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    Sinner, il problema della “quarta” ora

    Jannik Sinner (foto Patrick Boren)

    Endurance. Una parola inglese entrata con forza nel gergo dello sport, tennis incluso, per indicare la capacità dell’atleta di sostenere nel tempo un’attività fisica intensa, senza cali prestazionali di rilievo. Nel nostro sport in particolare, l’abilità del giocatore di mantenere un livello di tennis molto alto e vincere anche quando la partita diventa lunghissima. Tra le tante, straordinarie qualità del nostro n.1 Jannik Sinner, in merito all’endurance c’è ancora da fare. Lo dimostra la recentissima (e crudele) finale persa a Roland Garros contro Carlos Alcaraz, non sfruttando tre match point nel quarto set e varie occasioni nel corso della partita, finendo rimontato e sconfitto al super tiebreak del quinto set, ma non solo. Questa finale davvero epica è durata ben 5 ore e 29 minuti, diventando l’incontro più lungo mai giocato da Sinner in carriera; purtroppo il campione di Sesto Pusteria finora ha mostrato una fragilità nel vincere le partite che si trasformano in maratone.
    La conferma viene da una significativa statistica prodotta dal “matematico” parigino del tennis Jeu, Set et Maths: Jannik finora non ha mai vinto una partita che è arrivata alla quarta ora (o quasi). Ecco l’elenco degli otto match più lunghi disputati da Sinner, tutti persi:
    5 ore e 29 minuti: Roland Garros 2025 – sconfitto da Alcaraz5 ore e 26 minuti: Roland Garros 2023 – sconfitto da Altmaier5 ore e 15 minuti: US Open 2022 – sconfitto da Alcaraz4 ore e 41 minuti: US Open 2023 – sconfitto da Zverev4 ore e 9 minuti: Roland Garros 2024 – sconfitto da Alcaraz4 ore: Wimbledon 2024 – sconfitto da Medvedev4 ore: Australian Open 2023 – sconfitto da Tsitsipas3 ore e 55 minuti: Australian Open 2021 – sconfitto da Shapovalov
    Un dato interessante che certamente il team Sinner conoscerà e che sarà segnato in rosso sulla lavagna di lavoro per migliorare ulteriormente la prestazione e la tenuta (fisica e mentale) di Jannik sulla lunghissima distanza, in particolare negli Slam, dove gli incontri possono diventare battaglie infinite. La vittoria a Melbourne 2024 in finale vs. Medvedev durrò 3 ore e 44 minuti, una delle sue migliori partite in carriera e, stavolta, in rimonta dopo esser stato sotto di due set.
    Guardando questa lista di amare e sofferte sconfitte, è tuttavia necessario fare delle precisazioni. Nelle prime tre, le più lunghe in assoluto, Jannik ha perso non sfruttando match point, quindi è arrivato a un “maledetto” 15 dalla vittoria. In altre è stato comunque in partita sino all’ultimo o quasi. L’incontro di Wimbledon 2024 vedeva un Sinner non in perfette condizioni, come anche nella partita di RG24 con Jannik da poco rientrato dall’infortunio all’anca e quindi con poca preparazione rispetto al suo avversario. Le ultime due  sono partite più vecchie, Sinner non aveva ancora compiuto la svolta dell’autunno del 2023 che l’ha portato a diventare fortissimo e dominante.
    Precisazioni a parte, lo status quo porta a considerazioni importanti a livello di gioco e di gestione della prestazione. Sinner è un tennista straordinario ma il suo è un tennis discretamente fisico: spinge tanto, tiene ritmi altissimi, intensità, correndo molto e non risparmiandosi mai. Non è un gioco di puro muscolo, è accelerazione sul tempo d’impatto, ma resta un gioco che richiede energia. Non sono molti i punti vinti sull’uno – due, facendo poca fatica. Questo può e deve essere uno spunto per migliorare ancora a livello atletico, ma ancor più inserire nel gioco qualcosa che possa portarlo a vincere più punti rapidamente, pur senza snaturare la formidabile architettura che regge la sua prestazione. Oltre a scambi più brevi, c’è una via diretta e immediata: è il Servizio. Esattamente quello che purtroppo è mancato nella finale di Roland Garros 2025… E non si parla solo di Ace: nelle rare fasi in cui la prima di servizio ha davvero sostenuto l’azzurro, moltissimi sono stati i punti dominati, vinti con un colpo aggressivo dopo la battuta e un terzo di chiusura. È facile affermare che se Jannik nella finale di Parigi avesse servito anche solo poco meglio, diciamo un 60% di prime palle, quasi sicuramente avrebbe vinto in tre set quella partita, o massimo in quattro.
    Lavorare tanto e bene sulla gestione del servizio, non tanto il colpo il sé quanto sull’abilità mentale per farlo rendere anche in una finale così importante (o partite del genere) deve essere al primissimo posto nel suo percorso di miglioramento continuo. A US Open 2024 ha servito bene a tratti; alle Finals 2024 è stato quasi ingiocabile alla battuta in diversi incontri. La base è diventata ottima, il colpo c’è, il rendimento è più che buono. Per arrivare all’eccellenza e non avere brutte sorprese come è capitato domenica scorsa a Parigi, il servizio deve sostenere adeguatamente Jannik. La battuta deve diventare ancor più sciolta, se vogliamo libera. Gesto ma soprattutto testa, non c’è un colpo più cerebrale dalla battuta. Wimbledon è già alle porte e tutti sappiamo quanto la battuta conti sull’erba. Ci sarà subito modo di rifarsi, come quando cadi da cavallo e l’unica medicina è risalire subito in sella…
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    Tsitsipas a cuore aperto: “Il rapporto con mio padre era diventato tossico. Ivanisevic? Non credo di poter tornare a vincere tornei dopo un paio di settimane con lui”

