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    Stoner e il retroscena sulla Ducati: “Dovevo fare da apripista a Melandri”

    ROMA – La storia del motociclismo racconta di un Casey Stoner che è riuscito a vincere due titoli Mondiali in MotoGP, ma le cose sarebbero anche potuto andare diversamente. Il pilota australiano, infatti, prima di approdare alla Ducati, squadra con cui ha portato a casa il suo primo alloro, è passato per la Honda. Questo trasferimento è arrivato soltanto dopo il suo mancato passaggio in Yamaha, che avrebbe dovuto lanciare Stoner nella classe regina dandogli spazio in un team satellite e poi in quello ufficiale.
    Stoner: “Potevo andare in Yamaha”
    “Il mio trasferimento alla Ducati doveva essere soltanto temporaneo, ero solo un sostituto ed avrei dovuto fare da apripista per l’arrivo di Marco Melandri. Alla fine ho vinto il Mondiale e le cose sono cambiate. Nel 2005 avrei dovuto firmare con la Yamaha per il mio approdo in MotoGP, ma non se ne fece più nulla”. Queste le dichiarazioni rilasciate dall’ex pilota della Ducati, Casey Stoner, nel corso di un’intervista concessa a TNT Sports, in merito al suo passato vincente nel team di Borgo Panigale. LEGGI TUTTO

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    MotoGP, Stoner punge la Ducati: “Hanno la moto più forte, ma…”

    ROMA – Dopo un fine settimana di pausa, la MotoGP è pronta a tornare in pista per le ultime tre gare della stagione, che consegneranno il titolo di campione del mondo ad uno tra Francesco Bagnaia e Jorge Martin. In ogni caso la Ducati potrà festeggiare, anche se il team ufficiale potrebbe ricevere uno smacco in caso di vittoria del pilota della Pramac. L’australiano Casey Storner, anche in quest’ottica, ha espresso un parere critico nei confronti della Ducati per la gestione di alcuni episodi.
    Stoner: “In Ducati cercano di controllare tutto”
    Il due volte campione del mondo di MotoGP, Casey Stoner, nel corso di un’intervista rilasciata a TNT Sports, ha criticato duramente la Ducati per la gestione di determinate situazioni: “Ogni volta entrano nel paddock ed iniziano ad andare su e giù per parlare con tutte le squadre, non si tratta solo di chiedere ad un pilota di creare problemi con i compagni di squadra. Cercano di controllare tutto quanto e so che è una cosa che non piace neanche a Bagnaia. In Ducati mettono troppo stress, dovrebbero migliorare. Inoltre pur avendo la moto più forte hanno fatto fatica a vincere il titolo”. LEGGI TUTTO

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    MotoGP, Stoner storce il naso: “Oggi a dominare è l’elettronica”

    ROMA – L’avvento dell’elettronica ha, ormai da qualche anno, monopolizzato il mondo del motorsport. In particolare la MotoGP e la Formula1 si sono sempre più spinte verso l’utilizzo delle nuove tecnologie, riscontrando pareri favorevoli e contrari. Uno dei personaggi che più ostili ad accettare questo sostanziale cambiamento è stato ed è ancora oggi, Casey Stoner: pilota australiano, due volte campione del mondo della classe regina (nel 2007 con la Ducati e nel 2011 con la Honda), ritiratosi subito dopo il successo con la casa giapponese, proprio a causa dell’elevato sviluppo della MotoGP. La costante ricerca della moto perfetta, secondo Stoner, avrebbe contribuito a nascondere i difetti dei piloti e compromesso lo spettacolo in pista. Concetto ribadito dal pilota australiano nel coros di un’intervista rilasciata a Fox Sports: “L’elettronica domina la MotoGP in questo momento”.  LEGGI TUTTO

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    MotoGP, Stoner: “Bezzecchi avvantaggiato se ci fosse meno elettronica”

    ROMA – “Bezzecchi mi è piaciuto dalla prima volta che l’ho visto guidare”. A parlare così del pilota della Ducati del VR46 Racing Team è l’ex campione del mondo Casey Stoner, il quale, direttamente dal 30° anniversario del Goodwood Festival of Speed, ai microfoni di Speedweek ha aggiunto: “Il suo stile di guida gli permette di gestire il grip in maniera unica: penso che avrebbe un vantaggio sui rivali se si cominciasse a correre senza il controllo di trazione”. Parole importanti di elogio, quelle dell’ex pilota Ducati, nei confronti di un pilota come Marco Bezzecchi, in lotta per provare a vincere il titolo.  LEGGI TUTTO

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    MotoGP, Haro e il retroscena su Stoner: “In Ducati per una firma di Checa su un tovagliolo”

    ROMA – La storia recente della MotoGP vede tra i suoi protagonisti più splendenti Casey Stoner, a partire dal binomio perfetto formato con Ducati. Il pilota australiano, dopo un anno da rookie con la Honda del team Lcr, è approdato nella scuderia di Borgo Panigale nel 2007, vincendo subito il titolo di campione del mondo della classe regina. Eppure, il modo in cui si è arrivati alla firma del contratto è stato abbastanza rocambolesco. A raccontare l’episodio è Oscar Haro in un’intervista rilasciata al canale Twitch di Nico Abad: “Livio Suppo (in quegli anni dirigente Ducati) voleva ingaggiare Stoner, ma Casey aveva un contratto biennale con Hrc. Dopo un incontro in Portogallo, Cecchinello è venuto incontro alla sua proposta: ‘So che il sogno di Casey è quello di diventare un pilota ufficiale. Non ho intenzione di rovinargli la vita, anche se è legato a noi per un altro anno'”. Il problema, a questo punto, era quello di trovare un pilota per il team Lcr: Sete Gibernau, infatti, non era intenzionato ad accettare la sistemazione.
    La mossa di Ramon Forcada
    Lo spagnolo, due volte campione iridato, aveva un ingaggio troppo elevato: “Gli abbiamo spiegato che eravamo una squadra satellite e non avevamo un budget infinito, ma avrebbe potuto gareggiare con una Honda gommata Michelin. Lui si è impuntato e abbiamo lasciato perdere”, spiega Haro. Che quindi rivela l’intuizione di Ramon Forcada, che ha proposto il nome di Carlos Checa: “Era al bar dell’hotel. Gli ho chiesto se voleva guidare la nostra moto. Mi ha chiesto se fosse una Honda gommata Michelin, la migliore in quel momento. Quando ho annuito, mi ha detto: ‘Dammi un tovagliolo e firmiamo’”.  LEGGI TUTTO

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    MotoGP, Haro: “Stoner in Ducati grazie ad una firma di Checa su un tovagliolo”

    ROMA – Casey Stoner-Ducati, un binomio che ha segnato irrimediabilmente la storia moderna della MotoGP. Il pilota australiano, dopo un anno da rookie con la Honda del team Lcr, è approdato nella scuderia di Borgo Panigale nel 2007, vincendo subito il titolo di campione del mondo della classe regina. Eppure, il modo in cui si è arrivati alla firma del contratto è stato abbastanza rocambolesco. A raccontare l’episodio è Oscar Haro in un’intervista rilasciata al canale Twitch di Nico Abad: “Livio Suppo (in quegli anni dirigente Ducati) voleva ingaggiare Stoner, ma Casey aveva un contratto biennale con Hrc. Dopo un incontro in Portogallo, Cecchinello è venuto incontro alla sua proposta: ‘So che il sogno di Casey è quello di diventare un pilota ufficiale. Non ho intenzione di rovinargli la vita, anche se è legato a noi per un altro anno'”. Il problema, a questo punto, era quello di trovare un pilota per il team Lcr: Sete Gibernau, infatti, non era intenzionato ad accettare la sistemazione.
    L’intuizione di Forcada
    Lo spagnolo, due volte campione iridato, aveva un ingaggio troppo elevato: “Gli abbiamo spiegato che eravamo una squadra satellite e non avevamo un budget infinito, ma avrebbe potuto gareggiare con una Honda gommata Michelin. Lui si è impuntato e abbiamo lasciato perdere”, spiega Haro. Che quindi rivela l’intuizione di Ramon Forcada, che ha proposto il nome di Carlos Checa: “Era al bar dell’hotel. Gli ho chiesto se voleva guidare la nostra moto. Mi ha chiesto se fosse una Honda gommata Michelin, la migliore in quel momento. Quando ho annuito, mi ha detto: ‘Dammi un tovagliolo e firmiamo’”.  LEGGI TUTTO

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    MotoGp, Stoner: “Dopo le vittorie nei Gp feste esagerate dei piloti europei”

    ROMA – Casey Stoner ha raccontato un altro aneddoto riguardante i propri rivali di una volta. Questa volta l’australiano è infatti tornato, ai microfoni del podcast Gypsy Tales, sull’atteggiamento dei pilori europei, come Valentino Rossi, Dani Pedrosa e Jorge Lorenzo: “Tutto era pianificato per la festa dopo un Gran Premio, a partire dall’outfit. Si preparavano molto e l’obiettivo era mostrare all’avversario che aveva perso. Questo mi ha influenzato, ma non tanto per le celebrazioni in sé, quanto le cose che poi succedevano sul podio. Sembrava che il vincitore avesse conquistato il Mondiale e non solo una gara”.
    Il racconto di Stoner
    Festeggiamenti esagerati che, per il due volte campione del mondo in MotoGp, non erano però sono espressione di gioia per una gara vinta, ma che servivano a sottolineare il fallimento sportivo dell’avversario. “I giochetti mentali mi hanno sorpreso perché erano insoliti, ma da ciò ho imparato tanto. Io però ero contento per i miei avversari quando vincevano, anche se loro non lo capivano. Lorenzo e Pedrosa mi domandavano il motivo della mia felicità per le loro vittorie. Loro erano sospettosi, ma a me non importava delle loro strategie mentali”, ha infatti detto, concludendo, Stoner. LEGGI TUTTO

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    MotoGp, Stoner: “Da piloti europei festeggiamenti esagerati dopo Gp vinti”

    ROMA – Non è la prima volta che la visione di Casey Stoner si scontra con quella dei piloti europei, il cui atteggiamento dopo le vittorie non è piaciuto all’ex Ducati. L’australiano ha infatti criticato l’atteggiamento dei suoi rivali del continente, come Valentino Rossi, Dani Pedrosa e Jorge Lorenzo, ai microfoni del podcast Gypsy Tales: “Tutto era pianificato per la festa dopo un Gran Premio, a partire dall’outfit. Si preparavano molto e l’obiettivo era mostrare all’avversario che aveva perso. Questo mi ha influenzato, ma non tanto per le celebrazioni in sé, quanto le cose che poi succedevano sul podio. Sembrava che il vincitore avesse conquistato il Mondiale e non solo una gara”.
    Le parole di Stoner
    Festeggiamenti esagerati che per Stoner non erano però sono espressione di gioia per una gara vinta, ma che servivano a sottolineare il fallimento sportivo dell’avversario. “I giochetti mentali mi hanno sorpreso perché erano insoliti, ma da ciò ho imparato tanto. Io però ero contento per i miei avversari quando vincevano, anche se loro non lo capivano. Ricordo che Lorenzo e Pedrosa mi chiedevano perché fossi veramente contento per i loro trionfi. Loro invece avevano sospetti, ma io delle loro strategie mentali non volevo sapere nulla”, ha infatti concluso il due volte campione del mondo in MotoGp. LEGGI TUTTO