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    Shanghai, solo tre campioni “mille” ancora in gara (e una grande chance per tutti gli altri)

    Daniil Medvedev nella foto

    Il Masters 1000 di Shanghai si è allineato agli ottavi di finale e che sia stato un torneo ricco di sorprese lo si rileva da un dato statistico interessante: dei 16 giocatori ancora in corsa all’edizione 2025 del massimo evento asiatico, solo tre hanno vinto in carriera titoli di categoria “mille”, Daniil Medvedev, Holger Rune e, ovviamente, Novak Djokovic. Questo dato potrebbe issare proprio loro come favoriti per il titolo, ma viste le continue sorprese che sta regalando il torneo turno dopo turno non è affatto detto che alla fine non esca la sorpresa sulla ruota di Shanghai, a premiare un nuovo campione di categoria, certamente molto resistente per portare a termine con il successo una corsa in condizioni ambientali così difficili.
    Le previsioni meteo dei prossimi giorni, sempre che siano attendibili, danno un certo miglioramento a livello di afa e calore, e questo potrebbe essere un fattore molto importante. In particolare per Novak Djokovic, bravo a rimontare un Hanfmann quasi impeccabile nella loro sfida di terzo turno ma assai in difficoltà a portare a termine l’incontro, con due attacchi vomito e un volto assai tirato e paonazzo alla stretta di mano per il grande sforzo profuso. Il serbo è nella parte bassa del tabellone e trova Munar, tennista con precisi limiti tecnici ma grande lottatore, certamente venderà cara la pelle e cercherà di cogliere una vittoria di prestigio. Chi esce vincitore da questa partita affronterà nei quarti Diallo o Bergs, e forse visti i campi non così veloci il talento e gioco a tutto campo del belga potrebbe prevalere (nella live ranking è al proprio best, ma anche il canadese sta vivendo la miglior stagione in carriera). Nell’ultimo settore del tabellone il favorito sulla carta potrebbe essere Rune, ma il danese è tra i giocatori che più hanno sofferto le condizioni di umidità e quindi la sua tenuta è tutta da verificare. Affronta negli ottavi il servizio super di Mpetshi Perricaed, altro outsider pericoloso nella partita secca. Il favoloso Griekspoor ammirato contro Sinner, bravo a tenere testa all’italiano nei primi due set, è ampiamente favorito contro il sorprendente Vacherot e un’eventuale “passeggiata” lo porterebbe nei quarti piuttosto fresco, altro fattore da considerare in ottica torneo. L’olandese ha tennis e potenza per fare benissimo anche a questo livello, chissà che non possa essere proprio lui l’outsider che non ti aspetti.
    Nella parte alta del tabellone tutti gli occhi degli appassionati italiani saranno per la sfida di ottavi tra Musetti e Auger-Aliassime. Infatti i due sono anche in lotta per un posto alle Finali di Torino e quindi la partita di Shanghai riveste un duplice significato. Il Musetti che ha superato un buonissimo Darderi al terzo turno ha convinto per condizione atletica e piglio offensivo, bravo a smistare i colpi senza finire quasi mai in totale difesa, anche contro la potenza e spinta notevole di Darderi, quindi sarà forse favorito contro il canadese. Non è comunque un match dal facile pronostico, come confermano i precedenti di 4 vittorie a 3 per l’italiano, ultima quest’anno a Miami. Chi vincerà questa partita trova o Lehecka (sempre pericoloso su questi campi e apparso in grande spolvero col diritto e servizio) o Rinderknech, autore dell’eliminazione di Zverev, e non sarà affatto una passeggiata soprattutto se la spunterà il ceco, che su questi campi esprime il suo massimo potenziale.
    Nel settore più alto del tabellone c’è Daniil Medvedev, in ripresa dopo le secche di un 2025 per lui da dimenticare, e chissà che il russo non riesca a sfruttare quest’occasione per rilanciarsi a grande livello e tornare a vincere un torneo, che manca da Roma 2023. Il moscovita ha l’occasione di prendersi una bella rivincita contro Tien che lo eliminò a sorpresa agli Australian Open di gennaio e contro il quale ha perso, ma per ritiro, la scorsa settimana a Pechino, al termine di un partita estremamente dura. Tennis tattico e molto accorto, sarà molto probabilmente un’altra partita avvincente. Un altro che a Shanghai potrebbe cogliere la chance per vincere un Masters 1000 è Alex De Minaur, che sta veleggiando piuttosto sicuro e affronta negli ottavi il portoghese Borges, partendo discretamente favorito. Chissà che la sua leggerezza e grande mobilità il campo non possa essere un elemento a suo favore in un torneo così duro.
    Non è facile fare un pronostico per un torneo così aperto, e non è affatto detto che Djokovic, Medvedev o Rune siano i veri favoriti. Di sicuro, un Masters 1000 che si allinea agli ottavi senza Alcaraz e Sinner, i due dominatori dell’anno, è un evento “raro”. Da cogliere al volo per tutti gli altri, Lorenzo Musetti, incluso.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Djokovic soffre ma rimonta Hanfmann: il serbo conquista gli ottavi del Masters 1000 di Shanghai. Soprende Valentin Vacherot

