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    US Open 2025 da record: 5 milioni di dollari ai campioni in singolare

    Arthur Ashe Stadium, il centrale di US Open

    “Gli US Open riscrivono la storia emettendo gli assegni più consistenti di sempre per i giocatori che parteciperanno al torneo del 2025”. Così inizia il comunicato ufficiale dello Slam di New York annunciando il sontuoso Prize money dell’edizione al via il prossimo 24 agosto sui campi in “duro” di Flushing Meadows. Il dato che più balza all’occhio è il clamoroso, pesantissimo assegno destinato ai campioni in singolare (ovviamente uomini e donne, la parità salariale è nata proprio a US Open): ben 5 milioni di dollari, contro i 3,6 assegnati a Sinner e Sabalenka, i campioni nell’edizione 2024, per un eccezionale aumento del 39%.
    Il Prize money complessivo è di 90 milioni di dollari, il più alto mai raggiunto da un torneo, che supera nettamente i 75 milioni di “verdoni” dell’anno scorso, già record all’epoca, per un incremento del 20% rispetto al 2024.
    “Gli US Open hanno compiuto uno sforzo per garantire incrementi percentuali a due cifre a partire dal 2024 in tutti i turni di tutti gli eventi per tutti i giocatori, aumentando allo stesso tempo in modo significativo la percentuale di montepremi per gli atleti che giocano in posizioni avanzate nei tabelloni di singolare” si legge ancora nel comunicato della USTA.
    Gli incrementi sono davvero impressionanti per ogni stadio dei vari tabelloni, in particolare in quelli di singolare. Il finalista in singolare si “consolerà”  con ben 2,5 milioni, per un aumento del 39% rispetto all’anno scorso (stesso aumento dei campioni), mentre i semifinalisti vedranno un balzo del 26%, con un eccellente assegno da 1,26 milioni di dollari. Più 25% per chi si fermerà nei quarti di finale (660.000 mln), e più 23% per chi sbarca nella seconda settimana (400 milioni tondi tondi). Anche nel doppio l’incremento complessivo dei premi in denaro è del 23%, passato da 3,89 milioni di dollari a 4,78. Il tabellone di qualificazione assegnerà 8 milioni di dollari, più 10% rispetto dal 2024. Aumentati anche i rimborsi spese per i giocatori, in modo da migliorare l’esperienza complessiva, con il torneo che si farà carico dei costi dell’incordatura di 5 racchette per ogni round in tabellone. Chi sbarcherà a New York e perderà nel primo turno di qualificazione di singolare, tornerà comunque a casa con 27.500 dollari, ossia ben più di quanto per esempio hanno ottenuto i giocatori sconfitti nei quarti di finale del Boss Open di Stoccarda (ATP 250), che assegnava quest’anno 22mila dollari. Niente male…
    Per curiosità statistica, questi (convertiti in dollari statunitensi) gli assegni per i vincitori dei quattro Slam nel 2025: Australian Open 2.150.400; Roland Garros 2.897.565; Wimbledon: 4.115.100; US Open 5.000.000. In pratica a New York il vincitore prenderà più del doppio rispetto a Melbourne e poco meno del doppio rispetto a Parigi.
    Questo il riassunto del ricchissimo US Open 2025:
    Singolare, maschile e femminile:
    Vincitore: $5,000,000Finalista: $2,500,000Semifinalisti: $1,260,000Quarti di finale: $660,000Ottavi di finale: $400,000Terzo turno: $237,000Secondo turno: $154,000Primo turno: $110,000

    Doppio (per coppia)
    Vincitori: $1,000,000Finalisti: $500,000Semifinalisti: $250,000Quarti di finale: $125,000Terzo turno: $75,000Secondo turno: $45,000Primo turno: $30,000

    Doppio misto (per coppia):
    Vincitori: $1,000,000Finalisti: $400,000Semifinalisti: $200,000Quarti di finale: $100,000Primo turno: $20,000

    Qualificazioni in singolare:
    Terzo turno: $57,200Secondo turno: $41,800Primo turno: $27,500

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    “Niente panico nei lunghi scambi. Non sono più solo quello col servizio super”. L’evoluzione di Shelton: come sta cambiando il suo tennis

    Ben Shelton (foto Getty Images)

    “Essere in grado di vincere gli scambi più lunghi e sentirmi a mio agio con me stesso in quei momenti, senza la fretta di far accadere qualcosa per uscire da quelle situazioni è una parte enorme della mia evoluzione”. Così Ben Shelton ha fotografato a caldo in campo il netto successo contro Alex De Minaur nei quarti di finale al Masters 1000 di Toronto, una vittoria che lo issa in semifinale contro l’amico e connazionale Taylor Fritz. In palio l’accesso al match per il titolo in Canada, forse contro Zverev (discretamente favorito vs. Khachanov nell’altra semifinale). Il prossimo derby USA è una rarità a questo livello: dal 2000 quella in Canada tra Taylor e Ben sarà solo la quarta semifinale tutta statunitense nei Masters 1000. Shelton ha disputato una partita particolarmente solida contro De Minaur, spiccando più per il suo gioco da fondo campo che per i punti ricavati col suo servizio “bomba”. Il figlio d’arte nativo di Atlanta ha giocato una partita diversa, assai paziente e tatticamente ineccepibile: Alex è un tennista che ricava tanti punti entrando in contrattacco sulla potenza dei colpi degli avversari; bene ha fatto Shelton a lavorare tanto la palla, con tagli e spin, senza tirare sempre a tutta. Così facendo, e reggendo mentalmente in tanti lunghi scambi, ha finito per togliere peso all’avversario che così è incappato in un numero per lui insolito di errori, 28, mentre Ben ha vinto 32 punti in palleggio, dato altissimo per i suoi standard, e più dell’australiano (29). Ancor più sorprendente questo dato: Shelton ha vinto 12 dei 19 scambi che sono andati oltre i 9 colpi, esattamente la specialità di casa ADM. Probabilmente una prestazione non eccelsa di “Demon”, ma molto viene dalla tattica, forza fisica e mentale di Shelton.
    “Molti avversari mi vedono solo come un battitore e non come un giocatore da fond ocampo”, riflette Shelton nella press conference post partita. “Psicologicamente, quando entro in partita, ora entro in una sorta di modalità ‘lockdown’, metto un milione di palle in campo. La mia palla da scambio ha un bel po’ di peso e a volte mi sembra di sorprendere gli avversari, soprattutto quando tengo bene nel palleggio e cambio velocità da più lenta a veloce e profonda”.
    “Ritengo di aver giocato davvero un’ottima partita” continua Ben. “Sono rimasto calmo, molto lucido. Sono stato bravo a non farmi prendere dal panico negli scambi lunghi, cosa che è davvero importante contro un giocatore come De Minaur. Ho giocato senza forzare e questo è importante perché Alex trae enorme vantaggio dal fatto che non sbaglia mai e provoca errori non forzati. Lui punta a tirare su il muro e sfruttare gli errori dell’avversario; porta l’altro ad esagerare visto che è velocissimo, si muove bene e riesce a colpire i suoi migliori colpi quando contrattacca in corsa. Per me era decisivo restare solido. Ho giocato un ottimo tennis, soprattutto nella parte finale dei punti più combattuti”.
    Poco da dire, un’analisi lucida quella di Shelton, che presenta una sua versione ben poco istintiva e irruenta, quella faccia negativa che spesso lo porta a smarrirsi e perdere contro i migliori, e non solo. È ovvio che questa deve essere l’evoluzione nel tennis dell’americano se vuol sedersi al banchetto dei tennisti vincitori dei grandi tornei, M1000 e perché no Slam. Di solo servizio, prepotenza fisica e colpi a tutto braccio non vinci contro un buon Sinner, che risponde troppo bene e ti porta nei territori dove crolli, in particolare sul lato del rovescio. Anche contro Alcaraz, o Zverev, tutti i migliori, Shelton deve ancora dimostrare di essere capace di reggere sulla lunga distanza prendendosi punti “sporchi”, faticando di gambe e testa senza sparare via. Sul rosso contro Alcaraz ha sorpreso quest’anno per tenuta, riuscendo a portare Carlos quasi al limite per buona parte della partita; invece la dura sconfitta rimediata contro Sinner a Wimbledon è stata per Ben un vero schiaffo: Jannik con la sua forza in risposta e intensità nello scambio è riuscito a mettere a nudo uno dopo l’altro, a tratti in modo brutale, tutti i limiti del tennis dell’americano.
    A Toronto Shelton sta migliorando esattamente su questi aspetti, tecnici e ancor più mentali. Nel corso dello scorso inverno, Ben ha lavorato moltissimo con papà Bryan per cambiare lo swing del rovescio, passando da un movimento cortissimo di totale timing ad un’apertura più ampia, una maggior ovalizzazione generale e una racchetta più inclinata nell’aggredire la palla. Se hai un timing assoluto come un Kyrgios (per dire uno con uno movimento non tanto diverso) o Bublik, puoi permetterti anche di giocare il rovescio così, impatto secco e via; ma visto che Shelton non ha la stessa mano e percezione dello spazio in velocità, cambiare quel tipo di rovescio e passare ad un colpo meno rapido e più di manovra è una scelta ottima, direi obbligata. Tuttavia ritengo che il miglior rovescio dell’americano resti il back, un taglio sotto che gli permetta di rallentare e quindi girarsi sul diritto al colpo successivo. Per farlo, però, è necessario toccare un back che galleggi nell’aria e atterri bello lungo; al momento Ben ci riesce solo a tratti. Qua dovrà continuare a lavorare, tanto. Pure col diritto, per alternare palle cariche di spin e discretamente lunghe ad accelerazioni a tutto braccio vincenti senza commettere troppi errori. Un lavoro tecnico e parimenti mentale, perché ogni colpo non è mai fine a se stesso e va sempre inquadrato nello sviluppo del gioco, con quel che ti propone il rivale. Sinner docet: ok tirare fortissimo, ma è ancor più efficace saper alternare rotazione e velocità ad angolo e intensità, in modo da costruirti l’alternativa qualsiasi sia la mossa dell’avversario. Una flessibilità tecnica e di pensiero che Shelton ancora deve costruire e portare in campo.
    Da questo passerà la vera evoluzione di Shelton, lavorare sulla mentalità, sulla pazienza, sulla lettura del gioco suo e del rivale, in modo da poter gestire non solo turni di battuta a mille all’ora ma anche la complessità del palleggio e di chi risponde molto bene. Intanto stasera proverà a battere l’amico Fritz e giocarsi la finale di un 1000. Sarà un match molto aperto, dove Taylor parte un po’ favorito anche solo per maggior esperienza a questo livello. Se Ben vuol arrivare davvero in alto, sarà una partita da vincere, con il servizio ma anche la pazienza di giocarsi gli scambi senza esagerare.
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    Svitolina risponde con amarezza alle offese e minacce ricevute via social a Montreal

    Elina Svitolina

    Il triste e preoccupante fenomeno degli abusi e minacce ricevute dai tennisti via social, perlopiù da scommettitori frustrati, continua tenere banco nel mondo del tennis. Stavolta è Elina Svitolina a denunciare una serie lunghissima di messaggi che hanno invaso il suo account dopo la sconfitta patita a Montreal da Naomi Osaka. La giocatrice ucraina ha composto con il proprio smartphone un collage di alcune delle offese e minacce inaccettabili che le sono arrivate sul social Instagram in Canada, dopo il suo impegno di quarti di finale perso con un secco 6-2 6-2 da Osaka.
    “Spero che tu muoia stanotte, tutto il denaro che ha fatto vendendo le tue partite…”
    “Spero che la Russia ucciderà tutti gli ucraini di merda, hai perso da quella giapponese, vai a…”
    Queste parti di due messaggi ricevuti da Elina, nelle parti “pubblicabili”. Il resto è una sequela di parolacce.

    Elina Svitolina showed the abusive & horrific messages she received from bettors after her loss to Naomi Osaka in Montreal.
    Her response to them:
    “To all the bettors: I’m a mom before I’m an athlete. The way you talk to women – to mothers – is SHAMEFUL. If your moms saw your… pic.twitter.com/nG7jA87Bw3
    — The Tennis Letter (@TheTennisLetter) August 6, 2025

    Secca la risposta di Svitolina nel post con gli screenshot allegati: “A tutti gli scommettitori: sono una mamma prima di un’atleta. Il modo in cui vi rivolgete a una donna – mamma – è vergognoso. Se le vostre madri vedessero i vostri messaggi, sarebbero disgustate”.
    Ricordiamo che la ITF insieme alla WTA (e non l’ATP) ha avviato un programma di monitoraggio dell’attività social dei tennisti professionisti, a loro tutela contro questi abusi, un’azione che ha provocato l’intervento delle autorità in diversi casi con il blocco degli account di questi soggetti e anche denunce penali nei casi più gravi. Tuttavia al momento sembra solo una goccia nel mare della cattiveria, dell’ignoranza e della malattia che diventa lo scommettere in modo compulsivo.
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    Raducanu ingaggia Roig come coach

    Emma Raducanu

    Emma Raducanu ha scelto Francisco Roig come nuovo coach. Lo riporta il quotidiano di Londra The Guardian, le cui fonti affermano che lo spagnolo è in partenza per Cincinnati, dove debutterà al fianco della stellina del tennis britannico, in un’ottimo momento di forma dopo la semifinale a Washington. Roig, 57 anni, vanta una discreto passato da giocatore e soprattutto un lunghissimo periodo a fianco di Nadal, nel suo team per ben 18 anni e dopo il ritiro di zio Toni spesso primo accompagnatore di Rafa nei tornei. Roig ha trascorso il 2024 con Matteo Berrettini, fino all’addio tra i due maturato alla fine della scorsa stagione. Carattere schietto e gran lavoratore, Emma con Francisco proverà a spingere sull’acceleratore per continuare la scalata nel ranking delle ultime settimane.
    Raducanu infatti sta vivendo un 2025 più che discreto, finalmente recuperata nel fisico dai mille problemi che l’hanno penalizzata nelle ultime stagioni, e anche più serena mentalmente dopo le brutte vicende dello stalker che la perseguitava pure nei tornei. Ha impressionato la partita giocata da Emma a Wimbledon contro la potenza di Aryna Sabalenka: sfidò la n.1 WTA a viso aperto, riuscendo ad imporre per larghi tratti del match quelle accelerazioni fulminanti che le permisero di stupire il mondo della racchetta e vincere l’edizione 2021 di US Open, diventando a soli 19 più giovane campionessa dello Slam della “grande mela”.
    Da quella incredibile affermazione Raducunu trasse gloria (e molti denari…) ma forse quel titolo enorme arrivò fin troppo presto, senza un fisico ancora ben strutturato e un tennis con più di una lacuna. La troppa attenzione mediatica e qualche scelta sbagliata a livello di direzione tecnica hanno interrotto il suo percorso, e gli infortuni (incluse tre operazioni tra polso e caviglie) hanno fatto il resto. Quando sembrava quasi persa per il tennis di vertice, Emma è stata brava a resistere e affidarsi prima allo staff della LTA (la Federtennis britannica) e quindi al connazionale Mark Petchey, che dallo scorso torneo di Miami l’ha seguita in prima persona aiutandola moltissimo a “spogliare” il suo gioco da incertezze e tensioni, tornando a liberare quel braccio di grande qualità che resta il punto forte del suo repertorio.
    Pare che Petchey resterà nel suo team come consulente, ma viaggerà poco. È l’ennesimo cambio di coach per la britannica, aspetto questo tutt’atro che positivo, ma vedremo se con il duo Roig-Petchey arriverà anche quella stabilità sempre mancata. Attualmente Raducanu è salita al n.33 in classifica, la sua migliore da moltissimo tempo. Con la forma e determinazione mostrata nelle ultime settimane e magari l’aiuto di Roig, chissà che l’aria per lei magica di New York non la faccia tornare protagonista anche a US Open.
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    Dalla Serbia: contrasti tra Djokovic e il presidente serbo Vukic hanno portato allo spostamento dell’ATP 250 da Belgrado ad Atene?

    Novak Djokovic nella foto

    Le motivazioni dello spostamento improvviso dell’ATP 250 di Belgrado in quel di Atene già da questa stagione non sarebbero di tipo economico/organizzativo ma di tipo “politico”. La notizia dell’addio del torneo serbo è arrivata nella mattinata di oggi, 4 agosto, confermata da un lungo post social dell’account ufficiale del torneo, che riportiamo.
    “Il Belgrado Open, previsto per novembre 2025, quest’anno non si terrà a Belgrado. Nonostante la grande dedizione e l’impegno profuso, le condizioni per lo svolgimento del torneo nelle date e nel formato previsti non sono state garantite, quindi si è deciso di non tenere l’edizione di quest’anno. L’organizzazione lavora dal 2021. Ha realizzato con successo un totale di nove tornei professionistici di tennis con marchi diversi, tra cui cinque tornei ATP 250, uno WTA 250, uno WTA 125, un ATP Challenger 125 e un torneo ITF. In questo arco di tempo i tornei hanno riunito un gran numero di appassionati di tennis provenienti dal paese e dal mondo, mettendo Belgrado sulla mappa degli importanti eventi internazionali di tennis. Siamo orgogliosi di tutto ciò che è stato raggiunto finora e grati a tutti coloro che hanno partecipato a questo progetto, in particolare ai partner, agli sponsor e al pubblico che ci ha dato un enorme sostegno. L’organizzazione rimane impegnata nello sviluppo del tennis in Serbia e continuerà a lavorare per creare le condizioni per i tornei professionistici che si terranno nuovamente a Belgrado in futuro”.

    Queste le comunicazioni ufficiali. Il torneo è organizzato direttamente all’entourage di Djokovic e la stampa serba, appresa la notizia del cambio di sede, ha subito rivelato che la vera motivazione di questo spostamento sarebbe un aperto contrasto di Novak e della sua famiglia con l’attuale governo e presidente del paese, Aleksandar Vukic, da mesi impegnato in una secca repressione delle tante proteste per il suo operato e condotta, con manifestazioni di piazza – in particolare di studenti – interrotte con massivi interventi di polizia ed esercito. Il secco contrasto tra Djokovic e Vukic si è acuto dallo scorso marzo quando, dopo il tragico crollo della tettoia di cemento della stazione ferroviaria di Novi Sad (cittadina nel nord della Serbia) che provocò molte vittime, le proteste anti-corruzione di giovani e non hanno scosso il governo serbo, e Djokovic ha manifestato il proprio sostegno a favore degli oppositori. La massima star del paese che si oppone così apertamente al presidente è un fatto interno di grande rilevanza, ancor più visto l’orgoglio che Novak ha sempre manifestato per la propria patria.
    Si vocifera addirittura che Djokovic stia pensando seriamente di abbandonare la Serbia e stabilirsi in Grecia, dove nel frattempo ha intrapreso contatti diretti con le autorità locali. È di pochi giorni fa una foto social che ritrae proprio Novak con il primo ministro ellenico Kyriakos Mitsotakis. Chissà che proprio quest’incontro possa essere stato decisivo allo spostamento del torneo ATP verso Atene.

    Greece’s Prime Minister Kyriakos Mitsotakis shares with @DjokerNole
    ✍️ “With Novak in Tinos! ” pic.twitter.com/faGJO0AMnL
    — TRAVEL&Sprts (@travel__Sports) August 1, 2025

    Non sono notizie confermate, ma sempre dalla Serbia si vocifera che Djokovic abbia messo sul piatto la propria presenza al torneo 2025, per lanciarlo ulteriormente, anche se questo andrà in scena nell’ultima settimana “regolare” di tour, appena prima delle ATP Finals (e Djokovic è attualmente quarto nella Race to Turin 2025). Seguiremo la vicenda. Sempre oggi si è appreso che Djokovic non sarà a Cincinnati, dove era atteso al rientro in attività dopo la sconfitta in semifinale patita a Wimbledon da Sinner. A questo punto dovrebbe sbarcare direttamente a New York per US Open.
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    Il buon momento del tennis USA: mai così bene in un Masters 1000 dal 2004

    Ben Shelton, n.7 ATP, a Toronto

    Lo Slam manca dal 2003, quando un giovanissimo Andy Roddick sbaragliò la concorrenza a US Open forte di un servizio terrificante. Tuttavia il movimento maschile USA sta attraversando un momento piuttosto positivo a livello quantitativo, oltre per la qualità e età media piuttosto giovane dei suoi migliori giocatori. Lo dimostra il ranking ATP, dove questa settimana figurano due tennisti a “stelle e strisce” nella top 10 (Fritz, n.4, e Shelton, n.7) e ben 4 nei primi 15 (Tiafoe, n.12 e Paul, n.15). Nei primi 100 in classifica sono 13 i giocatori americani, con alcuni giovanissimi come Tien (19 anni), Michelsen (20) e lo stesso Shelton, 22enne al proprio “best” in carriera, con la possibilità di sorpassare al sesto posto Djokovic se riuscisse a vincere il Masters 1000 di Toronto, dove è nei quarti di finale dopo il successo di ieri notte vs. Cobolli.
    Proprio dal Masters 1000 canadese arriva un riscontro statistico interessante per il tennis USA: tre americani, Taylor Fritz, Ben Shelton e Alex Michelsen, si sono qualificati per i quarti di finale del secondo “mille” estivo in Nord America. Non accadeva da 21 anni che tre statunitensi fossero contemporaneamente tra i migliori otto in un torneo M1000, precisamente da Indian Wells 2004, quando arrivarono ai quarti Andre Agassi, Andy Roddick, James Blake. Allora Roddick e Blake si fermarono proprio ai quarti, battuti rispettivamente da Henman e Labadze (talento georgiano), mentre il Kid di Las Vegas fu stoppato in semifinale dal dirompente, a tratti ingiocabile Federer di quell’anno, da poco diventato n.1 del mondo.
    Vedremo chi tra Fritz, Shelton e Michelsen riuscirà a continuare la sua corsa a Toronto. Taylor affronterà Rublev da favorito, anche se i precedenti sono molto serrati (5-4 avanti il californiano); Shelton sfiderà De Minaur, curiosamente sarà una sfida inedita e confronto di stile totale tra il gioco dirompente e super servizio del nativo di Atlanta e la corsa ed energia difensiva pronta al contrattacco dell’australiano; il giovane Michelsen invece proverà a ripetersi contro Khachanov, già battuto nell’unico precedente (al terzo turno degli Australian Open 2025). Se Ben e Taylor vinceranno le proprie partite, sarà derby USA in semifinale. L’ultimo statunitense capace di trionfare in un Masters 1000 è stato Fritz, vincitore a Indian Wells nel 2022.
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    Sinner è arrivato a Cincinnati

    Jannik Sinner a Cincinnati con Ferrara

    Mentre il Masters 1000 di Toronto si avvia alle fasi decisive, in quel di Cincinnati si scaldano i motori per il secondo torneo mille estivo in Nord America, dove torneranno in campo tutti big assenti in Canada. Tra questi il nostro Jannik Sinner, già arrivato in Ohio come mostra il profilo Instagram ufficiale del torneo con una storia.
    Il n.1 del mondo è a bordo campo, preparando il manico della sua racchetta per l’allenamento. A fianco Umberto Ferrera, preparatore atletico tornato nel team del pusterese dopo la traumatica separazione dell’agosto 2024 quando esplose la notissima e sfortunata vicenda Clostebol. Si è scritto molto di questo ritorno a sorpresa, per colmare la casella lasciata vuota da Marco Panichi, sicuramente Jannik ne parlerà nel Media day del torneo.
    Sinner ricordiamo è il campione in carica a Cincinnati: dopo la sconfitta dello scorso anno a Montreal, l’italiano in Ohio iniziò una strepitosa corsa vincente culminata con il successo a US Open, secondo Slam in carriera, e poi i titoli a Shanghai, ATP Finals e Davis Cup, a chiudere un 2024 eccezionale.
    Jannik dovrà difendere una cambiale pesante di 1000 punti, con il grande rivale Alcaraz che invece potrà accorciare il gap dall’azzurro in caso di una sua bella corsa nel torneo. Alla stampa nazionale Carlos ha parlato chiaramente di puntare al sorpasso su Jannik nel ranking, avendo pochi punti da difendere nei prossimi mesi. Sarà un altro motivo di grande interesse ad animaré i grandi eventi di “Cincy” e New York.
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    Sonego esce di scena a Toronto, Rublev rimonta un set all’italiano

    Lorenzo Sonego (foto Getty Images)

