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    Tennis, niente Wimbledon e Olimpiadi di Tokyo per Nadal. Ecco le parole del tennista spagnolo

    Clamorosa notizia che sconvolge tutti i tifosi dell’attuale numero 3 al mondo Rafael Nadal. Il tennista spagnolo ha annunciato che non parteciperà alla prossima edizione di Wimbledon, che si disputerà dal 28 giugno al 11 luglio. Inoltre, non parteciperà neanche ai Giochi Olimpici di Tokyo, previsti dal 24 al 30 luglio. Come ha comunicato sui vari profili social, la difficile scelta è stata presa per motivi fisici. Per Nadal sarà importante selezionare i tornei da giocare e questa volta ha scelto di non prendere parte ai due tornei più prestigiosi. Ecco di seguito le parole di Rafael Nadal.

    Le parole di Rafael Nadal
    “Ciao a tutti. Voglio informarvi che ho deciso di non partecipare alla prossima edizione di Wimbledon che si terrà dal 28 giugno all’11 luglio. Né giocherò ai Giochi Olimpici finalmente previsti per il 24-30 luglio. È una decisione che non è mai facile prendere e dopo aver ascoltato il mio corpo e parlato con la mia squadra, ho capito che è la decisione giusta per estendere la mia carriera sportiva e continuare a fare ciò che mi rende felice; competere al massimo livello e continuare a sfide professionali e personali al massimo livello in modo competitivo. Il fatto che ci siano solo due settimane tra Roland Garros e Wimbledon quest’anno, non ha aiutato il mio corpo a recuperare dalla stagione sempre esigente della terra montana. Sono stati due mesi di grande sforzo e la decisione che prendo è concentrata sul medio e lungo termine. In questi momenti della mia carriera di atleta, una parte importante è la prevenzione da qualsiasi tipo di eccessi nel mio corpo che potrebbero impedire di continuare a lottare nel medio e lungo termine per i titoli. Voglio mandare un saluto speciale a tutti i miei fan nel mondo, a quelli nel Regno Unito e in Giappone. I giochi olimpici hanno significato molto nella mia carriera e sono sempre stati una priorità come atleta, dove ho trovato l’ambiente che ogni atleta vuole provare almeno una volta nella sua carriera. Personalmente ho avuto la fortuna di viverli intensamente in tre occasioni e in più essere il porta bandiera del mio paese.” LEGGI TUTTO

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    Olimpiadi di Tokyo, domani le liste a 20 delle nazionali azzurre

    Di Redazione Domani i commissari tecnici Gianlorenzo Blengini e Davide Mazzanti comunicheranno le liste a 20 atleti/e delle nazionali italiane per i Giochi Olimpici di Tokyo 2020. Da questi elenchi verranno poi scelti i 12 azzurri e le 12 azzurre che parteciperanno all’Olimpiade, in programma nella capitale giapponese dal 23 luglio all’8 agosto 2021.   (Fonte: comunicato stampa) LEGGI TUTTO

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    Jiri Kovar: “Le Olimpiadi? Ce la metterò tutta per convincere Blengini”

    Di Redazione Jiri Kovar, dopo i vari problemi fisici che lo hanno condizionato nelle ultime stagioni, è tornato in Nazionale. Per lui sarebbe un sogno andare alle Olimpiadi di Tokyo, come lo stesso schiacciatore azzurro ha dichiarato nell’intervista rilasciata a Il Resto del Carlino Macerata. Kovar, la convocazione è la ciliegina sulla torta in una stagione già ricca di successi, prima la Coppa Italia e poi lo Scudetto. Non si può nemmeno dire è che un “favore” di Blengini che l’ha avuta alla Lube. L’aveva già chiamata un anno, giusto?  “Mi aveva preso in considerazione per le Olimpiadi 2020 poi rinviate. Ora ecco di nuovo l’occasione un anno dopo. Anzi mi aveva contattato da ct della Nazionale quasi alla fine di ogni stagione, ma avevo sempre risposto di no perché avevo problemi fisici. Non potevo compromettere il club, non potevo rischiare nei confronti della Lube di peggiorare la mia situazione fisica”. Lei fa parte del gruppo dei big, il sogno naturalmente è di essere nel gruppo per le Olimpiadi di Tokyo. “Chiaro che ce la metterò tutta per convincere Blengini. È il sogno di ogni atleta che gioca a pallavolo o altri sport”. Per lei c’è una motivazione in più, oltre all’età che potrebbe non ridate chance future, c’è da “vendicare” l’infortunio del 2016. “A Rio de Janeiro non andai perché mi ruppi il ginocchio e quindi per me sarebbero i primi giochi olimpici”. Il ct Blengini ha dichiarato che l’Italia dovrà avere la mentalità della Lube che ha appena condotto al tricolore, capace di soffrire, resistere e reagire. Siamo vicecampioni in carica ma anche ritenuti più deboli rispetto ad altre 3-4 nazionali. Possiamo competere con le più forti ed ambire alla medaglia? “Da quando Chicco è tornato a Civitanova abbiamo sempre lottato, l’Italia dovrà avere un po’ di fortuna nel girone, una volta che passi gli ottavi basta poco per arrivare in finale con gare secche. La Polonia è la favorita e sulla carta anche Brasile, Russia, Stati Uniti e Francia sono più forti, ma nello sport può succedere di tutto”. LEGGI TUTTO

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    “Appassionarti”, al via le votazioni del disegno per la protesi sportiva di Silvia Biasi

    Di Redazione Entra nel vivo “Appassionarti”, il progetto nato in collaborazione tra la Federazione Italiana Pallavolo, Comitato Italiano Paralimpico e Centro Protesi Inail per scegliere un disegno da applicare sulla protesi sportiva del libero della Nazionale Femminile di Sitting Volley, Silvia Biasi, che in estate farà l’esordio nei Giochi Paralimpici. Tutti i disegni pervenuti da oggi sono visibili all’interno di una gallery della pagina Facebook del progetto e votabili fino al 12 maggio dagli appassionati che, attraverso i propri like e preferenze, stileranno una classifica dei contenuti più apprezzati.Dopo il lancio del contest, avvenuto il primo marzo scorso, sono dunque pervenute via e-mail e secondo la procedura prevista dal regolamento ben 278 “opere”.I disegni sono stati suddivisi in due sezioni: la prima per elaborati prodotti dai bambini e ragazzi fino alla terza media e la seconda per elaborati eseguiti da ragazzi e disegnatori con più di 14 anni. Al termine delle votazioni, tra i primi 8 classificati (2 della categoria under 14 e 6 provenienti da quella over 14), la Nazionale Italiana femminile di Sitting Volley selezionerà il disegno che sarà applicato sulla protesi sportiva di Silvia Biasi che utilizzerà durante le partite nei Giochi Paralimpici. Il disegno più votato verrà, inoltre, premiato con dei gadget e una maglia della Nazionale di Sitting Volley firmati Erreà, sponsor tecnico delle nazionali di pallavolo e sitting. Numerosi sono stati i bambini e i ragazzi di tutta Italia che hanno preso parte al contest: dietro ogni disegno ci sono storie bellissime che hanno emozionato le atlete azzurre. Per questo, tutti i disegni che avranno partecipato al concorso saranno poi esposti in occasione delle competizioni ufficiali di Sitting Volley (finale Coppa Italia e Supercoppa, finali scudetto) e in una gallery multimediale di Sintomi di Felicità. Per votare i disegni preferiti (QUI). Segui tutti gli aggiornamenti sui profili social ufficiali del progetto: Facebook e Instagram Sintomi di Felicità L’Associazione di Promozione Sociale “Sintomi di Felicità” fondata da Marco Voleri nel 2013 trova la sua ragione di esistere nella realizzazione, organizzazione e gestione di iniziative finalizzate alla promozione della cultura e della educazione in ambito artistico in territorio italiano ed estero. In particolare, gli obbiettivi sono quelli di favorire e promuovere la sensibilizzazione riguardo al tema Sclerosi Multipla. Il fine principale è comunicare come, attraverso la debolezza della malattia, si possa trasmettere la forza di poter vivere pienamente la vita, la volontà di nutrire una speranza, di riuscire a realizzare comunque un sogno. Tutto questo attraverso il veicolo della musica classica e lirica, fortemente empatica per vocazione, con il duplice risultato di sensibilizzare il pubblico sia sul piano artistico – culturale che sulla conoscenza del mondo SM. (Fonte: comunicato stampa) LEGGI TUTTO

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    Sara Franceschi a SuperNews: “A Tokyo 2020 una Sara protagonista. Obiettivo? Disputare una finale olimpica”

    SuperNews ha avuto il piacere di intervistare Sara Franceschi, nuotatrice livornese classe 1999. La giovane mistista, nella prima giornata degli Assoluti primaverili, a marzo, ha centrato la qualificazione alle Olimpiadi di Tokyo 2020, nei 400 misti, con il tempo di 4’37”0. Per la Franceschi non si tratta di una novità, dal momento che nel 2016 è stata la più giovane atleta della spedizione azzurra alle Olimpiadi brasiliane di Rio. Ai nostri microfoni, Sara ci ha raccontato in che modo la giovane nuotatrice di Rio 2016 sia adesso più cosciente, più grande e consapevole dei propri mezzi per raggiungere un grande obiettivo: una finale a Tokyo 2020.

    Sara, come nasce l’amore per il nuoto?Fin da piccola ho sempre nuotato. Vivendo a Livorno, città di mare, i miei genitori volevano che io sapessi nuotare. Come la maggior parte delle bambine, da piccola praticavo anche danza, contemporaneamente al nuoto. Poi, in prima media, decisi di intraprendere la sola strada del nuoto per vari motivi: la scuola era diventata più impegnativa, a danza non eccellevo particolarmente e mi divertivo moltissimo in piscina con i miei compagni di nuoto.
    Come ti sei sentita ad essere la più giovane atleta della spedizione azzurra alle Olimpiadi brasiliane di Rio 2016?Rio 2016 è stato un sogno. Ero un po’ la “mascotte” della spedizione azzurra, essendo la più piccola atleta che l’Italia portava all’Olimpiade. È stata un’esperienza indimenticabile, perché l’Olimpiade, per me ma credo per ogni sportivo, è l’ambizione più grande da realizzare. Inoltre, ritrovarsi in un villaggio popolato da atleti provenienti dalle più varie discipline sportive e nazioni è surreale, un’atmosfera completamente diversa dal solito. Ero davvero piccola, non mi rendevo bene conto di dove mi trovassi. Rio è stata una parentesi davvero fantastica.
    Hai centrato la qualificazione per Tokyo 2020, nei 400 misti, con il tempo di 4’37”0, nella prima giornata degli Assoluti primaverili, nella «bolla acquatica» dello Stadio del Nuoto di Riccione. Cosa ti aspetti dalla prossima esperienza olimpica? Quale risultato ti auguri?Sicuramente, nella mia seconda e prossima Olimpiade, vivrò il tutto in maniera più concreta, sarò più protagonista. Non sono più la bambina di Rio, ma un’atleta di 22 anni che ha conquistato meritatamente questo pass olimpico. L’obiettivo è quello di dare il massimo. Ho tempo per prepararmi, dal momento che mi sono qualificata a marzo. Noi, come Nazionale, potevamo provare a rifare il tempo a giugno, al Settecolli, ma, avendolo fatto prima, ho il tempo di realizzare e prepararmi al meglio. Spero di dare il mio massimo e di arrivare in una finale a Tokyo 2020. Visto il tempo realizzato a marzo, non credo sia così impossibile. Vedremo cosa succederà.
    In cosa è cambiata Sara di Rio 2016 rispetto a Sara di Tokyo 2020?Sara di Rio 2016 era una bambina ancora incosciente, che aveva ottenuto dei buoni risultati nelle Nazionali Giovanili, ma che non era ancora entrata nel mondo dei grandi, dei professionisti. A partire dal 2018, dopo la maturità, ho iniziato a dedicarmi completamente al nuoto, allenandomi intensamente, mattina e pomeriggio. Avevo capito che in me c’era qualcosa, che potevo realizzare qualcosa di importante, così ci ho creduto, non ho mollato, neanche durante il difficile periodo della quarantena. Alle Olimpiadi di Tokyo 2020 parteciperà una Sara più grande, più consapevole e con la voglia di dare il proprio massimo. Mi sono tanto allenata per questo, e spero di riuscire nel mio obiettivo.
    In quale stile ti senti più forte?Gli stili in cui sono più forte sono sempre stati rana e dorso. Un nuotatore può diventare mistista perché i due stili principali, al centro della gara, sono quelli che poi ti permettono di fare risultato. Poi, delfino e stile libero sono quelli che, con gli anni e acquisendo più forza, ho perfezionato e migliorato, cimentandomi di conseguenza in tutti e quattro gli stili. Tuttavia, dorso e rana rimangono il mio pezzo forte.
    C’è un nuotatore o una nuotatrice fonte di ispirazione per te?Sicuramente Federica Pellegrini per la Nazionale Italiana. Ho avuto la possibilità di allenarmi con lei e, nonostante abbia 33 anni, Federica non molla mai un metro, è sempre lì a competere, a gareggiare anche in allenamento. Per questo, la ammiro molto, è un esempio da seguire.
    In che modo ti stai allenando attualmente? Hai già iniziato una preparazione particolare in vista di Tokyo 2020?Sì, l’ho già iniziata. Dopo gli Assoluti, sono stata ferma soltanto nei due giorni di Pasqua e Pasquetta, per poi subito ripartire con gli allenamenti. Le gare sono terminate sabato e già mercoledì siamo partiti e arrivati a Livigno per iniziare il collegiale in altura, che a noi nuotatori serve a riossigenare il sangue. Siamo ad alta quota, in montagna, e per due settimane e mezzo rimarrò qui. Dopodiché, a maggio parteciperò agli Europei di Budapest, e continuerò poi gli allenamenti a casa, nella vasca da 50 metri, in vista dell’Olimpiade che inizierà a fine luglio.
    Come ci si sente a rappresentare la propria nazione ad una competizione prestigiosa come le Olimpiadi?E’ veramente bellissimo. Noi della Nazionale Nuoto, poi, siamo un gruppo molto affiatato, unito, ci facciamo forza l’un l’altro anche in allenamento. Quando ho partecipato alle Universiadi nel 2019, a Napoli, gareggiare in Italia è stato veramente emozionante: avevi tutto il pubblico che tifava per te, un calore incredibile. Gli italiani, nonostante non potranno essere fisicamente presenti alle Olimpiadi quest’anno, faranno sicuramente un gran tifo da casa che arriverà e che sentiremo fino a Tokyo. LEGGI TUTTO

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    Imoco, Egonu: “Il nostro sogno è tramutare in oro quell’argento di Yokohama”

    Di Redazione
    Una delle giocatrici più forti al mondo con la sua forza e la sua tenacia è pronta per l’estate azzurra anche se per ora la testa è rivolta alla fine del campionato. Paola Egonu, opposto della Nazionale Italiana e dell’Imoco Volley Conegliano punta lo sguardo verso le Olimpiadi di Tokyo rimandate di un anno a causa della pandemia. Ecco la sua bella intervista rilasciata al quotidiano La Repubblica.
    Il presidente del Coni Malagò, in un’intervista a ‘Repubblica’, ha parlato di “un nome a sorpresa” che ha in mente per il ruolo di portabandiera nella cerimonia di apertura dell’Olimpiade di Tokyo. E se quel nome fosse il suo? «Mi piacerebbe, sarebbe un onore immenso. Ma io non ho saputo nulla e non ho parlato con nessuno. Però ci spero, è chiaro. Bello, bello. Ma dobbiamo aspettare. Come si fa a non emozionarsi, al solo pensiero di rappresentare un Paese, il tuo Paese?».
    Tutto questo è iniziato molto lontano da qui. In Giappone, durante il Mondiale 2018, chiuso con una finale persa all’ultimo punto dell’ultimo set. È stata la sua svolta? «Una grande botta ma anche una svolta per tutte noi e il coronamento di un lavoro di prospettiva che ancora però deve arrivare a compimento».
    Tokyo è il punto di arrivo? «Il nostro sogno, il nostro grandissimo desiderio è tramutare in oro quell’argento di Yokohama. Si gioca poco lontano dal palazzetto del Mondiale. Torniamo in Giappone per prenderci qualcosa di più grande di quel che abbiamo perso allora».
    La Nazionale, causa pandemia, non gioca da un anno. Le manca? «Moltissimo, sopra ogni cosa».
    Anche a Tokyo probabilmente si giocherà a porte chiuse. «Lo so, e mi dispiace, perché avrei voluto la mia famiglia a tifare per me. Ma se è necessario, se questo potrà salvare l’Olimpiade, lasciamo che sia. Ho 22 anni, la prossima è fra 3, avremo altre occasioni. L’Olimpiade ora, pur nella difficoltà del momento, darebbe un segnale di speranza a tutto il mondo».
    Pensa che gli atleti olimpici debbano essere vaccinati in maniera prioritaria? «Sono favorevole al fatto che gli atleti possano fare il vaccino. La gente sa cosa stiamo andando a giocarci, e sarebbe come se ci dicesse “andate lì e fate qualcosa di straordinario anche per noi”. Sarebbe importante, credo, a titolo di esempio per tutti. Come dire: vaccinarsi è importante. Ma decide la politica».
    Il ricco Fenerbahfe la vorrebbe in Turchia ed è pronto a offrirle uno stipendio da un milione di euro. Lei che dice? Accetta? «La cifra è importante, ma nella mia visione delle cose vengono prima altri aspetti: la crescita personale e tecnica, l’amicizia, il sentirmi a mio agio. Ho bisogno di certezze e a Conegliano ne ho tante, ho tutto quello che voglio».
    Esprima un desiderio. «Respirare serenamente, senza mascherine. E rivedere i palazzetti pieni. Sarò superemozionata e supernervosa quel giorno. Sarà come agli inizi. Sarà come tornare a giocare per la prima volta». LEGGI TUTTO

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    Cacciatori: “Non riesco a immaginare i nostri atleti senza il tricolore alle Olimpiadi”

    Di Redazione
    Mancano davvero poche ore per emanare il decreto legge che sancisca l’autonomia del Coni o ai Giochi di Tokyo l’Italia andrà senza inno, senza bandiere e senza squadre. Il Cio si riunirà domani, mercoledì 27 gennaio, e se non si arrivasse ad una quadra, potrebbero scattare le sanzioni contro l’Italia, per aver violato le regole contenute nella Carta Olimpica, il documento che determina principi e statuti del movimento olimpico. 
    A parlare di questa situazione che ha dell’incredulo, anche Maurizia Cacciatori icona della pallavolo italiana che fece parte della spedizione azzurra alle Olimpiadi di Sydney del 2000, nell’intervista rilasciata a Tuttusport.
    Cacciatori, che esperienza fu portare l’Italia alle Olimpiadi? «Fu un risultato storico. Esserci riuscite ha donato a tutte noi mesi di emozioni. Abbiamo vissuto quel periodo con la consapevolezza che saremmo andate ai Giochi, con la maglia azzurra, con l’inno e il tricolore da sventolare. Le Olimpiadi sono per ogni atleta un momento di crescita personale fortissima e una responsabilità non indifferente. Ricordo Angelo Frigoni che ci preparava all’evento raccontandoci che l’Olimpiade ha sapori e profumi differenti da tutte le altre competizioni. E per noi è stato davvero così. Quando è partita la spedizione olimpica, eravamo tutti insieme. Avevamo la divisa, eravamo un gruppo chiamato a rappresentare il Paese e lo avvertivamo profondamente».
    C’è il rischio che tutte queste cose vengano a mancare a Tokyo. Che effetto fa? «Io spero che non succeda perché mi sembra una cosa impensabile. Immaginare gli atleti italiani senza maglia azzurra e senza inno mi rende incredula. Fin da piccola guardavo in televisione la cerimonia d’apertura e aspettavo con ansia il momento in cui lo speaker avrebbe annunciato l’ingresso dell’Italia. Non riesco a immaginare i nostri atleti senza il tricolore quasi fossero “turisti per caso”».
    Come si sentono ora le nostre atlete? «Si sentono sospese perché c’è anche il rischio che le Olimpiadi non si facciano. Io invece me le immagino come le Olimpiadi più belle e importanti perché possono dare un segnale di ripartenza. Ed è per questo che mi fa più rabbia pensare che l’Italia ci potrebbe arrivare senza la maglia azzurra e il tricolore. Credo che il senso di appartenenza debba essere più forte di tutto e mi auguro che all’ultimo momento arrivi un segnale forte, che sblocchi la questione. Serve un segnale per far capire che il Paese è vicino ai suoi atleti, che sono i nostri giovani, il nostro futuro. Il mio è un appello per tutto il Paese». LEGGI TUTTO

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    Volley, ecco come sta giocando Ivan Zaytsev in Russia

    Ivan Zaytsev trasferitosi al Kuzbass Kemerovo dopo aver lasciato la Leo Shoes Modena quest’estate, sta ben giocando in questa stagione che dovrebbe condurre alle Olimpiadi di Tokyo (sempre se la situazione Covid-19 permetterà la disputa dei Giochi Olimpici). Al momento Ivan e i suoi compagni sono incappati in un paio di passi falsi, con una vittoria e due sconfitte nelle ultime tre partite giocate, e sono terzi in classifica generale della Superlega russa con 14 punti (cinque vittorie e due sconfitte) a cinque punti di distacco dalla capolista Zenit Kazan.

    Le statistiche di Ivan Zaytsev
    L’opposto della nostra Nazionale si sta distinguendo nelle varie partite del campionato russo e continua a martellare partita dopo partita. Nell’ultima partita, vinta in rimonta al tie-break contro il Fakel Novy Urengoy, Ivan ha totalizzato ben 27 punti con una percentuale del 53% in attacco. L’opposto azzurro si mette in mostra anche nelle partite dove la squadra si ritrova a perdere: 20 punti col 40% di vincenti nella sfida perse per 3-1 contro la Dinamo Mosca e 16 punti col 62% in attacco nella sconfitta secca 3-0 contro lo Zenit Kazan. Queste percentuali ci fanno ben sperare di ritrovare un Ivan Zaytsev carico per le Olimpiadi di Tokyo e con la speranza di rivederlo al più presto di ritorno nel nostro campionato. LEGGI TUTTO