    Novak Djokovic classe 1987, n.5 del mondo – Foto Getty Images

    Novak Djokovic ha dovuto sudare più del previsto per conquistare la qualificazione agli ottavi di finale del Masters 1000 di Shanghai 2025, rimontando una sfida complicata contro Yannick Hanfmann. Il serbo, infatti, si è imposto con il punteggio di 4-6, 7-5, 6-3 dopo 2 ore e 42 minuti di gioco, al termine di un incontro nel quale ha dovuto trovare progressivamente il suo miglior livello per evitare un’eliminazione precoce.
    L’inizio del match è stato segnato da una certa lentezza ad entrare in partita da entrambe le parti: il servizio ha dominato la scena e gli scambi lunghi sono stati rari. Con il passare dei game, però, Hanfmann ha trovato ritmo e fiducia, riuscendo a sorprendere Djokovic grazie a una grande varietà di colpi — in particolare con smorzate e lob ben calibrati. Il tedesco ha strappato il servizio al serbo e ha mantenuto il vantaggio fino al termine del set, chiudendo 6-4 e mettendo a segno 17 vincenti, contro un Djokovic ancora impreciso e poco brillante da fondo campo.
    Nel secondo parziale la musica è cambiata solo in parte. Djokovic ha provato a reagire, spingendo di più e cercando di muovere l’avversario, ma Hanfmann ha continuato a difendersi con grande solidità, soprattutto nei momenti chiave. Tuttavia, proprio sul 5-6, il tedesco ha ceduto per la prima volta il servizio, permettendo a Nole di pareggiare il conto dei set e di ritrovare anche il sostegno del pubblico, fino a quel momento silenzioso.
    Nel set decisivo, il campione di 24 titoli del Grande Slam ha finalmente preso il controllo del gioco, mostrandosi più aggressivo e incisivo nei turni di battuta. Nonostante qualche piccolo segnale di fastidio fisico a livello di anche e gambe, Djokovic ha gestito bene il ritmo della partita, approfittando del calo fisico e mentale del tedesco. Con il break decisivo nel quarto gioco e una chiusura autorevole, Djokovic ha completato la rimonta, firmando una vittoria che gli garantisce il pass per gli ottavi di finale, dove affronterà lo spagnolo Jaume Munar.
    ATP Shanghai Yannick Hanfmann653 Novak Djokovic [4]476 Vincitore: Djokovic ServizioSvolgimentoSet 3N. Djokovic 0-15 15-15 30-15 40-153-5 → 3-6Y. Hanfmann 0-15 15-15 30-15 30-30 40-302-5 → 3-5N. Djokovic 15-0 30-0 40-02-4 → 2-5Y. Hanfmann 15-0 15-15 30-15 40-151-4 → 2-4N. Djokovic 15-0 30-0 40-0 40-151-3 → 1-4Y. Hanfmann 15-0 15-15 15-30 15-40 30-40 ace1-2 → 1-3N. Djokovic 15-0 30-0 40-0 ace ace1-1 → 1-2Y. Hanfmann 15-0 ace 30-0 40-0 40-15 40-300-1 → 1-1N. Djokovic 0-15 15-15 15-30 df 30-30 40-30 40-40 A-40 ace0-0 → 0-1ServizioSvolgimentoSet 2Y. Hanfmann 0-15 15-15 15-30 15-405-6 → 5-7N. Djokovic 15-0 15-15 30-15 40-15 40-305-5 → 5-6Y. Hanfmann 0-15 15-15 30-15 40-15 ace4-5 → 5-5N. Djokovic 15-0 30-0 40-04-4 → 4-5Y. Hanfmann 0-15 15-15 30-15 30-30 40-303-4 → 4-4N. Djokovic 15-0 30-0 40-0 ace 40-15 40-303-3 → 3-4Y. Hanfmann 15-0 30-0 40-02-3 → 3-3N. Djokovic 0-15 15-15 30-15 40-15 40-302-2 → 2-3Y. Hanfmann 15-0 30-0 30-15 40-15 ace1-2 → 2-2N. Djokovic 15-0 30-0 40-01-1 → 1-2Y. Hanfmann 15-0 30-0 30-15 40-15 ace 40-300-1 → 1-1N. Djokovic 15-0 15-15 30-15 30-30 40-300-0 → 0-1ServizioSvolgimentoSet 1Y. Hanfmann 15-0 15-15 30-15 30-30 40-30 40-40 A-405-4 → 6-4N. Djokovic 15-0 30-0 30-15 40-155-3 → 5-4Y. Hanfmann 0-15 15-15 ace 30-15 ace 40-15 ace ace4-3 → 5-3N. Djokovic 15-0 ace 15-15 30-15 40-154-2 → 4-3Y. Hanfmann 30-0 ace 40-0 ace 40-15 40-30 40-40 A-403-2 → 4-2N. Djokovic 0-15 15-15 30-15 40-153-1 → 3-2Y. Hanfmann 15-0 15-15 30-15 40-15 40-30 40-40 A-40 ace2-1 → 3-1N. Djokovic 15-0 15-15 30-15 30-30 40-30 40-40 40-A 40-40 40-A 40-40 40-A1-1 → 2-1Y. Hanfmann 15-0 30-0 40-00-1 → 1-1N. Djokovic 30-0 ace 40-00-0 → 0-1

    Nello stesso settore del tabellone, sorprende il percorso di Valentin Vacherot, numero 204 del mondo, capace di spingersi fino agli ottavi dopo essere partito dalle qualificazioni. Il monegasco ha eliminato Djere, Bublik e Machac (ritiratosi sul 6-1 3-0), e ora attende il vincente della sfida tra Jannik Sinner e Tallon Griekspoor.
    ATP Shanghai Valentin Vacherot• 3063 Tomas Machac [20]001 Vincitore: Vacherot ServizioSvolgimentoSet 2V. VacherotT. Machac 0-15 0-30 15-30 ace 15-40 30-402-1 → 3-1V. Vacherot 0-15 15-15 15-30 30-30 40-30 ace1-1 → 2-1T. Machac 15-15 30-15 40-15 40-30 40-40 40-A A-40 40-40 A-40 40-401-0 → 1-1V. Vacherot 15-15 30-15 40-15 ace0-0 → 1-0ServizioSvolgimentoSet 1T. Machac 15-0 15-15 30-15 30-30 40-30 40-40 40-A 40-40 40-A5-0 → 6-0V. Vacherot 15-0 30-0 40-04-0 → 5-0T. Machac 0-15 0-30 15-30 30-403-0 → 4-0V. Vacherot 15-0 ace 15-15 40-152-0 → 3-0T. Machac 0-15 15-15 15-30 15-40 30-40 40-40 40-A 40-40 40-A 40-40 A-40 40-40 40-A 40-40 40-A1-0 → 2-0V. Vacherot0-0 → 1-0 LEGGI TUTTO

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    Mark Knowles: “Djokovic giocherà ancora due anni. È il migliore di sempre”

    Novak Djokovic classe 1987, n.5 del mondo – Foto Getty Images

    Il futuro di Novak Djokovic continua a far discutere il mondo del tennis. Da un lato il serbo lascia trasparire messaggi che sanno di saluto, come accaduto a Roland Garros, dall’altro non chiude affatto la porta a obiettivi a lungo termine, come una possibile partecipazione ai Giochi Olimpici di Los Angeles 2028. Un doppio binario che rende il suo percorso ancora più enigmatico: solo lui sa cosa gli riserva il futuro.
    L’ombra di Sinner e Alcaraz, ma la fame restaLa supremazia mostrata in questa stagione da Carlos Alcaraz e Jannik Sinner, capaci di dominare più del resto del circuito, potrebbe indurre Djokovic a chiedersi se abbia ancora le armi giuste per competere ai massimi livelli. Eppure, i risultati dicono altro: il serbo ha raggiunto le semifinali in tutti e quattro gli Slam del 2025, confermando una competitività che pochi alla sua età hanno mai mantenuto.
    Opinioni divise sul suo futuroC’è chi ritiene che il campione di Belgrado dovrebbe fermarsi qui per evitare di offuscare la carriera più vincente di sempre. Altri, al contrario, sono convinti che la sua innata competitività, quella che gli ha permesso di inserirsi nella rivalità tra Federer e Nadal e superarli per numero di Slam, lo spingerà a inseguire ancora un 25º Major o magari un’ultima medaglia olimpica.
    Mark Knowles: “Djokovic giocherà fino al 2027”L’ex numero uno al mondo di doppio Mark Knowles, oggi allenatore di Jessica Pegula, ha espresso chiaramente la sua opinione nel podcast Inside-In Tennis:“Quello che ho sentito è che Djokovic ha in programma di giocare nel 2026 e 2027. Non pensa affatto al ritiro. Ama le sfide e continua a credere in sé stesso. È ovvio che sia concentrato sul 25º Slam. Negli altri tornei non dobbiamo aspettarci troppo, ma negli Slam sì”.Knowles ha poi sottolineato quanto la sua presenza sia preziosa non solo per il circuito ma anche per i tifosi:“Non credo che nessun tennista possa trovare la motivazione dopo tutto quello che ha conquistato, ma lui sì. Per i fan è importantissimo che giochi ancora. Nessuno ha mai battuto il tempo, ma lui ci sta provando. Sta lottando contro il tempo”.
    Il “nemico” come stimoloInfine, secondo Knowles, le sconfitte nette rimediate contro Sinner e Alcaraz non rappresentano una resa, ma una scintilla in più:“Sono sicuro che, leggendo gli esperti dire che non può più batterli, lui trovi una motivazione extra. È la sfida che lo stimola di più. Ed è questo che lo rende, senza dubbio, il più grande di tutti i tempi. Ha conquistato tutto, ma vuole ancora dimostrare di poterlo fare”.
    Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO

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    Alcaraz rientra in Spagna con le immagini della caviglia gonfia, Djokovic prepara Shanghai e Badosa nuova ambasciatrice del PIF

    Carlos Alcaraz (foto Getty Images)

    Carlos Alcaraz è tornato in Spagna dopo il trionfo all’ATP di Tokyo e il conseguente annuncio del forfait al Masters 1000 di Shanghai. Il numero uno del mondo si prende alcuni giorni di recupero, dopo la lunga trasferta americana e asiatica, e lo fa mostrando sui social immagini del suo soggiorno in Giappone. Una foto, in particolare, ha attirato l’attenzione dei tifosi: quella della caviglia gonfia a seguito del movimento innaturale durante il match d’esordio contro Sebastián Báez. Nulla di grave, ma un segnale che spiega la scelta prudente di rinunciare all’impegno cinese.

    Carlos Alcaraz muestra su lesión en el tobillo en Tokio
    El número uno, campeón del torneo, ha enseñado una instantánea de cómo quedó su tobillo tras hacerse daño frente a Sebastian Báez en el debut.#kinoshitajotennis pic.twitter.com/zSuxePkiPi
    — Eurosport.es (@Eurosport_ES) October 2, 2025

    PIF e tennis: nuovi legamiIntanto, continua a rafforzarsi la collaborazione tra il PIF, il Fondo Sovrano dell’Arabia Saudita, e il mondo del tennis. Dopo il grande colpo con Rafa Nadal come ambasciatore, è arrivata l’ufficialità anche per Paula Badosa, nuova testimonial del progetto saudita. La spagnola ha sottolineato di condividere i valori del PIF, in particolare la volontà di “far crescere il tennis e dare forza alla nuova generazione”, motivazione che ha guidato la sua scelta. Le Finals WTA, già in programma nel Paese, sono solo la punta dell’iceberg di una strategia di lungo periodo che punta a rendere l’Arabia Saudita un polo sempre più centrale nello sport mondiale.
    Djokovic accende ShanghaiA Shanghai, intanto, sale l’attesa per l’esordio di Novak Djokovic. Il serbo, deciso a ritrovare fiducia e successi per chiudere al meglio la stagione e rilanciarsi in vista dell’Australian Open 2026, debutterà contro Marin Cilic. Nei giorni scorsi Djokovic ha già impressionato in allenamento, con alcuni scambi ad altissimo livello catturati dalle telecamere, incluso un punto spettacolare contro Holger Rune che ha fatto il giro dei social.

    Novak Djokovic x Holger Rune.
    Surrounded by fans on our beautiful new practice court @DjokerNole @holgerrune2003 #RolexShanghaiMasters pic.twitter.com/y3zruIfKd7
    — Rolex Shanghai Masters (@SH_RolexMasters) October 2, 2025 LEGGI TUTTO

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    Djokovic non decide: “Dopo Shanghai solo Atene, poi vediamo per Torino”

    Novak Djokovic classe 1987, n.5 del mondo – Foto Getty Images

    Novak Djokovic tiene ancora vive le sue chance di qualificazione alle ATP Finals 2025, ma la grande incognita resta una sola: il campione serbo deciderà di giocare a Torino oppure no? Intervenuto in conferenza stampa a Shanghai, il 38enne di Belgrado ha lasciato dichiarazioni che mantengono aperto ogni scenario.“Non faccio più piani a lungo termine. Dopo Shanghai so soltanto che giocherò ad Atene, poi vedremo se andrò a Torino. Non sono ancora sicuro, ma spero di poter tornare a competere lì. Vedremo”, ha spiegato Djokovic, che pure ha trionfato sette volte nell’evento che riunisce i migliori otto dell’anno.
    Il legame speciale con la CinaDjokovic ha parlato a lungo del suo feeling con il torneo di Shanghai e, più in generale, con il pubblico cinese:“Già nel 2008, quando vinsi la mia prima Masters Cup, sentii un affetto incredibile. Da allora, ogni volta che torno a Pechino o a Shanghai mi sento come a casa. Qui è uno dei luoghi dove ricevo più supporto al di fuori del mio Paese, e questo è uno dei motivi principali per cui ho scelto di tornare”.
    Le sfide con Sinner e AlcarazImpossibile non toccare il tema della rivalità intergenerazionale con Jannik Sinner e Carlos Alcaraz. Djokovic ha riconosciuto la crescente difficoltà dei match al meglio dei cinque set contro i due giovani fenomeni:“Fisicamente è molto più complicato affrontarli in un torneo dello Slam. Nei tre set invece posso giocarmela meglio, anche se resta una sfida durissima. Loro arrivano più freschi, io devo accettare che biologicamente non sono più quello di dieci anni fa. Però continuo a lavorare duramente per competere contro i migliori”.
    Il dibattito sul calendario ATPDjokovic ha anche preso posizione sulla polemica sollevata in settimana da Alcaraz, Swiatek e Gauff riguardo al calendario troppo fitto:“Personalmente sono sempre stato contrario all’estensione dei Masters 1000 su due settimane. Credo che per la maggior parte dei giocatori non sia positivo. Capisco i vantaggi per i tornei, ma per noi il calendario diventa sempre più compresso. Nonostante ciò, è anche una questione di scelte individuali: se un giocatore vuole riposare, può decidere di saltare un torneo, pur rinunciando ai bonus”.
    La motivazione e il ruolo della famigliaDjokovic ha infine parlato dell’importanza della sua famiglia, in particolare dei figli, come fonte di energia e ispirazione:“Mio figlio gioca a tennis e voleva seguirmi in Cina. Non sempre è possibile, ma quando ci sono loro sugli spalti è un’ispirazione enorme. I miei figli mi ricordano ciò che ho fatto in carriera e credono sempre che io sia il migliore. Questo mi dà grande forza”.
    Torino resta un punto interrogativoDjokovic, dunque, tiene aperta la porta alle ATP Finals di Torino, ma non dà certezze. L’unica tappa sicura dopo Shanghai sarà quella di Atene, dopodiché il serbo valuterà il da farsi. La Race lo tiene ancora in corsa, ma la scelta finale dipenderà dal suo stato fisico e dalla voglia di misurarsi ancora con i migliori in chiusura di stagione.
    Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO

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    Djokovic, il segreto della longevità è il servizio: il serbo tra i migliori battitori del 2025

    Novak Djokovic classe 1987, n.5 del mondo – Foto Getty Images

    Per anni Novak Djokovic è stato universalmente considerato il miglior ribattitore della storia del tennis. Tuttavia, ciò che continua a mantenerlo ai vertici assoluti del circuito a 38 anni non è soltanto la sua leggendaria capacità in risposta, ma un’arma che negli anni ha perfezionato fino a trasformarla in un punto di forza decisivo: il servizio.Secondo un’analisi di Infosys ATP Beyond The Numbers, il serbo sta vivendo nel 2025 una delle sue migliori stagioni al servizio, con percentuali che superano la media della sua carriera e che lo collocano tra i migliori in assoluto del circuito.
    Le statistiche del servizio di Djokovic nel 2025Game di servizio vinti: 88.3% (media carriera: 86.1%)Percentuale di prime in campo: 66.6% (media carriera: 64.9%)Punti vinti con la prima: 76.4% (media carriera: 74.2%)Punti vinti con la seconda: 55.3% (media carriera: 55.5%)
    Si tratta di numeri straordinari: Djokovic ha vinto più game di servizio quest’anno che in quasi tutte le altre stagioni della sua carriera, eccetto il 2015 (89.5%) e il 2023 (88.4%). Nel 2025 è quarto assoluto nel Tour per percentuale di game di servizio vinti, dietro soltanto a Jannik Sinner (91.3%), Taylor Fritz (90%) e Reilly Opelka (88.7%).
    Il servizio come nuova armaNon è solo una questione di solidità: Djokovic sta servendo più prime, con maggiore efficacia, e soprattutto produce più punti diretti. Se nel corso della carriera ha mantenuto una media di 5.5 ace a partita, nel 2025 viaggia a 8.4 ace di media.Il dato forse più sorprendente è che tre delle sei migliori stagioni della sua carriera al servizio (per percentuale di game vinti) sono arrivate dal 2022 in poi, a conferma di una crescita costante anche in età avanzata.
    Le migliori stagioni al servizio di Djokovic2015: 89.5% | record 82-62023: 88.4% | record 56-72025: 88.3% | record 31-102013: 88% | record 74-92014 e 2022: 87.7% | record 61-8, 42-7
    La combinazione servizio-rispostaDjokovic rimane uno dei migliori ribattitori in assoluto — dal 2010 al 2021 è sempre stato nella top 3 ATP per game di risposta vinti — ma la vera chiave oggi è la combinazione tra servizio e gioco da fondo. Lo ha spiegato bene Taylor Fritz, battuto dal serbo nei quarti di finale dell’ultimo US Open:“Quello che rende difficile affrontarlo è che serve bene, anche aggressivo sulla seconda. È dura approfittare del suo servizio, perché lo abbina a una delle migliori risposte del circuito e a una solidità da fondo incredibile. Serve e subito dopo ti mette pressione negli scambi.”
    Un Djokovic sempre più completoSe un tempo il marchio di fabbrica di Djokovic era il dominio in risposta, oggi è il servizio a brillare: nel 2023 è stato secondo nell’ATP Tour per game di servizio vinti (contro il quinto posto in risposta), mentre nel 2025 è addirittura sesto posti più in alto al servizio rispetto alla risposta.La trasformazione è evidente: il Djokovic ribattitore resta una leggenda, ma è il Djokovic battitore a prolungarne la carriera ai massimi livelli.
    Marco Rossi LEGGI TUTTO

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    Il saluto di Djokovic a Nikola Pilic: “Un senso di vuoto e di tristezza mi ha sopraffatto. Spero che tu abbia sentito quanto sei stato importante per me nella carriera e nella vita”

    Novak Djokovic e Nikola Pilic

    “Caro Sig. Niko…”
    Così, con un saluto classico per una lettera scritta di pugno, Novak Djokovic ha salutato Nikola Pilic, scomparso a 86 anni. “Niko” è stato una persona fondamentale nella vita e carriera del serbo, è colui che l’ha accolto nella sua struttura quando Novak a soli 12 anni lasciò il proprio paese per continuare a coltivare il suo sogno di diventare un professionista. Poi i due si sono ritrovati tante volte nella lunga carriera del serbo, e Pilic è sempre stato pronto a dispensare consigli che Djokovic accoglieva a braccia aperte. Questa la lettera che Novak, sui social, ha dedicato a Pilic.
    “Ho ricevuto una notizia triste oggi mentre ero in campo, terminando il mio allenamento. Un senso di vuoto e di tristezza mi ha sopraffatto. Spero che tu abbia sentito quanto sei stato importante per me nella carriera e nella vita. La tua influenza sul mio sviluppo come uomo e come tennista rimane indelebile. Provo una gratitudine eterna verso di te e la tua meravigliosa moglie Mija per avermi accolto come un figlio quando avevo 12 anni”.
    “I miei genitori e i miei fratelli ti hanno sempre sentito come un membro della famiglia. Quando quasi tutti ci hanno voltato le spalle e mentre il nostro Paese veniva devastato dai bombardamenti, tu e Mija ci avete teso la mano, sostenendoci e facendo tutto ciò che era in vostro potere affinché i miei fratelli ed io potessimo continuare a vivere il nostro sogno e a praticare lo sport che amiamo”.
    “Grazie per tutti i momenti che oggi ho rivissuto nella mia mente e che resteranno impressi nella mia memoria finché vivrò. Oltre alla tristezza e alle emozioni contrastanti che provo, la tua immagine e i ricordi dei momenti condivisi mi portano gioia e gratitudine nel cuore”.
    “Il tuo lascito durerà a lungo e le generazioni guarderanno con grande ammirazione alla tua figura e alle tue opere. Tutti i tuoi traguardi come giocatore, allenatore e selezionatore sono scritti a lettere d’oro nei libri della storia sportiva dei Balcani e del tennis mondiale. Per me, però, la cosa più importante è poter dire con orgoglio che ti chiamavo “Šjor Niko, mio padre tennistico.Riposa in pace”.
    Mario Cecchi LEGGI TUTTO

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    Borg incorona Djokovic: “Il più grande di sempre. Federer e Nadal? Al secondo posto. Se avessi avuto il supporto che oggi hanno i tennisti, forse non mi sarei ritirato a 26 anni”

    Bjorn Borg

    Bjorn Borg, l’“ice-cool king” di Wimbledon, non ha dubbi: “Ritengo Djokovic il più grande giocatore di tutti i tempi. Poi, subito dietro, vengono Federer e Nadal, a pari merito”. Così il leggendario campione svedese parla a Sky Sport UK, in un’intervista che lancia la sua attesa autobiografia “Battiti”, appena uscita anche in Italia. Borg, 11 volte campione Slam e icona del tennis degli anni 70-80, è intervenuto al media londinese spaziando sull’attualità e altro, un punto di vista il suo sempre assai qualificato. Bjorn si dice impressionato dalla longevità del serbo, ancor più se comparato alla sua carriera, straordinariamente vincente ma assai breve rispetto a quella di “Nole”: “È incredibile il livello a cui riesce a giocare a 38 anni. Sono molto colpito. So che vuole conquistare il suo 25° Slam. Spero che giochi almeno un altro anno, perché con il tennis che esprime può ancora farcela. Certo, sarà dura con Sinner, Alcaraz e altri giovani, ma lui resta capace di tutto”.
    Una carriera, quella di Djokovic, che ha avuto un respiro ben più lungo di quella di Borg, ritiratosi a soli 26 anni, una decisione che all’epoca scioccò il mondo dello sport perché arrivata del tutto inattesa. Il motivo? Mancanza di motivazioni e una fama divenuta per lui insostenibile: “Non avevo più privacy. Room service continuo, fotografi fuori dai ristoranti, a volte anche 20 a caccia di una mia foto… gente ovunque. Non potevo mai stare solo”.
    Borg provò un timido rientro negli anni ’90, senza però nemmeno avvicinarsi ai fasti del passato, un tentativo che oggi reputa onesto ma di fatto sbagliato. E riflettendo sul diverso supporto che hanno oggi i giocatori – team numerosi, agenti, preparatori, psicologi e nutrizionisti – ammette: “Ai nostri tempi eravamo soli. Dovevamo arrangiarci per tutto. Se avessi avuto quell’aiuto in quella fase nella quale non mi sentivo affatto soddisfatto della mia vita immerso nel mondo del tennis, forse sarebbe andata diversamente. Forse avrei continuato a giocare”.
    Il suo nome è legato in modo indissolubile a quello di John McEnroe, una rivalità la loro unica e irripetibile, con finali spettacolari e un contrasto di stile di gioco totale. Borg ricorda un episodio in particolare che segnò un prima e un dopo nella loro storia. “Credo che tutto cambiò a New Orleans, in un grande torneo negli Stati Uniti” racconta lo svedese. “In finale ero avanti 4-1 al terzo set e stavo dominando. Quella fu l’unica volta in cui John si comportò davvero male con me”. Bjorn racconta un momento che è rimasto impresso nella sua memoria: “Dopo uno scambio, sul 4-1 e 15-0, lo guardai e gli feci cenno con il dito: ‘Vieni, John’. Lui mi guardò come per dire: sei matto? Perché dovrei venire? Ma alla fine si avvicinò piano piano e mi chiese: ‘Cosa diavolo vuoi?’. Io gli dissi soltanto: ‘È solo un gioco, prendila con calma’. John mi fissò come se fossi impazzito”. La partita, ironia della sorte, finì per perderla Borg: “Ho avuto match point, ma vinse lui. Dopo quella partita nacque un rispetto reciproco che andava oltre il campo da tennis. Da lì siamo diventati buoni amici”.
    Lo svedese nella sua autobiografia “Heartbeats, a Memoir”, scritta insieme alla moglie Patricia, racconta anche il lato oscuro del post-ritiro: dopo una prima fase serena, entrò nel tunnel della droga. Nel 1989 finì in ospedale per un’overdose e, qualche anno dopo, fu colpito da un infarto legato agli stupefacenti mentre si trovava in Olanda. “Scrivere il libro è stato una liberazione” commenta Borg. “Ho fatto tante scelte sbagliate, relazioni e decisioni che non avrei dovuto prendere. Ma oggi mi sento sereno e soddisfatto”.
    A fine 2023 Borg ha affrontato un’ulteriore battaglia, quella contro il cancro alla prostata. Operato con successo, è ora in remissione, anche se deve sottoporsi a controlli periodici: “I medici mi hanno detto che era molto grave, ma per fortuna l’intervento è andato bene. Ci sono ancora cellule dormienti, ma ogni sei mesi faccio i test e al momento sto bene, sono felice”.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO