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    La Polonia riapre il mercato in entrata da Russia, Bielorussia e Ucraina

    Di Redazione Quale sarà il destino dei giocatori stranieri impegnati in Russia e Bielorussia dopo il blocco delle squadre dei due paesi attuato da CEV e FIVB in conseguenza della guerra in Ucraina? Il “muro contro muro” tra la Federazione russa e il resto del mondo è ormai conclamato e in giornata si era sparsa la voce – per il momento non confermata – che fosse in cantiere una rescissione forzata dei contratti tra i club russi e i giocatori provenienti dall’estero (con conseguente notevole risparmio). Per il momento, la prima mossa concreta l’ha compiuta la Polonia: la Lega locale, in accordo con la Federazione, ha aperto una nuova finestra di mercato (la precedente si era chiusa il 31 gennaio) per consentire alle squadre di PlusLiga maschile e Tauron Liga femminile di ingaggiare giocatori e giocatrici polacchi provenienti dalla Russia, dalla Bielorussia o dall’Ucraina, dove i campionati sono ovviamente sospesi. In quest’ultimo caso la norma è quasi “ad personam” per lo schiacciatore Artur Szalpuk, che in questa stagione aveva giocato nell’Epicentr Podolyany. Altri due grandi nomi che potrebbero essere interessati dalla riapertura del mercato sono Bartosz Bednorz, sotto contratto con lo Zenit Kazan, e Malwina Smarzek, opposta della Lokomotiv Kaliningrad, anche se quest’ultima aveva già dichiarato di non voler lasciare la Russia. La norma si applica soltanto ai contratti interrotti o rescissi dopo il 23 febbraio. (fonte: PlusLiga.pl) LEGGI TUTTO

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    La schiacciatrice Diana Frankevych: “La mia testa e il mio cuore sono in Ucraina”

    Di Redazione
    La stagione 2021-2022, per la giovane schiacciatrice Diana Frankevych, è la prima lontana dall’Ucraina: messasi in luce con l’SC Prometey, la scorsa estate la giocatrice classe 1999 ha spiccato il volo per la Francia per unirsi al Vandoeuvre Nancy. Si può ben immaginare l’angoscia con cui Diana sta vivendo in queste ore le drammatiche notizie provenienti dal suo paese: le sue compagne di squadra e lo staff hanno mostrato il loro sostegno scendendo in campo con i simboli e i colori della bandiera ucraina, ma anche con gesti più concreti, come una raccolta di beni di prima necessità a favore delle vittime della guerra.

    “Io e tutti gli ucraini – ha spiegato Frankevych a France Bleu – stiamo vivendo i peggiori momenti della nostra vita. Sono cose che non dovrebbero succedere nel ventunesimo secolo. L’Ucraina e i suoi abitanti non hanno mai voluto la guerra, siamo un popolo pacifico; purtroppo non è ciò che pensano le autorità russe, che hanno montato una guerra di disinformazione contro di noi. Sono veramente colpita e triste per questa ingiustizia“.
    “Putin voleva dividere gli ucraini – continua la schiacciatrice – invece ci ha riunito, e sono molto fiera di tutti quelli che combattono e del nostro presidente, che è diventato un leader e un eroe. Per quello che posso, con mio marito, cerco di aiutare economicamente l’esercito e le vittime della guerra, e di condividere notizie verificate per combattere la disinformazione russa. Sono in contatto costante con la mia famiglia, che vive a Vinnista, nella zona centro-occidentale: al momento è una città relativamente calma rispetto all’epicentro dell’attacco. I miei familiari non vogliono lasciare l’Ucraina, mio padre si è unito alla difesa della città ed è pronto ad aiutare i soldati“.
    “In questo momento – conclude Frankevych – è veramente difficile concentrarsi sulla pallavolo. Che io lo voglia o no, penso sempre alla guerra, alla salute dei miei cari e di tutti i miei connazionali. Sono qui, in totale sicurezza, ma la mia testa e il mio cuore sono in Ucraina. Però sono un’atleta professionista, è il mio lavoro, devo aiutare la mia squadra e fare ciò che ci si aspetta da me. Ringrazio la società, i tifosi e le mie compagne di squadra per il loro sostegno, è molto importante e lo apprezzo davvero“.
    (fonte: Nouvelle France) LEGGI TUTTO

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    La Fivb ufficializza: la Russia non ospiterà i Campionati del Mondo maschili

    Di Redazione Dopo aver trasferito i due turni di Volleyball Nations League, originariamente in programma nelle città russe di Ufa e e Kemerovo, questa mattina la Federazione Internazionale ha ufficializzato che la Russia non sarà la sede dei Campionati del Mondo maschili inizialmente in programma dal 26 agosto all’11 settembre. La decisione è stata presa dal Board della FIVB in accordo con il Comitato Organizzatore Locale e la Federazione Russa di pallavolo perché naturalmente non esistono più i presupposti per l’organizzazione del torneo.  La FIVB, inoltre, rende noto che è al lavoro per trovare un paese, o più, ospitante che possa garantire il regolare svolgimento della manifestazione in un clima di pace e gioia (Fonte: comunicato stampa) LEGGI TUTTO

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    F1, lettera della Federazione ucraina alla FIA: “Stop ai piloti russi”

