero unforced in un momento topico. Il Set Point arriva lo stesso, Luciano non gestisce sul net un passante con poco angolo ma robusto del rivale. Che Risposta! Shelton tira una sassata col diritto lungo linea che fulmina l’azzurro. 6-4 Set Shelton, complessivamente più attivo e offensivo, parziale meritato con 16 vincenti a 3 e senza concedere alcuna palla break. Darderi paga a carissimo prezzo i due errori nel decimo game.
    Shelton inizia il secondo set con discrete bordate di servizio, non è affatto facile per Darderi incidere o… anche solo prenderla. Luciano da 40-0 si fa riprendere due punti ma chiude il game, 1 pari, quindi in risposta trova spazio per affondare col diritto, pesante e profondo. Ben sbaglia di volo, 15-30, poi sul 30 pari c’è un gran recupero in avanzamento dell’italiano, bravo a scivolare e toccare con precisione sorprendendo il rivale. 30-40, prima palla break per Darderi. Ben non mette la prima in gioco e poi ha poca pazienza, sparacchia un diritto con troppa fretta e sbaglia. BREAK Darderi, 2-1, ma non riesce a cavalcare il vantaggio. Commette infatti un doppio fallo, va sotto diritto vs diritto e poi sbaglia in scambio, scivolando 15-40. Bravo Luciano a salvare la prima palla break con una smorzata ben calibrata, 30-40; arriva uno scambio lunghissimo, per una volta Shelton è paziente, varia all’improvviso con un rovescio in back né lungo né corto e Darderi non lo gestisce bene cercando una smorzata che non va. Contro BREAK, 2 pari. Nel sesto game Darderi è impreciso col diritto, 15-30, e Shelton rischia e indovina un’altra risposta di diritto a tutta che trafigge l’azzurro, 15-40, due chance per il secondo break consecutivo. Non gioca bene la prima Ben, esagera col diritto, 30-40; trova una soluzione clamorosa sulla seconda, dove dopo il contenimento azzecca un lob con un tocchetto di diritto che rende inutile la rincorsa disperata di Darderi che, furibondo, si ritrova sotto 4-2. Shelton serve bene, 5-2, a un passo dalla vittoria. Chiude 6-3 senza patemi e vola in semifinale. Qualche rimpianto per Darderi che forse è uscito fin troppo dai suoi schemi in alcuni passaggi chiave, e ha commesso qualche errore di troppo, pagandolo a caro prezzo.

    Luciano Darderi vs Ben Shelton ATP Munich Luciano Darderi43 Ben Shelton [2]66 Vincitore: Shelton ServizioSvolgimentoSet 2B. Shelton 15-0 30-0 40-0 40-15 40-303-5 → 3-6L. Darderi 15-0 30-0 30-15 40-30 ace2-5 → 3-5B. Shelton 15-0 30-0 30-15 40-15 ace2-4 → 2-5L. Darderi 0-15 15-15 15-30 15-40 30-402-3 → 2-4B. Shelton 15-0 15-15 15-30 30-30 40-30 ace2-2 → 2-3L. Darderi 15-0 15-15 df 15-30 15-40 df 30-402-1 → 2-2B. Shelton 0-15 15-15 15-30 30-30 30-401-1 → 2-1L. Darderi 15-0 30-0 40-0 40-15 40-300-1 → 1-1B. Shelton 15-0 15-15 30-15 30-30 df 40-30 ace0-0 → 0-1ServizioSvolgimentoSet 1L. Darderi 0-15 0-30 df 15-30 30-30 30-404-5 → 4-6B. Shelton 0-15 15-15 30-15 40-154-4 → 4-5L. Darderi 15-0 15-15 40-153-4 → 4-4B. Shelton 15-0 30-0 40-0 40-153-3 → 3-4L. Darderi 0-15 15-15 15-30 30-30 30-40 40-40 A-402-3 → 3-3B. Shelton 15-0 ace 15-15 30-15 40-15 ace2-2 → 2-3L. Darderi 15-0 30-0 30-15 30-30 40-30 40-40 df A-401-2 → 2-2B. Shelton 15-0 15-15 df 30-15 40-151-1 → 1-2L. Darderi 15-0 30-0 40-00-1 → 1-1B. Shelton 0-15 15-15 15-30 30-30 40-300-0 → 0-1

    Statistica
    Darderi 🇮🇹
    Shelton 🇺🇸

    STATISTICHE DI SERVIZIO

    Valutazione del servizio
    245
    285

    Ace
    1
    7

    Doppi falli
    4
    2

    Prima di servizio
    37/55 (67%)
    31/55 (56%)

    Punti vinti sulla prima
    23/37 (62%)
    24/31 (77%)

    Punti vinti sulla seconda
    9/18 (50%)
    14/24 (58%)

    Palle break salvate
    3/6 (50%)
    0/1 (0%)

    Giochi di servizio giocati
    9
    10

    STATISTICHE DI RISPOSTA

    Valutazione della risposta
    174
    171

    Punti vinti sulla prima di servizio
    7/31 (23%)
    14/37 (38%)

    Punti vinti sulla seconda di servizio
    10/24 (42%)
    9/18 (50%)

    Palle break convertite
    1/1 (100%)
    3/6 (50%)

    Giochi di risposta giocati
    10
    9

    STATISTICHE DEI PUNTI

    Punti vinti a rete
    7/13 (54%)
    5/8 (63%)

    Vincenti
    12
    28

    Errori non forzati
    18
    17

    Punti vinti al servizio
    32/55 (58%)
    38/55 (69%)

    Punti vinti in risposta
    17/55 (31%)
    23/55 (42%)

    Totale punti vinti
    49/110 (45%)
    61/110 (55%) LEGGI TUTTO

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    Mouratoglou: “Musetti in finale di uno Slam? Dipende da solo lui, può farcela ma deve essere meno passivo”

    Lorenzo Musetti (foto Brigitte Grassotti)

    Il noto coach Patrick Mouratoglou ha dedicato una puntata della sua rubrica “Eye of the coach” all’analisi del gioco e potenzialità di Lorenzo Musetti che, dopo la grande settimana vissuta a Monte Carlo con l’accesso alla finale, è a un passo dallo sbarcare in top 10. Secondo l’allenatore francese Musetti ha un grande talento e il destino nelle proprie mani: può arrivare a giocarsi i titoli dello Slam a patto di tenere in campo un’attitudine meno passiva e di restare aggressivo per tutta la durata dell’incontro, altrimenti quel buon livello non sarà sufficiente.
    “Musetti è un grandissimo giocatore, ha tutto nel suo gioco” esordisce Mouratoglou nell’analisi dell’italiano. “Si muove molto bene sul campo, anche il diritto, il rovescio, il tocco sono ottimi, può giocare bene anche al volo. È un tennista completo con colpi di grande qualità. La sua palla è molto viva, quando colpisce può accelerare in ogni situazione, sia col diritto che col rovescio”.
    “Penso che la terra battuta sia la superficie migliore per lui perché è globalmente troppo passivo e questo è il motivo per cui a Monte Carlo i suoi incontri hanno avuto così tanti alti e bassi, perché è costantemente esitante sulla condotta da tenere. ‘Devo spingere, devo prendermi il rischio, devo comandare’ o ‘meglio attendere che sia l’avversario a sbagliare’. ‘Devo dare più rotazione alla palla, devo giocare slice, devo difendermi e così funzionerà’. Nel torneo ha perso diversi primi set e li ha persi male o è stato sotto di un break e quindi si è scosso e ha iniziato a giocare, ha iniziato a diventare aggressivo, ha iniziato a comandare. Così la partita è completamente cambiata“.
    “Spero per lui che questo torneo sia stata una grande lezione perché è davvero un grande tennista. Se riuscirà a cambiare mentalità, ad aver maggiore determinazione nell’essere quello che comanda e restare in difesa solo quando non ha nessun’altra opzione, il suo livello crescerà in modo esponenziale. In finale a Monte Carlo abbiamo visto un tennista che sta sempre all’attacco come Alcaraz contro uno che sta tanto in difesa come Musetti, e abbiamo visto come è finita. A livello di qualità tra i due non c’è una differenza enorme, entrambi in campo possono fare di tutto, entrambi riescono ad accelerare tantissimo sia col diritto che col rovescio, ma mentre uno ha una mentalità totalmente offensiva, l’altro è ancora a caccia di una costanza nel suo modo di stare in campo”.
    Mouratoglou fa un paragone tra Zverev e Musetti. “La differenza tra il tedesco e Lorenzo è che Sasha ha raggiunto un livello altissimo come contrattaccante, stazionando piuttosto dietro la riga di fondo campo ma non essendo difensivo, colpendo forte la palla senza creare, coprendo bene tutto il campo e tenendo una buona qualità e profondità di gioco per tutto lo scambio. E quando si pensava che avesse compiuto l’ultimo step ha visto che non poteva, perché mancava qualcosa di importante che non ha mai funzionato nel suo gioco. Sasha deve ancora imparare a fare uno o due passi avanti se la palla e più corta e colpire con più anticipo, andando più vicino al rimbalzo. Non ha mai imparato a farlo perché il suo tennis funzionava lo stesso. Non è per niente la stessa cosa per Musetti, sa che deve farlo, ma non lo fa abbastanza perché ancora si basa troppo sull’attesa che l’avversario possa sbagliare prima di lui. È la stessa cosa di gente come Gasquet o Monfils, ragazzi bravissimi a muoversi, rallentare e sperare che l’altro sbagliasse un colpo per primo. La qualità degli spostamenti di Gael è incredibile quindi è sempre riuscito a rimettere tantissime palle all’avversario, quindi questa tattica funziona alla grande fino a un certo livello. Ma quando la giochi contro i migliori, non funzionerà. Lorenzo comanda in alcune parti del match. Deve arrivare a farlo per tutta la durata di una partita, direi che a Monte Carlo lo ha fatto per un 40% del tempo, e per il 60% no. Se vuole arrivare al top del gioco, anche essere un numero uno, deve arrivare a farlo per il 100% dell’incontro. Se può arrivare in una finale Slam? Perché no, dipende da lui. Soltanto da lui“.
    Un’investitura importante quella di Mouratoglou che sottolinea potenziale ma anche difetti del nostro talento. Dall’estate 2024 Lorenzo ha fatto importanti passi in avanti, in tutti i sensi, anche a livello di aggressività e condotta di gioco. Dalla stagione su erba dell’anno scorso i risultati parlano chiaro: Musetti è tra i migliori, ma non sempre. Manca ancora la costanza e la capacità di tenere quest’attitudine positiva, anche nell’arco della stessa partita. Un salto di qualità da completare per affermarsi come vero top10 e diventare da corsa per altri Masters 1000, e non solo…
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO