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    Shanghai, “Ne resterà soltanto uno…”

    Rune assistito dal medico a Shanghai

    “Ne resterà soltanto uno…”. La leggendaria citazione del film Highlander, capolavoro degli anni ’80 per chi ama il genere fantasy-azione, è la prima che mi è venuta in mente assistendo con sincero stupore e anche un pizzico di inquietudine all’avanzare del Masters 1000 di Shanghai. E non c’entra niente il doloroso e allo stesso tempo grave ritiro sofferto da Jannik Sinner domenica nel match serale contro Griekspoor, in preda a crampi così violenti da faticare persino nell’uscire dal campo… È dal primo giorno del torneo che stiamo assistendo a un teatro dall’assurdo, una gara ad eliminazione diretta nel senso letterale del termine, così che alla fine questo maledetto M1000 lo porterà a casa probabilmente non il tennista migliore ma il più resistente. Condizioni di caldo e umido insopportabili nella metropoli cinese stanno sottoponendo tutti i tennisti a uno stress fisico, termico e mentale che va oltre ogni concetto di sport. Shanghai 2025 è diventato un torneo ad eliminazione diretta non perché un tennista, più bravo, batte l’altro, ma perché il corpo di un tennista riesce a reggere meglio le severe condizioni ambientali rispetto all’altro.
    Qualcuno potrà obiettare che la preparazione atletica e la componente di resistenza è parte di uno sport come il tennis. Vero, ma aprendo gli orizzonti ad una valutazione più complessiva, che valore ha un torneo nel quale conta più sopravvivere sottoponendo il proprio corpo a stress disumani rispetto al giocar bene a tennis? Poco o niente. Il ruvido Rune si è scagliato contro tutti affermando “L’ATP vuole che qualcuno muoia in campo?”. Rinderknech ha sparato contro l’organizzazione senza pietà, Djokovic dopo aver addirittura vomitato in campo per lo stress termico allucinante ha terminato la sua partita contro Hanfmann paonazzo, al limite del disidratato. Nei primi turni del torneo cinese si sono ritirati Sinner, Machac, Ruud, Goffin, Medjedovic, Atmane, Wu; Fritz e Zverev e Rune hanno mostrato segnali evidenti di rottura, con il danese che è ricorso più volte all’intervento dello staff medico misurando in campo i propri parametri perché si sentiva quasi svenire. La domanda è banale: tutto questo ha un senso?
    È vero che il tennis lo si gioca da sempre in luoghi dove le condizioni sono molto difficili. Ci ricordiamo alcune edizioni degli Australian Open micidiali, come certe annate in agosto sul “duro” negli States, dove tra Cincinnati e dintorni si è arrivati anche a 45°, per non parlare dei tanti Challenger poco noti al grande pubblico che si disputano nel sud est asiatico con condizioni di caldo e umidità impossibili. Il fatto che si sia sempre accettato questo non è una scusa sufficiente, anche perché negli ultimi anni il tennis è cambiato profondamente. Solo chi ha due fette di prosciutto belle spesse sugli occhi non ha notato quanto il gioco si sia drammaticamente spostato sull’atletismo, sulla fisicità e quindi sulla resistenza, con scambi durissimi e una richiesta di energia e stress sul corpo dei giocatori aumentata a dismisura. Le due ore e mezzo di match del 2025 non sono minimamente paragonabili a quelle di 10 anni fa, per non parlare di tempi ancor più lontani.
    A peggiorare il tutto il solito, annoso problema del calendario, con due tornei molto importanti uno dopo l’altro, che non consentono ai giocatori che fanno strada nell’evento precedente un adeguato riposo. Vedi quel che è successo al nostro Sinner: pochissimo dopo aver alzato la coppa di Pechino, dove tutto sommato si è giocato in condizioni accettabili di caldo e umidità, si è spostato a Shanghai, con la fatica nel corpo e immergendosi in una metropoli da 24 milioni di abitanti che in qualche modo sopravvive a inizio ottobre con temperature sui 30 gradi e umidità media del 70%, con picchi sopra all’80%. Gli shanghaiesi tuttavia assistono al tennis comodi in tribuna, non rincorrendo pallate micidiali e intensità massime come è successo ieri a Sinner e Griekspoor. Bravo è stato l’olandese a salvare due momenti delicatissimi nel terzo set, e bravo a reggere maggiormente col proprio fisico massiccio e potente allo stress della partita. Ma come da lui stesso affermato, non è così che si dovrebbe vincere un match. Con la grande qualità espressa in campo forse Tallon avrebbe vinto lo stesso riuscendo a fare meglio di Jannik, ma doveva accadere grazie a servizi e risposte, bordate di rovescio cross e volée, non per un attacco violento di crampi. Non c’è gloria quando si vince così, ed è un grande peccato anche per lo stesso Griekspoor, perché sul campo stava producendo meraviglie. E grande peccato per Jannik, che così ha quasi sicuramente compromesso la sua corsa per riacciuffare il n.1 di fine anno, che sarà di Alcaraz, …forse più scaltro nel saltare questo torneo rispetto agli altri. Sinner meritava un giorno di riposo come tutti gli altri, ma così non è stato e ne ha pagato le conseguenze. Conoscendo il suo aplomb, difficilmente ne parlerà, pensando solo ad andare avanti e rafforzarsi ulteriormente. Urge invece una regola più dettagliata che imponga uno stop ai incontri quando si gioca in una combinazione di caldo e umidità eccessiva e pericolosa. Vedere un tennista che letteralmente svuota la scarpa dal sudore ha una logica?
    Il calendario resta un grandissimo problema. Non c’è una logica tecnica e nemmeno ambientale in moltissimi eventi dell’anno. I giocatori che vivono nei piani altri del ranking sono ricchi, strapagati, e se vogliono possono decidere – come Alcaraz – di non giocare un torneo. Si perdono bonus, ecc, ma proprio i bonus spingono i più a provarci sempre e comunque. Ma dove sta la logica di un tour e di una disciplina mossa da tonnellate di denaro che alla fine portano a tornei come quello di Shanghai, impoverito da ritiri, giocato in condizioni assurde e oltre i limiti di resistenza di giovani uomini super allenati? Che valore ha questo Masters 1000, dove “Ne resterà soltanto uno”? Servirebbero ampie riflessioni e scelte coraggiose per cambiare uno status quo che non piace a nessuno, o quasi.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Masters 1000 Shanghai: che spettacolo il derby Musetti – Darderi! Vince Lorenzo, più freddo nei momenti decisivi, vola agli ottavi (contro Auger-Aliassime)

    Lorenzo Musetti (foto Getty Images)

    Si sta parlando tanto e soprattutto in negativo del Masters 1000 di Shanghai per le condizioni terribili che affrontano i tennisti, un calmo umido opprimente che sfianca, prosciuga energie fisiche e mentali e porta gli atleti al limite, persino oltre tanto che i ritiri, anche eccellenti, fioccano. Visto questo contesto, è davvero bello e inatteso trovare e raccontare un gioiello di partita come il derby azzurro tra Lorenzo Musetti e Luciano Darderi, bravissimi a lottare su ogni palla per 2 ore e 11 minuti producendo un tennis fantastico per intensità ma soprattutto qualità generale. Un grandissimo confronto, fisico e tecnico, tra due che più diversi non potrebbero essere e che hanno regalato al pubblico scambi serrati, tantissimi colpi vincenti (ben 64 alla fine, 44 per Lorenzo e 20 per Luciano per i dati di tennistv) e divertimento purissimo, tra la potenza devastante di Darderi e la manualità, tocco e magia di Musetti. È Lorenzo alla fine a spuntarla per 7-5 7-6(1), score che ben rappresenta il grande equilibrio e battaglia tra i due azzurri, davvero bravi a sfidarsi a tutto campo e costringere l’un altro a dare tutto per superarsi, a stringere i denti nella fatica e affidarsi ai pezzi forti del proprio repertorio per andare sopra all’alta qualità del connazionale.
    Musetti ha vinto perché stato più “giocatore”, più lucido nel reggere i momenti difficili (in particolare un delicatissimo 0-40 sul 5 pari del secondo set) e giocare meglio i punti importanti, mettendo pressione a Darderi che l’ha retta male in due passaggi alla fine decisivi, il turno di servizio sotto 6-5 nel primo parziale (dove si è fatto prendere dalla frenesia e ha fatto scelte tattiche errate) e il tiebreak, dove dopo un diritto tirato fuori di due metri ha totalmente perso focus, e il match. Negli ottavi di finale c’è un interessantissimo Musetti vs. Auger-Aliassime, due contendenti diretti per un posto alle Finals e quindi partita davvero molto importante a livello di stagione e non solo torneo.
    Si parlava di colpi vincenti: Musetti ha chiuso con un favoloso 44-16, appena sotto Darderi con 20-24, un dato questo forse in difetto visto che Luciano ha tirato dei veri e propri missili col diritto andando a soverchiare più e più volte le ottime difese e contrattacchi del carrarino. La partita è stata avvincente perché i due hanno avuto il coraggio e forza fisica per giocarla a viso aperto. Rari i momenti in cui, anche Musetti, si è affidato al contenimento e difesa per far sbagliare l’altro, entrambi sono scesi in campo con l’idea e la voglia di superarsi cercando il vincente ed esaltare le proprie qualità, non far venir fuori i problemi dell’altro. Così Musetti, molto efficace col servizio al 72% di prime in gioco ma soprattutto bravissimo a trovare l’Ace o la prima palla efficace in tutti i passaggi delicati. Nel match ci sono state delle fasi dove, probabilmente per lo sforzo profuso in una giornata difficile ma più gestibile rispetto a ieri, entrambi hanno necessariamente tirato il fiato; lì Musetti è stato perfetto nell’affidarsi alla battuta, ed è davvero singolare dirlo di Lorenzo che per tantissimo tempo proprio alla battuta ha pagato dazio contro tanti avversari. Luciano invece quando ha dovuto rifiatare l’ha fatto non perdendo campo e sparacchiando via ma attaccando la rete e provando smorzate, non sempre con risultati eccezionali ma segnali evidenti di qualità e di come abbia ormai raggiunto la consapevolezza di uno status da top player. È piaciuto moltissimo il rovescio di Darderi, come abbia rischiato con buoni risultati anche l’accelerazione lungo linea e pure abbia retto discretamente l’urto con con la diagonale vs. Musetti, uno dei migliori rovesci del tour. Un miglioramento che sostiene la prestazione di Darderi, di grande qualità.
    Infatti c’è voluto un Musetti di alto livello per reggerne la potenza e batterlo, mettendolo sotto pressione nelle strette finali dei due parziali. C’è la cronaca per rileggere i tanti bei momenti del match, ma è importante sottolineare come Lorenzo sia stato davvero tosto, alternando con buona lucidità i momenti di costruzione via tagli e smorzate, a tanti passaggi che ha affrontato di petto, con diritto potente e attacco dello spazio nel campo. Un Musetti davvero offensivo, che ha accettato il braccio ferro giocandosela con potenza e tante variazioni. Ha anche confermato di essere in grande forma fisica il toscano, ha corso tantissimo e l’ha fatto bene, dando in pochi passaggi la sensazione di fatica. Straordinario come in diversi “tergicristalli” imposti da Luciano, Lorenzo sia scappato via come un lepre pronto a rientrare nel campo. Una bellissima partita, tattica e ricca di agonismo. Darderi è migliorato tanto, non è più solo quel “toro” che picchia a tutta col diritto. Anche in risposta aggredisce appena può, col rovescio regge molto meglio ed è più pronto a venire avanti, dove ancora ci sono diversi problemi di posizione e tocco, ma l’attitudine è quella giusta. Peccato per come si sia smarrito proprio nei due momenti chiave, lì Musetti ha fatto valere la sua maggior esperienza al massimo livello, portando a casa un successo meritato. Davvero un piacere assistere ad una partita così intensa, ben giocata e di qualità, prodotta da due azzurri. Ora sotto contro Felix, c’è un torneo ormai apertissimo dove tutti i giocatori in gara, vista l’assenza di Sinner e Alcaraz, possono davvero ambire a vincere. Incluso questo Musetti davvero bravo, e resistente.
    Marco Mazzoni

    La cronaca
    Musetti inizia il derby al servizio ed è pronto a prendere l’iniziativa, anche venendo avanti alla prima palla più corta di Darderi. Non sempre però l’attacco è preciso, come sul 40-30 quando Luciano lo fulmina con un passante di diritto preciso. Con una splendida risposta di diritto cross Darderi fulmina Musetti e si prende una palla break immediata. Lorenzo cancella la chance con una smorzata per niente facile, indietreggiando col diritto, ma ottimamente eseguita. Già 6 minuti per il primo game e lotta intensa, 1-0 Musetti. Assai più agevole il primo turno di battuta di Darderi, chiuso a 15 con un Ace. Totale la differenza nella condotta di gara tra i due, con Musetti che taglia, cambia ritmo, cerca la smorzata per non entrare nella spinta di ritmo dove Darderi è un bel “martello”. Meraviglioso lo scambio sul 40-30 nel terzo game: comanda Lorenzo, sposta da tutte le parti Luciano che è bravissimo ad arrivare sulla palla corta (ben eseguita) e rimetterla talmente corta da risultare imprendibile. Gran tennis. Il servizio sostiene a dovere il toscano, che si prende il game con un’altra ottima smorzata (2-1). Darderi va sotto nel quarto game: un’ottima palla corta di Musetti e due errori, povero il tocco sul tentativo di palla corta sul 15-30. Due palle break per Musetti, che però non regge il forcing di Luciano sul 15-40. Fantastico invece lo schema di Lorenzo sul 30-40: palla carica nell’angolo cross di rovescio, Darderi rimette una palla non così veloce e il toscano entra a tutta col suo meraviglioso rovescio lungo linea, impatto regale e BREAK, 3-1 e poi 4-1, con un turno controllato con servizio e ancora una smorzata, oggi usata tantissimo per spostare il nativo di Villa Gesell dalla riga di fondo. Ride Luciano dopo aver vinto un altro punto spettacolare sullo 0-15, con attacchi, difese, smorzate, lob… di tutto e di più. E già si boccheggia per caldo e umidità, seppur meno opprimente rispetto a ieri su Shanghai. Sul 3o pari Darderi rischia l’attacco alla rete col diritto lungo linea ma la palla non gli esce abbastanza profonda, perfetto il passante di rovescio di Musetti, che strappa la chance del doppio allungo. Luciano se la gioca con bel piglio, attacca di nuovo e stavolta è più profondo, comoda la volée di chiusura. Pericolo scampato e 4-2. All’improvviso il dominio di Musetti si inceppa nel settimo game. Un errore di volo e poi si fa sorprendere dalla risposta, con una smorzata pessima. 0-30 e poi 30-40 con un errore di diritto in rete. Passaggio a vuoto che gli costa una chance del contro break. Poche prime nel game, anche sulla PB, e doppio fallo! BREAK Darderi, pessimo turno del top10, si torna in equilibrio sul 4-3. Darderi si porta velocemente 40-0 ma non chiude il game e Musetti, più difensivo, risale, anche con un pizzico di buona sorte sul 40-30. Perde troppo campo Luciano ai vantaggi, sbaglia col diritto e concede una chance di allungo a Lorenzo. Darderi la cancella col suo martellamento col diritto. 4 pari. Qualche errore in più rispetto all’avvio scoppiettante ma ancora arrivano perle, come il diritto lungo linea vincente, bellissimo, che porta Musetti 40-15. Ne segue un altro, stavolta cross, per il 5-4. La sfida torna ad essere molto fisica, con scambi intensi e poi qualche punto diretto col servizio, come una necessità per tirare il fiato. Sul 6-5, Musetti è bravo a prendersi il primo punto in risposta con un eccellente rovescio cross, quindi Darderi commette doppio fallo, 0-30. Non va la prima di Luciano, che frustrato sbaglia malamente un diritto e scaraventa con discreta violenza la racchetta a terra per la rabbia. 0-40, Tre Set Point Musetti. Non bene Musetti in risposta, ne sbaglia due di fila su seconde palle. Sulla terza si scambia e cattiva è la scelta tattica di Darderi, una smorzata che Musetti rimette con successiva chiusura con la volée alta di rovescio. 7-5 Musetti. Un set complessivamente meritato, ha fatto più corse e mosso di più il gioco.
    Musetti riparte al servizio nel secondo parziale, risale da 15-30 e chiude il game ai vantaggi con il servizio. Può fare corsa di testa con gli ultimi tre giochi vinti. Darderi a sua volta riparte picchiando a tutto braccio col diritto, impressionanti le tre spallate impossibili da difendere che gli valgono l’1 pari, ma che magia col rovescio cross di Lorenzo, uno strettino da cineteca. Il toscano spinge di meno nel terzo game e “Luli” ne approffita, entra a tutto braccio nella palla a si prende di prepotenza due palle break. Il BREAK arriva subito, ottima risposta, davvero profonda e quindi accelerazione lungo linea di rovescio precisa, non è il suo colpo più sicuro ma funziona alla grande. 2-1 e servizio Darderi. Forse paga la fatica dello sforzo Luciano, ora il diritto lo tradisce, e sbaglia tre di fila nel quarto game e si ritrova sotto 30-40. Come nel primo set, sotto pressione Darderi cerca la smorzata ma è bravissimo a leggerla, correre e toccare la palla con uno stretto vincente. Contro BREAK, 2 pari. Fase convulsa, forse per la fatica accumulata in un durissimo primo set ora gli errori fioccano. Musetti salva una palla break con un Ace e poi sceglie di buttarsi a rete, quasi per sottrarsi al palleggio. Con ben tre Ace nel game, Lorenzo si porta 3-2 quando scocca l’ora e mezza di gioco. Darderi spinge un po’ di più, del resto è il suo gioco, mentre Musetti continua ad attaccare gli spazi in avanti e servire molto bene, 4-3. Il momento si fa critico e Lorenzo cerca l’allungo decisivo. Prima un bel diritto vincente in avanzamento in apertura dell’ottavo game, quindi tocca un lob delicato dopo una palla corta precisa. 15-30. Suona l’allarme in casa Darderi, che decide di spingere a tutta col diritto e attaccare, è premiato. Eccezionale la volée di Luciano, ancora a rete, tocco favoloso su di un passante altrettanto interessante. Che momento per Luciano, altro super punto coprendo tutto il campo sulle variazioni di Lorenzo e via col diritto vincente in allungo. 4 pari. Dopo un momento di stasi, lo spettacolo è tornato al top. Tutti in piedi per la schermaglia di volo nel nono game, sembra un esercizio ma è puro agonismo. Fa il pugno Darderi sul diritto difensivo in corsa che diventa un vincente clamoroso. Nonostante fatica e tensione, bel tennis con tanti vincenti. On Fire Luciano, rimette ogni variazione di Lorenzo e con un rovescio cross si prende una palla break delicatissima sul 30-40. Ace! Come l’annulla Musetti. Impreca Lorenzo ma resta focalizzato e si prende due punti importantissimi con bel piglio, 5-4. Tiene alla grande Darderi, ottimo tennis, potente ed efficace, 5 pari, e continua a provarci in risposta. Vola 0-30 con un diritti potente e poi un buon tocco. Irresistibile la spinta di Luciano in questa fase, con l’ennesimo diritto poderoso strappa tre palle break sullo 0-40. Musetti resta calmo, bel diritto vincente da sinistra e poi Ace, 30-40. Con pazienza il toscano blocca a sinistra “Luli” che alla fine sbaglia per primo. Meraviglioso il lob di Lorenzo, e poi ancora Ace. 5 punti di fila, che classe. Il secondo set si decide al tiebreak. Darderi è il primo a commettere un errore grave, un diritto di scambio sbatte sul nastro e non passa, 2 punti a 0 Musetti, quindi segue un altro errore col diritto, che furibondo scaraventa la palla che aveva in tasca fuori dallo stadio… Troppa foga in questa bordata, Darderi si ritrova sotto 3-0 e poi 4-0 altro errore di diritto (stavolta in risposta). “Andiamo Lori” urla Musetti, che arriva come un fulmine sulla smorzata mal eseguita e chiusa con un comodo tocco di rovescio. Darderi purtroppo ha perso focus nel momento più critico. Si gira 5-1 con un diritto finalmente in campo e vincente di Luciano. Chiude comodamente 7 punti a 1 Musetti, più bravo nei passaggi cruciali, le palle break e le strette finali dei due set. Una bella vittoria che porta il toscano negli ottavi, quinta volta tra i migliori 16 a livello 1000 nel 2025.

    Luciano Darderi vs Lorenzo Musetti ATP Shanghai Luciano Darderi [26]56 Lorenzo Musetti [8]77 Vincitore: Musetti ServizioSvolgimentoSet 2Tiebreak0-0* 0*-1 0*-2 0-3* 0-4* 0*-5 1*-5 1-6*6-6 → 6-7L. Darderi 15-0 ace 15-15 30-15 40-15 40-305-6 → 6-6L. Musetti 0-15 0-30 0-40 30-40 ace 40-40 A-40 ace5-5 → 5-6L. Darderi 15-0 30-0 40-04-5 → 5-5L. Musetti 15-0 30-0 30-15 30-30 30-40 40-40 ace A-404-4 → 4-5L. Darderi 0-15 15-15 15-30 30-30 40-303-4 → 4-4L. Musetti 15-0 30-0 40-03-3 → 3-4L. Darderi 15-15 30-15 40-152-3 → 3-3L. Musetti 0-15 0-30 15-30 30-30 30-40 40-40 ace A-40 40-40 A-40 ace ace2-2 → 2-3L. Darderi 15-0 30-0 30-15 30-30 30-402-1 → 2-2L. Musetti 0-15 0-30 15-30 15-401-1 → 2-1L. Darderi 15-0 30-0 40-0 40-15 40-300-1 → 1-1L. Musetti 15-0 15-15 15-30 30-30 40-30 40-40 A-40 ace0-0 → 0-1ServizioSvolgimentoSet 1L. Darderi 0-15 0-30 df 0-40 15-40 30-405-6 → 5-7L. Musetti 15-0 30-0 40-0 40-15 ace5-5 → 5-6L. Darderi 15-0 15-15 30-154-5 → 5-5L. Musetti 15-0 30-0 30-15 df 40-154-4 → 4-5L. Darderi 15-0 30-0 40-0 40-15 df 40-30 40-40 40-A 40-40 A-403-4 → 4-4L. Musetti 0-15 0-30 15-30 30-30 30-40 df2-4 → 3-4L. Darderi 0-15 15-15 30-15 30-30 30-40 40-40 A-401-4 → 2-4L. Musetti 15-0 30-0 40-01-3 → 1-4L. Darderi 15-0 15-15 15-30 15-40 30-401-2 → 1-3L. Musetti 15-0 15-15 30-15 40-15 40-30 40-40 A-40 ace1-1 → 1-2L. Darderi 15-0 30-0 30-15 40-15 ace0-1 → 1-1L. Musetti 15-0 15-15 30-15 ace 30-30 40-30 40-40 40-A 40-40 A-400-0 → 0-1
    !DOCTYPE html >Statistiche Tennis: Darderi vs Musetti

    Statistica
    Darderi 🇮🇹
    Musetti 🇮🇹

    STATISTICHE DI SERVIZIO

    Rating del servizio
    245
    283

    Ace
    2
    11

    Doppi falli
    2
    2

    Prima di servizio
    48/77 (62%)
    63/87 (72%)

    Punti vinti sulla prima
    37/48 (77%)
    43/63 (68%)

    Punti vinti sulla seconda
    9/29 (31%)
    13/24 (54%)

    Palle break salvate
    5/8 (63%)
    6/8 (75%)

    Giochi di servizio giocati
    12
    12

    VELOCITÀ DI SERVIZIO

    Velocità massima
    213km/h (132 mph)
    219km/h (136 mph)

    Velocità media prima
    197km/h (122 mph)
    201km/h (124 mph)

    Velocità media seconda
    149km/h (92 mph)
    154km/h (95 mph)

    STATISTICHE DI RISPOSTA

    Rating della risposta
    119
    154

    Punti vinti su prima di servizio
    20/63 (32%)
    11/48 (23%)

    Punti vinti su seconda di servizio
    11/24 (46%)
    20/29 (69%)

    Palle break convertite
    2/8 (25%)
    3/8 (38%)

    Giochi di risposta giocati
    12
    12

    STATISTICHE DEI PUNTI

    Punti vinti a rete
    23/33 (70%)
    18/25 (72%)

    Vincenti
    19
    40

    Errori non forzati
    14
    9

    Punti vinti al servizio
    46/77 (60%)
    56/87 (64%)

    Punti vinti in risposta
    31/87 (36%)
    31/77 (40%)

    Totale punti vinti
    77/164 (47%)
    87/164 (53%) LEGGI TUTTO

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    Un buon Sinner cancella i “brutti ricordi” con Altmaier, esordio vincente per l’azzurro al Masters 1000 Shanghai

    Jannik Sinner (foto Getty Images)

    Quando associ il nome “Altmaier” a quello di “Sinner” la sensazione è ancora un filo scomoda… Viene a galla un sommerso non piacevole di una partita di due anni fa a suo modo indimenticabile, tanto difficile (e persa) quanto decisiva ad una svolta che da lì a poco ci ha regalato un Campione epocale. Stavolta niente cinque ore di sofferenza, match point non sfruttati, alti e bassi clamorosi e una tristezza di fondo che afflisse Sinner nel maggio del 2023 sul “rosso” parigino durante e dopo quella prestazione insoddisfacente. Il 4 ottobre 2025 siamo sul duro del Masters 1000 di Shanghai, Jannik ha lavorato sul campo e dentro se stesso così bene da diventare un giocatore superlativo, un quattro volte campione Slam e n.1 per 65 settimane di fila, e la differenza tra questo super tennista e quell’antico “spauracchio” in quest’inizio autunno è netta, tutta a favore dell’italiano. Un buon Sinner, concreto e positivo, cancella i “brutti ricordi” legati al loro secondo confronto diretto a Roland Garros 2023 e batte Altmaier con un netto 6-3 6-3, successo che lo porta al terzo turno del 1000 cinese, dove lo aspetta una bella partita contro Tallon Griekspoor. Forte del terzo titolo in stagione vinto pochi giorni fa a Pechino, Jannik conferma il buon momento di forma generale e la voglia di provare qualcosa di diverso nei momenti in cui sente di aver margine sul rivale, ma senza esagerare e affidandosi ai pezzi forti del suo repertorio per risolvere i (pochi) passaggi scomodi dalla partita. In particolare il turno di servizio sul 4-3 del primo set quando, con qualche errore di troppo in attacco, ha concesso due palle break al miglior Altmaier dell’incontro, davvero bravo in difesa e a chiedere il massimo al suo notevole rovescio a una mano. In quel passaggio delicato e di relativa tensione, come negli altri momenti di equilibrio del match, arriva la conferma di come Jannik sia un agonista superlativo nell’alzare l’attenzione, calibrare i colpi di scambio e leggere il momento, toccando una qualità e quantità di prestazione superiore ai rivali.
    Quando Sinner vuole prendersi il punto, si mette nelle migliori condizioni per prenderselo. La gestione di Sinner è diventata accademica: la sua bravura nello scegliere i momenti per provare qualcosa di diverso e altri per andare di conserva e sostanza, quando necessario, è senza pari. È il metro del campione, è la differenza che lo eleva su Altmaier e quasi tutta la concorrenza. Solido col diritto, spettacolare col rovescio per reggere le sfuriate di Altmaier e andar anche sopra alle traiettorie insidiose del rivale, Jannik ha condotto una partita di alto livello, bloccando ogni tentativo del tedesco, bravo a lottare e rischiare tanto sino alla fine. Daniel è personaggio raro nel nostro sport, è un giocatore poco noto al grande pubblico anche per colpa di risultati non sempre in linea al suo potenziale, ma è uno che in campo può regalare un gran spettacolo con la sua attitudine offensiva e soluzioni d’attacco tanto spericolate quanto divertenti. Del resto, per uno come lui, che senso avrebbe su campi in “duro” provare a correre come un disperato per reggere la intensità e progressione di Jannik, nettamente superiore… Nessun senso, e per questo bene ha fatto il tedesco a prendere il match di petto, “O Sparta o morte”. C’ha provato con attacchi ficcanti e talvolta spericolati, aprendo a tutta l’angolo col rovescio cross, rischiando in risposta. C’ha provato anche bene, ma Sinner è stato troppo bravo a capire le mosse e spesso anticiparle, come passare da difesa a contrattacco con rovesci altrettanto potenti e più precisi e costanti. Quando il match è andato sullo scambio, la maggior stabilità e tenuta a ritmo alto di Jannik ha prevalso, e bravo a stato l’italiano a portarsi sulle proprie certezze quando ne ha avuto bisogno, quando l’altro attaccando a tutta si è rifatto sotto arrivando ai vantaggi o sul 30 pari.
    Sinner ha chiuso l’incontro con il 63% di prime palle in gioco, vincendo 30 dei 34 punti giocati, dato questo eccezionale, mentre è al 45% sulle seconde, per l’aggressività e bei rischi presi da Altmaier, che alla fine ha ottenuto un bilancio di 21 vincenti a fronte di 11 errori, contro il 14-12 di Jannik (forse un po’ generoso il compilatore con il tedesco. gli errori sono stati sicuramente un po’ di più). Tuttavia la differenza per Sinner è venuta dai tanti punti vinti in risposta, bravo a rispondere bene, pressare il rivale, passarlo o portarlo da tentativo d’attacco a difesa, e pure “punire” molti attacchi non perfetti. Jannik in alcune fasi ha cercato la via della rete con discreta continuità, non sempre raccogliendo quanto sperato per difetti di posizione e anche tre tocchi sbagliati. Qua c’è ancora da lavorare per arrivare ad una sicurezza superiore. Dove invece Jan si conferma formidabile è il passaggio da cross a lungo linea nello scambio, più volte ha sorpreso e sbaragliato Altmaier, con frustate tanto belle quanto precise ed efficaci. Gestione, solidità, momenti di grande qualità e un livello altissimo. Un po’ affaticato a fine match Jannik, ha confermato nella intervista flash in campo come il caldo umido di Shanghai sia piuttosto opprimente e consuma tante energie. Ce ne sarà bisogno per arrivare a difendere il titolo dell’anno scorso. Anzi, per vincerne uno nuovo.
    Marco Mazzoni

    La cronaca
    Sinner inizia la sua difesa del titolo (o meglio, per dirla con le parole di Jan, la “caccia” a un nuovo titolo…) in risposta. Altmaier scatta a spron battuto, serve bene, attacca nell’angolo aperto e chiude il game a 15. Ancor più netto lo scatto dai blocchi di Jannik, prima di servizio non perfetta ma la spinta da fondo campo è dirompente, game a zero. L’incontro si accende nel terzo game. Altmaier continua la sua tattica super offensiva, bello l’attacco di rovescio e chiusura di volo che gli vale il 15 pari, ma quando lo scambio entra sulla velocità, Sinner ha altro controllo e potenza, e il coefficiente di rischio del tedesco è esagerato. Il game va ai vantaggi con un errore di rovescio, e un altro errore di rovescio costa a Daniel la prima palla break. Non entra la prima di servizio e Sinner risponde letteralmente sulla riga, non fa quasi in tempo a completare l’apertura col diritto Altmaier, la “stecca” è inevitabile. BREAK Sinner, subito avanti con la sua pressione e profondità di traiettoria. Jannik consolida il vantaggio con un discreto turno di battuta, dove cerca un attacco alla rete ben calibrato. Un grandissimo vincente col rovescio lungo linea è una perla rara per Altmaier, anche stilisticamente visto il colpo ad una mano, ma l’italiano è molto concreto. 3-1. Dopo la fiammata, il parziale avanza sui turni di battuta, con numeri in crescita per il n.2 del mondo e un rendimento perfetto con la prima palla in gioco, 10 su 10 fino all’ottavo game, quando Jannik sul 15-0 prova una discesa a rete ma non copre bene la diagonale e il passante di Altmaier di rovescio è millimetrico. Segue una volée in rete di Sinner, è evidente che sente margine e cerca di muovere il gioco in modo diverso dai suoi soliti schemi. Sotto 15-30, ecco l’Ace, a compensare l’errore precedente. Non è un game semplice: arriva un errore di rovescio in salto di Jannik, non era necessario cercare così la riga subito dopo il servizio, si è fatto ingolosire dallo spazio. C’è una palla break da difendere. Arriva lo scambio più lungo del match, Sinner comanda ma non spinge a tutto gas, accorto, e dopo aver spostato in lungo e in largo Altmaier, bravo in difesa, lo infila con la palla corta, forse cercata dall’azzurro anche per uscire da un palleggio interminabile, 26 colpi a ottima intensità… Comanda Sinner aprendo l’angolo a tutta ma sbaglia di poco il diritto cross a chiudere, seconda palla break. Altmaier rischia a tutta col diritto sulla seconda di servizio, ma spostandosi a tutta a sinistra esagera e la palla sbatte a piena rete. Un Ace esterno chiude il game più scomodo del match, 5-3. Favolosa la risposta vincente di rovescio di Jannik in apertura del nono game, impatto imperioso in avanzamento, Daniel non si muove nemmeno. Il tedesco ha sicuramente pagato lo sforzo fisico del durissimo game precedente, dove in risposta ha rincorso come un matto, infatti va sotto alla pressione dell’azzurro, troppo bravo col rovescio stavolta in corsa. Il doppio fallo sul 30 pari costa ad Altmaier un Set Point sul 30-40. Ancora seconda di servizio, mentre la risposta di Sinner c’è, è profonda, lo porta al comando dello scambio e la sua pressione sbaraglia il rovescio del tedesco. 6-3 Sinner, un buon set, bravo a reagire a un turno di servizio difficile per qualche errore di troppo.
    Il nostro campione riparte alla battuta nel secondo set. Un discreto turno di battuta visto a 30, quindi in risposta si rimette subito a pressare il tedesco, non vuole lasciargli il tempo per entrare forte nella palla e aprire l’angolo. Il rovescio di Altmaier è un gran colpo ma quando deve affrontare la palla così potente e complessa di Sinner l’impatto non è sempre sicuro. Sul 30 pari ecco una splendida schermaglia rovescio vs. rovescio, qualità enorme dei due colpi, ma il cambio lungo linea di Daniel è di poco lungo. Palla break per Jannik sul 30-40. Ancora esagera Altmaier, aggredisce la risposta stavolta non profondissima di Sinner con un tentativo di vincente cross di rovescio un po’ ambizioso, tanto che la palla di 10 cm larga. BREAK Sinner, avanti 2-0 e servizio, con 4 game vinti di fila. In un lampo diventano 5 per l’italiano, eccellente la spinta dal centro del campo, Altmaier non regge. 3-0. L’equilibrio si è rotto definitivamente, il tedesco fa grande fatica a reggere il ritmo imposto dall’italiano, cerca la giocata e a volta gli riesce (clamorosamente bello il tocco sotto rete in apertura del quarto game), altre no, tanto che un errore sul net forza il gioco ai vantaggi. Altmaier interrompe la serie tornando a vincere un game al servizio dopo 10 punti, con un Sinner sempre lì pronto a spingere, pressare, occupare gli spazi. Nel quinto game Daniel risale a 30 pari da 30-0, Sinner capisce che è il momento di chiedere il massimo al servizio e infatti ecco una prima palla potente, al corpo, la risposta non è fattibile e Altmaier caccia un urlo di frustrazione. Servizio, schiaffo al volo comodo e smash d’ordinanza, Sinner si porta 4-1. Altmaier continua a prendersi grandi rischi, del resto non può fare diversamente… ma il serve and volley sul 30 pari è punito dalla risposta dell’azzurro, gli va una chance per il doppio allungo. Daniel ci riprova, e stavolta l’attacco è migliore e la volée definitiva. 4-2. Sinner continua a macinare il suo tennis, spingendo con pressione, ma Altmaier con enormi rischi forza il game il ai vantaggi, bellissimo l’uno – due rovescio cross e poi diritto vincente sul 40-30. Come già sottolineato, appena ce n’è bisogno, quando l’avversario si tiene a contatto, ecco che Jannik alza il livello: servizio potente e preciso, colpo di attacco eccellente e chiusura. Quando Sinner vuole prendersi il punto, si mette nelle migliori condizioni per prenderselo. 5-2 Sinner. Altmaier continua ad attaccare con grande impeto, scivola pure a terra cercando una volée bassa per niente facile sul 15-0. Encomiabile il suo spirito offensivo e come ci prova anche se la sconfitta è ormai dietro l’angolo. Un errore di rovescio del tedesco lo porta a due punti dalla grande “L” sul 15-30. Di prepotenza col servizio e diritto rimonta e si porta 5-3. Sinner serve per il match. Inizia con il suo schema principe, gran prima palla e chiusura vincente in avanzamento, diritto cross meraviglioso per angolo, velocità, pulizia d’impatto. Una bellezza che per lui è diventata consuetudine (e non facciamo l’errore di considerarla scontata, è una perla assoluta). Poi sul 30-15 sbaglia malamente un attacco alla rete con un impatto alto impreciso. Con una smorzata ben calibrata col diritto Jannik sorprende Daniel, ecco il Match Point. Servizio e diritto, chiude in sicurezza una partita ben condotta. Saluto cordiale, la corsa a Shanghai continua. Next Griekspoor, sarà partita di maggior intensità fisica e negli scambi. Bel giocatore Altmaier, per colpi e attitudine.

    Daniel Altmaier vs Jannik Sinner ATP Shanghai Daniel Altmaier33 Jannik Sinner [2]66 Vincitore: Sinner ServizioSvolgimentoSet 2J. Sinner 15-0 30-0 30-15 30-30 40-303-5 → 3-6D. Altmaier 15-0 ace 15-15 15-30 30-30 40-302-5 → 3-5J. Sinner 0-15 15-15 30-15 30-30 40-30 40-40 A-402-4 → 2-5D. Altmaier 15-0 15-15 30-15 30-30 30-40 40-40 A-401-4 → 2-4J. Sinner 15-0 30-0 30-15 30-30 40-301-3 → 1-4D. Altmaier 15-0 15-15 15-30 30-30 40-30 40-40 A-40 40-40 A-40 40-40 A-400-3 → 1-3J. Sinner 15-0 30-0 40-00-2 → 0-3D. Altmaier 15-0 15-15 30-15 30-30 30-400-1 → 0-2J. Sinner 15-0 30-0 40-0 40-15 40-300-0 → 0-1ServizioSvolgimentoSet 1D. Altmaier 0-15 15-15 15-30 30-30 30-40 df3-5 → 3-6J. Sinner 15-0 15-15 15-30 30-30 ace 30-40 40-40 40-A 40-40 A-40 ace3-4 → 3-5D. Altmaier 15-0 30-0 40-0 40-152-4 → 3-4J. Sinner 15-0 30-0 40-02-3 → 2-4D. Altmaier 15-0 30-0 30-15 df 40-15 ace1-3 → 2-3J. Sinner 15-0 ace 15-15 30-15 40-15 40-301-2 → 1-3D. Altmaier 0-15 15-15 15-30 30-30 ace 40-30 40-40 40-A1-1 → 1-2J. Sinner 15-0 30-0 40-01-0 → 1-1D. Altmaier 15-0 30-0 40-0 ace 40-150-0 → 1-0
    !DOCTYPE html >Statistiche Tennis: Altmaier vs Sinner

    Statistica
    Altmaier 🇩🇪
    Sinner 🇮🇹

    STATISTICHE DI SERVIZIO

    Rating del servizio
    238
    298

    Ace
    5
    3

    Doppi falli
    2
    0

    Prima di servizio
    35/61 (57%)
    34/54 (63%)

    Punti vinti sulla prima
    22/35 (63%)
    30/34 (88%)

    Punti vinti sulla seconda
    13/26 (50%)
    9/20 (45%)

    Palle break salvate
    1/4 (25%)
    2/2 (100%)

    Giochi di servizio giocati
    9
    9

    VELOCITÀ DI SERVIZIO

    Velocità massima
    208km/h (129 mph)
    212km/h (131 mph)

    Velocità media prima
    188km/h (116 mph)
    202km/h (125 mph)

    Velocità media seconda
    160km/h (99 mph)
    158km/h (98 mph)

    STATISTICHE DI RISPOSTA

    Rating della risposta
    67
    195

    Punti vinti su prima di servizio
    4/34 (12%)
    13/35 (37%)

    Punti vinti su seconda di servizio
    11/20 (55%)
    13/26 (50%)

    Palle break convertite
    0/2 (0%)
    3/4 (75%)

    Giochi di risposta giocati
    9
    9

    STATISTICHE DEI PUNTI

    Punti vinti a rete
    0/0 (0%)
    0/0 (0%)

    Vincenti
    21
    14

    Errori non forzati
    11
    12

    Punti vinti al servizio
    35/61 (57%)
    39/54 (72%)

    Punti vinti in risposta
    15/54 (28%)
    26/61 (43%)

    Totale punti vinti
    50/115 (43%)
    65/115 (57%) LEGGI TUTTO

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    Alcaraz critica il calendario ma… finisce sotto accusa. “Come fai a prendere sul serio uno che si è iscritto a quasi tutte le esibizioni a dicembre?”

    Carlos Alcaraz (foto Getty Images)

    Il tema del calendario, la sua lunghezza e durezza che sottopone i giocatori a uno stress enorme, resta il più caldo di queste settimane attirando moltissimi commenti e anche aspre critiche. Ancor più se ti chiami Carlos Alcaraz, ti lamenti frequentemente senza peli sulla lingua ad ogni domanda relativa e poi annunci la presenza a un’esibizione dietro l’altra. Il n.1 del mondo di Murcia nel corso del recente torneo di Tokyo, da lui vinto nonostante abbia subito un problema alla caviglia nel corso del primo match vs. Baez, non ha perso occasione per rispondere ai cronisti che lo interpellavano proprio sulla fatica e difficoltà di giocare tanti tornei obbligatori nella stagione. A far scattare la polemica sullo status quo è stata Iga Swiatek, che si è lamentata a chiare lettere per i troppi impegni consecutivi del calendario WTA. Alcaraz ha sposato la linea della polacca, sottolineando come ai giocatori venga chiesto troppo e invocando un intervento per rivedere il calendario.
    “Sono d’accordo con Iga” ha dichiarato lo spagnolo dopo il successo al Japan Open. “Penso che il calendario sia davvero troppo fitto. Devono fare qualcosa. Ci sono troppi tornei obbligatori, troppi uno dietro l’altro. Hanno imposto delle regole: dobbiamo giocare i Masters 1000, i 500, qualunque essi siano. Ma ci sono troppe imposizioni e noi tennisti non abbiamo la libertà di scegliere se partecipare o meno“.
    “A essere sincero, in futuro dovrò valutare se saltare alcuni tornei obbligatori, per preservare la mia condizione fisica e mantenere una buona forma. Ma non è solo una questione di tenuta fisica: mentalmente è davvero logorante affrontare così tante prove consecutive senza giorni di recupero. Considererò l’idea di rinunciare a qualche appuntamento obbligatorio proprio per salvaguardare anche il mio equilibrio mentale. Concordo con Iga, e credo che molti altri giocatori finiranno per fare lo stesso”.
    Parole nette, quelle di Alcaraz, che però gli sono già valse un’ondata di critiche: il murciano, infatti, mentre da un lato denuncia i carichi del circuito, dall’altro ha scelto di iscriversi a molte esibizioni, a cominciare dal Six Kings Slam in Arabia Saudita, al via a metà ottobre, e poi altre in dicembre, nel mese che dovrebbe essere deputato al riposo e preparazione prima di viaggiare in Australia per la nuova stagione. Anzi, in Medio Oriente, dove ormai si riparte negli ultimi giorni dell’anno con… altre esibizioni. A scagliarsi senza mezzi termini contro lo spagnolo è stata Rennae Stubbs, ex coach di Serena Williams e da tempo stimata commentatrice dell’attualità tennistica. L’australiana ha messo in dubbio la coerenza delle dichiarazioni di Carlos Alcaraz, sottolineando come le lamentele dello spagnolo perdano forza alla luce delle sue scelte che lo vedono onnipresente nelle maggiori esibizioni.
    “Devo dire che è difficile prendere sul serio le parole di Alcaraz quando poi decide di aggiungere altro tennis e match oltre a quelli ufficiali. Per quanto adori Carlos, è a dir poco singolare: ho visto che si è letteralmente iscritto a quasi tutte le esibizioni di dicembre” afferma Stubbs nel suo podcast, dove si parlava anche di Laver Cup e del prossimo Six Kings Slam, due esibizioni ricchissime che vedono Carlos tra le stelle al via. Stubbs ha poi rincarato la dose, sottolineando l’incongruenza tra le richieste di Alcaraz e le sue scelte personali: “È difficile prendere sul serio le parole di chi dice che il calendario va alleggerito e poi corre a giocare esibizioni nei sobborghi di Miami a dicembre. Non è tanto una critica, quanto una constatazione: è un po’ incoerente. Ed è proprio questo che mi fa sorridere”.
    Alcaraz questa settimana ha deciso di rientrare in Spagna per rimettere a posto la caviglia sofferente dopo la storta rimediata a Tokyo, e quindi di salare il Masters 1000 di Shanghai. Tuttavia non ha al momento messo in dubbio la sua presenza in Arabia Saudita per il Six Kings Slam.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Masters 1000 Shanghai: Bellucci lotta, non basta contro Machac

    Mattia Bellucci a Shanghai

    Sprazzi di bel tennis in una vera e propria battaglia, incluso un game fiume di ben 26 punti nel rush finale del secondo set rivelatosi alla fine decisivo, e anche qualche piccolo rimpianto in una partita intensa, a tratti divertente con fiammate di qualità notevolissime, ma va in archivio come sconfitta per Mattia Bellucci. L’azzurro ci mette gambe e cuore, oltre al suo braccio ricchissimo di qualità, ma non basta ad arginare la maggior potenza e aggressività di Tomas Machac, che esce vincitore all’esordio del Masters 1000 di Shanghai. 6-3 6-4 lo score per il ceco, più efficace con i colpi di inizio gioco e bravo a forzare la partita sul ritmo, sulla progressione e spinta, un “punch” superiore a quello dell’italiano che forse ha fin troppo accettato – o subito – le condizioni imposte dal rivale invece di insistere sulle variazioni e tagli che all’avvio della partita gli hanno portato situazioni interessanti, ma non sfruttate. Bellucci paga scelte di gioco non sempre efficaci e soprattutto una seconda di battuta non all’altezza della prima, con Machac prontissimo a mettere il turbo in risposta e prendersi punti diretti o situazioni di vantaggio che gli hanno dato i due break, uno per set, che gli hanno consegnato la grande “W” e aperto le porte del secondo turno nel mille cinese.
    È una sconfitta, ma resta una buona prestazione per Mattia, non era affatto un primo turno “facile”. Fisicamente il lombardo ha retto bene l’impatto dei ritmi imposti dal forte rivale, e il suo tennis ha colpi che possono mettere in difficoltà avversari forti e attrezzati come Tomas, ma sicuramente deve riuscire a gestire le emozioni con più calma sotto pressione. Nel game fiume sul 4 pari del secondo set l’esempio lampante: ha avuto ben sei occasioni di chiudere il game ma… non le ha giocate in modo lucido, spesso con la seconda di servizio e improvvisando fin troppo, invece di insistere in una selezione dei colpi sì varia ma più piegata all’efficacia, tesa a mettere in crisi l’avversario invece di affidarsi prevalentemente all’effetto sorpresa. Machac oggi ha sofferto spesso le variazioni sul proprio diritto, andando fuori ritmo quando l’azzurro è riuscito a passare da palla veloce ad una più lenta o carica di spin; Bellucci ha usato troppo poco questo schema, provando variazioni non sempre efficaci e sbagliando qualcosa di troppo spingendo a tutto braccio col diritto, un colpo che ancora non è al livello di altri nel suo repertorio.
    Nell’ora e quarantotto minuti di gioco, Bellucci ha ricavato un buon 73% di punti vinti con la prima palla, affidandosi in particolare alla curva esterna mancina da sinistra che spesso ha messo in difficoltà Machac, ma solo il 36% con la seconda palla, troppo poco, mentre il ceco in risposta è stato complessivamente più ficcante come dimostrano le 10 palle break complessive ottenute. Ne ha avute 4 Mattia, senza riuscire a sfruttarne nessuna. Bene Tomas nel primo set, ma sul 3 pari del secondo invece Bellucci si è giocato proprio male la chance di allungo, e quando una partita è così tirata e l’avversario sulla carta superiore non te lo puoi permettere. Machac oltretutto è un colpitore formidabile, ma non è esattamente un tennista solido mentalmente, crea la differenza con l’esuberanza nella spinta, i suoi angoli, i rischi che si prende, ma se riesci a farlo gioco scomodo e mettergli pressione, ti concede qualcosa. Lì doveva incidere Bellucci, cercando di mettergli più pressione dalla risposta e portandolo a giocare palle difficili da spingere. Nella prima fase del match c’è riuscito, poi il ceco è certamente salito per spinta e intensità, ma l’italiano si è bloccato in quel tennis, difendendo più che attaccando. Invece di uscire dal palleggio con tagli per mandare per spostare Machac fuori posizione, Bellucci ha rischiato la bordata vincente, e non sempre è andata bene. Poche anche le smorzate per i suoi standard, anche se va detto che la velocità media imposta dal ceco non rendeva facile provarle.
    Era un primo turno difficile per Mattia, una sconfitta contro Machac su questi campi ci sta. L’anno scorso nel torneo Tomas si prese il lusso di battere Alcaraz… quindi quando si racconta una sconfitta è sempre da valutare i meriti dell’avversario, che oggi sono stati superiori ai demeriti di Bellucci. Però Mattia deve riguardare questa partita e cogliere i passaggi che non è riuscito a gestire al meglio, ha tutto quel che serve per riuscirci e vincere contro avversari di questo calibro.
    Marco Mazzoni

    La cronaca
    L’incontro inizia con Machac alla battuta e la partita va subito in lotta. I due sono agli antipodi, Macach spinge tanto in progressione, Bellucci invece varia molto rotazione e altezza della palla, cercando di mandare fuori ritmo il ceco. Da 40-15 Bellucci risale e arriva a due palle break ai vantaggi, Machac se le gioca benissimo con due accelerazioni di diritto perfette. Più agevole il primo turno di servizio del lombardo, turno a zero e 1 pari. Tomas nello scambio staziona più vicino alla riga di fondo, e per Bellucci un gran rischio lavorare col diritto cross sul rovescio del ceco, che infatti nel quarto game fulmine l’italiano con un’accelerazione lungo linea spettacolare. Il servizio sostiene il gioco di Mattia, proprio una splendida apertura di campo – con la seconda palla – gli consente un fulmineo serve and volley, chiuso con ottima mano. 2 pari. Anche il rovescio di Bellucci è un gran colpo, bellissima la frustata cross che gli vale in risposta il punto di apertura del quinto game. Machac rimonta da 15-30 governando lo scambio e punendo la posizione troppo arretrata di Bellucci con una smorzata perfetta. 3-2.C’è un buon tennis generale, anche Bellucci spinge con precisione e attacca gli spazi. L’incontro si accende di nuovo sul 3 pari. Machac combina due disastri sotto rete (pessima la seconda volée) e si ritrova sotto 0-30. Si aggrappa al servizio ma sul 30 pari Bellucci è bravo a reggere in difesa e il diritto tradisce il ceco. 30-40, terza palla break del match per l’italiano. Non si gioca, ecco l’Ace per Machac, che poi ne trova un altro decisivo a chiudere il game, 4-3. Ora è Mattia in difficoltà al servizio: un errore banale poi è sorpreso da un tocco stretto del ceco, 0-30. Due Ace rimettono in pista Bellucci, 30 pari, quindi Tomas dalla risposta guadagna campo e ancora col diritto lungo linea sbaraglia l’azzurro. 30-40, prima palla break a suo favore. Ottima curva esterna mancina, Bellucci annulla la chance, ma ne arriva un’altra subito dopo col solito, ottimo, diritto lungo linea, troppo campo concesso da Mattia dopo una risposta profonda sulla seconda di servizio troppo docile. Stavolta il BREAK arriva: ancora seconda di battuta, Machac risponde stretto e Bellucci si fa ingolosire dallo spazio sul lungo linea, ma il diritto è lungo. L’italiano paga a caro prezzo le seconde di battuta, agilmente aggredite dalla buona risposta del ceco, che sul 5-3 serve bene e con due Ace chiude il set per 6-3.
    Il secondo set scatta con Bellucci alla battuta ma lo stesso copione: le sue seconde di servizio non sono abbastanza incisive per contenere l’esuberanza in risposta di Machac, che è bravo a rispondere potente da lontano e risalire il campo rapidissimo. Sul 30 pari ancora seconda palla, e Tomas non si fa scappare l’occasione per entrare forte e prendersi il punto con un rovescio cross in salto da highlight. Palla break sul 30-40. Stavolta Bellucci riesce a trovare un angolo esterno molto acuto con la seconda di servizio e l’apertura di campo sul lungo linea che sfrutta alla perfezione. Urla Mattia, il momento è difficile e si incita. La lotta è feroce perché Machac vuole allungare subito, pressa a tutta e si prende un’altra palla break con un passante potente, al corpo. Mattia regge ancora, Ace, proprio quando ne aveva assoluto bisogno. 14 punti per portare a casa un durissimo primo game, 1-0. Nel secondo game, sul 30-15, Machac si ferma e chiede l’intervento del medico, non si sente bene, ma riprende. Non si contano i suoi ritiri per problemi fisici di ogni tipo e già è sceso in campo con un vistoso tape sul ginocchio destro. 1 pari. Qualche errore di troppo per Mattia nel terzo game, un diritto banale out e poi valuta male una risposta del rivale. Ancora una grande lotta ai vantaggi, il ceco punge in risposta, ma non riesce ad arrivare a palla break (2-1). Arriva lo staff medico del torneo da Machac, ma dopo un breve consulto nessun intervento e il ceco va a servire. Infatti non sembra accusare alcunché, anzi serve come un treno Tomas e chiude un comodo game a 15, 2 pari. In risposta sul 3-2, Bellucci approfitta di un paio di errori dell’avversario e si ritrova 30 pari. Ha una piccola occasione sulla seconda palla e decide di entrare a tutta col rovescio ma la palla gli esce di poco, provocando la stizza di Mattia, consapevole che era il momento per arrivare palla break. La chance arriva lo stesso: Machac comanda dalla riga di fondo ma di volo gioca un tocco fin troppo spettacolare e la palla gli esce. Palla break! Bellucci la spreca, cerca un diritto in risposta con tanta rotazione ma la palla gli esce, grave errore visto il momento incerto del rivale, che serve male e concede qualcosa. 3 pari. È evidentemente teso Bellucci, la chance mancata, lo score… Sbaglia un diritto e serve male, 15-30. Lo aiuta il ceco con una risposta di rovescio larga su di una seconda palla dell’azzurro tutt’altro che temibile. Sul 30 pari commette un terribile doppio fallo con la palla a mezza rete. Palla break sul 30-40. Comanda il ceco ma Mattia regge senza indietreggiare, e alla fine è il diritto di Machac ad andare fuori giri. 4-3. Sul 4 pari il ceco rompe gli indugi in risposta: clamoroso l’impatto col diritto lungo linea, fulmina l’italiano, 15-30. Bellucci si prende un rischio enorme caricando il diritto dopo una gran risposta, la palla gli resta in campo di un niente. Ma Machac pressa, comanda col rovescio e avanza. 30-40, palla break delicatissima, può mandarlo a servire per chiudere. Mattia prende tempo, si prende un time violation… Va sotto in scambio, un nastro impenna la palla e Machac tira un vincente col rovescio cross che gli esce di un niente. Ogni turno di battuta del nativo di Busto Arsizio è una sofferenza. L’undicesimo punto del game è uno scambio ad altissima velocità, bellissimo il rovescio vincente di Tomas, gli vale un’altra chance per l’allungo, ma la battuta, esterna e precisa, aiuta l’italiano. Fase caotica, tra errori e tensione, e qualche guizzo come la smorzata millimetrica di Bellucci che annulla la terza PB. Machac continua a martellare, e il 26esimo punto del game è un errore di rovescio di Bellucci, sulla quinta palla break, che manda il ceco a servire per il match sul 5-4.

    Mattia Bellucci vs Tomas Machac ATP Shanghai Mattia Bellucci34 Tomas Machac [20]66 Vincitore: Machac ServizioSvolgimentoSet 2T. Machac 0-15 15-15 15-30 30-30 40-30 ace4-5 → 4-6M. Bellucci 15-0 ace 15-15 15-30 30-30 30-40 40-40 A-40 ace 40-40 A-40 40-40 A-40 40-40 40-A 40-40 A-40 40-40 df A-40 40-40 40-A 40-40 40-A 40-40 A-40 40-40 40-A4-4 → 4-5T. Machac 15-0 30-0 ace 40-04-3 → 4-4M. Bellucci 0-15 15-15 15-30 30-30 30-40 df 40-40 A-403-3 → 4-3T. Machac 15-0 15-15 30-15 30-30 40-30 40-40 40-A 40-40 A-403-2 → 3-3M. Bellucci 15-0 30-0 40-0 ace2-2 → 3-2T. Machac 0-15 15-15 30-15 ace 40-152-1 → 2-2M. Bellucci 15-0 ace 30-0 30-15 30-30 40-30 40-40 A-40 40-40 A-40 40-40 A-401-1 → 2-1T. Machac 0-15 15-15 30-15 ace 40-15 40-301-0 → 1-1M. Bellucci 0-15 df 15-15 30-15 30-30 30-40 40-40 A-40 40-40 40-A 40-40 ace A-40 40-40 A-400-0 → 1-0ServizioSvolgimentoSet 1T. Machac 15-0 30-0 40-0 ace 40-15 ace3-5 → 3-6M. Bellucci 0-15 0-30 15-30 ace 30-30 ace 30-40 40-40 40-A3-4 → 3-5T. Machac 0-15 0-30 15-30 ace 30-30 30-40 40-40 ace A-40 40-40 A-40 ace3-3 → 3-4M. Bellucci 15-0 30-0 40-0 40-15 40-302-3 → 3-3T. Machac 0-15 15-15 15-30 30-30 40-302-2 → 2-3M. Bellucci 15-0 ace 15-15 30-15 30-30 40-301-2 → 2-2T. Machac 0-15 15-15 30-15 ace 40-15 40-301-1 → 1-2M. Bellucci 15-0 30-0 40-00-1 → 1-1T. Machac 0-15 15-15 30-15 40-15 40-30 40-40 df 40-A 40-40 40-A 40-40 A-400-0 → 0-1
    !DOCTYPE html >Statistiche Tennis: Bellucci vs Machac

    Statistica
    Bellucci 🇮🇹
    Machac 🇨🇿

    STATISTICHE DI SERVIZIO

    Rating del servizio
    248
    303

    Ace
    8
    11

    Doppi falli
    4
    1

    Prima di servizio
    52/88 (59%)
    48/70 (69%)

    Punti vinti sulla prima
    38/52 (73%)
    34/48 (71%)

    Punti vinti sulla seconda
    13/36 (36%)
    13/22 (59%)

    Palle break salvate
    8/10 (80%)
    4/4 (100%)

    Giochi di servizio giocati
    9
    10

    VELOCITÀ DI SERVIZIO

    Velocità massima
    221km/h (137 mph)
    211km/h (131 mph)

    Velocità media prima
    193km/h (119 mph)
    197km/h (122 mph)

    Velocità media seconda
    162km/h (100 mph)
    160km/h (99 mph)

    STATISTICHE DI RISPOSTA

    Rating della risposta
    70
    133

    Punti vinti su prima di servizio
    14/48 (29%)
    14/52 (27%)

    Punti vinti su seconda di servizio
    9/22 (41%)
    23/36 (64%)

    Palle break convertite
    0/4 (0%)
    2/10 (20%)

    Giochi di risposta giocati
    10
    9

    STATISTICHE DEI PUNTI

    Punti vinti a rete
    0/0 (0%)
    0/0 (0%)

    Vincenti
    0
    0

    Errori non forzati
    0
    0

    Punti vinti al servizio
    51/88 (58%)
    47/70 (67%)

    Punti vinti in risposta
    23/70 (33%)
    37/88 (42%)

    Totale punti vinti
    74/158 (47%)
    84/158 (53%) LEGGI TUTTO

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    Darren Cahill fa 60. Auguri al più grande ammiraglio del tennis moderno

    Darren Cahill

    Tanti, tantissimi auguri Darren Cahill! Il 2 ottobre 2025 l’australiano soffia 60 candeline sulla torta, lo farà attorniato dalla sua famiglia con un occhio a quel che succede a Shanghai, dove il suo pupillo Jannik Sinner è appena sbarcato per continuare la cavalcata vincente iniziata a Pechino in quest’autunno così impegnativo e ricco di sfide. Cahill è un personaggio unico e straordinario nel nostro piccolo mondo, dal 2022 felicemente entrato nel team del nostro Jannik Sinner a fianco di Simone Vagnozzi, ma guai a bollarlo come allenatore, o coach. Darren è qualcosa di diverso, è più un mentore, una guida sicura nella vita più che in campo perché in quel maledetto campo porti la tua vita con il sole e tutte le ombre, e solo sapendo affrontare i tuoi demoni, guardandoli in faccia e sfidandoli a testa alta puoi batterli e dare il tuo meglio in partita. Mi piace definirlo come il più grande Ammiraglio del tennis moderno, colui che dopo aver navigato tutti i mari della disciplina da giocatore e aver vissuto sulla propria pelle la gioia della vittoria e il dolore di sconfitte e infortuni, ha maturato un’esperienza così grande, un vissuto così profondo da riuscire a trasmetterlo ai suoi giocatori con un’empatia fuori dal comune. Chiunque ha conosciuto Cahill ne è uscito arricchito, diverso. Ogni tennista passato sotto la sua ala ha vinto, ha svoltato verso un futuro migliore.
    Migliorare è il “mantra” di Jannik, la parola più usata nel suo quotidiano, quella che pensa appena sveglio e anima la sua giornata; Darren ha elevato questo pensiero ad arte, donando sfumature diverse e più interessanti. Un esempio? Cahill è quello che spinge Jannik a provare tantissime attività extra tennistiche, perché correndo sul kart, andando in bici o solo passando tre ore alla sera montando pezzi di un kit Lego si ha una percezione diversa del mondo, di quel che si ha intorno, e anche di se stesso. Si stacca la spina dallo stress della disciplina, un tritacarne micidiale che ti spacca in quattro se non riesci a gestirlo con serena lucidità, e si riesce così a trovare un’armonia e sicurezza interiore che solo di racchette e impatti a tutta velocità non puoi trovare. Cahill alla fine non parla mica tanto, ma ascolta tantissimo e osserva. E trasmette. Parla quando è necessario farlo, e tocca i tasti più profondi di Sinner, riuscendo a dargli qualcosa di unico. È una benedizione che sia entrato nel team del nostro campione, è stato decisivo insieme a Vagnozzi a farlo maturare come uomo e concretizzare in partita i miglioramenti studiati e imparati in allenamento. È colui che ha preso di petto la terribile situazione del caso Clostebol ed è stato porto sicuro per Jannik e per tutti gli altri. Non è un caso che proprio Cahill è stato il primo a parlare alla tv negli Stati Uniti nell’agosto del 2024, appena prima di US Open, per far sentire la voce interna al team. Anche in quel momento sportivamente drammatico, la pacatezza, parole sicure e nette di Darren sono state fondamentali.
    Per raccontare qualcosa in più di Darren Cahill, riporto un passaggio a lui dedicato del libro “Jannik Sinner, Una Straordinaria Normalità”, pubblicato nel luglio 2024, dove riporto anche una piccola esperienza personale vissuta con Cahiil a Roland Garros. Pochi minuti, che mi hanno segnato in modo indelebile e custodisco gelosamente come una gemma scintillante.
    “Darren Cahill è molto più di un classico “super coach” per Jannik Sinner. È il collante di tutto il team per carisma e attitudine, persona attenta al dettaglio che conosce la vittoria e l’altissimo livello, vissuto sia da professionista che da coach. È una sorta di Re Mida, tutto quel che tocca diventa oro perché è bravo nello scegliere i cavalli giusti ed è perfetto nel fornire loro gli input necessari a tirar fuori il meglio e superarsi. L’australiano è stato un buonissimo professionista, ha raggiunto il numero 22 nella classifica in singolare con un tennis d’attacco figlio della scuola aussie, quella che predicava “chi arriva ultimo a rete paga da bere a tutti”. Il suo miglior risultato in uno Slam è stata la semifinale agli US Open del 1988, dove sconfisse Boris Becker e Aaron Krickstein prima di cedere al futuro campione Mats Wilander, quasi imbattibile in quel suo anno di gloria. A vederlo così pacato e riflessivo, con quello sguardo profondo e modi affabili, non penseresti mai che il suo storico soprannome sia “Killer”. Così lo racconta: «Quando avevo quindici o sedici anni, ero il ragazzo più piccolo della mia classe ma ero già un giocatore di tennis piuttosto bravo, e poiché battevo i ragazzi più alti e grandi di me mi fu affibbiato il soprannome di “Little Killer”. Quel nomignolo mi è rimasto addosso, poi senza “piccolo”, perché in un anno, quando ne avevo diciassette, sono cresciuto di circa venti centimetri, e tanto piccolo non ero più…». Classico humor in stile british, come i suoi modi garbati ed eleganti nell’esprimere concetti e opinioni.
    È il classico personaggio che lo guardi e ti attira, non ti lascia indifferente. È magnetico, trasmette energia e positività con calma e toni rassicuranti, ma trasuda anche carica oltre ad assoluta competenza. Ha guidato svariati campioni, gente con carattere forte, riuscendo a farsi ascoltare da ciascuno di loro e lasciando un segno indelebile. Tutti coloro che hanno avuto il privilegio di condividere con Darren il campo di allenamento e ascoltare le sue idee hanno migliorato il proprio tennis e la propria vita. È un vincente per natura, forte di una profonda conoscenza del gioco e dell’animo umano. Ha un carisma calmo, riesce con poche e mirate parole a toccare le corde dentro ai suoi assistiti, stimolarli nel profondo del proprio ego e aiutarli a vincere paure e incertezze. È una guida salda, una sorta di zio che ha girato il mondo e che riesce a trasmetterti non solo esperienze ma soprattutto nuove prospettive, facendoti vedere cose che non coglievi, aprendo il futuro a scenari differenti. Una persona posata ma tutt’altro che passiva, capace come pochi altri di leggere le situazioni di gioco e le dinamiche umane dell’atleta, analizzando con metodo e visione lo status quo e portando la sua sapienza al giocatore, affinché abbatta quelli che reputa essere i propri limiti. Cahill ha elevato grandi potenziali a campioni, e campioni a fuoriclasse.
    «Il nostro compito è continuare a spingerlo. È appena l’inizio della stagione, l’anno è ancora lungo ed è giusto ora godersi questo momento», afferma Darren subito dopo la vittoria agli Australian Open 2024, «ma quando torneremo su di un campo da tennis ci assicureremo di provare a fargli mantenere questo giusto atteggiamento, che è quel che serve per continuare a vincere». In queste poche parole è espresso alla perfezione il verbo dell’australiano: motivazione, autostima, positività e attitudine al miglioramento continuo. Le chiavi del successo, da raggiungere con un lavoro di squadra, serenità, programmazione e attitudine alla condivisione. «Affinché due allenatori lavorino bene insieme è necessario, prima di tutto, che siano disposti a collaborare, a inserire delle regole e a sostenersi a vicenda. E così è stato. Simone è la prima voce, il “main coach”, ed è per me un onore lavorare al suo fianco. Credo che tra venti o trent’anni ne parleremo come di uno dei migliori coach del circuito» racconta Cahill al «Corriere dello Sport». «Il 2022 è stato un anno di insegnamenti, seppur buono sotto il profilo dei risultati. Credo che Vagnozzi sia stata per Jannik manna dal cielo, perché tecnicamente è uno dei coach più preparati che abbia mai conosciuto. Il mio compito, avendo tanta esperienza nel circuito, è stato più quello di capire quale fosse la giusta direzione da intraprendere per il team ed essere sicuro che tutti la seguissero. Il mio ruolo riguarda più l’esperienza e come aiutarlo mentalmente in questi grandi momenti, e assicurarci che stiamo lavorando sulle cose giuste che alla fine lo porteranno dove vogliamo essere».
    Cahill ha vissuto la prima grande esperienza da coach prendendo un giovanissimo Lleyton Hewitt, esaltandone colpi difensivi e smussandone gli spigoli più acuti, portandolo al numero uno della classifica mondiale – allora il più giovane a riuscirci – e vincere due Slam. In seguito ha allenato Andre Agassi, portando logica e ordine al tennis spumeggiante ma spesso tatticamente poco flessibile dell’americano, che con lui visse anni straordinari e tornò in vetta alla classifica mondiale. Cahill entrò nell’Adidas Player Development Program dopo il ritiro di Agassi nel 2006, collaborando allo sviluppo di diversi talenti, tra cui Andy Murray, Ana Ivanovic, Fernando Verdasco, Daniela Hantuchova e Sorana Cirstea. Da questo programma è iniziata la sua collaborazione con Simona Halep, di cui è diventato coach principale alzando a dismisura il livello della rumena, portandola a vincere Roland Garros nel 2018 e in vetta al ranking WTA. Dopo qualche mese insieme all’americana Amanda Anisimova, nel giugno del 2022 ha affiancato Vagnozzi nel team Sinner. Riporto con piacere un aneddoto personale di Darren, che ho avuto il piacere di conoscere a Roland Garros 2010.

    È una giornata uggiosa al Bois de Boulogne, ma ricchissima di partite interessanti. Una di queste, cerchiata in rosso sul mio schedule cartaceo, è il secondo turno tra Fernando Gonzalez e Alexandr Dolgopolov. Due che più diversi non potrebbero essere, lontani in tutto, a creare un match potenzialmente esplosivo, visto il totale contrasto di stile tra la potenza bruta del cileno e i tocchi effimeri ed estemporanei dell’ucraino. In un campo 2 (purtroppo oggi abbattuto) strapieno, la partita la vince il “Dolgo” con una serie incredibile di tagli e tocchi, discese a rete in contro tempo e smorzate che fanno venire il mal di testa al cileno, tramortito in tre set. Per chi ama un tennis più pennellato che martellato è una goduria per gli occhi. La partita fila via rapida, c’è tempo prima del mio prossimo match, così mi soffermo sull’attiguo campo 3, dove la piccola tribuna dei giornalisti è di fatto la stessa riservata allo staff dei giocatori. Siamo nel corso del primo set tra Daniela Hantuchova e Yanina Wickmayer, altro match di discreto interesse, e non solo per l’avvenenza della slovacca. Resto sorpreso da come Daniela, tennista molto precisa ma non potente, riesce a colpire la palla con grande anticipo, spolverando letteralmente le righe col rovescio, sia cross che lungo linea. La belga ha due gambe fantastiche, si difende con vigore ma contro la progressione geometrica della rivale a tratti niente può. Dopo l’ennesima accelerazione vincente di Hantuchova, mi lascio scappare un «come le esce bene la palla dalle corde» in inglese. La persona seduta appena davanti a me si gira, mi guarda e mi dice: «È quello che le sto dicendo, continua a lasciar correre i colpi, sei perfetta quando colpisci». Con grande stupore, sotto quel cappellino da pescatore di color bruno non c’è uno spettatore qualsiasi o un collega di qualche testata accorsa a Parigi, ma Mr. Darren Cahill, che a Roland Garros segue anche Daniela. Approfitto della sua gentilezza estrema al cambio di campo per un paio di considerazioni su Hantuchova, le condizioni del campo e qualcos’altro ancora. Il gioco riprende, Cahill segue con attenzione il gioco e la sua assistita. Esco dal campo, ma qualche ora dopo, con Hantuchova uscita vittoriosa, ritrovo Cahill nella zona mista del Centrale, dove i giocatori arrivano per le interviste. Mi riconosce, ci salutiamo con altre due chiacchiere di grande cordialità sul tennis in generale. Se ne va insieme a lei, osservando Roger Federer che arriva troneggiando nel salone. Di questi pochi minuti condivisi con il coach custodisco gelosamente la sua viscerale passione per il gioco e anche la disponibilità a condividerla con un perfetto sconosciuto altrettanto innamorato del tennis come il sottoscritto”.
    Buoni 60, caro Darren! Che gli Dei del tennis custodiscano intatta la sua passione, visione e guida, per tantissime nuove avventure da vivere (e vincere) insieme.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Masters 1000 Shanghai: Sonego domina il primo set e poi si spegne, subisce la rimonta di Hanfmann

    Lorenzo Sonego

    Difficile ipotizzare un crollo totale dopo un primo set giocato bene, anzi dominato, ma purtroppo per Lorenzo Sonego l’esordio al Masters 1000 di Shanghai si conclude con la delusione di una sconfitta in rimonta e alla fine meritata. Il piemontese cede per 2-6 6-3 6-1 a Yannick Hanfmann (n. 159 ATP, molto sceso dopo un recente passato da top50) falloso e anche un po’ nervoso nel primo set ma poi bravo a rilassarsi e trovare le contro mosse per arginare la spinta e vigore di Sonego. L’azzurro infatti è partito molto bene, con servizio e diritto in ritmo, aggredendo il campo e prendendosi così un netto vantaggio sul tedesco, poco incisivo e titubante nelle prime fasi del match. Quando Lorenzo sembrava aver il rivale in pugno, forte della sua consueta energia e spirito combattivo, improvvisamente sul 2 pari del secondo set si è come spenta la luce. Ha iniziato a commettere errori, troppi, servire male e perdere campo e sicurezza, con Hafmann bravo al contrario a spingere con ordine e sbagliare quasi niente, migliorando anche il rendimento del servizio. La partita è girata di colpo e il tedesco con un parziale 10 game a 2 l’ha portata a casa, senza una vera reazione di Sonego. Una sconfitta strana per come l’inerzia è girata in un attimo, quasi due partite in una, fino all’amara conclusione per l’italiano.
    Sonego inizia la partita a spron battuto, il servizio lo sostiene fin dal primo game (ben tre ace per muovere lo score) e questo gli consente di giocare libero e spingere tanto, attaccare per mettere pressione a Hanfmann, che non attraversa un buon momento in carriera ed è evidentemente meno sciolto e sicuro. Il tedesco infatti fa tutto a scartamento ridotto rispetto alle sua miglior forma e va sotto 15-40 nel primo turno di battuta. Riesce a recuperare e salvare un game già molto complicato ma il break è dietro l’angolo e arriva sul 2-1, con Sonego bravo stavolta a sfruttare il 30-40 con spirito offensivo e scappare al comando sul 3-1. Tanta energia dal lato di campo di Lorenzo, che con un game a zero consolida il vantaggio sul 4-1, efficace col diritto e rapido ad attaccare gli spazi. Il tedesco non riesce a cambiare ritmo e in risposta non è efficace, mentre Sonego sul 5-2 arriva a set point. Non sfrutta il primo, ma trasforma il secondo ai vantaggi con un bellissimo diritto cross in allungo. 6-2 meritatissimo per l’azzurro.
    Il secondo set inizia con un Hanfmann meno falloso e due punti super nel secondo game, una volè alta di rovescio elegantissima di Lorenzo e un passante stretto in corsa di Yannick altrettanto bello e difficile. All’improvviso il tennis di Sonego si inceppa sul 2 pari: troppi errori e un doppio fallo, crolla 0-40 e con un attacco alla rete poco convinto e profondo subisce il passante di rovescio di Hanfmann, che per la prima volta va in vantaggio (3-2). Il tedesco capitalizza l’allungo con un buon turno di servizio vinto a 15 e Sonego ritrova efficacia al servizio, restando in scia all’avversario, ma non trova uno spiraglio per incidere in risposta. Hanfmann si porta 5-3 e chiude il set per 6-3 con un secondo break, strappato a 30 al secondo set point. Incerto Lorenzo nel nono game, oltre a un doppio fallo sbaglia malamente un rovescio in rete sul punto decisivo. Salito il livello del tedesco, sceso e non poco quello dell’italiano.
    Hanfmann inizia il terzo set con un game solido, nonostante un doppio fallo. La qualità della sua prima palla è cresciuta cammin facendo e ora sostiene a dovere il suo tennis, ordinato in spinta e da una posizione più vicina alla riga di fondo. Al contrario Sonego ha perso energia, è anche meno pronto nell’arrivare bene sulla palla e le sue traiettorie sono più corte, così Hanfmann entra più forte avendo più tempo. Il tedesco infatti comanda dalla riga di fondo e strappa tre palle break nel secondo game sullo 0-40. Scarico con le gambe, Sonego subisce e cede subito, 2-0 Hanfmann, pronto a scappare avanti sul 3-0, in totale controllo del match. L’azzurro torna a vincere un game, ma il tedesco non sbanda e gestisce le operazioni con sicurezza, pronto a prendersi punti importanti sugli spazi lasciati aperti da un Sonego incerto, indeciso sul da farsi e con poca di quella vis pugnandi che sempre lo caratterizza. Servendo sotto 4-1, Lorenzo commette un doppio fallo e poi arriva pesante sulla destra e sbaglia malamente un diritto che gli costa il 15-40. Non crolla il torinese, con il servizio resta aggrappato a una partita che si era messa bene e gli è scivolata via, ma poi cede il secondo break alla terza chance, tirando in rete un diritto sulla pressione dell’avversario. Hanfmann chiude l’incontro in sicurezza per 6 giochi a 1. Una partita da archiviare in fretta per Lorenzo, ma anche da studiare per capire i motivi di un calo così repentino e della mancanza di una reazione.
    Marco Mazzoni

    Lorenzo Sonego vs Yannick Hanfmann ATP Shanghai Lorenzo Sonego631 Yannick Hanfmann266 Vincitore: Hanfmann ServizioSvolgimentoSet 3Y. Hanfmann 15-0 30-0 40-01-5 → 1-6L. Sonego 0-15 0-30 df 15-30 ace 15-40 30-40 40-40 40-A1-4 → 1-5Y. Hanfmann 15-0 ace 30-0 30-15 30-30 40-301-3 → 1-4L. Sonego 15-0 15-15 30-15 40-15 ace0-3 → 1-3Y. Hanfmann 0-15 df 15-15 30-15 ace 40-15 40-300-2 → 0-3L. Sonego 0-15 0-30 0-400-1 → 0-2Y. Hanfmann 15-0 30-0 40-0 40-15 df0-0 → 0-1ServizioSvolgimentoSet 2L. Sonego 15-0 15-15 df 15-30 15-40 30-403-5 → 3-6Y. Hanfmann 15-0 30-0 40-03-4 → 3-5L. Sonego 15-0 30-0 40-02-4 → 3-4Y. Hanfmann 0-15 15-15 30-15 40-152-3 → 2-4L. Sonego 0-15 0-30 0-40 df2-2 → 2-3Y. Hanfmann 15-0 15-15 15-30 30-30 40-30 40-40 A-402-1 → 2-2L. Sonego 15-0 30-0 40-0 ace 40-15 ace1-1 → 2-1Y. Hanfmann 15-0 30-0 30-15 30-30 40-301-0 → 1-1L. Sonego 0-15 15-15 15-30 30-30 40-300-0 → 1-0ServizioSvolgimentoSet 1Y. Hanfmann 0-15 0-30 15-30 30-30 30-40 40-40 40-A5-2 → 6-2L. Sonego4-2 → 5-2Y. Hanfmann 15-0 30-0 40-0 40-154-1 → 4-2L. Sonego 15-0 30-0 40-0 ace3-1 → 4-1Y. Hanfmann 15-0 15-15 15-30 30-30 30-402-1 → 3-1L. Sonego 0-15 15-15 30-15 30-30 40-30 40-40 A-401-1 → 2-1Y. Hanfmann 0-15 15-15 15-30 15-40 30-40 40-40 A-401-0 → 1-1L. Sonego 15-0 ace 15-15 30-15 ace 30-30 40-30 40-40 A-40 ace0-0 → 1-0
    !DOCTYPE html >Statistiche Tennis: Sonego vs Hanfmann

    Statistica
    Sonego 🇮🇹
    Hanfmann 🇩🇪

    STATISTICHE DI SERVIZIO

    Rating del servizio
    239
    289

    Ace
    8
    2

    Doppi falli
    3
    2

    Prima di servizio
    37/66 (56%)
    50/71 (70%)

    Punti vinti sulla prima
    26/37 (70%)
    32/50 (64%)

    Punti vinti sulla seconda
    13/29 (45%)
    15/21 (71%)

    Palle break salvate
    3/7 (43%)
    3/5 (60%)

    Giochi di servizio giocati
    12
    12

    VELOCITÀ DI SERVIZIO

    Velocità massima
    221km/h (137 mph)
    213km/h (132 mph)

    Velocità media prima
    206km/h (128 mph)
    193km/h (119 mph)

    Velocità media seconda
    169km/h (105 mph)
    164km/h (101 mph)

    STATISTICHE DI RISPOSTA

    Rating della risposta
    121
    175

    Punti vinti su prima di servizio
    18/50 (36%)
    11/37 (30%)

    Punti vinti su seconda di servizio
    6/21 (29%)
    16/29 (55%)

    Palle break convertite
    2/5 (40%)
    4/7 (57%)

    Giochi di risposta giocati
    12
    12

    STATISTICHE DEI PUNTI

    Punti vinti a rete
    0/0 (0%)
    0/0 (0%)

    Vincenti
    0
    0

    Errori non forzati
    0
    0

    Punti vinti al servizio
    39/66 (59%)
    47/71 (66%)

    Punti vinti in risposta
    24/71 (34%)
    27/66 (41%)

    Totale punti vinti
    63/137 (46%)
    74/137 (54%) LEGGI TUTTO

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    La Legge di Sinner! Jannik vince l’ATP 500 Pechino, troppo solido e potente per il talento di Tien

    Jannik Sinner (foto Getty Images)

    Una finale è sempre una partita da vincere e il modo migliore per vincerla è affidarsi ai pezzi forti del proprio repertorio: risposta, potenza, intensità, pressione e anche un servizio in grande spolvero nei momenti decisivi. È la differenza del campione, mentalmente fortissimo, quello che chiede il massimo al colpo più decisivo del gioco quando ne ha bisogno e riesce a performare su tutta la linea facendo sentire al “novellino” chi comanda le operazioni, senza titubanze, senza macchia. Campione vero è Jannik Sinner, bravo a giocare un tennis razionale, solido, potente e tatticamente ineccepibile nella finale dell’ATP 500 di Pechino e battere la sorpresa del torneo Learner Tien con un eloquente 6-2 6-2 in 72 minuti di partita, dominata dal primo all’ultimo punto dal n.2 del mondo. Il teenager californiano, guidato da qualche mese da Michael Chang, è tennista di raro talento, bravissimo a governare gli angoli e coprire il campo con anticipo e visione geometrica, ma poco ha potuto sulla prepotenza in spinta dell’azzurro, che ha servito bene e ha brillato in risposta, andando a prendersi spazio e tempo per comandare. Netta la differenza di potenza e intensità tra i due giocatori nello scambio, con l’italiano superiore in ogni situazione di gioco, in particolare servizio e risposta, dove ha scavato il solco con l’avversario e si preso un vantaggio capitalizzato con lucidità e visione. È il 21esimo titolo in carriera per l’italiano e terzo dell’anno, dopo Australian Open e Wimbledon.
    Sinner è esattamente il tipo di tennista che Tien soffre perché il pusterese ha nella borsa tutti i trucchi andare sopra a quelli dall’americano e così depotenziarne le armi, dai colpi d’inizio di gioco a una copertura del campo eccellente, sostenuta da fondamentali di maggior potenza e grande profondità. Jannik, da campione, ha iniziato la finale come i campioni fanno: si spinge subito a tutta, per mettere immediatamente in chiaro i rapporti di forza e allo stesso tempo far sentire al giovane avversario chi comanda. Break immediato per Sinner, e da lì in avanti è stata una sinfonia di potenza e qualità, con un diritto in grandissimo spolvero e anche il lungo linea, già terribilmente efficace in semifinale e confermato anche oggi come soluzione eccellente per prendersi un vantaggio. Jannik ha chiuso l’incontro con 24 vincenti a fronte di 16 errori (11-18 per Tien), e servendo due prime palle in campo su tre, col il 77% di resa, oltre a un ottimo 56% con la seconda, e annullando senza tremare le due palle break concesse. Ma i numeri non riescono a spiegare il metro della differenza tra i due giocatori ammirata nella finale di Pechino.
    C’è stata una differenza sostanziale tra Jannik e Learner, di potenza e intensità, un gap che le geometrie sapienti dell’americano non sono riuscite a colmare se non in rare occasioni. Probabilmente nelle gambe di Tien c’era ancora la fatica della durissima semifinale vinta contro Medvedev e di un intero torneo per lui meraviglioso ma impegnativo; solo arrivando costantemente in anticipo il suo tennis può performare al massimo e oggi c’è riuscito raramente perché la combinazione di potenza e profondità dei colpi di Sinner è stata difficile da contenere. La sensazione è che Tien abbia capito ben presto che oggi c’era poco da fare, ma ottima è stata la sua attitudine in campo. Learner è – Nomen omen – colui che impara… In tutta la partita non si è fatto prendere dallo scoramento di un match in cui è andato subito sotto e mai si è avuta la sensazione che potesse ribaltare; al contrario ha approfittato dell’occasione di confrontarsi contro colui che è stato n.1 per 65 settimane di fila per studiare il suo tennis, provare soluzioni a velocità e ritmo sconosciute e vivere situazioni di gioco per capire fino a dove potesse spingersi. Ha selezionato colpi non banali, provando a restare nella partita cambiando angoli, arrotando di più i colpi e quindi lasciando partire improvvise accelerazioni lungo linea col diritto, che in alcune fasi hanno sorpreso l’italiano. Bravo anche a buttarsi avanti e sfidare il passante di rovescio di Jannik. C’ha provato e nonostante lo score finale sia per lui severo, Tien non è affatto dispiaciuto. Con la poca potenza dei suoi colpi, farà sempre fatica, tantissima fatica contro un “muro” come Sinner, ma Learner è davvero un bell’acquisto per il tennis dei grandi, ha un gioco interessante e in campo sta benissimo.
    Nel corso del match è anche calato al servizio Tien e così gioco facile ha avuto Sinner nell’entrare come una F1 in risposta e scappare via troppo veloce, troppo intenso. Jannik ha cercato poco o niente le “variazioni” di cui ha parlato dopo US Open. Una finale, come scritto nell’attacco, è da vincere più che giocare e quindi si va di conserva, di certezze. Bene ha fatto Sinner, rischiando poco in un tennis di pressione con discreto margine, rare le occasioni in cui ha perso ritmo o la misura dei colpi, mai una scelta sbagliata. Quando Tien è riuscito a comandare, Sinner ha tenuto con classe e spesso ha ribaltato la situazione a suo favore calibrando la difesa e preparando l’attacco. Una buona partita che chiude un torneo ben disputato, non sempre giocando al massimo ma nemmeno si può pretendere che dia il 100% in ogni punto.
    Una vittoria importante che gli porta 500 punti. Ha rosicchiato qualcosa ad Alcaraz e tiene viva la possibilità di chiudere l’anno da n.1. Sarà difficilissimo, forse quasi impossibile col fardello dei tre mesi out (con 4 M1000 persi…), ma sicuramente Jannik ci proverà, a partire dalla difesa del titolo dell’anno scorso a Shanghai.
    Marco Mazzoni

    La Cronaca
    La finale dell’ATP 500 di Pechino inizia con un doppio fallo di Tien. Quindi si scambia e l’intensità e potenza di Sinner “sfondano” la resistenza dell’americano. 0-30. Troppo corto nel palleggio Learner, la sua palla rimbalza appena al di là della riga del servizio ed è comodo per Jannik scatenare il suo ritmo e potenza. Con due diritti vincenti dal centro, lo score è 0-40, tre palle break immediate per l’italiano. Sinner sfrutta la terza, con un altro scambio condotto con potenza e margine, Tien non regge sbagliando un diritto dopo una quindicina di colpi. BREAK che manda subito al comando l’azzurro. È partito davvero forte Jan, arriva il primo Ace da sinistra, nell’angolino esterno a 209 km/h, e quando scatena il diritto in progressione è in grande difficolta Tien a reggere. Non va invece la prima palla corta (sul 40-15), ma stuzzicare Learner sulla rapidità non è scelta efficace… 2-0 Sinner. Tien trova il primo gran vincente del match, uno splendido diritto lungo linea in corsa talmente preciso che muore all’incrocio delle righe. Sente però la pressione della risposta di Sinner, tanto da commettere un altro doppio fallo. È necessario per lui chiedere il massimo della velocità ai suoi colpi perché di pura geometria non riesce a crearsi spazi, vista la velocità e potenza di Sinner. Grazie ad un paio di errori di Jannik, Tien muove lo score (2-1). Sinner dispone agevolmente del suo secondo turno di turno di battuta, 3-1, e quindi continua a martellare in risposta con la risposta, un colpo che gli dà un’enorme vantaggio sul campo e manda in crisi la battuta del teenager americano. Tien infatti commette un altro doppio sul 15-30, è evidentemente bloccato con la seconda di servizio e… finisce per giocare una prima palla troppo sicura sul 15-40, va a nozze Sinner con una risposta potente e via a avanti a prendersi il punto del doppio BREAK. 4-1 Jannik, saldamente al comando dopo 18 minuti dominati in lungo e in largo. Forte del doppio vantaggio, Sinner si distrae un attimo e Tien riesce ad entrare nella palla dell’italiano. Brutto l’errore di rovescio (scarico di gamba) che porta il sesto game ai vantaggi. Rimedia con un Ace al T a 210 km/h, quando ha bisogno di punto, ecco che chiede alla battuta e il colpo risponde “presente”. Ha bisogno di un altro Ace e quindi un servizio all’angolo per chiudere il game più scomodo della partita, per il 5-1. Tien trova più velocità al servizio e soprattutto è deciso nell’entrare nel campo, attaccare per non essere “stritolato” dalla pressione dell’azzurro, il rischio paga e vince un altro game, 5-2. Sinner va a servire per il set e il game fila via liscio, spinta potente e con margine con diritto e rovescio, l’americano non regge questa pressione, potenza e intensità. 40-0 e Tre Set Point. Doppio fallo sul primo, seconda palla un po’ troppo vivace; Ace da destra sul secondo, il quinto del match. 6-2, 34 minuti di assoluto controllo. Superiore in tutto Jannik, e un buon 60% di prime palle in campo a sostenere una spinta poderosa, troppo per Tien.
    Tien parte al servizio nel secondo set e trova un bel game, aggressivo e solido. Sinner invece inizia il suo primo turno con un nastro che gli porta via un diritto d’attacco, quindi si fa sorprendere da un bel diritto lungo linea di Learner, 15-30. Dopo un bel rovescio cross, ne spedisce malamente in rete uno scambio, forse un calo di attenzione con Tien invece più aggressivo, a tutto braccio. 30-40, c’è una palla break per l’americano. Non perdona Jan, servizio potente a T e diritto da metà campo che è quasi uno smash. Segue un’altra prima palla potente e quindi l’Ace da sinistra sul vantaggio. Quando ha bisogno, il servizio c’è e l’altro non la tocca nemmeno. 1 pari. La rimonta nel game ha ri-attivato Sinner: due risposte una meglio dell’altra, Tien va fuori posizione e sbaglia, 0-30. Bravo Learner a vincere un bel braccio di ferro, raro punto ottenuto sul territorio del rivale, la spinta in progressione. Davvero ottimo il momento di Tien, ne vince altri tre di punti per niente banali, attaccando col contro piede, poi un angolo strettissimo e quindi una smorzata ottima, soluzioni che mettono in vetrina la sua manualità da campione. Applausi (2-1). Nessun problema per Sinner al servizio, ben due Ace e via, 2 pari. Il quinto game inizia con uno scambio di ritmo micidiale, la palla corre come impazzita ed è magnifica l’accelerazione lungo linea di rovescio di Sinner che lascia immobile Tien, esecuzione suprema. Il californiano si sente – giustamente – sotto pressione e commette un doppio fallo, gli costa il 15-30. Sinner sale in cattedra: risposta profondissima, gli apre il campo e si prende il punto con una bordata di diritto lungo linea che muore quasi sulla riga. Tien è bloccato, teme la risposta dell’italiano e il secondo doppio fallo del game gli costa il BREAK che manda avanti Jannik 3-2 e servizio. Al cambio di campo lo sguardo dell’americano è tutto un programma, è allibito dalla prepotenza dell’italiano, troppo bravo a prendersi il vantaggio proprio nel momento migliore del rivale. Tien è bravo a non cedere, anzi, rilancia. Sinner sbaglia un paio di colpi, brutto un diritto per lui banale sul 40-30, e ai vantaggi concede una chance del contro break. Sotto pressione, l’italiano si affida alle certezza: prima palla sicura in campo, diritto potente nell’angolo e smash comodo. Col decimo Ace si prende il vantaggio e chiude un game non facile con un’altra battuta al centro, al corpo, la risposta di Tien vola via. 4-2 Sinner. Learner è decisamente sotto, ma è bravo ad approfittare della partita, dell’occasione di confrontarsi contro un campione come Sinner, per provare schemi offensivi e colpi, nonostante la difficoltà del reggere la risposta dell’italiano. Ci prova, attacca, apre l’angolo, fa tutto quel che può al suo meglio, ma Sinner fa tutto ancora meglio, con maggior potenza e intensità. Un doppio fallo porta il game sul 30 pari, e Sinner tira un passante di rovescio lungo linea perfetto. Chance del doppio break. Tien non mette la prima palla e Jannik, comanda il palleggio con traiettorie profondissime, sposta tutto a destra Tien che alla fine sbaglia col rovescio. BREAK, che intensità l’italiano, serve per il titolo sul 5-2. Servizio, diritto, pressione dal centro, Jannik si porta agilmente 40-0 a Tre Championships Point. Bravo Tien ad aprire l’angolo a tutta sul primo, e pure sul secondo, diritto vincente su di una palla più corta dell’italiano, rarità nella partita. Con una seconda di servizio carica a mille di spin, Sinner sbaraglia la risposta di Learner. Finisce qua, bella partita dominata da Jannik dal primo all’ultimo punto. Ma davvero bravo anche Tien, è un tennista di talento in grandissima ascesa. Torna a vincere un torneo Jannik da Wimbledon, l’autunno “caldo” di Jannik è appena iniziato. E gli ultimi due anni ci hanno insegnato quanto JS sia performante in questa fase di stagione.

    Jannik Sinner vs Learner Tien ATP Beijing Jannik Sinner [1]66 Learner Tien22 Vincitore: Sinner ServizioSvolgimentoSet 2J. Sinner 15-0 30-0 40-0 40-15 40-305-2 → 6-2L. Tien 15-0 15-15 30-15 30-30 df 30-404-2 → 5-2J. Sinner 15-0 15-15 30-15 30-30 40-30 ace 40-40 40-A 40-40 A-40 ace3-2 → 4-2L. Tien 0-15 15-15 15-30 df 15-40 df2-2 → 3-2J. Sinner 15-0 30-0 ace 40-0 ace1-2 → 2-2L. Tien 0-15 0-30 15-30 30-30 40-301-1 → 1-2J. Sinner 0-15 15-15 15-30 30-30 30-40 40-40 A-40 ace0-1 → 1-1L. Tien 15-0 30-0 40-00-0 → 0-1ServizioSvolgimentoSet 1J. Sinner 15-0 30-0 40-0 40-15 ace5-2 → 6-2L. Tien 0-15 15-15 15-30 30-30 40-305-1 → 5-2J. Sinner 15-0 30-0 30-15 30-30 40-30 40-40 A-40 ace 40-40 A-404-1 → 5-1L. Tien 0-15 15-15 15-30 15-40 df3-1 → 4-1J. Sinner 15-0 30-0 ace 40-02-1 → 3-1L. Tien 15-0 15-15 df 30-15 40-152-0 → 2-1J. Sinner 15-0 15-15 30-15 40-15 ace 40-301-0 → 2-0L. Tien 0-15 df 0-30 0-40 15-40 30-400-0 → 1-0 LEGGI TUTTO