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    Lorenzi: “Finals? Non mi aspetto che Alcaraz sia ancora al livello di Sinner in condizioni indoor. Carlos sbaglia le scelte”

    Carlos Alcaraz a Parigi (Foto Patrick Boren)

    Mentre a Parigi è in corso un torneo rinnovato e interessante, che potrebbe riportare Jannik Sinner al n.1 del ranking in caso di vittoria nell’ultimo Masters 1000 in calendario, già si è proiettati al grandissimo appuntamento delle ATP Finals, al via domenica 9 novembre a Torino. Nel corso di Tennis Talk su SuperTennis, Paolo Lorenzi ha espresso un parere interessante sul vantaggio che oggi Jannik ha su Carlos quando si gioca in condizioni indoor. Secondo il direttore degli Internazionali d’Italia ed ex Pro di ottimo livello, Carlos a Torino non sarà ancora al livello di Jannik per le condizioni nel quale si gioca il “Master”. Lorenzi ha così spiegato il suo punto di vista e cosa ancora avvantaggia Sinner rispetto ad Alcaraz quando si gioca al coperto.
    “A Torino non mi aspetto che Alcaraz sia ancora al livello di Sinner”, afferma Lorenzi. “Oggettivamente Sinner in condizioni indoor ha dei tempi, una qualità quando colpisce, è sempre dietro alla palla, non sbaglia mai una scelta, è come se ci fosse nato… e per certi versi è così. Invece per Alcaraz alla fine nei momenti importanti arrivano sempre dei piccoli difetti nelle scelte, perché non fa la scelta che farebbe un giocatore forte indoor, magari sceglie di far saltare di più la palla, oppure si fa prendere dalla fretta”.

    A Paris SHOCKER 💥
    The moment @cam_norrie defeated Alcaraz from a set down for his first ever win over a World No.1! #RolexParisMasters pic.twitter.com/RES0TyjwNi
    — Tennis TV (@TennisTV) October 28, 2025

    “Alcaraz è come se fosse più in grado rispetto a tutti gli altri ad adattarsi durante il match, quindi più variabili ci sono meglio è per lui, ne può approfittare” continua Lorenzi. “Ma quando si gioca indoor le variabili sono minime: non c’è il sole, non c’è il vento, le condizioni di gioco sono sempre identiche di giorno, di sera… E questo un po’ lo frena nel far vedere questa sua caratteristica che è fenomenale”.
    “Ci metterà solo un po’ più di tempo, arriverà un momento in cui Carlos sarà competitivo sul cemento indoor. Il problema è che il suo avversario (Sinner, ndr) in quelle condizioni fa tutto perfetto!” conclude Lorenzi.
    Mario Cecchi LEGGI TUTTO

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    Masters 1000 Parigi: Sinner magistrale, stronca di forza il tennis “Champagne” di Bergs

