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    Davis Cup: Flavio Cobolli show! Il romano domina Misolic, l’Italia batte l’Austria 2-0, sarà semifinale vs. Belgio

    Flavio Cobolli ITA, 2002.05.06 (foto Brigitte Grassotti)

    ‘Sta mano po esse fero e po esse piuma… L’iconica battuta dell’indimenticabile Mario Brega, romano doc, è perfetta per descrivere la strapotenza condita da pennellate di delicatezza del tennis travolgente e bellissimo giocato da Flavio Cobolli nel secondo match di Davis Cup a Bologna contro l’Austria. Terrificante l’energia, la spinta a tratti brutale dell’azzurro, e poi improvvisi tocchi di sola precisione, sul net o con cross stretti, di tutto e di più. Una potenza e intensità quella di “Cobbo” diventata emicrania lancinante o vero incubo per Filip Misolic, demolito con un sonoro 6-1 6-3 che spiega quasi poco quanto l’azzurro abbia dominato il campo e la partita. Una vittoria limpida, meritatissima, che vale all’Italia il secondo punto e qualificazione in semifinale contro il Belgio.
    Fin dai primi punti è stata lampante la differenza di spinta e intensità tra i due giocatori, con Flavio carico come una molla, pronto a saltare sulla palla e scaricare accelerazioni a tutto braccio formidabili, da ogni posizione del campo e trovando una precisione pazzesca per la componente di rischio insita nel gesto tecnico. “Cobbo” è energia in purezza e quando riesce a nutrirsi anche della spinta del contesto e dell’occasione – come la Final 8 di Davis – diventa una sorta di reazione a catena inarrestabile. Non c’è stata una sola fase tecnica nella quale sia andato in seria difficoltà, più forte al servizio, più incisivo in risposta, più potente nella spinta e tenuta nello scambio ad alta intensità. Il romano non ha costruito, ha preso il match e l’avversario di petto, fin dai primissimi punti, per far capire chi comandava, chi ne aveva di più, tirando vincenti da tutte le parti. Milosic è rimasto in campo a lottare, cercando di variare col back, migliorando il rendimento del servizio, e pronto ad attaccare appena l’azzurro ha tirato il fiato in un paio di passaggi, ma Flavio è stato pronto a riprendersi subito, affidandosi alle certezze del suo tennis: la spinta forsennata col primo colpo dopo il servizio. Lì Cobolli ha davvero spaccato la partita, non andando quasi mai sotto alle traiettorie del rivale. Qualche errore, come normale che sia visto quanto spinge, ma un dominio assoluto e vittoria stra meritata che porta l’Italia in semifinale, contro il Belgio (venerdì pomeriggio la sfida).
    Una prestazione davvero impressionante di “Cobbo”, che fuga i dubbi di chi ipotizzava potesse essere un po’ scarico di energia viste le sue ultime prestazione sul tour, un po’ altalenanti. Flavio invece ha disputato una partita eccezionale, completa, di forza e qualità, da vero n.1 di una squadra forte e compatta anche senza Sinner e Musetti. C’è un atmosfera bella a Bologna, c’è il che del grande evento e l’aspettativa per i nostri giocatori, che fortunatamente in questa prima giornata non hanno deluso, perfomando a dovere e spazzando via l’Austria, oggettivamente inferiore sul piano tecnico. Ma in Davis i valori spesso si possono sovvertire, quindi ogni match è da prendere con la dovuta attenzione. Questo ha fatto, e bene, Cobolli, entrando a muso duro nel match, prendendo il comando e non mollandolo più. Una vittoria da grande giocatore.
    “Non so che dire, è il giorno più bello della vita!” esordisce Cobolli in campo. “Giocare con Davis, con la maglia azzurra, è la cosa più bella del mondo. Grazie per essere venuti, abbiamo ancora molto bisogno di voi”. “Complimenti a Matteo, ha fatto una grande partita. È sempre bello vederti in campo, mi motivi e motivi tutti noi a fare del nostro meglio. La squadra è compatta, lottiamo l’uno con l’altro”.
    Da Bologna, Marco Mazzoni

    La cronaca
    Cobolli parte subito col suo marchio di fabbrica: energia. Entra forte nel match con diritti e rovesci aggressivi, salta letteralmente sulla palla scatenando tutto il suo vigore, ed è preciso, non solo intenso. Flavio va a prendersi un BREAK immediato con una bordata di rovescio sul 30-40 che lascia Misolic a metri della palla. L’austriaco non trova la chiave per contenere la spinta dell’italiano, molto sicuro in tutti i fondamentali. Una risposta out costa a Filip il 2-0. Ottimo inizio per il nostro n.1 in quel di Bologna, con il pubblico ancora gasato dalla bella vittoria di Berrettini. Misolic intuisce che l’unico modo per arginare Cobolli è attaccare per primo, altrimenti il nostro gli “sale sopra”. Una ottima volée nel primo punto, poi serve bene e muove lo score, 2-1. Impressiona la rapida di Cobolli nell’entrare nella palla a tutto braccio col diritto dopo un servizio potente, quasi sempre al corpo per non dare angolo a Milosic. 3-1 Cobolli, molto sicuro, dominante in quest’avvio. È enorme il gap di potenza e profondità col diritto tra i due, tutto a favore del romano, dagli spalti si avverte un suono assai più pieno all’impatto di Flavio, come l’accelerazione cross spettacolare sul 30-15 nel quinto game, pallata micidiale. Misolic invece lo tira in rete il diritto, c’è una chance del doppio break per l’Italia. Doppio fallo! 4-1 Cobolli. Il netto vantaggio forse distrae l’azzurro, non tanto per la bella risposta di Milosic sul primo punto del sesto game quanto per la poca determinazione nei due punti successivi. Va sotto Flavio, in spinta e nello score, 0-40. Si riaccende la luce nell’azzurro, torna a spingere bene con un Ace cancella anche la terza palla break. Pure una quarta, ancora col servizio. Il game diventa una lotta, Misolic è aggressivo col rovescio, Cobolli ha perso un po’ di campo rispetto all’avvio spettacolare. Spettacolare è l’accelerazione di diritto dell’azzurro nel tredicesimo punto. Con un Ace esterno, finalmente “Cobbo” si prende il 5-1. Scampato il pericolo, l’azzurro torna a devastare l’avversario con due diritti uno più potente dell’altro. 0-30. Misolic è sotto assedio, affretta un tentativo di accelerazione che muore ben sotto il nastro. 0-40, tre Set Point Italia. Milosic tira lungo l’ennesimo diritto in scambio sul 15-40. SET Cobolli, un 6-1 senza storia, con il fastidio di un turno di battuta complesso.
    L’Italia riparte al servizio nel secondo parziale. C’è un margine evidente pro-Cobolli, ma Flavio si incita dopo un servizio vincente. Poi esagera correndo a rete con poco, e subisce il passante, ma si rifà subito tornando sulle certezze, la spinta possente dalla riga di fondo, in questa situazione Misolic non regge, non ha il controllo adeguato a reggere la pressione dell’italiano. Deve inventarsi qualcosa, come sulla rimessa di puro istinto sul 30-0, quando mette la racchetta sulla risposta violenta di Cobolli e trova una traiettoria beffarda e vincente. Con due risposte super, l’italiano forza il secondo game ai vantaggi, che impatti! Misolic accusa il colpo… niente prima palla e sbaglia con braccio bloccato un back di rovescio talmente lento che fa fatica ad arrivare alla rete. Palla break Cobolli. LA RISPOSTA! Una fiammata di diritto micidiale, velocissima, sulla riga di Cobolli. Un BREAK di prepotenza, mamma mia Flavio, 2-0 avanti. È da tutte le parti “Cobbo”, la sua mano davvero “può esse fero o può esse piuma”, come sul tocco delicato che gli vale un altro punto super. 3-0 Cobolli. Si vola alla Fiera di Bologna, in soli 42 minuti (nove game a uno…). Misolic torna a vincere un game, quindi Cobolli tira il fiato per un minuto, scivola 0-30. Il pubblico si infiamma di nuovo, non vuole alcuna brutta sorpresa e spinge Flavio a riaccendersi. Detto fatto, servizio e diritto, il marchio di fabbrica. Poi sul 30 pari attacca benissimo ma il lob di Misolic è alto e profondo, lo smash non è facile e infatti non passa la rete. Palla break. Cobolli urla dopo aver tirato una bordata di servizio a 210 km/h, ingestibile. Segue un Ace esterno, stavolta più preciso che veloce, e quindi un altro al T. 4-1 Italia. L’austriaco si prende un altro game a 30, servendo discretamente, e prova a cambiare qualcosa in risposta proponendo qualche back e poi andando deciso sul lungo linea, ma Cobolli si fa trovare pronto anche di gamba, tiene e mette sulla palla dell’avversario altra forza, stroncando ogni tentativo. 5-2. Non ci sono brutte sorprese, Cobolli serve per il match sul 5-3 e gestisce il game con la sua solita potenza, chiudendo la partita sul 40-15 con una battuta potente. Che prestazione! Siamo in semifinale.