    Il solito spirito combattivo, quello che è da sempre il marchio di fabbrica di Lorenzo Sonego, non basta a compensare un rendimento al servizio altalenante dal secondo set e qualche passaggio mal gestito a livello di scelte in momenti importanti nel secondo e terzo parziale. Esce di scena al Masters 1000 di Toronto il torinese, battuto in rimonta da Andrey Rublev per 5-7 6-4 6-3 al termine di due ore e mezza di partita segnata da più errori ed incertezze che fasi spettacolari, pure disturbata da folate di vento a tratti intense. Lorenzo ha servito molto bene nel primo set, ha salvato con freddezza alcune palla break ed è stato bravo a far sentire tutta la sua presenza sul 6-5, andando a prendersi un set meritato vista la qualità espressa quando il punto “scottava”. Nel secondo parziale invece il piemontese è calato con la prima palla e questo l’ha portato a subire sia la risposta del rivale che azzardare alcuni attacchi un po’ affrettati, fattori che hanno dato spinta al russo, progressivamente più aggressivo appena trovava una palla più corta dell’azzurro. Il rammarico per la sconfitta viene da un Rublev tutt’altro che solido, in difficoltà in più momenti quando Lorenzo è stato arrembante e “centrato”, e per come l’italiano abbia giocato male il quinto game nel terzo set, subito dopo aver strappato il contro break al rivale, in quel momento assai nervoso e falloso.
    Questa prestazione canadese conferma pregi e difetti di Sonego nell’ultimo periodo: un tennis offensivo che può mettere in difficoltà anche i più forti, ma senza la continuità necessaria a “completare l’opera”, e anche quanto il suo gioco più efficace sia davvero dipendente dal rendimento del servizio, in particolare per un’efficacia in risposta troppo limitata. Nel match di Toronto Rublev ha servito piuttosto bene nel primo set, ma senza esser mai “ingiocabile”; con la risposta Lorenzo poteva e doveva ricavare di più. Ogni volta che è riuscito a bloccare con giusto timing la risposta e trovare una traiettoria discretamente profonda e offensiva, Andrey è andato in crisi rigiocando palle non così incisive, ideali per essere aggredite. Qua Sonego si è preso punti importanti, ma troppo pochi per arrivare al successo. Finché la sua prima di servizio ha funzionato al massimo, è stato più che in partita, anzi quasi sopra al rivale per spirito combattivo e soluzioni d’attacco. Ma vista la poca forza e continuità con la risposta, appena la prima palla è andata su e giù tutto il suo tennis ha traballato, e anche le esternazioni verso coach Santopadre a sottolinearlo non sono affatto un buon segnale (pure per il rivale…).
    Anche in questo match Sonego ha brillato poco in difesa per i suoi standard, ma del resto da tempo sta cercando di spostare più avanti il baricentro del suo gioco, per sfruttare la potenza col diritto e le qualità di chiusura “di forza” sul net. Una scelta corretta, ma che forse a lungo andare sta un po’ depauperando quelle giocate difensive eccezionali che gli sono valse il simpatico soprannome di “polipo” viste quelle braccia infinite capaci di agganciare ogni palla e rimetterla al di là della rete. In generale Lorenzo anche a Toronto ha mostrato momenti di tennis davvero di qualità, intenso, offensivo, capace di mettere alle corde uno che picchia la palla forte come Rublev, ma troppi gli alti e bassi. Contro un avversario come il russo non te lo puoi permettere se vuoi portare a casa il successo. Dopo aver vinto un bel primo set, non ci voleva il calo con la prima di servizio, e forse era il caso di prendersi rischi massimi in risposta visto che Andrey mostrava chiaramente una sofferenza quando era sbattuto all’indietro dai diritti profondi e veloci del nostro. Non è andata, e l’appuntamento col successo contro un top 15 è di nuovo rimandato e manca da un po’ a livello Masters 1000. La condizione fisica di Sonego pare buona, e questa la base necessaria a sostenere i suoi sforzi. C’è un altro mille tra pochi giorni, testa e gambe a Cincy.
    Marco Mazzoni

    La cronaca
    Sonego scatta al servizio e gioca un tennis arrembante, servendo con potenza e cercando di aggredire subito col diritto, anche dalla risposta. Infatti il secondo game è complicato per il russo, sorpreso anzi quasi investito dalle risposte del torinese. Con un’ottima prima palla esterna e poi un bel forcing col diritto Andrey impatta 1-1. Nel terzo game Lorenzo sparacchia malamente un diritto in rete dopo il servizio e sul 30 pari commette un doppio fallo, gli costa la prima palla break. La cancella con una bordata di battuta esterna a 216 km/h, imprendibile. Il pressing di Rublev si fa sempre più intenso: il russo alla prima palla di scambio più corta dell’italiano entra forte, come sul rovescio vincente che gli vale un’altra PB, ma ancora col servizio Sonego si salva. Pure una terza, dopo un attacco troppo corto, sempre con la prima palla. 2-1 Sonego. L’incontro torna sui binari del servizio, pochi gli scambi degni di nota e diverse le incertezze in spinta per entrambi, come se fossero un po’ in difficoltà a colpire la palla a massima velocità e controllo, anche per colpa di folate di vento a tratti intense. Soprattutto entrambi hanno percentuali buone di prime palle (oltre il 70%) e col primo colpo di scambio sono incisivi, assai meno in risposta (in particolare l’azzurro). Il russo è bravo ad alternare prime palle molto potenti a slice esterni ben piazzati che l’italiano difficilmente rigioca con sicurezza. Con un altro turno a zero, Sonego si porta 5-4 dopo 37 minuti. Rublev è sotto pressione, ma il diritto è bel “martello”, comanda e guadagna campo fino all’affondo decisivo. Lorenzo vola 6-5 e quando il tiebreak sembra inevitabile, ecco la scossa. Lorenzo attacca subito dalla risposta e il rovescio passante di Andrey vola largo. Poi rimonta ma sul 30-15 Rublev commette il primo doppio fallo del match (pessimo il lancio di palla). Lo riprova anche nel punto successivo, segnale di tensione… Sonego entra in modalità “polipo” in difesa, rimette tutto e trova un passante di rovescio che si abbassa e mette in luce la poca dimestichezza sul net del rivale. Set Point Sonego! Attacca Rublev e chiude di prepotenza. Ma la tensione resta, tanto che la prima palla non c’è e un diritto di Andrey, davvero banale, muore a mezza rete. Il secondo Set Point è quello buono: ancora seconda di battuta, incertezza al lancio e quindi un diritto incerto, a metà campo, con Sonego che non si fa pregare tirando una bordata lungo linea che resta in campo di pochissimo. Quanto basta a regalare al piemontese il set per 7-5. Bravo a salvare le tre palle break e quindi giocare bene al momento decisivo, con Rublev invece assai incerto sotto pressione.
    Sulla spinta del set vinto, Lorenzo riparte fortissimo, ottimo game e 1-0, può fare corsa di testa. Il russo si ritrova, anche per lui buon turno di servizio (1-1). Si ripete lo scenario del primo set: terzo game, turno complicato per Sonego, incluso un doppio fallo. Arriva anche la palla break per colpa di un diritto mal centrato. Stavolta la prima palla non entra, e la risposta aggressiva di Andrey provoca l’errore col diritto dell’italiano, che subisce il primo BREAK del match, 2-1 avanti Rublev. Servizio e diritto sostengono la spinta del russo, 3-1. Si è rotto qualcosa nelle sicurezze dell’italiano, trova poco aiuto dal servizio e spinge male col rovescio. Uno un rete gli costa una palla break sul 30-40. E ancora niente prima palla… tira forte la seconda, veloce e carica di spin, tanto da disarmare la risposta del russo. Si lotta, Andrey fa “scoppiare” la palla col diritto, ma Sonego con la battuta riesce a salvare il game e resta aggrappato al set, sotto 3-2. Qualche rimpianto per l’azzurro nel sesto game, visto che il russo ha servito poche prime ma è riuscito a strappare “solo” due punti (4-2). Non è una buona fase del match, più gli errori dei colpi vincenti (e spettacolari). È calato nettamente il rendimento del servizio dell’italiano, appena sopra il 50%, ma in uno scambio complicato ai vantaggi trova uno slice difensivo difficile che sorprende il rivale. Si lotta, e si soffre, ma Sonego resta a contatto (4-3). Non soffre affatto il russo, game a zero e 5-3. Solo tre punti vinti in risposta da Sonego nel set in quattro turni. Rublev serve per il set sul 5-4, non inizia affatto bene… rovescio in rete, poi errore col diritto, bruttissima spallata in corridoio su di una risposta lemme e centrale. 0-30. Ritrova il servizio Andrey, 30 pari. Arriva uno scambio duro, uno dei più intensi del match, con Lorenzo che riesce a tirare col diritto da sinistra ma alla fine è lui il primo a sbagliare. Esulta Andrey, ecco il Set Point. Non lo gioca bene, si fa sorprendere da un diritto difensivo lungo linea dell’azzurro, ma chiude al secondo con il solito “martellamento” col diritto. 6-4.
    Sonego riparte al servizio nel terzo set, ma la prima palla latita. Un doppio fallo lo fa scivolare sotto 0-30 e dice a Santopadre “Non ne metto più una…”. Rischia quindi con la seconda, per due volte, e gli va bene imprimendo tanto spin alla palla con un rimbalzo assai alto. Perde poi la pazienza Lorenzo all’interno di un lungo scambio e col diritto trova solo il corridoio. Palla break sul 30-40. Ancora una seconda palla vivace e profonda, bel rischio e chance annullata. Discreta bagarre, con qualche scelta errata (una smorzata di Lorenzo da dimenticare…) e un servizio spuntato per l’azzurro. Con un diritto cross fulminante Rublev si prende una seconda PB, ma finalmente il servizio aiuta Sonego. Il BREAK per il russo arriva alla terza chance: attacca con coraggio Sonego ma la palla gli esce corta e il passante di rovescio lungo linea è preciso e vincente. 10 minuti di sofferenza che mandano l’italiano sotto 1-0, male al servizio. Rublev invece chiude a 15 il secondo gioco, consolida il vantaggio sul 2-0. Sonego cerca di aprire il match attaccando a tutta in risposta e strappa i primi due punti nel quarto game, 0-30. Con un’ottima risposta sul 15-30 Lorenzo si procura due palle break sul 15-40. Da destra Rublev trova un curva esterna col servizio favolosa, ma sul 30-40 si scambia e un diritto potente di Sonego da destra provoca l’errore del rivale, per il Contro BREAK, 2 pari. Nel quinto game l’azzurro gestisce male due punti a metà campo, errori che gli costano lo 0-30. Male Lorenzo ora, affonda in rete un diritto su di una risposta tutt’altro che aggressiva del russo, 15-40. Un nuovo BREAK arriva con una stecca di diritto di Sonego, evidentemente innervosito per i due errori di inizio game. Peccato, la rimonta è sprecate, Rublev di nuovo avanti sul 3-2. La bagarre è tutt’altro che finita, errore di Rublev e poi doppio fallo! Un festival degli errori in questa fase, 0-30. Il servizio torna dalla parte del moscovita e anche il diritto è fluido. 4 punti di fila e 4-2, un game che poteva riportare in parità l’incontro. Rublev si porta 5-3, Sonego serve per restare in vita, ma invece è sotto la pressione del russo. Sbaglia un diritto d’attacco, poi uno in difesa, 0-30. La prima palla torna a sostenerlo, 30 pari. Purtroppo è sfortunato, un diritto incoccia il nastro e diventa un assist per Rublev, Match Point sul 30-40. Finisce malamente col doppio fallo. 6-3. Una partita con qualche rimpianto per il break resistito dopo aver impattato sul 2 pari, con un Rublev tutt’altro che sicuro quando messo sotto pressione.

    Andrey Rublev vs Lorenzo Sonego ATP Toronto Andrey Rublev [6]566 Lorenzo Sonego [28]743 Vincitore: Rublev ServizioSvolgimentoSet 3L. Sonego 0-15 0-30 15-30 30-30 30-405-3 → 6-3A. Rublev 15-0 30-0 ace 30-15 30-30 40-304-3 → 5-3L. Sonego 15-0 15-15 30-15 40-154-2 → 4-3A. Rublev 0-15 0-30 df 15-30 30-30 40-303-2 → 4-2L. Sonego 0-15 0-30 15-30 15-402-2 → 3-2A. Rublev 0-15 0-30 15-30 15-40 30-402-1 → 2-2L. Sonego 15-0 30-0 40-0 40-15 df ace2-0 → 2-1A. Rublev 0-15 15-15 30-15 40-151-0 → 2-0L. Sonego 0-15 0-30 df 15-30 30-30 30-40 40-40 A-40 40-40 A-40 40-40 40-A 40-40 40-A0-0 → 1-0ServizioSvolgimentoSet 2A. Rublev 0-15 0-30 15-30 30-30 40-30 40-40 A-405-4 → 6-4L. Sonego 15-0 30-0 40-0 ace 40-155-3 → 5-4A. Rublev 15-0 30-0 40-04-3 → 5-3L. Sonego 15-0 30-0 30-15 30-30 40-30 40-40 A-40 40-40 A-40 ace4-2 → 4-3A. Rublev 15-0 30-0 30-15 30-30 40-303-2 → 4-2L. Sonego 15-0 15-15 30-15 ace 30-30 30-40 40-40 A-40 40-40 A-403-1 → 3-2A. Rublev 15-0 30-0 40-0 ace 40-152-1 → 3-1L. Sonego 15-0 ace 30-0 30-15 30-30 df 40-30 40-40 40-A1-1 → 2-1A. Rublev 15-0 30-0 ace 40-00-1 → 1-1L. Sonego 15-0 30-0 40-00-0 → 0-1ServizioSvolgimentoSet 1A. Rublev 0-15 15-15 30-15 30-30 df 30-40 40-40 40-A5-6 → 5-7L. Sonego 15-0 ace 30-0 40-0 40-15 40-305-5 → 5-6A. Rublev 15-0 30-0 40-04-5 → 5-5L. Sonego 15-0 30-0 40-0 ace4-4 → 4-5A. Rublev 15-0 ace 30-0 40-0 40-153-4 → 4-4L. Sonego 0-15 15-15 30-15 ace 40-153-3 → 3-4A. Rublev 15-0 30-0 40-02-3 → 3-3L. Sonego 15-0 30-0 40-0 40-152-2 → 2-3A. Rublev 15-0 ace 15-15 30-15 40-151-2 → 2-2L. Sonego 15-0 ace 15-15 15-30 30-30 30-40 df 40-40 40-A 40-40 40-A 40-40 A-401-1 → 1-2A. Rublev 15-0 30-0 40-0 40-15 40-30 40-40 A-40 40-40 A-40 ace0-1 → 1-1L. Sonego 15-0 30-0 30-15 40-15 40-30 ace0-0 → 0-1
    Statistiche Tennis: Rublev vs Sonego

    Statistica
    Rublev 🇷🇺
    Sonego 🇮🇹

    STATISTICHE DI SERVIZIO

    Rating del servizio
    276
    253

    Ace
    6
    10

    Doppi falli
    2
    5

    Prima di servizio
    58/86 (67%)
    65/110 (59%)

    Punti vinti sulla prima
    51/58 (88%)
    46/65 (71%)

    Punti vinti sulla seconda
    9/28 (32%)
    21/45 (47%)

    Palle break salvate
    2/4 (50%)
    6/10 (60%)

    Giochi di servizio giocati
    15
    16

    VELOCITÀ DI SERVIZIO

    Velocità massima
    217km/h (134 mph)
    219km/h (136 mph)

    Velocità media prima
    187km/h (116 mph)
    198km/h (123 mph)

    Velocità media seconda
    147km/h (91 mph)
    165km/h (102 mph)

    STATISTICHE DI RISPOSTA

    Rating della risposta
    148
    143

    Punti vinti su prima di servizio
    19/65 (29%)
    7/58 (12%)

    Punti vinti su seconda di servizio
    24/45 (53%)
    19/28 (68%)

    Palle break convertite
    4/10 (40%)
    2/4 (50%)

    Giochi di risposta giocati
    16
    15

    STATISTICHE DEI PUNTI

    Punti vinti a rete
    14/18 (78%)
    11/16 (69%)

    Vincenti
    29
    27

    Errori non forzati
    35
    40

    Punti vinti al servizio
    60/86 (70%)
    67/110 (61%)

    Punti vinti in risposta
    43/110 (39%)
    26/86 (30%)

    Totale punti vinti
    103/196 (53%)
    93/196 (47%) LEGGI TUTTO