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    ATP 500 Pechino: il “solito” ottimo Sinner vince comodo contro Cilic

    Jannik Sinner a Pechino (foto Getty Images)

    Buona la prima in Cina, anzi, molto molto buona… ma siamo sempre sulle “solite” granitiche certezze. E non è affatto un male. C’era grande attesa per ritrovare in campo Jannik Sinner dopo la finale persa a US Open e le sue ambiziose dichiarazioni prima della partenza per l’Asia, “inserirò variazioni al mio tennis per diventare più imprevedibile”. Nella solida prima uscita all’ATP 500 di Pechino, vincente su Marin Cilic per 6-2 6-2, si è visto un Jannik in ottima forma, fisicamente e in tutti colpi dopo un paio di game di normale assestamento, ma di variazioni o novità, oggettivamente, pochine. È necessario vivisezionare la partita e andare nei dettagli e finezze per trovare qualcosa di veramente diverso. Il dato più significativo nella vittoria all’esordio a Pechino è quello al servizio: Jannik ha servito molto bene per tutta la partita, chiudendo il match con un eccellente 77% di prime palle in gioco, vincendo il 75% dei punti, e ottimo anche il dato con le seconde, al 64% di trasformazione. Forte di una battuta così continua e di una risposta a tratti irresistibile, spesso giocata da una posizione assai aggressiva, per il croato è stato quasi impossibile far partita pari.
    Dal quinto game del primo set Sinner ha cambiato passo: lo si è visto a chiare lettere da come ha lasciato libero il braccio di impattare la palla con grande velocità, iniziando dalla risposta di rovescio, quindi passando al diritto, poi la palla di chiusura da metà campo in avanzamento. La sua “classica” catena cinetica di progressione: il rovescio, il colpo che si porta casa, trova il feeling ideale; quindi via libera al diritto e tutto il resto. Bingo, così Jan si prende il ritmo di gioco, il centro del campo, comanda e per l’altro diventa una “mission impossible”. Appena la partita si è spostata sull’intensità e ritmi di Jannik, per Marin non c’è stato niente da fare, ancor più quando il croato dopo un buon avvio ha perso vistosamente precisione con la prima palla, tutto per colpa della tremenda pressione in risposta imposta dall’italiano. Nel secondo turno Sinner ritrova il francese Atmane, entrato nel torneo di Pechino passando le “quali” e superando all’esordio Zhang.
    Si parlava delle “variazioni”, delle novità. Il dato più importante della prestazione odierna è certamente il rendimento del servizio, ma NON è una novità… In molte fasi della sua carriera Jannik ha servito anche bene, molto bene. Due anni fa quando vinse questo torneo riuscendo finalmente a scacciare la maledizione Medvedev, servì molto bene. E che dire anche delle ultime settimane del 2024, con la perla delle Finals dove il servizio fu decisivo per la vittoria finale. È un’ottima notizia ritrovare questa battuta così incisiva, ma non si può parlare di novità. Più sottile ma interessante come in alcune occasioni Sinner si sia affidato al serve and volley. Pessimo il primo tentativo, respinto con perdite per colpa di una prima palla centrale e nemmeno così profonda… meglio i tre successivi, ma in un match dove ha vinto 62 punti in totale, 4 sono una inezia. Idem per la smorzata: solo una di fatto, anche se molto importante, un taglio improvviso col diritto, perfetto.
    Se vogliamo allora la cosa più “nuova” o almeno diversa è stata la sua posizione in risposta. Nell’ultimo periodo spesso Jannik arretrava abbastanza per iniziare in qualche modo lo scambio; nella vittoria su Cilic invece ha stazionato per tutta partita piuttosto vicino alla riga di fondo, entrando deciso nel campo sulle seconde palle. Una mossa utilissima a mettere pressione al rivale: dopo un paio di game così così, gli impatti in risposta sono stati belli e profondi e questo è stato il detonatore della vittoria, come moltissime altre volte accaduto in carriera. Tuttavia Cilic è calato tanto nel match col servizio, e quindi è totalmente da confermare se questa mossa sia una nuova tendenza è solo è stato dettato dalla situazione. Non è la prima volte che Jannik gioca così, con una posizione tanto avanzata in risposta. C’è stato qualche back di rovescio per cambiare ritmo, ma su quella diagonale la superiorità su Cilic è stata talmente ampia da non esser stato un fattore decisivo.
    Jannik sembra tirato a lucido fisicamente, reattivo a scattante, e molto sereno, come si è visto anche nelle clip delle attività extra campo a Pechino e dalle ampie risate col suo team negli allenamenti. Oggettivamente questo Cilic non è stato un gran test per valutare le vere condizioni tecniche di Sinner. Nello scambio appena si è andati a grande velocità il croato ha commesso molti errori, perché non ha retto o perché ha cercato di uscire dalla morsa con una pallata. La unica palla break concessa dall’azzurro è arrivata nell’ultimo game, con l’altro che tirava fuori tutta, ed è stata prontamente tamponata con un Ace. Buona prima, si diceva. E avanti così. Sinner ci ha incuriosito non poco con il discorso delle “variazioni”, ma ha anche sottolineato come forse non fosse pronto a mettere tutto in partita ancora, o tutto insieme. Vedremo alle prossime uscite. Intanto è bello ritrovare il nostro campione in campo, ancor più con una vittoria solida e convincente.
    Marco Mazzoni

    La cronaca
    Nei primi due punti del match si vede già come il sarà il match: Cilic dopo un bel servizio tira un diritto vincente, segue una risposta spettacolare di rovescio di Sinner, vincente. Ben poca tattica, si va dritti per offendere, per prendere un vantaggio consistente o il punto diretto. Sul 3o pari Marin teme la risposta di Jannik ed esagera con la seconda palla, commette un doppio fallo e concede una palla break immediata. Se la gioca con la seconda, ma stavolta Sinner trova un impatto è modesto in risposta e Cilic chiude col diritto cross a campo spalancato. 1-0 Cilic, con un errore di rovescio dell’italiano. Torna a servire Sinner, dopo la tante critiche ricevute a US Open nel colpo. La prima battuta è una bordata molto consistente, al corpo. Due errori dal 30-0, manca un po’ di ritmo al n.2 rientrato dopo la pausa, ma chiude il game in sicurezza. Jannik nel terzo game martella Marin sul rovescio, è netta la differenza tra i due in velocità e consistenza del campo, tutta pro-Sinner. 0-30. Il veterano croato rimonta con servizio e diritto, quindi sul 30 pari arriva una bruttissima risposta di Sinner, di rovescio, centrata con pessimo timing, errore a dir poco strano per i suoi standard nel colpo. Non così profondo nemmeno col diritto, Cilic ai vantaggi ne approfitta chiudendo bene l’angolo cross. Discreta ruggine nel tennis di Jannik in quest’avvio, con più di un impatto con timing non perfetto e anche la profondità è poco costante (2-1). Sinner prova il Serve and Volley sul 30-0, ma la prima è centrale e nemmeno così profonda, è punito da una solida risposta del croato. Primo tentativo di “variazione” non andato a buon fine. Solido però negli altri punti, 2 pari. Marin si trova di nuovo sotto 0-30 nel quinto game, tra una bella risposta di Jannik e un doppio fallo. Male Cilic, sparacchia quasi in fondo alla rete un diritto dopo il servizio, fretta e strappando il colpo. 0-40, tre palla break consecutive per Sinner. Dopo due ottimi schemi del croato, il BREAK arriva sul 30-40, con una risposta di rovescio incrociata impattata “da Sinner”, pesante, profonda, precisa. 3-2 Sinner. Ace per iniziare il sesto game, primo dell’incontro, poi una fiammata col rovescio lungo linea, indietreggiando dopo la battuta, altro impatto TOP, indica che il braccio del pusterese è più sciolto. Terzo vincente di fila con un passante di potenza. Game a zero, allunga JS sul 4-2 (parziale di 12 punti a 3). Ha cambiato marcia l’azzurro, dal quarto game fa tutto più rapido, più intenso e Cilic è grossa difficoltà, con pure meno prime palle in gioco. 0-30 e poi 0-40, poco fortunato il nativo di Spalato con un diritto che gli esce di un niente, sarebbe stato vincente. Non mette più la prima Marin, e lo paga con una risposta perentoria di rovescio di Jannik, impatto ben dentro al campo lungo linea e via, il croato solo può veder sfilare la palla. BREAK, 5-2 (e il parziale si allunga a 16-3). Il 4 volte campione Slam chiude il set 6-2 recuperando da 15-30, con la prima palla che ha segnato presente quando ne aveva bisogno. Ai vantaggi una smorzata col diritto, ottima, improvvisa e ben giocata, forse l’unica vera variazione del set. Buono il 78% di prime palle in gioco.
    Cilic riparte al servizio nel secondo parziale e riesce ad interrompere la striscia di 5 game di fila ceduti al rivale, incluso l’Ace che chiude il game (terzo del match). Sinner riparte con un altro buon turno di servizio, controlla bene il ritmo di gioco con braccio sciolto (1-1). Nel terzo game invece Marin si incarta, sullo 0-15 tira un brutto diritto in rete su di una palla senza peso, situazione che sempre ha sofferto con quella meccanica esecutiva. La prima palla non lo aiuta… e poi combina un altro disastro tirando out uno smash scolastico, forse ha perso la palla tra le luci dell’impianto. 0-40, tre palle break per Jannik. Niente, altro erroraccio col diritto, Sinner ottiene un BREAK senza aver fatto quasi niente, la sola pressione in risposta nel primo punto è bastata per mandare in bambola il croato, ora sotto di un set e 2-1. Ecco la “variazione”: sul 30-0 gli esce una prima palla esterna e la segue avanti, stavolta chiudendo bene di volo. Un tentativo eseguito con grande margine, come è giusto che sia, ma è davvero poco per farne una tendenza. Sul 30 pari ottimo l’Ace con curva esterna, imprendibile, poi prima a T, non si gioca. 3-1 (e siamo sul 79% di prime palle “in”). Il croato è alle corde, lo vede da tanti piccoli particolari e come non riesca ad alzare il ritmo e nemmeno ritrovare la prima di servizio, soverchiato dalla spinta di Sinner. Va sotto 0-30 di nuovo, quindi ottiene un punto da un improvvisa discesa a rete di Jannik con volée lunga. Con una splendida risposta col diritto lungo linea l’azzurro si prende la chance del doppio allungo sul 30-40. Tira forte col rovescio, ma la palla gli esce lunga di due dita. Il secondo doppio fallo del game regala a JS un’altra chance di break. Come se la prende Jan! Grande recupero a destra e colpo difensivo con grande parabola, e la palla magicamente resta in campo. Cilic la guarda sfilare e atterrare nell’angolino, affranto. È il BREAK che manda l’azzurro ancor più sicuro verso lo striscione del traguardo, ormai a due passi (4-1). È sipario: Sinner ha fretta e si procura due match point sul 5-1 15-40. Il croato ha una reazione emotiva, non ci sta e tira tre pallate tra servizio e diritto che respingono il rivale. Ma nemmeno Jannik… ci sta! Clamorosa la risposta vincente col diritto lungo linea, con i piedi un metro in campo tale l’anticipo. Cilic vince il game, 5-2 e con l’orgoglio del campione tira a tutto braccio e si prende la prima palla break del match sul 30-40, con un bel diritto inside out. Sinner non si scompone affatto: Ace, respinge al mittente in stile. Scampato il pericolo, Jannik riprova il S&V dopo una prima esterna e chiude per 6-2 al terzo match point complessivo, servizio vincente. Prestazione di ottimo livello per l’italiano, in grande forma fisica e salendo nella qualità generale nel corso della partita. Cilic ha servito troppo male per riuscire a stare vicino all’azzurro. Next, Atmane.