    Flavio Cobolli 🇮🇹 vs Filip Misolic 🇦🇹ATP Bologna Flavio Cobolli66 Filip Misolic13ServizioSvolgimentoSet 2F. Cobolli 15-0 30-0 30-15 40-155-3 → 6-3F. Misolic 15-0 30-0 40-05-2 → 5-3F. Cobolli 15-0 30-0 30-15 40-154-2 → 5-2F. Misolic 0-15 15-30 30-30 40-304-1 → 4-2F. Cobolli 0-15 0-30 15-30 30-30 30-40 40-40 A-403-1 → 4-1F. Misolic 15-0 30-0 40-03-0 → 3-1F. Cobolli 15-0 30-0 30-15 40-15 40-302-0 → 3-0F. Misolic 15-0 30-0 40-0 40-15 40-30 40-40 40-A1-0 → 2-0F. Cobolli 15-0 15-15 30-15 30-30 40-300-0 → 1-0ServizioSvolgimentoSet 1F. Misolic 0-15 0-30 0-40 15-405-1 → 6-1F. Cobolli 0-15 0-30 0-40 15-40 30-40 40-40 40-A 40-40 A-40 40-40 A-40 40-40 A-404-1 → 5-1F. Misolic 15-0 15-15 30-15 30-30 30-403-1 → 4-1F. Cobolli 15-0 30-0 40-0 40-152-1 → 3-1F. Misolic 15-0 30-0 40-02-0 → 2-1F. Cobolli 15-0 30-0 40-01-0 → 2-0F. Misolic15-0 15-15 30-15 30-30 30-400-0 → 1-0 LEGGI TUTTO

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    Davis Cup: il ruggito di Matteo Berrettini! Il romano batte Rodionov, Italia 1, Austria 0

    Matteo Berrettini a Bologna (foto Brigitte Grassotti)

    Riparte da dove aveva finito, con la grinta e la qualità del Campione, fortissimo con quella splendida maglia azzurra addosso. Una vittoria da Leader per Matteo Berrettini nel primo singolare di Italia – Austria nella Finals 8 di Davis Cup a Bologna, senza brillare come nei giorni migliori ma bravo a scatenare la potenza del diritto (a tratti super) e soprattutto la sua forte personalità, quella che lo ha portato a rendere al massimo nei momenti chiave facendo sentire la propria presenza sul rivale, Jurij Rodionov. Berrettini sconfigge l’austriaco per 6-3 7-6(4), bravissimo a strappare un break nel momento migliore del rivale nel primo set, affidandosi a un gioco pratico e razionale, e quindi a recuperare un break nel secondo set, annullando anche 3 set point consecutivi sul 5-4 0-40. Lì Matteo ha vinto il match e dimostrato che razza di agonista e Davis man sia: in una giornata non così brillante con la prima di servizio, quando si è trovato spalle al muro ha respirato profondo, trovato la massima concentrazione e servito alla perfezione, non solo di potenza ma anche di precisione, respingendo l’assalto dell’austriaco. La qualità del Campione, ritrovare il massimo rendimento del colpo più importante quando ne aveva assoluto bisogno. Al tiebreak Matteo va subito avanti e anche con un pizzico di fortuna, ma anche tantissima intensità, stacca Rodionov imponendo la sua maggior classe e sicurezza, con una perfetta alternanza del rovescio in back per farsi spazio e quindi la potenza del diritto. Un successo con qualche grattacapo, ma che conferma quanto Matteo sia grande agonista e in Davis una certezza.
    Matteo è parso in buona forma, discretamente veloce e reattivo negli spostamenti, sopratutto quando nello scambio ha lavorato bene le rotazioni della palla per mettere in difficoltà Rodionov. L’austriaco, seppur indietro nel ranking, è il classico buon giocatore che ha colpi pericolosi quando si esalta e sente il “momento”, e questo lo rende un avversario potenzialmente ostico in Davis, dove di fronte a un finalista di Wimbledon e fuori casa era ovviamente sfavorito e quindi senza alcuna responsabilità. Ha servito bene Jurij, e attaccato tanto con un tennis molto verticale, restare troppo nello scambio non è roba sua. Invece bene ha fatto Matteo, in una giornata meno devastante con la prima palla, a giocare un tennis pratico, affidandosi non solo alla pura potenza ma anche alla costruzione. Infatti andare solo a tutto gas poteva essere pericoloso, portando l’austriaco a trovare palle da impattare con un vincente in ritmo; per questo bravo è stato Berrettini a giocare molti back, lunghi e lenti, che Rodionov proprio non digerisce, utilissimi anche per guadagnare il centro sinistra del campo da dove il suo diritto è micidiale. Bene he funzionato l’accelerazione lungo linea, ma diversi sono stati gli errori. Per questo il romano è stato lucido nel giocare spesso un diritto a tre quarti di velocità, abbastanza carico di spin, per allontanare il rivale dalla riga di fondo e quindi guadagnare spazio per l’affondo (o provocando l’errore). Una prestazione di sostanza, impreziosita dalla splendida rimonta sul 5-4, dove il suo agonismo è stato spaziale.
    È un punto importantissimo perché con questo formato non ti puoi permettere alcun passo falso, sia per l’importanza del singolo punto che per far scendere il secondo singolarista in campo senza lo stress assoluto del dover vincere a tutti i costi. Ora sotto con Cobolli, opposto a Misolic.
    Così Berrettini a caldo in campo: “Mi siete mancati da morire, gioco a tennis per queste emozioni, per questo pubblico, per giocare la Davis”. Il momento dei set point: “Pensavo che non si può mollare, perché giocavo non solo per me, ma per i miei compagni. Si deve lottare e mai mollare. Portare a casa un punto alla volta per portare a casa la partita. Ora ragazzi, speriamo ci sia una sola partita da giocare, fatevi sentire per Flavio, Daje!”
    Da Bologna, Marco Mazzoni

    La cronaca
    Berrettini inizia la prima sfida di Italia Austria al servizio. Braccio caldo e via, quasi non si scambia, game a zero in totale sicurezza. Anche Rodionov vince un buon game al servizio, scambi quasi zero. Nel terzo game i primi big point del match, una smorzata di Matteo perfetta e poi un passante in corsa di diritto di Jurij in allungo molto difficile. Il pubblico si fa sentire l’atmosfera Davis è unica, e anche il ridotto contingente di supporters austriaci è bello “carico”. (2-1 Berrettini). Dopo un altro turno di battuta molto sicuro, Rodionov è arrembante dalla risposta, attacca a spron battuto e si butta a rete, tanto da dietro non funziona. Meglio mettere pressione a Berrettini che sul 15 è costretto a un doppio passante non facile con l’altro a presidiare la rete. Con una demi-volée eccellente e successiva chiusura di volo, Matteo si porta 3-2 in soli 13 minuti. Jurij è molto sicuro al servizio, anche perché Berrettini non ingrana con la risposta, sul 3 pari l’azzurro ha vinto 1 punto nei game dell’austriaco. Nel settimo game Matteo sbaglia un tocco sotto rete, forse un po’ di sufficienza, poi un diritto si ferma sul nastro, 30 pari, primo momento delicato della partita. Si scambia sulla seconda palla, e arriva lo scambio più lungo del match con Berrettini troppo attendista, non scatena la potenza del diritto e Rodionov è pronto ad attaccare la rete e prendersi la prima palla break del match. Ace! Stavolta il tocco sotto rete non tradisce, il romano fa il pugno e si porta sul 4-3. Finalmente Berrettini impatta una buona risposta di rovescio nell’ottavo game e si prende il punto, poi controlla un passante col diritto (attacco un po’ leggero) e il game va ai vantaggi con un errore dell’austriaco. Jurij non mette la prima palla e Berrettini è bravo a conquistare campo e tirare il suo diritto, in lungo linea. Palla break Italia! BREAK! Matteo è bravo a rallentare col back, girarsi sul diritto e spingere forte, vola via la difesa di Rodionov. 5-3 Berrettini. Ora fila il diritto dell’azzurro, forte del vantaggio. “Matteo Matteo”, il pubblico si esalta e lo esalta. Con il diritto Berrettini fa più differenza che col servizio. Infatti arriva anche il primo doppio fallo, 30 pari. UFF! Nastro bolognese… un back si arrampica letteralmente sul nastro, danza e ricade lemme al di là. Non è un momento banale, c’è il set point. Non va, altro nastro, stavolta respinge il diritto dell’azzurro. Un diritto lungo di Rodionov, di un centimetro o meno porta il SP #2 ACE! Chiude col punto esclamativo l’azzurro, 6-3.
    Il secondo set riparte con turno di battuta solido di Rodionov, poi sul 40-0 di Berrettini il gioco si ferma, c’è qualcosa al sistema di elettrico che non va. Musica a palla, Berrettini esce anche brevemente dal campo, poi si mette a tirare qualche servizio nell’attesa. Si riparte dopo quasi venti minuti, con un servizio vincente dell’italiano, 1 pari. Come nel primo set, mediamente si scambia di più nei game di Berrettini che in quelli di Rodionov, con l’azzurro in discreto controllo delle operazioni, pronto a tagliare col rovescio e accelerare col diritto; molto più verticale e scarno il gioco dell’austriaco, ma efficace quando gli entra la prima palla. Si lotta nel quinto game, Berrettini entra bene dalla risposta, spinge e prende il controllo ma sbaglia due accelerazioni – di poco – e lo score è 3-2 Rodionov. Qualche piccolo ritardo nell’aggredire la palla per Matteo e il diritto esce di un niente. 15-30. Si prende un punto di potenza poi si fa sorprendere dalla risposta di Rodionov e concede una palla break sul 30-40. Berrettini sceglie una prima palla esterna più di controllo che potente, Jurij intuisce, aggancia la palla e trova una risposta molto profonda, che l’azzurro non fa in tempo a gestire, in ritardo nel far spazio coi piedi. BREAK Austria, 4-2. Il pubblico di Bologna salta letteralmente in piedi per un passante stretto di rovescio a una mano di Matteo, prodezza assoluta. Segue un punto ancor più bello, grande ritmo e chiuso con l’attacco vincente di Berrettini. 30 pari. Spettacolo. Si gioca bene in questa fase, eccellente anche l’attacco e volée dell’austriaco. 5-2 Rodionov, con un diritto cross molto preciso. Segue un turno di battuta impeccabile di Berrettini, chiuso con una volée di rovescio di rara eleganza e controllo, 5-3. Rodionov invece inizia il turno per chiudere il set con un doppio fallo. Si riscatta bloccando Matteo sul rovescio, in spinta col diritto mancino. Quando dà fastidio all’austriaco il back lungo e lento dell’italiano… 15-30. L’atmosfera è carica a mille. Out! È largo l’attacco col rovescio di Jurij, un po’ affrettato. 15-40, due chance del contro break. Eccellente prima palla al T, 30-40; sulla seconda invece si scambia e Berrettini è attento a giocare carico e al centro, Rodionov non regge e sparacchia lungo il più classico degli unforced. Contro BREAK! 5-4, Berrettini serve. Ma non mette la prima palla, e i suoi affondi non sono abbastanza lunghi. Un errore banale, e un gran passante di Rodionov, 0-40, tre set point Austria. Il primo Matteo lo cancella con un Ace, 15-40. Altro gran servizio, 30-40. Altro! Con tre super servizi, nel momento più delicato, per Berrettini, la testa del Campione. Con un diritto potente dal centro e poi una battuta angolata imprendibile, ecco i 5 punti di fila che fissano lo score 5 pari. Che rimonta, il pubblico è euforico. Si arriva al tiebreak. Uff, un nastro “davvero azzurro” nel primo punto, imprendibile per Rodinov e mini-break. Matteo c’è: lavora benissimo la palla col back, si sposta e fa partire il diritto, ben calibrato. 2-0, poi sbaglia un rovescio in rete sotto la risposta aggressiva dell’austriaco. Rodionov regala, doppio fallo, per il 3 punti a 2 Berrettini. Servizio e diritto, si gira 4-2. Quanto funziona bene il back di rovescio del romano, Rodionov è sempre in difficoltà nel rimettere la palla lenta e carica di effetto dell’italiano, 5-2. Rodionov si avvicina, prendendosi i suoi due punti, 5-4. Parata!!!! Si butta a rete l’azzurro, non era un grandissimo attacco, ma riesce in qualche modo a parare la palla, e questa passa mal centrata, corta e imprendibile. Match Point Italia sul 6-4. Servizio vincente, Game Set Match! La prima è andata. Ora sotto con Cobolli.