    ROMA – Il presidente della FIA, Mohammed Ben Sulayem, ha ricevuto una lettera dalla Federazione automobilistica dell’Ucraina (FAU). Da Kiev vorrebbero infatti contromisure per escludere Russia e Bielorussia dai vari campionati a quattro ruote. Inizialmente il numero uno della Federazione internazionale aveva comunicato alla FAU “pieno appoggio e supporto dalla FIA” e aveva suggerito di “non esitare a contattarlo per qualsiasi esigenza”. Così, il presidente della Federazione ucraina, Leonid Kostyuchenko, ha proposto vari veti per limitare la presenza della Russia e della Bielorussia dalle competizioni FIA. La Haas, di proprietà dell’imprenditore russo Dmitry Mazepin, è già corsa ai ripari, rimuovendo lo sponsor Uralkali e la bandiera russa dalla livrea della VF-22.
    Rischi per Mazepin?
    La FAU, nello specifico, chiede alla FIA di: “vietare l’uso dei simboli di stato della Federazione Russa e della Repubblica di Bielorussia durante le competizioni”, “vietare lo svolgimento di competizioni autorizzate FIA sul territorio russo e bielorusso”. E ancora: “vietare le competizioni della Federazione automobilistica russa (RAF) nel territorio ucraino”, “escludere dalla FIA tutti i membri della RAF e della Federazione automobilistica bielorussa (BAF)”, “escludere dalle commissioni FIA tutte le persone che rappresentano organizzazioni russe e bielorusse” e “vietare ai titolari di tutte le licenze rilasciate dalla RAF e dalla BAF di competere al di fuori di Russia e Bielorussia”. Si complica ulteriormente, dunque, la situazione di Nikita Mazepin, pilota russo della Haas e figlio del patron dell’Uralkali, che l’Ucraina vorrebbe escludere dalla Formula 1. LEGGI TUTTO

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    F1, la Federazione ucraina alla FIA: “Stop ai piloti russi”

    ROMA – La Federazione automobilistica dell’Ucraina (FAU) scrive alla FIA e sottopone al presidente Mohammed Ben Sulayem una serie di contromisure per escludere Russia e Bielorussia dai vari campionati a quattro ruote. Inizialmente il numero uno della Federazione internazionale aveva inviato una lettera alla FAU esprimendo “pieno appoggio e supporto dalla FIA” e suggerendo di “non esitare a contattarlo per qualsiasi esigenza”. Così, il presidente della Federazione ucraina, Leonid Kostyuchenko, ha proposto vari veti per limitare la presenza della Russia e della Bielorussia dalle competizioni FIA. La Haas, di proprietà dell’imprenditore russo Dmitry Mazepin, è già corsa ai ripari, rimuovendo lo sponsor Uralkali e la bandiera russa dalla livrea della VF-22.
    Mazepin a rischio?
    La FAU, nello specifico, chiede alla FIA di: “vietare l’uso dei simboli di stato della Federazione Russa e della Repubblica di Bielorussia durante le competizioni”, “vietare lo svolgimento di competizioni autorizzate FIA sul territorio russo e bielorusso”. E ancora: “vietare le competizioni della Federazione automobilistica russa (RAF) nel territorio ucraino”, “escludere dalla FIA tutti i membri della RAF e della Federazione automobilistica bielorussa (BAF)”, “escludere dalle commissioni FIA tutte le persone che rappresentano organizzazioni russe e bielorusse” e “vietare ai titolari di tutte le licenze rilasciate dalla RAF e dalla BAF di competere al di fuori di Russia e Bielorussia”. Qualora queste richieste venissero accolte, allora Nikita Mazepin, pilota russo della Haas, sarebbe fuori dalla Formula 1. LEGGI TUTTO

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    Malwina Smarzek resta in Russia: “Potrei andare a casa, ma servirebbe a qualcosa?”

    Di Redazione Tra le tante situazioni spinose che coinvolgono il mondo della pallavolo alla guerra in Ucraina c’è quella dei giocatori stranieri in Russia, in molti casi atleti di alto livello internazionale legati alle proprie squadre da contratti onerosi. Per il momento nessuno di loro ha abbandonato la propria squadra, anche se gli inviti dei rispettivi governi a lasciare il paese, arrivati nelle ultime ore, potrebbero cambiare la situazione. Una delle giocatrici coinvolte è Malwina Smarzek, opposta polacca della Lokomotiv Kaliningrad, che ieri è intervenuta con un post su Instagram per spiegare la propria condizione. “Ho ricevuto molte critiche negli ultimi giorni – spiega l’ex Novara – mi chiedono come posso essere ancora in Russia e giocare qui… Non è una situazione facile per me e per tutti i giocatori di pallavolo in Russia, non solo per gli stranieri. Guardiamo con orrore a ciò che sta accadendo in questo momento nel paese vicino, e anche le mie compagne di squadra sono spaventate e ansiose per il futuro“. “Vorrei chiedervi però – prosegue Smarzek – di cosa siamo colpevoli? Certo che potrei andare a casa, ma questo risolverà qualcosa? Giocare una partita di campionato mi mette dalla parte di qualcuno? Spero solo che tutte quelle persone che mi insultano nei messaggi privati ​​in questo momento e che sono così indignate dal mio atteggiamento abbiano fatto qualcosa per aiutare i nostri vicini…“. (fonte: Instagram Malwina Smarzek) LEGGI TUTTO