    Jannik Sinner vs Marin Cilic ATP Beijing Jannik Sinner [1]66 Marin Cilic22 Vincitore: Sinner ServizioSvolgimentoSet 2J. Sinner 0-15 15-15 30-15 30-30 30-40 40-40 ace A-405-2 → 6-2M. Cilic 15-0 15-15 df 15-30 15-40 30-40 40-40 A-40 40-40 A-405-1 → 5-2J. Sinner 15-0 15-15 30-15 40-154-1 → 5-1M. Cilic 0-15 0-30 df 15-30 30-30 30-40 40-40 40-A df3-1 → 4-1J. Sinner 15-0 30-0 30-15 30-30 40-30 ace2-1 → 3-1M. Cilic 0-15 0-30 0-401-1 → 2-1J. Sinner 15-0 30-0 30-15 40-150-1 → 1-1M. Cilic 15-0 30-0 40-0 40-15 ace0-0 → 0-1ServizioSvolgimentoSet 1J. Sinner 0-15 15-15 15-30 30-30 40-30 40-40 A-405-2 → 6-2M. Cilic 0-15 0-30 0-404-2 → 5-2J. Sinner 15-0 ace 30-0 40-03-2 → 4-2M. Cilic 0-15 0-30 0-40 15-40 30-402-2 → 3-2J. Sinner 15-0 30-0 30-15 40-151-2 → 2-2M. Cilic 0-15 0-30 15-30 30-30 40-30 40-40 A-40 ace1-1 → 1-2J. Sinner 15-0 30-0 30-15 30-30 40-300-1 → 1-1M. Cilic 15-0 15-15 15-30 30-30 30-40 df 40-40 A-40 ace0-0 → 0-1
    !DOCTYPE html >Statistiche Tennis: Sinner vs Cilic

    Statistica
    Sinner 🇮🇹
    Cilic 🇭🇷

    STATISTICHE DI SERVIZIO

    Rating del servizio
    317
    191

    Ace
    3
    3

    Doppi falli
    0
    4

    Prima di servizio
    36/47 (77%)
    24/53 (45%)

    Punti vinti sulla prima
    27/36 (75%)
    14/24 (58%)

    Punti vinti sulla seconda
    7/11 (64%)
    11/29 (38%)

    Palle break salvate
    1/1 (100%)
    6/10 (60%)

    Giochi di servizio giocati
    8
    8

    VELOCITÀ DI SERVIZIO

    Velocità massima
    209km/h (129 mph)
    216km/h (134 mph)

    Velocità media prima
    189km/h (117 mph)
    206km/h (128 mph)

    Velocità media seconda
    156km/h (96 mph)
    161km/h (100 mph)

    STATISTICHE DI RISPOSTA

    Rating della risposta
    194
    61

    Punti vinti su prima di servizio
    10/24 (42%)
    9/36 (25%)

    Punti vinti su seconda di servizio
    18/29 (62%)
    4/11 (36%)

    Palle break convertite
    4/10 (40%)
    0/1 (0%)

    Giochi di risposta giocati
    8
    8

    STATISTICHE DEI PUNTI

    Punti vinti a rete
    0/0 (0%)
    0/0 (0%)

    Vincenti
    0
    0

    Errori non forzati
    0
    0

    Punti vinti al servizio
    34/47 (72%)
    25/53 (47%)

    Punti vinti in risposta
    28/53 (53%)
    13/47 (28%)

    Totale punti vinti
    62/100 (62%)
    38/100 (38%) LEGGI TUTTO

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    Naldi: “La vicenda con Sinner mi ha fatto male, umanamente e professionalmente, ma continuerò a non commentare cosa è successo. Non ho mai cercato visibilità. Con Jannik? Ci siamo parlati, è stato cordiale”

    Giacomo Naldi in una cilp per il sito ATP

    Giacomo Naldi ha sempre schivato la stampa, tenendo un profilo basso e riservato durante e dopo la notissima vicenda del caso Clostebol che è costata all’ex n.1 del mondo una sospensione di tre mesi accettando una transazione proposta daWADA (e anche il primo posto in classifica per colpa della lunga assenza), mentre il fisioterapista bolognese ha pagato il tutto con la perdita della prestigiosa collaborazione con l’altoatesino. Naldi è da poco rientrato sul tour a fianco di Francesco Passaro, già a US Open. A differenza di Umberto Ferrara non è stato richiamato dall’entourage di Jannik, che ha appena iniziato una nuova collaborazione con il “fisio” argentino Resnicoff, un “veterano” del tour. Una faccenda amara, sfortunata e difficile, che è costata a Naldi “moltissimo sul piano umano e professionale”. Questo il bolognese ha affermato alla Gazzetta dello Sport, in un’intervista nella quale continua a non parlare dei dettagli di quel che accadde o del suo punto di vista personale (“C’è la sentenza che racconta come sono andate le cose”) ma almeno apre al suo presente e svela come è andato un recente incontro con Sinner. Riportiamo i passaggi salienti del pensiero di Naldi.
    “Non ho mai voluto commentare quanto è successo col team Sinner e continuerò a non farlo. Anche se è una vicenda che mi ha fatto male, umanamente e professionalmente” afferma Naldi. “Anche durante il procedimento abbiamo sempre avuto rapporti buoni con Sinner. Io mi sono sempre comportato correttamente, non ho mai cercato visibilità. Queste sono le prime dichiarazioni ufficiali che faccio da quando tutto è accaduto, a volte mi sono state messe in bocca delle parole prese in altri contesti che hanno scatenato odio social e polemiche nei miei confronti. A differenza di altri, non ho mai detto nulla dell’accaduto, e penso che la mia correttezza sia stata evidente e apprezzata”.
    “Con Jannik abbiamo parlato, è stato cordiale, ci siamo raccontati cose private. Al di là di tutto, resta il rapporto umano dopo un caso che ci ha coinvolto ed è stata solo una sfortunata serie di coincidenze, e ne siamo consapevoli. Ho visto Cahill, che è sempre stato molto amabile, ho incrociato Ferrara. Io vengo dal basket, ho sempre cercato di portare anche nel team Sinner lo spirito di gruppo ed è una delle cose che più è stata apprezzata. Anche se la collaborazione si è interrotta non c’è nessun rancore. Quello che è successo non si può cambiare, ma bisogna voltare pagina. La vita va avanti”.
    Giacomo si è detto entusiasta di esser tornato sul tour professionistico, ed ha apprezzato un caloroso saluto ricevuto da Alcaraz. “Mi ha fatto molto piacere tornare sul circuito, vivere l’atmosfera di un Grande Slam. E l’accoglienza è stata ottima da parte di tutti. Giocatori, allenatori, preparatori. Alla fine il tempo passa, le persone vanno avanti ognuna secondo il proprio percorso. Come sono andate le cose ormai lo sanno tutti e chi non lo sa può andare a leggersi la sentenza. Non mi sono sentito osservato, è stato come riprendere il filo del discorso dove lo avevo lasciato. Alcaraz? Mi è venuto incontro, è stato come sempre gentilissimo, abbiamo fatto due chiacchiere ed è una cosa che mi ha fatto un piacere immenso”.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Borg incorona Djokovic: “Il più grande di sempre. Federer e Nadal? Al secondo posto. Se avessi avuto il supporto che oggi hanno i tennisti, forse non mi sarei ritirato a 26 anni”

