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    Merazzi: “Molto positivo il primo step di allenamenti per la Lube!”

    Si è chiusa oggi la prima settimana di allenamenti dopo la ripresa dell’attività in casa Cucine Lube Civitanova. Il preparatore biancorosso Max Merazzi ha iniziato la sua tredicesima stagione nello staff biancorosso trovando all’appello sei atleti della prima squadra (Francesco Bisotto, Enrico Diamantini, Matheus Motzo, Jacopo Larizza, Jakob Thelle e Ivan Zaytsev) e tre giovani dell’Academy Volley Lube (Gianluca Cremoni, Francesco Giacomini e Marco Stambuco). Fatta eccezione per Simone Anzani, che attende un intervento risolutivo per cercare di eliminare le problematiche cardiache, gli altri Nazionali si aggregheranno al gruppo in fase molto avanzata, alcuni a ridosso della SuperLega.
    Come hai trovato fisicamente gli atleti a disposizione?
    Max Merazzi: “Si chiude una settimana di lavoro molto positiva. Ho trovato i ragazzi in buono stato. In parte perché l’età media è piuttosto bassa, in parte perché ci sono alcuni esordienti nel nostro contesto che si sono presentati con tanta voglia di ben figurare fin da subito. Sono proprio soddisfatto di come sono arrivati i giocatori che si stanno allenando in questi giorni!”.
    Come sarà articolata la preparazione 2023/24?
    “Da un lato, avendo elementi giovani, possiamo sentirci liberi di caricare in maniera importante senza convivere con le problematiche tipiche che di solito si portano dietro i gruppi più maturi, ma è anche vero che si tratterà della preparazione più lunga di sempre. La prima partita ufficiale sarà giocata il 22 ottobre e siamo tornati in palestra ben due mesi prima. In vita mia non ho mai avuto a disposizione la bellezza di 9 settimane intere per preparare la squadra, di conseguenza si può distribuire il lavoro per avere una gradualità totale tentando di ridurre il più possibile gli stop legati ai fastidi fisici”.
    Il gruppo in questa fase vanta alcuni ragazzi dell’Academy.
    “Sono acerbi per il contesto della SuperLega, ma si tratta di ragazzini molto interessanti, altrimenti non farebbero parte del gruppo in fase di preparazione. Avere materiale umano di qualità nel settore giovanile biancorosso è un grande aiuto perché svolgere una seduta di lavoro in otto/nove atleti, piuttosto che in sei, è estremamente diverso e consente di svolgere esercizi più utili e complessi distribuendo i volumi di lavoro in maniera equilibrata. Chi si affaccia alla prima squadra dal vivaio ha la grande chance di mettersi in mostra partecipando con entusiasmo e grandi motivazioni. Loro possono crescere e migliorare, noi otteniamo un supporto tangibile nella progressione dell’attività”.
    Hai fatto parte di gruppi vincenti accumulando successi e tanta esperienza. Se potessi viaggiare nel tempo che consiglio ti daresti?
    “Sarebbe bello evitare gli errori di inesperienza, ma sbagliare fa parte del processo di apprendimento in tutti i campi della nostra vita. Stagione dopo stagione, l’esperienza si costruisce con il mix di scelte corrette, intermedie e qualche sbaglio. Poi si diventa più bravi. I colleghi più giovani fanno bene a studiare e a formarsi il più possibile, ma poi la differenza la fa il lavoro su campo, bisogna provare e sperimentare e vedere chi lavora bene sul campo. Sono stato fortunato a lavorare molto e con ottimi Club, ho anche impegnato molte estati con le squadre nazionali beneficiando di un processo formativo importante. Se stilo un bilancio sono sereno, i risultati sono importanti, ma ce ne sono alcuni che contano molto pur non portando titoli. Un esempio? L’approdo alla Finale Scudetto 2022/23”.
    Il mondo del volley è in ansia per Anzani. Come procederebbe per lui il rientro che tutti auspichiamo?
    “Simone è fondamentale per la Lube ed è un atleta che in questi anni ha lavorato con pochissime soste. Noi tutti speriamo che la situazione si risolva nel migliore dei modi. L’importante è che stia bene e torni, potrei non aggiungere altro. Se tutto filerà liscio, poi Simone dovrà riadattarsi ai ritmi di lavoro dopo aver interrotto la continuità che ha sempre avuto. Dal punto di vista fisico basterà progredire in maniera corretta, dal quello mentale il solo fatto di avere l’ok lo renderà così felice e motivato che sarà una passeggiata per un atleta come lui affrontare il percorso e rimettersi in forma. Sarà questione di tempo, ma Anzani ha la tempra per tornare quello di prima se non più forte!”. LEGGI TUTTO

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    Bottolo: “Onorerò il ‘progetto Lube’ e darò il massimo per giocare!”