    Matteo Berrettini 🇮🇹 vs Jurij Rodionov 🇦🇹ATP Bologna Matteo Berrettini67 Jurij Rodionov36ServizioSvolgimentoSet 2Tiebreak5-3* 5*-4 6*-46-6 → 7-6ServizioSvolgimentoSet 1J. Rodionov15-0 30-0 30-15 40-15 40-30 40-40M. Berrettini 15-0 30-0 30-15 30-30 30-403-3 → 4-3J. Rodionov 15-0 30-0 40-03-2 → 3-3M. Berrettini 0-15 15-15 30-15 40-152-2 → 3-2J. Rodionov 15-0 30-0 40-02-1 → 2-2M. Berrettini 15-0 15-15 30-15 40-151-1 → 2-1J. Rodionov 15-0 30-0 30-15 40-151-0 → 1-1M. Berrettini15-0 30-0 40-00-0 → 1-0 LEGGI TUTTO

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    Courier punta su Draper: “Se nel 2026 sarà in salute, Jack può insidiare il dominio di Sinner e Alcaraz”

    Jack Draper

    A.A.A. terza forza cercasi… Le ATP Finals hanno chiuso la stagione 2025 di singolare al maschile dando l’ennesima conferma del gap incredibile che Jannik Sinner e Carlos Alcaraz hanno creato con tutti gli altri. Il ranking lo certifica ulteriormente: tra gli 11500 punti di Sinner, secondo a fine stagione, e i 5160 del n.3 del mondo Alexander Zverev c’è una voragine di 6340 punti, più di quanto è riuscito ad accumulare il tedesco nell’annata appena passata in archivio. La splendida rivalità tra l’italiano e lo spagnolo elettrizza il mondo degli appassionati, visto che quando i due si scontrano c’è sempre grandissimo tennis, ma è indubbio che un tour polarizzato totalmente su due attori rischia di perdere attrattiva. Per questo molti invocano l’esplosione di un terzo incomodo, un giocatore che possa realmente insidiare i due leader e battagliare con loro per il successo nei più grandi tornei. Zverev sembra bloccato nei suoi problemi tecnici e mentali, a dir poco acuiti dopo la “batosta” subita da Sinner agli Australian Open 2025; Rune, per molti il vero candidato a diventare terza forza, è k.o. per il gravissimo infortunio al tendine d’Achille e prima di farsi male navigava con alti e bassi ben dietro a Jannik e Carlos; Shelton è in crescita, ma forse ancora indietro in diversi aspetti tecnici, mentre Fritz si è stabilizzato su livelli di eccellenza ma è probabilmente già arrivato a toccare il sui limite, o è molto vicino ad esso. Musetti? È affascinante pensare che l’italiano possa crescere ancora e ritoccare al rialzo il best ranking di n.6 toccato lo scorso settembre. Molti sperano in Fonseca, ma forse è ancora presto per il teenager di Rio. Per Jim Courier chi potrebbe seriamente insidiare il dominio di Alcaraz e Sinner è Jack Draper. 
    Il britannico – grande amico di Sinner, ormai da molti anni – è esploso nell’estate nel 2024 con l’approdo in semifinale a US Open, poi nei primi mesi del 2025 ha brillato conquistando il suo primo titolo Masters 1000 a Indian Wells (per molti il “mille” più ambito in stagione), interrompendo in semifinale il regno del due volte campione in carica Alcaraz. Quindi ha disputato la finale a Madrid e i quarti a Roma. Nelle settimane successive ha iniziato ad avvertire problemi fisici che si è trascinato tra Roland Garros e l’erba, tanto che Wimbledon si è fermato al secondo turno contro Cilic, ma già ampiamente debilitato. Qualche settimana di stop e il tentativo di rientro a New York, dove difendeva moltissimi punti, ma dopo una vittoria senza patemi su Gomez, ha scelto prudenzialmente di non giocare contro Bergs il secondo turno per affrontare seriamente il problema al braccio. Dopo poche settimane è arrivato l’annuncio che il suo 2025 era già terminato, meglio curarsi al 100% e ripresentarsi del tutto guarito in Australia.
    Intervenuto su Tennis Channel, Courier ha parlato di Draper come il giocatore con maggiori chance di sfidare i “New Two”… a patto che resti integro fisicamente. “Punto i miei soldi su Jack Draper”, afferma ‘Big Jim’, “Se è in salute, come abbiamo visto a Indian Wells, può giocarsela con i big. Ha armi pesanti: il servizio mancino è una grande risorsa, il diritto è devastante ed è migliorato in tutti i fondamentali. È potente, è aggressivo. Deve solo stare bene”.
    “Il braccio gli ha dato problemi dopo Wimbledon quest’anno: una contusione ossea con una frattura da stress. Non si è più fatto sentire di recente, ma da quello che ho appreso sembra pronto a rientrare per qualche esibizione nella off-season e poi ripartire. Vedremo se Jack riuscirà a fare il passo: è già arrivato in semifinale allo US Open nel 2024, e con il suo tennis, a patto di essere sano, può giocarsela anche con Alcaraz e Sinner” conclude Courier.
    Draper ha annunciato il rientro in campo all’esibizione UTS di Londra (il tour alternativo organizzato dal coach Mouratoglou) che si disputa in dicembre, per testare le proprie condizioni in vista dell’avvio della stagione 2026.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Rune avverte: “Il mio infortunio è stato uno shock non solo per me, non è arrivato per sfortuna. Il problema è l’accumulo di stanchezza”

    Holger Rune al momento dell’infortunio

    Holger Rune non le manda a dire: il mio infortunio non è arrivato per un caso sfortunato, ma per aver accumulato troppa stanchezza senza poter adeguatamente riposare. Così il talento danese, classe 2003, ha parlato nella prima intervista rilasciata dopo la gravissima rottura del tendine d’Achille subita a Stoccolma nel corso della semifinale contro Ugo Humbert (quando lo score era 2 pari nel secondo parziale). Quelle immagini sportivamente drammatiche hanno fatto il giro del mondo, e segnato non solo lui ma anche i colleghi. Parlando al magazine Hard Court, Holger ha espresso chiaramente i suoi sentimenti, insistendo sul fatto che il suo infortunio sia un campanello d’allarme per tutti i suoi colleghi e per chi governa lo sport.
    “Credo che il mio infortunio sia stato un vero shock per molti tennisti e atleti”, afferma Rune. “Non avevo mai avuto problemi alla caviglia in precedenza, anzi, ero sempre stato in ottima salute. Non ho mai avuto problemi di infiammazioni, mi sono sempre sottoposto a molti esami del sangue, analisi cellulari, scansioni, risonanze magnetiche, ecc. Tutto andava bene per quanto riguarda le mie condizioni fisiche. I risultati hanno sempre mostrato che avevo un fisico molto forte. Quindi questo non doveva succedere, non dovrebbe essere possibile“.
    La rottura del tendine d’Achille sofferta da Holger in effetti non è arrivata per un trauma di gioco, come una storta, un piede mal messo o comunque un movimento estremo che ha lacerato l’articolazione. È stato, per così dire, un cedimento strutturale. “Ho 22 anni, sono sano e forte, eppure è successo” continua il danese. “Ma non credo che nello sport si possa essere sfortunati o avere sfortuna. Tutto accade per una ragione, e c’è una spiegazione dietro ogni cosa. La causa principale di questo infortunio è la stanchezza, lo stress eccessivo, e questo è spaventoso per l’intero settore sportivo“.
    “Lo sport è intrattenimento, e noi amiamo intrattenere, amiamo che la gente si diverta a guardarci giocare. Dobbiamo solo assicurarci di ascoltare anche il nostro corpo. Può essere molto difficile farlo quando ami giocare a tennis quanto lo amo io, quando si ha un amore totale per il gioco, i tornei e i tifosi.”
    La convalescenza dall’infortunio sarà lunga, i tempi di recupero incerti, almeno sei mesi ma potrebbero anche diventare otto o nove. A questo periodo già importante sarà poi da aggiungere un necessario periodo di rodaggio per ritrovare fiducia negli spostamenti e nel proprio tennis, che sicuramente ne risentirà. Tuttavia Holger resta fiducioso e guarda avanti. “Non ho mai dubitato del mio amore per il tennis, ma ho dato per scontato il mio talento. A volte sono stato troppo indulgente con troppe cose, ho lasciato correre e ora sento di aver sbagliato. Mi guardo indietro e vedo tutte le cose che avrei potuto e probabilmente avrei dovuto fare diversamente. Non solo l’allenamento, perché è lì che risiede la mia passione, ma tutto ciò che lo circonda” conclude Rune.
    Un commento duro e allo stesso tempo amaro da parte del giovane danese, che dalla metà dell’anno prossimo proverà a ripartire, con una prospettiva di carriera più incerta. Forse un po’ di casualità nel suo infortunio ha avuto un peso, ma è indubbio che sarebbe corretto riflettere seriamente sullo status quo, su quanto sia la dura competizione e come il gioco sia diventato estremo, sottoponendo i fisici degli atleti a sforzi enormi.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Finals 2025: Jannik Sinner o Carlos Alcaraz? Sensazioni e… silenzio

    Jannik Sinner a Torino

    Silenzio. Domina il silenzio sul Centre court dell’Inalpi Arena in questa grigia e uggiosa domenica mattina di novembre. È un privilegio poterlo assaporare in beata solitudine, seduto nel settore 204. Solo io e l’enorme spazio intorno, il colore delle luci a contrastare con quello del campo. Vuoto. Si avverte un leggero brusio delle macchine pulitrici in lontananza, attive nella grande Hall dove è stato allestito il campo Sebastopoli, proscenio ideale nella settimana per scrutare da due passi gli allenamenti dei campioni e carpirne movimenti e tecnica. Sei così vicino al loro sforzo che quasi ne assapori la fatica. Quell’energia che fende l’aria e l’adrenalina prodotta da gesti di armonica bellezza la potevi afferrare e fare tua. Un contrasto totale con la sospensione dell’attesa a poche ore dalla finale Sinner vs. Alcaraz che decreterà il campione delle Nitto ATP Finals 2025 e, a questo punto, il più forte del 2025. La finale diventa una sorta di spareggio, il ranking con quel che ha passato Jannik non è realistico.
    In questo momento di beata solitudine dominano i contrasti di una settimana “potente”, vissuta a mille all’ora come la palla colpita con rara potenza su quel campo in resina davanti ai miei occhi. Mi assale un senso di vuoto, e non perché sono qua solo soletto. Manca solo una partita a concludere un torneo di eccellente qualità, con tante partite spettacolari che hanno raccontato storie importanti e confermato quanto i due finalisti in questo momento storico siano su un altro pianeta. L’effetto palla di neve, l’ha chiamato Alex De Minaur, uno assai sveglio dietro quello sguardo talvolta un po’ smarrito. Se Jannik entra in ritmo fin dal primo game e ti travolge strappando un break, la partita scivola via come una palla che rotola sulla neve e diventa sempre più grande. In quel momento nella tua testa scatta solo un segnale di emergenza, devo attivare ogni risorsa per non subire l’onta di un “Bagel”. Non che contro Alcaraz la situazione sia diversa, anzi… Magari Charlie ha qualche momento di pausa, ma se gioca al suo meglio la palla non la vedi proprio, flirta con ogni riga del campo e puoi solo inchinarti a cotanta prepotenza tecnica e classe.
    Il senso di vuoto arriva perché con la finale delle Finals termina una settimana che attendi tutto l’anno e che qua si vive intensamente. Attraversi gli spazi comuni ed è bellissimo ammirare l’emozione degli appassionati, scorgere nei loro occhi la gioia dell’essere finalmente non davanti alla tv o allo schermo del computer ma con i propri occhi di fronte al fisico imponente di Ben Shelton che tira “missili” di servizio, sotto lo sguardo sorridente e rilassato di papà Bryan, o la potenza del gesto di Alcaraz, forte di gamba e di braccio a colpire la palla con rara intensità e precisione. “C’è mai stato un tennista così forte?” chiedeva una ragazzina al nonno l’altro ieri alla rete del Sebastopoli; l’arguto signore, con spiccato accento ligure, sospira e risponde “Ci sono stati tanti giocatori di talento, ma questo è uno dei più forti….“. “Ma allora vincerà lui il torneo?” incalza la biondina, e il nonno, dopo un sospiro ancor più forte, “…forse”. A poche ore della finale più attesa, Jannik contro Carlos, il n.1 contro il n.2, dopo tre finali Slam consecutive, chi vincerà questa super partita? Dare una risposta è impossibile, è necessario mediare tra le sensazioni ricavate nella settimana e la razionalità dei numeri e del contesto, che giocherà probabilmente un ruolo importante.
    Il bilancio degli head to head dice 10-5 Alcaraz, ma è corretto togliere la finale di Cincinnati 2025, quando Sinner scese in campo non in grado di giocare, solo per soddisfare la richiesta degli organizzatori che avevano uno stadio pieno, con biglietti a dir poco salati e spettatori che se ne stavano in attesa da oltre un’ora sotto un sole mortale. Sarà la sesta sfida nell’anno, 4-1 per lo spagnolo (o 3-1 se vogliamo…), mai si è giocato al coperto. L’ultima partita indoor a livello ATP è stata primissima, Parigi Bercy 2021, con due set tiratissimi vinti da Carlos. Da allora ne è passata di acqua sotto ai ponti, e il tennis di Sinner è cresciuto in modo esponenziale, si può dire molto di più rispetto a quello di Alcaraz, bravo ad aggiungere e migliorare aspetti (servizio, rovescio in attacco) ma partiva da una ricchezza e profondità di colpi superiori a quella dell’italiano. Ci sono altri due precedenti al coperto, le esibizioni del Six Kings Slam, anno 2024 e 2025, vinte entrambe da Sinner, ma essendo esibizioni vanno prese per quello che sono, anche se quando si affrontano due così, la parola sconfitta non è mai contemplata come una possibilità, semmai come una onta da evitare. Si potrebbero tirare fuori tanti numeri per cercare di dare un indirizzo a quel che potrebbe accadere dalle ore 18.15 circa, quando uno dei due alzerà la prima palla del match, ma forse si rischia di entrare in una complessità tendente ad un inutile coacervo di difficile uscita. Quando si affrontano Jannik e Carlos collidono i massimi sistemi. Il livello di gioco è sublime, ognuno con le proprie qualità. Diventa prioritario l’aspetto mentale, l’abilità, prontezza e forza per imporre sull’altro la massima velocità di palla, ritmo e capacità di rubare spazio e tempo sul campo. 
    Un dato ritengo sia importante: il rendimento del servizio. Questo sarà il passaggio decisivo, e guardando l’incontro dal lato di Sinner è confortante quanto la sua battuta stia performando. Non intendo il numero di Ace quanto la percentuale di prime palle in gioco abbinata ad una sapiente selezione di angoli e rotazioni. Contro un braccio fatato come quello di Carlos tirare sempre a tutta non è la tattica migliore, può funzionare di più uno slice al centro che non gli permette di andare con la risposta nell’angolo incontrando la palla alla massima potenza, o un effetto “kick” che fa saltare tantissimo la palla al rimbalzo sul rovescio. Sinner per vincere dovrà comandare tanto e per farlo è necessario servire come nelle ultime prestazioni e rispondere come a Wimbledon, con una palla centrale e profondissima che allontana lo spagnolo dalla riga di fondo. Personalmente non rischierei più di tanto smorzate e attacchi a rete spericolati, il passante dell’iberico è strepitoso visto il suo controllo di palla e del corpo con poco equilibrio, e sulla corsa in avanti è dietro solo a De Minaur (forse). Alternare e soprattutto giocare benissimo i due affondi col lungo linea, uno col diritto e quindi col rovescio, questa può essere una scelta corretta per non lasciare a Carlos il comando. Se Alcaraz guadagna il centro del campo e lascia correre il diritto, lo scenario sarà la prepotenza di US Open, e ci ricordiamo benissimo come è finita…
    Si potrebbero analizzare mille altri aspetti, ma preferisco perdermi di nuovo nel silenzio dell’Inalpi Arena, e ripensare alle partite giocate da Jannik e Carlos nel corso del torneo. Hanno dominato, come del resto tutta la stagione. Hanno entrambi giocato bene, molto bene. Alcaraz con qualche piccolo momento di down, prontamente tamponato; Sinner forse si è anche un filo nascosto, non ha tirato a tutta se non in brevi momenti, quando sentiva di averne bisogno o ha scelto di testare il suo massimo livello. Senza esagerare, entrando in modalità gestione e controllo. La mia personale sensazione è che Alcaraz abbia toccato, nelle fasi di alcune partite, un livello superiore a quello mostrato da Sinner. Ma questo non significa che Jannik non possa andare sopra al rivale. Come si vince una partita così? Ripenso alle partite viste e vissute nella settimana torinese, a diritti e rovesci bellissimi, all’intensità prodotta da questi due grandi campioni e splendidi ragazzi qua in molte altre sfide, e non trovo una risposta. Dominano tante sensazioni contrastanti, in un vortice di silenzio.
    Da Torino, Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    ATP Finals: “Jannik, eccomi”. Carlos Alcaraz raggiunge Sinner in finale, battuto un buon Auger-Aliassime

    Carlos Alcaraz a Torino (foto Brigitte Grassotti)

    “Vincere a tennis è facile, basta tirare forte sulle righe…”. Un vecchio adagio tennistico elevato ad arte da Carlos Alcaraz nella seconda semifinale delle ATP Finals 2025. Incredibile la potenza di fuoco ed accelerazioni tirate letteralmente sulle righe dal n.1 spagnolo contro Felix Auger-Aliassime, per il 6-2 6-4 che porta il n.1 del mondo a sfidare Jannik Sinner per il titolo del “masters”. Talento epocale quello di Carlos, un concentrato potenza e infinite soluzioni tecniche, ma anche più tenuta mentale nelle fasi decisive rispetto al canadese. Infatti dopo un primo set dominato da un Alcaraz irresistibile, nel secondo parziale Felix è stato bravo a crederci, rischiare tanto e migliorare la tattica, così da alzare il suo livello di gioco e riuscire a reggere – anche fisicamente – in scambio la potenza dello spagnolo. Ma sul 5-4, sotto massima pressione, il suo braccio si è inceppato, per il break che ha consegnato il match ad Alcaraz. Uno sforzo immane e, purtroppo per lui, vanificato sul più bello.
    “Avrò tre spettatori che tiferanno per me domani” scherza Carlos al microfono di Nargiso in campo a caldo, dicendosi molto soddisfatto della sua prestazione e affermando che in finale cercherà di essere il più possibile focalizzato sul suo tennis, senza pensare al contesto intorno, tutto a favore dell’avversario. Sarà banalmente la partita che tutti aspettavano, a livello globale, e sesta sfida del 2025, con un bilancio di 4-1 a favore di Charlie, ma quella di Cincy è praticamente da non considerare e forse quella più “bella” se l’ha presa Jannik, sui sacri courts londinesi. In condizioni indoor e con il pubblico a favore, chissà… Avremo tempo domani per parlarne diffusamente.
    Tornando alla seconda “semi” di Torino, il commento del match è relativamente facile: Alcaraz è più forte e completo di Auger-Aliassime e ha meritato il successo, senza macchia, concedendo e annullando una sola palla break. Ma i numeri in un match del genere servono a poco. La partita l’ha decisa la spinta furibonda col diritto di Alcaraz, nel primo set totalmente incontenibile anche per un tipo tosto fisicamente e cresciuto in modo esponenziale nella lotta come Auger-Aliassime, del tutto annullato da una serie di pallate del n.1 che finivano sulla riga o quasi. E ha servito pure tre prime palle su quattro in gioco il pupillo di JC Ferrero, deprimendo la qualità del canadese in risposta. Se non bastasse, alla “furia” tecnica Carlos aggiunge una fisicità, una copertura del campo e una reattività che lo rende fortissimo anche in difesa. Mai lo spagnolo, nella sua giovane carriera, era arrivato così bene a fine stagione. Il responso del campo è chiaro: Alcaraz è dominante, anche i suoi momenti di down stanno svanendo come neve al sole. È una pessima notizia per tutti, Sinner incluso…
    Meglio Felix nel secondo set, quando ha tarato meglio i suoi colpi, ha servito con più costanza e soprattutto ha accettato di scambiare un po’ di più, con un filo di rischio in meno, e l’ha fatto andando soprattutto al centro, per allontanare l’avversario dalla riga di fondo e così aprirsi il campo. Questo l’ha portato a concedere meno errori e ha dato un po’ più di pressione allo spagnolo, che tuttavia non è mai andato in difficoltà, avvantaggiato anche dall’aver iniziato alla battuta il secondo parziale. C’è stato del buon tennis, Auger-Aliassime ha regalato alcuni bei punti, tenendo il livello del n.1 mondo fino al decimo game, dove ha sofferto la tensione ed è crollato da solo, con errori sostanzialmente gratuiti. Un fatto che fa riflettere questo: quando gli “altri” affrontano Jannik e Carlos, molto spesso collassano sotto la pressione del momento e del contesto, e non sempre per i colpi eccellenti dei due leader. Una sorta di sudditanza psicologica che non fa altro che aumentare il gap tra il dynamic duo di testa e tutti gli altri. La voragine in classica lo testimonia ulteriormente. Resta un gran finale per Felix, che chiude il 2025 da n.5 del mondo, di pochissimo davanti a un gruppo compatto formato da Fritz, De Minaur, Musetti e Shelton. Una vetrina che Auger-Aliassime ha ampiamente meritato.
    Da Torino, Marco Mazzoni

    La cronaca
    Qualità alta fin dal primo punto, una risposta vincente favolosa di Auger-Aliassime, poi entra in moto il servizio e potenza di Alcaraz, che chiude il game a 30. E che dire di Alcaraz in risposta… Inizia con passante di rovescio velocissimo, poi si sposta col diritto da sinistra e l’accelerazione di diritto è sulla riga. Con una risposta profonda Felix è già spalle al muro: 0-40. Splendida reazione del canadese, serve bene e spinge col diritto, cancella le tre palle break. Game durissimo, Auger-Aliassime se lo prende con un Ace sul punto decisivo. È costretto a giocare su ritmi altissimi, il margine è nulla, anzi, va oltre. Carlos invece prende righe a raffica come se niente fosse, col diritto è “caldo” anzichenò. Difficile per il canadese reggere la velocità dello spagnolo, anche nel secondo turno di battuta va sotto, la spinta del rivale è micidiale. Salva la prima palla break da 15-40 col servizio, ma sulla seconda comanda Alcaraz, lo chiama a rete e para la rimessa disperata. BREAK Alcaraz, 3-1. Felix fa punto o col servizio o se non si entra in scambio, e questo comporta un rischio totale. Improvvisamente Carlos regala qualcosa, due discese a rete non perfette, c’è una chance del contro break sul 30-40. Non se la gioca bene Auger-Aliassime, risponde con una deviazione del nastro e ha tempo per il colpo successivo, ma l’accelerazione muore sul nastro. Gioca bene ora Felix, ma sbaglia la chiusura, per due volte col rovescio dopo aver preso il comando. 4-1. Auger-Aliassime trova finalmente un turno di servizio super, 4-2, il problema è aprire un varco in risposta. Charlie ha altri programmi, non concede nulla e sul 5-2 in risposta tira bordate che pizzicano le righe, e sullo 0-30 quasi toglie di mano la racchetta al “povero” FAA tanta rotazione aveva la traiettoria del murciano. 0-40, tre set point. Basta il primo, Alcaraz risponde dai teloni, si avvicina palla dopo palla con Felix un po’ attendista e alla fine un diritto inside out è troppo preciso per la difesa del rivale. 6-2 Alcaraz. Set preso di forza.
    Alcaraz inizia filando via liscio nel secondo set al servizio, può fare corsa di testa. Anche Auger-Aliassime vince un buon game a 15. Tennis verticale, pochi scambi e presto in avanzamento verso la rete, la velocità resta notevole, da parte di entrambi. È molto deciso Felix, ha scelto di andare “all in” tirare quasi tutto a tutta, tanto non c’è altra strada per arginare la prepotenza tecnica dell’altro. Rischiando così tanto commette due errori gravi nel quarto game, ma partiva da 40-0, e il pubblico è tutto con lui, vuole più partita, spettacolo, lotta. Arriva purtroppo un doppio fallo per il canadese, vantaggio sprecato con le proprie mani. È bravo a non abbattersi, continua a spingere a tutto braccio, anche a venire a rete a sfidare il passante del rivale. Il diritto di Alcaraz è incontenibile, appena lo lascia partire genera angolo e velocità, pochi gli errori per brutale aggressività del colpo. Nel quinto game lo spagnolo concede qualcosa e si arriva ai vantaggi, per la seconda volta match, ma Carlos è attento e non concede chance di break (3-2). Urla tutta la sua grinta FAA dopo un diritto out del rivale che lo porta 3 pari, buon momento per il canadese, bello “centrato” nei colpi anche nella schermaglia di ritmo. Anche in risposta nel settimo game, regge di più rispetto al primo set. Sul 30 pari Carlos toglie le castagne dal fuoco con una bordata di rovescio lungo linea subito dopo il servizio, poi una bella prima palla, per il 4-3. Bel livello, Felix tira davvero forte, è in un ottimo momento e regala un numero al pubblico sul 40-15 con una volée alta di rovescio d’autore, con un controllo del corpo spettacolare. 4 pari. Il set avanza a velocità folle, tutto è fatto di corsa, e anche tecnicamente bene. Che dire del passante di diritto di Carlos sul 40-0, l’attacco era quasi perfetto ma il buon Felix viene trafitto da una pallata fuorilegge (5-4). Auger-Aliassime è spalle al muro. Inizia il decimo game con una stecca di rovescio. Tensione? Poi scarica lungo un diritto aggressivo, ma che non gli avrebbe portato il punto. 0-30, attenzione… allarme rosso. Il servizio lo aiuta, 15-30, poi invece c’è una seconda palla e un diritto colpito con braccio teso, tanto che la palla scivola via. 15-40, Due Match Point Alcaraz. Un servizio vincente cancella il primo; sul secondo un diritto d’attacco finisce in corridoio di una spanna. Finisce così, con Alcaraz, che raggiunge in finale Sinner. Sarà ancora la Grande Sfida.

    Carlos Alcaraz vs Felix Auger-Aliassime ATP Turin Carlos Alcaraz [1]66 Felix Auger-Aliassime [8]24 Vincitore: Alcaraz ServizioSvolgimentoSet 2F. Auger-Aliassime 0-15 0-30 15-30 15-40 30-405-4 → 6-4C. Alcaraz 15-0 30-0 ace 40-04-4 → 5-4F. Auger-Aliassime 15-0 30-0 40-0 40-154-3 → 4-4C. Alcaraz 15-0 15-15 df 30-15 30-30 40-303-3 → 4-3F. Auger-Aliassime 15-0 30-0 30-15 40-153-2 → 3-3C. Alcaraz 15-0 30-0 30-15 40-15 40-30 40-40 A-402-2 → 3-2F. Auger-Aliassime 15-0 30-0 ace 40-0 40-15 40-30 40-40 df A-40 40-40 A-402-1 → 2-2C. Alcaraz 15-0 ace 15-15 30-15 40-151-1 → 2-1F. Auger-Aliassime 15-0 30-0 30-15 40-15 ace1-0 → 1-1C. Alcaraz 0-15 15-15 30-15 40-15 ace0-0 → 1-0ServizioSvolgimentoSet 1F. Auger-Aliassime 0-15 0-30 0-405-2 → 6-2C. Alcaraz 15-0 30-0 40-0 ace4-2 → 5-2F. Auger-Aliassime 15-0 30-0 ace 40-0 ace4-1 → 4-2C. Alcaraz 15-0 15-15 15-30 30-30 30-40 40-40 A-403-1 → 4-1F. Auger-Aliassime 0-15 15-15 15-30 15-40 30-402-1 → 3-1C. Alcaraz 15-0 ace 15-15 30-15 40-151-1 → 2-1F. Auger-Aliassime 0-15 0-30 0-40 15-40 30-40 40-40 A-40 40-40 A-40 40-40 A-40 ace1-0 → 1-1C. Alcaraz 0-15 15-15 30-15 40-15 40-300-0 → 1-0 LEGGI TUTTO

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    Jannik Sinner, un 2025 da record: come lui solo Federer e Djokovic (e altri primati alle Finals)

    Jannik Sinner a Torino (foto Brigitte Grassotti)

    Jannik Sinner è l’epigone della risolutezza. Nel suo incidere e mentalità si pensa alla giornata, al torneo, statistiche e record sono solo conseguenze delle prestazioni. Un’attitudine che l’ha portato a diventare Campione nella sua Straordinaria Normalità. Tuttavia tra il nostro campione di Sexten e i big title c’è una affinità elettiva: a suon di vittorie da molto tempo scrive pagine di storia tennistica e segna record assoluti. Uno l’ha segnato oggi, 15 novembre 2025, grazie all’accesso alla finale delle ATP Finals, ed è estremamente significativo e prestigioso. Sinner nella stagione in corso ha disputato la finale in tutti e cinque i massimi eventi dell’anno, i 4 Slam e le Finals ATP. Solo Roger Federer e Novak Djokovic sono riusciti a fare altrettanto: il svizzero per due anni di fila, 2006 e 2007, il serbo nel 2015 e 2023. E Jannik è il più giovane dei tre ad esserci riuscito. Un tris d’assi assoluto, e un record davvero impressionante per Jannik, il tutto in un anno – come ben sappiamo – difficilissimo per la nota questione che è riuscito a bypassare con una forza e tenuta mentale formidabili. Ma c’è dell’altro.
    Jannik è alla terza finale consecutiva al “Masters”, da quando è stato inaugurato nel 1970. È è settimo giocatore a riuscirci: prima di lui Ilie Nastase, John McEnroe, Ivan Lendl, Boris Becker, Roger Federer e Novak Djokovic. Si unisce a un vero parterre de rois, ma è anche solo il terzo under 25 a riuscirci, dopo Ivan e Roger. Applausi!
    Inoltre Sinner è in striscia vincente a livello di set alle Finals: 18 vinti di fila. Meglio di lui solo lo “zar” Ivan Lendl, con 24 negli anni ’80, e meglio di Federer e Djokovic, i giocatori che più hanno vinto il torneo, ma che si sono fermati a 16 set vinti.
    Sempre relativamente alle Finals, ecco un altro primato prestigioso e assoluto di Sinner: da quando il torneo è nato (1970), Jannik è l’unico giocatore capace di vincere il girone per due anni di fila senza perdere un set. Dominante.
    Ma il dominio arriva anche da un’altra statistica davvero notevole: la percentuale di vittorie alle Finals. Jannik in carriera ha un record di 14 vittorie e solo 2 sconfitte nel torneo, per una percentuale di successo del 87,5%. Nella storia del torneo, meglio di Sinner solo Nastase, con 22 partite vinte e 3 sconfitte, che vale al rumeno un record del 88%. Dietro, staccati, Lendl col 79,6, Federer con una percentuale del 77,6 e quindi Djokovic a 73,5% (considerando un minimo di 10 partite giocate). Incredibile Jannik!
    Da Torino, Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Jannik Sinner: “Sento di aver fatto un grande passo in avanti rispetto all’anno scorso, al servizio e in tutto il gioco”

    Jannik Sinner a Torino (foto Brigitte Grassotti)

    Vincere aiuta a vincere, andando un passo alla volta. Un vecchio adagio dello sport calza a pennello per le parole di Jannik Sinner rilasciate dopo l’ennesima splendida prestazione e bella vittoria contro Alex De Minaur in semifinale alle ATP Finals. Ha vinto 18 set di fila nel torneo, meglio di Sampras e Federer, ma Jannik pensa un match alla volta e ripete il suo mantra: scendere in campo dando il 100% di quello che nella giornata può dare. Queste le risposte di Sinner ai cronisti dell’Inalpi Arena.

    6-5 nel primo set, lì c’è stato un clic: “Ho avuto alcune palle break nel set, lui ha giocato un ottimo tennis. Lì ho trovato la forza per colpire ancor più forte e dal secondo set ho iniziato a giocare sempre meglio, tirando più forte e muovendo meglio la palla. Anche lui ha avuto chance di togliermi in game di servizio, sono felice della mia prestazione”.
    Fattore indoor: “Ogni match è differente, anche contro Carlos. Tra Roma e Parigi, sempre su terra, sono state partite diverse. È stato un anno bellissimo per me, sono felice di concluderlo qua. Vedremo domani che cosa succederà. Sento di aver un buon livello di gioco, c’è ancora una partita da giocare. Felix l’ho affrontato qua, è un bel giocatore indoor, difficile da battere. Mi sento molto a mio agio quando si gioca al coperto. Come mai? Tra Vienna, Parigi e qua sono tre tornei molti diversi, come condizioni, ma non c’è vento, sole, altre cose. Quando siamo al coperto mi sento bene, si adatta al mio gioco perché è abbastanza veloce, è buono per la pressione e il ritmo”.
    Un consiglio per De Minaur per migliorare ancora: “Ho giocato molte volte contro lui, e sento che ogni volta migliora. Il rovescio è stato ottimo, è sempre più consistente e gioca un ottimo livello. Arrivare in top 5? Ce la può fare, è fortissimo fisicamente, ha una ottima mentalità, contro Taylor ha vinto la partita restando molto forte a livello di concentrazione”.
    Chiedono a Jannik sulle serie vincenti contro molti avversari. “Anni fa ero in difficoltà a vincere contro Medvedev, ero sotto 6-0. Quando trovi una chiave contro alcuni giocatori, può funzionare per una partita, magari per due o chi lo sa. Bisogna sempre stare attenti, la testa resta fondamentale, soprattutto nei momenti chiave del match, come quando si è 5 pari. Scendo in campo pensando al mio meglio per quella giornata. Tendo a dare il 100%, ma se un giorno sono all’80%, darò il meglio di quell’80. Ogni partita è importante, e ancor più a fine anno. Ti aiuta anche ad arrivare motivato nella preparazione”.
    “Scelta alla monetina? Non scelgo sempre di servire o ricevere, dipende anche dalla giornata, da come mi sento. A volte decido di servire così magari sono davanti nel punteggio, ma dipende anche da chi affronti”.
    “Non so cosa poteva accadere nei tre mesi di stop. Non ci penso più ormai. Ho giocato molto bene nei tornei, non tanti, che ho giocato. È stato un 2025 incredibile. Le cose succedono perché c’è un motivo. È andata così. Parigi… l’ho persa come l’ho persa, ma poi forse anche per quello ho vinto Wimbledon. Sono contento di essere in questa posizione. Finire la stagione con un’altra finale, e qua a Torino, sono davvero contento”.
    “Sto bene, a volte mi copro il volto con l’asciugamano per trovare la massima concentrazione. In campo c’è sempre un po’ di confusione. No no, non mi sono soffiato il naso, sto bene!”
    “Terza finale… c’era qua mio fratello. Papà e mamma non credo verranno, hanno fare cose a casa, probabilmente più importanti (sorride). Se mi sento diverso da tre anni fa? Giochiamo tutto l’anno, è difficile pensare a come giocherò una finale. Ho fatto un grande passo in avanti rispetto all’anno scorso, servo meglio e gioco meglio in tutto. Mi auguro che domani sia una bellissima finale, con un livello molto alto. Servono due giocatori in forma. Speriamo domani sia così, e che vinca il migliore”.

    Da Torino, Marco Mazzoni LEGGI TUTTO