    Bjorn Borg

    Bjorn Borg, l’“ice-cool king” di Wimbledon, non ha dubbi: “Ritengo Djokovic il più grande giocatore di tutti i tempi. Poi, subito dietro, vengono Federer e Nadal, a pari merito”. Così il leggendario campione svedese parla a Sky Sport UK, in un’intervista che lancia la sua attesa autobiografia “Battiti”, appena uscita anche in Italia. Borg, 11 volte campione Slam e icona del tennis degli anni 70-80, è intervenuto al media londinese spaziando sull’attualità e altro, un punto di vista il suo sempre assai qualificato. Bjorn si dice impressionato dalla longevità del serbo, ancor più se comparato alla sua carriera, straordinariamente vincente ma assai breve rispetto a quella di “Nole”: “È incredibile il livello a cui riesce a giocare a 38 anni. Sono molto colpito. So che vuole conquistare il suo 25° Slam. Spero che giochi almeno un altro anno, perché con il tennis che esprime può ancora farcela. Certo, sarà dura con Sinner, Alcaraz e altri giovani, ma lui resta capace di tutto”.
    Una carriera, quella di Djokovic, che ha avuto un respiro ben più lungo di quella di Borg, ritiratosi a soli 26 anni, una decisione che all’epoca scioccò il mondo dello sport perché arrivata del tutto inattesa. Il motivo? Mancanza di motivazioni e una fama divenuta per lui insostenibile: “Non avevo più privacy. Room service continuo, fotografi fuori dai ristoranti, a volte anche 20 a caccia di una mia foto… gente ovunque. Non potevo mai stare solo”.
    Borg provò un timido rientro negli anni ’90, senza però nemmeno avvicinarsi ai fasti del passato, un tentativo che oggi reputa onesto ma di fatto sbagliato. E riflettendo sul diverso supporto che hanno oggi i giocatori – team numerosi, agenti, preparatori, psicologi e nutrizionisti – ammette: “Ai nostri tempi eravamo soli. Dovevamo arrangiarci per tutto. Se avessi avuto quell’aiuto in quella fase nella quale non mi sentivo affatto soddisfatto della mia vita immerso nel mondo del tennis, forse sarebbe andata diversamente. Forse avrei continuato a giocare”.
    Il suo nome è legato in modo indissolubile a quello di John McEnroe, una rivalità la loro unica e irripetibile, con finali spettacolari e un contrasto di stile di gioco totale. Borg ricorda un episodio in particolare che segnò un prima e un dopo nella loro storia. “Credo che tutto cambiò a New Orleans, in un grande torneo negli Stati Uniti” racconta lo svedese. “In finale ero avanti 4-1 al terzo set e stavo dominando. Quella fu l’unica volta in cui John si comportò davvero male con me”. Bjorn racconta un momento che è rimasto impresso nella sua memoria: “Dopo uno scambio, sul 4-1 e 15-0, lo guardai e gli feci cenno con il dito: ‘Vieni, John’. Lui mi guardò come per dire: sei matto? Perché dovrei venire? Ma alla fine si avvicinò piano piano e mi chiese: ‘Cosa diavolo vuoi?’. Io gli dissi soltanto: ‘È solo un gioco, prendila con calma’. John mi fissò come se fossi impazzito”. La partita, ironia della sorte, finì per perderla Borg: “Ho avuto match point, ma vinse lui. Dopo quella partita nacque un rispetto reciproco che andava oltre il campo da tennis. Da lì siamo diventati buoni amici”.
    Lo svedese nella sua autobiografia “Heartbeats, a Memoir”, scritta insieme alla moglie Patricia, racconta anche il lato oscuro del post-ritiro: dopo una prima fase serena, entrò nel tunnel della droga. Nel 1989 finì in ospedale per un’overdose e, qualche anno dopo, fu colpito da un infarto legato agli stupefacenti mentre si trovava in Olanda. “Scrivere il libro è stato una liberazione” commenta Borg. “Ho fatto tante scelte sbagliate, relazioni e decisioni che non avrei dovuto prendere. Ma oggi mi sento sereno e soddisfatto”.
    A fine 2023 Borg ha affrontato un’ulteriore battaglia, quella contro il cancro alla prostata. Operato con successo, è ora in remissione, anche se deve sottoporsi a controlli periodici: “I medici mi hanno detto che era molto grave, ma per fortuna l’intervento è andato bene. Ci sono ancora cellule dormienti, ma ogni sei mesi faccio i test e al momento sto bene, sono felice”.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Brad Stine (coach di Paul) ammette: “Sinner e Alcaraz hanno una qualità in particolare che li eleva su tutti gli altri”

    Jannik e Carlos, i due leader del tennis mondiale

    Mentre Tommy Paul annuncia il forfait anche al Masters 1000 di Shanghai per la necessità di prendersi più tempo per curare l’infortunio all’addome che lo sta penalizzando da diversi mesi, il suo coach Brad Stine ha parlato di un tema interessante: qual è la differenza che eleva Jannik Sinner e Carlos Alcaraz sopra tutta la concorrenza? L’ex coach di Jim Courier, da cinque anni a fianco di Paul e artefice della grande scalata sino alla top 10 del suo assistito, è intervenuto al podcast Inside-In, soffermandosi su vari temi, tra cui il dominio assoluto dell’italiano e dello spagnolo nel 2025. I due campioni sono spartiti equamente gli Slam e hanno disputato uno contro l’altro le ultime tre finali Major, mostrando una superiorità schiacciante su tutta la concorrenza. Stine riflettendo sul valore di Paul, anche nelle partite recenti disputate contro Carlos e Jannik, ha una idea molto precisa su quello che distingue i due leader attuali della disciplina da tutto il resto del gruppo.
    “Paul da tempo ha raggiunto un livello di gioco molto buono, come dimostra anche la sua classifica” afferma Stine. “Se torniamo alla scorsa off-season, in preparazione dell’Australian Open 2025, il nostro obiettivo in quelle settimane di lavoro a fine 2024 era capire come battere Carlos e Jannik. Tommy ha ottenuto buoni risultati contro praticamente tutti gli altri. Non ha mai dominato in senso assoluto, ma è riuscito a battere quasi tutti i giocatori di quel livello”.
    “Per come sono andati i sorteggi, Tommy ha affrontato Sinner negli ottavi di finale a US Open e Carlos nei quarti di Wimbledon. Ha strappato un set a Carlos, e poi un set a Jannik a Roma, quindi ci sono stati segnali evidenti che sta facendo le cose nel modo giusto. Ma la questione è riuscire a mantenere quelle cose per un tempo sufficiente a fare ancora meglio contro di loro. Uno degli aspetti di cui abbiamo parlato e approfondito è che pensiamo che Tommy abbia un certo vantaggio rispetto alla maggior parte degli avversari quando si gioca al meglio dei cinque set, ma non contro quei due…”
    “Contro Sinner e Alcaraz, invece, sono loro ad avere un vantaggio: non tanto sul piano fisico, né in modo decisivo su quello tattico o tecnico, perché fino a un certo punto Tommy riesce a stare lì con loro e giocarsela alla pari. Il punto è la capacità mentale di mantenere quel livello di gioco per un periodo molto, molto, molto lungo. È proprio questo che Carlos e Jannik stanno facendo a un livello eccezionale, meglio di tutti gli altri e questo fornisce loro un vantaggio decisivo”.
    Una osservazione interessante e pertinente. Stine giustamente sottolinea ed esalta la qualità del suo assistito, ma la sostanza del suo pensiero è corretta. Del resto, come insegnano i migliori coach, quando un giocatore cerca di migliorare la propria performance una delle chiavi non è soltanto aggiungere colpi superiori al proprio gioco ma anche aumentare esponenzialmente la durata del proprio picco di prestazione. Quello che Jannik e Carlos riescono a fare meglio di tutta la concorrenza.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Che peccato Musetti! Non sfrutta due match point nel rush conclusivo del terzo set e cede a Tabilo al tiebreak decisivo nella finale dell’ATP 250 Chengdu. Bellissima partita per qualità ed emozioni