    Jannik Sinner

    “La palla su questo campo non va” tuonava ieri sera il n.1 del mondo, a dir poco irritato. Beh, dipende. Non se ti chiami Jannik Sinner, vieni dal successo di Vienna e con la tua straordinaria combinazione di equilibrio, fluidità e coordinazione all’impatto generi una velocità assoluta, tanto da brillare e imporre sull’avversario una qualità e “sostanza” nettamente superiori. La palla di Sinner, dopo qualche game di normale assestamento, andava velocissima nella grande “pancia” de La Defense Arena, fendeva l’aria potente, “cattiva”, anche su questo campo oggettivamente lento. Esordio ottimo per Jannik al Masters 1000 di Parigi: soverchia il talento e tennis Champagne di Zizou Bergs a furia di servizi precisi, risposte continue e profonde, e il suo solito tambureggiante pressing, oggi anche piuttosto offensivo e pronto ad avanzare a chiudere seguendo la progressione. Il 6-4 6-2 conclusivo per Sinner è persino stretto visto che nel primo set l’azzurro ha avuto più chance per un doppio allungo, ma va benissimo così. Una partita ricca di colpi spettacolari, anche per merito di un Bergs che gioca un gran bel tennis, attacca, ci prova e rischia; ma alla fine il suo incedere costantemente sul filo del rasoio non è abbastanza continuo ed efficace per scalfire la costanza di rendimento e velocità di crociera nettamente superiore dell’italiano, per di più in un’ottima giornata. Jannik ha spinto molto dopo aver guadagnato il centro del campo, ha imposto un forcing totale commettendo non così tanti errori (22, a fronte di 19 vincenti) ma facendo “danni” importantissimi nel gioco dell’avversario. Sinner ha comandato il match dall’inizio alla fine, creando una differenza netta in una prestazione convincente e sicura. È il suo successo consecutivo n.22 in condizioni indoor (non perde dalla finale delle Finals 2023!). Al secondo turno per Sinner c’è Francisco Cerundolo.
    Visto che quasi tutti hanno fatto discreta fatica a capire e gestire questo nuovo campo nel rinnovato torneo parigino, e con Bergs come avversario, uno capace di giocare un tennis di qualità e con zero paura di giocarlo, c’era la sensazione che l’ingresso nel torneo per Sinner poteva non essere una passeggiata. Invece Jannik è entrato in campo estremamente concentrato, in particolare al servizio dove ha tenuto numeri ottimali: 65% di prime palle, ma per due terzi del match era sopra al 70%, vincendo il 77% dei punti e un clamoroso 71% con la seconda. Forte di una battuta così consistente e continua, ha giocato molto tranquillo e si è preso rischi calibrati, spingendo tanto ma facendolo sempre con cognizione di causa, andando a mettere in difficoltà l’avversario con il contro piede in lungo linea e bloccandolo sul rovescio – il colpo più sicuro – per poi attaccarlo facendolo correre sul lato destro. Ma il colpo che più di tutti ha brillato oggi nel tennis di Jannik è stata la risposta: non vincente, ma costante, profondissima, sicura, tanto da fargli guadagnare il centro del campo e da lì ha smistato il gioco, con diverse accelerazioni impressionanti. Qualche errore, c’era da capirlo ‘sto campo un po’ particolare, e poi Bergs ha attaccato all’arma bianca, esplodendo tante accelerazioni notevoli. Nel complesso non si è mai avuta la sensazione che la partita per Sinner potesse complicarsi, come ben mostra lo zero a palle break concesse.
    Bergs è davvero un giocatore “Champagne”, copre bene tutto il campo e dalle sue corde nessun angolo o soluzione è preclusa. Ha prodotto una prestazione niente male, ma il suo funambolico incedere si è retto su equilibri troppo precari vista la potenza di fuoco dell’italiano e la sua difesa. È stato costretto a giocare ad una velocità esagerata, anche rischiando quasi costantemente seconde palle sui 180 km/h pur di cercare di non andar sotto, ma purtroppo per lui c’è riuscito solo a tratti. Sinner ha gestito il tutto ad altissima velocità e costanza, poche le variazioni come smorzate e tagli col rovescio. In fondo, non ne ha avuto bisogno, visto che col suo “classico” tennis poderoso in spinta riusciva a prendersi punti e provocare errori. Probabilmente, visto che ci pensava l’altro ad esagerare e sbagliare, ha scelto correttamente di giocare sciolto ma sicuro, con quella progressione che è capace di gestire con un bicchiere di…Champagne in mano. Un ottimo Sinner, in corsa per tornare n.1 a fine torneo se lo vincerà. La strada è lunga, ma questo Jannik può assolutamente farcela.
    Marco Mazzoni

    La cronaca
    Sinner inizia l’avventura a La Defense in risposta, con una risposta splendida sul 30-15, angolo strettissimo e imprendibile. Con la terza risposta consecutiva strappa anche una palla break immediata, troppo rischioso il rovescio d’attacco di Bergs. Zizou gioca una seconda palla timida, ma stavolta Jannik non entra “duro”, si scambia al centro e stranamente è l’azzurro a sbagliare un diritto in rete. È davvero evidente quanto la palla cammini poco… quando Sinner aggredisce a tutto braccio (o quasi) Bergs comunque ha il tempo per aprire e difendersi, come sulla seconda palla break, mentre la terza PB il belga la salva con un servizio al centro, preciso più che potente. Non un gran spettacolo a dir il vero, troppi gli errori, alla fine Sinner si prende il BREAK alla quinta chance, 20 punti e 12 minuti! Ben diverso il vento quando è Jannik alla battuta, tre spallate e via, e un tocco splendido in recupero di  rovescio sotto rete, angolo delizioso, per il 2-0. Scoraggiato Bergs dopo aver attaccato, sbattuto in difesa a rincorrere e “punito” dal solito martellante pressing dell’azzurro nel secondo punto del terzo game, per lui è necessario mollare gli ormeggi e rischiare a tutta, altrimenti non c’è via d’uscita. Ci prova, ma fioccano anche gli errori. Non è nemmeno fortunato Zizou sul 30 pari, attacca la rete ma il passante di Jannik è deviato dal nastro e non si prende. Chance del doppio allungo. Stavolta, nonostante una buona risposta, l’azzurro sbaglia un diritto successivo. Un diritto al volo al salto notevole per Zizou, dà spettacolo al pubblico e come ci prova è encomiabile, ma è sempre sul filo del rasoio, ad un passo dal cadere e farsi male tanto rischia… Annulla anche una seconda palla break Bergs e muove lo score, ma quanta fatica sulla risposta continua di Sinner (2-1). Risponde poco e male invece Bergs, tanto che Sinner si porta senza alcun problema 3-1. Cammin facendo il braccio dell’italiano guadagna fluidità e i suoi impatti sono progressivamente più potenti, con un’ottima profondità. Trova anche un Ace esterno molto preciso e si porta in totale sicurezza sul 4-2, Bergs in difficoltà nell’incidere in risposta perché non ha il tempo per farlo, e servendo sul 70% di prime in gioco per l’altro è durissima. Dopo le tante difficoltà iniziali Zizou ha trovato un buon ritmo alla battuta e avanza spedito (4-3). Arrivano diversi bei colpi vincenti dopo un servizio potente, da parte di entrambi, eccezionale un diritto di Jannik nell’ottavo game, ma anche Zizou è super aggressivo e suoi attacchi sono ottimi, come quello chiuso con una volée di rovescio di qualità che gli vale il 5-4. Sinner serve per il chiudere il parziale. Dopo un bel servizio e punto, Bergs prova la smorzata e funziona, non è attento Jannik nel toccare bene la palla e subisce il passante del belga. Bergs è bravo a vincere un bel punto rovescio vs. rovescio (per la prima volta arriva a 30 in risposta), ma serve troppo bene Sinner per andare davvero in difficoltà. 6-4 Sinner, 72% di prime palle “in”, e soprattutto un’enorme, abissale differenza in risposta.
    Bergs riparte al servizio, ma dopo una mazzata dell’azzurro commette un doppio fallo, del resto tirando la seconda costantemente a 180 km/h… Gli costa il 15-30. Jannik con pazienza spinge col rovescio e poi affonda col diritto, con Zizou che in corsa sbaglia il diritto difensivo. 15-40, subito due chance per volare via. Ace di Bergs da destra, ottima curva, 30-40; segue un bellissimo diritto stretto, improvviso, impossibile rimetterlo, bravo. Poi Bergs giudica male un passante e l’errore gli costa la terza PB. Si scambia dalla seconda palla, e… Jannik è una sentenza: risposta profonda, si prende il centro del campo e… addio, entra forte col diritto e chiude con sicurezza di volo. BREAK Sinner, 1-0, può fare corsa di testa, forte del primo set. Impressiona la facilità, freddezza e sicurezza che hanno portato all’italiano il vantaggio, e come sia solido nel turno successivo, mentre scocca l’ora di gioco. Fa tutto bene Jan, fa sembra tutto maledettamente facile, anche quando impone una velocità e angolo che nessuno riesce a contenere. 2-0 Sinner. L’azzurro ha preso il centro del campo e non lo molla più… Impressionante l’accelerazione di rovescio cross nel quarto game sul 30-15, la palla esce dalle corde velocissima e atterra sulla riga, imprendibile. Esagera Zizou, come sul 40-30, salta e tira più forte che può col diritto ma la palla muore a mezza rete. 3-1. Bergs va sotto nel quinto game, la risposta dell’azzurro è potente e ha fretta il belga, troppa. Crolla 0-40 e Jannik si prende subito il BREAK con un ritmo insostenibile, spezzato da un rovescio lungo linea che sbaraglia il tentativo di difesa del rivale. 4-1 Sinner, troppa la sostanza rispetto alla fantasia ma poca tenuta di Bergs. Jannik cede il primo punto del game alla battuta, non era mai successo finora, e va anche sotto 15-30 con un errore per lui banale, ma rimedia con un’accelerazione di diritto fantastica dal centro, e quindi un rovescio lungo linea vincente che fulmina il belga. 5-1 Sinner, con la prima smorzata del match, dopo il servizio. Micidiale. No vabbè… effetti speciali!!!! Sinner trova un lob assurdo, poi due righe e quindi un attacco da “Federer” con il back di diritto… e il passante di Bergs sembra buono ma è appena out. Tutti in piedi, che spettacolo. Ormai è andata e si gioca per il pubblico, Zizou continua a provarci e sul 5-2 si prende anche due punti, ma la palla break non arriva. La sfiora, con un rovescio lungo linea che esce di una spanna sul 30 pari. È il match point per Sinner, finisce qua con l’ennesimo forcing di qualità, intenso e vincente. 22 vittorie indoor di fila, il prossimo a 25 è Sampras. Ma la caccia al n.1 è appena iniziata…

    Zizou Bergs vs Jannik Sinner ATP Paris Zizou Bergs42 Jannik Sinner [2]66 Vincitore: Sinner ServizioSvolgimentoSet 2J. Sinner 15-0 15-15 df 15-30 30-30 40-302-5 → 2-6Z. Bergs 0-15 15-15 30-15 40-151-5 → 2-5J. Sinner 0-15 15-15 15-30 30-30 40-301-4 → 1-5Z. Bergs 0-15 0-30 0-401-3 → 1-4J. Sinner 15-0 30-0 30-15 40-15 40-301-2 → 1-3Z. Bergs 0-15 15-15 30-15 40-15 40-300-2 → 1-2J. Sinner 15-0 30-0 40-0 40-15 df0-1 → 0-2Z. Bergs 15-0 15-15 15-30 df 15-40 30-40 ace 40-40 40-A0-0 → 0-1ServizioSvolgimentoSet 1J. Sinner 15-0 15-15 30-15 30-30 40-304-5 → 4-6Z. Bergs 15-0 30-0 40-0 40-153-5 → 4-5J. Sinner 15-0 15-15 30-15 40-153-4 → 3-5Z. Bergs 15-0 30-0 40-02-4 → 3-4J. Sinner 15-0 30-0 30-15 40-152-3 → 2-4Z. Bergs 15-0 30-0 40-01-3 → 2-3J. Sinner 15-0 30-0 40-0 40-151-2 → 1-3Z. Bergs 15-0 ace 15-15 30-15 30-30 30-40 40-40 A-40 40-40 40-A 40-40 A-40 40-40 A-400-2 → 1-2J. Sinner 15-0 30-0 40-00-1 → 0-2Z. Bergs 15-0 30-0 30-15 30-30 30-40 40-40 A-40 40-40 df 40-A 40-40 40-A 40-40 40-A 40-40 A-40 40-40 A-40 40-40 40-A0-0 → 0-1 LEGGI TUTTO

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    Sinner e Alcaraz, agli antipodi anche la gestione dei contesti

    Jannik Sinner e Carlos Alcaraz nella finale di Wimbledon 2025

    Sinner e Alcaraz, così uguali, così diversi. Due talenti immensi, accomunati da colpi straordinari e una classe cristallina, ma agli antipodi in tutto il resto, incluso il modo di approcciarsi alle difficoltà e differenze – spesso nemmeno così enormi rispetto al passato – che si trovano tra un evento e l’altro. L’ennesima conferma arriva da questa settimana e il rinnovatissimo torneo di Parigi. Dalla storica sede di Bercy, ormai inadeguata agli standard imposti dall’ATP per tornei di questa categoria, si è passati a La Defense, uno “scatolone” gigantesco allestito per le esigenze del tennis dal rugby. I campi lo scorso anno all’Accord Arena furono tra i più veloci del 2024, una resina bella compatta e scivolosa rendeva la palla pronta a schizzare via dopo il rimbalzo; forse fin troppo per le medie dei nostri giorni tanto che Pioline e la direzione tecnica del torneo parigino hanno scelto scientemente di “rallentare”, per avvicinarsi maggiormente alle condizioni che di solito i giocatori trovano a Torino alle Finals. Si è forse rallentato il manto fin troppo, ma ormai così è. Quel che è stato anticipato dal direttore del torneo è stato confermato dai giocatori, fin dai primi allenamenti. Morale della favola: un campo davvero lento, tanti scambi, la palla che “non va” e… clamorosamente a farne le spese è stato niente meno che Carlos Alcaraz, inferocito da condizioni che lui stesso ha definito non così lontane dalla terra battuta (…dove lui quest’anno è stato dominante) e battuto a sorpresa, pure in rimonta, da Cameron Norrie.
    La sorpresa è stata clamorosa. Al coperto Alcaraz non si trova esattamente “a casa”, anche se la faccenda è curiosa visto che la possibilità di impattare la palla alla perfezione senza disturbi dovrebbe in teoria agevolare uno con la sua velocità d’esecuzione… Ma oltre a questo stride il contrasto totale tra le dichiarazioni di Carlos dopo la partita di Parigi e quelle che mediamente rilascia rispetto al tenore di Jannik sul discorso condizioni/adattamento. In questo i due leader del tennis mondiale sono davvero all’opposto, azimut e zenit… 
    “Non sento la palla, zero. Non posso giocare qui, impossibile. È come giocare sulla terra, peggio che a Monte Carlo. Solo il servizio si salva”, urlava Alcaraz al suo angolo nel corso del match contro Norrie. “Non ricordo un match recente in cui non sentissi niente. Forse uno lo scorso anno, ma non come questo. È una sensazione terribile” ha rincarato poi la dose nella press conference. Non è prima volta che lo spagnolo è assai critico con le condizioni di un torneo, delle palle, di un passaggio da quelle del precedente al successivo. Anzi, questo tenore è il praticamente il suo standard, una attitudine a criticare ormai consolidata, incluso il discorso dei troppi impegni del calendario, nonostante nell’ultimo periodo la sua programmazione si arricchisca di ogni esibizione possibile. Non è una critica, è un dato di fatto rilevabile dalle sue parole e dal suo fittissimo calendario di impegni. 
    Jannik vive il tutto con un distacco e approccio totalmente differente. Non serve andare ad estrapolare una frase in particolare di un determinato torneo per averne la conferma. Il nostro Enrico Milani l’ha ascoltato ieri nel media day a Parigi, e ha riportato Sinner affermare “Per me questa è una superficie un po’ diversa, né lenta né veloce. Muoversi qui non è semplice: a volte si scivola, altre no. È un tipo di campo su cui in passato ho sempre avuto un po’ di difficoltà, ma è solo una questione di fiducia. Ho giocato mezz’ora ieri e un’ora oggi: il mio feedback è ancora limitato, vi saprò dire di più dopo la prima partita. È solo questione di abituarsi e ritrovare ritmo”. Allenarsi, trovare ritmo e fiducia. Abituarsi. Non una lamentela ma una richiesta a se stesso: lavorare in campo per capire come far rendere il mio tennis in questo contesto. Il campo, le palle, le luci, non le posso controllare; il mio movimento, approccio, swing e rilascio della palla e atteggiamento sì, quindi è una cosa che posso gestire. Stessa identica cosa nella continua litania della maggior parte dei giocatori sul calendario troppo impegnativo con troppi tornei. Sinner in questo taglia corto, afferma che alla fine è il tennista che si iscrive o meno ai tornei; ci sono quelli obbligatori ma se non sono funzionali al mio momento, basta non giocarlo. Ok, ci sono i bonus in palio, ma è più importante avere una programmazione corretta. È una posizione di forza la sua, ovviamente, visto che non perde quasi mai… ma anche di estrema coerenza.
    Al momento sono assai diversi tono e parole di Alcaraz su questi temi. Ma, attenzione: non sembra dire queste cose per cercare scuse o alibi, solo esterna una diversa sensibilità, approccio e gestione di questi fattori, e forse il tutto non gira a suo favore visto il nervosismo che lo attanaglia in queste situazioni che percepisce come negative e non riesce a mediare. Nel 2025 “Carlitos” ha giocato talmente bene e continuo da aver schivato quest’insidia, ma in generale l’approccio di Jannik appare più razionale ed efficace a portarlo nella condizione tecnica e mentale migliore ad affrontare le sfide. Charlie and The Fox, tanto talentosi, tanto vincenti, tanto diversi. Forse la loro rivalità ci piace anche per questo….
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Alcaraz arrabbiato per le condizioni di gioco a Parigi: “È come giocare sulla terra, impossibile” — e ora rischia il numero 1 se Sinner vince il torneo

    Carlos Alcaraz nella foto – Foto Patrick Boren

    La sconfitta contro Cameron Norrie al secondo turno del Rolex Paris Masters 2025 potrebbe costare carissimo a Carlos Alcaraz. Il murciano, attuale numero 1 del mondo, perde 90 punti con l’eliminazione e ora rischia concretamente di essere sorpassato da Jannik Sinner in caso di trionfo dell’italiano nella capitale francese.Se Sinner dovesse vincere il titolo a Parigi, salirebbe infatti in vetta al ranking mondiale e si presenterebbe alle ATP Finals di Torino da numero uno del mondo. Oltre alla classifica generale, anche la Race ATP potrebbe accorciarsi notevolmente: un successo di Jannik lo porterebbe a soli 1.050 punti di distanza da Alcaraz, con i 1.500 punti del torneo dei maestri ancora in palio.
    I calcoli per TorinoIn questo scenario, Alcaraz sarebbe costretto a ottenere almeno 500 punti alle Finals per mantenere la leadership. Ciò significherebbe vincere tutti e tre i match del round-robin, oppure due più la semifinale, o ancora accedere alla finale con una sola vittoria nella fase a gironi.
    Le difficoltà sul campo di ParigiA Parigi, il numero uno del mondo è apparso nervoso e frustrato per le condizioni di gioco. Durante il match perso contro Norrie, ha avuto un lungo confronto con il suo coach Juan Carlos Ferrero, al quale ha confessato tutto il suo disagio:“Non sento la palla, zero. Non posso giocare qui, impossibile. È come giocare sulla terra, peggio che a Montecarlo. Solo il servizio si salva.”Ferrero ha cercato di incoraggiarlo, ma le parole di Alcaraz riflettono un momento di evidente difficoltà tecnica e mentale, proprio alla vigilia del gran finale di stagione.
    Ora gli occhi del mondo del tennis sono su Jannik Sinner, che potrebbe chiudere un 2025 da sogno coronandolo con un inatteso trono mondiale.
    Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO

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    Sinner: “Felice dei cambiamenti a Parigi. Il corpo sta bene, il mio obiettivo è chiudere al meglio la stagione”

    Jannik Sinner ITA, 2001.08.16 – Foto Patrick Boren

    Jannik promuove la nuova sede del Rolex Paris Masters e guarda avanti: “Il campo è diverso, non facile da leggere, ma mi sento in forma e concentrato. Il numero 1? Sarà un obiettivo per il prossimo anno.”
    Jannik Sinner ha parlato alla vigilia del suo debutto al Rolex Paris Masters, l’ultimo Masters 1000 della stagione, che quest’anno si disputa per la prima volta alla Paris La Défense Arena. L’altoatesino, reduce dalla finale di Vienna, si è presentato sereno e fiducioso, soddisfatto dei cambiamenti e consapevole della fatica accumulata dopo un finale di stagione intensissimo.“È bello vedere così tanti cambiamenti. Mi sembra il secondo torneo dell’anno, dopo Cincinnati, dove sono state fatte tante migliorie importanti — ha spiegato Sinner —. È positivo per il nostro sport: anche le aree riservate ai giocatori sono molto più comode, il centrale è più grande e i campi 1 e 2 sono eccellenti.All’esterno ci sono strutture perfette per allenarsi, una grande palestra, tutto organizzato nel modo giusto. Sono molto felice di vedere questi miglioramenti. Penso che tutti noi giocatori ci sentiamo meglio, e questo è un grande passo avanti.”
    “Fisicamente sto bene, i crampi a Vienna sono stati normali”Reduce da cinque match consecutivi a Vienna, culminati nella finale, Sinner ha chiarito le sue condizioni fisiche dopo i problemi di crampi accusati contro Medvedev.“Non è stato lo stesso problema di Shanghai — ha spiegato —. È stato normale: ho giocato per cinque giorni di fila e la finale è stata molto fisica, può succedere. Ora mi sento bene, solo un po’ stanco, ovviamente, ma sto recuperando giorno dopo giorno.Domani sarà il mio primo match, sono concentrato e spero di giocare un buon tennis anche qui. Non sono preoccupato fisicamente: mi sento in buona forma, anche tennisticamente. Spero in un buon inizio.”
    “Wimbledon il momento più bello, ma la stagione non è finita”Guardando all’anno straordinario che lo ha portato a vincere Wimbledon e a disputare quattro finali Slam, Sinner non nasconde la soddisfazione.“È difficile scegliere un solo momento — ha raccontato —. Uno dei nostri obiettivi era andare il più avanti possibile a Wimbledon, e non poteva andare meglio.È stata una stagione incredibile, con tante partite importanti e risultati costanti. Ma non è finita: ora penso a Parigi, un torneo dove non ho mai giocato bene, e poi ci sarà Torino, che aspetto con entusiasmo.Nel complesso è stata un’annata fantastica, molto costante e ricca di vittorie. Non potrei chiedere di più.”
    “Il numero 1? Non è nelle mie mani, ci penserò nel 2026”Sinner ha poi risposto a una domanda sul possibile assalto al trono mondiale, oggi occupato da Alcaraz:
    “No, onestamente è impossibile — ha ammesso sorridendo —. Non ci penso adesso, sarà un obiettivo per l’anno prossimo. Quest’anno non è più nelle mie mani.Guardando però a quanto fatto, abbiamo raggiunto risultati incredibili. Ora voglio solo finire la stagione nel miglior modo possibile. Se arriverà qualcosa di grande, fantastico. Se no, ho già fatto tanto.Come l’anno scorso, anche dicembre sarà un mese molto importante: lavoreremo tanto per migliorare ancora e prepararci bene alla nuova stagione. Sono tranquillo e molto felice di ciò che abbiamo costruito.”
    “Decisione Davis definitiva. Il campo? Diverso, serve fiducia”Alla domanda su una possibile revisione della sua scelta di non giocare la Coppa Davis, Jannik è stato chiaro:“No, la decisione è presa. Ho già detto tutto su questo argomento nei giorni scorsi.”Infine, una riflessione sulle condizioni di gioco della Paris La Défense Arena, più lente rispetto al passato, come confermato anche da Alcaraz:“Per me è una superficie un po’ diversa, né lenta né veloce — ha spiegato —. Muoversi qui non è semplice: a volte si scivola, altre no. È un tipo di campo su cui in passato ho sempre avuto un po’ di difficoltà, ma è solo una questione di fiducia.Ho giocato mezz’ora ieri e un’ora oggi: il mio feedback è ancora limitato, vi saprò dire di più dopo la prima partita. È solo questione di abituarsi e ritrovare ritmo.”Sinner affronta così l’ultimo Masters 1000 della stagione, con la mente già proiettata alle ATP Finals di Torino e con un obiettivo chiaro: chiudere un 2025 da protagonista.Da Parigi il nostro inviato Enrico Milani LEGGI TUTTO

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    Binaghi rivela: “Il no alla Davis 2025? Jannik lo disse l’anno scorso a Torino, davanti a me e al ministro Giorgetti. Per l’Italia è più importante che torni numero 1 di un’altra Davis”

    Angelo Binaghi, Presidente FITP

    Il Presidente della FITP Angelo Binaghi difende Jannik Sinner da tutte le accuse mosse per la sua indisponibilità a giocare la Final 8 di Davis Cup il prossimo mese a Bologna, e conferma che alle Finals ci sarà uno show spettacolare ad accompagnare gli incontri del torneo. Il livello del tennis in Italia è altissimo, non sarà facile crescere ancora ma c’è l’intenzione di rendere l’edizione 2025 del “Master” di Torino indimenticabile, una sorta di Super Bowl. Binaghi ha parlato a La Stampa, con alcune dichiarazioni che riportiamo nei passaggi più salienti.
    “Il livello che abbiamo raggiunto fa paura” afferma Binaghi, “siamo vicini al massimo e possiamo solo scendere. Più di così francamente è impossibile. A Torino e a Riyadh i nostri daranno il massimo in campo e noi faremo la nostra parte per rendere indimenticabile l’edizione 2025 delle Finals”.
    Il Presidente rivela quando ha saputo da Sinner del suo “no” alla Davis: “L’anno scorso. Jannik lo disse davanti a me e al ministro Giorgetti, a Torino. Ho sperato che il lungo e forzato riposo per la squalifica lo portasse a rivedere i suoi programmi. Dopo il ritiro di Shanghai, mi sono detto: magari ci ripensa. Invece niente. Abbiamo capito e anche condiviso la decisione. La storia ci insegna che ogni sua rinuncia ha prodotto conseguenze positive. Sarà così anche questa volta: per la FITP e per l’Italia è più importante che Jannik torni numero uno al mondo di un’altra Davis“.
    Secca la risposta di Binaghi in merito alla presunta poca riconoscenza sollevata da alcuni commentatori (perlopiù non tennistici ma di testate generaliste). “Conosco Jannik fin da quando era bambino, come la sua famiglia e il suo team. Erano stati chiari fin da subito, lo difenderò sempre e a prescindere. La riconoscenza nei confronti del tennis italiano si concretizzerà quando tornerà numero 1 al mondo. La Davis ha una differenza rispetto agli altri tornei, non dà punti per la classifica. Con un altro regolamento cambierebbe anche lo spirito dei giocatori. A fine stagione per chi l’ha già vinta vale come il Six Kings Slam, con meno soldi e molta più fatica. Prima di tacciarlo di disaffezione per la maglia azzurra aspettiamo 10 anni: se non la giocherà più ne riparleremo”.
    Oltretutto il Presidente è sicuro del grande valore della nostra nazionale, anche priva di Sinner. “Abbiamo uno squadrone” commenta Binaghi, “Con Jannik partiamo da un punto e mezzo a zero per noi, così sarà più equilibrata. Ce la giochiamo con la Spagna di Alcaraz, la Repubblica Ceca e la Francia. A Musetti ho sempre detto che ha un talento inarrivabile ma che rischiava di perderlo per le troppe proteste e per l’incostanza al servizio. Ora l’ha migliorato e parla molto meno, non ha più le cadute di prima e arrivare a Torino sarebbe il coronamento della sua crescita”.
    Proprio su Torino l’ultima considerazione di Binaghi, un evento che vuol portare al livello del Super Bowl della NFL americana per impatto: “Potremmo avere due italiani in campo alle FInals e la stagione 2025 da oro diventerebbe di platino. Organizzeremo uno spettacolo senza precedenti in Italia, uno show dentro lo show. L’ultimo nome è quello di Gianni Morandi: le Finals saranno il nostro Super Bowl. Portarcele via sarà più difficile. Abbiamo firmato il rinnovo del contratto e anche il governo ne conosce il testo da molto tempo. Non si può tornare indietro, sarebbe una grave perdita di credibilità per il Paese”.
    Interessante l’idea di Binaghi sulla Davis Cup: riportare punti per il ranking per i match disputati, potrebbe avere un impatto sulla volontà dei migliori giocatori di partecipare? Tra le molte ipotesi per rivedere e migliorare quest’evento storico, oltre alla collocazione nel calendario – il punto dolente – anche il discorso ranking potrebbe avere un impatto non indifferente.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Jannik Sinner supera la barrera dei 50 milioni di dollari in premi in carriera

    Jannik Sinner nella foto – Foto Getty Images

    Il trionfo di Jannik Sinner al ATP 500 di Vienna 2025 non ha solo confermato la straordinaria stagione dell’azzurro, ma gli ha anche permesso di raggiungere un traguardo economico storico: con questa vittoria, il campione altoatesino ha superato la soglia dei 50 milioni di dollari guadagnati in prize money, ovvero denaro conquistato esclusivamente grazie ai risultati ottenuti in campo.
    Professionista dal 2019, Sinner entra così in un club esclusivo: è il settimo giocatore della storia a superare questa cifra, un traguardo che finora avevano raggiunto soltanto i grandi nomi del tennis mondiale. Davanti a lui, infatti, restano solo i membri del leggendario Big Four – Novak Djokovic, Rafael Nadal, Roger Federer e Andy Murray – oltre a Alexander Zverev e Carlos Alcaraz.
    Il primato assoluto appartiene a Novak Djokovic, con oltre 190 milioni di dollari, seguito da Nadal (135 milioni) e Federer (130 milioni). Dietro di loro Murray con 64, Zverev con 55, Alcaraz con 53 e ora Sinner con poco più di 50 milioni.Il dato è ancora più impressionante se si considera che l’italiano ha appena 24 anni e che il suo debutto nel circuito maggiore risale a meno di sei stagioni fa. L’aumento costante dei montepremi nei tornei ATP, effetto diretto delle nuove strategie economiche del circuito, lascia pensare che Sinner possa raddoppiare questa cifra nei prossimi anni, consolidando ulteriormente la sua posizione tra i tennisti più vincenti e redditizi della storia.
    Un traguardo che conferma, ancora una volta, come l’Italia del tennis viva una delle sue ere più floride, con Sinner protagonista assoluto a livello mondiale.
    Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO

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    Il caffè del lunedì: i temi della settimana

    Lorenzo Musetti n.8 nella Race 2025

    L’ultima settimana di ottobre è dedicata al nono Masters 1000 della stagione, il rinnovato torneo indoor di Parigi, non più a Bercy ma nella avveniristica arena de La Defense a Nanterre. Molti i temi di interesse, per i giocatori italiani e non solo. 
    Musetti, ultimo sforzo per le Finals – 3685 punti, davvero un gran bel bottino accumulato da Lorenzo Musetti nel suo eccellente 2025, senza un titolo vinto ma con risultati eccellenti (soprattutto su terra battuta) e una costanza di rendimento che l’ha portato ad essere n.8 nella Race to Turin. Dietro di lui Auger-Aliassime a 3205 punti. 480 punti sono un gap importante ma non definitivo. Serve un ultimo sforzo per tenersi al riparo da brutte sorprese e centrare un posto al “Masters” che sarebbe coronamento di un 2025 di maturità e qualità. Gli occhi degli italiani (e non solo) saranno tutti puntati su di lui. La gestione dello stress sarà fondamentale.
    Sinner e il n.1 “teorico” – Jannik Sinner lunedì prossimo potrebbe teoricamente tornare in vetta al ranking: se vince il 1000 di Parigi e Alcaraz perde entro i quarti di finale, avrà la matematica di certezza di scalzare lo spagnolo al trono per una settimana. In realtà crediamo che a Jannik interessi vincere il torneo per rafforzare la sua posizione in vista del 2026, quando tra fine inverno e primavera potrà tornare ad accumulare punti importanti, ma sarebbe comunque una piccola soddisfazione.
    Sarà di nuovo Jannik vs. Carlos? – Ormai la loro rivalità è diventata il classico dei nostri tempi, la partita più attesa, quella che tutti vogliono vedere. È sempre esercizio difficile prendere in mano i draw e ipotizzare dove l’uno o l’altro potrebbero rischiare di cadere. Il percorso ipotetico di Alcaraz non sembra malvagio, ma pure quello di Sinner nei primi match non dovrebbe riservare insidie terribili. Molto dipenderà dalle loro condizioni. È certo che se i due giocano al loro meglio, tutti gli altri sono molto, molto distanti… È anche un’opportunità per l’italiano di tornare a battere il rivale, visto che le condizioni indoor sembrano favorirlo (vedi i due successi, seppur in esibizione, in Arabia Saudita, per quello che possono valere).
    Sinner e la condizione fisica – “Nel terzo set ho avuto qualche crampo, molto, molto piccolo. Quello che è successo a Shanghai mi ha sicuramente insegnato qualcosa”. Così Jannik dopo la vittoria a Vienna contro Zverev. A metà del terzo set tutti siamo sobbalzati sulla sedia vedendolo mentre si toccava la parte posteriore della coscia sinistra dopo una frenata. Che succede Sinner? C’è qualcosa a livello di preparazione che non sta funzionando? O è più un aspetto dovuto alla gestione della tensione? Tra l’autunno del 2023 e gennaio 2025 il fisico del nostro campione è stato quasi perfetto, performando a dovere anche sotto grande pressione. Poi qualcosa s’è guastato, o è lo stress e tutto quel che ha dovuto sopportare ad esser diventato una insidia da cancellare? Lui minimizza. Vedremo tra Parigi e Torino, dove le sfide saranno importanti e dure, se ci saranno altri episodi o meno.
    Fonseca e la “prova del 9” – A Basilea, con un pizzico di buona sorte, il talento brasiliano ha trionfato mostrando sprazzi di grandissimo tennis. La sua potenza di fuoco è impressionante, sarà curioso vedere come gestirà mentalmente la più importante vittoria in carriera. Curiosamente l’urna gli ha assegnato di nuovo Shapovalov (che si è ritirato in Svizzera, come starà?). Fonseca dopo qualche mese di appannamento è tornato a brillare e finirà l’anno nei primi 30. Potrebbe fare poca strada a Parigi se non sarà bravo a digerire il successo appena colto, ma in condizioni indoor il ragazzo sembra già uno molto difficile da superare.
    Possibile rivincita Vacherot vs. Rinderknech? – I sorteggi spesso sono curiosi… I due cugini potrebbero sfidarsi al secondo turno di Parigi, se Arthur supera Marozsan (possibile) e Valentin batte Lehecka (non così facile). Di sicuro sarebbe un’altra battaglia curiosa e di qualità. Pioline, direttore del torneo, se lo augura sicuramente…
    Il nuovo torneo di Parigi – Ultimo sorso di caffè per il rinnovato torneo di Parigi. Bercy era un impianto storico, legatissimo al mondo del tennis, ma inadeguato per gli standard imposti dai M1000 attuali. C’è grande curiosità per scoprire la arena de La Defense, che in realtà è a Nanterre, appena fuori la capitale francese. Dal rugby dei Racing 92 questo gigantesco “scatolone” è multifunzionale per eccellenza, può ospitare di tutto e di più e per la prima edizione del torneo è stato allestito lo stadio più grande al mondo a livello indoor con i suoi 17500 posti, diventando il secondo impianto per capienza dopo l’Ashe di New York. Si promettono giochi di luce e servizi top, e anche altri campi di qualità oltre a quello principale. Mancano poche ore a scoprire il tutto, la curiosità è tanta. La superficie, da quel che trapela dalle qualificazioni, sembra non essere così rapida. Polemiche in arrivo?

    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO