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    Tokyo2020: Tutte le partite del 5 agosto. Pallavolo & Beach Volley. Semifinali maschili e semifinali sulla sabbia

    TOKYO – Tutto il programma delle gare di pallavolo e beach volley di Giovedì 5 agosto. Orario italiano, Tokyo +7.  Via ai Quarti di finale femminili.
    IL PROGRAMMAPALLAVOLO MASCHILE SEMIFINALIGiovedì 5 AgostoOre 06.00 Brasile – ROC (Russia)Ore 14.00 Argentina – Francia
    BEACH VOLLEYSEMIFINALI FEMMINILIore 2.00 Vergé-Dépré, A.-Heidrich (SUI) – April-Alix (USA)ore 3.00 Artacho Del Solar-Clancy (AUS) – Graudina-Kravcenoka (LAT)SEMIFINALI MASCHILIOre 14.00 Mol, A.-Sorum (NOR) – Plavins-Tocs (LAT)Ore 15.00 Cherif-Ahmed (QAT) – Krasilnikov-Stoyanovskiy (ROC)

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    Tokyo2020: La “rotazione” delle 4 semifinaliste. Brasile e Russia con la “sindrome della P1!

    di Simone Serafini
    All’apparenza le formazioni iniziali di una partita di volley non sembrano di grande importanza. Attenzione, non formazioni nel senso dei nomi dei giocatori in campo, ma nel senso delle “Rotazioni”. Lo schierare in una certa “P” (Position, che viene individuata dalla posizione del Palleggiatore) al fischio d’inizio cela uno studio tattico e strategico notevole. Quindi il partire in una data “P” comporterà per quella frazione (perché ad ogni inizio set ogni allenatore può decidere, quindi anche cambiare dal set precedente) determinate situazioni e conseguenze.
    COME FUNZIONANO LE ROTAZIONI – Per regolamento a pallavolo le due squadre cambiano P in senso orario ogni qual volta vincono lo scambio iniziato dalla battuta avversaria. Questo fa si che, una volta stabilite le P di partenza, per quel set le Rotazioni di ambedue le squadre sono “fisse”, nel senso che ogni giocatore al suo turno di servizio incontrerà sempre la stessa “P” avversaria (e di conseguenza l’attaccante lo stesso muratore eccetera). Facciamo un esempio pratico guardando l’ultima partita Italia – Serbia femminile. Nel primo set la squadra di Terzic inizia in battuta P1, Mazzanti in ricezione P1. Significa che ogni volta che la regista serba batterà noi saremo sempre nella stessa fase di P1. Date le formazioni, si sa già per quel set quale saranno le Rotazioni “contro”. Guardando ad esempio i giri al servizio delle azzurre, Pietrini batterà sempre sulla P1 della Serbia, Fahr sulla P6, Egonu sulla P5, Bosetti sulla P4, Danesi sulla P3, Malinov sulla P2. Sapendo questo, per quel set si possono attuare tutte le strategie e le accortezze del caso.
    DIETRO LE QUINTE DELLA SCELTA DELLE ROTAZIONI – Il fatto di avere “Rotazioni” bloccate permette a tutti i tecnici di poter fare delle considerazioni a tavolino per cercare di avere un “vantaggio” rispetto all’avversario per quel set. Che tipi di vantaggi? Beh, ce ne sono molteplici e riguardano un po’ tutti i fondamentali. Ad esempio, sfruttare il proprio migliore attaccante sul muro più debole avversario. Oppure un proprio battitore forte su delle Rotazioni di cambio palla meno efficienti degli altri. Oppure al contrario, avere una propria Rotazione “sicura” su dei battitori avversari pericolosi, o schierare il proprio miglior muro contro l’attaccante ritenuto più forte.  Alle volte riuscire ad avere dei vantaggi nell’incastro delle Rotazioni e sfruttarle può essere decisivo nell’aggiudicarsi il set.  Ma, c’è un grosso MA. La formazione iniziale dell’altra squadra non si conosce, quindi tutti i ragionamenti sui vantaggi, le congetture e (diciamolo) le speranze possono svanire allo schierarsi delle squadre in campo. Nel decidere la Rotazione iniziale si “scommette” su come partirà l’avversario in quel set. Molto dello studio è sul “pregresso”, cioè si guarda come si è comportata l’altra squadra nelle partite precedenti (se inizia sempre con la stessa “P”, se cambia dopo un set perso eccetera). Si congiurano ipotesi, non ci sono certezze assolute. Per questo alcuni allenatori decidono di pensare solo “a se stessi” e schierano la formazione basandosi solo sui propri punti di forza, senza stare troppo a pensare a cosa potrebbe fare l’altra squadra.
    LE QUATTRO SEMIFINALISTE MASCHILI: COSA HANNO FATTO FINO AD ORA…E COSA FARANNO? – Abbiamo analizzato le Rotazioni di partenza delle quattro semifinaliste maschili in tutte le loro partite disputate finora. Andiamo nel dettaglio, ci sono curiosità interessanti.Russia: Sammuelvo pare essere uno dei seguaci della teoria “io penso a me, sono gli altri che si adattino”. Il ROC (Russia) ha iniziato sempre ogni set in P6 (tranne il quarto parziale con gli Stati Uniti, ma nel sestetto figurava il secondo palleggiatore). Motivazioni? Partire sempre in P6 ti evita per più tempo la famigerata P1. Forse anche per i russi è una Rotazione più complicata, quindi meno volte si incontra, meglio è.Brasile: Anche Renan è della parrocchia dell’allenatore finlandese della Russia (ROC). Praticamente Rotazione iniziale sempre P6, tranne l’inizio partita con gli Stati Uniti (set perso, infatti dal secondo set ha cambiato), un paio di modifiche contro l’Argentina per poi ritornare in P6, e il terzo set contro la Russia (ma sotto due set a zero sembra più “mossa della disperazione”). Alla base della scelta, forse anche qui la “fobia” della P1.Francia: con la formazione transalpina troviamo più varietà. Tillie ha differenziato parecchio nelle precedenti uscite. Intanto c’è da fare un distinguo, perché si sono alternati al palleggio Toniutti e Brizard. Che hanno caratteristiche diverse. Toniutti è meno alto e sempre (tranne in un’occasione) ha iniziato il set in seconda linea (così da dover essere impegnato a muro meno volte). Brizard invece non patisce in quel fondamentale (anzi) e in più ha un ottimo servizio. Infatti spesso ma soprattutto nel quarto di finale è stato scelto come primo battitore (quindi formazione iniziale P2 in ricezione, P1 in battuta). A quanto pare, Tillie non soffre della “sindrome della P1”.Argentina: Mendez si colloca a metà tra lo “staticismo” di Renan e Sammuelvo e il “dinamismo” di Tillie. Ha variato più di una volta partenza ma si rifugia spesso nella P6 come inizio (specie proprio nel primo set). Per poi smentire gli studi, perché con l’Italia nel quarto di finale ha cominciato in P2. Per quattro set, per poi virare sulla P6. Probabilmente, dopo il quarto set perso malamente, ha provato (con successo) a invertire la rotta.
    Visto che le quattro semifinaliste si sono già affrontate, cosa possiamo aspettarci dalle Rotazioni? Russia e Brasile anche nel loro precedente confermano la loro tendenza, quindi partenza in P6 per entrambi. Però, visto il risultato (3-0 abbastanza netto per i russi), chissà se Renan non intenda cambiare qualcosa? Francia e Argentina è un terno al lotto. Anche perché sia Tillie che Mendez probabilmente scelgono la Rotazione iniziale (anche) in base agli interpreti (i registi in casa francese, mentre il tecnico argentino l’ultimo set con l’Italia ha invertito la posizione degli schiacciatori).
    SemifinaliGiovedì 5 AgostoOre 06.00 Brasile – ROC (Russia)Ore 14.00 Argentina – Francia LEGGI TUTTO

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    Tokyo2020: Argentina. Da Buenos Aires: La vittoria con l’Italia è una carezza all’anima della pallavolo biancoceleste

    di Santiago GabariDirettore di VoleyPlus.com
    BUENOS AIRES – Non è il caso di dire che la pallavolo argentina sente già una medaglia tra le mani, ma è vero che la pallavolo argentina sente la gloria nelle sue mani. Non si tratta della vicinanza ad una medaglia negata a Sydney 2000 o abbracciata a Seoul 1988, si tratta di una carezza a un popolo martoriato, con una pandemia e un’inflazione del 48%, il risveglio dei tifosi di un disciplina che è un miracolo che solo i suoi professionisti tengono in piedi.
    L’Argentina è un paese che vive diviso. Dentro e fuori dallo sport. In politica e nella società. Anche economicamente. Ma se c’è un momento in cui l’argentino è orgoglioso di essere argentino, praticamente senza divisioni, è alle Olimpiadi. L’argentino si sveglia all’alba per vedere discipline che non guarda mai. Il cuore dell’argentino batte guardando atleti di cui non sa nulla. Ma sono biancocelesti. È tutto ciò di cui l’argentino ha bisogno per essere lì, collegato, supportare.
    L’esordio olimpico contro la Russia ha lasciato buone sensazioni. E la sconfitta, dura come un’eliminazione, per mano del Brasile (l’argentino muove in questo contesto la medesima rivalità calcistica, quasi fossero Messi o Maradona a far parte del sestetto iniziale), non ha fatto altro che attirare ulteriore attenzione: giocando così perché non pensare che sia possibile? La vittoria contro la Francia è stata una conferma, con la Tunisia non si poteva perdere e gli Stati Uniti, giocando al livello mostrato nei duelli precedenti, potevano essere battuti.
    Tempo fa, poco dopo che Marcelo Méndez era stato ufficializzato come nuovo DT, i giocatori della nazionale avevano convocato una conferenza stampa per denunciare il proprio disagio alla dirigenza della Federazione Argentina per crediti che includevano, tra l’altro, biglietti e hotel che avevano pagato di tasca propria per poter rappresentare il Paese. Non c’era poi uno spazio fisico (è condiviso con altri sport) per portare avanti il ​​piano di lavoro che aveva presentato con due obiettivi in ​​mente: Tokyo 2020 e Parigi 2024. Méndez ha dovuto rivolgersi agli amici per ottenere bende, nastri medici, acqua potabile per la formazione, forniture base per qualsiasi dei suoi atleti. Gestire la povertà non è facile e questa è una colpa di cui non si può incolpare al cento per cento i leader della pallavolo argentina. Ma potete immaginare – alla luce dei risultati – quanto potrebbe essere di livello la pallavolo argentina se potesse lavorare con basi solide e non affrontare ogni secondo una difficoltà?
    Tutti questi problemi sono solo un granello di sabbia negli infiniti eventi che si presentano ogni giorno.
    Méndez ha aggiunto a questo anche un cambiamento di paradigma nello stile di gioco. L’Argentina viveva la filosofia di giocare e rigiocare ogni pallone, ora è una squadra aggressiva che attacca ogni opzione. E il segno distintivo è la fame di gloria di una generazione che veste la maglia dell’Argentina da 12 a 15 anni. De Cecco e Pereyra hanno disputato il Mondiale Junior in Algeria nel 2005. Conte, Solé e altri giocatori che difficilmente vedono la loro famiglia e gli amici ad ogni pausa di campionato, vengono ad allenarsi in condizioni disastrose (sono quelle che esistono) per portare avanti e il alto  la maglia dell’Argentina.
    Queste condizioni fanno la forza e la voglia di graffiare della squadra. Questa nuova Nazionale argentina si forgiato la convinzione di voler vincere e in campo ha dimostrato che può farlo. E in ogni angolo del Paese, dove si gioca con palloni scoloriti, spesso con la pelle mancante che fa male alle mani, questa Olimpiade è una carezza per l’anima. È una vittoria dello sforzo di ogni persona durante questo viaggio.
    Qui esplodono i gruppi WhatsApp. I social parlano del ritiro di Luis Scola (basket), del trionfo di Las Leonas (hockey) e della pallavolo che lotterà per una medaglia per la terza volta nella sua storia. I media hanno dedicato alla pallavolo più tempo e spazio che mai nella loro storia.
    Nessuno sa come andrà a finire, ma sicuramente sarà un bel romanzo che nessuno vorrà finire. E questo dipenderà dalla pallavolo argentina, che ha davanti a sé un’enorme possibilità: capitalizzare questa visibilità che non raggiungeva dai Mondiali di pallavolo nel nostro Paese, nel 2002. Se si aggiungerà una medaglia, ovviamente, sarà poi ancora maggiore. Ma questa squadra ha già vinto: ha riabilitato il sentimento della pallavolo e ha accarezzato un Paese privo di gioie. LEGGI TUTTO