    Alcuni giorni di relax per scacciare la delusione del podio mancato alle Finals di VNL con la maglia della Nazionale azzurra. Lo schiacciatore Mattia Bottolo, campione iridato e continentale con l’Italia e vice campione in SuperLega con la Cucine Lube Civitanova, ricarica le batterie in attesa di affrontare nuovi impegni con la selezione di Fefè De Giorgi e con il sestetto di Chicco Blengini. Si avvicinano gli Europei e le Qualificazioni Olimpiche, mentre la Regular Season con il Club comincerà il 22 ottobre.
    Si è chiusa una VNL interpretata bene dall’Italia, peccato per l’epilogo.
    Bottolo: “Il dispiacere è notevole, ma le ultime due partite ci hanno lasciato un bagaglio di esperienza importante che ci sarà utile nelle prossime competizioni. Abbiamo trovato rivali toste? Direi di sì e non poteva essere altrimenti, quando si arriva alle fasi finali di una manifestazione è la normalità affrontare le squadre più attrezzate e in forma”.
    La convocazione per le Finals di VNL ti ha automaticamente escluso dal gruppo delle Universiadi.
    “Quando gli impegni si accavallano o sono molto ravvicinati è giusto creare più gruppi. Io sono a disposizione dell’allenatore e quando vengo convocato rispondo con grande entusiasmo. Sono stato molto contento di essere rientrato nel team che ha cercato di salire sul podio alla VNL. Trovo che anche le Universiadi siano molto stimolanti, ma il calendario è fitto e all’orizzonte ci sono tappe di rilievo. Se e quando sarò chiamato in causa darò il massimo!”.
    A ottobre inoltrato tornerai nel gruppo Lube. Diverse squadre, anche all’estero, ti hanno corteggiato. Hai tentennato o eri sicuro di restare?
    “Sono venuto a Civitanova per onorare un progetto a lungo termine e ho firmato un contratto di 5 anni. Cambiare strada dopo una stagione non era nelle mie intenzioni. Premesso che alla Lube mi trovo benissimo, voglio lottare con tutte le forze per ricavarmi i miei spazi e trovare le condizioni ideali. Il reparto vanta nomi importanti e giocatori di grande qualità. Mi stimola lavorare sodo tutto l’anno per avere delle occasioni e un buon minutaggio!”.
    Il primo anno alla Lube ti ha dato la possibilità di giocare sfide cruciali.
    “Proprio la chance di disputare match dal peso specifico elevato mi ha aiutato ad acquisire maggiore consapevolezza. Scendere in campo e giocarsi la stagione in match da dentro o fuori favorisce molto la crescita mentale. Anche se mi sto godendo i pochi giorni di pausa, non vedo l’ora di tornare a calcare il campo per poter dire la mia nelle partite che contano e dimostrare il mio valore”.
    La SuperLega Credem Banca 2023/24 ha già una favorita?
    “Tutte le big si sono rinforzate, ma Perugia potrebbe essere un po’ avanti perché canalizzerà le energie sul campionato non partecipando alle Coppe Europee. Avere una settimana completa per preparare le sfide fa la differenza”. LEGGI TUTTO

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    Bronzo europeo alla guida della Nazionale Sordi per coach Zamponi

    In Turchia la Nazionale Italiana Sordi di coach Matteo Zamponi ha annichilito la Francia con il massimo scarto nella Finalina per il bronzo ad Euro 2023. Il tecnico marchigiano, allenatore anche dell’U13 nell’Academy Volley Lube, ha fatto centro ancora una volta con la selezione azzurra mettendo al collo una medaglia tutt’altro che scontata per il ringiovanimento attuato nel gruppo dei convocati. Una scommessa vincente alla luce del piazzamento e della performance maiuscola andata in scena questa mattina contro i transalpini, letteralmente dominati nel primo e nel terzo set. Concreta la prova del Belpaese nel secondo parziale, il più combattuto, vinto 25-23. “La miglior partita della mia gestione – le prime parole del tecnico dopo il fischio finale – Ringrazio tutti i ragazzi e il mio splendido staff!”. Un risultato che dimostra la crescita nel breve periodo degli atleti affidati a Zamponi. Proprio al debutto nella kermesse, sempre contro la Francia, l’incontro si era rivelato sudatissimo e il successo era maturato con una partita di sofferenza. A rendere tortuoso il cammino ci si era messo l’infortunio nel terzo match di Riccardo Dell’Arte, il palleggiatore titolare. Impressionante la reazione dei compagni che si sono battuti con grande orgoglio, anche se in Semifinale l’Ucraina ha sbarrato la strada all’Italia. Il cuore bianco, rosso e verde non ha smesso di pulsare e nel confronto medagliato con i galletti ha raggiunto il massimo dei battiti per l’ennesima gioia internazionale dopo il bronzo iridato e quello olimpico. Un altro podio prestigioso, questa volta raggiunto con il collettivo più giovane in lizza.
    Matteo Zamponi: “Il nostro Europeo si è chiuso in maniera brillante, ma durante la competizione non sono mancati i coni d’ombra, sia per un infortunio cruciale, sia perché il gioco stentava a decollare. So di cosa sono capaci questi ragazzi ed è stato un piacere vederli poi esprimersi ad alti livelli. Non abbiamo tante occasioni di allenarci insieme durante l’anno rispetto ad altre nazionali, ma giocarsela alla pari o quasi con tutti è una grande soddisfazione. Questa è una medaglia che vale triplo e premia il nostro lavoro di scouting in giro per l’Italia al fine di avviare il ricambio generazionale. Ci siamo presi dei rischi presentandoci con diversi ragazzi nati tra il 2004 e il 2006, ma l’epilogo ci ha dato ragione. Dopo la Semifinale ero arrabbiato per la sconfitta perché a tratti siamo stati in vantaggio, ma ero contento per il salto di qualità in campo. I miei obiettivi per il futuro? Ovviamente voglio migliorare il colore della medaglia a Tokyo 2025, intendo raccogliere il massimo con le giovanili della Lube e proseguire l’attività nei camp estivi. Si lavora per crescere e non nascondo che in futuro mi stimolerebbe lavorare in Serie A”.

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    Dallo Spavento al lieto fine, Anzani si racconta e pensa alla Lube

    Il centrale biancorosso Simone Anzani è rinato dopo alcune settimane di apprensione per una problematica cardiaca. Il mondo del volley lo ha supportato rispettando la privacy, ma facendo sentire il proprio affetto, a partire dai compagni di squadra e dai dirigenti della Lube Volley. Ora che lo spavento è passato, l’atleta racconta le settimane difficili vissute quasi un mese dopo uno dei giorni più belli della sua vita, il matrimonio con Carolina. L’atleta originario di Como ha dovuto fare i conti con uno stop improvviso imposto dai medici del Coni per un sospetto fastidio al cuore. Una doccia fredda che si è consumata lo scorso 26 giugno e ha dato il via a un periodo di incertezze e di legittima paura sul fronte di salute, famiglia e lavoro. L’angoscia è alle spalle, tutto si è risolto nel migliore dei modi.
    Partiamo dall’inizio, cosa è successo quando eri con la Nazionale?
    Anzani: “Ho preso parte alla tappa di VNL in Olanda e sono stato sottoposto alle visite di rito al Coni nell’anno preolimpico. Durante la prova da sforzo si sono verificate delle aritmie. I medici mi hanno fermato per effettuare controlli ulteriori. I primi step sono stati un holter e una risonanza, ma era necessario investigare più a fondo. La strada migliore era quella di un piccolo intervento che avrebbe potuto richiedere anche l’ablazione. Tutto è andato liscio!”.
    Quindi cos’è accaduto martedì 18 luglio alla Clinica di Cardiologia e Aritmologia degli Ospedali Riuniti di Ancona?
    “Inizio col dire che ho trovato grandi professionisti. Colgo l’occasione per ringraziare ancora una volta il professor Antonio Dello Russo e la professoressa Michela Casella, con la loro equipe. Mi sono sentito coccolato anche dal medico federale Piero Benelli e dal responsabile sanitario della Lube, Mariano Avio. Il primo non poteva essere presente, ma si è confrontato costantemente con il dottore del Club. Ho trovato la massima disponibilità anche da parte di Armando Gozzini, il direttore generale dell’azienda ospedaliera universitaria. Me la sono cavata con una mappatura e uno studio elettrofisiologico. Non sono stati evidenziati i problemi temuti, mentre i valori erano nella norma”.
    Un sospiro di sollievo! Quali sono stati i tuoi pensieri dal 26 giugno a oggi?
    “In questo periodo di pensieri ne sono balenati tanti in testa. Prima del ricovero ad Ancona non sapevo esattamente quali esiti potesse dare l’approfondimento. Prima di essere uno sportivo sono un marito e un giovane papà, mi sono preoccupato per la famiglia e la salute, poi ovvio che mi turbassero l’ansia per il futuro pallavolistico e la delusione per non poter raggiungere in VNL i compagni, con cui c’è grande alchimia! In meno di due settimane riprenderò ad allenarmi e cercherò di tornare al meglio per avere le mie chance. La voglia di rappresentare l’Italia agli Europei è più viva che mai”.
    Se lo augurano i tuoi estimatori! Non ti hanno mai lasciato solo.
    “Ho ricevuto belle testimonianze di solidarietà a tutti i livelli, dai giocatori, da Chicco Blengini,  Fabio Giulianelli, Simona Sileoni, Albino Massaccesi e Beppe Cormio, dai rappresentanti federali, dal mio procuratore Luca Novi, dai tifosi e persino dagli avversari. Mi hanno contattato anche Eugenio Gollini e Angelo Lorenzetti. Il mondo della pallavolo mi è stato davvero vicino”.
    Una nuova stagione agonistica importante ti aspetta in maglia Lube!
    “Il Club è sempre nei miei pensieri! Ho seguito con interesse il sorteggio di Champions League. Sulla carta le urne ci hanno graziato perché, nonostante fossimo testa di serie, avremmo potuto pescare squadre molto dure. Sono arrivate rivali alla nostra portata. Starà a noi dimostrarlo sul campo!”. LEGGI TUTTO

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    L’intervista completa al Capitano Dario Monguzzi

    La stagione 2022/2023
    E’ stata molto bella, e per tanti punti di vista entusiasmante. Siamo riusciti, da un gruppo completamente nuovo, a raggiungere risultati storici sia per la società che per tanti giocatori. Si è creato un bel gruppo, e abbiamo avuto un bell’affiatamento: Coach Francesco Denora è stato estremamente bravo sia dal punto di vista tecnico-tattico che dal punto di vista umano a gestire questa squadra, che non era scontato che arrivasse dove poi effettivamente è arrivata. Onestamente il secondo posto non me lo aspettavo, ma ero estremamente speranzoso perché ero molto convinto delle qualità e delle capacità dei miei compagni di squadra. Vivendo tutti i giorni lo spogliatoio e la palestra, vedendo l’affiatamento che si era creato anche con l’allenatore, si percepiva che c’erano un miglioramento e una crescita oltre che dal punto di vista tecnico, anche dal punto di vista caratteriale. Abbiamo avuto una partenza difficile, dovuta a tanti problemi fisici che sono stati egregiamente risolti grazie allo staff medico, che credo che sia il migliore della Serie A, e che probabilmente qualcuno in SuperLega ci invidia. Una volta che abbiamo ricominciato a lavorare tutti insieme, le qualità di ognuno di noi sono state messe in luce nel miglior modo possibile, e abbiamo inanellato una serie di vittorie importanti che hanno fatto morale e ci hanno fatto mettere ‘fieno in cascina’ per quanto riguarda la classifica, fino ad arrivare alla Finale della DelMonte® Supercoppa Serie A2 e alla Semifinale Play Off. A mio parere forse avremmo meritato di più, ma è giusto essere sempre ambiziosi ed affamati, e non accontentarsi di quello che viene perché è la benzina che ci permette di affrontare la prossima stagione.

    La stagione 2023/2024
    Il prossimo campionato sarà altrettanto duro rispetto a quello appena passato: è vero, non ci sarà la ‘superpotenza’ come poteva essere Vibo Valentia, che poi si è ritirata, ma tutte le altre squadre si stanno rinforzando parecchio. Il mercato è ancora aperto, ci sono squadre che sono ancora un cantiere aperto, ma tutte le società, avendo visto il tipo di campionato e il livello, e soprattutto i pochi punti di distacco tra le squadre in zona Play Off, sarà sicuramente un campionato difficile, competitivo, e con tanti giocatori forti che sono migliorati perché reduci da un campionato importante come quello scorso, e quindi ci sarà lavorare, consapevoli di tutto quello che ci portiamo, che non deve essere visto come un punto di arrivo visto che la stagione è passata. Dobbiamo essere pronti e preparati a vivere da protagonisti una stagione dura e lunga. Ci divertiremo noi in campo e spero di far divertire anche le persone che l’anno scorso ci hanno dimostrato affetto e che ci hanno sostenuto in tutte le partite, che sono riuscite a riempire quasi completamente il palazzetto. Anche per noi giocatori è una soddisfazione vedere tanto entusiasmo in tribuna, e ci dà una carica in più: avere un fattore campo importante è sempre una spinta ulteriore a fare bene.

    La squadra – versione 2023/2024
    Sono molto contento che si sia riusciti a mantenere l’ossatura del campionato appena concluso: era importante, a differenza magari di altri anni dove si ripartiva con qualche incognita in più o dover ricostruire da capo sotto tanti aspetti, sia dal punto di vista del gioco che da quello caratteriale del gruppo. È un bene ricominciare con tante conferme, e i presupposti per la prossima stagione non possono essere che molto buoni. Sì, abbiamo perso un elemento importante come Alessio Alberini, che si era dimostrato uno dei palleggiatori più forti della categoria, ma è stato sostituito con Matteo Pedron, che sicuramente saprà dimostrare il suo valore, visto che in Serie A2 ha disputato tanti campionati tenendo molto bene la categoria, facendo anche la Finale Play Off nel 2021/2022, quindi sarà sicuramente un valore aggiunto a questa squadra. Sono contento anche delle altre conferme sia per quanto riguarda la squadra che per quanto riguarda i giocatori: si sono meritati la conferma e la permanenza a Cantù.

    L’evoluzione del Pool Libertas Cantù
    Posso dire in maniera convinta che in questi ultimi campionati è riuscita a fare squadre competitive, ed è una società in continua evoluzione in senso positivo: anni fa eravamo in Serie B1 e c’era una conduzione un po’ più familiare, così come nei primi anni di Serie A2. Ora invece penso che possa dire la sua contro chiunque, confrontandosi anche contro qualunque altra realtà di Serie A. Sono contento per la squadra e per la società. È importante evolversi perché, essendo un campionato estremamente competitivo, è necessario andare avanti anche dal punto di vista logistico-organizzativo. Io penso che a volte ci sono delle situazioni che, guardando altre realtà, sembrano fatte per giustificare la parola ‘Serie A’; io credo che Cantù abbia sempre fatto tutto per il bene dei giocatori e per la propria dimensione senza dover fare il passo più lungo della gamba, come ha sempre detto il Presidente Molteni, e quindi si bada più alla sostanza che alla forma, che poi è quello che paga di più. E questo si è visto l’anno scorso: una squadra nuova, che sulla carta non doveva essere in teoria una squadra da secondo posto, poi ha dimostrato tutto il suo valore. LEGGI TUTTO

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    Intervista esclusiva a Lorenzo Sonego: “Quando in partita c’è lotta mi diverto. Il focus è migliorare i colpi d’inizio gioco, in particolare la risposta”

    Lorenzo Sonego (foto ATP tour)

    Se dico che le doti migliori di Lorenzo Sonego vanno ricercate nella semplicità e nell’umiltà, sembra quasi che voglia sminuire la grandezza di “Sonny”. Invece è proprio il contrario.Ecco, adesso vorrei avere qui accanto qualcuno che so io, quello che si inventa qualsiasi cosa pur di non di raccogliere le palle alla fine dell’ora, che si guarda bene dal passare la stuoia: da quando è in odore di passare in “terza”, gli sembra lesa maestà preoccuparsi delle faccende che stanno in coda agli allenamenti.Invece “Sonny”, già 21 al mondo, tre titoli ATP finora in carriera, non attende un “maggiordomo” e fa quello che ha sempre ha fatto, fin dal primo giorno in cui ha calcato un campo da tennis: a sessione conclusa, tappeto. Un dettaglio ma una sorta di mantra, giusto così per continuare a non montarsi la testa.
    Del resto il suo mentore e coach Gipo Arbino ha voluto crescerlo facendogli capire fin da subito che la grandezza sarebbe arrivato a coglierla solo ricordando sempre bene da dove si è partiti ed evitando con cura di bearsi a considerare ciò che aveva ottenuto e dove era arrivato.E di strada Lori e Gipo ne han fatta tanta per poter arrivare.Degli inizi, della militanza nelle giovanili del Toro, la squadra per cui Sonny stravede e stravedeva, si sa, come si sa di come, pur avendo piedi affatto disprezzabili, sia stato indotto proprio da Gipo a mollare definitivamente il calcio per puntare tutto sul tennis.
    Arbino le qualità di Sonego le ha lette subito. Il fisico segaligno, gracile degli inizi non doveva e poteva trarre in inganno: il ragazzo sarebbe cresciuto. Poco, ma sicuro. Piuttosto l’aveva colpito con quale dedizione Lorenzo si applicasse, con quale voglia e determinazione cercasse di migliorarsi ad ogni allenamento. Diceva tanto lo sguardo solare di Sonny: divertito quando gli veniva proposta una nuova sfida, fiammeggiante appena si entrava in lotta. E pazienza se per lungo tempo i palcoscenici erano gli Open di provincia e non i tornei internazionali: Lori non mollava un punto e correva e giocava già come se stesse al Roland Garros. Molto scarsamente considerato, praticamente ignorato, Sonny dovette attendere che Gipo chiamasse direttamente in Federazione perché qualcuno si accorgesse delle qualità del suo protetto e la vita prendesse una piega diversa.
    Lori, cosa vedi se ti volti indietro?“Guardo con tenerezza e orgoglio a tutto il percorso che ho compiuto. Ciò che sono ora è figlio del cammino fatto. Mi dà forza, consapevolezza considerare da dove sono partito.”
    Da ragazzino, quando ti chiamavano “Polpo” per l’incredibile tua capacità di allungarti e rimandare qualsiasi cosa, quando i tuoi avversari si chiamavano D’Anna e Marangoni, e Napolitano e Donati ti sembravano d’un’altra categoria, avresti mai immaginato di arrivare a questi livelli?“Io ci ho sempre creduto. Davvero ho sempre pensato che un giorno ce l’avrei fatta. Non ho mai dubitato ed è per questo che ho accettato di buon grado quello che Gipo via via mi proponeva, cercando di modificare il mio gioco da ‘difensore ad oltranza’ in attaccante da fondo.”
    Quello che continua a entusiasmarmi di te è il modo che hai di stare in campo: contrariamente a molti, tu dai proprio l’impressione di divertirti nella lotta, anzi più ce n’è e meglio è.“Sì, è proprio così. Anzi, devo dirti che quando sono andato in campo con troppa pressione, quando sentivo che non mi stavo divertendo, lì sono proprio giunte le mie prestazioni più insoddisfacenti.”
    Se ti riferisci al periodo prima della vittoria di Metz, quando hai cominciato a perdere classifica, non è che hai pagato lo sforzo prodotto per arrivare a essere 21 al mondo, e che hai cominciato a pensare a che meccanismo perverso s’innesta nella testa quando pensi a come salvaguardare il ranking ottenuto?“Può darsi. Certamente per me era un cosa totalmente nuova. Fino ad un dato momento non avevo fatto altro che salire, che inanellare prestazioni sempre più soddisfacenti; e invece ad un tratto è cominciato il periodo buio, quando, per un motivo o per l’altro, per un’inezia, le vittorie non venivano più. Se mi chiedi come ho fatto, non posso che risponderti che ho cercato di rimanere il più calmo e tranquillo possibile. Più mi agitavo e peggio andava. Dovevo imparare a gestire una situazione nuova, che prima o poi attraversano tutti. A me non era ancora capitato e dovevo imparare ad affrontarla.”
    Hai puntato sul lavoro, per migliorarti e venirne fuori? Guardandoti in TV e prima in allenamento, mi sembra che il tuo dritto sia ancora più buono, più ficcante e pesante. Anche la seconda di servizio, soprattutto quella da sinistra, mi sembra decisamente più efficace, e come effetto impresso, e come traiettorie?“Continuiamo a lavorare davvero tanto e quello che dici si unisce a quanto sono più forte d’un tempo sul rovescio. Il focus però rimane orientato verso il miglioramento dei colpi d’inizio gioco, con un’attenzione particolare sulla risposta al servizio: quelli sono i cardini del tennis moderno, a mio avviso.”
    Innegabilmente sei migliorato in tutto e aveva ragione Gipo nel dirti, nel momento più buio, che dovevi avere fiducia e pazienza perché sì perdevi certe partite inspiegabilmente, ma avevi aggiunto pezzi importanti e stavi giocando meglio di quanto non facessi quando vincevi sempre e comunque. Venendo a ora, cosa senti che ti manca ancora per giocartela e sempre coi migliori? A Roma hai perso da Tsitsipas ma hai avuto le tue chanches… In cosa senti che i più forti sono diversi, in cosa senti che hanno ancora qualcosa in più?“La loro continuità fa la differenza. Non hanno cedimenti, nemmeno per un attimo. Ai massimi livelli sono i dettagli quelli che determinano il risultato. Basta un nonnulla, una frazione di secondo di straniamento e con loro di ritrovi sotto. Ma lavoreremo anche su questo.”
    All’inizio ti ho chiesto che cosa vedevi voltandoti, adesso, ora che hai compiuto ventotto anni, ti chiedo che cosa immagini ci sia davanti a te“Vedo tante altre grandi stagioni da interpretare al meglio. Di sicuro quello che voglio fare è continuare a spostare l’asticella sempre più verso l’alto.”
    Sempre con Gipo a fianco, suppongo…“E ti pare che dopo tutto quello che abbiamo attraversato possa mai cambiare? Avanti con Gipo, come abbiamo sempre fatto.”

    Elis Calegari LEGGI TUTTO

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    Sinner parla prima di Roland Garros: “Devo migliorare tanto, soprattutto nel fisico. Un sogno? Giocare per un giorno come Federer”

    Jannik Sinner si sta allenando sui campi di Roland Garros a caccia delle migliori sensazioni, per disputare un torneo da protagonista. Inserito nella parte bassa del tabellone con la testa di serie n.8, ipoteticamente potrebbe sfidare Daniil Medvedev, uno dei giocatori finora più ostici per lui. Ha rilasciato un’interessante intervista alla rivista tedesca Tennis Magazin, nella quale parla del suo momento, delle aspettative, dei settori in cui crede di dover migliorare, fisico su tutto. E un sogno “impossibile”…

    “C’è molta pressione in Italia su di noi, ma è normale quando sei così in alto in classifica a un’età così giovane, i tifosi si aspettano molto da te. Tuttavia le aspettative più grandi vengono sempre da te stesso, voglio sempre vincere, voglio sempre migliorare. Quello che dicono gli altri o quello che scrive la stampa viene dopo” afferma Jannik.

    Il suo pensiero in merito alla rivalità con Alcaraz, una delle più attese dal pubblico internazionale: “Speriamo di continuare ad affrontarci, la nostra rivalità può diventare davvero buona. Siamo due bravi ragazzi e anche bravi giocatori che possono raggiungere un livello molto alto. Carlos in questo momento è più avanti nonostante sia più giovane, ha un talento eccezionale. È già fisicamente maturo e ha tutti i colpi”.
    Ecco una risposta chiave, dove pensa di dover migliorare: “Devo ancora migliorare molto, soprattutto dal punto di vista fisico. Se fossi un po’ più forte, alcune cose diventerebbero un po’ più facili per me. Nelle settimane senza torneo faccio molto allenamento fisico, lavoro tanto sul servizio, so di avere del potenziale per crescere, proprio come nel gioco di volo. Onestamente devo migliorare in tutte le aree, vedremo dove sarò tra due anni. So di poter vincere i tornei, l’ho già dimostrato, ma se vuoi vincere i grandi tornei hai bisogno di tante partite ed esperienza. Sconfitte come quella di Djokovic a Wimbledon finiranno sicuramente per essere molto utili”.
    Cahill è un valore aggiunto: “Darren è una bravissima persona, tutta la mia squadra è felicissima di lui, questa è la cosa più importante. Ha allenato molti giocatori diversi, dai giovani ai veterani. Entrambi crediamo che da tutto questo possa venire fuori qualcosa di veramente buono, la fiducia viene sempre prima di tutto per noi”.
    Un suo motto è fare le cose che desidera:  “Se hai voglia di fare qualcosa, fallo. Ho sempre seguito questo motto. Quando avevo voglia di sciare, sciavo. Poi ho iniziato a giocare a tennis perché mi piaceva. A volte il percorso per diventare un top player è fare cose che non vuoi fare. Nel tuo tempo libero, invece, dovresti fare quello che vuoi, cercare di vivere il più liberamente possibile, è importante”.
    Un sogno? “Dev’essere meraviglioso essere Roger Federer per un giorno, giocare a tennis con la sua disinvoltura ed eleganza. Mi stupisce quanto fosse sempre rilassato, sia in campo che fuori. Aveva un grande equilibrio tra allenamento e tempo libero, è sempre stato il mio idolo. Speravo che continuasse a giocare per avere l’opportunità di affrontarlo. Purtroppo non accadrà”.
    Il buon momento del tennis italiano: “Stiamo avendo un grande sviluppo con molti eventi, oltre ai grandi giocatori che abbiamo attualmente. Non dobbiamo dimenticare il numero di tornei ATP Challengers e Futures che abbiamo, questo permette ai nostri di giocare ai livelli più bassi stando in casa tutto l’anno, e quindi facilitare il salto nel circuito ATP. I più giovani ricevono wild card ai tornei in Italia così possono condividere con i migliori e migliorare il mio gioco. La struttura continua a migliorare, ogni volta abbiamo allenatori migliori che possono istruire i tennisti”. LEGGI TUTTO

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    La Lube blinda il reparto dei liberi! Francesco D’Amico torna nelle Marche!