    Lorenzo Musetti

    Quanto brucia perdere così… Se mai ce ne fosse bisogno la finale dell’ATP 250 Chengdu conferma quanto il tennis sia davvero lo sport del “diavolo”, come una prestazione di grande livello possa esser vanificata da due palle di numero, un nastro appena sfiorato che trasforma in “let” un Ace, o una scelta di gioco un po’ conservativa su due ore e quarta minuti di lotta testa a testa. Del resto, nel tennis vince chi è più bravo, lucido e fortunato nei punti decisivi. Lorenzo Musetti gioca una bella finale a Chengdu, rimonta un set a un eccellente Alejandro Tabilo e sembra averne di più nel terzo set, più vivace fisicamente, più potente e aggressivo. Però… non sfrutta una palla break nel secondo game e soprattutto arriva per due volte a match point sul 6-5, ma non riesce a cogliere l’attimo, in particolare il secondo con un difesa che gli esce di poco. Al tiebreak decisivo Lorenzo è avanti 4 punti a 1 ma Tabilo questa settimana è magico, va oltre alla fatica e alle difficoltà, trova un paio di risposte profonde che sorprendono l’azzurro e lo bloccano quel poco che basta. Per il cileno è gloria, finisce 6-3 2-6 7-6(5), è il suo terzo titolo in carriera, partendo dalle qualificazioni e cancellando uno dei momenti più difficili della sua carriera. Bravo, poco da dire, per come ha giocato, per come ha tenuto nella difficoltà trovando massima qualità, con coraggio e forza mentale.
    C’è amarezza per Musetti, spiace vederlo così affranto in panchina dopo la conclusione del match. C’è da capirlo, è una sconfitta che brucia perché ha giocato bene, per larghissima parte del match molto molto bene, e c’è di più. C’era la netta sensazione che ad un certo punto avesse il rivale in pugno e che potesse farcela. Dopo un primo set ceduto con una sola incertezza al servizio, Lorenzo aveva rilanciato con piglio da campione e aveva girato l’inerzia a suo favore. Sembrava lì lì per scappare avanti, con un servizio in ritmo e un diritto tornato molto incisivo, pesante e vincente. Più corsa, più cambi di ritmo, più variazioni, Musetti era “sopra” al rivale, per copertura del campo e soluzioni di gioco. Tabilo non crollava, ma vacillava assai e solo di servizio ha retto all’avvio del terzo set, a un millimetro dal crollare nel burrone quando ha affrontato una palla break che molto probabilmente sarebbe stata decisiva in quella fase. E in quel frangente… di nuovo la “Sliding door” del match, un back difensivo ben giocato che a Musetti scappa di poco. Scampato quel pericolo, Tabilo ha ritrovato prima il servizio e quindi anche precisione negli affondi, lucido nel capire che di corsa e scambio non l’avrebbe vinta mai.
    Il cileno si è affidato alle sue verticalizzazioni per non finire nella rete dell’azzurro, e quindi ha ripreso vigore anche al servizio, tornato a splendere come nel primo set. La partita vinta contro Nakashima nel torneo al rush finale era un brutto avvertimento: è pericoloso trascinarsi un tipo con così tanta qualità nel braccio e potenziale colpo vincente al tiebreak decisivo, dove una spallata può fare la differenza. Così purtroppo è stato ma c’è amarezza anche per come Musetti sia stato avanti anche nel “decider”, dove forse ha commesso gli unici due errori gravi della partita: un back calibrato male, non era necessario cercare la riga laterale visto che era solo un colpo di scambio; e quindi si è fatto sorprendere sul match point avverso da una risposta di Tabilo profonda ma non sulla riga. Lì è stato incerto, un po’ rigido, ha sentito il momento. È umano che accada, anche perché un attimo prima la macchinetta che segnala il net ha sibilato annullando un Ace perfetto. Altra “sliding door” avversa di una partita che davvero è girata male su tre palle di numero. Tabilo vince con una rimonta clamorosa e tutto sommato meritata nel tiebreak decisivo. Niente terzo titolo in carriera quindi per Musetti, che come lo scorso anno perde la finale a Chengdu, ma quest’anno brucia molto, molto di più…
    Nonostante la delusione per l’esito finale, è corretto sottolineare i meriti del cileno, bravo a reggere nelle difficoltà e giocare un tennis eccellente per qualità, mostrando che razza di mano abbia e come sia bravo a scegliere il rischio adeguato al contesto. Quindi applausi a lui, completa una settimana da sogno ed è bello ritrovare un talento come il suo nel grande tennis, dopo un periodo molto difficile per infortuni e scadimento di forma. È stata una finale molto bella per qualità tecnica ed emozioni, bravi entrambi i giocatori, hanno regalato un grande spettacolo con tanti punti vincenti cercando di offendere ognuno con le proprie qualità. Tabilo complessivamente ha attaccato di più, è stato pronto nel venire avanti per rubare tempo a Musetti e così sottrarsi dagli scambi con tanti cambi di ritmo, dove Lorenzo invece ha brillato.
    Musetti nel primo set ha giocato bene, ma ha trattenuto un po’ troppo il diritto, cercando eccessivamente il taglio, rallentare per poi contrattaccare. Infatti quando dall’avvio del secondo set ha deciso di rompere gli indugi ed entrare fin da subito forte col diritto in spinta la musica è cambiata. Ha alzato il livello, anche in risposta, e così ha messo molta più pressione al cileno, che alla fine ha ceduto. Musetti aveva in mano il tempo di gioco, correva come un fulmine da tutte le parti e gestiva bene gli angoli, con palle più lente e poi via una bordata. Davvero un tennis ottimo, che un altrettanto ottimo Tabilo ha contenuto con fatica. Come già descritto, è difficile imputare altro a Lorenzo, ha giocato un gran match. Altrettanto bravo, anzi più bravo Alejandro per come ha retto, ha cancellato i vantaggi e chance dell’italiano piazzando la zampata nel tiebreak finale. Una bella partita, ma quanto è dura adesso vedere il bicchiere mezzo pieno per Musetti, …quanto brucia perdere così…
    Marco Mazzoni

    La cronaca
    La finale di Chengdu inizia con un turno di battuta impeccabile di Tabilo, la conferma di quanto questo colpo l’ha sostenuto nella settimana cinese. Ottimo avvio anche per Musetti, bene al servizio e ancor meglio col diritto, con il quale comanda lo scambio. 1 pari. Nel terzo game con la prima palla Tabilo non fa la differenza e la bilancia pende subito dalla parte di Musetti, bravo a variare il peso di palla e angolo. 0-30. Il cileno è bravo ad attaccare con misura una palla più corta dell’italiano, molto insidiosa. Sul 30 pari Lorenzo sbaglia una risposta di diritto non impossibile, cercando troppo angolo, ma il game va ugualmente ai vantaggi. La chance per l’allungo non arriva, 2-1. Nel quarto game, sul 30-15, arriva il punto più bello di quest’avvio, bravo a Tabilo a passare da difesa ad attacco entrando con forza su di una palle un po’ troppo lenta di Musetti. È un monito: rallentare eccessivamente è un rischio contro un giocatore con la rapidità di braccio del cileno. Altro lungo scambio, tattico, sulla parità, ben 19 colpi con un errore di Alejandro nella ricerca della smorzata. Col servizio, 2 pari. È un bel match, c’è molta varietà di gioco, anche il cileno ha qualità e “mano”, si esplora tutto il campo con attacco e difesa, cambi di ritmo e tattica. Nel quinto game con un bel rovescio lungo linea Lorenzo si porta 15-30 in risposta. Due errori di “Muso”, ma il game va ai vantaggi e un errore di Tabilo gli costa la prima palla break dell’incontro. Non entra la prima palla… Musetti risponde da lontanissimo, Tabilo lo vede e attacca, discreta profondità e il passante è potente ma lungo. Più offensivo il cileno, è pronto ad avanzare e lo fa con qualità, anche sotto rete. Con un bel rovescio lungo linea si porta 3-2. Molto sicuro Musetti, turno a zero e via, 3 pari. Ha perso solo un punto finora con la prima palla in gioco, tennis più asciutto e molto razionale nei suoi turni. Tabilo mette in mostra la bellezza del suo tocco con una demi-volée spettacolare e poi un lob di volo millimetrico, quando si dice dare del tu alla palla… 4-3. Lorenzo subisce una ottima accelerazione di Tabilo, stecca e siamo 15-30; rimedia con l’Ace, trovato in momento molto importante. Sul 30 pari però la prima palla non entra, è un po’ dietro Lorenzo sul diritto potente in risposta del cileno, gli vale una palla break, la prima del match a favore. Purtroppo il BREAK arriva: si sposta a sinistra Musetti per comandare col diritto ma strappa un po’ il colpo e la palla termina a mezza rete. Dopo aver comandato in tutti i suoi turni, un game non ben giocato e con meno prime palle gli costa l’allungo di Tabilo, che serve sul 5-3. Lorenzo trova la prima perla difensiva del match, un passante di rovescio cross incredibile, 0-15. Tabilo non si scompone, continua la sua tattica aggressiva pronto ad aggredire la prima traiettoria più corta e sul net è preciso. Alejandro sembra non soffrire troppo le variazioni di Musetti, che anche col diritto non spinge con la potenza mostrata nel torneo, braccio più trattenuto in questa fase dell’incontro. Tabilo regala un diritto in rete, 30 pari. Ancora non si scompone, dopo l’errore attacca e lo fa bene. 40-30, Set Point per il cileno. Musetti finalmente tira davvero forte col diritto, sfonda il rivale. Bello pesante anche il diritto Alex, gli vale il secondo SP. Lo trasforma con una prima palla esterna precisa, nell’angolo. 6-3 Tabilo, bravo a reggere in un complicato quinto game e prendersi il vantaggio nell’unico turno di servizio di Musetti incerto. Complessivamente è stato più offensivo.
    Si carica Musetti dopo un bel diritto vincente nel primo game del secondo set, è necessario che faccia più differenza con questo colpo, un po’ timido nel primo parziale, dove ha costruito molto ma poco è andato a tutto gas. Bello anche il passante sul 30-15, Un buon game per iniziare il set, 1-0 Musetti. Molto bene col rovescio passante Lorenzo, palla indisiosa ed errore del cileno. 15-30. Con una risposta di rovescio splendida, sulla riga, arrivano due palle break sul 15-40. Poche prime palle per il cileno, ne approfitta subito Lorenzo caricando la risposta di diritto, non solo arrotata ma anche veloce, con altri due diritti pesanti e aggressivi provoca l’errore di Tabilo e strappa il primo BREAK dell’incontro, avanti 2-0. Ha cambiato marcia “Muso”, ora è lui a giocare più rapido, più aggressivo, a prendersi il campo. Rischia troppo con un S&V difficilissimo sul 30-0, poi affonda un diritto in rete. Ok l’esuberanza, mai cadere nella fretta degli ultimi due punti… Meglio attendere il momento per l’affondo, come ai vantaggi quando vede spazio e lì tira un diritto lungo linea preciso e potente dopo due colpi di scambio. 3-0 Musetti, allungo consolidato. Il buon momento dell’italiano continua anche nel quarto game, risponde e lotta in difesa, Tabilo con un errore di diritto concede la palla del doppio allungo, ma la cancella con l’Ace. Non demorde “Muso”, dalla risposta risale nel campo e si prende una seconda PB con un attacco in contro tempo magistrale. Niente, altro Ace di Tabilo. È il game più lungo del match, Tabilo alla sesta parità esagera col diritto, terza chance di break. Stavolta la prima palla non entra, ma è bravo ad attaccare su di una seconda palla molto precisa. Col quinto Ace del game, Tabilo porta casa un game da 20 punti. 3-1. Tabilo ha perso campo e nello scambio va sotto alla maggior intensità e soprattutto velocità imposta da Musetti, in particolare col diritto, ora davvero incisivo. Proprio con una sbracciata da destra perfetta inside out, Musetti vola 4-1. Il toscano è in controllo del gioco, più attivo e incisivo mentre Tabilo si aggrappa al servizio, più lento con le gambe e meno pronto a venire aventi rispetto al primo set. Lorenzo strappa due set point sul 5-2, 15-40, conquistati con ottima spinta dopo una buona risposta. Il set si chiude subito col doppio fallo, 6-2. Molto salito il livello di Musetti per intensità e spinta, con Tabilo incapace di restargli dietro. 12 vincenti e un solo errore per l’azzurro nel parziale, con ottime percentuali di servizio.
    Terzo set, Musetti to serve. E serve bene, un Ace lo porta 40-15 e chiude il game a 30 con una prima palla esterna molto potente. Tabilo prova ad alzare nuovamente i giri del suo motore per non finire sotto alla spinta dell’italiano, trova un paio di bei punti ma anche errori. Musetti arriva col “motorino” su di una smorzata nemmeno malvagia, forza il game ai vantaggi da 40-0. Alejandro è consapevole che in lunghi scambi va sotto, Lorenzo è più rapido e resistente, quindi torna a buttarsi avanti appena possibile come ben riusciva nel primo set, oppure rischia a tutto braccio anche con poco margine, ma l’errore è dietro l’angolo. Proprio per la maggior vivacità e precisione da fondo campo, Musetti tira in corsa un gran rovescio cross, gambe di pietra in difesa per Tabilo. Palla break! Corre a tutta l’italiano sui back del rivale, ma un diritto in corsa gli esce di una spanna. 1 pari. Musetti si sente evidentemente meglio in questa fase, ha più energia e scarica tanta forza sulla palla, con i due rovesci davvero poderosi (uno cross, poi il winner lungo linea) all’avvio del terzo game, e sottolinea vocalmente lo sforzo, anche per farsi sentire da Tabilo. Arriva anche l’Ace per il 40-15 e poi una prima vincente, 2-1. Incredibilmente nel quarto game suona il cellulare nella borsa di Tabilo… curioso siparietto ma non lo distrae, il servizio è tornato a sostenerlo (2-2), e pure in risposta torna a farsi vivo dopo diversi turni molto negativi. Ne acchiappa un paio di molto bene, 30 pari. Lorenzo sente il momento e consegna l’ottavo Ace del match, importante anche come segnale all’avversario. Con un bel diritto lungo linea “Muso” passa da difesa ad attacco, gli vale il punto del 3-2. Il livello complessivo di gioco torna molto alto, da parte di entrambi. L’italiano trova una rincorsa eccellente che lo attiva, quindi un gran diritto in avanzamento, 15-30; eccellente la reazione di Tabilo, accelerazioni ottime e un gran servizio, 3 pari. C’è grande equilibrio, più energia di Musetti, ma come tornano a filare i colpi e servizio di Tabilo… 4 pari, si entra nel rush finale. Vola Lorenzo, secondo game di fila a zero, 5-4. Ora la pressione è tutta sul cileno. Inizia bene l’azzurro con una risposta molto carica col diritto, ad allontanare Alex che sbaglia. 0-15. Chiede tutto e di più alla battuta Tabilo, una bordata a 213 km/h al T, non si prende, come l’accelerazione perentoria col diritto successiva. Avrà meno gambe, ma il braccio fila ancora che è piacere… Poi un contro piede di rovescio eccellente di Tabilo, gran qualità. 4 vincenti, con un altro Ace. 5 pari. Musetti inizia il game #11 sbagliando di un niente lo smash, ma era a campo aperto… Rimedia con l’Ace e poi fa correre il rivale, decisamente meno brillante con le gambe. 6-5 Musetti. Ha “rotto il fiato”, come dicono i lungometristi, Tabilo, è anche più reattivo rispetto alla prima fase del terzo set, con l’attenzione al massimo visto lo score. Però sul 30-15 calibra male un rovescio d’attacco. 30 pari. È a due punti dal titolo Lorenzo. FANTASTICO il rovescio vincente cross di Musetti, dopo aver preso il centro del campo col diritto e quindi essersi aperto il campo col back. Match Point Musetti sul 30-40! Anzi Championship point. Tabilo è lucido, servizio e diritto vincente in sicurezza. Uff! Lungo l’attacco di Tabilo, a campo discretamente libero. Secondo Match Point Musetti. Si difende bene Lorenzo cercando profondità, ma un back gli scappa lungo di una spanna. Ace. Dopo 2 ore e 25 minuti, la finale si decide al Tiebreak, con due palle match non trasformate dall’italiano.
    Tiebreak Decisivo. Inizia bene Tabilo, ottimo impatto sulla seconda palla e via avanti col rovescio, vincente. 1-0 e servizio. Bravo! Con un lob difensivo talmente difficile da essere forse un filo fortunato, Musetti ricaccia indietro il cileno e si prende il punto, 1 pari. Pressa col rovescio Lorenzo dopo una bella risposta, cambia velocità e il lungo linea è profondo, Alex cede. Due punti in risposta e 2-1 avanti “Muso”. Bloccato coi piedi Tabilo sul recupero profondo dell’italiano, bravo a correre col diritto e trovare una parabola perfetta. 3-1. Servizio e diritto “pesante” in lungo linea. Bravo a spingere e prendere l’iniziativa in avanti, vola via di metri il passante di Tabilo. 4-1 Musetti. Si gira 4-2, ottima prima palla esterna di AT. Di poco lunga l’accelerazione di rovescio di Lorenzo, sarebbe stata vincente. 4-3. Si fa sorprendere l’italiano da un rovescio lungo linea molto profondo, il back è di poco largo. 4 punti pari. Uff….!!! Che coraggio Lorenzo, si butta avanti ma non chiude sul net e ricacciato indietro vince comunque il punto. 5 punti a 4. Attacca bene il cileno, 5 pari. Ci siamo, chi vince il prossimo va a palla match. Seconda di servizio per Tabilo… Musetti stazione troppo dietro e la smorzata di Alejandro è precisa, ci arriva Lorenzo ma poi è comodo il tocco vincente del rivale. 6-5, ora il Match Point ce l’ha Tabilo. ACE, No!?! Nastro… Finisce male, in rete il diritto di Musetti sulla risposta aggressiva di Tabilo. Finale amaro, con due match point non sfruttati. Che peccato… Un grande Tabilo, ha giocato una partita eccellente a coronare un grande torneo, ma che peccato per Lorenzo con due match point non sfruttati.

    Lorenzo Musetti vs Alejandro Tabilo ATP Chengdu Lorenzo Musetti [1]366 Alejandro Tabilo627 Vincitore: Tabilo ServizioSvolgimentoSet 3Tiebreak0*-0 0-1* 1-1* 2*-1 3*-1 4-1* 4-2* 4*-3 4*-4 5-4* 5-5* 5*-66-6 → 6-7A. Tabilo 15-0 30-0 30-15 30-30 30-40 40-40 40-A 40-40 A-40 ace6-5 → 6-6L. Musetti 0-15 15-15 ace 30-15 40-155-5 → 6-5A. Tabilo 0-15 15-15 30-15 40-15 ace5-4 → 5-5L. Musetti 15-0 30-0 40-0 ace4-4 → 5-4A. Tabilo 15-0 30-0 40-0 ace 40-15 ace4-3 → 4-4L. Musetti 15-0 ace 30-0 40-0 ace3-3 → 4-3A. Tabilo 15-0 15-15 15-30 30-30 40-30 ace3-2 → 3-3L. Musetti 0-15 15-15 30-15 30-30 40-30 ace2-2 → 3-2A. Tabilo 15-0 30-0 40-0 40-152-1 → 2-2L. Musetti 15-0 30-0 30-151-1 → 2-1A. Tabilo 15-0 30-0 40-0 ace 40-15 40-30 40-40 A-40 40-40 A-40 40-40 40-A 40-40 A-401-0 → 1-1L. Musetti 15-0 15-15 30-15 40-15 ace 40-300-0 → 1-0ServizioSvolgimentoSet 2A. Tabilo 15-0 15-15 15-30 15-40 df5-2 → 6-2L. Musetti 15-0 30-0 ace 40-04-2 → 5-2A. Tabilo 15-0 30-0 40-0 40-154-1 → 4-2L. Musetti 15-0 30-0 40-0 40-153-1 → 4-1A. Tabilo 0-15 15-15 15-30 40-30 ace 40-40 40-A 40-40 ace A-40 40-40 40-A 40-40 A-40 40-40 A-40 40-40 40-A 40-40 A-40 ace3-0 → 3-1L. Musetti 15-0 30-0 30-15 30-30 40-30 40-40 A-402-0 → 3-0A. Tabilo 15-0 15-15 15-30 15-401-0 → 2-0L. Musetti 0-15 15-15 30-15 40-150-0 → 1-0ServizioSvolgimentoSet 1A. Tabilo 0-15 15-15 30-15 30-30 40-30 40-40 A-403-5 → 3-6L. Musetti 15-0 15-15 15-30 30-30 ace 30-403-4 → 3-5A. Tabilo 15-0 30-0 30-15 40-153-3 → 3-4L. Musetti 15-0 30-0 40-0 ace2-3 → 3-3A. Tabilo 15-0 15-15 15-30 30-30 40-30 40-40 40-A 40-40 A-40 40-40 df A-402-2 → 2-3L. Musetti 15-0 15-15 30-15 ace 30-30 40-30 40-40 A-401-2 → 2-2A. Tabilo 0-15 0-30 15-30 30-30 40-30 40-40 A-40 ace1-1 → 1-2L. Musetti 15-0 30-0 40-0 40-150-1 → 1-1A. Tabilo 15-0 30-0 40-00-0 → 0-1 LEGGI TUTTO

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    Addio a Nikola Pilic, leggenda del tennis slavo (e non solo)

    Nikola Pilić

    È triste annunciare la scomparsa di Nikola “Nikki” Pilic, avvenuta stamani a Fiume, dove viveva da tempo. Aveva 86 anni. È stato una leggenda del tennis croato, jugoslavo e mondiale nel senso pieno del termine, non solo per i risultati ottenuti da giocatore e da coach/selezionatore in Davis Cup ma soprattutto per la sua visione assai moderna e unica della disciplina, tanto da diventare mentore di molti giocatori slavi e internazionali, in particolare di Novak Djokovic. Pilic vanta anche un primato straordinario: ha conquistato la Coppa Davis con tre nazionali diverse, tre volte con la Germania Ovest, una con la Croazia e infine, nel 2010, come consigliere della squadra serba.
    Nacque a Spalato, allora parte del Regno di Jugoslavia, appena cinque giorni prima dello scoppio della seconda guerra mondiale, iniziata il 1º settembre 1939. Si appassionò al tennis non giovanissimo nell’estate del 1952, all’età di tredici anni, iniziando a frequentare i campi in terra battuta del club Firule, insieme allo studio di ingegneria navale presso l’istituto tecnico di Spalato. Conseguito il diploma fallì l’ingresso in un istituto superiore a Zagabria e quindi si trasferì a Novi Sad, dove continuò la sua formazione nel campo dell’amministrazione pubblica. Parallelamente agli studi, continuò a crescere nella carriera sportiva, tanto da ottenere un primo successo nel 1964 al Moscow International Championships, torneo su terra battuta organizzato nell’URSS, dove sconfisse in finale il connazionale Boro Jovanovic. Da lì in avanti si focalizzò sempre più nel tennis, tanto da crescere progressivamente e ottenere buoni risultati. Nel 1967 arrivò in semifinale Wimbledon, superando Roy Emerson, uno dei tennisti più forti dell’epoca, arrendendosi in semifinale a John Nwecombe (poi vincitore del torneo). L’anno seguente ci fu l’avvento dell’Era Open e Pilic divenne uno dei cosiddetti “Handsome Eight”, un gruppo di tennisti ingaggiati dal magnate Lamar Hunt per dare il via al nuovo circuito professionistico World Championship Tennis (WCT).
    Il 1970 fu un grande anno per Nikola: vinse il Bristol Open – noto anche come Campionato dell’Ovest d’Inghilterra – dove si tolse le grandi soddisfazioni di una bella rivincita su John Newcombe e quindi, in finale, ebbe la meglio su Rod Laver, che l’anno prima aveva completato il suo secondo Grande Slam. Inoltre insieme al francese Pierre Barthe trionfò nel doppio maschile agli US Open, in una splendida finale in quattro set contro i fortissimi australiani Newcombe – Laver. Pilic arrivò al n.6 nel ranking mondiale e vinse in carriera nove titoli in singolare.
    Nel 1973 il nome di Pilic salì ancor più agli onori della cronaca, per un grande risultato in campo ed esser diventato – suo malgrado – la miccia che accese il primo storico boicottaggio nella storia del tennis. Infatti prima conseguì il suo miglior risultato in carriera, arrivando in finale nel singolare a Roland Garros, battuto in tre set da Ilie Nastase; quindi poche settimane dopo fu protagonista di un fatto senza precedenti a Wimbledon, ma prima è necessario tornare indietro, a maggio del ’73. La Federazione jugoslava lo accusò di essersi rifiutato di giocare il match di Coppa Davis contro la Nuova Zelanda. Pilic respinse fermamente l’accusa, ma venne ugualmente sospeso. La sanzione iniziale di nove mesi fu ridotta a un solo mese dalla Federazione Internazionale, ma questa breve sanzione impediva al tennista jugoslavo di prendere parte a Wimbledon. La bagarre nel mondo del tennis in quei giorni era totale, tra chi seguiva le regole allora molto ferree imposte dalla federazioni in merito alle presenze in Davis, e chi invece invocava la libertà per i giocatori di rinunciare a una convocazione, senza incorrere in sanzioni. La protesta portò ad un esito clamoroso: 81 professionisti – tra cui 12 delle 16 teste di serie di Wimbledon – boicottarono il torneo londinese, sotto l’egida della neonata Associazione dei Tennisti Professionisti (ATP) che supportò pienamente la causa di Pilic. Il torneo lo vinse Jan Kodes ma per tutti resterà l’edizione del boicottaggio e un passaggio decisivo al rafforzamento del primo vero sindacato dei tennisti contro lo strapotere delle federazioni nazionali, e verso un professionismo più “pieno”.
    Oltre a questa pagina davvero storica, il contributo di Pilic dopo aver appeso la racchetta al chiodo è stato ancor più significativo. Infatti Nikola è stato maestro, coach e mentore per generazioni di tennisti slavi e non solo. Tra questi sicuramente Novak Djokovic, che sempre ha considerato “Nikki” un vero padre tennistico. A lui il campione serbo deve non solo conoscenze e metodo apprese da ragazzo nell’accademia di Pilic, ma anche le condizioni necessarie per intraprendere quel cammino che lo avrebbe portato a diventare numero uno al mondo cavalcando il suo talento con gli insegnamenti e visione dell’esperto ex giocatore.  Ogni volta che parlava di “Niki”, Djokovic lo faceva con sincera emozione, ricordando i giorni vissuti alla sua accademia di Monaco, dove si trasferì a soli tredici anni. “Più volte ho detto che lui è il mio padre tennistico”, dichiarò Nole, considerandolo importante quanto la sua primissima maestra Jelena Gencic. Il rapporto tra Djokovic e Pilic è stato celebrato anche in occasione di un documentario dedicato a Nikola in Croazia, con il campione di Belgrado che lo ringraziò pubblicamente affermando “Grazie a lui e ai miei genitori ho potuto intraprendere questa carriera. Mi ha accolto come un figlio. Gli devo moltissimo, non solo per il tennis, ma per tutto ciò che ha fatto per la Serbia e per il nostro sport”.
    Così Pilic ha raccontato di recente il suo rapporto e stima per Djokovic: “È un grande campione e un grande uomo. Si batte per gli altri, ha donato quasi dieci milioni agli asili in Serbia per i bambini disagiati. Quando venne da me a Monaco a soli 13 anni capii subito che sarebbe diventato fortissimo. Mi chiedeva cose che gli altri non mi chiedevano, ogni sei mesi saliva di livello. Giocavo contro di lui, perché fino a 60 anni me la cavavo bene. Ho capito stando in campo con lui che aveva una intelligenza tennistica fuori dal comune. Gli altri ragazzi mi dicevano di voler diventare n.1 per scherzo: lui ci credeva seriamente e ce l’ha fatta”.
    Quando la Serbia vinse la Coppa Davis nel 2010, con Pilic al fianco della squadra come consigliere, Djokovic sottolineò: “Ha unito serbi e croati e con entrambe le nazionali ha vinto la Coppa Davis”. Importantissimo anche il contributo di Pilic alla nazionale tedesca, con Boris Becker che molte volte ha esaltato il ruolo di Nikola, per conoscenza del gioco e ancor più delle persone, un carisma che lo rendeva capitano ideale a gestire un gruppo di tennisti. Inoltre Pilic seguì il concittadino Goran Ivanisevic nell’incredibile e leggendaria cavalcata a Wimbledon 2001 quando, con una wild card, sbaragliò tutta la concorrenza regalandosi il sogno di una vita, la vittoria in quello Slam che l’aveva visto perdere ben tre finali. Un gigante nella storia del tennis.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Fils rinuncia al Masters 1000 di Shanghai per i postumi dell’infortunio alla schiena

    Arthur Fils

    Brutte notizie dalla Francia su Arthur Fils. Il 21enne parigino ha annunciato il forfait al Masters 1000 di Shanghai (in programma dall’1 al 12 ottobre), per i postumi del serio infortunio alla schiena rimediato la scorsa primavera, una frattura da stress riportata durante l’ultimo Roland Garros. Fils dopo aver saltato l’intera stagione su erba cercando di recuperare, aveva fatto un timido ritorno in estate a Toronto, battendo Carreno all’esordio e quindi sconfitto in tre set da Lehecka. Al termine di quella partita le sue sensazioni furono negative, con dolori già avvertiti in campo nel corso della partita.
    Per questo prudenzialmente aveva deciso di tornare in Francia e saltare il resto dei tornei in Nord America per recuperare al 100%. Da allora nessuna notizia, l’attesa per viaggiare in Asia per valutare le proprie condizioni, fino alla decisione di saltare il 1000 di Shanghai dopo il torneo di Tokyo. Lo scorso anno Arthur vinse il 500 organizzato nella capitale del Giappone, sconfiggendo uno dopo l’altro Fritz, Berrettini, Shelton, Rune e Humbert in finale, una corsa vincente di grande qualità e che mostrò che razza di combattente sia, mai domo sino all’ultima palla.
    Classificato numero 14 del ranking ATP a fine maggio, oggi Fils è scivolato alla 23esima posizione mondiale. Le speranze di rivederlo in campo prima della conclusione della stagione si assottigliano, tanto che in patria parlano della possibilità di un suo possibile rientro per il Paris Masters (27 ottobre – 2 novembre), quest’anno di scena alla nuova Arena di La Defence, torneo nel quale nel 2024 in quel di Bercy raggiunse gli ottavi di finale.
    Davvero una disdetta per Fils questo serio infortunio, sofferto proprio in un periodo di grande crescita personale, sia di risultati che per qualità di gioco. Il francese infatti dallo scorso marzo era stato uno dei tennisti più consistenti e continui. Aveva raggiunto i quarti di finale a Indian Wells e Miami sul cemento americano, quindi sbarcato sulla terra battuta solo Alcaraz l’ha stoppato sia a Monte Carlo (quarti) che a Barcellona (semifinale). Arrivato al Foro Italico con grandi aspettative, era stato battuto da Zverev negli ottavi e nel secondo set di quella partita (ceduto nettamente per 6-1) aveva iniziato ad avvertire qualche problema, riducendo al minimo la sua vigorosa spinta. Il preludio dell’infortunio sofferto a Roland Garros nel corso del secondo turno, una battaglia vinta contro Munar ma dalla quale è uscito a pezzi. Schiena k.o. e ritiro. Da lì un calvario che sembra non avere fine. Impossibile performare con la schiena non a posto, ancor più per un giocatore come lui che ha come punto di forza proprio l’intensità della spinta, un tennis muscolare e di grande pressione.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Musetti show a Chengdu! Domina Shevchenko e torna in finale all’ATP 250 cinese (vs. Tabilo)

    Lorenzo Musetti a Chengdu

    Se il paradiso tennistico esiste, Lorenzo Musetti è colui che l’ha pennellato, disegnando con i gesti eleganti della sua racchetta spazi, musica e colori, in un gioco di una bellezza – e anche efficacia – superiori. Brilla, diverte e vince Musetti in semifinale all’ATP 250 di Chengdu, è incontenibile al servizio e fortissimo in risposta, domina Alexander Shevchenko con un perentorio 6-3 6-1 che non è sufficiente a spiegare quanto ampia sia stata la differenza tra i due giocatori. Musetti è entrato bene in partita, braccio sciolto e via, servendo come un treno e mettendo enorme pressione al kazako che ben presto si è ritrovato spalle al muro. Nemmeno prendersi il massimo dei rischi ha funzionato per “Sheva” perché un “Muso” al limite della perfezione non gli mai concesso niente, si è difeso da campione su ogni tentativo di assalto del rivale e nei suoi game ha comandato senza sbavature. Nessuna palla break concessa da Lorenzo nei 65 minuti di partita e un incredibile 24 su 26 di trasformazione con la prima di servizio (con due su tre in campo). Musetti ha dominato, impeccabile nei suoi game e in risposta è stato perfetto nel rallentare e poi accelerare, trovando passanti, lob e contrattacchi magistrali. Una sinfonia di bellezza ed efficacia.
    Una vittoria splendida che regala a Musetti la seconda finale consecutiva a Chegdu, dove si gioca il titolo contro l’ottimo Tabilo di questa settimana. Sarà una partita tra due “bracci” di vero talento, seppur molto diversi. Questo Lorenzo, così ben preparato, sicuro e aggressivo, forte al servizio e fortissimo in difesa, non deve temere nessuno. Proprio il piglio con il quale l’allievo di Tartarini è entrato nel match è stato una delle chiavi del successo, nitido e senza macchia. Shevchenko non aveva niente da perdere, ha colpi interessanti e un’attitudine che lo porta a prendersi rischi e perseverare nonostante qualche errore. Non gli è bastato nemmeno a restare a contatto con il Musetti superlativo di oggi, perché non c’è stata una sola fase di gioco, tecnica o tattica, nella quale l’azzurro è andato sotto o anche vagamente in difficoltà.
    Quando Lorenzo serve così bene, tutto il suo tennis decolla. La prima palla esterna da destra è stata una sentenza, sempre precisa e veloce, tanto che Shevchenko non ha potuto altro che rimetterla la maggior parte delle volte al centro e nemmeno profonda, un assist per “Muso” davvero rapido nel fare due passi avanti e prendersi il punto col diritto, o al massimo dopo un altro colpo, spesso in contro piede. Quasi non si è giocato nei turni dell’italiano, mai si è arrivati ai vantaggi, e questo ha dato molta spinta e libertà di azione in risposta. Insieme al servizio, proprio la risposta è stato colpo che più ha convinto nella semifinale vinta da Lorenzo: impatti potenti, spesso molto lunghi, che lo hanno messo in condizione di recuperare subito campo e prendere l’iniziativa. E anche quando ha bloccato il colpo, è riuscito a trovare abbastanza profondità da non andare troppo indietro. Un filo è stato agevolato dalla rare variazioni di angolo e rotazione del kazako, che quasi col paraocchi ha provato ad andare dritto per dritto, andando oltre alla sua massima velocità di controllo e così sbagliare parecchio.
    Ma mettetevi nei panni di Alexander… Col servizio non sfondo, col diritto non trovo il vincente, col rovescio mi arriva una palla diversa dall’altra, una alta e poi una bassa, non ci capisco niente e non trovo ritmo… Musetti ha orchestrato un campionario completo di soluzioni, andando a distruggere ogni certezza del rivale. Veloce coi piedi, pronto a rallentare con diritti in top e rovesci in back e quindi via a tutto braccio per sbracciate coi piedi in campo. Una azione di una rapidità e aggressività da campione. Quando Lorenzo gioca così, anche con discreto anticipo per una volta, davvero in lui si vede qualcosa del sir. Roger… Lo svizzero anticipava a mille all’ora rispetto a Lorenzo, ma per abilità e gestione del punto dal centro ci sono belle affinità. Bello è stato ammirare Musetti così offensivo, forte nei colpi d’inizio gioco e sicuro nella gestione degli scambi, e altrettanto prepotente per come ha difeso il campo con angoli mai banali e soluzioni di grandissima qualità. Poche le sbracciate vincenti col rovescio, è stato col diritto che ha costruito il successo, dopo un servizio potente o una risposta ficcante. Esattamente quello che gli chiede il coach, liberare la potenza del diritto ed entrare duro nella palla, con meno esitazione e più decisione.
    Bravissimo Lorenzo. Ora serve confermare questa forma, qualità e prestazione in finale. Contro Tabilo non sarà facile perché il cileno serve bene e può nasconderti la palla con accelerazioni importanti. Ma Musetti è favorito e non di poco. C’è un torneo da vincere.
    Marco Mazzoni

    La cronaca
    Musetti inizia la semifinale di Chengdu alla battuta. Un buon servizio, gli dà il controllo del gioco e nonostante un doppio fallo muove lo score a 15. Shevchenko al contrario è falloso col diritto, 0-30 e poi 15-40 con un doppio fallo, due immediate palle break per Lorenzo. Salva la prima con un vincente di rovescio lungo linea eccellente, la seconda con un buon attacco ma Musetti troppo dietro con un’enormità di campo da difendere. 1 pari. Il toscano alterna continuamente rovesci coperti a tagli, ma è col diritto che fa la differenza, prendendo il kazako in contro piede, e la prima palla funziona, il primo Ace gli vale il 2-1. Alexander teme lo scambio prolungato perché lì le maggiori possibilità di Lorenzo possono metterlo in grande difficoltà, per questo cerca l’offesa prima possibile, mentre Musetti cerca di bloccarlo nel palleggio e portarlo all’errore. È paziente Shevchenko nel quarto game, si prende un paio di ottimi punti senza esagerare (2-2). Si gioca poco nei turni di Musetti, comanda forte di una prima palla che va e il secondo punto è quasi sempre definitivo (3-2). Nel sesto game Shevchenko fa e disfa, vincenti e poi due errori; è pronto Musetti a trovare una bella risposta, molto potente, sul 30 pari e quindi chiudere col diritto in avanzamento. Gli vale una palla break e… il BREAK arriva! Ottima difesa di Lorenzo, corre da tutte le parti e rimette tutto, quindi è fortunato con la deviazione del nastro sul passante che gli consegna un assist che non fallisce. 4-2 avanti, concreto e lucido e prendersi la chance nel momento ideale. La prima palla esterna è veloce e precisa, Alex non trova qualità in risposta, la rimette al centro e “Muso” è rapido nell’aggredire la palla col diritto. Ottimo Musetti, 5-2. Arriva il trainer, si lavora sul piede del kazako (nel set non era parso in difficoltà di movimento). Shevchenko non ha altra alternativa a prendersi rischi totali perché Musetti non concede niente, gioca solido, risponde profondo… L’ottavo game va ai vantaggi (terribile uno smash out del kazako, meraviglioso un diritto lungo linea vincente dell’italiano). Resta aggrappato al set con le unghie Shevchenko, 5-3, ma niente può in risposta, la curva esterna da destra è micidiale e anche da sinistra al T viaggia sicura. 6-3 Musetti senza alcun patema, un set dominato con un meraviglioso 16 punti su 18 prime palle in gioco.
    Shevchenko riparte alla battants nel secondo parziale. Continua nella sua tattica molto aggressiva, tanto nello scambio non riesce a tenere fermo il rivale, è ma Musetti ad incantare con uno schema difensivo eccellente ed un lob millimetrico. Gli vale il 30 pari, ma ancor più sembra aver stordito la convinzione del kazako, che sbaglia in modo clamoroso uno smash non difficile. 30-40, palla break. Corto e sul rovescio l’attacco di Alexander, va a nozze il passate di “Muso”, una botta potente al corpo che “Sheva” non contiene. BREAK, Lorenzo può fare corsa di testa, forte del primo set vinto. È una bellezza veder muovere Musetti sul campo, controllando ritmi e angoli forte del vantaggio ma anche di un tennis sciolto, libero, aggressivo, sostenuto da una prima palla davvero ottima. Rallenta e propone palle scomode a Shevchenko e quindi fa due passi avanti ed entra duro col diritto. Monumentale, con il terzo Ace lo score è 2-0. Varia troppo poco Shevchenko, anche al servizio, tanto che Musetti intuisce e trova risposte ottime, ma troppo nello stesso angolo… Una cross e poi una lungo linea, risposte con mano da pittore. 15-30. Spinge a tutta, attacca Shevchenko, si ribella e col servizio riesce a non crollare (2-1). Sul 3-1 Lorenzo trova un altro jolly in difesa, rimette da lontano una palla bassa e lenta molto difficile da gestire sotto rete e infatti Shevchenko sbaglia. 0-30. Esagera il kazako col diritto inside out, si prende troppi rischi perché la difesa del nostro è ottima. 15-40, due chance per il doppio allungo. Stavolta Musetti non riesce a sfruttarle, sul 30-40 un diritto potente in corsa sbatte sul nastro. Ma “Muso” non dormorde, carica il diritto e dal centro ne tira uno davvero notevole, quasi sulla riga. PB #3. Prova l’attacco Alex ma Lorenzo è andato prima nell’angolo giusto e tira un passante imprendibile. BREAK Musetti, 4-1. Forte di un doppio allungo si distrae un attimo l’azzurro, 0-30. Poco male, rese immediato e via, servizio e diritto per 4 punti di fila e 5-1. Diventano 6 i punti consecutivi, 0-30 e quindi SETTE con un attacco in contro tempo col rovescio in back e chiusura di volo con eleganza antica. 0-40 e tre match point. Basta il primo, vincente di rovescio. Sontuoso Musetti, centra la seconda finale in stagione, ad attenderlo Tabilo. Bravissimo!

    Lorenzo Musetti vs Alexander Shevchenko ATP Chengdu Lorenzo Musetti [1]66 Alexander Shevchenko31 Vincitore: Musetti ServizioSvolgimentoSet 2A. Shevchenko 0-15 0-30 0-405-1 → 6-1L. Musetti 0-15 0-30 15-30 30-30 40-304-1 → 5-1A. Shevchenko 0-15 0-30 15-30 15-40 30-40 ace 40-40 40-A3-1 → 4-1L. Musetti 15-0 15-15 30-15 40-152-1 → 3-1A. Shevchenko 0-15 15-15 15-30 30-30 40-30 40-40 A-40 ace 40-40 A-402-0 → 2-1L. Musetti 0-15 15-15 30-15 40-15 ace1-0 → 2-0A. Shevchenko 15-0 15-15 30-15 30-30 30-400-0 → 1-0ServizioSvolgimentoSet 1L. Musetti 15-0 30-0 40-0 ace 40-155-3 → 6-3A. Shevchenko 15-0 15-15 15-30 30-30 40-30 40-40 A-405-2 → 5-3L. Musetti 15-0 30-0 40-04-2 → 5-2A. Shevchenko 15-0 30-0 30-15 30-30 30-403-2 → 4-2L. Musetti 15-0 30-0 30-15 40-152-2 → 3-2A. Shevchenko 0-15 15-15 ace 30-15 40-152-1 → 2-2L. Musetti 0-15 15-15 30-15 40-15 ace1-1 → 2-1A. Shevchenko 0-15 0-30 15-30 15-40 df 30-40 40-40 A-401-0 → 1-1L. Musetti 30-0 40-0 40-15 df0-0 → 1-0
    !DOCTYPE html >Statistiche Tennis: Musetti vs Shevchenko

    Statistica
    Musetti 🇮🇹
    Shevchenko 🇰🇿

    STATISTICHE DI SERVIZIO

    Rating del servizio
    315
    217

    Ace
    3
    3

    Doppi falli
    1
    1

    Prima di servizio
    26/40 (65%)
    37/55 (67%)

    Punti vinti sulla prima
    24/26 (92%)
    18/37 (49%)

    Punti vinti sulla seconda
    8/14 (57%)
    9/18 (50%)

    Palle break salvate
    0/0 (0%)
    4/8 (50%)

    Giochi di servizio giocati
    8
    8

    VELOCITÀ DI SERVIZIO

    Velocità massima
    215km/h (133 mph)
    212km/h (131 mph)

    Velocità media prima
    199km/h (123 mph)
    194km/h (120 mph)

    Velocità media seconda
    156km/h (96 mph)
    169km/h (105 mph)

    STATISTICHE DI RISPOSTA

    Rating della risposta
    201
    51

    Punti vinti su prima di servizio
    19/37 (51%)
    2/26 (8%)

    Punti vinti su seconda di servizio
    9/18 (50%)
    6/14 (43%)

    Palle break convertite
    4/8 (50%)
    0/0 (0%)

    Giochi di risposta giocati
    8
    8

    STATISTICHE DEI PUNTI

    Punti vinti a rete
    0/0 (0%)
    0/0 (0%)

    Vincenti
    0
    0

    Errori non forzati
    0
    0

    Punti vinti al servizio
    32/40 (80%)
    27/55 (49%)

    Punti vinti in risposta
    28/55 (51%)
    8/40 (20%)

    Totale punti vinti
    60/95 (63%)
    35/95 (37%) LEGGI TUTTO