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    Tokyo2020: Velasco dopo Italia-Argentina, il derby tra la “moglie e la mamma”. “Ok alle critiche, ma abbiate fiducia sul futuro”

    TOKYO – Dopo il “derby” Italia-Argentina, per Julio Velasco è giunto il momento dei commenti nel salotto di Jacopo Volpi, nel programma chiamato Best of
    “La gara di oggi ha deciso questa Olimpiade. Non dobbiamo trarre altre conclusioni. Ora quella azzurra è una squadra che inizierà un nuovo ciclo olimpico. De Giorgi deciderà con chi e come ricominciare”.
    “Va detto che si vince di squadra e si perde di squadra. Le analisi individuali saranno fatte da chi di dovere, ha perso l’Italia, ha vinto l’Argentina. Per me una situazione difficile, ho visto la gara da solo. Da una parte sono felice per l’Argentina un Paese che sta soffrendo tantissimo per il covid e la situazione economica, quindi un allegria da qualunque parte venga è benvenuta, ma anche per la pallavolo argentina che è uno sport che soffre molto. Questi ragazzi sono partiti dall’Argentina il 31 maggio per giocare la VNL e non sono potuti tornare perché in Argentina dove possono entrare solo 200 persone al giorno, non sanno nemmeno quando torneranno. Hanno messo tutto quello che avevano”.
    “Non è che l’Italia… Sarebbe ingeneroso dire che non ha dato tutto. L’Italia non ha saputo fare di meglio. Possiamo dire che ancora una volta che non sono stati costanti perché nella partita c’è stato un momento in cui l’avevamo in mano noi. Però l’Argentina non ha mai mollato. Quell’Argentina dove molti nazionali hanno iniziato quando l’allenato io, Loser, Danani, Lima erano molto giovani, altri c’erano prima come De Cecco, Solé, Conte. Ma è una squadra forte, noi a volte sottovalutiamo l’avversario”.
    “Oggi ad esempio ha perso la Polonia che era candidata all’oro, campione del Mondo più Leon e ha perso. Dobbiamo abituarci a questa realtà dove non ci sono squadre facili. Bisogna giocare meglio degli altri perché se no si perde”. 
    “Non si devono trarre molte conclusioni. Vale la pena ricordare che non siamo andati al mondiale di calcio e sembrava la fine del mondo, e due anni dopi l’Italia ha vinto un europeo. Ora bisogna ricominciare con fiducia. Ora ci saranno critiche, come è giusto che sia e chi sarà criticato è giusto che le accetti perché ‘quando vinciamo siamo bravi e quando perdiamo siamo bravi? No, è giusto che sia così, però senza esagerare. Dico abbiate fiducia ci sono giovani interessanti”. LEGGI TUTTO

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    Tokyo2020: Pallavolo show tra Francia e Polonia. Transalpini 3-2 e semifinale. Polonia ancora a zero con Leon

    FRANCIA – POLONIA 3-2 (21-25, 25-22, 21-25, 25- 21,15-9)
    di Simone Serafini
    TOKYO – Dopo una partita che definire spettacolare non rende bene l’idea, la Francia batte i campioni del mondo in carica polacchi e si conquista la semifinale. Troverà l’Argentina, e, nota a margine, le quattro semifinaliste erano tutte nello stesso girone eliminatorio. Forse aveva ragione chi diceva che i gironi iniziali fossero “squilibrati”.Match spettacolare dicevamo, perché nel complesso si è visto un livello tecnico altissimo, con praticamente tutti i giocatori al limite delle proprie capacità. Solo i tre schiacciatori polacchi che si sono alternati nello stesso ruolo (Kubiak, Sliwka e Semienuk) non sono entrati benissimo in partita. Per il resto uno scontro di livello assoluto. Se non ci sono stati molti scambi prolungati è stato merito degli attacchi. Al servizio come logico le due squadre hanno forzato, ma gli errori sono stati contenuti e i ricevitori hanno “tenuto” come meglio non avrebbero potuto. I quattro centrali (anzi cinque, perché nella Polonia si sono alternati) hanno dato vita a duelli ad altezze astronomiche. La differenza è tutta nel quinto set, ma per una volta non nei punti finali, ma nelle prime fasi. Qui la Francia costruisce il successo, con un paio di invenzioni di Ngapeth (una dopo una grande difesa di Grebennikov) e soprattutto su un contrattacco di Clevenot in diagonale stretta contro il muro a tre polacco. Da lì in poi, parafrasando Mario Ferretti, “una sola squadra al comando”. 
    I PROTAGONISTI … IN SECONDA E IN TERZA FILA – Parlare di Leon, Kurek, Ngapeth, Clevenot e Patry dopo quello che hanno fatto vedere in campo sarebbe troppo scontato. Ma il successo di uno spettacolo si regge quasi sempre sull’apporto degli “altri” attori. Quelli meno alla ribalta, meno appariscenti, ma non di meno importanti, anzi. Così Francia – Polonia è stata esaltata dagli altri. E quindi è giusto dare spazio e onori a loro. 
    L’ESSENZA DEL LIBERO –  Zatorski e Grebennikov hanno dimostrato di essere (tra) i migliori liberi al mondo. Certo non ce ne accorgiamo oggi, ma fare una prestazione così in una partita di importanza monumentale come un “dentro o fuori” olimpico non è mica semplice. Neanche una sbavatura, difese “di posizione” assurde, ricezioni positive su battute complicatissime  ma soprattutto una capacità di comandare la seconda linea degna dei più grandi Generali nelle leggendarie battaglie dei secoli scorsi.
    STESSO RUOLO, DUE FILOSOFIE – Drzyzga ha guidato i suoi fin dall’inizio partendo da un assunto. Ho due giocatori molto forti in attacco (Kurek e Leon) e quindi armo subito i loro colpi. Ogni tanto palla ai centrali, poco pochino a Kubiak e ai suoi sostituti. Per tre quarti di partita una gestione che ha pagato, perché ad esempio Kurek a metà secondo set aveva 10 punti su 15 colpi ed ha chiuso con 25 su 39. Leon sembrava a ogni attacco andare sempre più in alto e colpire più forte. Dall’altra parte invece Brizard ha distribuito in maniera meno marcata, non sovraccaricando nessuno dei suoi. Ha colpito la gestione “brasiliana” di alcune uscite in primo tempo spostate dietro (alla Bruno-Lucas per intenderci), specie in contrattacco. 
    LA PARTITA – Inizia meglio la Francia che ha Toniutti tra i titolari ma, spinta da Leon, da 3-7 la Polonia costringe Tillie al primo dei due time out (8-5).  Il secondo è sul 17-11 dopo che il muro polacco ferma Clevenot e Leon sigla il contrattacco. La Francia prova a rientrare ma la Polonia sempre trascinata da Leon e da Kurek veleggia tranquilla (25-21). Brizard si insedia alle operazioni di comando transalpine e la Francia ne giova. Ne nasce un punto a punto tirato, con qualche errore di fila in battuta (ma saranno gli unici) e degli scambi pirotecnici (quello del 14 pari da highlights su youtube).L’inerzia del set cambia nella P1 polacca, quando Kurek è murato e Sliwka spara out. La Francia passa all’incasso (25-22, chiude Clevenot). Terzo set con Sliwka che rimane in campo, Kurek e Leon continuano il loro martellamento pesante e nonostante Ngapeth gli uomini di Heynen hanno sempre il naso avanti. Il break decisivo arriva su un’invasione molto contestata di Clevenot (forse il contatto del giocatore sulla rete è fuori l’asticella, quindi non punibile) e un muro subito da Ngapeth. Leon è monumentale e chiude ogni discorso con gli ultimi tre punti del set per i suoi (l’ultimo in contrattacco sparando una fucilata saltando indietro, 25-21).Polonia che parte bene nel quarto ma si incastra nuovamente in P1 (Francia avanti 8-7). Patry è presentissimo in attacco dal lato destro del campo, Ngapeth cresce alternando giocate di potenza a carezze astute. La Polonia tiene ma l’attacco out di Kurek (21-18) è presagio di tiebrak. Legoff mura Semienuk (terzo giocatore nel ruolo per Heynen) e tutti al quinto.Dove praticamente non c’è storia. I francesi giocano la loro miglior pallavolo nel momento che forse più conta nella loro storia pallavolistica. Dieci minuti perfetti che mandano la formazione di Tillie a giocarsi le medaglie (15-9).  LEGGI TUTTO

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    Tokyo2020: Le pagelle di Italia-Argentina 2-3. Juantorena da 8! Zaytsev 5,5, Giannelli e Colaci 5. Blengini 5

    TOKYO – Le pagelle di Italia – Argentina 2-3, quarto di finale maschile delle Olimpiadi di Tokyo.
    GIANNELLI voto 5: Il voto alla sua Olimpiade sarebbe da 8 pieno, per il coraggio e l’attaccamento alla maglia dimostrati lungo tutto il torneo. È da 8 anche un primo set gestito col piglio del campione, insistendo sui centrali finché non sfianca la resistenza di Solé e Loser. Nel secondo set la ricezione cala leggermente e diventa una battaglia tra martelli: dovrebbe seguire il flusso della partita, affidarsi senza ritegno a Osmany, invece vira al centro per Anzani su un cambiopalla vitale e la variazione non paga. Da lì gira la partita e anche lui fatica a rientrarci.

    ZAYTSEV voto 5,5: Non crediamo sia generoso gettargli la croce addosso. Anzi, con l’Argentina ha giocato forse la sua miglior partita dei Giochi, come atteggiamento e come punti. Purtroppo però le forze erano quelle che erano, a dimostrarlo anche la distribuzione di Giannelli. Esce dal campo nel terzo set e Blengini decide che è abbastanza così, evidentemente sapendo che la benzina era finita. Che peccato per lui arrivare a Tokyo non al massimo. E per noi, ovviamente.
    Riccardo Michieletto
    MICHIELETTO voto 6,5: Il suo è un match irregolare, con qualche errore e qualche amnesia, compresa un’autocopertura su un pallone che sarebbe terminato out che fa disperare Blengini e dà all’Argentina il break definitivo nel terzo set. Questo ragazzo però ha personalità da vendere, e il passaggio di maglia e di consegne tra lui e Juantorena è qualcosa di più di un simbolo astratto. A Parigi 2024, se ci sarà l’Italia, il leader sarà lui.
    JUANTORENA voto 8: Un addio alla Nazionale da leccarsi i baffi, un match incredibile nel quale ha sempre fatto la giocata giusta. C’è da mangiarsi le mani per non avergli visto attaccare 50 palloni anziché 32. In battuta è quello che segna più break, in ricezione tiene col 62%, subendo un ace decisivo ma imprendibile. Si può dire tutto, su Juantorena, e tutto va bene. Una sola cosa è certa e inconfutabile. Ci mancherà, tantissimo.
    ANZANI voto 5: Inizia bene, poi si perde un po’ in attacco (è suo l’errore del 19-19 del secondo set) e soprattutto a muro non punge come sa.
    GALASSI voto 6: Ottimo in attacco per tutto il match, a muro ha alcuni passaggi a vuoto. In battuta parte fortissimo, due ace nel primo set. Poi però si spegne alla distanza, e gli errori aumentano anche in momenti poco opportuni.
    COLACI voto 5: Si muove bene in difesa, ma in ricezione ha le sue belle difficoltà e quell’ultimo ace subito da Lima, corto… Peccato, anche lui meritava un addio all’azzurro migliore.
    PIANO voto 5,5: Entra e fa il suo in attacco, anche in battuta mette in difficoltà gli argentini, ma non punge col suo fondamentale d’elezione, il muro.
    VETTORI voto 6: Si spegne alla distanza, ma il suo ingresso ha un enorme impatto sulla partita. Forse poteva essere utilizzato di più.

    BLENGINI voto 5: Diamo a lui il voto complessivo a una squadra che non era in forma, lo si è visto, ma che come tasso tecnico e di esperienza doveva impedire all’Argentina di metterle i piedi in testa. Ha ragione quando parla del senno del poi. E se avessimo giocato la VNL? E se Vettori fosse partito titolare? La realtà è che l’Italia non era in forma, a questo appuntamento, che l’Argentina ci ha messo più ‘garra’ soprattutto nel tie-break e che, ovviamente, la responsabilità è anche (molto o poco, a voi deciderlo) sua. Sei anni comunque intensi, con la punta indimenticabile dell’argento di Rio. LEGGI TUTTO

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    Tokyo2020: Quarti di finale, i risultati. Semifinali Brasile-Russia e Francia-Argentina, quattro squadre della Pool B

    TOKYO – I risultati dei Quarti di finale delle Olimpiadi di Tokyo. Alle semifinali tutte le 4 squadre della Pool B.
    Quarti di finaleMartedì 3 AgostoPolonia – Francia 2-3 (25-21, 22-25, 25-21, 21-25, 9-15)Top scorer: Leon 29, Kurek 26; Patry 21, Ngapeth 17, Clevenot 16.attacchi: 70/132; 65/120muri: 6 a 16ace: 2/103; 2/106errori avversari: 24 a 24Battuta più veloce:  Leon 132 km/h; Chinenyese 128 km/h
    Italia – Argentina 2-3 (25-21, 23-25, 22-25, 25-14, 12-15)Top scorer: Juantorena 22, Michieletto 21, Galassi 12; Conte 19, Palacios 18, Lima 14attacchi: 67/123; 62/124muri: 13 a 6ace: 5/108; 5/99errori avversari: 22 a 27Battuta più veloce: Vettori 117 km/h; Palacios 121 km/h
    Giappone – Brasile 0-3 (20-25, 22-25, 20-25)Top scorer:  Ishikawa 17, Nishida 13; Leal 16, Wallace 13, Lucarelli 12.attacchi: 36/89; 47/83muri: 4 a 8ace: 4/63; 0/74errori avversari: 18 a 20Battuta più veloce: Nishida 120 km/h; Leal 124 km/h
    Canada  – ROC (Russia) 0-3 (21-25, 28-30, 22-25)Top scorer: Perrin 15, Sclater 14; Volkov 15, Mikhaylov 14, Kliuka 12.attacchi: 45/91: 45/88muri: 7 a 8ace: 4/72; 8/79errori avversari: 15 a 19Battuta più veloce: Hoag 116 km/h; Mikhaylov 118 km/h LEGGI TUTTO