    Un altro giovane di talento sta per indossare la casacca biancorossa, anzi la sta per ritrovare visto che ha vinto uno Scudetto U20 e una Del Monte® Junior League con l’Academy Volley Lube.
    A.S. Volley Lube annuncia l’approdo in biancorosso con contratto triennale del libero pugliese Francesco ‘Ciccio’ D’Amico, che nell’ultimo biennio a Bergamo ha dominato due Regular Season conquistando anche la Del Monte® Coppa Italia Serie A2/A3 2021 e le due edizioni della Del Monte® Supercoppa di categoria. Importanti anche le statistiche individuali, che nel torneo 2021/22 lo hanno visto entrare in top five di ruolo durante la stagione regolare, grazie a 187 ricezioni perfette in 81 set, e ai vertici tra Regular Season e Play Off con una media ponderata di 6,34, la più alta.
    Per l’atleta nato a Ostuni (BR) il 9 ottobre del ’99, 183 cm d’altezza e un talento naturale mostrato fin dagli albori, si prospetta un salto di qualità nel roster dei campioni d’Italia dopo essersi fatto le ossa con la GoldenPlast Potenza Picena in A2, nella parentesi in A3 con la GoldenPlast Civitanova (quattro convocazioni in prima squadra nella Lube e un percorso vincente nell’Academy), e forte di due stagioni da protagonista a Bergamo in A2. Esperienze che hanno agevolato la crescita dell’atleta senza intaccare l’amore genuino per il volley coltivato in Serie C (una promozione all’attivo) e in B con la Pallavolo 2000 Ostuni.
    La prima intervista di Francesco D’Amico
    Bentornato a casa ‘Ciccio’!
    “Parole sante! Mi sono trovato bene a Bergamo e sento di essere cresciuto sia come atleta che come uomo, ma sono legato alla Marche e al calore di Civitanova. L’ambiente e l’ospitalità mi ricordano molto la mia Ostuni. Il fattore ambientale ha inciso sulla scelta di tornare…a casa. Ritroverò tanti amici!”.
    Sentirai il peso di passare da una big della A2 ai campioni d’Italia?
    “Devo ancora realizzare quello che mi sta accadendo. Solo pochi anni fa, da spettatore, fermavo Juantorena dopo le partite per avere una foto ricordo e ora faccio parte di questa grande squadra. Un sogno che si realizza! Non sentirò alcun peso, ma so bene che dovrò lavorare sodo e vivere ogni allenamento al massimo per fornire il supporto necessario e fare il mio dovere nel gruppo!”
    Un assaggio lo hai avuto in passato, almeno in allenamento.
    “Sì! Ho svolto la preparazione con i big di SuperLega quando militavo in A3 nella GoldenPlast Civitanova, che all’epoca era la seconda squadra biancorossa. La Lube mi convocò anche per quattro match, ma non ci fu il debutto ufficiale”.
    Pensi di essere cambiato in questi anni?
    “Sicuramente! Ora mi sento più uomo dentro e fuori dal campo. Sono padrone dei miei mezzi, sto perfezionando la mia tecnica di gioco e ho recepito bene l’importanza del lavoro e dei sacrifici nella vita di un atleta per ottenere risultati a questi livelli!”
    Dopo anni da titolare indiscusso, ora avrai come compagno di reparto il campione d’Europa Fabio Balaso. Come vivi la situazione?
    “Gli allenamenti con i campioni di questo calibro saranno formativi. Voglio diventare più forte e dimostrarmi all’altezza. L’idea di essere una riserva mi ha spinto a riflettere, ma davanti ho Balaso, il migliore in assoluto! Un treno così non potevo lasciarlo scappare. Con un triennale la Lube dimostra di credere in me!”.
    Come ha reagito coach Graziosi alla notizia che ti avrebbe perso?
    “Il presidente di Bergamo avrebbe voluto che restassi, ma il tecnico Graziosi e tutti gli altri l’hanno definita un’occasione irripetibile per me!”.
    Tra una ricezione e l’altra come passi il tempo?
    “Appena posso pratico anche altri sport! Fatta eccezione per il periodo del campionato, nei mesi estivi, consultando prima il preparatore, gioco a tennis, padel e basket!”.
    La Lube è attivissima sul mercato. Che effetto ti fa rientrare in un progetto così ambizioso?
    “Indescrivibile! Sarà bellissimo allenarsi con tanti atleti affermati ai massimi livelli! Che bello confrontarsi con senatori che hanno vinto tutto e, al tempo stesso, condividere il percorso con giovani già ai vertici!”.
    Scheda
    Città di nascita: Ostuni (BR)
    Data di nascita: 9 ottobre del 1999
    Ruolo: libero
    Altezza: 183
    Nazionalità: Italiana
    Carriera di Francesco D’Amico
    2022/23 Cucine Lube Civitanova SuperLega Credem Banca
    2020/22 Agnelli Tipiesse Bergamo A2
    2019/20 GoldenPlast Civitanova A3
    2017/19 GoldenPlast Potenza Picena A2
    2016/17 Pallavolo 2000 Ostuni B
    2015/16 Pallavolo 2000 Ostuni C LEGGI TUTTO