    Stefanos Tsitsipas

    La conclusione di Roland Garros 2025, come quella di ogni Slam, ha portato a importanti variazioni nel ranking ATP. Una delle più significative, ma in negativo, è l’ulteriore crollo di Stefanos Tsitsipas, battuto a Parigi al secondo turno dal nostro bravissimo Matteo Gigante. Con la perdita dei punti conquistati a Roland Garros 2024 il greco è sceso ancora in classifica, una caduta libera che l’ha affossato al n.26 ATP. Era dal 2018, in pratica ai tempi del suo primo grande anno da “Pro”, che non si ritrovava così indietro nel ranking. È lo specchio del suo valore attuale: un buon giocatore ma lontanissimo dai fasti di quando ha raggiunto due finali Slam e battagliava ad armi pari con i migliori. Sembra incredibile ripensare che nella primavera di manciata di anni fa una combinazione tutt’altro che impossibile di risultati l’avrebbe addirittura issato a n.1 ATP. Il suo best è rimasto n.3, ma più della classifica è il suo tennis che langue, da troppo tempo. Penalizzato da un problema e seguente operazione al gomito forse sottostimato nella considerazione generale, con la sua palla che da allora è meno ficcante con diritto e servizio (i pezzi forti del suo repertorio), Stefanos c’ha anche messo del suo convivendo da tempo con un “caos” totale a livello di coach e conseguentemente con la direzione da dare al suo gioco.
    Lo storico rapporto con papà Apostolos si è interrotto a livello lavorativo dalla scorsa estate, anche se negli ultimi tornei si è visto di nuovo del box del figlio, anche se ufficialmente non come allenatore. È recente la notizia dell’ingaggio di un vero super-coach come Goran Ivanisevic, vincente prima con Marin Cilic e poi per diversi anni – eccezionali – a fianco di Djokovic. Dopo una breve e poco fortunata parantesi con Rybakina, il croato è stato scelto da Tsitsipas, e i due stanno iniziando a muovere i primi passi insieme proprio in questi giorni, su erba, con Stefanos che mai ha brillato sulla più antica delle superfici. In un podcast chiamato “The Changeover”, Tsitsipas è tornato sull’argomento coach e sul padre, rivelando quanto abbia sofferto per la brutta piega del loro rapporto, incrinato malamente prima in campo e quindi anche nella vita privata. Una dinamica fortemente negativa che ha portato alla rottura tra i due e mesi molto complicati anche a livello puramente familiare.
    “Siamo arrivati ​​a un punto in cui il tennis è diventato troppo, un intralcio“, racconta Tsitsipas. “E, per quanto brutto possa sembrare, credo che sia diventato persino tossico in un certo senso, perché lui era… sentivo che era costantemente col fiato sul collo, mettendomi enorme pressione. Siamo arrivati ​​al punto in cui lui soffriva la situazione più di me ed è lì che entra in gioco la pressione. È lì che sento la tossicità di tutto questo. Il nostro rapporto è effettivamente migliorato negli ultimi mesi. All’inizio, quando ci siamo lasciati, è stato molto duro e difficile. È stato molto difficile per lui accettare di non far più parte della mia cerchia ristretta. È ancora mio padre ed è ancora una persona che mi è cara e vicina.”
    Con i suoi soli 26 anni, Tsitsipas è nel pieno della sua carriera, ma i risultati ormai languono da tanto tempo, se si esclude la vittoria a sorpresa a Monte Carlo dell’anno passato. Stefanos si è detto molto realista sulla propria situazione, convinto che la svolta con Ivanisevic richiederà del tempo per portare i frutti sperati. “Non mi aspetto che questo nuovo rapporto diventi improvvisamente qualcosa che mi faccia vincere titoli già dalla prima o dalla seconda settimana“, riflette il greco. “Mi sto concentrando di più sul lungo periodo, sull’intero percorso di lavoro con lui, e il mio obiettivo principale è vedere miglioramenti”.
    Tsitsipas si aspetta da Ivanisevic non solo una guida tecnica ma soprattutto mentale. “Credo che sia una parte importante dell’identità di un allenatore non solo insegnarmi come colpire meglio diritti e rovesci, ma anche insegnarmi nel modo in cui dovrei pensare in campo e fuori. Il modo in cui ha affrontato situazioni nella sua carriera personale può aiutarmi a capire come affrontare esperienze difficili, quei momenti di avversità, insegnandomi attraverso le sue esperienze.”
    Il debutto della coppia avverrà la prossima settimana ad Halle, dove è previsto anche il rientro di Jannik Sinner in un torneo che, come ogni anno, presenta molti grandi giocatori (Zverev, Medvedev e diversi italiani).
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    Murray intrigato dal ruolo di coach: “Lo rifarò prima o poi, ma non subito. Sinner e Alcaraz favoriti contro il miglior Rafa a Parigi? Sarei più cauto”

    Andy Murray al Queen’s Club

    L’offerta di diventare coach è arrivata all’improvviso. Mai Andy Murray si sarebbe aspettato che dall’altro lato della “cornetta” del telefono vi fosse proprio “lui”, Djokovic, il suo più grande rivale in carriera. Un’offerta a sorpresa, repentina, alla quale non se l’è sentita di dire no, anche se è arrivata presto, senza un’esperienza nel ruolo di coach. Alla fine non è andata come sperato: Novak non ha vinto alcun titolo insieme a Murray e nemmeno il tennis del serbo ha tratto particolare giovamento, ma quest’esperienza di vita oltre che di lavoro ha intrigato Murray, tanto da fargli affermare oggi che tornare ad allenare “prima o poi” potrebbe essere più di una possibilità, ma che questo non avverrà a brevissimo anche perché sente di avere ancora molto da imparare su questo ruolo.
    “Lo rifarei prima o poi. Non credo che accadrà immediatamente”, ha dichiarato a Clare Balding di BBC Sport in occasione dell’inaugurazione dell’Andy Murray Arena al Queen’s Club nella giornata di apertura del torneo londinese, in versione femminile. “Non avevo intenzione di iniziare ad allenare subito dopo aver finito di giocare, ma è stata un’opportunità davvero unica. È stata l’occasione di imparare da uno dei migliori atleti di tutti i tempi” continua Andy. “Si impara molto su come lavorare in squadra. Come atleta individuale, hai una squadra di persone intorno a te, ma sei tu il punto focale, mentre quando alleni un singolo individuo lavori con un fisioterapista, preparatori atletici, agenti e devi sapere come far arrivare il tuo messaggio al giocatore e capire cosa lo spinge. Questa è la cosa che ho imparato e qualcosa su cui devo lavorare se voglio farlo di nuovo in futuro. È stata un’opportunità fantastica per me. Abbiamo trascorso momenti davvero piacevoli fuori dal campo. I risultati non sono stati quelli che volevamo, ma ci abbiamo provato. Vedremo se mi occuperò di allenare in futuro, ma non credo che accadrà per un po’.”
    Guardando al futuro, il tennis maschile sta completando un passaggio generazionale. Murray si dice entusiasta di quello che aspetta lo sport ma resta cauto rispetto a chi afferma che i due leader del tennis mondiale, Sinner e Alcaraz, sono già destinati a superare l’epoca dei “Big Three”. “Jack [Draper] sta andando benissimo. Si darà l’opportunità di vincere Major nei prossimi cinque, dieci anni” continua lo scozzese. “Lo sport è in un momento davvero positivo, ma è importante non dimenticare cosa hanno fatto quelli prima di loro, cosa hanno fatto Roger, Rafa e Novak. Vincere più di 20 Major è qualcosa di eccezionale ed è facile oggi dimenticarsene un po’. Ho sentito alcuni esperti dire che se Alcaraz e Sinner fossero scesi in campo contro Rafa al Roland Garros, sarebbero stati i favoriti in vista di quella partita, con Rafa nel pieno della sua forma. Sarei più cauto. Alcaraz e Sinner sono sulla buona strada per diventare due dei migliori, non c’è dubbio, ma ci vuole tempo per costruire quello che Roger, Rafa e Novak hanno fatto. Vedremo se ci riusciranno” conclude Murray.
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    Roland Garros: tre “errori” che Sinner non deve commettere per compiere l’impresa contro Alcaraz

    Jannik Sinner (foto Patrick Boren)

    Jannik Sinner è il legittimo n.1 del mondo, è il tennista più completo, forte e continuo, ma Carlos Alcaraz è l’unico che è riuscito a batterlo nell’ultimo anno quando il nostro campione è sceso in campo al meglio e la terra battuta è ulteriormente un punto a favore per lo spagnolo. Per questo “Carlitos” oggi parte da favorito nella finale 2025 di Roland Garros, cercando di difendere il titolo dell’anno scorso dall’assalto di Jannik che nel corso del torneo non ha ancora perso un set mostrando la sua incredibile durezza mentale e colpi poderosi. I due si sono sfidati nella recente finale di Roma, dove Sinner era appena rientrato alle competizioni e dopo un set equilibratissimo il murciano è scappato via vincente nel secondo parziale. Alcaraz nel torneo ha giocato momenti di tennis sublime alternati a qualche calo di concentrazione e fasi segnate da scarsa lucidità tattica quando è stato messo grande pressione (vedi Musetti nei primi due set in semifinale, e non solo); Sinner ha demolito ogni avversario sino alla semifinale, dove è riuscito a superare un irriducibile e immenso Djokovic affidandosi più alla logica matematica di scelte perfette e alla resistenza fisica che ai suoi colpi, andati a corrente alternata. La ragione vede Alcaraz un po’ favorito, non di tantissimo, ma più avanti rispetto a Sinner per la sua miglior adattabilità alla terra battuta e forte degli ultimi successi contro l’italiano, partite molto tirate ma andate dalla parte di Carlos. Jannik da Roma ha giocato altre sei partite crescendo di condizione e riacquistando quella fiducia arrugginita nella pausa.
    Sarà una sfida totale, fisica, tecnica e mentale, come lo fu la semifinale in questo torneo l’anno scorso, con l’azzurro alla fine in riserva fisicamente e sconfitto in cinque set. È difficilissimo, quasi impossibile, fare un pronostico per l’aspetto più affascinante delle loro partite: ogni match è stato assai differente dal precedente. È questo che rende i Sinner-Alcaraz match eccezionali e attesissimi, i due si sfidano a tutto campo senza schemi prestabiliti, come era per esempio nei Federer-Nadal dove alla fine trionfava Rafa se bloccava Roger sul rovescio o lo svizzero se riusciva a scappare da quell’angolo e imporre il suo anticipo. Nei Carlos vs Jannik ogni partita è stata completamente diversa dalla precedente e all’interno della stessa partita l’inerzia è cambiata in modo repentino più volte per le mosse e contromosse dei due duellanti. Quindi anche nella finale di RG25 potrebbero verificarsi molti scenari e cambiare in corso d’opera. Carlos potrebbe stroncare la regolarità e costanza di Jannik con variazioni continue e mai tirando due palle uguali; Jannik potrebbe mandare in crisi mentalmente lo spagnolo con una profondità di traiettorie e velocità della pressione da impedirgli di comandare gli scambi. Non ci resta che aspettare questa straordinaria finale, la prima di loro a livello Slam, e goderci uno spettacolo che speriamo sia massimo e non tradisca le attese.
    In questo affascinante coacervo di tecnica e tattica tennistica misto a tonnellate di talento, mi limito a sottolineare tre aspetti di gioco che ritengo fondamentali per l’italiano. Tre “errori”, se così vogliamo chiamarli, che Sinner non dovrà commettere per provare a battere Alcaraz, vincere il terzo Slam consecutivo (dopo US Open 2024 e Australian Open 2025) e 21esima partita consecutiva nei Major. Un successo che riporterebbe in Italia la coppa dei Moschettieri dopo Panatta ’76 e che terrebbe in vita addirittura il sogno proibito del Grande Slam stagionale. Accantoniamo i sogni (già vincerla oggi lo sarebbe…), e torniamo in campo con Jannik. Ecco le tre situazioni di gioco che potrebbero essere decisive per il nostro campione di Sexten, errori da non commettere per provare l’impresa.
    1 – Servire assolutamente meglio rispetto alla semifinale contro Djokovic. Il fatto che Sinner sia riuscito a battere un campione irreale come Novak, fortissimo in risposta, servendo come mal faceva prima della svolta dell’autunno 2023 o addirittura peggio è qualcosa di leggendario… Indica e conferma quando Jannik sia diventato forte nella lettura del gioco, nell’applicazione degli schemi, nella resistenza mentale e gestione di emozioni e colpi. Ma… Alcaraz non è Djokovic 2025. Ha altra esplosività in risposta. Se Sinner non servirà almeno il 60% di prime palle in campo, meglio due su tre, aprendosi così lo spazio per comandare col primo colpo di scambio e soprattutto non subire la pallata del rivale sulla seconda – arriverà immancabilmente – vincere sarà quasi impossibile. Sinner ha bisogno di comandare, non puoi pensare di battere Alcaraz difensivamente. Non c’è riuscito nemmeno Musetti che giocava il suo miglior tennis in carriera e difensivamente è un mostro. Carlos è un “toro” che va preso per le “corna”, va messo sotto in modo intelligente, con schemi chiari e aggressività. Devi comandare perché se comanda lui anche dalla risposta, non lo batti.
    2- Trovare appoggi e aderenza migliore rispetto alla semifinale contro Djokovic. Incredibile come le suole di Jannik venerdì sera pattinassero come sul ghiaccio… Jan è certamente un pattinatore di qualità viste le sue radici dolomitiche… ma a tennis, e per giocare un tennis poderoso come il suo, avere stabilità nella corsa è fondamentale. Sinner non può permettersi di essere in ritardo, nemmeno di una frazione di secondo, altrimenti l’altro con il suo incredibile anticipo ti fulmina. Varierà tanto Carlos, lo prenderà spesso e volentieri in contro piede e lo butterà nell’angolo, con palle corte e variazioni; per controbattere Jannik dovrà correre tanto e soprattutto bene, sprintare veloce senza perdere il passo e il tempo. Forse sul Chatrier venerdì c’era più terra, o non so… ma Sinner dovrà il più possibile essere forte con i piedi e poter scaricare forza sulla palla. Se scivolerà via da tutte parti come venerdì, la vittoria potrebbe restare un miraggio lontanissimo…
    3- Non lasciare l’iniziativa dal centro del campo ad Alcaraz. Carlos ha tanta di quella magia nel braccio da poter disporre della palla a suo uso e consumo, creando tennis bellissimo e vincente. Con tutto il talento che si ritrova può farti il punto da qualsiasi posizione e/o situazione, ma mediamente è dal centro del campo che tira i colpi migliori e diventa imprendibile. Per questo benissimo ha fatto Musetti in “semi” con il suo diritto carico di spin, o anche bello stretto sul diritto del rivale ma quasi mai al centro, e anche col rovescio a tratti alto e carico e quindi slice, sempre muovendo l’avversario sugli angoli. Sinner non può giocare proprio come Musetti, ha altre armi. Può muovere negli angoli il rivale con la potenza dei suoi drive e con la velocità, mettendo così tanta pressione allo spagnolo da costringerlo a prendersi grandi rischi per uscire dalle diagonali sul lungo linea. Ha talento per farcela, e a Roma infatti l’ha fatto e bene, ma è sempre un grande rischio e gli errori sono stati tanti. Sinner dovrà cercare in tutti i modi di governare i ritmi dello scambio e non lasciare che sia Alcaraz a menare le danze. Se “Carlitos” di prende il centro del campo e impone le sue sbracciate, la sensazione è che la Coppa sarà ancora sua.
    Queste sono solo tre scenari importanti, ma la partita come scritto in precedenza si giocherà su mille piani tecnico-tattici, è per questo che è un duello estremamente affascinante. Conterà l’aspetto mentale, la gestione delle emozioni. Jannik contro Djokovic è stato trattenuto per larga parte del match, una tensione che bloccato il suo braccio. Non dovrà accadere, ovviamente. Conterà anche l’aspetto fisico perché nessuno crede che la partita sarà una passeggiata per uno o per l’altro. Sarà una lotta. Speriamo sia grande tennis e in quel caso sarà comunque una vittoria per chi ama lo sport. Buona finale a tutti.
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    Roddick esalta Sinner: “Mai visto nessuno prima di lui capace di battere Djokovic con quella tattica”

    Andy Roddick

    Ha destato molta impressione la combinazione di potenza e intensità con la quale Jannik Sinner ha sbaragliato un irriducibile Novak Djokovic nella seconda semifinale di Roland Garros. L’italiano aveva sconfitto il campionissimo serbo negli ultimi due precedenti, ma sia a Melbourne che a Shanghai si giocava sul cemento, condizione piuttosto favorevole a Sinner essendo un tennista formidabile sul ritmo in progressione. Il fatto che Jannik si sia imposto, pur soffrendo e non giocando il suo miglior tennis in assoluto, in tre set e sul “rosso” ha stupito ed esaltato due importanti analisti del tennis attuale, gli ex Pro Andy Roddick e Tim Henman. L’americano in particolare è rimasto stupefatto per il modo in cui Sinner ha affrontato e battuto Djokovic: dritto per dritto, attaccandolo al centro e rubando quello spazio “vitale” nell’economia del gioco del balcanico.
    Così A-Rod si è espresso commentando la bella vittoria di Jannik a Roland Garros in semifinale sul serbo. “È la prima volta che vedo qualcuno passare “sopra” Novak, attaccandolo in modo così diretto, con uno scontro frontale. Sinner è la prima persona capace di fare una cosa del genere. Anche quando Alcaraz lo batte, lo fa grazie a palle corte, un tennis rapido e potente, con molta varietà. È la prima volta che vedo qualcuno strappare il centro del campo a Novak per tutta la partita. Questo è stato sensazionale: non per un punto, non per un set… Novak ha dovuto cercare di stare lontano dal centro del campo ed è lì che si è guadagnato da vivere in tutta la sua carriera. Non puoi battere Novak con lo scontro frontale, nel centro del campo. Sinner può, e lo ha fatto.”
    Parole al miele per Sinner anche da parte di Tim Henman, che analizzando la partita di venerdì sera al Bois de Boulogne ha commentato: “Sinner ha giocato tatticamente in modo perfetto. Ha dominato il gioco da fondo campo, aggredendo la palla appena aveva l’occasione di farlo. Djokovic ha lottato duramente per impattare lo score nel secondo set; ha sicuramente avuto i suoi momenti, ma la velocità generale e la destrezza di Sinner sono state ancora una volta impressionanti e superiori a quelle di Novak. Quando Djokovic ha avuto il set point, ha cercato di colpire, ma Sinner è rimasto terribilmente aggressivo. È stato davvero implacabile e ha portato Djokovic in difesa. È stata una prestazione incredibile da parte di Jannik”.
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    L’incredibile coincidenza che potrebbe affiancare Alcaraz a Nadal

    Carlos Alcaraz (foto Patrick Boren)

    La cabala è un’arte antica che si perde nella notte dei tempi. Affidarsi alla lettura dei numeri e coincidenze per prevedere il futuro è esercizio ardito, ma è indubbio che a volte la storia si ripete, lasciando gli osservatori stupefatti. Il commentatore francese Bastien Fachan in quel di Roland Garros ha scovato una possibile coincidenza numerica tra Alcaraz e Nadal che ha dell’incredibile e che riportiamo per curiosità.
    Rafael Nadal stupì il mondo del tennis quando dopo i primi quattro trionfi a Roland Garros (2005-2008) sconfisse l’eterno rivale Roger Federer sul Centrale di Wimbledon nel luglio del 2008, in una finale diventata leggendaria. Una grande sorpresa che lo portò poi in estate a detronizzare lo svizzero anche come n.1 del ranking, interrompendo il periodo più lungo della storia di dominio della classifica (237 settimana di fila dopo esserlo diventato il 2 febbraio del 2004). Quel mitico successo a Wimbledon fu il quinto Slam in carriera vinto da Nadal. In quel giorno Rafa aveva esattamente 22 anni, 1 mese e 3 giorni.
    La coincidenza che potrebbe collegare Alcaraz e Nadal è la seguente: domenica prossima, il giorno della finale di Roland Garros 2025, Carlos avrà esattamente 22 anni, 1 mese e 3 giorni e proverà a battere Jannik Sinner per alzare la sua seconda coppa dei Moschettieri. Se vincerà, sarà il suo quinto Slam in carriera, esattamente come Rafa alla stessa età!
    È un fatto davvero curioso e unico. Sapremo solo domenica se lo spagnolo preverrà sull’italiano e così alzerà il proprio quinto trofeo Major, uguagliando in tutto il campionissimo di Manacor. C’è una finale da giocare, la prima a livello Slam tra Jannik e Carlos. La partita tutto il mondo del tennis attende da un po’ di tempo e segna indubbiamente un punto fermo, visto che sarà anche la prima in assoluto tra due giocatori nati entrambi nel nuovo secolo.
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    La durezza di Sinner! Prestazione meno scintillante, ma batte Djokovic in tre lottati set e vola in finale a Roland Garros, la prima Slam contro Alcaraz

    Jannik Sinner (foto Patrick Boren)

    Forse Brad Gilbert, dopo aver visto l’andamento della seconda semifinale di Roland Garros, avrà alzato la cornetta e prenotato l’ennesima ristampa del suo fortunatissimo libro “Winning Ugly”, ossia vincere sporco, di tattica e testa, best seller mondiale per lettura del gioco e piacevolezza del racconto. L’ha vinta proprio “ugly” Jannik Sinner, non brillando con il proprio tennis, altalenante e penalizzato da un rendimento davvero modesto del servizio per larga parte dell’incontro (meglio in momenti importanti, da campione) ma con tantissima grinta, forza fisica, determinazione e la sua solita straordinaria capacità di giocare bene i punti importanti. Come nessuno. E quando il match si fa intenso, duro e giocato sui nervi, JS è il Dj e non sbaglia un colpo. Il n.1 del mondo sconfigge un enorme, irriducibile Novak Djokovic per 6-4 7-5 7-6(3) e vola per la prima volta in finale a Roland Garros, dove finalmente andrà in scena la prima finale Slam contro Carlos Alcaraz, la partita che tutti aspettiamo da qualche tempo. La seconda semifinale di RG25 non è stata non sempre bella, se per bellezza intendiamo la qualità dei colpi, il numero di vincenti, ma terribilmente intensa come agonismo e sottile tensione, deflagrata in momenti di vero dramma sportivo nelle fasi cruciali; ma anche a livello puro show è migliorata cammin facendo, soprattutto nel terzo set, quello giocato meglio dal serbo, restando un match molto fisico e tattica, giocato più di nervi che di braccio.
    È indispensabile alzarsi in piedi e applaudire a più non posso Mr. Record Novak Djokovic. Già dai primi punti si è capito che nello scambio di ritmo alle condizioni di Jannik non poteva reggere e vincere, ma… lui è Superman, va oltre all’età, ai limiti, alle difficoltà tecniche e fisiche e non muore mai. Nonostante le 38 primavere e l’evidente difficoltà nel reggere nello scambio in progressione alla massima velocità imposta dell’azzurro, è riuscito spostare la partita in tanti frangenti sul piano a lui più gradito, una velocità medio alta con il controllo spettacolare delle diagonali e quindi bravissimo a colpire col lungo linea. Con la sua Aura da maestro è riuscito a mettere enorme pressione a Jannik, bloccando il suo braccio tanto da far scomparire per larghi tratti la prima di servizio e pure mandare in tilt quella sbracciata col diritto che è stata micidiale per tutto il torneo, a tratti irresistibile. È avanzato a fiammate Sinner, di grandissima qualità e intensità, in mezzo a troppi errori, molti gratuiti e ancor più provocati dalla sapiente selezione dei colpi di Novak, davvero irriducibile e campionissimo. Giusto e meritato il tributo di Jannik a caldo, è il più vincente dell’Era moderna e merita l’applauso di tutti coloro che amano il tennis perché lui l’ha portato a livelli superiori, sia che si ami o si odi il suo personaggio divisivo. Anche nella serata di Parigi ha confermato tutta la sua grandezza, e bello è stato il suo abbraccio a Sinner, riconoscendo la superiorità complessiva dell’italiano al termine di oltre tre ore di lotta intensa, fisica e mentale.
    Alla fine la maggior potenza, resistenza fisica e mentale e soprattutto abilità di Sinner nel giocare bene i momenti decisivi l’hanno portato ad un meritato, ma sofferto, successo. Chiave come Jannik abbia ripreso il break di vantaggio dopo aver servito malissimo per il secondo set sul 5-4. Andatevi a rileggere la cronaca qua sotto il quel passaggio, lì che tutta la sua grandezza e come ha vinto questa dura partita. Jannik arriva in finale senza aver perso un set, ma in finale servirà ben altra prestazione e scioltezza. Due sono stati i punti dolenti nella prestazione dell’azzurro: il servizio e la stabilità nella corsa. Incredibile come Jannik abbia servito meno del 50% di prime palle in gioco nel primo set e abbia perso solo TRE punti al servizio… Dimostra la forza e praticità del suo tennis. Dal secondo parziale Djokovic è salito ed è salita anche la tensione nell’italiano. In molti passaggi ha giocato trattenuto, non lasciava correre il braccio affidandosi fin troppo alla sostanza e attaccando col contagocce. Verissimo che contro lo scacchista massimo Djokovic era indispensabile sbagliare meno di lui e portare la partita sul lato atletico, stroncando il rivale a furia di un pressing soffocante; e così, alla fine l’ha anche vinta… ma forse so fosse riuscito a giocare più sciolto e attaccando di più l’angolo del campo col lungo linea avrebbe fatto meno fatica. Per giocarla così tuttavia serviva più scioltezza, e forse l’aver servito così male non lo ha permesso a cuor leggero. Così si è andati per gradi, per scala di importanza tattica. Più sostanza, accettando diversi errori e restando lì focalizzato a martellare appena possibile, quando non veniva spostato a rincorrere dal ritmo del rivale.
    Forse questa prestazione meno libera e dirompente è arriva anche per colpa di un’evidente difficoltà di trazione ed equilibrio nella corsa. Incredibile quante volte scivolasse, sembrava uno sciatore con troppa sciolina sotto i piedi… Non solo ha controllato male la scivolata laterale, in tantissimi scambi ha perso aderenza al suolo nel ripartire e con il piede esterno, perdendo così la coordinazione col primo passo e facendosi cogliere impreparato sotto la sapiente selezione dei colpi del rivale, che ovviamente l’ha capito e l’ha sfiancato di contro piedi. Male invece con la palla corta Djokovic, del resto Jannik staziona molto più vicino alla riga rispetto a Zverev, quindi dopo averne fallite molte, è passato al piano b, più attacchi dalla risposta, molte verticalizzazioni col diritto e servizio insistito sul diritto di Sinner, che ha fatto discretamente fatica a rimettere con precisione.
    In questi nodi, non pochi, c’è anche tanto di buono nella sua prestazione. Come ha giocato i punti importanti, rimontando 15-30 o 0-30 ritrovando per magia l’efficacia del servizio e liberando finalmente il braccio, e così portando Novak a rincorre a ritmi troppo alti per la sua attuale capacità difensiva. Ha servito molto bene con la seconda palla: grande spin e controllo, è riuscito a far saltare tanto il rimbalzo e così reso non facile aggredire con la risposta. Non ha sbagliato per tutta la prima fase un singolo rovescio di scambio, e quando c’è stato da sporcarsi le scarpe con rincorse difensive, l’ha fatto e bene. Più altalenante in risposta, ma la precisione al servizio di Novak è diventata enciclopedica. Anche qua: quando c’è stato da mettere pressione e prendersi il punto, quasi sempre Jannik ha brillato. L’ha vinta senza dominare, non ha spaccato tutto con accelerazioni mozzafiato; ha vinto controllando emozioni e il ritmo nei passaggi chiave. L’ha vinta di testa e di durezza. “Ugly” per dirla alla Gilbert, ma qua è parsa una vittoria bellissima. Ci sarà Alcaraz domenica. Avremo tempo per parlarne.
    Marco Mazzoni

    La cronaca
    Djokovic alza la prima palla del match. Scambio di ritmo, il primo a sbagliare è il serbo, non arriva bene sul rovescio cross. Poi Djokovic prende le misure, sposta lo scambio sul diritto dell’azzurro e serve solo lì, si prende 4 punti e muove lo score. Non così sciolto Jannik nei primi punti, meglio al servizio, anche a favore di vento, sembra esserci una discreta differenza tra i due lati di campo. Chiude a zero il game col primo Ace, 1-1. Djokovic prova la 2a smorzata del match, ma sbaglia Sinner a ri-smorzare, soprattutto perché c’era arrivato piuttosto bene. Stenta Jannik a spaccare la palla con le sue accelerazioni uniche per potenza e intensità, si gioca alla combinazione di velocità e angolo del serbo e… non è una buona notizia. Sinner deve andare sopra a questo ritmo, altrimenti diventa molto dura. Qualche colpo un po’ più profondo nel quarto game, 2 pari. Per ora lo spettacolo langue. Quinto game, sul 15 pari arriva il primo punto “da Sinner”: risposta profonda, entra in campo e comanda, sposta il rivale a sinistra e lo infila con un diritto potente in lungo linea. Djokovic si affida alla palla corta, e gli va bene, poi sul 30 pari sbaglia un rovescio banale (leggermente in ritardo) e c’è la prima palla break sul 30-40. Risposta profondissima di Jannik, ed è pure fortunato perché la palla pizzica la riga interna e salta male. BREAK Sinner, 3-2. L’azzurro serve al corpo del serbo, ne anestetizza la risposta e col primo colpo di scambio entra più forte, più deciso. Più vincente, come il rovescio top che fulmina Novak nel primo punto e il diritto in contro piede nell’ultimo. Più agile e reattivo, game a zero e 4-2. Djokovic ha lo sguardo perplesso, sembra indeciso sul da farsi visto che ora in scambio è sotto, tanto da… fare “casino”. Cerca addirittura un serve and volley con la seconda palla, che viene punito da una risposta potente del nostro, per lo 0-30. Si interrompe la striscia di 8 punti vinti di fila con una risposta lunga del pusterese. Sul 30 pari Novak cerca una smorzata sbagliata come esecuzione e concetto, era in ritardo sul rovescio e con Sinner quasi in campo… 30-40, palla del doppio break per JS. Non passa la rete la risposta dell’azzurro, si poteva forse far meglio. Clamorosa la difesa in lob di Sinner, piazzata negli ultimi 20 cm del campo e nell’angolo, lo sguardo di ND all’italiano è tutto un programma… e seconda chance. Buon servizio e chiude comodo in avanzamento Novak. 4-3. Qualche errore di troppo col diritto per Sinner (guarda le corde come se non sentisse bene la palla), ne commette due nell’ottavo game è scivola 0-30. Recupera Jannik con pazienza, affidandosi a colpi consistenti con medio rischio. 5-3. Col miglior game del match, un Ace e diritti più veloci, Djokovic resta in scia, 5-4. Sinner inizia con Ace, poi trova un gancio col diritto strettissimo che manda in bambola il rivale. 30-0 e poi 40-0. Chiude il set con un rovescio vincente lungo linea. 40% di prime palle per Jannik, ma… ha ceduto TRE punti alla battuta. A Djokovic. TRE. È il 27esimo set di fila vinto un Slam.
    Djokovic riparte con un turno di battuta vinto a zero, meno bene Sinner, che col primo doppio fallo si ritrova 15-30. È il secondo doppio fallo di tutto il torneo (!). Riprova la “smorza” il serbo, ma la palla muore a mezza rete (nono tentativo, con solo due punti vinti). Molto accorto JS sul 30 pari, costruisce come un muratore esperto, mattoncino di qua, l’altro di là… e si prende il punto con matematica pazienza. Il game va ai vantaggi con una riposta potente di “Nole” su di una seconda palla non abbastanza angolata. Arriva il punto più bello del match, smorzata di Nole, rincorse avanti e indietro e alla fine il punto lo prende il campionissimo di Belgrado. Allo scambio seguente la palla corta non va, Djokovic stremato dopo oltre 20 palle intensissime (ma con poco rischio del nostro). 1 pari. Molto salito il livello in spinta del serbo, col diritto accelera di più la palla e nei game comanda con prime palle più sicure. Jannik qualche errore di troppo col diritto, ma mantiene il controllo dei suoi game. Nel quinto game Sinner torna a rispondere di più, sui servizi più lavorati e meno profondi di Djokovic. Sul 30 pari impone una grande velocità Jan e su di una palla più corta arriva male Novak e sbaglia in rete. Palla break. Discute con il giudice di sedia Nole, …prende tempo e vuol condizionare Jannik? Ad ogni modo gioca un gran punto il serbo, con un gran diritto lungo linea sbaraglia la difesa dell’azzurro. Fantastico un vincente di rovescio lungo linea di Sinner, a chiudere un altro scambi durissimo (20 colpi). Scivola tanto l’azzurro, si lamenta per le tante volte in cui perde aderenza col terreno. (3-2). Continuano gli errori di Jannik, di nuovo è sotto 0-30 nel sesto game. Per una volta ci pensa il serbo a regalare due punti, poi due gran prime palle esterne dell’altoatesino (3-3). Arriva il fatidico settimo game… JS prova a cambiare marcia in spinta, trova un rovescio spaziale dal centro e gli vale il 15-30, poi con una palla corta punisce una posizione troppo arretrata del rivale. 30-40, palla break! ECCOLA! Novak rischia la palla, e gli riesce bene, ma è ancor più bravo ad arrivare, rigiocare lungo ed è Nole a sbagliare. BREAK Sinner, 4-3 e servizio. Bellissimo il punto che vale all’azzurro il 30-0, volée profonda e poi tocco magistrale, che classe! Il vantaggio ha di nuovo sciolto la tensione nel braccio dell’italiano, la sua palla è più ficcante, esce secca e potenti dalle corde. Con una combinazione di diritto cross + diritto lungo linea vincente Jannik vola 5-3. Il gioco continua ad andare a strappi, tra qualche bella giocata e molti scambi chiusi con un errore forzato. 5-4, Sinner serve per il secondo set. Continua a litigare con la prima palla l’azzurro, e sul 15 pari Djokovic è bravo a salire sui colpi del rivale e prendersi un bel diritto vincente. 15-30. Ancora seconda palla, e poi sbaglia un rovescio su di una risposta ottima del serbo. 15-40, ecco le prime palle break concesse da Jannik. Sfondamento progressivo di Sinner sulla prima, spinge con cattiveria e intensità e stronca la strenua difesa del serbo, 30-40; cerca l’Ace ma non va… errore col diritto di Sinner. BREAK Djokovic, male, molto male l’italiano in questo game. 5 pari. Arrivano due diritti vincenti eccezionali di Djokovic, i migliori della sua partita. Il game va ai vantaggi, con una smorzata out di Nole. Con un diritto stavolta malamente sbagliata, Djokovic concede una palla break delicatissima (profonda la risposta dell’azzurro). Se la gioca MALE Sinner, dopo una grande accelerazione tira a mezza rete un diritto di scambio. Non molla Jannik, gran risposta di rovescio in spinta e seconda PB. SI! Stavolta se la gioca BENE! Attacca col diritto e schiaffo vincente al volo. BREAK, 6-5, torna a servire per il set. Vola via la risposta di Nole nel primo punto, si lotta nel secondo e lo vince il serbo, bravo a rallentare. FINALMENTE torna la prima palla, e la musica cambia perché nello scambio JS comanda. 30-15. Altra seconda palla – > punto Djokovic. Niente, si gioca senza prima di servizio… ACE di seconda, clamoroso… e Set Point!?! Errore di rovescio… Non un bel Sinner. ACE! Esterno, altro slice che fulmina il serbo. Set Point #2… SI! Vola via la risposta sulla prima palla. SET Sinner 7-5. 45% di prime palle, e tanta tensione. Quanta la sua classe, che alla fine gli ha dato il guizzo vincente. Ma che fatica.
    Arriva il trainer a massaggiare la coscia del serbo, che riparte alla battuta nel terzo set. Nel secondo punto Jannik punisce Novak con un martellamento micidiale, piegando letteralmente le gambe del rivale con un vincente lungo linea. Il game lo vince Djokovic servendo bene, 1-0. Qualche prima palla in più per Jannik e un paio di diritti molto pesanti, 1 pari. Continua a scivolare tanto sul campo Sinner, soprattutto quando cambia direzione, come se gli partisse l’appoggio per la troppa trazione (troppa terra sul campo?), e pure la prima palla scompare nuovamente. Finalmente torna l’ACE sul 30 pari, a compensare una brutta volée nel punto precedente. Si lotta, ancora senza prima di servizio, e Djokovic attacca bene col diritto e si prende di volo una palla break. Torna la prima palla, sulla riga, e la risposta del serbo non c’è. Fatica, troppa, ma 2 pari. Nel quinto game Jannik alza il muro con la difesa dei suoi colpi, mentre Djokovic sbaglia qualcosa di troppo. Sul 30 pari altro scambio con errore del serbo e palla break! Ma la cancella Nole con un risposta steccata da Jannik. Ancora diritto cross aggressivo dell’azzurro, strappa di forza la seconda PB. Se la gioca di seconda il balcanico, e se la gioca bene attaccando col diritto e, ricacciato indietro, con un altro attacco. 3-2 Djokovic. Arriva un turno di battuta ottimo di Sinner, il migliore del match forse, un lampo tra prime palle e un diritto vincente perfetto, dei suoi, uno dei pochi tonight. 3 pari. Fase interlocutoria del match, non accade molto, e pochi anche gli scambi notevoli. Salito il numero di prime palle di Sinner, che torna a vincere con agio i suoi game (bello il forcing che vale il 4 pari all’italiano). Jannik vince il punto più bello, chiuso con una bordata di rovescio, ma il game lo vince Nole, 5-4. Male Sinner, arriva un filo tardi col diritto, palla bassa e errore, gli costa lo 0-30. Servizio esterno preciso e ottimo diritto in contro piede, schema perfetto di Sinner (15-30). Sbaglia lato dell’attacco Sinner, solleticando il rovescio di Nole che non si fa pregare e trova un bel lungo linea. 15-40, Due Set Point Djokovic! Annulla il primo con uno schiaffo al volo non facile dopo un bel diritto, finalmente a braccio sciolto. 30-40. Ottima prima a T, salva anche il secondo set point. Altro brutto errore di Sinner, un rovescio in spinta ma diretto sul serbo che non avrebbe fatto il punto… Terzo Set Point Djokovic. Rischia col diritto Nole, c’era spazio ma era difficile e sbaglia. Palla contestata, risolve bene la contesa Jannik dicendo che c’erano due segni attigui, e “il falco” conferma che la palla del serbo è Out. Il game continua, lotta durissima. Torna a far capolino il servizio, e la musica cambia. Alla fine con un rovescio cross Jannik vince il game, cancellando tre set point. 5 pari. Djokovic regala uno smash “dei suoi”, peggior colpo del suo repertorio, poi Jannik si prende tutto con una bordata di diritto lungo linea poderosa. 15-30. NO! Spreca una buona occasione Jannik, con un diritto in rete (poco equilibrio) in uno scambio nel quale era discretamente messo bene. Ace Djokovic, 6-5. Nessuno aveva vinto finora sei game in un set vs. Sinner nel torneo. Sente di nuovo la tensione Jannik, due errori in scambio (e due ottimi servizio), 30 pari. Servizio e diritto, sfonda Jan. Tiebreak. MURO Sinner nel primo punto, vinto in risposta rimettendo con qualità le accelerazioni del serbo, che sbaglia un rovescio in spinta. 1-0 JS. Martella l’azzurro, con buon margine. 2-0. NO! Disastro Djokovic con uno smash che, colpito male, si stampa sul nastro. 3-0 Sinner. Si prende il primo punto Novak con un rovescio out di Jannik, 3-1 e 3-2, bravo a restare lì dopo un erroraccio simile. Splendida fiammata col diritto cross, pesante e veloce, non controlla Novak. Si gira 4-2, e poi 5-2 con una risposta out, su l’ennesima seconda palla molto intelligente di Jannik, con tantissimo spin e rimbalzo insidioso. Ancora out il diritto del serbo, errore banale, gli costa il 6 punti a 2, 4 Match Point Sinner. Ah! Non chiude l’affondo Jannik, c’era spazio per il suo rovescio ma non è abbastanza profondo… 6-3. FINISCE Con il rovescio in rete di Novak. 7 punti a 3. Bellissimo abbraccio del serbo a Jannik, vittoria meritata.

    GS Roland Garros Jannik Sinner [1]677 Novak Djokovic [6]456 Vincitore: Jannik Sinner ServizioSvolgimentoSet 3Tiebreak0-0* 1*-0 2*-0 3-0* 3-1* 3*-2 4*-2 5-2* 6-2* 6*-36-6 → 7-6Jannik Sinner 15-0 15-15 30-15 30-30 40-305-6 → 6-6Novak Djokovic 15-0 15-15 15-30 30-30 40-305-5 → 5-6Jannik Sinner 0-15 0-30 15-30 15-40 30-40 40-40 40-A 40-40 A-40 40-40 A-404-5 → 5-5Novak Djokovic 15-0 30-0 30-15 40-15 40-304-4 → 4-5Jannik Sinner 15-0 30-0 40-0 40-153-4 → 4-4Novak Djokovic 15-0 30-0 40-03-3 → 3-4Jannik Sinner 15-0 30-0 40-02-3 → 3-3Novak Djokovic 0-15 15-15 30-15 30-30 30-40 40-40 40-A 40-40 A-402-2 → 2-3Jannik Sinner 15-0 15-15 30-15 30-30 40-30 40-40 40-A 40-40 A-401-2 → 2-2Novak Djokovic 15-0 30-0 40-0 40-151-1 → 1-2Jannik Sinner 15-0 30-0 30-15 40-150-1 → 1-1Novak Djokovic 15-0 15-15 30-15 40-15 40-300-0 → 0-1ServizioSvolgimentoSet 2Jannik Sinner 15-0 15-15 30-15 30-30 40-30 40-40 A-406-5 → 7-5Novak Djokovic 0-15 15-15 30-15 40-15 40-30 40-40 40-A 40-40 40-A5-5 → 6-5Jannik Sinner 15-0 15-15 15-30 15-40 30-405-4 → 5-5Novak Djokovic 0-15 15-15 30-15 40-15 40-305-3 → 5-4Jannik Sinner 15-0 30-0 30-15 40-154-3 → 5-3Novak Djokovic 15-0 15-15 15-30 30-30 30-403-3 → 4-3Jannik Sinner 0-15 0-30 15-30 30-30 40-302-3 → 3-3Novak Djokovic 15-0 15-15 15-30 30-30 30-40 40-40 A-40 40-40 A-402-2 → 2-3Jannik Sinner 0-15 15-15 30-15 30-30 40-301-2 → 2-2Novak Djokovic 15-0 30-0 40-01-1 → 1-2Jannik Sinner 0-15 15-15 15-30 30-30 40-30 40-40 A-40 40-40 A-400-1 → 1-1Novak Djokovic 15-0 30-0 40-00-0 → 0-1ServizioSvolgimentoSet 1Jannik Sinner 15-0 30-0 40-05-4 → 6-4Novak Djokovic 0-15 15-15 30-15 40-155-3 → 5-4Jannik Sinner 0-15 0-30 15-30 30-30 40-304-3 → 5-3Novak Djokovic 0-15 0-30 15-30 30-30 30-40 40-40 40-A 40-40 A-404-2 → 4-3Jannik Sinner 15-0 30-0 40-03-2 → 4-2Novak Djokovic 0-15 15-15 15-30 30-30 30-402-2 → 3-2Jannik Sinner 0-15 15-15 30-15 40-151-2 → 2-2Novak Djokovic 0-15 15-15 30-15 40-15 40-301-1 → 1-2Jannik Sinner 15-0 30-0 40-00-1 → 1-1Novak Djokovic 0-15 15-15 30-15 40-150-0 → 0-1

    Statistica
    Sinner 🇮🇹
    Djokovic 🇷🇸

    STATISTICHE DI SERVIZIO

    Ace
    10
    4

    Doppi falli
    1
    1

    Prima di servizio
    57/111 (51%)
    81/114 (71%)

    Punti vinti sulla prima
    45/57 (79%)
    54/81 (67%)

    Punti vinti sulla seconda
    34/54 (63%)
    19/33 (58%)

    VELOCITÀ DI SERVIZIO

    Velocità massima
    214km/h (132 mph)
    205km/h (127 mph)

    Velocità media prima
    195km/h (121 mph)
    187km/h (116 mph)

    Velocità media seconda
    150km/h (93 mph)
    154km/h (95 mph)

    STATISTICHE DI RISPOSTA

    Punti vinti in risposta
    41/114 (36%)
    32/111 (29%)

    Punti vinti su prima di servizio
    27/81 (33%)
    12/57 (21%)

    Punti vinti su seconda di servizio
    14/33 (42%)
    20/54 (37%)

    Opportunità di break
    9/114 (8%)
    6/111 (5%)

    Palle break convertite
    3/9 (33%)
    1/6 (17%)

    Giochi con break point convertiti
    6/18 (33%)
    3/17 (18%)

    STATISTICHE DEI PUNTI

    Totale punti vinti
    120
    105

    Vincenti
    44
    35

    Errori non forzati
    36
    53

    Errori forzati
    34
    23

    Punti vinti a rete
    14/19 (74%)
    17/21 (81%)

    Giochi vinti a zero
    4
    3

    TIPOLOGIA DI COLPI

    Colpi da fondo
    479
    446

    Colpi sopra la testa
    3
    10

    Passanti
    13
    9

    Volée
    7
    15

    Attacchi
    7
    0

    Drop shots
    7
    20

    Lob
    9
    22 LEGGI TUTTO

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    Roland Garros: una finale tutta azzurra, impresa possibile?

    Jannik Sinner e Lorenzo Musetti

    8 giugno, domenica pomeriggio, Bois de Boulogne. Nell’aria frizzantina di una Parigi mai così bella, accarezzata dai profumi e colori di fine primavera, sventola una bandiera tricolore sul Chatrier, mai così grande, mai così splendente. Jannik Sinner e Lorenzo Musetti entrano sul campo “rosso” più nobile della disciplina e si giocano la Coppa dei Moschettieri, uno contro l’altro. Due italiani insieme in una finale Slam. Sogno o son desto? Al momento è un’ipotesi intrigante… meglio, una possibilità. Ci sono due passi enormi da compiere per trasformare quest’ardito scenario in realtà: vincere due semifinali molto complicate, Jannik contro il più vincente dell’era moderna Novak Djokovic, Lorenzo contro il campione in carica Carlos Alcaraz, talento generazionale. Sarebbe qualcosa di talmente grande da far venire i brividi. Razionalmente, i nostri campioni ce la possono fare? Sì, ovviamente è tutt’altro che impossibile visto che la semifinale se la sono guadagnata sul campo, ma se Sinner dovrà giocare una partita eccellente, da n.1, di qualità e quantità, confermando la sua superiorità sul serbo sul piano atletico e tecnico, Musetti sarà chiamato banalmente a giocare il… match migliore in carriera, altrimenti l’Alcaraz di questa primavera su terra battuta non lo batti.
    I primi a scendere in campo venerdì saranno Musetti e Alcaraz, terzo lo confronto nel 2025. I primi due li vinti entrambi Carlos, nella finale di Monte Carlo e nella semifinale di Roma. Due partite molto diverse, la prima segnata da un problema fisico che ha disintegrato di colpo le possibilità del toscano, che tanto era piaciuto in un primo set giocato da campione, solido e creativo. Al Foro Italico andò in scena un match più nervoso, a strappi, condizionato da forte vento e tante incertezze, da una parte e dall’altra, con Alcaraz bravo a trovare le giocate decisive mentre Musetti si rimproverò tantissimo un’attitudine tornata negativa per il contesto che non seppe gestire. Esperienze importanti per maturare e crescere ancora, come ha dimostrato ampiamente in quest’edizione benedetta di Roland Garros dove ha giocato benissimo e meno bene, ma non ha mai perso il piglio aggressivo, la lucidità nelle scelte di gioco, la forza mentale di far passare momenti negativi e ripartire più forte di prima. Proprio la attitudine forza mentale saranno decisive per provare a sfidare Alcaraz e cercare di batterlo. A livello di gioco, di colpi, Lorenzo ha quel che serve per superare anche un buon Alcaraz. C’è riuscito nel loro primo confronto, la finale di Amburgo 2022. Da allora ne è passata di acqua sotto i ponti… Il murciano è diventato il n.1 più giovane di sempre, ha vinto 4 slam, lotta contro tutti i migliori e quasi sempre vince; il carrarino c’ha messo più tempo a formare testa e mentalità, migliorare i colpi – diritto e servizio su tutto – e diventare non solo un “talento” ma anche “giocatore”. Questo Musetti, così forte atleticamente, resistente alla pugna e così completo come colpi di gioco, può giocarsela assolutamente contro Alcaraz, ma per batterlo servirà un piccolo capolavoro perché dovrà essere abbastanza aggressivo da non finire sotto alle sfuriate eccezionali del rivale; dovrà essere più che consapevole che verrà messo sotto in varie fasi della partita e lì dovrà tenere, di testa e di gamba, per farsi trovare pronto appena l’altro calerà l’intensità o sbaglierà qualcosa, visto che quasi sempre accade.
    Carlos è fortissimo ma tende a concedere qualcosa: proprio lì c’è da entrare, con vigore ma senza esagerare, per portarsi in vantaggio – o recuperare un eventuale svantaggio – e ancor più per mettere pressione e tensione al rivale. Lorenzo dovrà essere fortissimo in difesa e contrattacco, ma non basterà. Se lasci a “Carlitos” il centro del campo, lui ti ammazza sportivamente, l’ha affermato senza mezzi termini anche Darren Cahill di recente, uno che di tennis ne capisce più di tutti. Musetti dovrà essere bravo a gestire i colpi d’inizio gioco, essere incisivo col primo diritto (o rovescio) di scambio per non permettere al rivale di colpire da fermo; dovrà brillare con quel diritto carico che allontana l’avversario dalla riga di fondo e via entrare a tutto braccio per prendersi tutto spazio. L’attendismo non dovrà mai fare capolino, e anche in risposta provarci, senza stazionare in una posizione troppo arretrata perché lasciare troppo campo a Carlos equivale a perdere. Magie di tocco sì, ma soprattutto sostanza e determinazione, far sentire ad Alcaraz una presenza e durezza totali. “Io ci sono, battimi”. Questo è l’unico piglio che potrà consentire a Lorenzo di provare a vincere. È una sfida massima, ma del resto che sei in semifinale a Roland Garros e vuoi vincere la coppa, beh, questo devi saper affrontare. Oggettivamente Alcaraz è favorito, per i precedenti, per come sembra in ottima forma, perché ha già provato queste sensazioni in questo torneo. Ma… Musetti c’è. E speriamo che lo faccia sentire anche domani.
    Sinner – Djokovic… Il n.1 contro quello che al primo posto del ranking è stato più di tutti. Poco da presentare, è LA partita. Una grande rivincita della semifinale agli Australian Open 2024, quella che ha aperto a Sinner la porta del primo Slam; è anche la rivincita della finale di Shanghai 2024, dove Sinner fu un chirurgo da Nobel per come riuscì a capitalizzare ogni spazio e possibilità, andando a prendersi una vittoria ancor più netta dello score. Tutti ricordiamo la faccia di “Nole” al momento della stretta di mano, era quella di uno che… sa benissimo che non vincerà mai più. Almeno questa fu la sensazione, una superiorità fisica e tecnica piuttosto netta per l’azzurro, contro un campione immenso ma non così lontano dagli “anta”, miracoloso per come regge e lotta contro gente che quasi potrebbero essere suoi figli… Novak è diventato leggenda per la sua resistenza estrema, una voglia di vincere e rifiutare la sconfitta che lo porta a superare ostacoli insormontabili ed alzare la sua prestazione a livelli impossibili per chiunque. Quest’anno ha giocato poco e male, solo 2-3 partite davvero “top”. È arrivato sulla terra di Ginevra a mezzo servizio o ancor meno, ma… c’era uno Slam da giocare e si è ritrovato. Ha migliorato la sua forma match dopo match, e la vittoria nei quarti vs. Zverev è stata l’ennesima dimostrazione di quanta classe abbia, di come riesca a trovare in partita le chiavi per aprire ogni porta e disarmare avversari assai più giovani, freschi e potenti. Oggettivamente ieri sera Zverev ha deluso su tutta la linea. Bravissimo Novak a giocare con una tattica impareggiabile, impeccabile, ma… il tedesco ha sprecato un set di vantaggio, non è riuscito a tenere la partita sul piano fisico e della spinta, crollando all’indietro, incerto, attendista, a tratti spaesato. La testa di Djokovic ha schiantato quella di Zverev, totalmente bocciato. Non sappiamo se Sinner riuscirà a battere Djokovic, ma siamo certi che Jannik non farà gli stessi errori del tedesco, non lascerà che sia il serbo a controllare i ritmi e gli angoli, alla sua velocità di crociera e condizioni; l’azzurro sfiderà il 24 volte campione Slam con altro piglio, determinazione, velocità di gioco e di braccio, portando l’avversario fuori dalla sua palude e costringendolo giocare una partita a ritmi superiori. Dove quasi nessuno riesce a stargli dietro.
    Sinner dovrà servire molto bene per anestetizzare la risposta di Djokovic, che tanto l’ha sostenuto nella vittoria su Zverev, e dovrà essere molto attento ad aprire tanto l’angolo con la seconda palla perché se porti Novak a giocare sull’angolo può diventare pericolosissimo. Sinner sia agli AO24 che a Shanghai è stato fenomenale nel portare il serbo fuori velocità andando dritto per dritto, con una serie di palle davvero potenti, pesanti, arrotate e continue che ha costretto il rivale a cercare la via d’uscita e/o la variazione ad alto rischio. Djokovic alla sua velocità ideale è ancora quasi imbattibile per tutti; lo si deve portare a ritmo e intensità ancora superiore, in modo da fargli perdere il controllo e sfiancarlo. Così Sinner l’ha battuto nelle ultime due occasioni, andando sopra al rivale. Così l’ha battuto anche in Davis a Malaga, mentre nella finale di Torino 2023 un Jannik provato dai match precedenti non riuscì a spingere abbastanza e fu negativo nei colpi d’inizio gioco, tanto che Djokovic tenne in mano il pallino degli scambi e vinse piuttosto nettamente. Da allora c’è un Sinner migliorato in tutti i colpi, in particolare al servizio e col diritto – colpo che in questo torneo sta strabiliando per rendimento – mentre Novak ha un anno e mezzo in più nei muscoli e nei tendini. Se ancora ha una testa impareggiabile e una voglia assoluta di vincere ancora uno Slam, il corpo non può essere quello dei giorni migliori e lì Jannik deve spingere, portando l’asticella della sfida ad un’altezza che i muscoli di “Nole” potranno sostenere. Poi possono entrare in gioco molte dinamiche mentali, tensione e situazioni che potrebbero stravolgere tutto. Si giocherà non prima delle 19, quasi di sera, e questo NON sarà una buona cosa per Jannik. Condizioni più rapide certamente lo favoriscono, la palla sarà più pesante e rimbalzerà di meno. In generale, vincere il primo set potrebbe essere decisivo per il serbo: qualora dovesse prendere un set contro l’azzurro, magari molto duro e intenso fisicamente, la sua solidità potrebbe incrinarsi e quelle crepe diventare voragini sotto il martellamento di Sinner. Chi vincerà? Sinner appare favorito ma non di molto, perché un “animale da competizione” come Djokovic non puoi mai darlo per battuto quando sente profumo di finale e di Slam.
    Molti altri potrebbero essere i temi delle due partite. Questo un assaggio per iniziare ad entrare nel clima di due semifinali straordinarie, da vivere tutte d’un fiato. Il 6 giugno 2025, comunque vada, resterà negli annali per il tennis italiano. Se mai arrivasse una finale Sinner vs. Musetti…
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO