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    McEnroe: “Il record più sottovalutato di Djokovic? Le otto stagioni chiuse da numero 1”

    John McEnroe nella foto – foto getty images

    Novak Djokovic è riuscito a conquistare praticamente tutti i record più importanti nel mondo del tennis, ma secondo John McEnroe ce n’è uno in particolare che non riceve la giusta attenzione mediatica: le otto stagioni concluse come numero 1 del ranking mondiale.In una recente intervista rilasciata all’ATP, l’ex campione americano ha condiviso la sua opinione su quale sia il primato più sottovalutato tra quelli detenuti dal serbo, considerato da molti il più grande di tutti i tempi.
    “Tutto dipende, naturalmente, dalle ambizioni e dalle priorità di ciascun giocatore, ma per me la cosa più importante è sempre stata chi finisce l’anno come numero 1”, ha spiegato McEnroe, le cui parole sono state riportate dal portale “Teniski svet”.Il record di Djokovic è davvero impressionante: ha concluso otto volte la stagione in vetta alla classifica mondiale. Al secondo posto di questa speciale graduatoria troviamo Pete Sampras con sei, mentre al terzo posto sono appaiati Roger Federer, Rafael Nadal e Jimmy Connors con cinque ciascuno. Seguono proprio McEnroe e Ivan Lendl con quattro.
    Questo primato rimane spesso in ombra rispetto ad altri traguardi più celebrati, come il numero di titoli del Grande Slam, il totale di settimane trascorse al vertice del ranking, i trofei nei Masters 1000 o le vittorie alle ATP Finals.“Per me, la cosa più importante era finire la stagione come numero 1”, ha aggiunto McEnroe, che ha raggiunto questo obiettivo per quattro anni consecutivi, dal 1981 al 1984. “I miei 12 mesi erano migliori di quelli di chiunque altro”.
    L’americano ricorda ancora con orgoglio il suo debutto in vetta alla classifica. Nel marzo 1980, dopo aver battuto Jimmy Connors a Memphis, superò Bjorn Borg diventando il numero 1 del mondo. In quell’occasione, McEnroe divenne anche il primo tennista a detenere contemporaneamente la prima posizione sia in singolare che in doppio.“Guardavo la classifica mondiale e pensavo: ‘Mio Dio, non c’è nessuno davanti a me’”, racconta “Big Mac”. “Non mi aspettavo di raggiungere questo traguardo mentre crescevo. Ero sorpreso io stesso nel vedere il mio nome davanti a quello di Connors o Borg”.
    McEnroe è salito al vertice del ranking per ben 14 volte durante la sua carriera. L’ultima volta che ha occupato la prima posizione è stato nel settembre 1985. Il suo periodo più lungo al comando è stato tra agosto 1981 e settembre 1982, per ben 58 settimane consecutive. Con un totale di 170 settimane, occupa il settimo posto nella classifica di tutti i tempi per permanenza al numero 1.Durante i quattro anni in cui ha concluso la stagione come leader del ranking, McEnroe ha conquistato tre titoli a Wimbledon e due agli US Open.
    Nonostante ciò, l’americano riconosce l’eccezionalità del record di Djokovic, sottolineando come la capacità di mantenere la prima posizione alla fine dell’anno per ben otto volte sia una dimostrazione straordinaria di costanza ai massimi livelli, forse non celebrata quanto meriterebbe.
    Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO

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    Djokovic a caccia di storia nel Sunshine Double 2025: Nuovi record all’orizzonte a Indian Wells e Miami

    Novak Djokovic classe 1987 – Foto Getty Images

    Se c’è una cosa che Novak Djokovic ha dimostrato durante tutta la sua straordinaria carriera tennistica è la sua innata capacità di motivarsi attraverso sfide storiche. Mentre molti atleti tendono a minimizzare l’importanza delle statistiche con dichiarazioni politicamente corrette e il famoso approccio “partita dopo partita”, il serbo non ha mai nascosto la sua ossessione nel lasciare un’impronta indelebile nei libri di storia del tennis.
    Nel 2025, il leggendario tennista balcanico ha davanti a sé una sfida che potrebbe riaccendere il suo spirito competitivo come poche altre: diventare il giocatore con più titoli di tutti i tempi sia a Indian Wells che a Miami, i primi due Masters 1000 della stagione conosciuti popolarmente come il “Sunshine Double”.Sebbene negli ultimi anni Djokovic sembri riservare il suo miglior tennis esclusivamente per i tornei del Grande Slam, la possibilità di rompere due pareggi storici nel palmarès di questi prestigiosi tornei potrebbe essere lo stimolo perfetto per rivedere la sua versione più devastante.
    A Indian Wells, Novak ha conquistato cinque corone (2008, 2011, 2014, 2015 e 2016), eguagliando Roger Federer in cima alla classifica storica. Superare lo svizzero e affermarsi come il re indiscusso del deserto californiano rappresenterebbe un traguardo significativo per il suo già ricchissimo palmares.D’altra parte, al Miami Open, Djokovic condivide il primato con André Agassi, entrambi con sei titoli. Il serbo ha trionfato in Florida nel 2007, 2011, 2012, 2014, 2015 e 2016, e ora cerca di diventare l’unico campione con il maggior numero di vittorie in uno dei tornei più importanti sul cemento.
    Sebbene Djokovic non parta come favorito in questi tornei, diverse circostanze potrebbero giocare a suo favore. L’assenza forzata di Jannik Sinner, attuale numero uno del ranking, e i dubbi sullo stato di forma di Carlos Alcaraz e Alexander Zverev aprono una finestra di opportunità per il serbo.Inoltre, non si dovrebbe mai sottovalutare il fattore motivazionale in un campione del suo calibro. La possibilità di stabilire nuovi record potrebbe essere la spinta necessaria affinché Novak ritrovi quel livello superlativo che lo ha portato a dominare il tennis per più di un decennio.A 37 anni, Djokovic continua a dimostrare che l’età è solo un numero quando si tratta di competere al massimo livello. Se riuscisse ad aggiungere uno o entrambi i titoli alla sua impressionante collezione, non solo amplierebbe il suo vantaggio come il tennista con più Masters 1000 della storia, ma riaffermerebbe la sua condizione di uno dei più grandi competitori che lo sport abbia mai conosciuto.Il “Sunshine Double” del 2025 potrebbe essere testimone di un nuovo capitolo nell’infinita ricerca dell’eccellenza di Novak Djokovic, un uomo che ha fatto della caccia ai record praticamente uno stile di vita.
    Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO

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    Tsitsipas trionfa a Dubai: Djokovic lo celebra con ironia sui social

    Stefanos Tsitsipas GRE, 12-08-199 – Foto Getty Images

    Stefanos Tsitsipas ha finalmente conquistato il titolo dell’ATP 500 di Dubai, il suo primo trionfo in questa categoria dopo aver perso tutte le 11 finali disputate fino ad ora. Alla dodicesima occasione, il tennista greco è riuscito finalmente a spezzare la maledizione e alzare un trofeo che gli assegna 500 punti in classifica.

    La vittoria del greco non è passata inosservata nel mondo del tennis, e ha suscitato anche la reazione divertente di Novak Djokovic. Il campione serbo ha infatti lasciato un simpatico commento sul suo account Instagram per congratularsi con Stefanos: “Nessuno può battere Stefanos Tsitsipas 12 volte in un ATP 500!”, ha scritto Djokovic con evidente ironia.Il messaggio del serbo, che aveva sconfitto proprio Tsitsipas nella finale di Dubai nel 2020, si ispira chiaramente alla celebre frase pronunciata da Vitas Gerulaitis dopo aver finalmente battuto Jimmy Connors nel 1980, interrompendo una striscia di 16 sconfitte consecutive: “Nessuno batte Vitas Gerulaitis 17 volte di fila”. Una citazione diventata leggendaria nel mondo del tennis, che Djokovic ha brillantemente adattato alla situazione di Tsitsipas.
    Marco Rossi LEGGI TUTTO

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    La storia del tennis raccontata attraverso i record: quali sono le statistiche dei Big 3 da battere?

    Jannik Sinner nella foto – Foto Getty Images

    Il tennis ATP presenta una storia statistica fatta di grandi gesta, vittorie sorprendenti e scommesse sportive vinte fissando sul muro del ranking i record più imbattibili di sempre. Quando si parla della Big Three entrano in campo mostri sacri del tennis come Djokovic, Nadal e Federer: che hanno disputato 150 incontri tra loro.
    Campioni di scontri diretti: 150 match tra i big threeNadal contro Federer è il classico che ha caratterizzato il tennis dei primi anni Duemila e gli incontri totali tra questi due campioni sono 40 match: 24 risultati vincenti per Nadal, 16 per l’asso svizzero.
    Djokovic ha giocato ben 50 match contro Federer, totalizzando uno score 27 vittorie contro le 23 del mostro elvetico. Ecco la sfida che ha caratterizzato gli ultimi 15 anni, ossia lo scontro a colpi di slam tra le statistiche all time di Djokovic contro Nadal. Su 60 match disputati, il serbo ha chiuso in vantaggio per 31 vittorie a 29, ma lo spagnolo ha sempre dimostrato di giocarsela alla pari, dominando anche la classifica all time per numero di titoli vinti al Grande Slam.
    La classifica all time del Grande SlamNegli ultimi anni Nadal era riuscito a superare Djokovic, ma il serbo ha messo in atto una rimonta formidabile, chiudendo oggi a 24 Open vinti e piazzando il record assoluto, lasciando Nadal a quota 22 titoli in bacheca.
    Al terzo posto c’è Federer con 20 titoli, che fino a dieci anni fa dominava il ranking delle vittorie al Grande Slam. Djokovic detiene anche il record all time di 10 Australian Open vinti in carriera, Nadal è “le roi” del Roland Garros con 14 vittorie, mentre Federer è l’imperatore di Wimbledon con 8 titoli nel palmarès. Il record all time di US Open in bacheca resta quello di Bill Tilden con 7 titoli.
    Classifica eterna dei Big Titles vintiI Big 3 dominano la classifica dei Big Titles, come era prevedibile, in questo speciale ranking vengono inseriti oltre ai Grande Slam anche le ATP Finals, le Olimpiadi e l’ATP Masters Tour 1000.Djokovic domina con un totale di 72 Big Titles, ai 24 Open vanno aggiunti 7 ATP Finals, ben 40 ATP Tour Masters 1000 e un oro alle Olimpiadi.Nadal ha raggiunto una vetta di 59 Big Title vinti e oltre ai 22 Open possiede nel palmarès 36 Masters 1000 e un oro Olimpico. Per Federer sono 54 i Big Title conquistati in carriera: 20 Slam, 6 ATP Finals e 28 Masters 1000.
    Sinner e il suo record di 19 titoliPer battere questi record il tennis italiano deve ancora fare tantissima strada, ma le speranze degli appassionati di questo sport sono tutte riposte in Sinner, che fino a oggi ha vinto già 19 titoli nonostante la sua giovane età, che comprendono 3 Slam, 1 ATP Finals, 4 Masters 1000, 5 Masters 500 e 6 Masters 250: il miglior atleta italiano di sempre.
    Chi sono i tennisti che hanno vinto il Grande SlamIl Calendar Grand Slam, ossia tutti e 4 gli Slam vinti nello stesso anno solare, è un’impresa riuscita soltanto a due tennisti, nel 1938 a Don Budge nell’era dilettanti, e Rod Laver due volte: nel 1962 e nella formula Open del 1969.Djokovic è l’unico che è riuscito a vincere il Grande Slam Virtuale, ossia la vittoria di tutti e quattro gli Slam consecutivi, ma in due anni solari: 2015/2016.Il serbo, insieme a Nadal e Agassi sono gli unici ad aver vinto il Grande Slam d’Oro, ossia tutti e 4 gli Slam vinti in carriera più la medaglia d’oro alle Olimpiadi. LEGGI TUTTO

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    Djokovic dopo il ko con Berrettini: “Nessuna scusa, è stato semplicemente più forte”

    Novak Djokovic classe 1987 – Foto Getty Images

    Novak Djokovic incassa con sportività la sconfitta contro Matteo Berrettini all’ATP 500 di Doha, la sua prima al turno d’esordio dal 2022. Il serbo, al rientro dopo l’infortunio agli Australian Open che lo aveva costretto al ritiro in semifinale contro Zverev, non cerca alibi e riconosce la superiorità dell’avversario in una giornata dove il suo tennis non è stato all’altezza delle aspettative.
    “Non ho avuto alcun dolore o fastidio. Sono stato semplicemente battuto da un giocatore migliore oggi”, ha dichiarato Djokovic in conferenza stampa. “Sì, non ero al livello che desideravo e forse non mi muovo ancora come vorrei, ma ho giocato senza dolore, quindi non ci sono scuse. Berrettini ha giocato una partita magistrale, tatticamente perfetta e ha servito molto bene. Una vittoria meritatissima da parte sua.”
    Il bilancio negli scontri diretti tra i due rimane comunque nettamente a favore del serbo, che conduce per 4-1, ma questa sconfitta evidenzia un momento di forma non ottimale per il 24 volte campione Slam. Il campione serbo, che la scorsa stagione ha vinto l’oro olimpico a Parigi ma per la prima volta dal 2017 non ha conquistato uno Slam, ha anche parlato del suo futuro e di come sta evolvendo il suo approccio al tennis.
    “Sto cercando di migliorare il mio gioco, come tutti. Ma il mio tennis non cambierà drasticamente ora. Non giocherò serve and volley, forse ogni tanto, ma il mio gioco è quello che è, il nucleo rimarrà lo stesso. Cerco di adattarmi a seconda della superficie su cui gioco e delle condizioni.”
    A 37 anni, Djokovic ammette che la gestione fisica è diventata più complessa e richiede maggiore attenzione: “Ci sono più infortuni. Le cose non sono le stesse di 10-15 anni fa. Cerco ancora di prendermi cura del mio corpo quotidianamente, ed è più impegnativo ora, senza dubbio. Ma continuo a dare il massimo, date le circostanze.”
    Il sette volte numero 1 del mondo, che ha annunciato di lavorare con Andy Murray almeno fino alla fine della stagione sulla terra battuta, tornerà in campo al Masters 1000 di Indian Wells, torneo che ha vinto cinque volte in carriera. Con un record stagionale di 7 vittorie e 3 sconfitte nel 2025, Djokovic cercherà di ritrovare il suo miglior tennis in California, dove ha sempre mostrato un feeling particolare con i campi del Tennis Garden.
    La sconfitta contro Berrettini, per quanto inattesa, non sembra preoccupare eccessivamente il serbo, che mantiene la sua proverbiale fiducia e determinazione nel continuare a competere ai massimi livelli, consapevole che il processo di adattamento alle nuove sfide dell’età richiede pazienza e una gestione sempre più accurata del proprio corpo.
    Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO

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    MATTEO! Berrettini martella col diritto e sovrasta fisicamente Djokovic, battendo l’ex n.1 in due set all’ATP 500 Doha

    Matteo Berrettini (foto Getty Images)

    Devastante, fisicamente straripante, perfetto nei punti importanti. No, non stiamo parlando di Mr. Record Novak Djokovic, ma del suo avversario all’esordio dell’ATP 500 di Doha, il nostro fantastico Matteo Berrettini che con una prestazione clamorosa per qualità tecnica, determinazione e potenza fisica sbaraglia il forte rivale per 7-6(4) 6-2, battendo per la prima volta in carriera il grande rivale, con il quale ha condiviso il Centre Court di Wimbledon nella storica finale 2021. Un Matteo stratosferico per come ha servito (13 Ace, 75% di prime palle in gioco vincendo l’85% di punti), ma oggi la meritatissima vittoria se l’è conquistata a tutto tondo, non solo con la battuta, anzi per una volta è bellissimo scrivere che il servizio è stato sì importantissimo ma non decisivo come in tantissime sue altre vittorie. Matteo oggi sprizzava energia e positività da tutti i pori. Sono bastate le prime inquadrature del match, quella spallata col diritto nel primissimo punto e come ha guardato il suo angolo per farci capire che oggi ci sarebbe stato da divertirsi, anche perché quel diritto assassino è andato a colpirlo con un forza nelle gambe, velocità e capacità di trasferire il peso di palla dei giorni migliori.
    Infatti quel che ha sorpreso ed esaltato della prestazione eccezionale di Berrettini è stata la sua fisicità, come ha dominato la partita spingendo con una forza brutale di gambe e di braccio, reggendo incredibilmente da fondo campo anche sulla diagonale di rovescio, dove il gap a favore del serbo è storicamente importante. Nei 4 precedenti vinti da “Nole” proprio il dominio sulla sinistra ha spostato l’equilibrio dalla parte del balcanico; oggi ben poco perché Djokovic non è praticamente mai riuscito a bloccare l’azzurro a sinistra e stroncarlo col suo ritmo, oppure farlo correre poi a destra a provocarne un errore in recupero o palla più corta, facilmente attaccabile. Sul Centrale di Doha, nel fresco della serata desertica, le gambe di Berrettini hanno funzionato come un V12 Ferrari campione del Mondo, potenti, agili, reattive. Che gran bel lavoro sta facendo Umberto Ferrara (sì, proprio lui… gran preparatore se cancelliamo per un attimo dai ricordi quella “faccenda lì”), Berrettini è tirato a lucido, sprinta e corre agile e potente, e si vede per come porta tutti i colpi con sicurezza, difende con mano e testa ed è prontissimo a prendersi possesso dello scambio con una bordata improvvisa di diritto. Piedi leggeri, braccio pesantissimo, con un diritto bello fluido e più largo per come aggredisce la palla (bene sta lavorando Matteo con Bega per strappare di meno e accompagnare di più il gesto, in ottica meno infortuni).
    Berrettini super, impossibile trovargli una pecca. È stato freddo nell’unico momento di difficoltà al servizio nel primo set, e bravissimo a reagire sul 4-2 del secondo quando il game si era messo male con lo 0-30 per due errori. Lì, in quel frangente, ha mostrato la sua durezza competitiva: non ha tirato a tutta, ha scelto di giocare forte ma con controllo perché l’imperativo era non regalare più, sentendo di avere in mano il pallino del gioco. Sembra incredibile scriverlo, ma Matteo ha fatto correre Novak, non è quasi mai andato in difficoltà anche quando il serbo ha aperto l’angolo con i suoi colpi in anticipo, pronto a contrattaccare con forza e sbagliando davvero poco.
    Matteo da 10, Djokovic… un po’ meno. Sempre la cattiva prestazione dello sconfitto dipende dalla qualità di chi ha vinto, ma oggettivamente il serbo è parso poco brillante dal punto di vista fisico (ricordiamo era al rientro dopo il guaio muscolare pure sventolato sui social…). Ci sta che fosse ancora a corto di preparazione, ma è stato palese come la sua palla abbia corso decisamente di meno rispetto ai “bei tempi”, e tantissimo meno rispetto a quella dell’italiano. Per dirla all’inglese, Berrettini è andato “over-power” su Djokovic, troppo più potente. Solo con grandissimo anticipo e appoggiandosi alla perfezione alle bordate del nostro, Novak poteva provare a girare il match, ma non c’è riuscito perché l’intensità di Matteo è stata tanto superiore a quella del rivale, tanto da annullare il suo timing d’impatto, più volte in ritardo con le gambe o mal posto, anche sul rovescio.Una sconfitta così secca sul piano dell’atletismo, potenza e velocità che ha fatto sembrare Djokovic di colpo irrimediabilmente “vecchio”. Avrà modo di recuperare nell’anno, ritrovando una miglior condizione, o almeno questo sarà il suo principale obiettivo.
    Per Berrettini il torneo di Doha continua, forte di una vittoria meritatissima frutto di una prestazione di altissimo livello, in tutti i colpi, esuberante e vincente. Al secondo turno trova Tallon Griekspoor, sarà la rivincita della durissima partita di pochi giorni fa a Rotterdam, vinta dall’Orange. Questo Matteo può farcela, anzi non teme nessuno o quasi. Che meraviglia aver ritrovato il nostro Capitano, così forte, tosto, se mi passate il termine “cazzuto”.
    Marco Mazzoni

    La cronaca
    Djokovic scatta il match al servizio, ma il primissimo punto se lo prende Berrettini con un diritto vincente sulla riga. Poi Novak prende ritmo con servizio e diritto, sposta Matteo nell’angolo e chiude il game a 15. Evidente come Nole cerchi di far correre lateralmente Berrettini con la risposta, per mandarlo subito in difesa, per questo è importantissimo il rendimento del servizio. Pur senza punti diretti con la battuta, l’italiano vince un buon game, con spinta calibrata. Fila liscio il tennis del serbo, entrato in campo ben centrato e molto deciso. La prima scossa del match arriva sul 2 pari. Djokovic inizia col doppio fallo, poi Berrettini regge in difesa e si porta 0-30. Di nuovo! Matteo regge col rovescio e al primo diritto spara una mazzata lungo linea talmente veloce e precisa che il serbo nemmeno ci prova. 0-40! Tre palle break improvvise, e consecutive. Djokovic ritrova compattezza, ottimo attacco, poi un Ace e quindi un altro, chance annullate senza che Matteo potesse far nulla. Ai vantaggi Nole si porta 3-2, quindi punge in risposta, nessuno come lui agile e reattivo nel contrattacco. Berrettini ci mette del suo tirando a metà corridoio un diritto aggressivo, poi esagera con la palla corta, vista la rapidità del rivale nel correre avanti e frenare da campione. 15-40, due palle break per il campionissimo. Ace da destra, servizio e diritto sul 30-40, perfetto Berrettini. Poi commette doppio fallo e arriva la PB #3… ACE! Lucidità ed efficacia. Si salva anche l’azzurro, con “The Hammer in action”. 3 pari. Difficile per Berrettini incidere in risposta, Djokovic spara addirittura 3 Ace nel settimo game. Fantastico game anche per Matteo, chiuso a zero con un attacco col taglio sotto di grane eleganza, oltre che efficacia. 4 pari. Bel livello di gioco, con l’italiano che regge piuttosto bene anche nello scambio quando è costretto a rincorrere, ed è pronto a tirare una bordata clamorosa col diritto, palla p-e-s-a-n-t-i-s-s-i-m-a! Come l’accelerazione in corsa sul 30-15, perfetto l’impatto e che precisione. Caccia un urlaccio dei suoi il serbo dopo aver chiuso uno schema d’attacco, sente la pressione, sente che il livello dell’italiano è pari al suo, e c’è partita (5-4). Sotto 0-15, rischio totale di Berrettini con una smorzata che quasi sfiora il nastro tanto è corta… va bene, anche perché la rimessa di Djokovic esce di un niente. Poi servizio e via, 5 pari. In risposta le briciole (ben 8 Ace per Berrettini), il set si decide al Tiebreak. Inizia male Djokovic: diritto di scambio vola via, errore banalissimo. Benissimo Matteo, sfonda con servizio e diritto, 3-0. Si gira 4-2, dopo un brutto rovescio tirato in rete dal serbo quando era in controllo dello scambio, ma che gran tenuta del romano, davvero solido. Poi è Matteo a sbagliare il tempo dell’attacco, e la volée era troppo difficile perché giocata da lontano. 4-3. Berrettini si riprende subito il mini-break con un solido doppio passante, bravo ad avanzare e prendersi il punto. 5-3. Con un bel diritto potente Matteo sfonda il rivale e si prende 2 Set Point (6-4). Larga la risposta di Nole, SET BERRETTINI! Meritatissimo. Ha servito bene, ma la differenza è venuta dalla consistenza da fondo campo, sia in attacco che in difesa. Molto bene.
    Secondo set, Berrettini to serve. Djokovic cerca un’immediata reazione per invertire l’inerzia. Spinge duro in risposta, 15-30, poi non è fortunato con un nastro, la traiettoria molto corta avrebbe messo in difficoltà l’azzurro. Il diritto c’è, 1-0 Berrettini. Quanto esce bene dalle corde di Matteo la bordata lungo linea di diritto, imprendibile, soluzione eccellente per risolvere la situazione quando Djokovic lo porta a correre a tutta a destra. Djokovic fa fatica quando si gioca dritto al centro, perché la maggior potenza di diritto col diritto lo mette in grave difficoltà, è evidente quanto viaggi di più la palla dell’azzurro. Ancora regge Matteo, anche col rovescio, e tira così consistente che sovrasta fisicamente il rivale. Ai vantaggi palla break Berrettini, da 40-15! La prima di Nole vola via 2 metri… con una progressione clamorosa da difesa ad attacco Berrettini comanda a sfonda, sfonda con un diritto pesantissimo! BREAK Berrettini, 2-0. Che prestazione fisica e mentale di Matteo, il suo sguardo potrebbe incendiare tutto nel raggio di km! Berrettini On Fire, game a zero dirompente al servizio, 3-0. Ormai il diritto di Berrettini è incontenibile, appena la palla gli passa da quelle parti tira delle bordate clamorose… In qualche modo, più di esperienza che di tecnica, Djokovic vince un game (3-1). Berrettini resta solido, senza problemi si porta 4-1. Sul 4-2 il game dell’azzurro inizia male, con un tentativo di smorzata che non passa. Poi c’è uno scambio tutto sul rovescio e il back di Matteo non passa la rete. 0-30. Attenzione, la prima palla non c’è… ma un’ottima seconda al corpo gli apre il campo (15-30), poi un gran servizio e quindi l’Ace esterno! Come si è cavato dal buco… ma il game va ai vantaggi, esagera col diritto. Non trema MB, servizio e diritto d’attacco in contro piede. Fa il pugno Matteo, la sua presenza è gigantesca, come la potenza del diritto, che porta a spasso Djokovic e gli vale un meritatissimo 5-2. Matteo arriva a Match Point in risposta, giocando benissimo. Novak si butta a rete e trova una stop volley troppo prefetto per essere voluta… infatti ride in modo sarcastico il campionissimo. Berrettini vuole chiuderla subito, per non rischiare niente: trova un lob di diritto micidiale (morbido però l’attacco di Novak), gli vale un secondo Match Point e… è quello buono! Seconda palla…Matteo tira una pallata e Djokovic non regge. Game Set Match, batte per la prima volta Djokovic, e lo fa DOMINANDO! Che partita, che soddisfazione!!! BRAVO!

    Novak Djokovic vs Matteo Berrettini ATP Doha Novak Djokovic [3]62 Matteo Berrettini76 Vincitore: Berrettini ServizioSvolgimentoSet 2N. Djokovic 15-0 15-15 15-30 30-30 30-40 40-40 A-40 40-40 40-A2-5 → 2-6M. Berrettini 0-15 0-30 15-30 30-30 40-30 ace 40-40 A-402-4 → 2-5N. Djokovic 15-0 30-0 40-01-4 → 2-4M. Berrettini 0-15 15-15 30-15 40-15 ace 40-301-3 → 1-4N. Djokovic 15-0 ace 15-15 30-15 40-150-3 → 1-3M. Berrettini 15-0 ace 40-0 ace ace0-2 → 0-3N. Djokovic 15-0 15-15 30-15 40-15 40-30 40-40 40-A0-1 → 0-2M. Berrettini 15-0 15-15 15-30 30-30 40-300-0 → 0-1ServizioSvolgimentoSet 1Tiebreak0*-0 0-1* 0-2* 0*-3 1*-3 2-3* 2-4* 3*-4 3*-5 4-5* 4-6*6-6 → 6-7M. Berrettini 15-0 30-0 40-0 ace6-5 → 6-6N. Djokovic 15-0 30-0 40-0 ace5-5 → 6-5M. Berrettini 0-15 15-15 30-15 ace 40-15 ace5-4 → 5-5N. Djokovic 15-0 15-15 30-15 30-30 40-304-4 → 5-4M. Berrettini 15-0 ace 30-0 40-04-3 → 4-4N. Djokovic 15-0 ace 30-0 ace 40-0 ace3-3 → 4-3M. Berrettini 0-15 15-15 15-30 15-40 30-40 ace 40-40 40-A df 40-40 ace A-403-2 → 3-3N. Djokovic 0-15 df 0-30 0-40 15-40 30-40 ace 40-40 ace A-40 40-40 A-402-2 → 3-2M. Berrettini 15-0 30-0 40-0 ace2-1 → 2-2N. Djokovic 15-0 30-0 40-0 ace1-1 → 2-1M. Berrettini 0-15 15-15 30-15 40-15 ace 40-301-0 → 1-1N. Djokovic 0-15 15-15 30-15 40-150-0 → 1-0

    Statistica
    Djokovic 🇷🇸
    Berrettini 🇮🇹

    STATISTICHE DI SERVIZIO

    Valutazione del servizio
    268
    316

    Ace
    9
    13

    Doppi falli
    1
    1

    Prima di servizio
    45/65 (69%)
    47/63 (75%)

    Punti vinti sulla prima
    38/45 (84%)
    40/47 (85%)

    Punti vinti sulla seconda
    6/20 (30%)
    8/16 (50%)

    Palle break salvate
    4/6 (67%)
    3/3 (100%)

    Giochi di servizio giocati
    10
    10

    STATISTICHE DI RISPOSTA

    Valutazione della risposta
    65
    139

    Punti vinti sulla prima di servizio
    7/47 (15%)
    7/45 (16%)

    Punti vinti sulla seconda di servizio
    8/16 (50%)
    14/20 (70%)

    Palle break convertite
    0/3 (0%)
    2/6 (33%)

    Giochi di risposta giocati
    10
    10

    STATISTICHE DEI PUNTI

    Punti vinti al servizio
    44/65 (68%)
    48/63 (76%)

    Punti vinti in risposta
    15/63 (24%)
    21/65 (32%)

    Totale punti vinti
    59/128 (46%)
    69/128 (54%) LEGGI TUTTO

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    Djokovic sul caso Sinner: “La maggioranza dei giocatori non sono contenti di come è stato gestito il procedimento, è ora di cambiare”

    Novak Djokovic

    Novak Djokovic parla da Doha poco prima di tornare in campo (domani nel pomeriggio, contro Berrettini) e lo fa tuonando contro il sistema, e anche attaccando Sinner per “favoritismo”. Per il serbo è tempo di cambiare perché il tennis ne esce male come immagine dopo i casi di Swiatek e Sinner, e i procedimenti che hanno portato ai brevi stop per i due numeri uno hanno  scontentato tutti. Questi o passaggi più salienti del pensiero di Djokovic.
    “I casi doping di Jannik Sinner e Iga Swiatek, due numeri uno del mondo, hanno attirato moltissima attenzione: non è una bella immagine per il tennis” afferma Djokovic. “In spogliatoio parlo con tutti e la maggioranza dei giocatori con cui mi sono confrontato negli ultimi mesi non sono contenti della gestione di tutto il procedimento. La maggioranza pensa che non sia giusto, che ci sia stato del favoritismo. Il messaggio che passa è che se sei un top player che può permettersi avvocati di grido puoi quasi condizionare la sentenza“.
    Una frase quest’ultima piuttosto pesante, ma discutibile: in realtà la unica sentenza è stata quella del tribunale indipendente dopo il procedimento della ITIA, e che la WADA è arrivata alla stessa conclusione (non c’è doping e dolo per Sinner), quindi pare difficile sostenere le parole di Djokovic. Altro discorso quello della responsabilità oggettiva, prevista dal regolamento e sul quale WADA si è aggrappata, arrivando ad una transazione con Sinner, si badi bene, non sentenza. È una differenza enorme. Inoltre, parlando di accordo, questo si stipula tra le parti e quindi parlare di uniformità in questa fattispecie è molto difficile se non impossibile, visto che i casi sono tra loro naturalmente diversi.
    Djokovic continua: “Swiatek e Sinner sono innocenti, è stato dimostrato fino a prova contraria. Sinner è stato sospeso per tre mesi per colpa di errori e negligenza dei membri del suo team, ma stanno lavorando nel circuito, questo è qualcosa che molti giocatori, anche io, troviamo molto strano“. In realtà è solo uno, Umberto Ferrara, ancora attivo sul tour, insieme a Matteo Berrettini, non Giacomo Naldi.
    “C’è davvero poca uniformità tra i diversi casi” afferma Novak. “Abbiamo visto come Simona Halep, Tara Moore e altri giocatori meno conosciuti hanno lottato per molto tempo, anni, per risolvere il proprio caso, o hanno ricevuto sospensioni per molto tempo”.
    Per il serbo è tempo di voltare pagina: “Ritengo che questo sia proprio il momento migliore per affrontare il problema e cambiare il sistema, è chiaro che il sistema e la sua struttura non funzionano come tutti noi vorremmo. Nel futuro deve esser trovato un modo migliore per gestire i procedimenti. Dobbiamo ricordare che Swiatek e Sinner erano i numeri uno al mondo quando sono state annunciate le loro positività, non è una cosa buona per il nostro sport, per questo è necessario che tutti insieme possiamo trovare una strategia migliore per il futuro”.
    “La poca coerenza porta frustrazione tra i giocatori: quando ogni caso viene trattato a suo modo, non ci sono né trasparenza né coerenza. Alcuni casi sono trasparenti, altri no. Sappiamo che c’è una regola poco chiara in merito al tempo nel quale si deve dare informazioni quando si è in possesso di una sostanza contaminata, un tempo ragionevole, ma qual è questo tempo ragionevole? In un caso la contaminazione può essere maggiore, in altri casi di meno. Il problema adesso è la carenza di fiducia tra i giocatori, sia uomini che donne, nei confronti della WADA, dell’ITIA e dell’intero processo” conclude il serbo.
    Marco Mazzoni  LEGGI TUTTO

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    Djokovic contrattacca da Doha: “Ho mostrato la risonanza come risposta alle accuse”

    Novak Djokovic

    Ricordate l’attacco frontale di John McEnroe a Novak Djokovic nel corso del match contro Alcaraz agli ultimi Australian Open? Se n’è ricordato molto bene il serbo che, parlando da Doha alla stampa del suo paese appena prima del rientro in competizione, ha sferrato un contrattacco all’ex campione newyorkese, senza in realtà nominarlo ma con riferimenti chiari.
    McEnroe stava commentando in diretta la partita di Djokovic contro Alcaraz. Quando il serbo ha mostrato dei problemi muscolari nel primo set, uscendo dal campo alla fine del set, John ha affermato in modo perentorio “Non è la prima volta che vediamo questa routine. Non fatevi ingannare”, ipotesi poi confermata dalla rimonta e vittoria di “Nole” contro lo spagnolo.
    Il serbo si ritirò in semifinale contro Zverev, dopo un set giocato tutto sommato piuttosto bene, quindi nei giorni successi postò sui propri canali social la foto di una risonanza magnetica con l’evidenza dell’infortunio patito, una risposta a tutti coloro – tantissimi sul web – che avevano messo in dubbio le sue condizioni. Adesso in quel di Doha ecco che il 24 volte campione Slam ha risposto a quella faccenda, con un chiaro riferimento alle parole di McEnroe e sul perché abbia deciso di pubblicare l’esame medico sui social, con un messaggio polemico a corredo.
    “Sono stato provocato dal fatto che diverse volte in Australia mi sono infortunato, nel ’21 e ’23”, afferma il numero 7 del mondo ai giornalisti serbi. “Non posso dire tutti, ma ho sentito che un gruppo abbastanza nutrito di persone pensava che tutto questo non fosse vero e che i miei infortuni fossero in realtà una sorta di provocazione da parte mia o per giocare in modo strategico con la testa dei miei avversari. Non avrei reagito se alcune leggende del nostro sport non avessero affermato questo”. Ecco il riferimento a McEnroe.
    Continua poi Novak: “Penso che quando queste cose rimangono sui social, va bene; ma quando la faccenda si intensifica al punto che le persone arrivano a mettere in dubbio la mia integrità e la credibilità di ciò che ho detto, e soprattutto quando tutto nasce da persone che sono davvero leggende dello sport e che hanno un pubblico di milioni di ascoltatori in diretta nel corso delle partite, allora ho sentito il bisogno di reagire, di mostrare l’esito della risonanza magnetica”.
    Mario Cecchi LEGGI TUTTO